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Guisgard
27-01-2015, 02.20.59
A Te, mio Signore Dio,
che Hai forgiato il mio cuore e ne conosci ogni sogno e bisogno, dedico ed offro questa storia, affinchè in essa sia narrata la Tua Grazia e la Tua Gloria.
Prologo
“Ho con me questo antico testo...” disse Asevolio, aprendo la grande borsa di pelle che aveva con sé e tirando fuori un grosso libro dalla copertina di pelle consumata “... credo che troverete molto interessante la sua lettura...” mettendolo poi sul tavolo, davanti al priore Tommaso.
“Si direbbe discretamente antico...” mormorò il religioso, portando la schiena contro la spalliera della sedia sulla quale era seduto ed unendo i polpastrelli delle mani, per poi assumere un'aria indagatrice “... ma non eccessivamente... forse un secolo e mezzo fa, o poco più... questo direi il periodo al quale risale...”
“I miei complimenti...” piacevolmente stupito il medico “... questo libro risale esattamente a cento sessantanni fa.” Annuendo Asevolio.
“Non è poi un esercizio troppo difficoltoso...” fissandolo il priore “... basta osservare... c'è da dire comunque che noi religiosi siamo avvantaggiati, visto che per dovere, missione e diletto trattiamo con i libri quasi allo stesso modo che con le persone. Sebbene classificare un testo sia infinitamente più semplice.”
Asevolio lo ascoltava animato da una vivo interesse.
“Datarlo, come dicevo, non è affatto difficile...” continuò il priore Tommaso “... la pelle è essiccata con il vapore e cucita in modo ortogonale, lungo le bisettrici di ripiegatura che corrono ad incrociarsi al centro della copertina frontale. E poi i caratteri impressi per il titolo, con quell'inchiostro nero e dorato... una tecnica tipica dei maestri Capuani, che circa due secoli fa vedevano la loro arte molto ambita da ricchi signori e mecenati. No, davvero lavoro di poco conto stimare l'età di questo testo.”
“Io non ci sarei riuscito.” Sorridendo il medico.
“Naturale, siete un medico.” Disse il religioso. “Voi dovete scriverli i libri, non studiarli.”
“I religiosi invece si?” Chiese Asevolio. “Anche quelli non Sacri?”
“Soprattutto, amico mio.” Annuì il priore. “Vedete, molti demonizzano i Padri Domenicani perchè usano, talvolta, bruciare grandi quantità di libri.”
“Io sono un uomo di scienza” fece Asevolio “e biasimo questo genere di cose. Se mi perdonate la franchezza.”
“Oh, io non devo certo perdonarvi, né intendo curarmi riguardo alla vostra franchezza.” Chiudendo per un istante gli occhi il religioso. “Come detto, voi siete un medico, dunque vi intendete di corpi, mentre io, essendo un religioso, mi occupo di anime. Quanto ai Padri Domenicani, immaginate soltanto che un libro di magia nera, tanto per fare un esempio, non sia diverso da un morbo, come la peste, il vaiolo o la lebbra e che dunque come tale vada debellato. Voi lascereste esposto in una piazza o in un'affollata stanza un cadavere infetto di un morbo mortale? Con il rischio di diffondere un'epidemia?”
“Naturalmente no.”
“Ecco, vedete?” Riaprendo gli occhi il religioso. “Non siete poi così diverso da un Domenicano. Con la differenza che voi difendete il corpo dei vostri simili, mentre lui fa la medesima cosa ma con le loro anime. Ma non divaghiamo. Perchè mi avete mostrato questo testo?”
“E' un elenco.” Spiegò Asevolio.
“Un elenco?”
“Si.”
“Di che genere?”
“Nato per raccogliere le notizie custodite nel Libro Ducale.”
“Il Libro Ducale... la lista dei duchi di Capomazda, dagli albori ad oggi.” Ripetendo quasi ad alta voce il religioso.
“Esattamente.”
“Ebbene?” Domandò il priore.
“Alla scuola cattedrale di San Felice, a Pomilia, abbiamo sottoposto la lista dei duchi ad uno studio che forse qualcuno riterrà... ambiguo?”
“Perchè mai?” Incuriosito il religioso.
“Perchè abbiamo studiato la morte di molti Arciduchi.” Rivelò il medico.
“Immagino vi sia uno scopo dietro ciò.”
“In verità” Asevolio al priore “questo studio ci è stato commissionato.”
“Da chi?”
“Da Sua Grazia il vescovo.”
Il priore Tommaso restò in silenzio.
“Ed abbiamo scoperto qualcosa di...” continuò Asevolio “... di ambiguo appunto.”
“Ossia?”
“Che molti duchi sono morti per cause ritenute naturali” disse Asevolio “ma mai del tutto spiegate.”
“Anche la scienza medica ha dei limiti.”
“Certo.”
“Dunque?”
“Ma quelle morti non possono essere definite, da un punto di vista medico, come naturali.”
“La Natura ha molti segreti.”
“E questo elenco sembra custodirne diversi.” Osservò Asevolio. “Ma in tutta onestà non li definirei naturali.”
“Perchè?”
“Perchè uno spavento non è considerato morte naturale.” Rispose il medico. “Uno spavento induce ad una possibile morte. Ma per compiere ciò deve essere straordinariamente intenso. E comunque, una dinamica che porta ad un grosso spavento non può esternarsi nella medesima espressione, anche perchè l'effetto di uno spavento può variare da individuo ad individuo, combinandosi poi con una varietà di fattori praticamente infinita.”
“Cosa intendete?”
“Forse dovrei leggervi questo...” aprendo il libro il medico “... una nota aggiunta al margine di una delle pagine del Libro Ducale e qui riportata interamente... riguarda indirettamente la morte dell'Arciduca Taddeo l'Austero e quella di alcuni dei suoi predecessori e successori, essendo tutte praticamente uguali...”
“Vi ascolto.”
Asevolio cominciò a leggere...
“Sull'origine della maledizione dei Taddei sono state tramandate e scritte molte cose. Ma discendendo io stessa da tale nobile stirpe ed avendo udito più volte questa storia da mio padre, che a sua volta l'aveva appresa da suo padre, come quello dal suo e così via, ho deciso di trascriverla a margine di questa pagina, nella piena certezza che tutti i fatti narrati si svolsero come qui descritti.
L'Arciduca Ardeliano il Grande, dopo aver conquistato i territori di Sygma, annettendoli a quelli ducali di Capomazda, per sancire l'alleanza tra il suo casato e quello regnante in terra Sygmese decise di prendere come moglie la principessa Gaya e farne la sua Granduchessa.
Ella amava teneramente il duca ed il loro, nei primi mesi, fu un Amore ed un matrimonio felice.
La principessa conquistò subito il cuore del popolo Capomazdese e il ducato accolse la ragazza con gioia ed entusiasmo.
Ma Ardeliano, uomo di grandi slanci e passioni, non aveva dimenticato un'altra donna, incontrata in precedenza e che amò come amante durante le campagne Flegeesi finite poi con una sconfitta.
Quell'amore impossibile, lei infatti, principessa Flegeese era già ammogliata, restò albergato nel cuore del duca, togliendogli la capacità di godere invece non solo della sua grande vittoria su Sygma, ma anche del grande sentimento che Gaya aveva per lui.
E così, in una miserevole notte di Primavera, accortasi che il duca non ricambiava appieno il suo Amore, la principessa lasciò il palazzo reale di Sygma e fuggì da sola tra le colline.
Vedendo ciò, Ardeliano comprese la sua follia, condannò se stesso per non aver compreso quel dono e preso il suo miglior cavallo corse a cercare sua moglie.
Ma davanti a questa scena nessuno dei servitori scelse di accompagnarlo ed una vecchia, si narra, lo maledì, profetizzando una misteriosa e diabolica furia pronta a colpire il duca ed i suoi discendenti, reo di non aver goduto dei tesori, spirituali e terreni, di Sygma.
La notte allora si fece cupa, sinistra, ululante e gemente come se le forze oscure si fossero destate per abbattersi sulla Terra.
Arrivarono allora nel palazzo alcuni cavalieri Capomazdesi e divenuti sospettosi riuscirono infine a sapere dai servi l'accaduto.
Presero i palafreni ed uscirono per cercare Ardeliano e Gaya.
Percorsero la valle fino ad incontrare un contadino, chiedendogli del duca e di sua moglie.
Il villano appariva come sconvolto ed alla fine balbettò qualcosa di incredibile.
Egli infatti aveva effettivamente visto qualcuno correre nella valle.
Si trattava di una bellissima ragazza e dietro di lei di un nobile signore in sella ad un robusto cavallo.
Ma la cosa sconvolgente era che proprio alle spalle di quei due, che altri non erano che Gaya ed Ardeliano, una muta di spaventosi cani si era gettata al loro inseguimento ed a capeggiare quelle bestie vi era un altro cane, più feroce ed agghiacciante di tutti gli altri.
I cavalieri non credettero a quell'uomo e ripresero il loro galoppo, dopo averlo mandato al diavolo.
Ma poche miglia però dopo udirono qualcosa.
Dei terrificanti latrati ed infine intravidero una sagoma nella valle.
Era il cavallo di Ardeliano, con la bocca schiumante di bava e la sella vuota.
Vedendo ciò, spaventati, di nuovo ripresero a correre in cerca del loro duca e di sua moglie.
E quando la Luna spuntò dalle nubi illuminando la campagna di Sygma, i cavalieri si ritrovarono davanti ad una scena terribile.
Un corpo giaceva a terra, sfigurato a tal punto da un'espressione di vivo terrore da non essere subito riconoscibile da quei cavalieri.
Solo dai suoi abiti, infine, essi riconobbero che quel corpo senza vita era del loro signore, il duca Ardeliano.
Ma ciò che portò alcuni di loro alla follia fu l'ululato che udirono echeggiare tra le colline e la figura lontano di un'indefinita bestia che li fissava con malvagità nel sinistro pallore lunare.
Due di quei cavalieri morirono all'istante di crepacuore, tre persero buona parte del senno e gli altri quattro, ritornati a Capomazda, finirono i loro giorni in convento.
Gaya invece svanì nel nulla, come inghiottita da quella terribile notte.
Ecco, questa è la storia di quella furia che da allora si dice affligga così crudelmente la nostra stirpe e che viene chiamata la Gioia dei Taddei.
E non si può nascondere che molti dei nostri siano morti in circostanze tanto simili, quanto spaventose.
Ma trascriverla qui non è solo la volontà, da parte mia, di descrivere i fatti come monito per tutti voi, ma anche la speranza di infondere in voi la Fede verso la Misericordia Divina, affinchè perdoni le nostre colpe, cancelli la nostre miserie e ci liberi da questo affanno.
Portate alla mente le mie parole, le mie preghiere ed i miei consigli.
Pregate dunque, figli miei.
Pregate e tenetevi lontani dalla notte e dalla campagna, quando le forze del male maggiormente si scatenano.
Conselia de'Taddei, Granduchessa di Capomazda.”
Finito di leggere, Asevolio richiuse il libro, per poi alzare lo sguardo sul Priore Tommaso con aria interrogativa.
“Affascinante leggenda.” Con noncuranza il religioso.
“Molti giurano non sia una leggenda.” A lui Asevolio.
“Anche i miti pagani avevano, pare, diversi testimoni” replicò il religioso “ma oggi abbiamo poi scoperto che si discostavano dalle favole solo per i preziosismi stilistici con i quali erano narrati.”
“I duchi morti tutti in circostanze simili e misteriose sono forse personaggi di favole? I Vangeli, tra i miracoli di Nostro Signore, riportano anche di come Egli scacciasse i demoni. Le forze infernali, dunque, esistono per la Chiesa.”
“Naturalmente.” Senza scomporsi il Priore. “Ma la Chiesa accetta la presenza di tali fenomeni solo dopo aver escluso tutte le possibili cause naturali del caso. Prima di conoscere animali come gli elefanti, ad esempio, gli antichi, ritrovando i resti di tali creature, come il cranio e gli arti spropositati, attribuivano tali scheletri ad esseri fantastici, come ciclopi ed animali mostruosi. Molti fenomeni che oggi ci appaiono senza spiegazione, un giorno forse saranno chiariti dalla scienza senza dover scomodare il folclore e leggende varie.”
“Capisco...” pensieroso Asevolio “... fatto sta che oggi, però, Capomazda è senza un duca Taddeide ed i due pretendenti al seggio ducale non hanno sangue di Ardea nelle loro vene.”
“Ma perchè siete qui?” Alzandosi dalla sedia il Priore Tommaso. “In cosa credete io possa aiutarvi? Sono un uomo di Chiesa, non un politico e neanche un soldato.”
“Infatti” alzando il capo Asevolio “per sconfiggere le forze occulte non occorrono né politici, né soldati...”
“Volete dunque dichiarare guerra agli inferi?” Con leggero sarcasmo il Priore.
“No...” scuotendo il capo Asevolio “... solo proteggere Capomazda dai suoi nemici... di qualunque natura essi siano...”
Ed il Priore Tommaso restò a fissarlo senza rispondere nulla.
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Il Re di Cuori ed il Fiore meraviglioso
Capitolo I: La gioia dei Taddei
“Che Dio maledica questa Gioia, che tanti valent'uomini ne sono rimasti uccisi! Invero, essa oggi commetterà un danno ancor maggiore!”
(Chretien de Troyes, Erec ed Enide)
Nell'antico ed ameno distretto detto delle Cinque Vie, nella nobile e felice Capomazda, non troppo distante dal corso del Lagno, la vasta e ridente campagna ricopriva gran parte di quelle terre, interrotta solo da una strada di poco più ampia di un sentiero che la tagliava in due.
Il Sole calava stancamente sull'erboso campo, racchiuso e descritto, come un quadro di pastorale candore, da decine di tozze e robuste querce che estendevano in ogni dove i loro lunghi e aggrovigliati rami sopra un lussureggiante e screziato tappeto d'erba e di fiori.
In alcuni tratti esse si mischiavano a salici, pini ed altre piante del sottobosco, generando una fitta rete capace di imprigionare gli ultimi bagliori del giorno morente, per poi liberare ombre lunghe ed imponenti che in quel purpureo e idilliaco scenario parevano generare spazi indefiniti ed infiniti, dove spesso lo sguardo dei sognatori, degli artisti e degli innamorati ama perdersi, immaginando un mondo che la fantasia trasforma in sentieri ed orizzonti di selvaggia e romantica avventura.
E proprio in un ampio spazio aperto che faceva da fondale a quella strada, una lenta carovana di mercanti percorreva quel bucolico e feudale ambiente.
La carovana, attraversando quel passo immerso nella natura incontaminata e primordiale di quel luogo, accorgendosi di una sagoma poco più avanti, tradì la sua presenza facendo suonare un campanaccio.
Stava infatti d'avanti ad essa un mulo che stancamente, con un incedere quasi incanutito, portava in groppa una figura dimessa e dall'aria malinconica.
Quella figura, per così dire quasi indifferente, se non addirittura apatica, a ciò che accadeva lungo la strada, sembrava come assorta da pensieri vaghi e lontani che conduceva al suo cospetto al suono basso della sua cetra.
I mercanti la raggiunsero e la fiancheggiarono.
“Salute a voi...” disse uno di quelli al bardo “... siamo stranieri giunti qui per i nostri affari. Dista molto Capomazda?”
“Salute a voi, perduti viandanti...” rispose il bardo “... procedendo in questa direzione, tra i sicomori ridenti, i melanconici salici e le fronde cremisi di querce addormentatesi al crepuscolo, giungerete in quella matta e variegata realtà che gli uomini chiamano Capomazda.”
“Quanto occorre per raggiungerla?” Domandò un altro di quei mercanti.
“La temporalità” mormorò il bardo “è un'invenzione degli uomini nel tentativo di dar un nome comprensibile agli accadimenti della vita. Ma proseguendo a passo svelto, così che comprendiate, vi giungerete prima che faccia buio.”
“Grazie, buon musico.” Annuendo il mercante. “Anche voi siete diretto là?”
“Io vago tra il crepuscolo ed il silenzio, dove gli uomini non giungano e non trovano sollievo.” Fece il bardo.
I mercanti si scambiarono varie occhiate fra loro.
“Oh, non tentate di comprendere la mia natura ed il mio spirito...” sorridendo per un attimo il bardo “... ma se volete vi dirò che sono il primo bardo di Elphin, che provengo dal paese delle stelle d'Estate, che ho conosciuto Merlino e Santa Maria Maddalena, mi sono bagnato nell'Arno e nel Giordano e che ho attraversato il Calvario insieme all'Ebreo Errante ed ai suoi maledetti trenta denari.”
I mercanti lo fissavano stupiti.
“La mia natura non è né carne e né pesce” continuò il bardo “ed il mio incedere è tradito solo dalla mia musica. E solo la mia musica riconoscerete e da essa me. Sono Taliesin il bardo.”
E detto ciò riprese a suonare il suo strumento, mentre la carovana dei mercanti passò oltre e riprese il suo cammino.
Alla fine quegli stranieri giunsero, come indicato loro dal bardo, alle porte della capitale Capomazdese.
E la città, di un rosato ed antico profilo, come persa, o meglio sospesa, in quello sfondo crepuscolare, accolse i mercanti con le ultime cerimonie del giorno ormai calante.
Soldati marciavano a passo ordinato, davanti a cavalieri bardati di tuniche variopinte ed elmi dal raro piumaggio, a loro volta con un seguito di valletti attenti alle redini dei destrieri scalpitanti che mordevano schiumando i freni dorati.
“Vi è una parata, buonuomo?” Uno dei mercanti ad un passante.
“E' il cambio della guardia, messere.” Rispose questi. “Lord Gvineth tiene molto che le armate sfilino superbamente, per mostrare il potere del nostro esercito.”
“Egli è il signore di queste terre?” Ancora il mercante.
“Si, insieme a lord Cimmiero.” Annuì il passante. “Entrambi reggono il ducato, dopo che l'ultimo duca, lord Guisgard de' Taddei è morto. Lord Gvineth si occupa del potere militare, mentre lord Cimmiero controlla l'amministrazione.”
“Lord Gvineth è quell'uomo alla testa dei soldati marcianti?” Un altro di quei mercanti al passante.
“No, quello è il capitano De Gur, suo braccio destro. Vive in un castello poco fuori la città, insieme a sua moglie.”
“Dove possiamo trovare un alloggio?” Domandò il mercante.
“Vi sono molte locande in città.” Fece il passante. “Sicuramente troverete un alloggio accogliente.”
Poco dopo la sera prese il posto del crepuscolo ed enigmatiche luci illuminarono Capomazda, facendola cadere in un innaturale sonno.
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C’è una strana atmosfera a Miral nelle fredde sere d’inverno.
Come una quiete insolita e sospetta che attraversa le sue vie, mentre cominciano a velarsi di foschia, una pace inaspettata, un silenzio irreale.
Sono pochi però, i momenti in cui appare tanto magica, una volta il mio preferito era il tramonto, quando cominciavano ad accendere le luci delle case, e in strada si poteva sentire il profumo delle prelibatezze preparate dalle donne della città.
Ora però preferivo la notte, e quel silenzio malinconico e assordante.
Canticchiavo, camminando sulla riva del pittoresco canale, su cui si affacciavano case, le botteghe, tutte rigorosamente buie.
Mi incuriosivano quelle poche luci accese, sintomo che qualcuno, esattamente come me, non stava dormendo.
E paradossalmente mi sentivo meno sola.
Eppure ero stata io stessa a ricercare quella solitudine inquieta.
Casa non era lontana, e mancavo da troppo tempo.
La campagna doveva durare un paio di settimane, invece si era protratta per quasi tre mesi.
Non che mi dispiacesse, per carità, anzi.
Odiavo i periodi tra una campagna e l’altra.
C’era troppo tempo libero, troppo tempo per pensare, troppo tempo per ricordare.
In battaglia non c’è tempo, se ci si riposa si è talmente stanchi che si sprofonda in un pesante sonno senza sogni che non siano presagi di morte.
E poi in quella guerra di cui non mi importava un accidente c’erano loro a distrarmi.
Era la terza volta che combattevo al fianco dei Montanari, eppure mi consideravano una di loro. E’ incredibile il legame che si crea tra sconosciuti combattendo fianco a fianco.
Così, mi scappò un sorriso, pensando ai ragazzi che avevo appena lasciato nell’Ostaria del Topo Rosso.
La piccola osteria alle porte della città, sembrava aver subito un’improvvisa invasione di beceri soldatacci di ventura.
Ma considerando che quei soldatacci erano appena tornati da una campagna vittoriosa, con le tasche piene di Vipere d’Oro sonanti, e avevano una gran voglia di festeggiare con donne e vino, era un’invasione più che ben accolta dal simpatico oste.
E non si trattava di soldati qualunque, ma dei famigerati Montanari, che erano riusciti a riconiare il termine tanto usuale, (nato da un vecchio insulto rivolto ai primi esponenti del gruppo) rendendolo qualcosa di spaventoso.
Un nome che faceva scostare le persone al loro passaggio, inventare storie per spaventare i bambini, sprangare le porte, e pregare di non mettersi mai sul loro cammino.
Eccoli lì, i terribili Montanari.
Uomini semplici forse, rozzi per lo più, crudeli in battaglia, certo, eppure capaci di difenderti in ogni situazione, di avere per te le gentilezze più inaspettate.
Come spesso accade, il mostro visto con occhi diversi non sembrava così pericoloso.
E io lo sapevo bene, per i pirati era la stessa cosa.
Solo che i Montanari difficilmente rubavano, con la paga esorbitante che chiedevano per i loro servigi.
Stavo ridendo, per non so più quale ricordo imbarazzante di Kostor, quando il capitano Elos, propose un brindisi alla compagnia.
Ci voltammo subito verso di lui. Era diverso dai capitani che avevo incontrato, non incuteva terrore nei suoi. Sapevano solo tutti che era il migliore, oltre che una delle persone paradossalmente più serie, e nessuno aveva mai messo in discussione il suo comando.
Alzai il boccale insieme agli altri, per poi portarlo alle labbra.
Una smorfia disgustata mi si dipinse sul volto. Da quando servivano quell’orrore?
Ma poi mi guardai in giro, effettivamente cominciavano ad essere tutti ubriachi.
Beati loro.
Era ora di andare.
Mi alzai, avvicinandomi ad Elos, lui si voltò verso di me e sorrise.
“Clio..” con un leggero inchino “Stai andando?”.
Annuii “Direi di sì..” sorridendo “Grazie di tutto… è sempre un piacere lavorare con voi..”.
“Ah, non dirlo neanche…” scosse la testa “Sei una di noi ormai..”.
Sorrisi, grata di quelle parole.
“Domattina ripartirete per Berig?” voltandomi, distratta da uno schiamazzo troppo alto, per poi tornare a guardare Elos.
“Nah..” rispose lui “Penso che resteremo un paio di giorni chiusi qui dentro..” rise, e io con lui.
“Finchè non avrete speso tutta la paga?” risi.
“Perchè no?” rise, tornando poi serio in un attimo “Potresti venire con noi, lo sai..”.
Scossi la testa “No, ti ringrazio.. manco da casa da troppo tempo.. senza contare che ho dannatamente bisogno di un bagno..” risi “Comunque grazie..” sorridendo con gratitudine.
“Allora alla prossima, ti terrò presente per il prossimo incarico?”.
Annuii “Naturalmente, è sempre un piacere.. a meno che qualcuno non mi abbia offerto più…”. Strizzando l’occhio.
Lui fischiò. “Se esiste, me lo devi presentare..” e ridemmo insieme.
Ci salutammo con un lieve abbraccio, e mi avviai alla porta, sapendo che mi aspettava il giro dei saluti. Salutai Vortex, il gigante buono, armato di ascia, ma dalla risata inconfondibile, Geris, il ragazzino dalla faccia pulita, che mi suscitava ammirazione e tenerezza.
Quasi sulla porta, mi fermò Kostor.
“Ehi, stupenda.. dove vai?” parandosi davanti alla porta, col suo forte accento di Berig.
Lo guardai torva, le mani sui fianchi “A casa, se ti levi..” seria, per poi scoppiare a ridere.
Adoravo Kostor, era genuino e semplice, ma capace di spaccare un uomo a mani nude come nulla fosse. “Diamine, vengo anch’io…” esclamò, divertito.
“Eh, ti piacerebbe…” ribattei.
Lui mi squadrò e sorrise “Non lo so mica se ti vorrei per casa…” ridemmo insieme, e poi lo abbracciai “Fatti vedere, eh..” mi disse, con una sonora pacca sulla spalla.
Annuii “Certo, non ti libererai di me così facilmente…”.
Mi guardai intorno “Dov’è Dort?” Ma nessuno rispose “Beh, salutatemelo..”.
Uscii nella foschia, e mi avvicinai alla balaustra che dava sul canale cittadino, su cui aleggiava una nebbia magica e inquieta.
Restai per un attimo ad osservarla, per poi sospirare.
“Stai andando?” una voce malinconica mi fece voltare di scatto.
“Eccoti, canaglia..” sorrisi a Dort, ma subito mi accorsi di quella luce nei suoi occhi, una luce fredda e tagliente, la stessa che trovavi nei miei se non stavo attenta.
“Ehi..” mi avvicinai, parlando dolcemente “Tutto bene?”.
Lui si limitò a sospirare, spostando lo sguardo verso il placido canale in cui si specchiavano le poche luci rimaste accese.
“Passerà mai?” chiese, con voce dolorosa, senza guardarmi.
Non c’era alcun bisogno che mi spiegasse, una sera, ubriaco, mi aveva raccontato di Lara.
“Certo che passerà..” risi appena, amaramente “Ci sarà una campagna da cui non torneremo..”.
Lui rise “Beh, tu ce l’hai messa tutta per non tornare..” guardandomi, severo “Quell’incursione era un suicidio!”.
Alzai le spalle “Sono viva, no? E ha pure funzionato..” con una smorfia divertita.
“Cosa ti tiene in vita?” chiese, spiazzandomi, con gli occhi nei miei.
Scossi la testa “Non lo so..” ammisi “È come se non riuscissi a rassegnarmi..” mormorai “Come se continuassi a sperare, non so nemmeno in che cosa..”.
Lui non sapeva tutta la verità, non era la morte che cercavo, ma l’oblio.
L’oblio che solo la battaglia poteva darmi, quando il desiderio di vivere, nonostante la mia immancabile incoscienza, si impossessava totalmente di me, non lasciando spazio ad altro.
Nemmeno a Lui.
Persino ora, nel silenzio della notte, sentivo la sua mancanza: eppure non c’era nulla che potesse scatenare i miei ricordi, era proprio per quello che ero tornata a Miral, perché nulla mi parlasse di lui.
Allora perché lo vedevo dappertutto? Perché mi chiedevo in continuazione che cosa avrebbe detto nel vedere un palazzo, nell’assistere a una scena pittoresca, o nel passare di fronte alla grande Cattedrale incompiuta?
Ero arrivata proprio davanti a lei, e alzai lo sguardo.
Già, pensai, gli sarebbe piaciuta quell’opera grandiosa, a cui tutta la città contribuiva da decenni.
Avrebbe sicuramente tirato fuori un discorso su quanto gli uomini riescono a compiere opere meravigliose per onorare Dio. O qualcosa del genere.
Sorrisi, voltando a sinistra, in una viuzza che mi avrebbe portato a casa.
Un mendicante stava canticchiando una canzone malinconica, gli lanciai distrattamente una moneta, senza voltarmi, e raggiunsi finalmente la porta di casa..
Alzai gli occhi sul tetro cancello e sorrisi appena, sfilando la collana con le chiavi.
Il giardino era spoglio, come sempre, ma non vi badai, e mi avvicinai all’imponente portone.
Una chiave, l’altra, l’altra ancora. Avevo fatto costruire quella porta dal miglior fabbro della città, almeno a casa mia volevo dormire sonni tranquilli.
Con un cigolio sinistro, la porta si aprì, e un’ombra rapida e veloce la attraversò prima di me.
Impugnai immediatamente il pugnale, prima di accendere la grande lampada ad olio.
Scossi la testa, e richiusi la porta dietro di me, serratura dopo serratura.
“Oh, ma guarda un po’ chi c’è..” riponendo l’arma nel fodero, avvicinandomi al grande tavolo, su cui stava impettito e curioso un gatto nero come la notte, con i tipici occhi gialli, gli accarezzai la testa, e iniziò a fare le fusa.
“Ma ciao, peste…” sorridendo “Hai fatto il bravo mentre ero via, Nero?”.
Nero era un gatto randagio, temuto e trattato in malo modo, che avevo salvato da due ragazzini al mio ritorno a Miral. Da quel momento, mi aveva adottato. Sembrava sapesse in anticipo quando tornavo e quando dovevo partire. Era completamente indipendente, e se avessi raccontato quanto era docile e mansueto nella mia casa, probabilmente nessuno mi avrebbe creduto.
“Guarda che non ho niente da mangiare..” gli dissi, aprendo la porta che dava sulla cantina.
Scesi, seguita dal micio, e depositai la ricca borsa che mi aveva fruttato la campagna in un luogo sicuro, ma ne approfittai anche per prendere una bottiglia dell’ottimo vino di Solpacus.
La solitudine era una pessima compagnia ma nonostante tutto, era bello tornare a casa.
Entrai nella sontuosa sala da bagno, dove avevo fatto costruire una vasca con i più moderni sistemi di riscaldamento, moderni per modo di dire visto quanto erano antichi.
Mi voltai divertita, osservando il muso di Nero affacciato alla porta, titubante.
“Hai paura che immerga nella vasca anche te, eh..” risi. Raramente entrava in quella stanza, di solito mi aspettava sulla soglia, immobile come un soldatino.
E così fece anche quella volta, mi chinai su di lui, posandogli una lieve carezza sulla testa, prima di chiudere la porta.
Non vedevo l’ora di liberarmi di quei vestiti incrostati di sangue e fango e di liberarmi dell’odore acre di morte che mi portavo dietro, per non parlare di come erano conciati i miei capelli, ora raccolti in una treccia che disfai disgustata.
Risi da sola mentre un ricordo lontano mi attraversò.
“Adesso non mi diresti che sono profumata, te l’assicuro..” alzando lo sguardo, per poi sorridere, tristemente.
Lasciai cadere uno dopo l’altro gli indumenti che indossavo, e poi mi avvicinai allo scaffale su cui tenevo le essenze più diverse da aggiungere all’acqua del bagno.
Esitai, per un momento, mentre una fitta mi attraversò.
“Vuoi davvero farti del male?” sussurrai, mentre la mia mano raggiungeva una boccetta.
“A quanto pare sì..” sospirai, mentre la stringevo tra le mani, per poi versarne il contenuto nell’acqua che ormai si era scaldata.
Mi immersi in quel bagno caldo tanto desiderato, con accanto la bottiglia di vino che si impoveriva sempre di più, mentre sentivo bruciare le ferite fresche, i lividi, i tagli.
Il profumo inebriante di quelle essenze era insopportabile.
Se chiudevo gli occhi lo vedevo lì, seduto sul letto della mia cabina, sorridente, a decantare le marmellate: era una tortura, ma estremamente dolce e irresistibile.
Quando l’ultimo nodo dei miei capelli si sciolse, l’acqua si stava ormai raffreddando, e io apparivo un’altra persona.
Mi avvolsi in un telo caldo e soffice, che tanto stonava con i rigidi indumenti che avevo indossati per tre lunghi mesi.
Uscii dalla stanza da bagno e sorrisi a Nero, che sorvegliava la porta immobile come una statua.
“Hai fatto buona guardia, bello?” risi appena.
Raggiunsi la mia stanza da letto, e il grande armadio. Indossare una camicia da notte di purissima seta nera, in stile orientale, e una vestaglia coordinata era un vero sollievo.
Silenzio.
Erano mesi che non sentivo tanto silenzio.
La bottiglia di vino era sempre più vuota, ma la mia mente ragionava ancora, non era abbastanza annebbiata per permettermi di dormire.
La finii più in fretta di quanto avrei voluto, di quanto avrebbe meritato quel prezioso vino, e mi lasciai cadere pesantemente sul grande letto.
Un attimo dopo, con passo leggero, Nero mi si avvicinò, accoccolandosi addosso a me.
Sorrisi appena, accarezzando distrattamente il nerissimo pelo del micio.
Fissavo insistentemente il soffitto, immersa nei ricordi, dolorosi, dolci, lontani.
“Buonanotte..” mormorai, mentre una lacrima ribelle mi attraversava il viso “Non dimenticare di visitare i miei sogni…” sorrisi, tristemente.
Mi svegliai che il sole era già alto, per quanto ne sapevo, potevo aver dormito un paio di giorni.
Nero era già sveglio e pimpante.
Così mi alzai e mi vestii in fretta, aprendo le imposte di quella casa rimasta chiusa tanto a lungo.
Era una classica costruzione miralese, articolata su un cortile interno, totalmente privato, sul quale si affacciava il locale adibito a palestra.
Ma non avevo alcuna intenzione di allenarmi, un paio di giorni di pausa me li ero meritati, sempre che riuscissi a tenere la mente occupata in qualche modo.
Le mie stanze private erano al piano di sopra, mentre a pianterreno c’era un’ampia sala da pranzo, un salotto di rappresentanza oltre, naturalmente, alla biblioteca.
Dovevo fare alcune commissioni quel giorno, le solite noiose incombenze che ricorrevano tra una campagna e l'altra, come trovare qualcosa da mangiare, e fare una visitina alla bottega dei Marzi, i migliori armaioli della città, per vedere come spendere buona parte della mia sontuosa paga.
Così mi preparai per andare incontro a quel nuovo giorno.
Guisgard
27-01-2015, 03.26.55
Il Sole era sorto ormai da un paio d'ore e l'aria di quel mattino appariva ora vagamente più limpida, dopo che i primi raggi di luce erano riusciti a dissipare in parte la nebbia che avvolgeva Miral, mentre le strade già pullulavano di gente, facendo così subito onore alla fama dei Miralesi, conosciuti da sempre come un popolo estremamente laborioso.
Così voci e rumori vari salivano fin verso le finestre di Clio, echeggiando, inseguendosi e confondendosi l'una nell'altra.
Poi, ad un tratto, Nero si voltò di scatto, balzando agilmente su una sedia accanto alla finestra.
Qualcosa lo aveva innervosito.
Un attimo dopo, infatti, qualcuno bussò alla porta.
Due figure, avvolte in un lunghi e scuri mantelli, stavano infatti immobili sulla soglia, aspettando che qualcuno aprisse loro.
Altea
27-01-2015, 15.34.23
Camminavo mesta nel giardino di Corte, ormai il giorno stava dando posto alla notte e mi avvolsi nella mantellina calda ma non era certo il freddo inverno a procurarmi quel disagio, guardavo il giardino spoglio ma pure la primavera sarebbe rimasta immutata come quella atmosfera, nemmeno il profumo e i colori dei fiori avrebbero riempito Capomazda o forse era solo una mia impressione, per tutti sarebbe stato allegria ma in me il buio sarebbe rimasto nel cuore e quel senso di vuoto.
Mi fermai per un attimo ad osservare il cambio di guardia, lord Gvineth comandava l' esercito, probabilmente Lord Cimmiero si preparava per organizzare quella festa da molto desiderata dalla Corte..ma io avevo deciso di portare ancora questa veste nera e semplice, non l' avevo voluto con fronzoli ma freddo e buio come il mio cuore.
Mi voltai di scatto e iniziai ad accelerare il passo ansimando, me lo avevano imposto, dovevo togliere il lutto..dovevo riprendere il mio ruolo a Corte e per tutti la vita doveva continuare ma mi opposi con la mia famiglia, mio nonno e Madama Sibille ma era obbligo, una lacrima scese dal viso...avevo allietato le feste e la corte nei miei gioiosi venti anni per Dominus, avevo lottato perchè lui si riprendesse il suo posto, era imbattibile e non potevo immaginare tutti credessero a quella stupida leggenda.
"Altea, apri, sono tua sorella Azzurra, è successo qualcosa di tremendo".
Mi pettinavo i capelli, dovevamo avere una festa tra pochi giorni ma Azzurra aveva la voce alterata ed entrò nella camera e mi abbracciò.."Il Duca è morto in circostanze strane".
Barcollai appena e mi sentii quasi svenire.."Guisgard..lui..ma sei diventata pazza? Vi ho parlato almeno due ore fa e stava benissimo..un duello per la bella di turno..dai mi prendi in giro..gli avevo confidato di una lettera di uno spasimante e lui ci scherzava come sempre..non ho notato nulla di strano in lui".
Azzurra scosse il capo.."Vai allora fuori e guarda...è là morto".
Ammutolii e uscii dalla camera, vi era confusione ma mi bloccai..tutti dicevano era morto..no, non volevo vederlo e tornai in camera.
Guardai Azzurra e le urlai.."Esci..voglio stare sola..sola..non è lui..si sbagliano".
Ritornai dentro al Palazzo ed entrai nella mia stanza, mi aggiravo nervosamente e pensavo non sarebbe stato più come prima..dovevo essere allegra per loro..per tutti e fingere..il mio ruolo era sempre stato questo, ma quando vi era Dominus non sapevo nulla di lui, quando vi era Lui era gioia e allegria nonostante il suo carattere mutevole..ma ora sarebbe stato solo un dovere ma dovevo continuare, anche perchè questa faccenda mi convinceva ben poco.
Come chiestomi tolsi il lutto e misi un abito sontuoso e sgargiante, dovevo essere perfetta, mi misi davanti allo specchio e pettinandomi guardai un piccolo scrigno con delle pietre di pasta di vetro colorate...non mi ero accorta della sua presenza, scossi il capo e aprendolo trovai un piccolo sacchetto nero.
Lo aprii e svuotai il contenuto sul tavolino cercando se vi fosse un biglietto.
Mi voltai di scatto verso Nero, e un istante dopo qualcuno bussò.
Sorrisi appena, invidiosa di quel sesto senso felino.
Raggiunsi la finestra, scostando di poco la pesante tenda, oltre la quale si perdeva lo sguardo di Nero.
Vidi così due uomini, avvolti in lunghi mantelli scuri.
"Tu che dici?" mormorai, rivolta al gatto "Lavoro o guai?" risi appena, sommessamente "Forse entrambe le cose, come al solito.." facendo l'occhiolino al micio.
Ormai mi ero preparata per uscire, e di solito in città preferivo essere vestita alla raffinata moda di Miral, nascondendo le armi, per evitare di dare nell'occhio.
Quel giorno, infatti, avevo optato per un semplice abito verde, ma presi comunque la cintura con la spada, e la avvolsi introno alla vita.
Con degli sconosciuti, la prudenza non era mai troppa.
Così, scesi nel salotto di rappresentanza, su cui si affacciava la porta principale.
Aprii il pesante portone e squadrai le due figure.
"Salute a voi.." cordialmente.
elisabeth
27-01-2015, 21.10.42
Il tempo era l'intercedere di un passo di danza tra la vita degli uomini..era passato qualche tempo ormai da quando vivevo nel castello di De Gur.......avevo perso di vista la mia isola e il mio passato....anche se dentro di me c'era tanta voglia di riconciliarmi con un passato a cui avevo dato un taglio netto,mentre De Gur aveva ripreso con la sua attività militare...io mi ero dedicata alle erbe medicali.....al Castello c'era tanta terra da poter produrne erbe a sufficienza......il bosco ..che non era molto distante dalla dimora, mi regalava primizie a me sconosciute e il mio tempo diventava esperimento....trascrivevo ogni cosa....su fogli che riempivano......il laboratorio......collaboravo col vicino convento....i Frati curavano i malati che non avevano possibilità alcuna di avere un ricovero e cure adeguate....molto spesso, si dava loro almeno una degna sepoltura....
Quel giorno però......dovevo prepararmi Capomazda era in festa e De Gur in quel momento stava sfilando con la sua preziosa uniforme.......
Aveva ritrovato la memoria, ricordavo ogni cosa di quel momento.......eravamo sulla nave di Burmid....Burmid e la sua ossessione per il battello volante, per quel Guisgard di cui non conoscevo nulla...ma che tutti volevano morto ...e alla fine a quanto sembrava era morto........ma in tutto quel caos...mentre ci rivestivamo nella cabina...Nettuno...mi afferro' per le braccia....e con uno sguardo estraneo.....lontano....quasi da farmi fermare il respiro in gola....mi parlo' di Lui.....di chi era e di cosa aveva fatto....ecco perchè tutti si aspettavano ill suo aiuto per catturare Guisgard.......Rimasi inebetita.....pensai che avevo perso ogni cosa.......e invece mi sbagliavo, i sentimenti non sono ricordi...sono spasmi dell'anima......e De Gur divenne nell'intimità Nettuno....ci ritrovammo complici di un Amore nato dal destino.........
Sorrisi al ricordo...del matrimonio che facemmo nella Cappella del convento io e lui e due monaci per testimoni......davanti a Dio ora eravamo marito e moglie........
Scelsi un vestito color crema..........non misi gioielli......ed uscii dalla camera per raggiungere la carrozza...giu' nel piazzale...avrei incontrato De Gur a palazzo...non amavo i mometi mondani......ma sapevo che dovevo stare accanto a mio marito ...quello faceva parte del nostro stare insieme...infondo ogni tanto mi aiutava con le erbe..dovevo dargli atto che sapeva sorprendermi...
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Guisgard
28-01-2015, 17.12.03
Se, come scrisse qualcuno, la nostra vita è scandita da astratti ed inevitabili capitoli, allora questo giorno, nella vita di Clio, sarebbe stato battezzato con un titolo particolare.
Un titolo tanto evocativo, quanto enigmatico.
Poiché, come riteneva il poeta Arato da Soli, la vita degli uomini è simili al moto dei corpi celesti, o perlomeno da essi influenzato fin nei suoi intimi desideri, quando potenze misteriose ci attirano a sé, noi non possiamo fare altro che reagire alla loro orbita.
Il titolo dunque avrebbe avuto a che fare con i cavalieri della vecchia Capomazda.
Erano due figure austere, dai lunghi mantelli nobiliari di un profondo nero, con ornate spade che pendevano dai lori cinturoni ed una croce aurea ricamata sulle loro verdi tuniche.
“Immagino voi siete lady Clio...” disse uno dei due uomini alla ragazza, con il suo inconfondibile accento straniero “... le descrizioni che abbiamo raccolto su di voi non ci hanno dunque ingannato.”
“Sperando” fece l'altro cavaliere “che non si limitino al vostro bell'aspetto, milady, ma che riguardino anche la vostra abilità.”
Guisgard
28-01-2015, 17.22.51
Altea aprì il misterioso sacchetto e lo svuotò del suo contenuto.
Sul tavolino cadde allora un'antica collanina.
La catenina era di umile ferro battuto, che terminava in un piattello circolare, poco più ampio di una moneta, con impresso sul dorso una civetta che teneva un carciofo negli artigli.
Sull'altro lato quel monile invece recava una scritta che così recitava:
“Gli stolti credono solo in ciò che vedono, siano gioie o dolori.
Io dunque ti celerò ai loro sguardi vuoti ed ai lori poveri cuori.”
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Guisgard
28-01-2015, 17.39.14
Elisabeth, appena pronta, scese al pianoterra del castello, dove trovò ad attenderla una carrozza.
Uno dei servi le si avvicinò per aiutarla a salire a bordo.
“Siete bellissima, milady.” Disse con un lieve inchino del capo.
La donna fu nella vettura e questa uscì dal castello, diretta al Palazzo dei Taddei.
“Ho sentito dire” fece una delle dame di compagnia di Elisaneth “che fuori dai confini del reame dominano venti di guerra. E' vero ciò?” Fissando il Maresciallo Tauro, fedele luogotenente di De Gur e da questi incaricato per accompagnare sua moglie a corte.
“Dove avete udito simili discorsi?” Chiese il militare.
“Oh, ne parlano molti di ciò.” Rispose la dama. “Come si dice? Voce di popolo...”
“Pettegolezzi, direi.” Sorridendo il Maresciallo. “Comunque se anche fosse, nessuno di noi dovrebbe temere nulla. Afragolignone non è in guerra con nessun popolo ed i suoi confini sono ben sorvegliati.”
“Cos'è l'Ateismo Occulto?” Domandò quasi a bruciapelo la dama.
Tauro la fissò vagamente turbato.
“Voi siete la dama di compagnia di milady” disse poi, indicando Elisabeth “e dunque non credo che si debba angustiare ed annoiare la nostra signora con tali discussioni.”
Intanto la carrozza procedeva lungo la strada, attraversando la rigogliosa campagna che appariva lievemente assopita dal Sole che già si accingeva a calare in quel pomeriggio di fine Gennaio.
Li squadrai attentamente, il loro abito, il loro aspetto, il loro accento.
Tuttavia non commentai, non dissi nulla, limitandomi ad annuire.
"Sono Clio, non vi ingannate... Ma non sono una lady.." Con un vago sorriso, aprendo ancora di più la porta "Prego, entrate..." Facendoli accomodare in salotto "Che posso fare per voi?".
Guisgard
28-01-2015, 18.01.54
I due cavalieri annuirono a quell'invito di Clio ed entrarono nella casa della ragazza.
Nel vederli arrivare, Nero balzò prima su una seggiola, poi corse a nascondersi dietro una tendina della finestra, restando così a fissare i due nuovi arrivati.
“Si vede non siete Capomazdese, milady...” disse, con un tono quasi irriverente uno dei due cavalieri “... ogni donna che una nobile occupazione è da ritenere una lady.”
“E cosa vi è di più nobile a questo mondo della guerra?” Fece l'altro. “E' un po' come pregare. San Michele Arcangelo, San Martino, San Giorgio forse non glorificarono Dio con la loro abilità bellica?”
“Ma forse qui a Miral” mormorò il primo che aveva parlato “la Fede non è sentita come nelle nostre terre. Dopotutto qui nel Nord dominano signorie e comuni vari. Non vi sono molti nobili, ma solo borghesi divenuti Patriziato per le loro ricchezze. Come nell'Antica Grecia usavano distinguere i nobili di sangue da quelli di possesso.” Quasi con velato disprezzo.
“Ma non siamo qui per parlarvi di questo.” Disse il secondo. “In verità abbiamo viaggiato molto al di fuori dei confini del nostro ducato prima e del reame di Afragolignone poi. Cercavamo un abile guerriero. Qualcuno poco incline ad ideali e valori, ma più sensibile al denaro.”
“Così da non sposare mai una causa, ma solo vendersi ad essa.” Aggiunse l'altro. “E molti ci hanno parlato di voi, milady. Siamo qui a nome del comandante De Gur, braccio destro di lord Gvineth, signore di Capomazda. Egli, mi riferisco a De Gur, teme per l'incolumità del nostro signore e non fidandosi di nessun cavaliere Capomazdese ed Afragolignonese ha deciso di inviarci alla ricerca di qualcuno adatto ad un compito di estrema delicatezza. E voi, milady, siete la persona che stavamo cercando, nonostante siate una donna.”
“In pratica” l'altro cavaliere “siamo qui per ingaggiarvi quale guardia personale di lord Gvineth, milady.”
Altea
28-01-2015, 18.09.16
Osservai con attenzione quella collana, era di fattura non particolare e rimasi perplessa..vi era impressa una civetta che era simbolo dei Taddei ma il carciofo?
Poi lessi la scritta..ma che significava e da chi proveniva poi? Guardai con attenzione se vi fosse un biglietto e nel frattempo suonai il campanello per chiamare Petronilla, la vidi apparire raggiante di rivedermi a Corte.."Petronilla, vai personalmente da mio nonno Mandus e digli di riunirsi dove sa lui con Madama Sibille e il marchese suo marito, nel salottino privato della nostra famiglia, bada di non farti notare".
Guardai di nuovo lo scrigno e dentro il sacchetto per vedere se vi era un biglietto, o avrei dovuto parlarne con mio nonno, oltre al motivo del mio ritorno da Las Baias.
Guisgard
28-01-2015, 18.14.35
Petronilla mostrò un vistoso inchino ad Altea ed uscì.
Tornò poco dopo.
“Vostro nonno” disse “non si trova a palazzo adesso. Credo sia stato chiamato da lord Cimmiero per mostrargli le prede che sua signoria ha cacciato stamani. Ma nel salotto vi sta attendendo madame Sibille. Prego, vi accompagno da lei.”
Altea
28-01-2015, 18.28.38
Un moto di rabbia, rimisi la collana nello scrigno, forse era meglio parlare col diacono di corte...pure aveva fatto amicizia con lord Cimmiero?.
Mi alzai e ringraziai Petronilla e la congedai e uscii sfoggiando il mio bell' abito e guardano gli altri nobili con fare austero ed entrai nel salottino trovando Madama Sibille e la abbracciai e le feci moto di sedersi davanti a me mentre servivo del the.."Avevo chiesto pure la presenza di mio nonno ma è impegnato, ha preso a simpatia il nuovo..sostituto? Come lo dovrei chiamare...non è nulla in questa Corte" e la guardai con leggero sguardo malinconico.."Mi avete detto di tornare, ho lasciato la mia dimora a Las Baias dopo la morte di Guisgard, venivo qui solo quando tornava dai suoi impegni per trovarlo e confidarmi con lui..e non venite a parlarmi di questa Gioia dei Taddei..vi è altro, questa storia non mi convince".
Sospirai.."Ho solo 23 anni ma grazie a lui ho imparato a non fidarmi molto delle apparenze...questi due uomini si sono presentati in nome di cosa? Taddeo l' Austero mi voleva come moglie di Guisgard, mi ha educata per essere la Granduchessa..non lascerò che a Capomazda regnino due sconosciuti...l' Austero voleva Guisgard e me al trono..ora se il Duca è morto..o fosse morto, tocca a me il posto, ed è sancito pure nel patto matrimoniale..si deve parlare con mio nonno..se questi uomini sono accondiscendenti o vogliono tenersi il loro potere..ma devo riprenderlo..per Lui..ditemi ciò che sapete, non è il potere che voglio ma la giustizia e tenere vivo ciò che lui ha fatto fino ora".
Guisgard
28-01-2015, 18.38.17
Madama Sibille sorrise ad Altea e poi prese a sorseggiare del tè.
“Mia cara...” disse, mentre soffiava per raffreddare la tazza troppo calda “... una dama di corte deve sapere leggere e comprendere gli eventi, come spesso vi ho indicato. Le donne possono avere un grande potere, rammentatelo, purchè sappiano ben celarlo agli occhi degli uomini. Un po' come condurre il gioco, lasciando però credere agli uomini che siano loro a farlo.” Rise appena. “Lord Guisgard è morto. Questo solo conta. Che vi piaccia o no, due personaggi stanno per dividersi il potere qui a Capomazda e la vostra abilità starà nel comprendere con chi schierarsi. Infatti credo che presto i due galli cominceranno a beccarsi per avere il pollaio tutto per sé. Chi dunque vincerà fra loro? Dobbiamo capirlo e poi agire.” Sorrise di nuovo. “Davvero ottimo questo tè, amica mia.”
Altea
28-01-2015, 18.45.50
Ascoltai attentamente Madama Sibille e sorrisi.."Ovvio..l' idilio tra loro finirà presto..secondo voi chi sarà il più abile? Non li conosco bene..e che volete intendere..vi conosco bene" sorridendo pensando a come da cameriera aveva ottenuto potere "dovrei forse essere come voi...fingere interesse per uno di loro facendo credere all' uomo di essere il padrone ma essere colei che muove le pedine? Avanti...pochi giri di parole..ditelo chiaramente, e comunque Guisgard non è morto..vivrà sempre nei miei ricordi e nel mio cuore." Sorseggiai il the e la guardai attentamente.."Sapete se qualcuno ha fatto recapitare in questi giorni un pensiero per me nella mia camera?"
Guisgard
28-01-2015, 18.59.07
“Vedo che avete inteso perfettamente, amica mia.” Disse sorridendo madama Sibille ad Altea. “Le donne del Rinascimento non conquistano forse il potere in questo modo? Dunque, siate furba.” Facendole l'occhiolino. “Chiedete a me chi sia più abile e conveniente fra i due? Interessante... diciamo che lord Gvineth ha la giovinezza dalla sua. E' forte e robusto, magari dai modi spartani e discutibili, ma è vigoroso ed ambizione. Poi è un guerriero. Si, certo, forse solo quello, ma converrete con me che avere un guerriero come amante da una certa protezione e garantisce doni di prima qualità, poiché in questo genere di uomini la competitività è un istinto e dunque gareggiano con tutti gli altri nel mostrarsi generosi, soprattutto con la propria dama.” Sorseggiò altro tè. “Quanto a lord Cimmiero, egli ha di certo qualche anno in più, ma è un abile capo. Sa cosa vuole e sa come ottenerlo. E poi, dote da non sottovalutare, non ha scrupoli circa come trarre vantaggi da ogni situazione. E ciò, di conseguenza, riguarda anche la sua potenziale dama. Comunque, se le vostre preferenze andranno a lui, non sarà certo nel suo letto che gestirete il potere.” Rise. “Ma in quello di suo fratello Guanto, più giovane, più audace e più indomito. Ingraziatevelo e sarete una novella Cleopatra col suo Marco Antonio.” La fissò poi piacevolmente stupita. “Un dono nella vostra camera? Ma cosa mi dite ma!” Posando la tazza di tè su un basso tavolino intarsiato alla moda Flegeese. “Allora volete forse dirmi che si tratta di un misterioso spasimante? Chissà, magari uno dei due contendenti!” Esclamò Eccitata. “Su, voglio sapere tutto ora!”
Altea
28-01-2015, 19.14.42
Mi misi a ridere ascoltando Madama Sibille, per un attimo il nero a lutto del cuore si smorzò.."Voi siete un portento..sapete già tutto...chissà a chi mirate voi invece..a parte gli scherzi, non voglio doni o altro, ma riavere il potere come voleva l' Austero per continuare ciò che Guisgard aveva iniziato, tutti lo amavano..e non lascerò Capomazda a questi uomini..dimenticate la mia famiglia dopo i Taddei è la più importante qui a Corte e se lo è dimenticato forse la mia famiglia? Ma non questa de Bastian...bene allora al ballo atteso aspetterò di incontrare questo..Guanto..e mi fido di voi" facendole l'occhiolino.
"Quanto al regalo sono perplessa..sapete sono fuggita a Las Baias dopo aver saputo della sua morte, non ho voluto nemmeno essere presente al funerale..lo voglio ricordare gioioso come sempre..anzi venite nella mia stanza e ve lo mostro..forse potete aiutarmi a capire".
Uscimmo dalla saletta e andai con lei nella camera tenendola per il braccio..mia mamma sarebbe morta all' istanta a tale vista.
Chiusi la camera per bene e presi il sacchetto.."Ecco questo è il dono..non penso sia di uno spasimante..non ha valore..eppure dice qualcosa di misterioso, non capisco e guardate il simbolo..la civetta ovvero il simbolo dei Taddei e un carciofo...è rivolto a me...sono la ninfa che ha fatto ingelosire Zeus punendomi?" e scossi il capo perplessa.
Guisgard
28-01-2015, 19.22.16
Madama Sybille fissò la collanina con attenzione.
“Un regalo semplice” disse “ma forse, come spesso accade, ciò nasconde un significato. La Civetta è simbolo del casato Taddeide... il carciofo...” pensierosa “... il carciofo non saprei... poi questa scritta... si direbbe messa lì come rima...” sorrise ad Altea “... e se fosse di un innamorato?” Facendole l'occhiolino. “Magari questa scritta cela una dichiarazione. Chi può dirlo!”
Altea
28-01-2015, 19.32.06
Annuii.."Non saprei..ma la scritta..quel volermi celare agli sguardi vuoti della gente e dei loro cuori vuoti, come fosse per proteggermi..un innamorato? Che sapeva amavo le cose semplici ma fatte col cuore e persona semplice...e cosa c'entra la civetta se fosse il simbolo dei Taddei? Chi la userebbe..e afferra un carciofo..avrà un significato come i fiori..devo mostrarla al diacono di Corte e uno fidato, colui a chi si rivolgeva Guisgard..sapete dirmi il nome?" poteva essere un caso...no...se era li un motivo vi era, e potevo solo fidarmi di un uomo di Chiesa.
elisabeth
28-01-2015, 21.35.48
L'aria era fresca nel piazzale......raggiunsi la carrozza dove trovai Tommaso un anziano servitore...a cui piaceva la mia compagnia ogni volta che parlavo di mille cose.....mi ascoltava e mi piaceva ascoltarlo...la sua semplicità era disarmante...." Grazie per il complimento Tommaso...se lo dici tu...sono sicura di essere veramente bella...ci vedremo piu' tardi..."...Salita in carrozza...mi attendeva la mia Dama di compagnia Lady Tilde....una ragazza molto curiosa e felice di apprendere piu' notizie che poteva dai vari pettegolezzi di corte.......il fedele Maresciallo......" Bene.....Tilde credo proprio che con te.....non potrei mai annoiarmi....Sir Tauro.....soffiano venti di guerra ?...credo anch'io ai vari detti popolari......."....sorrisi...guardando fuori dal finestrino la campagna che assumeva i colori della sera.....quando Tilde parlò dell' Ateismo Occulto........la negazione del Divino......la carrozza correva e già si potevano vedere le mura di cinta della città.........." Interessante discussione....Tilde, avete origliato piu' del dovuto ...in questi giorni...dove avete sentito parlare di Ateismo ?......."......Ero politeista....ancora Sacerdotessa della Dea Diana..e non lo avevo nascosto a Nettuno.....ma avevo imparato a convivere con i Frati e ad ascoltare la Lectio Divina ......mentre attendevo la risposta di Tilde...la carrozza si fermo' dinanzi al palazzo dei Taddei.......Sir Tauro ....mi aiuto' ascendere dalla carrozza e dietro di me la mia Dama di compagnia.....quando scesi...vidi De Gur..aspettarmi poco distante.......quando gli fui vicina........" Nettuno caro...invidio i tempi in cui ti avevo tutto per me in assenza di memoria......dimmi...si vocifera ci siano venti di guerra.......ricordati che non potrai andare da nessuna parte senza di me.....dovessi anche travestirmi........e ora andiamo ad annoiarci...."...mi appoggiai al suo braccio ed entrammo a palazzo......
Sorrisi appena, forzatamente alle parole dell'uomo sulla soglia.
"E ditemi, quante donne votate alla guerra e alla morte avete conosciuto?" Mormorai appena, tra me e me, sarcastica.
"La fede ha molte sfaccettature, alcune molto antiche..." Mi fermai, aprendo un'anta dove conservavo una bottiglia di vino di Solpacus.
"Ma immagino che non siate venuti qui per parlare di religione e nobiltà..." Sorrisi, versando da bere ad entrambi e infine a me stessa.
Ascoltai le parole dei due uomini in piedi, accanto alla finestra, sorseggiando il mio prezioso vino.
Non riuscivo a credere alle mie orecchie.
"Lord Gvineth..." Mormorai appena.
"Certo che il capitano De Gur ha un bel coraggio a farvi venire da me...." Scossi la testa "Sono già stata la guardia del corpo di un signore di Capomazda... Anzi, di un Arciduca, prima ancora che lo diventasse.. E non ho fatto un buon lavoro, visto che è morto..." Cercando di restare più impassibile possibile.
"Perciò capite che la vostra richiesta mi sorprende non poco..." Posando il bicchiere sul davanzale, per poi incrociare le braccia "Eppure avete fatto tanta strada.. Sono sorpresa.." Annuii, prendendo nuovamente il bicchiere, per poi finirlo lentamente.
"Ho lasciato Capomazda la notte in cui è morto l'Arciduca, dovrete essere molto persuasivi per convincermi a tornare...".
Anche se apparivo calma e indifferente, sentivo il cuore battere e una vaga inquietudine attraversarmi.
Avevo sempre pensato che non sarei mai tornata a Capimazda. Come potevo restare lucida, essere distaccata, se lo vedevo in ogni angolo: passeggiare per i corridoi, ridere nel giardino, seduto a tavola?
Guisgard
29-01-2015, 01.17.49
“L'Arciduca” disse uno dei due cavalieri a Clio “non è certo morto per causa vostra, milady. Nessuna guardia del corpo, per abile che sia, può evitare una morte naturale. Infatti tale è stata la morte di Guisgard de'Taddei.”
“Convincervi?” Fece l'altro. “Vi stiamo offrendo un compito estremamente importante, come nessuna delle vostre campagne militare potrà darvi mai. Vi stiamo infatti proponendo di servire il ducato di Capomazda ed il suo signore.”
“Lord Gvineth” mormorò il primo “di fatto è colui che regge il ducato, insieme a lord Cimmiero. Non ci sono più Taddeidi infatti sul seggio di Capomazda. E capite che molti nostalgici, diciamo così, naturalmente per sfruttare a proprio vantaggio la situazione, dei Taddei potrebbero pensare di uccidere l'uomo che governa il ducato più potente del regno d'Afragolignone. Voi, dunque, ne sarete la custode e la più fedele ed intima delle sue guardie. Ovviamente il compenso sarà degno al vostro valore ed all'incarico propostovi.”
“Vi abbiamo convinta, milady?” Chiese l'altro.
Guisgard
29-01-2015, 01.33.26
“Il diacono di corte” disse Sybille ad Altea “lo troverete in biblioteca o nella cappella di palazzo, immagino.”
In quel momento entrò una servitrice.
“Madama...”
“Si?” Fissandola Sybille.
“Il visconte di Suession vi sta attendendo nella saletta adiacente la biblioteca.” Disse la servitrice.
“Grazie, mia cara.” Sorridendo Sybille. “Puoi andare. Raggiungerò subito il visconte.”
La servitrice uscì e Sybille guardò Altea con aria complice e maliziosa.
“Il visconte” mormorò divertita “è un giovane uomo alquanto intraprendente. Ha compreso che amo la pittura e vuole farmi da... modello.” Rise. “Ora meglio che vada, non è cortese far attendere una persona così appassionata d'arte.” Fece l'occhiolino ad Altea ed uscì.
Già, una morte naturale.
Sorrisi appena agli uomini "Come vi stavo dicendo.." Prendendo un respiro "Sebbene sembrate non avere idea di chi avete davanti, o forse è solo una posa, e io non vado d'accordo con chi non parla chiaro..." Mormorai "Ho già avuto un compito come quello che mi offrite... mi sembra che ci sia un notevole conflitto di interessi nella vostra scelta, non credete? Conosco bene il compito che mi offrite.. La mia domanda è: perché siete venuti proprio da me? Se avessi voluto diventare la guardia del corpo del reggente non sarei fuggita il più lontano possibile alla morte dell'Arciduca, sarei rimasta a palazzo, non credete? Se volete evitare che nostalgici dei Taddei uccidano il vostro reggente, la guardia del corpo dell'Arciduca non sembra la scelta più saggia..." Sorrisi appena "Ho la brutta tendenza di dire quello che penso..".
Guisgard
29-01-2015, 01.51.24
“Per il semplice motivo” disse uno dei due a Clio “che lord Gvineth non si fida di nessuno a Capomazda. E voi siete invece una straniera.”
“Ma credo sia più semplice” intervenne il secondo cavaliere “da parte vostra riferirci ogni dubbio. Perchè dite che la nostra scelta non è saggia? Forse perchè non provate simpatia per il nuovo governo del ducato?”
Non voglio tornare a Capomazda! Non voglio e non posso essere per qualcun altro quello che ero per lui!
Come possono anche solo pensare una cosa del genere?
Ma loro non potevano comprendere appieno.
"Certo, io sono solo una straniera..." Sarcastica.
Nulla di più.. Come sempre...
"Simpatia?" Scossi la testa "Non mi interesso delle sorti di Capomazda da quando l'Arciduca è morto...".
Non voglio nemmeno sentirla nominare, tornare là sarebbe devastante!
"Parlatemi di questo lord Gvineth.. Perché dovrebbe fidarsi di me? E perché io dovrei morire al posto suo?" Incuriosita "Questo è un incarico che va ben oltre il denaro...".
Guisgard
29-01-2015, 02.21.23
“Milady...” disse uno dei due cavalieri a Clio “... lord Gvineth si fida solo di chi può comprare. O pagare, se preferite. Voi non siete coinvolta negli affari di Capomazda e non patteggiate, né avete simpatie o legami verso altri. Dunque siete perfetta. E comunque nessuno vi chiede di morire. Siete abile, avete affrontato molte battaglie e noi abbiamo documentato ogni vostro trascorso, milady.” Prendendo dalla tasca un taccuino. “Qui abbiamo gran parte delle vostre imprese, diciamo così. Ma state tranquilla, non le divulgheremo ai quattro venti.”
“Aspetta un momento...” intervenne l'altro, zittendo il suo compagno “... ma forse lady Clio ha qualche motivo particolare che la fa dubitare. Forse c'è qualcosa che ignoriamo circa i suoi trascorsi a Capomazda. E' così, milady?”
Alzai le spalle, sorridendo appena.
"Beh, essere la guardia del corpo di qualcuno significa prendersi una pallottola al posto suo se necessario..." Con indifferenza.
"Tutti i miei trascorsi, addirittura?" Divertita "Sarà una lettura divertente...".
Spostai lo sguardo sull'uomo che aveva parlato.
"Come ho già detto due volte, e badate che io odio ripetermi... Evidentemente, nonostante le vostre ricerche, non sapete nulla di me e dei miei trascorsi a Capomazda... Oppure siete degli ottimi attori.. Mi chiedo dove eravate anni fa..." Con un sorriso forzato "E comunque il mio passato non è affar vostro...".
Ero combattuta e inquieta, non sapevo che fare.
Guisgard
29-01-2015, 02.49.46
“Noi” disse il cavaliere a Clio “abbiamo fatto ricerche sulle vostre imprese militari, milady. Sul vostro legame con i famigerati Montanari. Sappiamo della vostra abilità nell'aver fatto svanire ogni pregiudizio sull'essere una donna e pare che molti celebri mercenari oggi vi considerino al pari, se non addirittura migliore, di tanti condottieri disseminati per questa penisola.” Guardò per un istante l'altro cavaliere, per poi tornare a fissare la ragazza. “Ma forse voi vi riferite all'amicizia che vi legava, come qualcuno racconta, al defunto Arciduca.”
“Milady...” intervenne l'altro “... ormai Guisgard de' Taddei è morto. A Capomazda non vi sono più Taddei, ma due altrettanto nobili signori che non hanno nessuna intenzione di far cadere il ducato in un abisso di apatia e nostalgia per il passato. Se come tutti dicono su di voi siete un abile soldato, allora non faticherete a capire che quest'occasione che vi viene offerta è oro colato. Non al servizio di mercenari e soldati rinnegati, ma per i signori di Capomazda è richiesta la vostra spada.”
No, caro mio, in un abisso di apatia e nostalgia vivo io tutti i giorni.
"Certo.. e vedo che la ritenete una cosa di poco conto.. Avete indagato cinque minuti della mia vita.." Scuotendo la testa "Io non amo mischiare il lavoro con la mia vita privata... Eppure credete che io sia la persona adatta...".
Non posso tornare là.. Non posso...
Che devo fare?
Mi si strinse il cuore.
Il ducato nel caos, nell'apatia.
Lui non avrebbe voluto tutto quello, avrebbe cercato di aiutare.
Chissà che da quell'incarico non uscisse qualcosa di buono.
Ma tornare là mi avrebbe distrutta, e lo sapevo.
Dopotutto, quegli uomini si sbagliavano: non ero un soldato, ero un pirata!
"Ma se al vostro signore sta bene... E ditemi, godrò della sua protezione?".
Sai com'è ho giusto un paio di condanne a morte che potebbero sempre saltare fuori.
"Il mio salario però è molto alto... Ma immagino che i signori di Capomazda possano permetterselo..." Con un vago sorriso.
Il signore di Capomazda è morto, dannazione!
Guisgard
29-01-2015, 03.33.47
“Godrete non solo di protezione” disse il cavaliere a Clio “ma anche di un ruolo importante a corte.”
“Naturale.” Fece l'altro. “So bene a cosa vi riferite. Come detto conosciamo molte cose di voi. Le più importanti. Non temete, fino a quando sarete sul suolo non solo di Capomazda, ma dell'intero reame Afragolignonese, ogni vostra condanna cadrà senza conseguenze.”
“Quanto al vostro compenso” mormorò il primo cavaliere “sarà molto generoso. I nuovi padroni di Capomazda sanno quantificare il valore dei loro fedeli.”
Guisgard
29-01-2015, 03.42.25
De Gur andò incontro ad Elisabeth e le diede un bacio per salutarla.
“In realtà” disse poi, prendendola sottobraccio “quei tempi erano alquanto noiosi, non trovi? Pensaci, mia cara, eravamo in balia degli impetuosi venti che muovevano le navi ducali e quella dei mercenari.” Sorrise. “Ora invece siamo noi che decidiamo della nostra vita e fortunatamente anche di quella degli altri. Comunque, tranquilla, non ti annoierai. Pare che lord Cimmiero abbia cacciato molto stamani e di sicuro imporrà la sua cacciagione come cena stasera.” Rise. “Sono curioso così di vedere come i nostri maestri cuochi sapranno cucinarla.” Scosse il capo divertito. “Ora però non resterò a farti compagnia, Elisabeth. Lord Gvineth mi ha fatto chiamare e credo che tornerò non prima di un'ora insieme a lui. Ma sono certo che troverai modo di fare conversazione a corte. Se c'è una cosa che qui a palazzo non manca è l'arte del pettegolezzo. Ah, dimenticavo... sembra che stasera sia atteso anche il tenente Ralfien, Te ne ho parlato? Non credo, visto che raramente mi occupo di simili individui. Comunque pare che il suo passatempo preferito sia quello di corteggiare le mogli altrui. Con scarsi risultati, si dice.” Sorrise ancora. “Non ti invidio dunque, visto che con ogni probabilità tenterà un approccio anche con te.”
Arrivarono in una saletta laterale e qui De Gur lasciò la sua bella moglie con alcune dame di corte.
La salutò ed andò via.
Poco dopo arrivò anche Tilde, la sua dama di compagnia.
“Milady...” avvicinandosi ad Elisabeth “... tutta la corte sta attendendo l'imminente arrivo di lord Cimmiero.” Sorridendo. “E ho sentito dire che un aitante tenente della guardia farà la sua comparsa stasera. Ah, quanto non vorrei essere una semplice dama di compagnia stasera.” Sbuffando.
Altea
29-01-2015, 17.16.00
Sorrisi alle parole di Madama Sybille.."Non sapevo foste diventata pittrice".
Ella uscì baldanzosa, per un momento dimenticai il torpore che mi rabbuiava.
Riflettevo su quanto detto con Madama Sybille, dovevo mostrare che non ero una qualunque, dovevo dimostrare già iniziavo ad avere un certo spessore a Corte...tutti questi uomini a governo di Capomazda..e poi per quale onore.
Mi sedetti e scrissi una missiva a mio nonno, spudoratamente chiesi di intervenire a mio favore dicendo a Lord Cimmiero della mia presenza così pure al fratello..e chiesi di avere la camera di Guisgard, ovviamente con tutte le sue cose intatte, non doveva essere spostato nulla..qualcosa di lui doveva rimanere a Corte e nemmeno io avrei toccato nulla e avrei dimostrato di sapere ciò che volevo e le mie pretese, non avrei permesso avessero toccato nulla delle sue cose e aggiunsi quella notte avrei già voluto i miei oggetti fossero portati in camera sua, sapevo nessuno osava entrare nella camera..gente troppo superstiziosa.
"Io ho una idea" dissi ridendo "ti ricordi quando nelle nostre imprese ci mascheravamo? Tu sei come me Guisgard, la vita di corte ti annoia, vestiamoci da servi e usciamo al mercato".
Egli mi guardò coi suoi occhi azzurri e pensò la idea non era malvagia, almeno si sarebbe distratto dai suoi molti impegni.
Vi era giorno di mercato e ci perdemmo tra la folla, ma ci divertimmo molto..era cosi..a lui piacevano le cose semplici e vere come me e ci fermammo tra la folla ad assaggiare dolci e nessuno si accorse l' Arciduca era tra loro ma sarebbe stato ben accolto.
"Mmhh una osteria..un bel boccale di birra" dissi trascinandolo dentro.
"Altea sei pazza...o solo una dama sciocca..vuoi ubriacarti, e poi? Dovrai essere una dama da salvare e sarebbe pericoloso lo sai" e mi fece l' occhiolino.
"Quanto sei sciocco...tu e le tue dame da salvare, guarda so reggere un boccale di birra..la camieriera ti sta già facendo gli occhi dolci..non te ne fai scappare una..ehh ho sempre detto sei un dongiovanni" e lo guardai provocariamente e poi scostai il viso di lato e i miei occhi verdi si fissarono sui suoi occhi azzurri.."Sei un mistero..a volte mi chiedo se non ti sia mai innamorato, non parlo di un colpo di testa..ma mi sembra improbabile tu non prova sentimenti forti per nessuna..non ti capisco..e me ne parleresti? Io ti racconto tutto di quello che provo bello o brutto, pure tu a volte, ma di amore non parli mai..un giorno ti farò confessare tutto".
Mi destai da quel ricordo, erano quei momenti che mi mancavano, quando ci vedevamo quelle rare volte ma ci divertivavamo molto e forse io stessa cercavo di distogliere i suoi pensieri.
Sospirai e chiamai Petronilla.."Petronilla, vai a portare questa lettera a mio nonno, è urgente..dimmi dove trovo il diacono, devo parlare con lui" e le sorrisi cercando di togliere ogni pensiero negativo, dovevo essere lucida o avrei fallito.
elisabeth
29-01-2015, 18.14.18
Fui accolta dal bacio di mio marito......che accompagnandomi in una sala che fungeva da anticamera al Salone......mi diede ampie spiegazioni..sulla magnifica serata che mi attendeva....." Bene allora......dovro' sopportare il prelibato piatto di cacciagione che non amo.......la spudorata corte di un don giovanni in divisa......e i pettegolezzi di questo Salotto.......Ti detesto De Gur......sapete che sono qui solo per te....e tu...mi stai lasciando......per Lord Gvineth...spero non lo torvi piu' affascinante di me....."......lo vidi andar via....e dovetti ammettere a me stessa, che era cambiato, alle volte i suoi pensieri non sembravano correre insieme ai miei.....Ora era De Gur.....e non lo spensierato Nettuno......stavo cercando con gli occhi una poltrona ....quando fui investita da Tilde.......riusciva a coprire col suo ciarlare il rumore del parlottare che le altre dame quindi..Tilde cara ...vorresti prendere il mio posto stasera...?......Mi spiace solo che mi conoscono...pero' possiamo fare in modo che tu sia una mia parente...che ne dici ?.....così potrai dedicare la tua serata a lui......"....le vidi brillare gli occhi....e magari se fossi stata fortunata mi sarei tolta il problema dell'ufficiale gentil'uomo.......Di poltrone neanche l'ombra ....ma in un angolo.....della stanza....vi era un tavolino e su di esso..tre piccole uova in onice...su ognuno il disegno di un drago.....il pensiero ando' a Gedeone.......nella nuova dimora sarebbe stato bene...e sorrisi di quel pensiero scanzonato....toccai istintivamente il primo.......e sentii una violenta vibrazione.....tolsi la mano come se qualcuno l'avesse colpita, mi allontanai dal tavolino e restai come una stupida a guardarle da lontano......Il legame tra me e Gedeone era forte.....era tramite lui che il rituale con l'oracolo dava i suoi frutti...solo io potevo udire la sua voce...solo io potevo sedermi tra le sue zampe....quando ero indecisa....o stanca......Ma quelle erano uova in onice e non certo uova di drago........pensai....forse sto poco bene.....e mi appoggiai alla parete della stanza......speravo che quella serata avesse una fine veloce.........
Guisgard
29-01-2015, 19.06.00
Petronilla tornò da Altea poco dopo.
“Ho consegnato la lettera ad un servitore di vostro nonno, milady.” Disse. “Appena tornerà al palazzo gli verrà consegnata. Il diacono invece è nella Cappellina di Palazzo, ma si tratterrà ancora per poco. Dovete far presto, dunque, se volete incontrarlo. Comunque a corte molti degli invitati per stasera sono già qui. Lord Cimmiero ha organizzato una ricca cena.”
Guisgard
29-01-2015, 19.10.07
Elisabeth si allontanò di un passo da quelle uova di onice, quando avvertì una presenza alle sue spalle.
“Sono un simbolo quelle uova.” Disse qualcuno dietro di lei. “Ricordano le imprese degli antichi eroi Taddeidi, quando liberarono Capomazda dal drago.”
“Oh, milady, che onore.” Tilde alla donna che aveva appena parlato. “E' da tempo ormai che non vi vedevamo a corte.”
“Si, faccio una vita molto ritirata” annuì la donna “e solo di rado giungo qui, nell'antica dimora del duca Austero.”
“Lasciate che vi presenti la mia padrona...” Tilde indicando Elisabeth “... lady Elisabeth, moglie del comandante De Gur. Questa è” con un cenno poi di presentazione verso la donna “lady Sissi, cugina del defunto duca Taddeo l'Austero.”
Altea
29-01-2015, 19.17.56
Petronilla tornò e le sorrisi ringraziandola.."Una cena...allora vi saranno degli invitati..ecco perchè mio nonno era con Lord Cimmiero..non è bene far aspettare degli ospiti quindi vi darò un altro compito" e le consegnai lo scrigno con dentro la collana.."Dite al diacono lo manda la duchessa Altea de Bastian e vorrebbe un suo parere su questa collana e il suo significato, penso il diacono debba vedere bene il contenuto e di non farne parola con nessuno, appena ha scoperto qualcosa su ciò che contiene lo scrigno mi mandi a chiamare e potremmo parlare tranquillamente".
Le consegnai lo scrigno e mi preparai per quella cena, indossai qualcosa di ricco ma non eccessivo, non era un ballo e poi avevo appena tolto il lutto e misi una collana di perle, mi abbassai come sempre la scollatura e uscii dalla stanza e chiesi a una servitrice dove fossero già gli invitati, muovendo nervosamente il mio anello di smeraldo dono dell' Austero che sarebbe dovuto essere il mio anello di fidanzamento..vi erano tante cose in sospeso..avanti Altea ce la puoi fare.
Guisgard
29-01-2015, 19.25.41
Altea, con quel suo bell'abito, che non celava abbastanza la sua sensualità, sebbene solo appena accennata, fece il suo ingresso nella sala dove si trovavano gli invitati.
Intravide così molti funzionari, baroni e ricchi borghesi, tutti accompagnati dalle loro consorti o innamorate, più o meno ufficiali.
E tra gli ospiti Altea notò anche Elisabeth, moglie di De Gur, la sua dama di compagnia e accanto alle due anche una parente del duca Taddeo l'Austero, che lei aveva visto di sfuggita tempo fa a corte.
Si trattava di lady Sissi, baronessa di Tavernè.
Altea
29-01-2015, 19.36.11
Entrai nella sala, vi erano molti invitati e sembravano tutti accompagnati dalle proprie consorti o fidanzate ma non mi sentivo affatto a disagio e guardandomi attorno mi scostavo lentamente tra la folla finchè il mio sguardo si fermò davanti a una donna dai modi semplici ma decisi, l' avevo vista a volte a Corte e se non sbagliavo era la moglie del capitano de Gur, che fortunatamente aveva ripreso la memoria.
Vicino a lei vi stava lady Sissi e sorrisi, sapevo era parente dell' Austero e mi avvicinai a loro e per prima salutai la donna con un leggero inchino "Lady Sissi, è un piacere vedervi a Corte, so non siete solita frequentarla, io sono ritornata due giorni fa..e penso di fermarmi per un pò, penso vi ricorderete di me, sono Altea de Bastian".
E feci un cenno di saluto pure alle donne vicino loro.
Guisgard
29-01-2015, 19.46.04
Lady Sissi sorrise ad Altea, con i suoi limpidi e profondi occhi chiari, simbolo del casato Taddeide.
“Si, il vostro viso mi sembra familiare.” Disse. “Quanto a me, sono di passaggio. Ultimamente infatti sembra che i Taddei non siano più ben visti qui a corte.”
Altea
29-01-2015, 19.54.26
Il suo sguardo, quegli occhi...per un attimo vidi la mia infanzia con l' Austero e poi quei pochi anni assieme a Guisgard.
Ricambiai il sorriso.."E cosa vi porta qui, se non sono indiscreta ovviamente? Non dite così..in me il nome dei Taddei vivrà per sempre e a mio parere dovreste rimanere qui a Corte, in troppi hanno preteso questo posto ma voi milady siete una vera taddeide e la loro rappresentante in questo momento, cosa vi spaventa? Pensate vi erano dei nemici...ma qui non è posto per questi argomenti" e mi guardai attorno, erano strane quelle parole..perchè mai i Taddei non dovevano essere benvoluti a casa loro.
Mi guardai attorno per vedere se vi era questo Lord Cimmiero e soprattutto suo fratello Guanto, non conoscevo nemmeno il loro volto.
Guisgard
29-01-2015, 20.02.00
“Di tanto in tanto” disse Sissi ad Altea “mi piace tornare qui e rivivere i tempi trascorsi...” guardando la sala intorno a loro “... ma quei tempi sono morti... almeno per me... senza l'Austero ed i suoi discendenti io non ho più motivo per giungere qui... anche perchè adesso sono altri che dimorano in questo palazzo e che reggono il ducato... e per loro, noi Taddei, siamo ospiti sgraditi...”
Altea
29-01-2015, 20.09.07
"Vi capisco..io ho tolto il lutto per l' Arciduca proprio ieri...sapete che vostro cugino aveva fatto un patto matrimoniale alla mia nascita per farmi moglie di Lord Guisgard..le cose non sono andate come dovevano..almeno ora avremmo avuto un erede da mettere al trono..ma vi giuro saprò darvi giustizia.." e dissi tutto questo a bassa voce "E potrete venire qui quando vorrete, pure per me è una sofferenza rimanere qui...posso chiedervi una informazione? Ho mandato al diacono una collana antica...voi sapete qualcosa di un simbolo..una civetta con un carciofo tra le zampe".
Notavo lady Sissi si guardava in giro..forse temeva qualcosa? La sua venuta a Corte forse non era del tutto casuale.
Guisgard
29-01-2015, 20.25.04
“Grazie, ragazza mia...” disse Sissi, per poi sorridere ad Altea “... ma qui non è più il mio posto temo...” restò a fissarla “... una civetta con un carciofo? Strano simbolo... la civetta richiama il casato Taddeide, mentre il carciofo... detto così mi fa pensare a Suession... infatti il simbolo di quelle terre è proprio il carciofo... ma che genere di collana è?”
Ma proprio in quel momento uno dei servitori annunciò l'arrivo di lord Cimmerio e dei suoi uomini.
Altea
29-01-2015, 20.31.11
"Una collana in ferro semplice e ha una moneta con questo simbolo e poi una scritta, l'ho mandata al diacono..Suession dite? L'ho trovata nella mia camera in uno scrigno semplice".
Annunciarono l' arrivo di lord Cimmerio e i suoi uomini e diedi una occhiata di intesa a lady Sissi...era meglio non andare oltre e mi voltai per vedere questi nuovi signori..estranei li avrei chiamati ma sfoderai uno dei miei migliori sorrisi, dovevo dare una ottima impressione di me.
elisabeth
29-01-2015, 20.39.15
Mi voltai di scatto sentendo la voce di una donna....doveva essere matura .....ma il suo parlare era corretto con una lieve inflessione francese......Tilde fu pronta nel presentarmela.......data l'età e la sua posizione in società....feci un lieve inchino......" sono lieta di fare la Vostra conoscenza.......conosco poco la storia di Capomazda.......sono qui solo da qualche anno........ma il popolo parla e mi piace ascoltarla......mi avete illuminata con la storia di quelle uova...ma spero che in giro ci sia ancora qualche piccolo drago.....".....mi interruppi...si avvicino' una Dama...di fine bellezza......dagli occhi a tratti tristi a tratti freddi come il ghiaccio...era elegante e conosceva Lady Sissi...parlarono con affabilità.....e ne assaporai alcune notizie sull'appartenenza della Famiglia Dei Taddei........" mi sentiii un pesce fuor d'acqua....e sorrisi a Tilde...." E adesso chi mi presenterai ?..."........non ebbi bisogno della sua abilità...Lord Cimmerio ed i suoi uomini fecero ingresso in sala......" Si aprono le danze Tilde....adesso incomincia la festa...".....
Guisgard
29-01-2015, 20.46.58
Sissi annuì ad Altea e salutò con un cenno del capo Elisabeth.
Ma un attimo dopo nella sala entrarono alcuni uomini, capeggiati da un individuo con indosso abiti da caccia ed una bottiglia di vino in mano.
Ne assaporò un bel po' e la lanciò ai suoi.
“Avanti con lo spettacolo...” disse poi ai suoi uomini.
Allora dal gruppetto emerse una dubbia figura, ricoperta da stracci che emanavano un fetore insopportabile.
“Signori e signore...” cominciò a recitare quell'accattone “... ecco a voi lo splendore dei Taddei!” E tutti quegli uomini risero forte. “Ho tanti figli che sfamo poco di mio, son l'Austero, ma molto con quanto tolgo alla gente. Non a tutti, però! Non tocco mai le casse della Chiesa! Guai a farlo! Son cattolico praticante e timorato del Signore! Dunque meglio che muoia di fame il popolo, anziché evitare che i chierici s'ingrassino!” Di nuovo risate da parte di quegli uomini. “Ma dicevo dei miei figli... han tutti il medesimo nome, o giù di lì... Taddeo o Ardea, Ardea o Taddeo... e marameo!” Continuò ancora il pezzente, tra l'ilarità generale. “Ma ora perdonatemi, devo correre a nascondermi! Là fuori, nella brughiera, vi è la maledizione! La Gioia! E se mi trova sono dolori!” E mostrò un goffo inchino.
E tutti risero davanti a quel degradante spettacolo che infangava il casato Taddeide.
Altea
29-01-2015, 20.58.43
Vi sarebbero state occasioni per parlare con Lady Sissi...io e lei condividevamo molte cose e fu come se tra noi due si fosse subito accesa una complicità.
Entrò lord Cimmiero e guardai sbalordita quella pantomima, oltre a notare il grezzume di quell' uomo, tutti ridevano...codardi..gente falsa di Corte, mi venne un sospetto..sembravano quasi anticlericali.
Dovevo rimanere calma, stavano infangando il nome di colui che mi aveva cresciuto e poco prima la morte provveduto a che avessi i migliori maestri per una futura Granduchessa e soprattutto Guisgard e i suoi antenati...e Madama Sybille lo aveva pure elogiato? Speravo suo fratello fosse più intelligente..oh eccome ve la avrei fatta pagare ma avrei dovuto sacrificarmi..e mio nonno fingeva pure?
Alla fine di quel ridicolo siparietto sorrisi ironicamente e il silenzio calò, applaudii leggermente ma loro non sapevano alla loro stupidaggine..e non dissi nulla, dovevo ottenere la sua camera e ben altro e guardai Lord Cimmiero, ma io dovevo vedere il fratello Guanto.
elisabeth
29-01-2015, 21.22.10
Fui spettatrice di uno strano spettacolo......conoscevo l'eleganza e la rigidità di De Gur...ma quel Lor Cimmerio e la sua compagnia....sembravano uscire da un rozzo copione....la loro parodia su un fatto tragico...indipendentemente dal pensiero di ogni presente...era davvero di cattivo gusto...non applaudi'.....il angolo riparato......mi aveva celata ad occhi indiscreti e pettegoli e comunque poco mi importava....un lieve mal di testa......mi fece cercare De Gur....l'oretta di discussione era passata da un pezzo......incominciavo a diventare poco tollerante.......Vidi Tilde ..." Scusami...ma ho bisogno che Tauro vada a chiamare mio marito....non sto bene e ho bisogno di lui....mi troverete nel salottino adiacente la sala....."....uscii quindi dal salone in festa e ritornai nella stanza attigua........quel tavolino comincio' a chiamarmi ancora...era una strana attrazione....fu piu' forte di me..stavo avvicinando la mano...quando udii dei passi alle mie spalle..ritrassi la mano come una ladra........magari era De Gur...
Guisgard
30-01-2015, 02.01.39
La recita, molto simile in realtà ad una farsa, terminò tra le risate di quegli uomini.
Il pezzente improvvisatosi attore prese il suo cappello e cominciò a chiedere l'elemosina fra i presenti.
“E' una vergogna...” disse Sissi, che era accanto ad Altea “... è una vergogna trasformare questa gloriosa corte in una bottega, in una taverna di malaffare. Ma come osate gozzovigliare come ubriaconi e pezzenti nelle stanze che ospitarono i grandi di questo ducato, gli uomini che fecero grande il nome dei Taddei e della nostra terra? Come osata insultare uomini che vi sono superiori in tutto? Per spirito, valore, sangue ed ideali?” Con disprezzo. “Rammentate che qui siamo tutti ospiti. Il seggio ducale non è stato ancora assegnato e fino ad allora sono ancora i Taddei i legittimi padroni di questo palazzo e di queste terre.”
“Taci, vecchia megera!” Gridò uno di quelli.
“E invece ha ragione lei...” facendosi avanti l'uomo che aveva guidato tutti loro e che era arrivato con in mano la bottiglia di vino “... eh, già, amici miei... ha ragione lei... siamo tutti ospiti qui... ospiti dei Taddei...” sorrise “... ospiti di fantasmi, certo... di dipinti alle pareti, di statue inanimate, persino degli stendardi e degli arazzi... ma siamo comunque ancora tutti ospiti qui...” fissò Sissi “... si, avete ragione, madama... ma non siate troppo severa con i miei compagni...” rise “... sono bravi ragazzi.”
“Con chi avrei l'onore di parlare?” Chiese Sissi. “Non credo di conoscervi...”
“Sono Guanto dei Cimmieri, fratello di lord Cimmiero, signore di Capomazda.” Disse l'uomo.
Intanto, nella saletta laterale, Tilde aveva raggiunto Elisabeth, proprio mentre la donna era tornata ad avvicinarsi al tavolino.
“Milady, il Maresciallo Tauro è andato a cercare vostro marito.” Fece la dama. “Vedrete, saranno qui presto.”
Ma la porta era rimasta aperta e le due donne udirono ciò che era successo nella sala grande.
Sospirai.
Un ruolo importante a corte...
Sorrisi appena, pensando a quanto lui mi tenesse lontana dalla corte.
Una fitta dolorosa mi attraversò. Ecco, non ero ancora partita e già iniziavo a ricordare. A che serviva vendere la mia spada, se non riuscivo a dimenticare?
Dei soldi, infondo, non mi importava nulla.
"Come ho detto, non mi interesso delle sorti di Capomazda da quando è morto l'Arciduca.." sostenendo lo sguardo dei due uomini "E non ho intenzione di tornarci... dunque sono costretta a rifiutare la vostra proposta... sono sicura che troverete qualcun altro..".
Restai impassibile, nascondendo dietro il mio sguardo gelido la profonda malinconia che mi aveva avvolto.
No, non potevo essere per qualcun altro quello che avrei voluto essere per lui, non potevo tornare dove albergavano la Felicità e il Dolore più grande.
Mi sarei fatta troppo male, troppo.
Guisgard
30-01-2015, 03.05.31
“E sia.” Disse uno dei due cavalieri a quelle parole di Clio. “Vorrà dire che cercheremo i servigi di qualcun altro.”
“Eppure” fece l'altro “non riesco a comprendere il motivo del vostro rifiuto. Dite che i soldi non vi interessano e da ciò che sappiamo non avete mai rifiutato nessun lavoro fra quelli che vi sono stati proposti. Ma pare che le sorti del nostro ducato, stando alle vostre parole, dopo la morte dell'ultimo Arciduca non vi interessano. Forse perchè in qualche modo, dato i vostri trascorsi a Capomazda, sebbene non troppo lunghi, avete maturato simpatie politiche ben chiare. Ma vi assicuro che chi governa ora il ducato non è legato a fazioni politiche particolari.”
“Non importa.” Mormorò il primo. “Lady Clio avrà le sue ragioni. E a noi serve qualcuno ben motivato, che senta l'importanza e la delicatezza dell'incarico. Grazie di averci dedicato il vostro tempo, milady.”
I due cavalieri salutarono ed uscirono, seguiti dallo sguardo attento di Nero.
Non dissi nulla, osservandoli andare via.
Cosa potevo dire?
Tutti i lavori che mi erano stati proposti avevano l'attrattiva dell'oblio, questo no.
Loro non potevano capire, loro non sapevano.
Era bastata quella chiacchierata a far riemergere ricordi, sensazioni, emozioni, sentimenti, e il dolore.
No, non faceva per me!
Una volta sola, mi lasciai crollare a terra, scivolando lungo la parete, e piansi a lungo nascondendo il viso tra le braccia incrociate, posate sulle ginocchia.
Non ero così triste da mesi.
Quando le lacrime sembravano esaurirsi restai a lungo immobile a fissare un punto indefinito di fronte a me.
Solo dopo molto tempo mi ricordai che avevo delle commissioni da fare.
Così mi alzai, asciugai il viso, indossai il mantello ed uscii, diretta al mercato cittadino, dove mi sarei procurata qualcosa da mangiare, e dovevo sempre passare dai Marzi, a vedere se avevano qualche nuova arma che potesse distrarmi almeno per un po'.
Guisgard
30-01-2015, 03.32.47
Dopo quelle lacrime, Clio si preparò ed uscì per la città.
Le strade pullulavano di una svariata umanità tutta intenta a lavorare, correre, sfiorarsi senza quasi però badare all'umore ed allo stato d'animo di quella ragazza, che indifferente attraversava quella folla laboriosa.
Quasi come un corpo estraneo vagava tra voci, suoni e rumori vari che alle sue orecchie sembravano tutti uguali ed indefiniti.
E dopo aver comprato da mangiare, per ultimo, Clio imboccò il vicoletto che conduceva alla bottega dei rinomati Marzi.
Vi trovò un uomo di mezz'età, tutto intento a fare una decisa ramanzina al suo apprendista.
“Insomma...” disse l'uomo facendo volteggiare l'indice in aria “... come devo spiegartelo? Ogni lamina va battuta almeno duecento volte se vogliamo ottenere il giusto spessore. Come pensi di sovrapporre decine di lamine se non riesci ad ottenere uno spessore a stento percettibile?” Si accorse di Clio sulla porta. “Milady? Oh, che sorpresa!” Sorrise, mutando umore di colpo e congedando il suo apprendista con un ceno della mano. “Capitate in un giorno particolare, visto che abbiamo diversi nuovi articoli da mostrare.” Annuendo.
Camminavo, immersa nei miei pensieri, senza accorgermi della gente attorno a me, delle mille voci che si sovrapponevano l'una all'altra.
Dopo aver sbrigato le faccende più noiose, mi ritrovai nella viuzza che conduceva alla bottega dei Marzi.
L'armaiolo stava rimproverando il suo apprendista, e rimasi educatamente sulla soglia.
"Salute Dario... come state?" con un sorriso cordiale "Splendido, perché ho un sacco di quattrini, e l'umore a pezzi.. il che per voi è un'ottima accoppiata.." lasciando per un momento vagare per quel negozio così rinomato e curato "Cosa avete per me?".
Guisgard
30-01-2015, 03.56.31
Dario sorrise a Clio, per poi annuire.
“Oh, come detto, oggi è un giorno fortunato per i clienti affezionati ed esperti come voi.” Disse. “Per cominciare vi mostrerò” indicandole una delle vetrine “un set di affilatissimi pugnali realizzati con un metodo praticamente sconosciuto qui in Occidente. Posso farvi un ottimo prezzo per un simile set. Ma se poi siete in vena di armi particolari, allora non posso non mostrarvi questo incredibile pezzo...” prendendo da sotto il grande bancone un oggetto cilindrico e poco più corto di un gladio “... vedete? Sembra un bastone a mezzo gomito, ma in realtà nasconde più armi... vi basterà far ruotare il manico fino a sentire lo scatto...” dal bastone fuoriuscì una lama lunga quanto un pugnale ma molto più affilata di quelli che normalmente si vedevano in giro “... se invece ruotate fino al secondo scatto...” e due lame laterali si aprirono di colpo “... fino al terzo scatto poi...” ed un letale spillone fu lanciato dall'estremità del bastone, finendo per conficcarsi su uno dei bersagli alle pareti “... e se poi ruotate il manico fino all'ultimo scatto la vostra arma diventerà una pistola da protezione estremamente precisa...” ed un grilletto scattò sotto il bastone, mentre un tamburino liberò una piccola canna sulla sua estremità “... visto? Un'arma davvero straordinaria.” Soddisfatto Dario.
Ma mentre parlava con quell'uomo, lo sguardo di Clio cadde su un fodero poggiato nella vetrina del bancone.
E sul fodero erano ricamate queste parole:
“Se mi ascolterai
unirle di nuovo potrai.”
Osservai affascinata le splendide armi che Dario mi mostrava.
E in un attimo, mi tornò il sorriso.
"Non ho parole..." osservando lo strano bastone multiarma "È davvero incredibile... e a guardarlo non sembra nemmeno un'arma... quanto mi costerà questo gioiellino?" sorridendo.
Ed improvvisamente mi ricordai perché mi facevo pagare una fortuna.
Suvvia, queste cose mi servono per lavoro, pensai, ridendo tra me e me, mentre mi voltavo ad osservare i pugnali in vetrina.
"Eh, i pugnali mi fanno sempre comodo, si nascondono bene, e se li lancio state pur certo che non li ritrovo più..." tornando ad osservare lo strano cilindro "Ma credo che questo abbia attirato prepotentemente la mia attenzione... e ditemi, ha un nome?" incuriosita.
In quel momento, qualcos'altro attirò la mia attenzione.
Allungai delicatamente la mano a sfiorare quel fodero, leggendo in un sussurro quelle parole.
"Sembra che questo fodero abbia una storia da raccontare..." mormorai, alzando lo sguardo sul simpatico armaiolo "A che cosa si riferiscono queste parole, se posso chiedere?".
Guisgard
30-01-2015, 04.15.51
“Quest'arma” disse Dario a Clio, lucidando il bastone multiarma “è chiamata Wakataki. Pare sia usata dai famigerati pirati che devastano le acque d'Oriente, tra il Borneo Meridionale ed il Mar del Giappone.” Ma poi vide Clio accanto al misterioso fodero. “In verità...” avvicinandosi a lei “... non è una nostra arma. E' stato lasciato qui come pegno da un viaggiatore che aveva urgente bisogno di munizioni per il suo fucile, ma poca disponibilità di monete.” Rise scuotendo il capo. “Non so neanche quanto valga e per questo per ora non l'abbiamo messo in vendita. Ma ha una fattura particolare e questo mi ha incuriosito. Le parole ricamate sopra? Mah, forse una dedica o qualcosa del genere. In realtà non ne ho la minima idea.”
"Wakataki..." ripetei, divertita "Ah, beh.. se apparteneva ai famigerati pirati orientali, deve essere mia.." sorrisi.
Dario Marzi ovviamente non conosceva il mio passato come Angelo della Tempesta, ma la coincidenza mi parve propizia.
Ascoltai il racconto su quel misterioso fodero.
"Interessante... non lo so, incuriosisce anche me... mi piacciono le armi con una storia.. fatemi sapere se lo metterete in vendita, perché lo comprerei volentieri.. sempre che il viaggiatore non abbia intenzione di tornare, perché altrimenti lo riterrei scortese da parte mia.." continuando ad osservarlo "Posso?" sfiorandolo piano, non sapevo perché ma mi incuriosiva, tanto da volerlo osservare più da vicino.
Guisgard
30-01-2015, 04.30.47
“Prego.” Disse Dario a Clio, per prendere il fodero e darlo alla ragazza. “In verità quell'uomo è passato ormai da diversi giorni e dubito fortemente che tornerà.”
La piratessa nel frattempo osservava da vicino quel misterioso fodero.
Era in pelle, ricoperta poi da velluto.
Le parole erano ricamate in oro.
E girandolo fra le mani, Clio si accorse di un simbolo sull'altra parte di quel fodero.
Raffigurava, sempre con ricami in oro, una sorta di fiumiciattolo dal quale sorgeva una misteriosa danna coperta solo dai suoi lunghi capelli.
elisabeth
30-01-2015, 16.14.12
Mi voltai di scatto e vidi Tilde...mi informava che sarei stata raggiunta al piu' presto per essere condotta al Castello........avevo un prurito alle mani.....avevo voglia di portar via quelle uova...ma che diavolo mi succedeva....." Grazie Tilde..spero che non facciano tardi.....in quel salone non c'e' una festa....c'e' uno stupido scenario per mettere in ridicolo i legittimi Signori...."....e mentre parlavo con lei Udii le parole di Lady Sissi e la risposta del Fratello di Lord Cimmerio.......rientrai istintivamente nel salone...e mi avvicinai di piu' alle due Dame.......le parole fluirono dalle mie labbra senza che in realtà ci avessi pensato piu' di una volta....una parte poco gestibile del mio carattere era l'impulsività......e rivolta al giovane Lord Guanto....."...Siete stato molto molto cortese Lord Guanto a riconoscere la veridicità delle parole di Lady Sissi.....e devo dire che siete un ottimo osservatore...un grande casato vive dei suoi fantasmi...quadri...arazzi.....e rimpianti, non vedo i vostri di Fantasmi...magari se ci fossero vi avrebbero reso giustizia......avete un codazzo di amici poco inclini alla disciplina e questo non va bene per chi pensa che quella sedia possa far parte della propria tavola......una sedia vuota e' sempre appetibile.......ora farete in modo che chi ha detto a Lady Sissi...vecchia megera......le chieda scusa in ginocchio........Il rispetto e' come l'amore...non si compra si guadagna...."........in realtà ...sapevo perfettamente che De Gur....mi avrebbe uccisa, ma di contro sapevo che era cosciente ...della mia imprevedibilità
Altea
30-01-2015, 16.38.10
La moglie di de Gur rientrò dopo la discussione tra lady Sissi e Guanto e sorrisi compiaciuta alle sue parole e grata al pensiero che avesse espresso il mio punto di vista dato che dovevo fingere simpatia per loro.
Guardai lady Sissi e bisbigliai appena.."Non reagite milady..avete ragione ma a questo punto dobbiamo prenderli in giro, far credere loro di aver ragione, vorrei dirvi molto di più ma qui non è luogo adatto..ogni mio atteggiamento positivo verso queste persone sarà una farsa..voglio sapere la verità sulla morte di Guisgard e devo scendere a compromessi" e le strinsi la mano istintivamente.."forse qui a corte potreste aiutarmi, voi siete la unica che conosca qui la vera storia dei Taddei".
Guardai Guanto e dopo che la moglie del capitano ebbe finito di parlare mi feci avanti sorridendo alla donna.."I miei omaggi lord Guanto, sono la duchessa Altea de Bastian" e osservai la veste grezza dell' uomo e pensai che era incredibile dovessi ingraziarmi un uomo dai ranghi inferiori ai miei.."Milady dice il giusto..questi arazzi, la magnificenza del Palazzo dove soggiornate, il forte esercito non sarebbe esistito se non vi fossero stati i Taddei..convenite con me? Ma vi è qualcosa che mi sfugge".
Guardai tutti i presenti e poi mi voltai verso lui nuovamente "Avete sentito? Lord Guanto ha detto a Capomazda il seggio ducale è vuoto..come è possibile, non vi è un Signore che comanda questo Ducato..pensavo lord Cimmiero assieme a lord Gvineth...o dobbiamo aspettarci una sorpresa..magari sarete voi il futuro signore di queste nobili terre?Allora dovremmo festeggiarvi stasera.." e gli lanciai un sorriso...ovvio nessuno di voi tre visto non avete il potere e la forza dei Taddei.
Era un fodero molto curato, e mi incuriosiva, forse perché nascondeva qualcosa? Un po' come me.
Non sapevo dire perché, ma era come se sentissi il desiderio di scoprire cosa si celava dietro quel velluto.
"Bene..." Sorrisi "Allora credo che li prenderò entrambi..." Compiaciuta "Il Wakataki e questo fodero, sono sicura che saprete farmi una valutazione così, al volo..." Prendendo la sacca con le monete che avevo portato per pagare i due manufatti.
Guisgard
30-01-2015, 19.30.17
Guanto sorrise ad Elisabeth e poi ad Altea.
Fece allora cenno ai suoi e tutti insieme, con aria sarcastica e beffarda, si inginocchiarono e chiesero, in modo insolente, scusa ad alta voce a Sissi, come chiesto loro proprio da Elisabeth.
Poi si alzarono, con Guanto sempre sorridente.
“Milady...” disse ad Altea “... il seggio è vuoto perchè uno solo fra mio fratello e lord Gvineth prenderanno il potere. Festeggiare me? Io invece brindo alla bellezza di voi tutte dame di Capomazda!” E tutti presero del vino per bere.
“Lord Guisgard” Sissi ad Altea “è stato portato via dalla Gioia. Come molti dei suoi antenati. Ora scusatemi” ai presenti “ma io devo andar via. Questa non è più casa mia.” Ed uscì, accompagnata dalle risate irriverenti degli uomini di Guanto.
Altea
30-01-2015, 19.38.58
Ascoltai le parole di Guanto..uno dei due Lord..quindi aveva ragione Madama Sibille quando disse l'idilio tra loro non sarebbe durato molto.
Brindai alle donne di Capomazda e la loro bellezza come detto da lui..probabilmente non ero il suo tipo notai.. e udii quelle parole di lady Sissi rivolte a me e trasalii, approffittai della confusione di quei brindisi e delle confuse parole e seguii lady Sissi correndole dietro.."Lady Sissi...vi prego fermatevi..ditemi...cosa sapete..la Gioia..colpisce per incanto d' Amore" e mi misi davanti a lei ansimando.
Guisgard
30-01-2015, 19.45.44
“Della Gioia dei Taddei” disse Sissi ad Altea “so ciò che sanno tutti. La leggenda di quell'incantamento è stata tramandata da ben sei secoli. Tanti, infatti, sono quelli trascorsi dalla morte di Ardeliano e dalla cacciata delle nostra armate da Sygma.” Sorrise appena, più per rassegnazione. “Da quando è apparsa, come vedete, la Gioia ha fatto scempio nella vita dei Taddei di tutte le nostre conquiste più belle.” Accarezzò il viso della dama. “Vi do un consiglio, ragazza mia... lasciate anche voi questo posto. Ormai non è più la casa dei Taddei ed i loro amici non sono più ben voluti. Abbiate cura di voi.” Ed andò via.
Ma proprio in quel momento si udirono alcuni servitori che annunciavano l'arrivo di lord Cimmiero.
Altea
30-01-2015, 19.53.33
Rimasi immobile e quella carezza mi riempì il cuore...lady Sissi era donna saggia, avevo sempre pensato la Gioia fosse una superstizione ma quell' avvertimento..era come un voler proteggermi...ero scossa..forse quando avrei parlato col diacono tutto sarebbe stato più chiaro..milady non era venuta qui per nulla, forse aveva scoperto qualcosa?
Fuggì nel nulla e udii annunciare Lord Cimmiero e tornai nella stanza perplessa e mi misi ad un angolo visto ormai ero sola, non vi era nessuno della mia famiglia?
Guisgard
30-01-2015, 20.04.58
Altea tornò nella sala, dove era appena giunto lord Cimmiero, insieme al suo seguito.
E con lui vi era anche il nonno di Altea.
“Dunque...” disse il nobile signore “... cos'è il chiasso che si sente sin dall'ingresso?”
“Chiasso?” Ripetè Guanto. “Io ed i miei compagni non ne abbiamo udito.” Sorrise. “Anzi, abbiamo ravvivato un po' l'atmosfera di questo palazzo che appariva troppo dimessa. Vero, amici?” Ai suoi.
E tutti risero annuendo.
“Ricordati che siamo a corte.” Cimmiero a suo fratello. “E rammentalo anche a questa masnada che ti accompagna.” Indicando i suoi uomini.
“E tu non dimenticare, fratello, che è questa masnada che ti protegge e combatte per te.” Replicò Guanto.
Cimmiero non rispose nulla.
“Altea!” Il nonno a sua nipote. “Non vi avevo visto!” Sorridendo. “Vieni a rendere omaggio a lord Cimmiero.”
Altea
30-01-2015, 20.14.28
Di male in peggio..vi era lite pure tra i due fratelli, eppure lord Cimmiero sembrava persona seria e pacata..se solo avesse visto quella pantomima.
Udii la voce di mio nonno e sorrisi avvicinandomi a lui e mi inchinai leggermente e guardai il Lord.."I miei omaggi milord, sono la duchessa Altea de Bastian, la nipote del qui duca Mandus e noto avete fatto ottima amicizia, so oggi è stato con voi tutto il giorno è la caccia ha avuto successo".
Guardai mio nonno..non avrebbe mai fatto amicizia con qualcuno nemico dei Taddei..non comprendevo..speravo almeno avesse letto la mia lettera.
elisabeth
30-01-2015, 20.22.38
Ero disgustata, quegli uomini non avevano nessun senso del dovere e dell'educazione......." Siete disgustoso Lord Guanto....i vostri antenati spero che non abbiano nulla a che spartire con voi....perchè anche i maiali eviterebbero di circolare dove i vostri stivali poggiano il loro passo........".....Vidi rammarico, rabbia e tristezza negli occhi di Lady Sissi.....quella non era piu' casa sua......Lady Altea invece...le andava dietro per apprendere ogni cosa da quella donna........Io da canto mio .....mene sarei andata via a piedi......anche perchè Lady Altea era rientrata nel salone...sembrava una riunione di famiglia......e non era la mia.....Tornai nella stanza adiacente......e mi incamminai lungo il corridoio...la carrozza doveva essere sotto....Tilde, Tauro..mio marito...facessero un po' come volevano......avevo bisogno di aria pulita....
Guisgard
30-01-2015, 20.38.35
“Non immaginavo” disse Cimmiero fissando Altea “che avevate una nipote di così delicata bellezza.” A suo nonno.
“Vi ringrazio, milord.” Con un cenno del capo il nonno.
“Si...” annuendo Cimmiero ad Altea “... vostro nonno è un cacciatore d'eccezione e la sua compagnia, unita ai suoi consigli mi permetteranno di offrire una sontuosa cena a tutta la corte stasera.”
“Siete troppo generoso, milord.” Sorridendo il nonno. “Voi siete un eccellente cacciatore.”
“Speriamo allora” ridendo Cimmiero “che i cuochi siano degni del nostro valore e ci servano una cena che dia soddisfazione a quanto cacciato.” Sorrise. “Ora mi ritirerò per indossare abiti adeguati. Voi restate pure con vostra nipote.” Baciò la mano di Altea ed andò via, lasciandola con suo nonno.
Intanto Elisabeth era uscita dalla sala, attraversando il corridoio per lasciare il palazzo.
Ma all'improvviso qualcuno la raggiunse, prendendola per un polso.
“Quanta fretta, milady.” Disse Guanto, seguito dai suoi compagni. “Non vi sarete offesa, spero? Non era certo mia intenzione e neanche dei miei allegri compagni mancare di rispetto a nessuno. Suvvia, datemi la possibilità di offrirvi qualcosa da bere per dimenticare questo equivoco.” Sorridendo.
Guisgard
30-01-2015, 20.47.23
“Voi siete tra i nostri migliori clienti, milady” disse Dario a Clio “e come sempre vi offriamo un trattamento di favore. Per voi, dunque, il Wkataki costerà solo quindici ducati, mentre per il fodero andranno bene cinque ducati.” Annuì.
Prese allora le due armi e le mise in una borsa di pelle scura, per poi darla alla ragazza. “Naturalmente” sorridendo “la borsa è un nostro omaggio.”
Ma proprio in quel momento un uomo entrò nella bottega.
Aveva fatto in tempo a vedere Dario che metteva il fodero nella borsa.
"Particolare quel fodero..." disse.
"Si, in effetti lo è." Rispose Dario.
"Quanto costa?" Chiese l'uomo.
"Mi spiace, ma è stato appena acquistato da milady." Spiegò Dario.
"Sono disposto ad offrirvi il doppio di quanto lo avete pagato." L'uomo a Clio. "Sono un collezionista è voglio averlo."
elisabeth
30-01-2015, 20.52.22
Quei corridoi erano così stranamente silenziosi e lontani dal baccano del salone....o forse la mia mente era offuscata dalla rabbia per non aver potuto dare un pugno sul naso al giovane rampollo.......che non sentii il rumore di altri passi oltre ai miei e qualcuno afferrarmi per il polso.....per poco non mi venne un accidente.....
Pensavo al diavolo e spuntarono le sue corna........si voleva divertire il fanciullo non gli era bastata la farsa......." Offesa.....e perchè mai.....siete stati una magnifica compagnia teatrale........avete reso omaggio...avete offeso....vi siete scusati........avete offerto del vino....devo dire che in vostra compagnia non ci si annoia.....gentilmente Lord Guanto se lasciaste andare il mio polso ve ne sarei grata..."...." Fatelo ed in fretta...non amo essere toccata......specialmente se non sono io a deciderlo....."....
Altea
30-01-2015, 20.53.13
Ascoltai con attenzione Lord Cimmiero, sembrava una persona giusta e affabile..ma durante le spedizioni con Guisgard avevo imparato a non giudicare dalle apparenze.
Egli si congedò e rimasi sola con mio nonno finalmente.."Vi vedo in grande forma, ne sono felice..non sono venuta qui per delizia lo sai..a me la morte di Guisgard non convince, ma voi come mai avete subito fatto amicizia con questo milord? Mi aspettavo da voi un altro atteggiamento" sospirai guardandomi attorno.. "Nonno, nel patto matrimoniale Taddeo l' Austero voleva io fossi la Granduchessa perchè non avete fatto valere tutto questo? Ho parlato con Madama Sibille..sembra l' unico modo per prendere il mio posto voluto dal vecchio Duca io debba essere l' amante del vostro nuovo amico e fratello..mi sorprendo di voi..ma mi spetta di diritto e per rivendicare Guisgard e le volontà dell' Austero..comunque da stanotte io mi trasferirò nella stanza del mio caro amico Guisgard, ditelo a milord Cimmiero, non voglio nulla sia spostato di lui..deve rimanere traccia di lui....quindi mi auspico saranno dati gli ordini perchè la servitù porti subito le mie cose nella stanza di Guisgard".
Ero stata abbastanza dura ma non era giusto..avevano manovrato la mia vita..ora avrei deciso io e forse dopo aver parlato col diacono sarei tornata a Las Baias come aveva detto lady Sissi..avevo notato le occhiate torve di milady Elisabeth verso me e non comprendevo, eppure io approvai le sue parole..mi guardai attorno se vi era pure mio cugino Tommaso..stanotte non volevo rimanere sola e sorrisi maliziosamente.
Sorrisi a Dario.
"Mi sembra un ottimo prezzo..." Annuii, posando sul bancone i ducati che mi chiedeva, per poi prendere la borsa in pelle.
Ma in quel momento, entrò un uomo che voleva comprare il mio fodero.
Che bella faccia tosta!
"Spiacente...." Con un freddo sorriso cordiale "Ma non è in vendita...".
Mi avviai verso la porta "Messer Dario, è sempre un piacere..." Inchinandomi leggermente "Messere.." Salutando anche l'uomo del fodero "Buonagiornata..." Ed uscii, diretta a casa.
Guisgard
31-01-2015, 01.31.25
Clio lasciò la bottega degli armaioli e prese la strada verso casa.
Ma mentre si incamminava, qualcuno prese a seguirla
Era l'uomo incontrato nella bottega dei Marzi ed alla fine avvicinò la piratessa.
“Salute a voi, madama.” Disse cordialmente. “Voglio darvi un'altra possibilità di guadagno...” prendendo un sacchetto di monete “... eccovi ben trenta ducati in argento per quel vostro fodero. E' un ottimo affare e non vi conviene rifiutare.” Sorridendo.
Mi voltai di scatto e fulminai l'uomo con lo sguardo.
Mi aveva seguito fino a lì? La cosa non mi piaceva per niente.
"Non sapete che è scortese seguire una donna sola?" Sorridendo appena.
Ai suoi occhi potevo apparire una semplice ragazza miralese, che poteva aver comprato delle armi come regalo per qualcuno.
"Trenta denari in argento..." Ripetei, con un sorriso beffardo "Accidenti, dovete tenere molto a quel fodero..." In realtà, l'interesse di quell'uomo per il mio bel fodero lo rendeva ancora più interessante ai miei occhi, come se nascondesse un mistero che non vedevo l'ora di scoprire.
"Quale parte di: non è in vendita, non avete compreso?" Osservandolo con aria interrogativa.
Guisgard
31-01-2015, 01.43.02
“Non essere sciocca ora.” Disse il nonno ad Altea. “I Taddei ora non ci sono più e noi abbiamo il dovere di essere accanto al nuovo governo di Capomazda. Io credo che lord Cimmiero sia un uomo retto e valoroso, già tempo fa vassallo dei Taddei. Il mio appoggio a lui deve essere incondizionato. E vorrei che tu stringessi con lui buoni rapporti. Quanto a lord Guisgard, egli ti sciolse, come ricorderai, dal patto stipulato dall'Austero, dunque è inutile riparlare di quella cosa. E naturalmente non voglio certo che diventi l'amante di qualcuno per volontà di potere. Ora scusami, vado a prepararmi per la cena.” E si allontanò.
Poi Altea intravide suo cugino Tommaso.
“Ehilà, cugina...” avvicinandosi lui a lei “... era da tempo che non ti vedevo qui... come stati?”
Altea
31-01-2015, 01.47.55
Quindi lord Cimmiero fu vassallo dei Taddei...mio nonno non aveva capito non volevo il potere..volevo dare giustizia a Guisgard..era una storia persa..era meglio agire da me.
Se ne andò e una voce mi fece sorridere..era proprio lui.."Cugino caro" dissi baciandolo sulle guance "Sono felice di rivederti...come sto? Domanda di riserva? Per favore portami a fare una passeggiata in giardino..sto soffocando qua dentro" e lo strinsi al braccio.
Guisgard
31-01-2015, 01.52.37
“Allora scegliete voi la cifra.” Disse l'uomo a Clio. “Qualunque cifra, non c'è problema.” Sorrise. “E comunque non voglio certo importunarvi. Permettete?” Togliendosi il basco in segno di saluto. “Sono messer Otanio dei Cogniti. Sono stato incaricato da parte del mio padrone di portargli armi particolari e dunque quel fodero ha subito attirato la mia attenzione.”
Guisgard
31-01-2015, 01.56.20
Tommaso annuì ad Altea e la prese sottobraccio.
I due così raggiunsero il cortile, fermandosi però sotto un padiglione, visto il tempo minacciava pioggia e l'aria della sera era alquanto umida.
“Vieni, sediamoci qui...” disse Tommaso a sua cugina “... allora, dimmi cosa ti rende così inquieta... non ti piace più la vita di palazzo?”
Altea
31-01-2015, 02.00.51
Iniziava a piovigginare e trovammo riparo sotto un padiglione e alle sue parole rimasi perplessa e appoggiai la testa sulla sua spalla.."Troppi ricordi Tommaso...e poi questi nuovi uomini..non so..ho il sospetto vi sia qualcosa di celato sotto la morte di Guisgard e io voglio scoprirlo".
Lo guardai sorridendo.."Sei sempre più bello...hai trovato una fidanzata? Oppure stanotte sei libero?" sorrisi guardandolo maliziosamente..e fissai il Cielo buio divertita.
"Salute, messer Otanio, il mio nome è Clio.." Sorrisi all'uomo, con un leggero inchino.
"Siete straniero, dunque? Dato che ho difficoltà a farmi capire..." gentilmente "Non ho detto che il prezzo che mi avete offerto è troppo basso, messer Otanio.. ho detto che non è in vendita" con un lieve sorriso "E ho l'abitudine a parlare una volta sola, dunque, se non vi dispiace.. vorrei continuare il mio cammino... sono sicura che troverete altre armi per il vostro padrone.. per questo fodero siete arrivato tardi.. Con permesso..".
Guisgard
31-01-2015, 02.06.33
“Una fidanzata...” disse divertito Tommaso ad Altea “... io una fidanzata? Andiamo, mi vedi tipo da legarsi ad una donna per tutta la vita? Suvvia, è come mangiare tutti i giorni la stessa pietanza.” Rise. “Io non ci vedo nulla di strano su quegli uomini... i Taddei non ci sono più ed ora loro vogliono spolpare l'osso. Certo, sarà difficile capire chi fra quei due avrà la meglio. Ma tu non vivere tutto ciò in modo così personale. Ormai i Taddei fanno parte del passato.”
Guisgard
31-01-2015, 02.09.04
Otanio fissò Clio e poi chinò il capo.
“E sia...” disse “... ci ho provato. Come si dice? Tentar non nuoce, giusto? Vi chiedo perdono per avervi recato fastidio. Seguirò il vostro consiglio e cercherò qualche altra arma interessante. Vi auguro una serena giornata.” E si allontanò.
Altea
31-01-2015, 02.12.10
Ecco la solita romanzina sui Taddei...forse non capivano io avevo perso il mio migliore amico..non uno dei Taddei.
Lo guardai.."Lo so non ti leghi a nessuna, tu sei come me..solo io sono rimasta fedele a un solo Amore e sempre lo sarò..amerò solo lui".
Repentinamente gli cinsi le braccia al collo.."Ti sei dimenticato di certe nostre notti qui a Capomazda..si i Taddei sono spariti ma non di anni luce..e succedeva quando venivo a trovare il defunto Duca..o non ti interesso più?" e staccai le braccia imbronciata.
"Nessun disturbo..." con un sorriso "Vi auguro di trovare ciò che state cercando" con un cenno del capo.
Lo osservai allontarsi, e dopo qualche istante ripresi il mio cammino verso casa.
Una volta entrata, mi sistemai in una poltrona della biblioteca, ed estrassi il fodero dalla borsa di pelle.
"Quel tipo non me la raccontava giusta..." mormorai, rigirandolo tra le mani "Chissà che misteri si nascondono in questo fodero tanto curato" fissandolo incuriosita.
Poi magari non era nulla, ma fantasticare sulla sua storia mi avrebbe impegnato la mente per un po'.
Dovevo resistere fino a sera, poi cominciava a farsi largo nella mia mente una malsana idea per tenere la mente occupata.
Guisgard
31-01-2015, 02.20.32
Clio tornò a casa e trovò ad accoglierla Nero.
Si strofinò attorno agli stivali, per poi miagolare piano.
Ma ad un tratto il gatto saltò su, fissando la finestra.
Un attimo dopo balzò su una sedia e vi restò immobile, come in attesa.
Il suo nervosismo era palese.
E ad un tratto dal pianoterra Clio udì strani rumori.
Guisgard
31-01-2015, 02.23.40
Tommaso sorrise ad Altea e la strinse da dietro, tenendola contro il suo petto.
“Suvvia, cugina...” disse sottovoce “... qualcuno potrebbe sentirti e far scoppiare un terribile scandalo...” ridendo piano “... e poi lo sai... magari se non mi sposerò mai è perchè tu sei il mio vero ideale di donna, cugina...” le sussurrò in un orecchio.
"Ma ciao bello.." coccolando il gattone nero, ma poi notai che qualcosa non andava, era troppo nervoso.
Il mio primo pensiero fu all'uomo che mi aveva seguita.
Nascosi così il fodero in uno scomparto segreto della libreria e scesi, circospetta, impugnando la spada nella destra e la pistola nella sinistra.
Guisgard
31-01-2015, 02.27.51
Appena Clio fu al pianterreno, qualcuno bussò energicamente alla porta.
Bussò più volte ed in modo deciso.
Mi guardai intorno, non era entrato nessuno, per fortuna.
Anche perché gli avrei dato un premio, viste le misure di sicurezza di cui avevo dotato la porta e le pesantissime sbarre alle finestre.
"Chi è la?" esclamai, decisa, per poi sbirciare, riparata dietro la tenda, da una finestra poco lontano.
Altea
31-01-2015, 02.31.39
Le sue braccia cinsero la mia vita e un leggero fremito mi scosse e gli sussurai.."Sto parlando piano..non credo tu non ti sposi per me..neppure io ti sposerei" e mi voltai accarezzandogli i biondi ricci.."Non vorrai lasciarmi sola..nessuno ti vedrà come le passate volte..anzi una volta Guisgard ti sorprese..avevamo inventato una scusa folle" e lo guardai negli occhi lasciandomi trasportare da un bacio appassionato.
Guisgard
31-01-2015, 02.35.45
Clio guardò attraverso le tende e vide due figure davanti alla porta.
Erano due monaci.
Uno dei due però aveva una stazza straordinaria, almeno il doppio di quella di un uomo comune.
Indossavano lunghi e consumati sai, con austeri cappucci sul capo.
“Pace e bene a voi...” disse il monaco di statura normale “... siamo due fratelli Francescani e vaghiamo per raccogliere offerte che useremo per riparare il vecchio convento di San Pasquale... siate generosi ed offriteci quanto potete, affinchè noi monaci si possa avere un pio luogo per le nostre orazioni.”
Guisgard
31-01-2015, 02.39.32
Tommaso rispose a quel bacio di Altea, assaporando le sue labbra rese ancor più dolci dall'umidità della sera.
“Si, ricordo...” disse lui mentre mordicchiava le labbra di lei “... ricordo quella volta... dicemmo che tu avevi conoscenze mediche e che mi stavi facendo... un massaggio...” rise, per poi baciarla ancora “... sai...” mormorò, accarezzandole piano le braccia lisce “... saprei come farti passare ogni inquietudine stanotte, cara cugina...”
Altea
31-01-2015, 02.47.09
Risi pure io mentre la passione stava prendendo il sopravvento.."Ha finto di crederci..sapeva benissimo di medicina non me ne intendo" iniziai a sbottonargli la sua giubba da ufficiale da marina.."Sapresti farmi dimenticare ogni angustia?..preferisci me o la cena...Tommaso..nessuno si accorgerà della nostra assenza" e la pioggia iniziava a scrosciare forte come i sentimenti dentro me in quel momento.
Questa sì che era bella: due monaci alla mia porta.
E quello cos'era? Pensai, nel vedere quell'uomo tanto imponente.
Certo, anche Pepe a prima vista era un ottimo frate.
"Perdonate se non vi apro... ma capirete che di questi tempi una donna sola deve essere prudente.." con voce gentile "Ma la vostra è una nobile causa, dunque vi prego di accettare lo stesso la mia offerta..".
Così, aprendo leggermente la finestra, lanciai un sacchettino con alcuni ducati alle figure sulla porta, per poi richiuderla immediatamente.
La porta non mi sarei mai fidata, la finestra aveva le inferriate, la porta una volta aperta era aperta. E sopratutto non avevano idea che fossi lì.
Mi allontanai immediatamente e restai all'erta.
Se erano veri frati se ne sarebbero andati, e io avrei fatto anche un'opera di bene.
Se invece non lo erano.. beh, lo avrei compreso.
Guisgard
31-01-2015, 02.55.17
Tommaso rise, per poi accendersi di passione quando Altea cominciò a sbottonargli la giubba.
E nel frattempo lui la baciava senza sosta.
“Un momento...” disse Tommaso senza smettere di assaggiare le labbra di lei “... come faceva l'Arciduca a sapere che non avevi conoscenze mediche? Forse perchè ti chiese un massaggio e tu gli facesti altro?” Sarcastico.
Ma in quel momento alcuni servitori, dalle finestre, suonarono delle campanelle.
Era il segnale che la cena stava per essere servita.
Guisgard
31-01-2015, 02.58.14
“Oh, è giusto così, figliola.” Disse il monaco a Clio. “Sono tempi cupi e la prudenza non è mai troppa. Anzi, è un dono da custodire.” Prese un umile sacchettino da una tasca. “Vi lascio queste erbe mediche. Le coltiviamo nel nostro convento e provengono da un eremo in Linguadoca. Le utilizzava un vecchio abate. Sono straordinarie per curare ogni tipo di ferita. Fatene buon uso, figliola.” Mise poi accanto al sacchetto un santino. “E quest'immaginetta di Sant'Ambrocio vi proteggerà. Pace e bene, figliola.” E si allontanarono, lasciando quei doni davanti alla porta.
"Vi ringrazio.." gentilmente.
Ma quell'uomo aveva ragione, la prudenza non era mai troppa, specie sei si faceva un mestiere pericoloso come il mio.
Così, non aprii la porta per raccogliere il sacchettino, restai per un momento ad osservarli andare via, non vista, e poi rientrai in casa.
Ormai si stava avvicinando la sera, era ora che mi preparassi qualcosa da mangiare mentre decidevo il da farsi sulla serata.
Altea
31-01-2015, 03.04.53
Le mani scivolavano sulla giubba fino a sbottonargli pure la camicia e mi avvicinai a lui.."Sei geloso eh...chissà chissà perchè sapeva non ero brava nelle pratiche mediche..ma forse in massaggi si.." e le mie labbra si spostarono sul suo collo.
Un campanellino terminò quel momento di passione.."La cena.." sospirai guardandolo.."meglio non destare sospetti..il dolce lo mangeremo dopo..nella tua camera" facendogli l' occhiolino mentre lo sistemavo abbottonandogli camicia e giubba..il cuore batteva forte, le gote bianche erano accese ancora di passione e lo presi per mano correndo a palazzo e andammo nella sala dove la cena era servita.."Speriamo non si accorgano di nulla cugino..io sono ancora accaldata, siediti vicino me ovviamente".
Sospirai, dovevo scrutare i nuovi padroni e non distrarmi e presi posto.
Guisgard
31-01-2015, 03.08.27
Clio restò a fissare i due monaci allontanarsi, fino a quando svanirono lungo la strada.
Anche Nero, sceso al pianterreno, pareva essersi calmato.
Ad un tratto un velo di pacata serenità sembrò scendere sulla casa, mentre il sacchettino e l'immaginetta erano ancora a terra, davanti alla porta.
Si era ormai fatto buio ed anche la città, dopo una lunga giornata di lavoro, pian piano pareva assopirsi ed abbandonarsi al candore della sera.
Guisgard
31-01-2015, 03.25.10
Altea e Tommaso, dopo essersi sistemati un momento, nonostante gli effetti di quel momento di passione fossero ancora vivi, rientrarono nel palazzo e raggiunsero la sala dove si trovavano gli altri invitati.
E in quello stesso istante anche lord Cimmiero fece il suo ingresso, suscitando l'ammirazione degli ospiti.
Fra essi vi era anche il nonno di Altea.
Tutti presero posto a tavola.
Il sole era calato, e una pallida luna illuminava il freddo celo cittadino.
Era giunta l'ora di iniziare a prepararmi.
Quella giornata era stata troppo pesante emotivamente, e non riuscivo, non volevo sopportarlo.
Così consumai un pasto frugale, con l'ottima carne che avevo comprato, e risalii a prepararmi.
C'era silenzio. Era strano: avevo tanto desiderato quel silenzio, eppure ora mi appariva assordante.
Potevo sentire il battito del mio cuore, e la cosa non mi piaceva affatto.
Lasciai in disparte il raffinato abito che avevo indossato per le vie di Miral, rivolgendo lo sguardo a tutt'altro abbigliamento.
Dove stavo andando non sarebbe servito.
Così indossai dei pantaloni stretti ma comodi, un paio di stivali, un corto corpetto, e e una giacca pesante.
Legai i capelli in una treccia, fasciai di nero entrambe le mani, e mi avvolsi in un lungo mantello, di cui mi calai il cappuccio sulla faccia.
Lasciai la mia casa, rimandando al giorno successivo la decisione sulle erbe.
Così mi incamminai, verso la periferia della città, attraversando vie che una fanciulla per bene non dovrebbe mai percorrere.
Camminavo a passo spedito, di chi conosce bene la strada.
Una piccola scala conduceva in un cortile, su cui si affacciava una anonima porta.
La spinsi decisa, e mi ritrovai in un ambiente alquanto singolare, che conoscevo molto bene.
Gentaglia di ogni tipo frequentava quella bettola, soldati di ventura, avventurieri, ladri e assassini, attaccabrighe, mercenari.
Avevo una buona probabilità di incontrare qualche amico, e le medesime di incontrare un nemico.
Le voci si accalcavano l'una sull'altra, le risate, i discorsi.
Lo spiazzo al centro della sala era vuoto, non avevano ancora cominciato, stavano solo bevendo.
Ma io non ero lì per bere, anche perché sapevo che avrei rimpianto i vini della mia preziosa cantina, no, io cercavo lui.
Lo vidi come sempre infondo alla sala, intento a dirigere gli affari.
Era lui che comandava lì, che decideva gli incontri e prendeva le scommesse.
"Sarios.." lo salutai con un cenno del capo "Ce l'hai un incontro per me, stasera?".
Nei periodi di pausa tra una campagna e l'altra, quando gli allenamenti non erano sufficienti, quei duri incontri di combattimento a mani nude erano un vero toccasana, oltre che una discreta fonte di guadagno.
Eppure dei soldi non mi importava un accidente, visto anche quanto guadagnavo nelle campagne.
Volevo solo che quella fastidiosa e insistente fitta se ne andasse, anche solo per il tempo che passavo in quell'arena improvvisata.
Non era una guerra, certo, ma era già qualcosa.
Guisgard
31-01-2015, 03.40.22
“Ehilà...” disse Sarios a Clio “... un incontro? Stasera? Accidenti, sei un portento!” Esclamò. “Ho saputo che sei appena tornata da una delle tue campagne ed ora sei già qui a chiedere un incontro!” Scosse il capo divertito. “Beh, ci sarebbe un incontro... ma ti avverto è tosto... credo che la maggior parte qui dentro abbiano scommesso su di lui... te la senti di fare la macchia stasera? Ossia di rivoltare il pronostico? Il tuo avversario è un certo Matros... uno spadaccino basco che combatte con due affilatissime lame... bada, è in gamba... ci stai?”
Guisgard
31-01-2015, 03.55.24
Guanto, a quelle parole di Elisabeth, lasciò il polso della dama e mostrò un profondo, quanto sarcastico inchino.
“Oh, mi perdoni, milady.” Disse sorridendo. “Non era mia intenzione essere così audacemente invadente.” Guardò i suoi compagni e poi di nuovo Elisabeth. “Anche se... anche se non posso non invidiare coloro che hanno il permesso ed il privilegio di potervi toccare, signora.”
Tutti i suoi risero.
“Forse non avete compreso” all'improvviso una voce alle loro spalle “che milady non gradisce nulla da voi. Neanche la vostra irriverenza.”
Tutti si voltarono e videro un uomo avvicinarsi con fierezza verso di loro.
“Lord Gvineth...” mormorò Guanto “... è sempre un piacere...”
“Vi credevo la guardia del corpo di vostro fratello.”
“Infatti.” Annuì Guanto.
“E pensate che possibili suoi nemici si nascondano qui, in mezzo a queste dame?” Fissandolo Gvineth.
Guanto lo guardò con aria di sfida.
“Vostro fratello starà per cenare...” continuò Gvineth “... non vorrete farlo mangiare senza i suoi cani da guardia. A chi butterà gli avanzi e gli ossi?”
“Badate a ciò che dite, milord...” con rabbia Guanto.
“Andate vi dico.” Con tono deciso Gvineth.
“Dimenticate che non siete ancora il padrone qui...” fece Guanto “... dunque non potete darmi ordini...”
“Ordini?” Ripetè Gvineth. “Vi sto solo dando un consiglio. E fossi in voi lo seguirei. Andate ora.”
Guanto gli lanciò un'occhiata di disprezzo e poi andò via con i suoi compagni.
“Basta fare la voce grossa” mormorò Gvineth “e fuggono via come topi.” Si voltò verso Elisabeth. “Spero non vi abbiano infastidito troppo, milady. Questo palazzo è un po' troppo affollato per i miei gusti. Ma posso chiedere il vostro nome? Non mi sembra di avervi mai incontrata qui...” guardandola negli occhi.
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Altea
31-01-2015, 18.50.33
Dopo poco arrivò pure mio nonno Mandus e si sedette vicino a me..fece ingresso Lord Cimmiero tra il consenso della folla.
Mi rabbuiai e guardai Tommaso che forse capì quello sguardo triste..li guardavo tutti, per loro erano più importanti i favori che i sentimenti..Guisgard era stato dimenticato così?
Sospirai sorridendo ma dove era lord Gvineth?
elisabeth
31-01-2015, 20.48.05
Mi lascio' andare il polso.....e per istinto feci un passo indietro......dovevo avere il volto in fiamme...ero in collera......non con lui....ero in collera con Nettuno......mi aveva lasciato in quel covo di esseri di bassa lega...e sapeva quanto questo mi infastidiva........le loro risate.....l' irriguardoso modo di rispondere di Sir Guanto.......Ma come in tutte le storie.....qualcuno comparve alle mie spalle e prese le mie difese...era Lord Gvineth.......ascoltai il tono piccato del giovane e la fermezza del piu' anziano ......una discussione che avevo già assaporato nel Salone......era una serata particolare quella......mi fermai un attimo a riflettere se Lord Gvineth...era lì....Nettuno o Tauro che fine avevano fatto ?........quando la truppa ando' via........Lord Gvineth volle sapere chi fossi ...e già....non ero nota tra quelle mura....." Sono Lady Elisabeth Milord.....Vi ringrazio......stavo giusto cercando la strada per il piazzale....volevo tornare a casa......stasera c'e' un'aria poco respirabile.....questa situazione deve essere molto antipatica per voi......e anche per chi vorrebbe trascorrere del tempo solo per fare innocui pettegolezzi..........Spero di poter ricambiarvi il favore un giorno......"...............
Sorrisi appena a Sarios, alzando le spalle.
"Sì, beh... Ho avuto una brutta giornata" candidamente.
Sarios era incredibile, sapeva sempre tutto prima degli altri.
Ascoltai la descrizione del mio avversario e guardai Sarios sorpresa.
"Lame?" Esclamai, sorridendo "Da quando hai riammesso i combattimenti con le lame?" Annuii "Che bella novità.. Per me va benissimo, posso combattere tranquillamente a due lame..." Osservando i lunghi e affilati pugnali che avevo negli stivali "O a una sola.." Posando la mano sulla spada "Rivoltare i pronostici mi diverte sempre molto...".
Guisgard
02-02-2015, 02.08.06
Gvineth sorrise a quelle parole di Elisabeth.
“Avete ragione, milady.” Disse annuendo. “In questo momento la vita di corte non è particolarmente tranquilla e neanche piacevole. Tornare a casa?” Sorpreso. “Spero non per quell'idiota di messer Guanto.” Scuotendo il capo. “Anzi, se andate via voi io davvero non ho motivo di restare, visto che la compagnia stasera non mi entusiasma affatto.”
“Milord...” intervenne Tilde “... lady Elisabeth è la moglie del vostro fidato braccio destro... il comandante de Gur.”
Gvineth fissò Elisabeth negli occhi per un momento.
“Allora venite...” porgendo la mano ad Eisabeth “... vi porterò da vostro marito.”
E condusse così le due donne nella grande sala in cui si stava servendo la cena.
E c'erano davvero tutti.
Lord Cimmiero, suo fratello Guanto con i suoi compagni, Altea, suo cugino Tommaso ed il nonno Mandus.
Ma anche De Gur sedeva a quel tavolo.
E nel vedere arrivare sua moglie, subito si alzò e le andò incontro, facendole poi prendere posto accanto a lui.
Altea, intanto, col suo sguardo tradiva una viva inquietudine.
E solo in parte Tommaso riuscì a cogliere quel suo stato d'animo.
La cena cominciò e tutti iniziarono a mangiare.
Ma durante il pasto uno dei servitori si avvicino ai due signori, Cimmiero e Gvineth, parlando loro sottovoce.
“Un mendicante?” Seccato Cimmiero. “Sono stufo di tutti questi pezzenti che bussano a questo palazzo!”
“Vuoi che lo faccia pestare a sangue dai miei uomini?” Chiese Guanto.
“Spetta anche a me” fece Gvineth “decidere chi è benvenuto e chi no qui, giusto? Dopotutto non si è ancora deciso chi fra noi governerà Capomazda.”
“Giusto...” annuì Cimmiero “... allora, cosa suggerite?” Fissando Gvineth.
“Magari divertirà i nostri ospiti.” Mormorò questi.
“E sia...” sbuffando Cimmiero “... fatelo entrare...”
I servitori fecero entrare il mendicante.
Era un uomo coperto di stracci, con un lungo e maleodorante mantello, un cappuccio consumato sul capo nel tentativo di tenerlo caldo ed una barba incanutita e incolta sul suo viso stanco e rugoso.
“Nobili signori...” entrando e porgendo ai presenti una ciotola di legno “... fate la carità ad un figlio della sfortuna...”
“Sta però a distanza dalla tavola, cane...” disse Cimmiero “... il tuo fetore è nauseabondo...”
“Altrimenti ti slegheremo contro i cani.” Ridendo Guanto.
“Un tempo gli ospiti erano sempre graditi in questo palazzo...” mormorò il mendicante “... quando qui dominavano i Taddei...”
“Taci, bestia!” Gli intimò Cimmiero.
“Rammentate...” sbottò il mendicante “... che ad oggi siamo tutti ospiti in questo palazzo... sia io, che voi...”
“Come osi!” Esclamò Gvineth. “Insolente! Meriteresti una lezione!”
“Si, una bella lezione la merita davvero.” Cimmiero guardando il mendicante.
“Voi nobili signori contro un poveraccio come me?” Fece il mendicante. “Non è degno del lignaggio che ostentate...” mostrò di nuovo la sua ciotola “... fate la carità ad un figlio della sfortuna...”
Ma Gvineth si alzò e con un calcio fece volare via la ciotola del mendicante.
“Facciamolo danzare bendato fra torce o pugnali...” propose divertito Guanto “... almeno così darà un senso al suo arrivo qui, questo lurido porco.”
I suoi compagni annuirono.
“In verità” raccogliendo la ciotola il mendicante “sono venuto per raccontare a questa corte di quando conobbi l'Austero... e di quando incontrai, proprio in queste campagne, suo nipote, lord Guisgard... così, magari, mi sarei guadagnato la vostra generosità ed un pasto caldo...”
A quelle parole del mendicante, Cimmiero, suo fratello e Gvineth si scambiarono lunghe occhiate inquiete.
Poi Cimmiero spostò il suo sguardo sul mendicante, assumendo un'espressione sadica e beffarda.
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Guisgard
02-02-2015, 02.23.22
“Da quando ho capito” disse Sarios a Clio “che il sangue e l'alto rischio spingeva la gente ad alzare la posta. Lo sai, sono un uomo d'affari io.” Annuì. “Naturalmente se tu impugni una lama ed il tuo sfidante due, beh, sai bene che ti vale come extra ed io posso offrirti un compenso più alto. Ovviamente anche i rischi che corri sono di più. Dunque decidi tu.”
L'atmosfera era già infuocata in quel posto.
Tutti apparivano tarantolati per l'eccitazione e la possibilità di guadagnarsi un gruzzolo su un pronostico che sembrava ampiamente probabile.
E nel guardasi intorno, tra i presenti, Clio notò due individui che sembravano far parte di quella ressa.
Uno aveva corporatura e statura normali, mentre quello che gli stava accanto appariva di una stazza quasi spropositata, tanto da valere almeno il doppio di un uomo normale.
Sorrisi a Sarios.
"Come ho detto, ottima scelta..." Annuii.
Restai pensierosa a decidere il da farsi. Ero sicuramente più capace nell'usare una spada più che due pugnali, ma era altrettanto vero che due lame erano la cosa migliore per contrastare altre due lame.
A meno che...
"Vada per una spada, allora..." Togliendo la giacca "Ma mi servirà un piccolo scudo...".
Le bende sulle mani non sarebbero servite, così le sciolsi, guardandomi distrattamente attorno.
Notai due uomini tra la folla.
"Non mi dire..." Mormorai pianissimo.
Quanti uomini di quella stazza potevano esistere ed essere a Miral?
Decisamente avevo fatto bene a non fidarmi di quei frati.
C'era sotto qualcosa, certo poteva essere una coincidenza, ma non era qualcosa a cui credessi.
Guisgard
02-02-2015, 03.10.02
Sarios annuì a Clio e andò a prenderle uno scudo.
Era di piccola fattura, ma ben definito, solido e non troppo pesante.
L'ideale insomma per un rapido scontro corpo a corpo.
Intanto, tra i presenti, i due uomini erano ancora là, apparentemente presi dal contesto e dall'attesa spasmodica che attanagliava tutti per l'imminente battaglia.
Ed infatti, pochi istanti dopo, nella piccola arena fece il suo ingresso il favorito.
Matros, l'abile spadaccino basco con le sue due letali lame.
Ed il suo arrivo fu salutato dall'entusiasmo generale.
Sarios allora chiamò a sé i due contendenti e diede inizio alo scontro.
Scontro che sembrava interessare non poco i due misteriosi uomini mischiati tra i presenti.
Bendai il gomito del braccio sinistro e imbracciai lo scudo, era leggero, comodo, non troppo ingombrante.
Provai a dare un paio di colpi a vuoto, e comunque funzionava bene.
Lanciai un'altra occhiata a quegli uomini, ma un attimo dopo mi dimenticai di loro.
Sarios aveva richiamato l'attenzione di tutti, e il favorito era già nell'arena.
Così vi entrai, ancora una volta.
Mentre Sarios parlava chiusi gli occhi, e tutto il mondo scomparve, mentre il cuore iniziava a battere più forte, ma quella fitta dolorosa, si fece silenziosamente da parte.
Salutai il mio avversario come si conveniva, e mi misi in guardia.
Lo scudo leggermente avanti, la mano destra armata accanto al viso.
E poi lo scontro cominciò.
Un combattimento come quello era molto diverso da uno scontro in battaglia, o da un duello all'ultimo sangue per l'onore.
Lì non si trattava di uccidere, ma di guidare chi stava guardando in un percorso da cui era molto difficile tirarsi indietro.
E lo si faceva attraverso il sangue, lo spettacolo.
Non bisognava uccidere l'avversario ma portarlo allo stremo.
Perché è nel momento peggiore che si lotta come non si è mai fatto prima.
La spada e lo scudo lavoravano all'unisono, come se anche io stessi lavorando a due mani, schivavo un colpo mentre colpivo basso, un passo, un colpo, un altro, un colpo di scudo per andare sul fianco e colpire, una finta alta, per poi andare basso alla coscia.
I pensieri si annullavano, il mio corpo sapeva cosa fare, il combattimento assorbiva ogni mia energia, ogni mio respiro, ogni battito del mio cuore.
E lo adoravo.
Guisgard
02-02-2015, 03.42.06
Lo scontro cominciò.
E tutto intorno ai due contendenti si ammutolì, svanì, nonostante grida, urla, risate ed incitamenti dai presenti che assistevano a quella lotta.
Il basco aveva uno sguardo sottile, lucido, vivo, rapido, come se studiasse di continuo la sua preda.
Così squadrava Clio.
E la lotta continuava.
Come una danza, dai movimenti quasi bilanciati, regolati da un equilibrio sottile ed invisibile ai più, eppure chiaro, delineato nelle menti dei due sfidanti.
Le lame del basco erano veloci e sibilanti, scagliandosi contro lo scudo di Clio o fendendo l'aria ad ogni schivata della ragazza.
Ma lei non si tirava indietro.
Rapida schivava, ma altrettanto velocemente rispondeva colpo su colpo.
I corpi di quei due contendenti arrivano quasi a sfiorarsi ad ogni attacco, per poi allontanarsi un attimo dopo e riprendere ancora con quelle movenze di battaglia.
Il basco tentò allora un colpo alto, ma lo scudo di Clio lo annullò, lasciando la guardia dello spadaccino per un attimo scoperta e permettendo alla ragazza un colpo basso, sulla coscia di lui.
Il pantalone del basco si lacerò ed una lunga ferita si aprì sulla coscia dello spadaccino, facendolo prima vacillare e poi accasciare al suolo, lasciando cadere una delle sue due lame.
Nessuno era mai riuscito a disarmare quel basco.
E Sartios proclamò la fine dello scontro e la vittoria di Clio.
Vincere o perdere non era mai stato importante per me in quegli scontri.
Contava il combattimento, il furore, la fatica e il dolore.
Emozioni talmente forti da sovrastare tutto il resto.
Ma mentre si combatte, scatta qualcosa difficile da spiegare a parole, che non ci fa arrendere, non ci fa rendere conto dei tagli e della stanchezza, qualcosa che punta solo alla vittoria, alla vita.
Così, quando sentii la mia lama affondare nella carne, e il basco perdere l'equilibrio e una delle sue spade, mi parve come di risvegliarmi da un sogno.
Sentii la voce di Sarios che mi proclamava vincitrice e chinai il capo, inspirando profondamente.
Adoravo quella sensazione, il respiro che tornava normale, l'indubbia soddisfazione della vittoria.
Alzai la mano, come a salutare il pubblico, e poi rinfoderai la spada per tendere la mano al mio avversario.
"Messer Matros... è stato un onore combattere con voi.. spero mi permetterete di offrirvi da bere.." cordialmente, con un rispettoso cenno del capo.
Preferivo combattere con qualcuno che mi avrebbe messo a dura prova, e la cattiveria gratuita la lasciavo al campo di battaglia, o ai duelli per vendicare un'offesa, ma rispettavo profondamente i miei avversari in quella piccola arena.
Ormai non mi importava più che avrebbero servito vino scadente, una bel bicchiere ricolmo era più che allettante.
Guisgard
02-02-2015, 04.09.09
Il basco annuì a Clio, come a volersi complimentare, ma poi uscì da quella piccola arena.
“Matros” disse Sartios “non beve e non si intrattiene con i suoi sfidanti. Non può neanche parlare. Infatti la lingua gli fu mozzata dal suo maestro, durante un allenamento quando lui aveva una decina d'anni. Hai battuto un grande e temibile avversario, ragazza.” Facendole l'occhiolino. “Queste te le sei meritate.” Dandole un sacchetto colmo di monete sonanti.
C'era chiasso lì dentro.
Tutti urlavano.
Alcuni felici per aver vinto quanto scommesso, molti altri per la delusione di aver invece perso.
E scoppiò, come al solito, una rissa.
Intanto, i due misteriosi uomini visti da Clio sembravano essere svaniti nel nulla.
Guardai l'uomo andare via.
"Non beve e non parla.." mormorai "Che spreco.." ma poi guardai Sarios e tornai a sorridere.
"Grazie, vorrà dire che berrò da sola.." prendendo il sacchetto che mi prorgeva, per poi nasconderlo bene in una tasca interna della giacca che posai sulle mie spalle scoperte.
C'era un gran chiasso intorno a me, ordinai del vino e mi sedetti in disparte.
D'un tratto quelle canaglie iniziarono una bella rissa.
Di norma mi ci sarei gettata volentieri, ma avevo avuto la mia parte quella sera, così preferii restare ad osservarli con un vago sorriso divertito, mentre recuperavo completamente le forze.
Solo allora mi ricordai di quegli strani uomini, ma sembravano svaniti nel nulla.
Alzai le spalle, seguendo il filo dei miei pensieri.
Speravo solo non mi portassero guai.
Mi alzai, dovevo andare a casa e sfruttare la stanchezza per il combattimento, che si sarebbe manifestata dopo un po' di tempo, per riuscire a dormire.
Guisgard
02-02-2015, 04.25.08
Clio si alzò, ma prima di raggiungere l'uscita non poté fare a meno di ascoltare una discussione tra Sartios ed uno dei suoi.
“Anche stasera abbiamo fatto un buon gruzzolo...” disse “... peccato solo di non essere riuscito a convincere quel tipo a partecipare ai nostri incontri. Diamine, l'hai visto quello? Era un gigante. Non ho mai visto nessuno così grosso. Ercole non doveva essere troppo diverso. Uno così potrebbe abbattere un toro a mani nude.”
Altea
02-02-2015, 10.51.36
Arrivarono pure lady Elisabeth e lord Gvineth...era un uomo sicuro e di un certo fascino.
Ma ad un tratto entro' un mendicante tra il ribrezzo di Guanto e Cimmiero..giocavo nervosamente col coltello..voleva narrarci la storia dell'Austero e Guisgard.
Mi alzai guardando i commensali e il mendicante.."La corte taddeide ha sempre accolto tutti soprattutto i bisognosi di carità come i dogmi della Fede vogliono..Lord Cimmiero se permettete mi prendero' cura di questo buon uomo e potrà rimanere tra noi profumato e con buone vesti..se il vostro naso è troppo fine..egli ha ragione ancora nessuno ha il potere di decidere a Capomazda" e sorrisi al mendicante.
Stavo ormai per uscire, ma quelle parole mi bloccarono.
"Di' un po'.." Avvicinandomi a Sarios "Sai mica chi era quel tipo gigantesco? Perché giurerei di averlo già visto, ma non riesco a ricordarmi dove..." Pensierosa.
Sarios sapeva sempre tutto, e forse era una coincidenza che quel tipo fosse alla bettola dopo essersi finto un frate alla mia porta.
Di una cosa infatti ero certa, non poteva essere un frate. Un frate non frequenta certi posti.
Dunque quella immaginetta poteva essere un messaggio? Dovevo tornare a casa per scoprirlo.
Già, ma l'erba medicinale? Cosa poteva essere?
Naturalmente tutto dipendeva dalle intenzioni di quei due tizi, dal fatto che potevano essere amici o nemici.
La cosa mi incuriosiva, dovevo scoprirlo.
elisabeth
02-02-2015, 17.10.49
Anche Tilde era improvvisamente comparsa......." Visto che mi accompagnerete da mio marito saro' felice di seguirvi Lord Gvineth.."...arrivammo nel salone, dove tutti i commensali avevano già preso posto, De Gur appena mi vide....si alzo' per farmi accomodare accanto a lui....." Finalmente ti rivedo Nettuno...pensavo di poter entrare in agonia prima di rivedere il tuo volto..."...gli sorrisi...ma era un sorriso che lasciava molte parole in sospeso.....a casa avremmo avuto tutta la serenità per poterci spiegare.....Quella sera era una serata, dove le cose non sembravano andare per il verso giusto...almeno per i due contendenti.......L'entrata di un uomo ricoperti di stracci......e le sue parole....riecheggiavano come piu' volte sentite in quella breve serata...ma quando gli fu tolta la scodella...come si toglierebbe ad un animale, per quanto avrei detestato anche quell'atteggiamento.......mi fece stringere d'impulso il tovagliolo tra le mani..........Lady Alte fu lesta ...ad alzarsi da tavola per andare a sostenere chi ne aveva bisogno.......ma i volti di Lord Cimmiero, Lord Gvineth e del nonno di Altea..sembravano essere parecchio contrariati, la politica .. il buon nome ...erano ostacoli enormi difronte a scelte giuste ....mi avvicinai all'orecchio di mio marito....." Sai Nettuno ?.....il tuo mondo e' parecchio diverso dal mio.....io ti ho dato riparo ..ti ho curato...senza chiedere se dietro di te ci fosse un casato.....quella donna e' coraggiosa..e non sarà sostenuta c'e la sua famiglia di mezzo...adesso io daro' una mano a Lady Altea e ti pregherei di non ostacolarmi.....faro' in modo che la tua carriera sia salvaguardata....."......mi alzai da tavola..presi il mio piatto in porcellana e mi avvicinai al mendicante.....gli porsi il piatto..."...Lady Altea ha davvero ragione, non siete mal'odorante.....infondo puo' essere che in questa sala ci siano parecchi cattivi odori, mangiate....e saziatevi perchè i Signori che in questo momento vi stanno osservando....un giorno uno di loro potrebbe essere seduto su una bella poltrona imbottita e tappezzata di velluto rosso....e dovranno governare saggiamente.......Lord Gvineth...siete stato così galante nei miei confronti che mi stupite....pensavo foste un uomo cortese.....indipendentemente da chi fosse la persona da salvaguardare...."...vedevo l'uomo mangiare.........e lo sguardo infuriato di Lady Altea....quella donna doveva avere un gran peso nel cuore....." Lady Altea...se prendervi cura di quest'uomo dovesse essere una cosa gravosa , per voi in questo palazzo.....sarete i benvenuti nella mia dimora.......se vorrete potete far venire solo lui e voi sarete mia ospite ogni giorno se volete........"........ritornai al mio posto.....ogni giorno mi prendevo cura di malati e senza tetto...tra il convento ed il castello...avevo spazio a sufficienza e i monaci ormai erano la mia famiglia...De Gur non mi aveva mai ostacolata...anzi nei suoi momenti liberi mi era di grande aiuto.......ma in quel momento...mio marito sembrava distratto.....o per meglio dire..infastidito da questa mia offerta che nel quotidiano rientrava nella normalita'.......
Altea
02-02-2015, 17.38.22
Lady Elisabeth si alzò e rinfoccillò l'uomo..era così che si era sempre fatto alla corte dei Taddei, e ora che era diventata questa Corte? In balia della anarchia totale.
Ascoltai le parole della donna verso me, eravamo vicino l'uomo e appena bisbigliai.."E' qui che devo fare giustizia milady, non lascerò che sia dimenticato, io sono qui per Lui..per colui che prima era qui e non posso andare via da qui".
Con disinvoltura alzai il timbro di voce.."Grazie per l'invito milady, sarà un piacere farvi visita, quanto a questo uomo" e guardai il mendicante "Sono giusto tornata da poco e ho bisogno di un uomo a cui affidare incarichi e i miei compiti, per ora lo fa la mia dama di compagnia, quindi se vorrete, sarete al mio servizio" e gli sorrisi "io sono la duchessa Altea de Bastian, e proprio domani devo recarmi a finanziare un orfanotrofio che fu voluto dal Duca e pure da me...i Taddei erano caritatevoli e io sono stata cresciuta coi principi di Taddeo l' Austero che piaccia o no..o se qualcuno si fosse dimenticato".
Ripresi il mio posto a tavola e sorrisi a lady Elisabeth..aveva capito come ero anche se aprivo il mio animo a pochi.."Bene, ora sapete questo uomo è a mio servizio, se lo vorrà ovviamente, penso possa parlare" e guardai sorridendo a lord Cimmiero e guardai lord Gvineth che non si era presentato.
elisabeth
02-02-2015, 17.59.48
Lady Altea sapeva gestire le situazioni importanti senza timore di nessuno e a quanto pareva entrambe gestivamo il mondo della carità..........poteva quindi fare da sola se la sarebbe cavata anche senza il mio aiuto.......una volta che quel povero uomo avesse preso una decisione......sarei andata a casa......a quel punto io non avevo nulla a che fare con nessuno......i Taddei erano un affare di mio marito.......ero stanca......solo a vedere certi comportamenti.....
Guisgard
03-02-2015, 01.56.56
A quei gesti e a quelle parole di Altea e di Elisabeth uno strano silenzio calò nella sala.
Dopo la morte di Guisgard, infatti, molti dei simpatizzanti e dei nostalgici dei Taddei avevano preferito lasciare il palazzo, o erano stati costretti a farlo.
Dunque ben pochi di quelli rimasti potevano definirsi filo Taddeidi.
Il mendicante però ringraziò le due belle dame che si erano esposte per lui.
Mangiò e ringraziò Dio per la loro generosità.
“E sia...” disse Cimmiero “... nessuno di noi intende offendere le due gentili dame accorse in caritatevole soccorso di questo straccione. Dunque egli resterà al nostro cospetto, a far compagnia ai servi ed ai cani, in attesa degli avanzi della nostra tavola.”
Guanto rise, subito seguito dai suoi tirapiedi.
“Hai sentito, no?” Gvineth al mendicante. “Raccontaci una delle tue storie adesso.”
“Si, magari sui Taddei!” Divertito Cimmiero. “Mi piacciono le storie di fantasmi! E questo sono oggi i Taddei! Dei fantasmi!”
E tutti risero.
Intanto, tornate ai loro posti, sia Altea che Elisabeth dovettero subire le critiche rispettivamente del nonno e del marito.
Mandus riprese a bassa voce voce sua nipote, per essere stata un po' troppo irriverente verso i nuovi signori del ducato e De Gur ammonì sua moglie, per essersi esposta ed essere stata poco cortese verso i due attuali dominatori di Capomazda.
Il mendicante, però, finito il suo pasto ed incoraggiato dalla generosità di Altea e di Elisdabeth, prese un flauto che aveva con sé e cominciò a suonare una malinconica melodia.
“Io so...” mormorò, tra una nota e l'altra “... so cosa accadde ai Taddei... li ho conosciuti ed ho servito per molto tempo in questo palazzo, quando a governarlo vi era il grande Taddeo Austero... ed ero con lui in molte sere, illuminate dall'incanto della Luna ed impreziosite dallo scintillio delle stelle... ed in quelle sere abbiamo camminato insieme, tra il cortile e la strada, fino a giungere ai limiti della campagna circostante... ed egli mi ha confessato, in una di quelle sere, i suoi timori... l'Austero non aveva paura di niente e di nessuno... eppure qualcosa lo turbava da tempo... qualcosa di oscuro, di enigmatico... ed egli temeva non solo per sé, ma per tutta la sua famiglia... ed infatti, come un sinistro presagio, una notte tutte le sue paure si sono confermate... una notte l'Austero ero uscito in cortile, restando a fissare le tenebre che avvolgevano la campagna... quella campagna che tanto aveva terrorizzato i suoi antenati... si... i Taddei, i guerrieri più forti del mondo, avevano paura... qualcosa in quella campagna li tormentava e spaventava... qualcosa che giungeva da lontano, forse dagli inferi... e in quella campagna, celato fra la notte ed i suoi fantasmi, quel qualcosa restava ad attenderli... ed in quella maledetta notte si è portato via l'Austero...” alzò gli occhi su tutti i presenti, per poi indugiare con lo sguardo su Cimmiero e su Gvineth “... la Gioia... è stata la Gioia dei Taddei...”
Guisgard
03-02-2015, 02.05.14
“Immagino.” Disse Sartios a Clio. “Un tipo simile non passa inosservato. Non se ne vedono tanti in giro con simili dimensioni. Io stesso gli ho chiesto di combattere, promettendogli un ottima paga. Ma non c'è stato verso. In verità lui non ha detto quasi nulla. Era l'altro, quello che lo accompagnava, a dirmi che non erano interessati. In realtà non mi sembravano tipi in cerca di guadagni. No, di soldi ne avevano. Almeno questa è la sensazione che ho avuto io. Comunque non erano stranieri. No, avevano un accento non troppo diverso dal nostro. Forse venivano da qualche città vicina, magari poco fuori i confini di Miral, ma sicuramente non situata più a Sud della grande pianura Padus.”
Annuii a Sarios, pensierosa.
Chi potevano mai essere?
Dovevo tornare a casa e vedere se c'era un messaggio in quell'immaginetta lasciata davanti alla mia porta.
"Beh, mi verrà in mente prima o poi.." Distrattamente "Alla prossima Sarios.." Con un cenno di saluto.
Così mi incamminai verso casa, sempre più curiosa di scoprire cosa si celasse dietro quei due uomini.
Guisgard
03-02-2015, 02.22.55
Le strade di Miral erano ormai buie e deserte.
Una leggera e soffusa umidità accarezzava i muri e i ciottoli, rendendo quella sera intrisa di velata apatia.
Clio le attraversava in silenzio, con la strana e sgradevole sensazione però di essere seguita.
Eppure era da sola, fatta eccezione per le ombre della notte.
Alla fine la ragazza arrivò davanti alla sua casa, trovando, dove li aveva lasciati, il sacchetto e il Santino posati là dai due monaci.
Camminavo svelta, senza guardarmi intorno, eppure era come se qualcosa mi inquietasse.
Accellerai il passo, lasciando quella buia zona dietro di me, verso la tranquilla via della mia casa.
Prima di entrare, però, raccolsi il sacchettino e il santino.
Appena entrata, mi sedetti in una poltrona dello studio, con un bicchiere di vino accanto a me, e mi misi ad esaminarli colma di curiosità.
"Vediamo un po'...." Mormorai tra me e me.
Guisgard
03-02-2015, 02.38.51
Clio raccolse il Santino ed il sacchetto, per poi rientrare in casa, prendere del vino e sedersi nel suo studio.
Il Santino raffigurava Sant'Abrogio.
Il sacchetto invece, aperto dalla ragazza, presentò al suo interno delle erbe tagliate minuziosamente, dal forte odore che le rendeva in realtà più simili a qualche tipo di fungo.
Ed infatti quel forte odore, a contatto con i sensi della piratessa, cominciò a causarle dei forti capogiri.
Tutto intorno a lei iniziò a ruotare sempre più forte, fino a quando la ragazza cadde a terra priva di conoscenza.
Pian piano Clio riaprì gli occhi.
Ci mise un po' ad abituarsi alla luce soffusa che la circondava.
Con ogni probabilità aveva dormito per parecchie ore.
Poi, a poco a poco, cominciò a rendersi conto dell'ambiente in cui si trovava.
Era stesa su un lettino, in una stanza di pietra, umida e fredda.
E dall'estero giungevano voci e rumori confusi.
Aprii gli occhi, confusa e frastornata.
Ma immediatamente compresi.
"Te l'avevo detto io di stare attenta... Ti sei fatta giocare come un fesso!" Mormorava una fastidiosa vocina dentro di me.
Come avevano fatto ad entrare in casa?
Ma soprattuto chi mi aveva portato in quello strano posto e perché?
Ero sempre più confusa, così mi alzai, guardandomi attorno, dovevo capire dove diavolo mi trovavo.
Ero forse prigioniera?
"No, guarda.." Sarcastica quella vocina.
Così, cercai di capire se potevo uscire da quella stanza e raggiungere quelle voci oppure no.
Guisgard
03-02-2015, 03.10.51
Clio si alzò e cominciò ad osservare la stanza in cui si trovava, mentre dall'esterno si udivano ancora quelle voci e quei rumori confusi.
Poi ad un tratto la porta si aprì e qualcuno apparve sulla soglia.
Era un uomo dall'aspetto pacato, i capelli lunghi e neri ed il volto pulito.
Ed alle sue spalle, entrando nella stanza insieme a lui, vi era il gigantesco individuo che Clio aveva visto all'incontro.
“Vedo avete ripreso conoscenza.” Disse l'uomo dai capelli lunghi. “Lasciate che mi presenti... il mio nome è Riccado e lui” indicando il gigante che era con lui “è Kog. E questo in cui ci troviamo è il castello di Don Azable, signorotto di queste terre. Ditemi, state bene? Vi occorre qualcosa?”
Altea
03-02-2015, 15.12.01
Mi misi ad ascoltare il mendicante e qualcosa di nostalgico si impossessò di me, quando finì mi voltai verso mio nonno e parlai sottovoce "Era il tuo migliore amico..Taddeo l' Austero, ora vuoi rinnegare pure questo? Vorresti io rinnegassi pure l' amicizia tra me e Guisgard, rimpiango solo di non essere partita per Sygma con mio padre e mia madre..mio padre fu uomo di principio, alla morte di Guisgard decise di andarsene perchè i de Bastian erano venuti qui a servigio e in amicizia dei Taddei..mi hai persa, non mi vedrai più".
Mi alzai dal tavolo e mi scusai, dissi mi era preso un tremendo mal di testa forse per le tensioni di prima e passando vicino al mendicante gli dissi.."Grazie per la magia delle vostre parole..in me saranno sempre vive".
Uscii dalla stanza e scesi nel giardino a prendere aria e mi sedetti su una panchina al riparo e guardai il Cielo..quante volte avrei desiderato vedere la Santa Caterina arrivare e portarmi via e poggiai la testa sul braccio appoggiato alla panchina.
"L' afa si stava facendo sentire troppo quella sera a Las Baias, alzai la veste legandola e camminavo sul bagnasciuga cercando frescura nell' acqua.
Una carrozza signorile si fermò proprio davanti alla mia dimora e scese un uomo dai capelli neri mossi dalla brezza calda e sorrisi.."Guisgard sono qui, hai accettato il mio invito" e gli feci un cenno di saluto, correndo affinchè non gli venisse la strampalata idea di gettarsi nella acqua.
La carrozza partì e lui mi guardò scuotendo il capo.."E io avevo sempre pensato fossi cosi pacata, acqua e sapone e invece? Te ne vai in giro a gambe nude e magari distraendo i nostri ufficiali" e rise abbracciandomi.
Ad un tratto si sentì una voce cantare e apparve una piccola barca con la lampara..era Sam e sembrava avesse del pescato e si accorse della mia presenza, giunse fino a riva scendendo e guardandoci.."Non ditemi duchessa, finalmente avete messo la testa a posto e vi siete fidanzata?".
Avvampai e mi voltai per non farmi vedere da lui..anche se immaginavo sapesse del mio Amore ancora vivo per lui.."E' l' Arciduca..Sam..magari potresti prepararci qualcosa".
Il vecchio marinaio si scusò e fece un inchino ma Guisgard, con la sua semplicità, gli disse di alzarsi, ci sedemmo in riva al mare e Sam arrostì il pesce appena pescato.."Sam è uno dei miei migliori amici, dopo di te ovviamente, ecco perchè ho sempre cercato rifugio qui a Las Baias nonostante questo posto mi ricordi la scomparsa misteriosa di Costanza".
La serata passò davanti al falò e tra i racconti di vecchi marinai e leggende narrate dal pescatore.
Sam se ne andò e noi entrammo in casa.."Dimmi Guisgard, non ti manca quella libertà della Santa Caterina? Eravamo felici dopotutto, non me ne parli mai ma a volte mi chiedo se sei felice" e lui mi guardò con quel suo sguardo enigmatico del colore del mare.
No, non dovevo piangere, un nodo in gola si impossessò di me e respirai forte, l'indomani me ne sarei andata da questa fasulla Corte, sarei andata da mia sorella Azzurra e le sue bambine ma prima dovevo parlare col diacono per quanto riguardava il ciondolo.
Mi alzai e mi diressi verso la cappella, la luce era accesa nella casa del diacono e bussai.."Scusate l'ora tarda, sono la duchessa de Bastian, vengo per quella collana che vi ho fatto recapitare e forse per trovare un pò di pace pure nella Casa del Signore".
Guardai quegli uomini stranita, chinando appena il capo prima in direzione di Riccardo e poi di Kog in segno di saluto mentre si presentavano.
"Immagino che voi sappiate chi sono io.." Con un vago sorriso.
"Sto bene, non temete... Se ho bisogno di qualcosa?" Sorpresa "Vediamo... Dite qualcosa come una spiegazione?" Pacatamente "Si, ecco... Quella la gradirei volentieri, se non vi dispiace!".
elisabeth
03-02-2015, 16.12.51
De Gur era una furia repressa....mi passo' il suo piatto pretendendo che mangiassi......ma non avevo appetito e non conoscevo questo suo lato collerico.....non si finisce mai di conoscere qualcuno.......invidiai Lady Altea se ne era andata.....da moglie non potevo fare lo stesso...lo avrei messo in ridicolo.....e non avrei mai fatto nulla del genere....." Un'ora fa ...ti avevo mandato a cercare perchè stavo male e volevo tornare a casa.....ma Lord Guanto e' stata la persona che mi stava accompagnando in malo modo alla carrozza se non fosse intervenuto Lord Gvineth.......dov'eri ?.....troppo impegnato immagino..........trova tu la scusa per riaccompagnarmi a casa.......quell' uomo ha superato l'umiliazione di due balordi ...e ha raccontato una storia degna di essere ascoltata e vissuta.....ora.....staro' buona buona.....ma non avrai il tempo di un'intera notte...."......
Non c'erano mai stati grandi scontri tra noi....mi ero abituata alla vita che si racchiudeva al castello.....e per lunghissime notti gli avevo raccontato...della mia vita passata..........mi aveva aiutata a riprendermi e a trovare il giusto equilibrio...ma poi Lord Guisgard.....scomparve improvvisamente.....e da quel giorno cambio' ogni cosa....Nettuno divenne nervoso e piu' assente da casa.......passavo piu' tempo con i poveri al monastero che con lui......eppure la sera...accanto a quel fuoco che alimentavo con il cuore e con la legna...lo attendevo....uno scialle stretto al petto....mentre guardavo fuori dalla finestra....Quel Castello era enorme.....troppo grande per una persona sola....
Guisgard
03-02-2015, 19.40.21
Altea raggiunse la cappellina di palazzo, vi entrò e trovò al suo interno il giovane diacono impegnato a sistemare alcuni ceri davanti alla statua di San Biagio, per la festività del Santo che cadeva proprio oggi.
“Prego, madama...” disse voltandosi verso la dama “... venite pure avanti. La Casa del Signore è sempre aperta.” Facendole un gentile cenno per farla sedere su una delle tante panche vuote. “Si, ho veduto la vostra collana. Un oggetto molto bello, devo dire. Semplice, ma di buonissima fattura. Cosa volevate sapere di particolare?”
Altea
03-02-2015, 19.45.52
Mi misi davanti alla statua di San Biagio e pregai accendendo un cero e poi mi sedetti col giovane diacono.."Volevo sapere prima di tutti il simbolo impresso..quella civetta col carciofo tra gli artigli..un familiare dei Taddei mi ha dato una ipotesi ma non ne sono sicura..voi che pensate? Siete giovane vedo..ma questo non implica voi abbiate le giuste conoscenze, e poi la scritta impressa...l'ho trovata nella mia camera per caso, non per caso a mio parere, nulla è per caso..qualcuno l'ha messa".
Guisgard
03-02-2015, 19.46.56
Riccado sorrise a Clio.
“In verità” disse poi “è la prima volta che vi vedo in vita mia. E credo che nessuno qui al castello sia più fortunato di me.” Con un lieve cenno del capo. “Devo dire siete molto bella.” Sorridendo di nuovo. “Naturalmente una spiegazione è il minimo. In realtà vi trovate qui per puro caso. A noi interessava il fodero che avete acquistato dai Marzi. E siccome non è stato possibile trattare con voi circa un suo acquisto da parte nostra, ecco che siamo stati costretti ad invitarvi, diciamo così, in questo maniero. Tutto qui. Di voi sappiamo solo il nome, perchè siete stata nominata durante quell'incontro sostenuto ieri.”
Guisgard
03-02-2015, 19.51.55
“Ora calmati, Elisabeth...” disse sottovoce De Gur a sua moglie “... sono stato impossibilitato a raggiungerti prima. Non sono qui per diletto, ma per svolgere il mio compito a corte. E non temere, la cena finirà presto e troverò una scusa per accompagnarti al castello o farti condurre là da qualcuno.”
Il racconto del mendicante terminò poco dopo, lasciando una strana inquietudine nella sala.
“E tu che sembri conoscere bene i Taddei...” Cimmiero allo straccione “... come un cane conosce le abitudini dei suoi padroni... dì un po'... secondo te come sono morti? Davvero quella che chiamano Gioia nasconde uno spiritello?”
Tutti risero.
“Per voi è fortuna, no?” Fissandolo il mendicante. “Così potete ingrassare a questa tavola senza preoccupazioni.”
“La tua insolenza non ha limiti, porco!” Esclamò Gvineth.
“Non perdiamo la testa...” con un cenno Cimmiero “... questo pezzente non ha ancora risposto...”
“I Taddei sono morti magari per mano di uno dei loro nemici.” Ridendo Guanto. “Ne avevano tanti.”
“I Taddei erano tutti invincibili guerrieri.” Disse il mendicante.
“Già...” annuì Guanto “... si dice che Guisgard fosse un arciere d'eccezione... chissà se bravo quanto me...”
“Dateci una dimostrazione, milord!” Uno dei suoi compagni.
Guanto allora prese un arco, vi incoccò una freccia e senza dire nulla trafisse il povero mendicante, spaccandogli il cuore con un colpo tanto preciso, quanto letale.”
“Altro che gioia!” Divertito Cimmiero. “Avrà sentito molto dolore!”
E tutti risero.
Incrociai le braccia.
"Ah, intendete rubare il mio prezioso fodero, dunque... Oppure l'avete già fatto? No, in tal caso non sarei qui..." con un sorriso divertito.
In effetti l'avevo nascosto bene prima di scendere per la visita dei finti monaci.
"Certo, anch'io quando non riesco a comprare qualcosa rapisco il proprietario... come ho fatto a non pensarci!" sarcastica.
"Però sono curiosa.. come siete entrati in casa mia? Ho speso una fortuna per renderla sicura..." vagamente infastidita "Ebbene, credo che dovrete spiegarmi cos'ha quel fodero di tanto speciale da farvi incomodare così tanto per lui...".
Nonostante la situazione, ero sempre più incuriosita dal fodero.
Guisgard
03-02-2015, 19.58.05
“Io” disse il diacono ad Altea “non ci vedo nulla di strano o misterioso. E' un ciondolo particolare, ma nulla di più secondo me. La civetta ed il carciofo quasi sicuramente rappresentano un casato o qualcosa del genere. Quanto alla scritta, sinceramente penso sia messa più per attirare l'attenzione, che altro. Forse è una dedica d'Amore di qualche fidanzato alla sua amata.” Sorrise. “Questo credo. Ma se avete dei dubbi potrei indicarvi qualcuno con più conoscenze di me. Sono certo che vi dirà le stesse cose, ma magari poi sarete più tranquilla.”
Guisgard
03-02-2015, 20.05.01
Riccado sorrise a Clio.
“Non siete certo prigioniera qui.” Disse il giovane uomo. “Io non sono né un guerriero, né tanto meno un carceriere. Sono uno studioso di storia, se proprio volete saperlo e nessun altro in questo castello è un assassino o un lestofante. Come detto, siamo tutti agli ordini di un potente signorotto.” Annuì. “Comunque si, a noi interessa il fodero. Lo abbiamo cercato nella vostra casa, senza recarvi danno sia chiaro, ma non siamo riusciti a trovarlo. Come siamo entrati? Oh, non è importante questo. Siete una combattente e sapete meglio di me, che invece sono uomo di lettere e non di armi, che i migliori soldati sono molto ambiti e di certo al nostro signore non mancano i fondi per assoldarli. Ora, vendeteci il fodero e noi vi lasceremo andare. Mi sembra un ottimo compromesso.”
Altea
03-02-2015, 20.05.05
Ascoltai attentamene il giovane diacono.."Appunto..per me ha importanza..io me ne sono andata da qui la stessa notte della morte dell' Arciduca ed ero appena arrivata da Las Baias, ed egli era con me due ore prima della sua morte..sono tornata da due giorni abbandonando il lutto e ho trovato questa collana..a che motivo...un pò le vostre supposizioni le hanno già dette altre due persone, prego ditemi a chi dovrei rivolgermi" e sorrisi a quel diacono..vi era solo lui a corte come chierico?
Guisgard
03-02-2015, 20.10.50
“Fossi in voi” disse il diacono ad Altea “mi rivolgerei al Priore Tommaso, visto ritenete questa collanina così speciale. Egli non è solo un uomo di Fede ed eccellente teologo. Il Priore Tommaso è un uomo di scienza, una mente eccelsa e di ampie vedute. Possiede una cultura enciclopedica e se anche lui vi dirà, come credo, che questa collanina non cela nessun segreto, allora potete esser certa di ciò. Se volete io domani devo incontrarlo. Potete venire con me o lasciarmi la collanina ancora un po' ed io la mostrerò al Priore.”
"Ha importanza per me..." Mormorai "Non è molto cortese frugare in casa altrui, non credete?" Con un lieve sorriso.
"Beh, dalle vostre parole deduco di essere prigioniera eccome, considerando che volete un riscatto per lasciarmi libera.." Tranquillamente "Potrei vendervi il fodero, certo... Ma ancora non mi avete detto perché lo volete tanto... E comprenderete che a questo punto avete suscitato la mia curiosità..".
Altea
03-02-2015, 20.17.41
"Voi non date valore alle cose anche semplici..non so come vi chiamate neppure, fosse pure un oggetto semplice ma magari diretto a me potrebbe essere un oggetto importante..dipende dai punti di vista..comunque verrò con voi dal Priore Tommaso, sembra un uomo singolare ed è mio interesse conoscerlo" lo guardai pensando era scorbutico quanto i suoi nuovi padroni.
Mi alzai, quel giovane non mostrava nulla della propria cristianità e dissi mi sarei fatta trovare pronta al mattino presto anche perchè dovevo andare nell' orfanotrofio.
Mi congedai senza troppi convenevoli e raggiunsi la mia camera.
elisabeth
03-02-2015, 20.23.24
" Mi accompagnerai tu a casa....lo preferirei...."...seduta ascoltavo le chiacchiere dei commensali...sino a quando tutto precipito'.....la voce alterata di Lord Gvuineth......e le risposte taglienti del mendicante sino a quando...Lord Guanto prese un'arco..la freccia...e deciso...uccise il mendicante.....Rimasi senza respiro....mi alzai da tavola come una furia....andai vicino al mendicante......e mi accorsi che Lord Guanto era stato preciso e sanguinario......" Siete bravissimo Milord...eccellente.....mi e' sempre piaciuto l'arco....mi piacerebbe provare..sareste cosi' gentile ?..."....Gli andai incontro e presi dalle sue mani l'arco......presi una freccia......" Vediamo se avete il coraggio di farmi da bersaglio.......io penso che siete un uomo oltremodo coraggioso....mettereste una mela sulla vostra testa ?...vediamo cosa riesco a fare......che ne dite ?...".....posizionai la freccia all'interno dell'arco ed attesi....
Guisgard
03-02-2015, 20.31.06
“Non prigioniera, ma ospite.” Disse Riccado a Clio. “Comunque, se proprio tenete a saperlo, i funghi nascosti nel sacchetto hanno un potente effetto allucinogeno e non è difficile controllare la volontà di chi ne ha subito il forte odore. Siete stata voi ad aprirci la porta, obbedendo al comando che da fuori vi è stato impartito. Tutto qui.” Sorrise. “Comunque non è di un riscatto che si parla, ma di fissare il prezzo per quel fodero. Il nostro signore è un appassionato d'armi e ne ricerca continuamente di particolari. Ed ora è il vostro fodero che lui vuole per la sua collezione. Avanti, siate ragionevole e fissate un prezzo.”
Guisgard
03-02-2015, 20.38.06
Altea lasciò la Cappella di Palazzo e si diresse verso la sua camera.
Ma nel passare davanti alla sala in cui tutti stavano cenando, sentì delle voci allarmate.
All'interno, infatti, Elisabeth aveva imbracciato un arco, chiedendo a Guanto di farle da bersaglio.
De Gur, a quella scena, scattò in piedi e raggiunse sua moglie, togliendole l'arco con un gesto deciso.
“Non essere sciocca.” Disse. “Ti stai rendendo ridicola, Elisabeth.”
“Già, vostra moglie ha troppo a cuore la vita di pezzenti e poveri.” Con disprezzo Guanto.
“E' però più coraggiosa di voi.” Intervenne Gvineth. “Dopotutto non avete accettato di fare da bersaglio.”
“Il vostro sarcasmo è del tutto fuori luogo, milord.” Replicò seccato Guanto.
elisabeth
03-02-2015, 20.43.55
Era guerra...bene e guerra sia....." Andiamo De Gur....lo sapete che amo l'arco e infondo ho notato che questa e' una serata di grande divertimento...piu' uomini si uccidono e piu' moriremo dalle risate....siete accorso ancora in mia difesa Lord Gvineth........ebbene Lord Guanto......sto aspettando......la vostra dimostrazione di coraggio...infondo dovrete difendere Lord Cimmiero se mai siederà sulla poltrona......quale migliore dimostrazione di lealtà nei suoi confronti.,....De Gur per favore ...rendetemi l'arco....i guerrieri non sono mai ridicoli.....di qualsiasi sesso fossero..."........
Altea
03-02-2015, 20.47.31
Camminando per il corridoio raggiungendo la camera sentii del trambusto nella sala, mi affacciai e vidi il povero mendicante morto e colpito da una freccia ed Elisabeth che tentava di essere una novella Guglielmo Tell e guardai la scena a mani conserte disgustata e la lite che scoppiò dopo fu ancora più patetica..non sarebbero andati avanti per molto, ma mio nonno non se ne rendeva.
Sorrisi per un attimo e corsi in camera e presi un arco col simbolo taddeide, era di Guisgard e tornai nella sala.."Signori...vi prego..aspettate vi mostri qualcosa".
Misi tre mele una dietro l' altra sopra un mobile, presi la mira con la freccia e le infilzai tutte e tre in un colpo soddisfatta, prendendo poi la freccia con le tre mele.."Ehh..bel colpo vero..dovremmo brindare alla bravura del mio maestro" e mostrai il possente arco in mano col simbolo taddeide.."Ma non posso svelarvi il nome...avanti brindiamo alla bravura e alla grandezza del mio maestro di arco" era cosi divertente prenderli in giro e feci l' occhiolino a lady Elisabeth.."Ora volete mostrarci voi milady la vostra bravura, sir Guanto non avrete mica paura, un uomo cosi abile come voi".
Guisgard
03-02-2015, 21.00.37
“Ora basta.” Disse all'improvviso Cimmiero, seccato ed alterato dai comportamenti di Elisabeth prima e di Altea poi. “Questa corte non è un teatro ed io non tollero questa farsa.”
Amche Mandus si alzò e riprese sua nipote davanti a tutti, per poi chiedere scusa a Cimmiero ed a Guanto a nome della dama.
Pure De Gur mostrò insofferenza verso sua moglie, negandole la sua richiesta di riavere l'arco.
“Suvvia, milady...” Gvineth ad Elisabeth “... se volete vi farò io da bersaglio... ma non qui... andiamo, anche a me l'atmosfera di questa sala comincia a farmi innervosire...” guardò De Gur “... permettete che accompagni io vostra moglie al vostro castello? Se ella è d'accordo, naturalmente.”
“Certo, milord.” Annuì De Gur.
elisabeth
03-02-2015, 21.08.37
Credo che la rabbia avesse dipinto il mio volto di un rosso porpora.......quell'arco ....riaverlo tra le mani........ero cresciuta.....ognuna di noi sull'isola era cresciuta.....conoscendo l'arco come una parte del proprio corpo.....la Dea Diana ne era l'emblema......De Gur mi aveva delusa......trattenni le lacrime......." Vi ringrazio Lord Gvineth.....a quanto pare mio marito non ha nessun problema....non vedo perchè dovrei crearmene io.......spero di rivedervi a casa....a presto De Gur......."........Sei la mia unica fonte di vita......sei l'unica persona di cui mi fido...eppure non esiti a mettermi sulla prima carrozza che passa....per i privilegi di corte.......
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Altea
03-02-2015, 21.14.49
"Questa corte non è un teatro..è alla deriva..la corte più grandiosa del regno e voi che vi beccate e venite a fare la paternale a me? Non preocccupatevi non ci tengo a rimanere in questa corte. Infatti domani, appena sbrigata una faccenda, ho già disposto per la mia partenza e dubito ne farò ritorno..bene..vado a riposare..e buon proseguio di serata miei signori".
Uscii con l' arco in mano di Guisgard..abbiamo fatto un ottimo lavoro pure stavolta, amico mio..anzi me lo porterò via..porterò via tutto di me da questa Corte.
Entrai nella camera, mi lasciai scivolare la veste e mi immersi in una bella vasca con essenze di lavanda.
Indossai la camicia di seta bianca e mi infilai nel letto...domani avrei incontrato quel priore e qualcosa mi diceva sarebbe stato un incontro interessante, rimasi per un pò con gli occhi aperti e poi mi addormentai.
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Guisgard
04-02-2015, 01.26.25
Gvineth fece preparare la sua carrozza e poco dopo lasciò il palazzo insieme ad Elisabeth, diretti al castello di De Gur.
Questi era rimasto invece a corte, per svolgere alcuni compiti pressola Guardia Ducale.
La carrozza raggiunse la campagna umida su una stretta stradina, che dalla capitale conduceva verso il castello, sito poco fuori i confini cittadini.
E la campagna, bagnata dalle copiose piogge del giorno e ammutolita dal profondo silenzio della notte, accoglieva ed avvolgeva il cammino della vettura, quasi immergendola in uno scenario incantato e surreale.
“Questa campagna” disse Gvineth fissando il buio dal finestrino “è affascinante a quest'ora... voi non credete?” Voltandosi poi verso Elisabeth. “Non so, ma guardandola col buio mi viene da immaginare tante cose.” Sorrise. “Da piccolo lo facevo spesso. Guardavo gli alberi nel buio, le montagne lontane e le sagome dei loro castelli, immaginando le storie che mi raccontavano mia madre e mia sorella.” Rise piano. “Ma devo dire che vedervi imbracciare quell'arco e chiedere a quel pallone gonfiato di Guanto di farvi da bersaglio supera di gran lunga tutte quelle storie narratemi da piccolo. Devo ammetterlo, siete una donna dalle mille risorse. Il comandante De Gur è un uomo molto fortunato.”
Sospirai, la faccenda stranamente mi divertiva.
Infondo, pensai, non avevo un legame con quel fodero, mi aveva colpito, tutto qui.
Ma nonostante questo non ero stata disposta a venderlo, e adesso mi trovavo lì.
Doveva avere davvero molto valore, io l'avevo pagato pochi spiccioli.
"Non mi sembra di avere molta scelta..." mormorai, scuotendo la testa.
Ero curiosa di vedere quanto erano disposti a pagare, così decisi di sparare in alto.
"Beh, visto che ci tenete tanto, e tutti i guai che mi avete combinato non aspettatevi un prezzo di favore... diciamo.. cento ducati?" con un sorrisetto divertito.
Doveva sicuramente nascondere qualcosa quel fodero.
Guisgard
04-02-2015, 01.34.59
Il paesino era immerso nel buio e tutto intorno era piombato in un cupo silenzio.
A romperlo vi era però il rintocco della campana, che echeggiava per le strette stradine.
Altea le percorreva a passo svelto, intimorita com'era dal fatto di essere da sola in quel luogo.
Ma mentre camminava, ad un tratto, cominciò a sentire una strana sensazione.
Come se qualcuno la stesse seguendo.
Si voltava, ma non vedeva nessuno dietro di lei.
Tuttavia continuava a camminare.
Ma dopo alcuni istanti cominciò ad udire una voce.
Prima lontana e vaga, poi più vicina e nitida.
Era stridula e pareva volteggiare tra l'umidità e l'inquietudine della notte.
E sembrava, man mano che si avvicinava, simile ad un lamento.
Chiamava un nome quella voce.
Un nome che Altea riconobbe subito.
Era il nome di Guisgard.
Quello era il nome che quella voce così sinistra invocava, come un predatore in cerca della sua vittima.
Altea si svegliò di colpo.
L'alba era ormai prossima.
Guisgard
04-02-2015, 01.45.01
“Cento Ducati...” disse Riccado a quella richiesta di Clio “... in effetti è una cifra molto alta... ebbene, non credo vi saranno problemi.” Si voltò verso il gigante che era entrato con lui e gli fece cenno di andare. “Bene, visto siamo giunti ad un accordo non vi è più motivo per lasciarvi in questa poco accogliente stanza. Prego, seguitemi.” A Clio.
Ed uscirono.
Raggiunsero un piano inferiore, dove Riccado pregò Clio di attenderlo là.
Ritornò poco dopo, ma insieme ad un altro individuo.
Era un uomo dallo sguardo austero e dai lineamenti marcati, facendolo apparire come un individuo poco incline al dialogo ed al confronto.
“Questi è messere Samondo.” Riccado alla ragazza, indicando l'uomo. “Amministratore del signore del castello.”
“Lasciamo perdere i convenevoli.” Sbottò Samondo. “Vi avverto” fissando Clio “che non siete nella condizione di tirare troppo la corda.”
“Col dovuto rispetto” fece Riccado “io non credo che la faccenda possa risolversi così...”
“Per favore.” Lo zittì Samondo. “Sono io l'incaricato per risolverla. E di certo non ho intenzione di trattare a certe condizioni.” Tornò a guardare Clio. “Non vi saranno offerti più di cinquanta Ducati. Prendere o lasciare.”
Ero convinta che mi avrebbero riso in faccia, invece pur capendo che avevo esagerato, non sembrava scomporsi.
Possibile? Nascosi la mia sorpresa ma ero davvero perplessa.
E mi permisero addirittura di lasciare la stanza, incredibile.
Li seguii docile, sempre più incuriosita da quella faccenda.
Arrivò un certo Sasmondo, che già dall'aspetto mi piaceva poco.
Non che mi importasse dei soldi, ma non amavo certi atteggiamenti.
"Voi dite? Uccidetemi, e non troverete mai il fodero, torturatemi e per principio non dirò una parola..." mormorai, con un sorriso enigmatico "Avete abusato del mio tempo, e il mio tempo costa molto più di quanto possiate immaginare.. vi verrò incontro.. diciamo.. 75 ducati? Dimenticate che avevo detto espressamente che non era in vendita... ".
Era una questione di principio ormai.
Guisgard
04-02-2015, 02.09.57
“Io credo” disse Riccado “che si possa arrivare ad un accordo se...”
“Me ne occupo io.” Lo interruppe Samondo. “Ascoltatemi...” fissando Clio “... siete una mercenaria che passa i suoi giorni liberi a combattere in ambienti e condizioni che di legale hanno ben poco. Non siete dunque in grado di imporre niente. Vi ripeto, cinquanta Ducati al massimo. Altrimenti non riceverete nulla in cambio del vostro fodero.”
“Cosa succede qui?” All'improvviso una voce. “Ah, vedo che la nostra ospite si è ripresa bene. Infatti lord Azable aveva appunto chiesto di lei.”
Era un uomo che tradiva molta sicurezza in se stesso, dai modi decisi, ma cortesi.
“Prego, seguitemi.” Rivolto poi a Clio.
Condusse così la ragazza in una vasta sala, colma di animali impagliati e armi di tutti i tipi alle pareti.
E in fondo alla sala, seduto ad una spessa tavola, vi era un uomo.
Aveva un aspetto semplice, ma vestiva con ostentata eleganza.
“Milord, ecco la ragazza...” mormorò quello che aveva portato Clio in quella sala, per poi uscire e lasciarla sola col suo padrone.
“Venite pure avanti...” l'uomo alla piratessa “... ero curioso di conoscervi. Mi hanno parlato molto di voi i miei uomini.”
Sasmondo mi piaceva sempre meno.
Stavo per rispondergli, ma qualcuno ci interruppe così mi limitai ad un sorriso enigmatico.
Se credeva di mettere in soggezione me, ne aveva di strada da fare.
Sapevo essere incredibilmente testarda quando volevo, e dunque molto spesso.
Seguii docilmente l'uomo, in effetti ero anche io curiosa di conoscere questo Azable di cui tanto mi avevano parlato.
Mi condusse in una sala, per poi lasciarmi sola con quello che doveva essere il suo padrone, che mi fece cenno di avvicinarmi.
Sorrisi alle sue parole.
"Non molto bene, presumo..." con un sorrisetto divertito "Devo dire che anche io ero curiosa di conoscere chi brama tanto il mio prezioso fodero.." gentilmente.
Guisgard
04-02-2015, 02.25.22
“Bene.” Disse sorridendo Azable a Clio. “Vedo che non amate i giri di parole. Ebbene, guardatevi intorno...” indicando i cimeli di quella sala “... sono un collezionista... il più grande collezionista del mondo... qui ed in altre parti del castello vi sono armi incredibili, straordinarie, uniche... e sono mie.” Annuì compiaciuto. “I miei uomini, che sguinzaglio in giro, sempre in cerca di nuove armi per me, mi hanno riferito di quel vostro fodero... sappiate che mi ha subito incuriosito... voglio vederlo... osservarlo, studiarlo...”
Sorrisi ad Azable, guardandomi attorno.
Dovevo dire che credevo la storia del collezionista un po' una montatura, invece era vera.
"Beh, io non amerò i giri di parole.. ma voi mi sembrate il tipo d'uomo che non sa accettare un no come risposta.." mormorai, divertita "Sbaglio?" candidamente.
"Già, è un curioso manufatto.. molto interessante a mio avviso.." con un sorriso beffardo "Per questo l'ho comprato.. per poterlo osservare, studiare.. e usare, ovviamente.." incrociai il suo sguardo "Anche io amo collezionare armi particolari, uniche nel loro genere... magari con una storia alle spalle... ma non usarle sarebbe un terribile spreco a mio avviso... dunque temo di non essere un vero collezionista.." mi guardai attorno "La vostra collezione dev'essere a dir poco stupenda, se contiene armi straordinarie, uniche...".
Guisgard
04-02-2015, 02.45.36
Azable rise compiaciuto a quelle parole di Clio.
“Si, dite il vero.” Disse. “La mia collezione è straordinaria e vanta armi incredibili e in molti casi uniche. Anzi, vi rivelerò un segreto, così che comprenderete che per essere il più grande collezionista del mondo non bisogna mai accettare un no come risposta.” Annuì.
Si avvicinò poi al camino e spostando una delle sue pietre azionò un passaggio segreto.
Si mostrò così ai due una grande stanza piena zeppa di armi di ogni genere.
“Qui troverete armi inimmaginabili...” continuò “... armi appartenute a grandi sovrani e grandi condottieri... e volete sapere perchè mi definisco il più grande collezionista del mondo? Perchè tra breve arricchirò la mia collezione con un'arma fantastica. La spada più famosa del mondo. Quella cantata da artisti per secoli. Sto parlando della leggendaria Parusia, l'indistruttibile spada dei Taddei.” Con tono trionfante.
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Gli sorrisi, vagamente divertita, per poi seguirlo verso il camino.
Azionò un congegno, e si mostrò una stanza piena di armi di ogni tipo.
Restai in silenzio con gli occhi spalancati, estasiata da quella visione.
Ma le parole dell'uomo mi riportarono immediatamente alla realtà.
Parusia...
I Taddei...
Guisgard...
Cercai di restare impassibile, come se una fitta non mi avesse trapassato il cuore, come ogni volta che sentivo nominare lui o il casato.
E improvvisamente mi chiesi che fine avesse fatto Mia Amata.
"Parusia.." annuii, meravigliata e compiaciuta "Ho sentito molto parlare di quella magnifica spada.. come tutti del resto.. i miei complimenti.. è un po' come aggiungere Excalibur ad una tale collezione.." con un sorriso "E come ve la procurerete? Se non sono indiscreta.. i Taddei si sono estinti, se non sbaglio... i nuovi signori di Capomazda stanno forse svendendo i loro tesori?".
Guisgard
04-02-2015, 03.00.57
Azable sorrise a Clio.
“Per questo ora è possibile tentare.” Disse poi. “I Taddei non esistono più e da quelle lontane terre giungono voci di scontri fra i contendenti al seggio vagante. In un simile clima di incertezze e instabilità credo che i tempi siano propizi per un'azione audace. Infatti voglio inviare là i miei uomini e tentare l'impossibile... ossia rubare la magnifica spada che fece grande i Taddei.” Rise.
"Sì ho sentito delle sorti di Capomazda.." mormorai distrattamente "Concordo con voi, sembra il momento propizio.. i Taddei certo avrebbero difeso la loro spada con ogni mezzo, ma non credo proprio che ai nuovi signori importi qualcosa.." con un sorriso distaccato.
Avevo parlato pacatamente, con indifferenza, eppure una forte inquietudine si era impossessata di me.
Non potevano rubare Parusia, Guisgard si sarebbe rivoltato nella tomba se avessero trafugato la spada dei Taddei. Era un po' come se stessero rubando Mia Amata.
Non l'avrebbe mai permesso.
E io non potevo permetterlo.
Allora compresi. Dovevo tornare a Capomazda, e impedire quell'abominio.
Sapevo che sarebbe stato doloroso, ma non potevo permetterlo.
Dovevo farlo per lui, ricordavo bene la devozione per Mia Amata, e potevo ben comprendere il significato che una spada può avere per un cavaliere, ma anche per un guerriero: è parte di lui.
E lui aveva tanto lottato per il suo casato, avrebbe difeso Parusia con la vita.
Lui non poteva più farlo, ma io sì, anche se non sarebbe stato facile.
"Beh, allora non posso che farvi i miei auguri.." sorrisi "Un simile cimelio merita di arricchire una collezione tanto vasta.." sospirai "E anche se mi spiace ammetterlo, temo che la cosa valga anche per il mio fodero.." alzando lo sguardo divertito su Azable "Voi siete stato onesto con me, e io voglio esserlo altrettanto con voi... non è mai stato un problema di prezzo... ero solo curiosa di sapere perché tanto interesse per quel fodero, e le spiegazioni dei vostri uomini non mi hanno mai convinto..." tornai a guardare la stanza "Ma ora.." sospirai nuovamente, guardando tutte quelle armi in bella mostra "Devo dire che mi avete convinta... saprete apprezzare quel fodero meglio di me.... è vostro dunque..." con un leggero inchino.
Guisgard
04-02-2015, 03.29.03
Azable restò come sorpreso da quelle parole di Clio.
Poi sorrise compiaciuto.
“Bene.” Disse annuendo. “Sono sorpreso, ma anche lieto di questo vostro improvviso cambiamento. Ma di certo l'effetto che ha suscitato in voi la mia collezione vi avrà convinto che le armi migliori del mondo è qui che dovrebbero stare. E sia. Allora vi offrirò quanto detto, poiché io sono un uomo di parola. Cinquanta Ducati per il vostro fodero. Accompagnerete i miei uomini a casa vostra e consegnerete a loro il fodero.” Con tono deciso.
In quel momento tornò nella sala l'uomo che aveva condotto Clio da Azable.
“Morice.” Vedendolo Azable. “La nostra amica infine si è convinta. Falla riaccompagnare a casa e lei consegnerà il fodero.”
“Siete stato convincente.” Sorridendo Morice.
“Le ho mostrato la mia collezione” spiegò Azable “e le ho parlato del mio prossimo tesoro.”
“Si, di questo volevo parlarvi.”
“Della spada di Ardea de'Taddei?”
“Si, milord.”
“Hai forse trovato anche la corazza del mitico eroe eponimo dei Taddei?” Ridendo Azable.
“No, milord.” Scuotendo il capo Morice. “Ma di qualcosa di molto più prezioso.”
“Solo Parusia vale di più.”
“No, milord.” Disse Morice. “Ricordate che i Taddei possiedono due spade?”
“Certo.” Rispose Azable. “Ma solo Parusia esiste ancora.”
“Invece pare di no.”
“Cosa?”
“Si, milord.” Fissandolo Morice. “Ho trovato qualcuno che giura sull'esistenza della seconda spada. Quella che tutti credono perduta.”
Del fodero mi importava ben poco, di Parusia invece molto.
Ma certo non potevo rivelarlo a quell'uomo.
"Eh, già..." sorridendo "Temo che abbiate toccato il mio punto debole con una simile collezione di armi straordinarie..." cordialmente a Morice e Azable.
Poi mi pietrificai a quelle parole.
Due spade?
Possibile che parlassero di...
"Una spada perduta dei Taddei? Accidenti, non ne sapevo niente.. posso chiedevi di che spada si tratta?" candidamente "Mi avete incuriosito..".
Galgan
04-02-2015, 03.38.57
"L'alba, mio Signore, l'alba di un nuovo giorno, nella mia statica ricerca....."
Le mie preghiere, i miei umili pensieri sussurrati alle prime luci dell'alba, furono interrotti da un tenue tocco, il flebile contatto di chi, pur essendo conscio della piccolezza che manifestava agli occhi degli uomini, non era insensibile del suo ruolo agli occhi dell'Onnipotente, ruolo che, nessuno di noi dovrebbe deviare, o rendersi alieno.
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Volsi lo sguardo verso il piccolo messaggero, e capii, ancora una volta che invero il Signore si manifesta in molteplici modi, e sa toccare il cuore di ogni uomo.
Sospirai, e lasciai che l'uccellino riprendesse il suo volo, non senza avergli prima elargito qualche mollica del pane che mi ero preparato per colazione.
Un pasto frugale, consumato lentamente, nella mia consueta regola di morigeratezza, poi lasciai i miei alloggi per recarmi ai torrioni del castello, dai quali mi lasciai vagare in muta osservazione, e contemplazione.
Capomazda.
La mia attuale, nuova casa.
In questa epoca, un cui un regnante diviene due regnanti, che si fanno uno, quella città era divenuta l'oggetto delle mie attenzioni, e ad essa avevo votato la mia spada, in attesa di sentire la Voce, la quale, ne ero certo, non mi avrebbe fatto mancare il Suo canto.
Votarsi agli uomini, per servire Dio, resistere alla tentazione, al richiamo rassicurante di un ritorno in una chiesetta tra i boschi.......Era stato difficile, quasi arduo, data la natura del mio essere, portata alla taciturnità, eppure è la forza di volontà che deve, senza possibilità di mancanza alcuna, contraddistinguere un cavaliere.......Pertanto, il mio sguardo vagò attraverso il mare umano che andava destandosi, nella fresca aria del mattino.
Guisgard
04-02-2015, 03.41.54
Morice, a quelle parole di Clio, fissò istintivamente Azable.
“Ah, non temere, amico mio...” disse il signore del castello “... la nostra spadaccina non è certo interessata a farci concorrenza...” guardò la ragazza “... però mi deludete, ragazza mia...” sorridendo Azable “... un'amante delle armi come voi che non conosce la spada che, assieme a Parusia, ha reso grande il casato Taddeide. Sto parlando di Mia Amata, la leggendaria spada forgiata prendendo spunto da un fiore.” Si voltò verso Morice. “Ma cosa mi dicevi? Hai notizie su quest'arma perduta?”
“Si, milord.” Annuì Morice. “Sembra che un bardo l'abbia citata in un suo poema, giurando sulla sua esistenza ancora oggi.”
Tu prova a toccare Mia Amata e non hai idea di cosa ti farò passare, lurido cane...
Ma nessuna emozione trapelò dal mio sguardo.
Continuavo a pensare a quelle parole.
Perduta...
Dunque non era trapelata la notizia che negli ultimi anni essa fosse nelle mani di Guisgard? Beh, da una parte meglio così, mi chiesi se l'avesse nascosta da qualche parte, ma probabilmente l'aveva con sé quando...
Non potevo pensarci, non potevo rischiare che si leggesse un'emozione sul mio viso.
"Mia Amata, certo... ma dite sul serio? Voglio dire.. l'ho sempre considerata una leggenda.." sorrise "Incredibile, davvero... se davvero riuscirete ad aggiungere quei due gioielli alla vostra collezione, allora potrei addirittura sperare di essere nuovamente rapita per vederle in bella mostra insieme al mio fodero.." con un sorriso divertito.
Guisgard
04-02-2015, 03.56.37
Azable sorrise a Clio.
“Siete una valente spadaccina” disse “ed in verità possedete doti ignote alla maggior parte delle donne. E mi piacete per questo.” Guardò Morice e poi di nuovo Clio. “E mi è venuta un'idea!” Esclamò. “Voglio assoldarvi! Si!” Annuì. “Vi voglio al mio servizio, tra i miei uomini! Guadagnerete molto e potrete vantarvi di servire un potente signorotto, quale io sono!”
Guisgard
04-02-2015, 04.02.36
L'alba sulla felice terra di Capomazda, tra le vaste e verdi pianure, i monti lontani ed il corso del Lagno che scorreva in mezzo a quel mondo antico, nobile ed intriso di remoto misticismo, risplendeva di un soffuso e prezioso rosato.
Galgan, poco dopo le prime luci del giorno, era già desto, pronto per il suo giro d'ispezione nella caserma della Guardia Ducale.
Si era guadagnato in breve tempo, grazie al suo valore, il titolo di Capitano della Guardia.
Era un ruolo importante, dati gli eventi turbolenti che il ducato era costretto a vivere.
La Guardia Ducale era di fatto indipendente, legata solo ed esclusivamente alla persona dell'Arciduca.
Questo faceva si che non avesse obblighi, per ora, riguardo all'esporsi a favore di Cimmiero o di Gvineth.
E mentre era impegnato nel suo giro d'ispezione, uno dei soldati gli si avvicinò.
“Sir Galgan...” disse il militare “... pare che ieri sera a corte ci sia stato trambusto a causa di un mendicante. Abbiamo avuto ordine di non far più avvicinare estranei al palazzo.”
Sbattei le palpebre.
"Assoldarmi?" ripetei, con un sorriso "Beh, mi fate grande onore.. e scoprirete che avere una donna come me a volte può essere molto utile...".
Forse poteva essere un vantaggio, avrei controllato quegli uomini dall'interno, li avrei aiutati a trovare le spade, per poi ucciderli al momento giusto e nasconderle nuovamente.
Un piano rischioso, ma poteva funzionare.
Infondo, se mi avessero visto si sarebbero insospettiti, sapendo che conoscevo le intenzioni di Azable.
Caro il mio ladro, hai avuto una bella idea...E te ne pentirai amaramente...
"E per quale missione, di grazia?" con un sorriso "Sono curiosa...".
Guisgard
04-02-2015, 04.09.14
“Ma naturalmente per reperire il pezzo più importante per la mia collezione.” Disse Azable a Clio. “Vi assoldo da questo momento, così che parteciperete attivamente ai preparativi e poi alla spedizione in terra Capomazdese, in cerca di una di quelle due formidabili e leggendarie spade. Andrete con i miei uomini laggiù ed insieme a loro cercherete e poi ruberete una di quelle due preziose armi.” Annuì. “E' un'idea geniale, degna di me!”
Sorrisi, compiaciuta.
"Ah, come potrei rifiutare una simile impresa?" annuii "E sia, dunque..." con un leggero inchino "Non ve ne pentirete..." con un sorriso.
Non sarebbe stato facile, ma dovevo tentare, non potevo permettere che Parusia o tantomeno Mia Amata finisco nelle mani di quel collezionista.
Esse appartenevano ai Taddei.
E sapevo che prima o poi avrei dovuto affrontare il ritorno a Capomazda.
La volontà di riuscire in quell'impresa per lui mi avrebbe dato la forza.
Non temere, proteggerò la tua spada e quella dei tuoi antenati a costo della vita...
Guisgard
04-02-2015, 04.22.00
“Ottimo.” Disse Azable a Clio. “Allora è deciso. Da oggi sarete al mio servizio.” Chiamò un servitore e fece portare del vino per brindare. “Quando accompagnerete i miei uomini a casa vostra per consegnare loro il fodero, prenderete anche tutte le vostre cose e vi trasferirete qui al castello.” Ed ordinò a Morice di accompagnarla a casa, per prendere il fodero e tutti i bagagli della ragazza.
Galgan
04-02-2015, 04.27.14
Fissai l'uomo, con il consueto sguardo che non lasciava trasparire le emozioni, quindi gli risposi:
-Rispetteremo, di certo, le consegne assegnateci.
Ma ditemi, siete a conoscenza, per caso, di come un solo uomo che vive la povertà di Cristo, possa aver generato tanto scompiglio?-
Brindai con Azable.
"Bene, alle due formidabili spade allora..." sorridendo.
Tornai a casa, consegnai il fodero a Morice, e presi le mie cose.
Una borsa con i vestiti sia per le missioni che per girare in incognito da donna, perché avevo imparato che erano molto utili, le mie armi preferite, un paio di libri, e tutto quello che credevo potesse servirmi in una situazione del genere.
Ormai ero abituata a spostarmi in quel modo, da una campagna a un'altra.
Chiusi la casa e salutai Nero.
"Fai il bravo eh, bello..." accarezzandogli dolcemente il bel musetto nero "Non combinare guai mentre io sarò via..".
Ero pronta per affrontare quella nuova e difficile avventura.
Guisgard
04-02-2015, 04.32.05
“Capitano...” disse il soldato a Galgan “... pare che quel mendicante abbia affermato di essere stato fedele a Taddeo l'Austero e di aver conosciuto suo nipote Guisgard. Inoltre sembra sia stato insolente verso lord Cimmiero e lord Gvineth. Per questo sir Guanto, fratello di Cimmiero, l'ha trafitto con una freccia, uccidendolo sul colpo davanti a tutti.”
Guisgard
04-02-2015, 04.39.29
Clio lasciò così la sua casa, seguendo Morice al castello di Azable, sua nuova dimora.
Tornati al maniero, alla ragazza fu assegnata una stanza arredata dignitosamente, con una finestra che dava sul cortile interno.
Poi, verso Mezzogiorno fu fatta chiamare per il pranzo.
E in una vasta sala, Azable le presentò i suoi uomini.
“Morice, Riccado, Kog, Otanio e Samondo li avete già conosciuti.” Disse il signore del castello. “Questi invece sono Dablak, il nostro egregio inventore e Ramma, il mio fidato cocchiere.” Con loro raggiungerete Capomazda in cerca di quelle mitiche spade.”
Altea
04-02-2015, 15.44.16
Mi svegliai ma in me era forte quel sogno..come lo avessi vissuto veramente..in che posto ero..e perché quella voce o figura mi seguiva chiamando Guisgard..come a volergli carpire l' anima. Ne dovevo parlare col priore e dovevo parlargli del racconto del povero mendicante.
Mi preparai e raggiunsi la cappella aspettando il diacono.
Lasciai la mia casa e raggiunsi la nuova stanza dove sistemai le mie cose.
Verso mezzogiorno mi chiamarono per il pranzo, così conobbi gli altri membri della spedizione.
C'era anche il tizio simpaticissimo che non aveva voluto trattare.
Una squadra interessanti.
"Signori.." Con un cordiale cenno del capo "il mio nome è Clio.." Sorridendo appena "Sarà un piacere lavorare con voi..".
elisabeth
04-02-2015, 18.17.30
Salii sulla carrozza....chiusa nel mio caldo mantello...Lord Gvineth sedette difronte a me....dapprima entrambi fummo immersi nei nostri pensieri.......poi...forse per rompere quel silenzio interrotto solo dal rumore delle ruote sulla strada....incomincio' a parlarmi di quello che gli ispirava la campagna di notte....le storie che raccontavano sua madre e sua sorella...ed infine....la sua sorpresa nel vedermi impugnare un arco......De Gur era fortunato.....si lo ero stata anch'io......se solo Guisgard fosse stato ancora vivo..io e lui avremmo una vita serena......e invece.....avevo avuto una serata disastrosa....." Dovreste chiederlo a mio marito..se si sente fortunato oppure no.....molto spesso una moglie accomodante e' molto piu' utile.......La notte Lord Gvineth e' un momento particolare.......si odono rumori che non riusciamo a decifrare...si vedono ombre...si ha paura...ci si sente in balia di forze che non conosciamo.....ma questo accade solo quando nella nostra anima vi pocae' luce......I racconti con cui ci mettevano a letto le nostre madri....sono racconti che sembrano perdersi nella notte dei tempi....eppure ora....due perfetti sconosciuti come noi...si stanno raccontando....buffa la vita......
L'arco....questa e' una storia.....molto personale....ve la raccontero' un giorno...ma posso assicurarvi che Lord Guanto......ha avuto fiuto...vedete...quando si mira ad un oggetto.....e si colpisce.....si puo' definire bravura....ma si fa con l'animo in pace e la mano non trema...e la mira diventa sicura.........ma quando si punta per uccidere ..quella e' tutta un'altra storia.......Avrei ucciso....ve lo garantisco....." continuai a guardare fuori.....mentre il cuore si rasserenava..intravedevo le luci del castello........Tanto sapevo che De Gur...avrebbe fatto tardi anche quella notte...
Galgan
04-02-2015, 18.17.35
Annuii, semplicemente, in risposta al subalterno, poi, dopo essermi schiarito leggermente la voce:
-Rispettiamo le consegne assegnateci, che nessuno si avvicini; nel caso di insistenze sospette, voglio esserne informato-
Detto questo, cominciai il mio giro di ronda, lo sguardo vigile, ma la mente persa in cupi pensieri;
"Mio Signore"
invocai, con sgomento,
"Quale offesa di parola può essere tanto grave da dover essere punita con l'uso delle armi?
Che onore c'è, nel colpire un mendicante indifeso?
In che modo, con tale agire, si può dire di aver fatto giustizia, la Tua giustizia?"
I miei stessi passi, risuonarono alle mie orecchie pervasi da un'oscura cadenza, mentre il mio sguardo vagava, alla ricerca di ciò che poteva essere importante;
"In Te ripongo il mio onore, in Tuo Figlio la mia fedeltà, perché invero alcun re di umana natura può essere tanto meritevole d'essere seguito; eppure, nei regni degli uomini, si uccide per ira, e l'ira di uno genera lo sgomento di molti"
Mi fermai un istante, e prima di proseguire, sguainai la spada e ne baciai l'elsa, in un gesto che riuscì in parte a rassicurarmi;
"In tutto questo, mio Signore, mantienimi integro, che io non sia preda del peccato, e che la mia spada non colpisca mai per la mia gloria, ma per la Tua".
Guisgard
04-02-2015, 19.22.39
Altea lasciò la sua camera e raggiunse la Cappella di Palazzo.
E qui vi trovò ad attenderla il diacono.
Così, i due partirono col piccolo calesse dello stesso diacono.
Uscirono dalla città, immettendosi sulla strada che dava verso Licinia, dove, come spiegato dal diacono durante il percorso, si trovava la chiesa della Santassima Annunziata e dove avrebbero trovato il Priore Tommaso.
Raggiunsero infine il Sacro Edificio ed entrati all'interno attesero di poterlo incontrare.
Una donna allora, la sua perpetua, li condusse nella sacristia, dove trovarono un uomo dietro uno scrittoio, immerso nella lettura di diversi testi.
“Priore...” disse il diacono “... volevamo incontrarvi, se ciò non vi reca disturbo.”
“Venite pure avanti.” Rispose il religioso.
Guisgard
04-02-2015, 19.28.04
“Vi capisco...” disse Gvineth ad Elisabeth “... anche io spesso sento l'istinto, anzi il desiderio, di uccidere Cimmiero e suo fratello... sono uomini corrotti ed ambiziosi... ma ne vale la pena? Scatenare una guerra per un istinto, per un desiderio? Il Diritto non ha ancora stabilito chi avrà il ducato.” La fissò. “Tutto è confuso, enigmatico... come questa notte, non trovate? Vostro marito non tornerà, benchè sia ormai l'alba... volete davvero restare sola nel vostro castello, milady? Anche oggi?”
Guisgard
04-02-2015, 19.34.12
“Sarà il caso che si presentino loro stessi.” Disse Azable a Clio.
Così, uno alla volta, i fedeli di Azable si alzarono, presentandosi alla nuova arrivata.
“Io sono esperto d'armi.” Fece Morice.
“Io come già vi dissi” sorridendo Riccado “sono un conoscitore di storia. Specializzato nello studio delle usanze e delle lingue di città e regni diversissimi.”
“Io sono Kog, un guerriero.” Sbottò l'omone.
“Io invece sono esperto di travestimenti.” Disse Otanio.
“Lieto di avervi con noi.” Senza tradire emozioni Samondo. “Io mi occupo di tante cose. Troppe da spiegare.”
“Di Dablak e di Ramma” Azable a Clio “vi ho già parlato io.” Concludendo quelle presentazioni.
elisabeth
04-02-2015, 19.39.35
Nulla era deciso.....valeva la pena uccidere ?.....No..la vita era Sacra..e non spettava a noi decidere...ma la brutalità di quella sera...era rivoltante....." Sapete ?...sembrate così diverso.....eppure in quella sala, avevate gli stessi atteggiamenti.......mi avete sconvolta piu' voi che Lord Cimmiero e Guanto......
Non vale la pena uccidere..mai e in nessun caso....ma la vita dei piu' deboli si difende e contro certe bestie...alle volte non rimane altro da fare.....".....Mio marito non sarebbe tornato....sorrisi....." La solitudine....esiste davvero ?.....L'amarezza...la delusione..la rabbia....questo esiste......Vi ringrazio per esservi preso cura di me e per avermi accompagnata a casa.....se avrete ancora voglia di parlare sapete dove trovarmi......che sia per voi l'inizio di una buona giornata...l'aurora e' un momento da vivere...come un rito sacro..."........
Altea
04-02-2015, 19.40.36
Certo quel carretto non era molto comodo sobbalzava e dovevo a volte tenermi imbarazzatamente addosso al diacono.."Scusate, scusate non pensiate male di me..non so nemmeno come vi chiamate".
Licinia...era il posto dove avevamo incontrato la donna che predisse il futuro a Guisgard e ricordai Auroria e la strada da prendere.
Giungemmo davanti al Priore Tommaso, era un uomo serio e dalla aria severa ma non incuteva timore e subito ci accolse.."Vi ringrazio per la vostra attenzione Priore Tommaso..e spero di non arreccarvi disturbo..questo giovane diacono mi disse doveva venire da voi e sono venuta pure io, i miei omaggi la duchessa Altea de Bastian..o solo Altea se volete, siamo tutti uguali davanti al Signore" e gli sorrisi leggermente sedendomi.
Guisgard
04-02-2015, 19.48.48
Gvineth sorrise ad Elisabeth.
“Sapete, in politica, come in guerra, bisogna saper fingere.” Disse. “Vestirsi da lupo per non soccombere al branco. Se avessi mostrato debolezza allora i Cimmieri avrebbero imposto la loro forza e fatto valere ragioni e diritti assurdi. Devo mostrarmi come loro, o finirò per essere schiacciato. Ma con voi... con voi voglio essere me stesso... dunque con voi sarò il vero me stesso... semplicemente Gvineth e non più il grande condottiero e l'aspirante duca.”
La carrozza arrivò al castello.
“E sia, comprendo che una donna come voi non accetti la compagnia di un estraneo, senza la presenza di suo marito.” Aggiunse. “E questo vi rende ancora più straordinaria per me.”
Scese dalla vettura ed aiutò la donna a fare lo stesso.
“Quando vorrete vedermi, anche solo per parlare” mormorò risalendo sulla carrozza “vi basterà chiamarmi, milady. Un giorno vorrei mostrarvi un posto speciale.” Le baciò la mano ed andò via.
Guisgard
04-02-2015, 20.03.24
“Tutti uguali.” Disse il Priore ad Altea, per poi alzarsi ed invitando lei ed il diacono a sedersi. “Il disturbo, madama, è un concetto aleatorio e discutibile, sapete? Solitamente gli sciocchi recano noia o disturbo. Ma voi non mi sembrate affatto tale. Avete occhi di un verde pallido e limpido, segno che tradisce una vivace capacità di sognare. Ed il vostro pallore, così prezioso ai canoni cortesi ed aristocratici, vi rivela poi di alto lignaggio di certo. Lungi da me, dunque, non allietarmi di questa vostra visita. Perchè immagino qualche motivo vi abbia spinto a venire qui da me. Vi ascolto, dunque, con curiosità ed interesse.”
elisabeth
04-02-2015, 20.07.02
Potevo comprendere le sue parole senza alcuna difficoltà...alle volte fingere era doveroso......Quando l' Oracolo non dava assenso a periodi che sarebbero stati gravosi..per la nostra piccola società di donne...solo a poche di noi svelavo il vero segreto delle parole del Tempio........" Vi comprendo Milord......attento pero'....la nostra indole tende sempre a venir fuori...e questo succede quando siamo piu' vulnerabili...ecco perchè e' meglio che voi ritorniate a Capomazda......saro' felice...se mi condurrete in questo posto speciale....."...scesi dalla carrozza aiutata dal suo braccio......gli sorrisi e mi avviai al castello...dove trovai ilo fedele Tommaso ad attendermi....." Vi ho tenuto sveglio...mi spiace, ma ora andate a riposare e non alzatevi presto avete il mio permesso......lavorero' nelle serre del castello quindi non dovrete accompagnarmi al convento..."......Così rassicurato il vecchio servitore...salii nella mia stanza....mi spogliai e rimasi seduta sul letto..le candele accese...ad attendere che l'aurora lasciasse spazio al nuovo giorno.....
Altea
04-02-2015, 20.15.17
Arrossii lievemente a quelle parole del Priore...aveva capito non ero venuta con arroganza.."Le vostre parole sono per me fonte di sollievo...si sono venuta per un motivo".
Avevo in mano il mio scrigno di cui mi ero appriopriata dal diacono misterioso e lo posi sul tavolo.."Vedete..sono venuta per questo, ma sono successi fatti che mi portano a parlare con voi..sulla morte dell' Arciduca, mio caro amico".
Rimasi in silenzio mentre aprii il sacchettino di velluto nero e gli mostrai la collana.."Vedete..io mi sono accorta di questo ciondolo solo ora, o meglio al mio arrivo a Corte dopo la morte del Duca..non saprei dirvi se vi fosse la notte pure della sua morte, era appena tornata da Las Baias e avevo trascorso del tempo a parlare con Sua Signoria e quando dopo poco mi diedero la notizia..scappai con un dolore lancinante..un vuoto mi tormenta pure ora..voi sapete a che casato possa appartenere, e che significhi questa scritta?Nessuno entra nella mia camera..solo la mia dama e poteva entrarci tranquillamente l' Arciduca..in mia assenza ovvio".
Tacqui e lasciai il Priore guardare la collana.
Guisgard
04-02-2015, 20.43.51
Elisabeth raggiunse la sua camera, si spogliò e si coricò, mentre il Sole lasciava Levante per alzarsi alto in cielo.
Ma ad un tratto la donna cominciò ad udire qualcosa.
Una voce dall'esterno del castello, che recitava dei versi:
“Paion separati, ma guardate col cuore che non mentisce.
Poiché è ben chiaro che il Santo territorio di Pietro li unisce.
E io ciò ben so, che provengo dalla terra di colline e cipressi,
dove i sogni non tramontano e restano per sempre gli stessi.
Non resteranno a lungo separati, allor, la mia terra e la vostra.
Poichè so che esse valgon ben un duello, una contesa, una giostra.”
Sorrisi a quegli uomini.
"Lieta di fare la vostra conoscenza.."
Cordialmente.
Mi voltai poi verso Azble e sorrisi appena, quei nomi mi sembrava di non averli mai sentiti nominare.
Me ne avev già parlato, possibile?
Probabilmente non me n'ero accorta.
"Io sono esperta in un gran numero di armi, ma sono anche molto utile quando si tratta di travesimenti.. Con l'abito giusto sono insospettabile.. Una perfetta esca.." Gaiamente.
Guisgard
04-02-2015, 20.50.00
Il Priore Tommaso osservò con attenzione la collanina di Altea, leggendo poi con fare minuzioso anche la misteriosa scritta.
“La fattura di questo oggetto” disse infine “è pregevole e la scritta che reca, devo dire, appare tanto arcana, quanto interessante. Ma ora è difficile a dirsi se sono semplici rime o se invece celano qualche significato...” pensieroso “... quanto all'immagine, una civetta con un carciofo, così su due piedi mi fa pensare che unisce i simboli di due terre... la civetta richiama Capomazda, mentre il carciofo è l'emblema si Suession...”
“Perchè metterle insieme, dunque?” Chiese il diacono.
“Chi può dirlo ora...” mormorò il Priore “... l'unica cosa che mi fanno venire in mente è che Capomazda e Suession hanno in comune una cosa... le leggende sul Lagno...”
“Leggende?” Ripetè il diacono.
“Si...” annuì il Priore “... ve ne sono un bel po'... dal Gorgo del Lagno, al mito della Dama del Lagno... entrambi legati all'epopea eroica di Ardea de'Taddei...”
Guisgard
04-02-2015, 20.51.53
“Benissimo.” Disse Azable a quelle parole di Clio. “Ora siamo una squadra.”
(I due nomi a cui si riferiva il signorotto erano quelli di Bablak e Ramma, le cui caratteristiche aveva descritto lui stesso a Clio, a differenza degli altri che invece si erano presentati da soli)
“Dobbiamo decidere in quali vesti giungeremo a Capomazda.” Fece Morice. “Laggiù sono tempi turbolenti e hanno molti sospetti, soprattutto verso facce sconosciute.”
“Si, serve un ottimo piano per riuscire.” Annuì Samondo.
Guisgard
04-02-2015, 20.52.54
Galgan svolse il suo consueto giro d'ispezione per la caserma ed il cortile adiacente, dopo quel momento di devota e speranzosa invocazione all'Altissimo.
E mentre procedeva, ad un tratto il suo luogotenente lo avvicinò.
“Sir Galgan...” disse a bassa voce “... qualcuno ha chiesto di voi. Credo vogliano parlarvi, ma non qui... non chiedetemi altro, poiché tutto ciò che so è questo... se accetterete di incontrarli allora vi attenderanno stasera, nella locanda del Bivio... si avvicineranno loro a voi...”
Altea
04-02-2015, 21.04.43
Ascoltai con attenzione il priore.."Ebbene, ieri sera ero con lady Sissi ed ella infatti disse poteva essere un unione tra i Taddei e Suession..se volete posso lasciarvela e potete studiarla. E' vero di storie della Dama del Lagno ve ne sono molte, era una fata e sembra abbia cresciuto un taddeide da bambino per farne un degno eroe".
Mi feci seria.."Priore Tommaso..volevo dirvi altro, la scorsa notte arrivò un mendicante che fu a servizio di Taddeo l' Austero, fu ucciso da quei..signori se si possono chiamare..mentre narrava della morte dell' Austero lo hanno freddato con una freccia al cuore "sospirai adirata "egli disse...quella notte..l' Austero sentiva un richiamo..dalla campagna..un richiamo di morte..e proveniva dalla campagna come la Gioia dei Taddei vuole..e poi morì, io lo ho conosciuto, era un uomo forte e stanotte ho fatto un sogno angosciante..ero in un paesino e mi seguivano, vi erano le tenebre e questa voce o persona parlava..poi la voce si fece più chiara ed era una voce quasi satanica e pronunciava un nome...Guisgard..il nome del defunto Arciduca, come a voler prendere la sua anima..e credetemi io penso la Gioia sia solo superstizione" e lo guardai negli occhi.
elisabeth
04-02-2015, 21.25.38
Mi destai.....da un sonno profondo...alla voce di un Cantore.....ma chi poteva cantare nel cortile del Castello...entrare non era semplice....era la storia di due Terre.....Gia' ..la mia e quella di De Gur.....ma cosa ne poteva sapere un cantore...mi alzai dal letto e mi avvicinai alla finestra......ma non vidi nulla...se non la vita che prendeva il suo ritmo......mi lavai ..mi vestii in fretta e scesi le scale.....ma una volta in cortile...non vidi nessuno....c'era Tilde che parlottava con le sue amiche...Tommaso che sceglieva il cibo che veniva portato dalla campagna...il portone era aperto.....corsi fuori dalle portone e vidi un uomo inoltrarsi nel bosco........gli corsi dietro urlando...ma sembrava svanito.....sino a quando non sentii i cavalli.......speravo fosse De Gur...avevo bisogno di chiarimenti.......anche se tornando al Castello ripensai alla notte appena finita....curioso quel Gvineth......." Tommaso....se tornasse mio marito ditegli che lo attendo nella serra.....magari non sara' troppo stanco per parlarmi ".......una volta che fui all'interno...del mio spazio ...le erbe..mi diedero il loro saluto..il profumo era pregno di vita......eppure...le parole di quella che sembrava una poesia.....mi erano rimaste in mente.......
Improvvisamente mi ricordai di Bablak e Ramma, maledicendo la mia sbadataggine per averli dimenticati.
Annuii a quelle parole di Azble.
"Già, servirà un buon piano..." Mormorai, pensierosa, guardandomi attorno.
Eravamo un gruppo eterogeneo, e sicuramente Kog non passava inosservato.
"Bisognerebbe conoscere i signori di Capomazda, almeno per capire chi non guarderebbero con sospetto.." pensierosa "Voi avete qualcosa in mente, Messer Otario?" Con un sorriso cordiale.
Guisgard
05-02-2015, 18.42.30
“Conosco questo genere di storie.” Disse il Priore Tommaso ad Altea. “Fui incaricato da Sua Grazia il vescovo di Suession di indagare sulla morte dell'Arciduca Austero e dunque sono al corrente delle leggende che circolano sulla morte di alcuni duchi.” Si sedette. “Per questo credo che voi abbiate subito l'atmosfera di corte, così intrisa di superstizioni e paure. Ed ecco una possibile spiegazione per i vostri sogni.”
“Sono d'accordo con voi.” Annuì il diacono.
“Amico mio...” fissandolo il Priore, come a volerlo ammonire “... non sto dicendo di escludere ogni possibilità. Ma solo di dare precedenza alla logica, al raziocinio ed al buonsenso. Solo escluso tutto ciò, cominceremo allora a parlare d'altro.”
Guisgard
05-02-2015, 18.45.01
E mentre era nella serra, di nuovo Elisabeth udì quei versi.
Poi più nulla.
Poco dopo, però, Tilde la raggiunse.
“Milady, il comandante De Gur appena tornato è andato nella sua camera per un bagno. Ma nel frattempo è giunto al castello un bardo. Chiede ospitalità per la notte e non volendo disturbare vostro marito ho deciso dunque di chiederlo a voi. Volete accoglierlo o lo faccio mandare via?”
Guisgard
05-02-2015, 18.48.36
Ma prima che Otario rispondesse a Clio, Samondo si alzò e zittì l'altro con un cenno.
“Perdonatemi...” disse con sufficienza “... ma conoscendo da tempo le intenzioni di lord Azable circa il volersi impadronire di quelle spade, ho pensato bene di premunirmi e prendere dunque l'iniziativa.” Estraendo dalla tasca alcuni fogli di carta. “Ho fatto così alcune ricerche sul reame di Afragolignone e su quello che viene definito il suo ducato più importante, ossia Capomazda. Ebbene credo sia interessante porre la nostra attenzione al tipo di cultura e di struttura sociale che domina in quelle lontane terre. Penso di poter affermare, senza temere di essere smentito, che nulla è così diverso da Miral come lo sono Capomazda ed il suo reame. La società Comunale come da noi si è affermata da tempo è invece del tutto aliena ai costumi ed alle convenzioni di quel popolo. La sovranità popolare lì è un concetto paragonabile a quello di una favola. Pochissimi detengono il potere laggiù e impongono questo discutibile diritto con la rivendicazione della propria nobiltà. Ed un ruolo vitale lo detiene la Chiesa, che legittima le pretese ed i privilegi di quelli che vengono definiti i Grandi di Afragolignone, ossia gli aristocratici. In un simile contesto, per non destare sospetti, occorrerà un piano preciso e perfetto che ci consenta di mischiarci a quella gente e sembrare come loro. O almeno non apparire pericolosi ai loro occhi.” Guardò Riccado. “Converrete con me, immagino.”
“Perfettamente.” Annuì lo storico.
Altea
05-02-2015, 19.02.57
"Forse avete ragione Priore Tommaso, e sono pure sotto pressione in quella Corte..lasciamo perdere queste leggende..ma ora io mi affido a voi e vi chiedo consiglio..cosa devo fare di questa collana...potrebbe essere stato un avvertimento? Perchè trovarsi nella mia camera..voi credete al caso? E pensate sia un caso o un segnale?" lo guardai perplessa...avevo un ciondolo che legava i Taddei a Suession e forse ai miti del Lagno..e come mai? Cosa avrei dovuto fare..il Lagno lo avevo navigato eccome con la Santa Caterina.
elisabeth
05-02-2015, 19.06.44
La serra era un luogo che amavo molto...mi ricordava la serra che avevo sull' isola......avevo dei fiori stupendi...qui invece avevo deciso...insieme con Fra Elia di coltivare piante particolari.....per la cura di alcune malattie...e mentre recidevo alcune piantine....sentii ancora quei versi.......poi...il silenzio....che duro' molto poco in verità Tilde come una folata di vento invernale...entro' nella serra......dandomi nuove notizie sul mio sposo....stava facendo un bagno...doveva essere stanco......e poi..la notizia che mi lascio' senza fiato ....il Bardo aveva bussato al nostro castello....pulii le mani sporche di terra sul mio grembiule...." Siete una donna speciale Tilde......come potrei mandare via un uomo che ci chiede riparo.......ieri sera a palazzo avrei ucciso per quel povero uomo.........fallo accomodare in cucina...e fallo rifocillare...aspettatemi la'....."....intanto andai verso la mia camera...ed entrai........Nettuno si era tolta la giubba...ed era con la fronte appoggiato al vetro della finestra......." Sei rientrato finalmente.......pensavo che per rivederti dovessi pagare un riscatto...cosi' come si fa con le dame indifese...."....
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Sasmondo mi piaceva sempre meno, lo ascoltai in silenzio dire cose che conoscevo benissimo, ma loro non potevano saperlo.
Non si sbagliava, Miral e Capomazda erano completamente diverse l'una dall'altra.
"Eppure ho sentito che negli ultimi tre anni molte cose sono cambiate a Capomazda, dalla morte dell'ultimo dei Taddei..." Con indifferenza "Dovremo stare sicuramente molto attenti, servirà un travestimento che noi si riesca a portare senza rischiare di tradirsi..." Mormorai, per poi interrompermi.
Sicuramente quegli uomini avevano pensato a delle soluzioni e non toccava a me parlare.
Repressi un sorriso nel ricordare i travestimenti nelle varie avventure della Santa Caterina, e mi strinse il cuore al ricordo di quei giorni lontani.
Guisgard
05-02-2015, 19.50.05
Il Priore Tommaso restò pensieroso a quelle parole di Altea.
“Ecco qualcosa di estremamente interessante...” disse, con aria assorta “... non più ricerche di spettri e demoni, ma un qualcosa di tangibile, di concreto, reale... chi è perchè ha recapitato a voi questo ciondolo? Potrebbe essere un segnale, o un avvertimento. Magari una richiesta d'aiuto, o forse, soltanto il dono di un qualche spasimante... si, davvero intrigante...” fissò Altea “... vi farò una domanda, ma voi pensateci bene prima di rispondermi... avete a corte qualche corteggiatore? O un qualche avversario, qualcuno che per un certo motivo può avercela con voi? Rifletteteci bene...”
Guisgard
05-02-2015, 19.53.51
De Gur, all'arrivo di Elisabeth, si voltò di scatto.
“Si, sono stato trattenuto a corte da varie mansioni da sbrigare...” disse, lavandosi poi in un largo piatto di porcellana “... il tuo comportamento ieri sera non è stato appropriato. Sei apparsa sciocca. Un giorno uno di quegli uomini governerà Capomazda. Vuoi farteli nemici sin da ora? Io non posso difenderti da una loro possibile ostilità, Elisabeth. Lo sai bene questo.”
Guisgard
05-02-2015, 19.56.45
“Si, è vero.” Disse Samondo a quelle parole di Clio. “Molte cose sono cambiate e forse altre ancora cambieranno a Capomazda. In meglio ritengo, visto che reputo il governo dei Taddei molto simile ad una dominazione, ad un dispotico potere che di illuminato non ha nulla. Anzi, molte cose mi spingono a credere che adesso o mai più si potrebbe tentare di prendere almeno una di quelle spade.”
“Perchè mai?” Incuriosito Azable.
“Perchè con la fine dei Taddei” spiegò Samondo “è terminata anche quell'atmosfera di superstizione e predestinazione che dominava laggiù. Tutto ciò che fa parte della loro stirpe, partendo dal mito del loro eroe eponimo, è coperto da un'aura leggendaria, quasi sacra. Adesso invece i due contendenti che si battono per il potere hanno bisogno di fondi per finanziare le loro armate, essendo praticamente legate da accordi privati, dandoci così un forte vantaggio... tutto è in vendita. Compresi, anzi soprattutto, i cimeli dei Taddei. Spade comprese.”
“Eccellente!” Esclamò Azable.
“Allora potremmo fingerci esperti d'armi...” mormorò Riccado.
Annuii.
"Concordo, con i Taddei al potere non saremmo nemmeno riusciti ad avvicinarci ad un tale cimelio..." pacatamente, per poi voltarmi verso Riccardo "Non sembra affatto una brutta idea.. tanto più che lo siamo davvero... Ma cosa ci avrebbe portato a Capomazda? Potremmo essere dei mercanti, ma dovremmo avere delle armi particolari da vendere..." pensierosa.
Altea
05-02-2015, 20.04.04
Rimasi allibita alla domanda del Priore.."Come vi ho detto, io ho sempre vissuto nella mia dimora a Las Baias, tornavo solo quando sapevo l' Arciduca era a corte per stare piacevolmente in sua compagnia e pure lui..fu ospite da me..quindi dopo la proclamazione del nuovo Arciduca venivo in queste occasioni e ora sono qui da tre giorni ma io ho trovato lo scrigno appena arrivai e nemmeno sapevano di me...Spasimanti? Niente di chè, anni fa il capitano Velv mi propose di sposarlo ma lo rifiutai proprio per il mio amore per l' Arciduca..e poi vi è mio cugino Tommaso, beh..ogni tanto cadiamo in tentazione "abbassai gli occhi arrossendo "Ma lui non ha mai detto di amarmi".
"Fino ora ho solo vissuto la solitudine in Amore anche se quando Guisgard era con me era come vivere una favola d' amore per me".
Gli occhi si arrossarono.."Pure Dominus era mio nemico perchè fuggii da Corte per aiutare Guisgard..ora mi sono fatta i nemici a Corte..i signori...penso vogliano me ne vada al più presto ma io la collana la trovai prima di conoscerli e nessuno mi aveva mai visto a Corte fino tre giorni fa...e trovo uno strano cambiamento in mio nonno, Mandus de Bastian, lui era il migliore amico dell' Austero e ora lo rinnega e sembra detestarmi..sembra lo abbiano ipnotizzato".
Sospirai.."Altro proprio non vi è..altro no.".
Poi pensai un attimo.."Ah ricordo, appena arrivata quel triste giorno ricevetti una lettera da un ammiratore segreto e nemmeno la aprii e l'Arciduca mi prendeva in giro chiedendosi se lo avrei scartato a priori come tutti..ma se pensate fu il giorno della morte di Guisgard..si sarebbe fatto vivo quell'ammiratore di nuovo".
Sorrisi e poi ammutolii..se ancora vi era quell'ammiratore appunto.
Sei folle..Non era Lui..ti diceva sempre eri una ottima amica, ma assieme eravamo felici.
elisabeth
05-02-2015, 20.13.51
Certo.....non mi aspettavo di essere difesa da nessuno......forse mi aspettavo che mio marito.....me lo dicesse con altre parole..." Hai ragione...De Gur......sono stata una sciocca....ma non ieri sera...sono stata una sciocca qualche tempo fa.....ma allora tu eri un'altra persona...hai costruito una zattera dal nulla per portarmi in salvo........mi hai cercata...in quel posto sperduto dove Pileo ci aveva condotti......ma erano altri tempi..ora sei il grande De Gur........tranquillo...non ti deludero' piu'...rimarrò buonina in questo posto......sino a quando anche la mia presenza non ti infastidirà.......anzi ...facciamo così...andro' a vivere al convento......Spero che un giorno comprenderai cosa vuol dire perdere chi si ama.......per una maledetta poltrona...su cui non sarai tu a sederti...."......incomincia a mettere qualche vestito in una sacca...mi tremavano le mani.....non aveva capito nulla.......
Galgan
06-02-2015, 01.03.24
L'incontro, di per se è un segno, sia esso di natura umana, Divina o demoniaca; in ogni caso, l'incontro, e già la richiesta di esso, ci mette alla prova, vuole donarci qualcosa, se non altro la nostra stessa forza di volontà.
Anni addietro, proprio un incontro mi aveva fatto abbandonare la pace dei boschi, e ancor prima, in un'altra vita, sempre un incontro aveva mutato uno scapestrato figlio di nobili in un umile servo di Cristo.......Ora, ancora una volta, l'Occhio del Fato si volgeva verso le mie modeste spoglie, e il consueto giro di ronda del Capitano delle Guardie, cambiava pelle, trasformandosi in misteriosa richiesta di ignoto interlocutore.
Invero, l'Altissimo continuava, come sempre, a mostrarmi la sua grandezza.
-Incontrerò coloro che mi cercano-
risposi con voce bassa e roca,
-Grazie per aver portato il messaggio-
Guisgard
06-02-2015, 01.33.08
Riccado annuì a quelle parole di Clio.
“Si, credo sia una buona idea la vostra.” Disse alla ragazza. “Magari spacciandoci per mercanti d'armi, nonché esperti, potremmo entrare a Capomazda senza destare sospetti.”
“Si, potrebbe andare...” fece Morice “... dopotutto quegli uomini hanno bisogno di armi per i loro eserciti privati.”
“Però occorrono armi speciali.” Mormorò Samondo. “Altrimenti non vedo come si possa attirare l'attenzione di quei condottieri.”
“Abbiamo un'unica possibilità...” a tutti loro Riccado “... portare a Capomazda armi uniche.”
“Ma non credo spuntino come funghi.” Sarcastico Samondo.
Sorrisi, lieta che la mia idea fosse piaciuta.
"Concordo con voi.." a Riccardo "Credo sia l'unica possibilità...".
Mi voltai poi verso Samando "No, certo... ma basta sapere dove cercarle.. e se non ricordo male voi siete esperti in questo, visto l'interesse di messer Azable per le armi particolari.." alzai le spalle "Io stessa ne ho acquistate di singolari dai Marzi, anche di recente..." pensando al Wakataki "Più che la difficoltà nel trovarle, credo piuttosto che sia piuttosto dispendiosa una simile azione.." pensierosa.
Guisgard
06-02-2015, 01.40.46
De Gur restò a fissare Elisabeth nell'atto di preparare i suoi bagagli.
“Non essere sciocca.” Disse avvicinandosi a sua moglie. “Vuoi davvero farci diventare la coppia zimbella del ducato?” Prendendo la sacca, impedendogli così di continuare. “Non capisci che non siamo più sulla tua isola? Ora io sono De Gur e tu mia moglie. E sto facendo di tutto affinché quella poltrona possa dare benefici anche a noi, indipendentemente da chi si siederà sopra.” La prese per le braccia, facendola voltare verso di lui. “Non vuoi essere la moglie del Gran Maresciallo del ducato? O magari diventare baronessa? Allora smetti i panni caritatevoli che ti sei cucita addosso. Non sono i poveri ed i reietti che ci garantiranno una posizione privilegiata ed una vita agiata. Lo capisci?”
Guisgard
06-02-2015, 01.49.37
“Già...” disse Samondo a quelle parole di Clio “... e dunque se non vogliamo dissanguarci credo occorra trovare il modo di poter avere armi degne di attirare l'attenzione dei Capomazdesi.”
“Forse la soluzione non è poi così lontana...” fece Morice.
“Ossia?” Fissandolo Samondo.
“Milord, voi avete armi uniche...” Morice ad Azable.
“Certo.” Annuì orgoglioso questi. “Le migliori.”
“Dunque saranno alcune di esse ad aprirci le porte di Capomazda.” Sentenziò Morice.
“Come sarebbe a dire?” Stupito Azable.
“Milord, fingeremo di vendere parte della vostra collezione.” Spiegò Morice. “Non abbiamo altra possibilità se davvero volete mettere le armi su una delle spade dei Taddei.”
“Stai scherzando!” Esclamò il signorotto.
“Affatto, signore.” Scuotendo il capo Morice.
“Ti sei bevuto il cervello!” Gridò Azable.
“Forse vi è del buono in ciò che dice...” mormorò Samondo.
“Sei impazzito anche tu?” Guardandolo Azable.
“Saranno un'esca, nulla di più.” Disse Samondo. “Naturalmente non le daremo a nessuno. Ma saranno il nostro biglietto da visita.”
“Mai!” Categorico Azable.
“Allora dovrete rinunciare, milord.” Replicò Samondo.
“Chi mi garantisce che non le perderò?” Nervoso Azable.
“Noi, milord.” Rispose Samondo.
Azable si sedette pensieroso.
Ascoltai le parole di Riccardo e Morice, in silenzio, annuendo appena.
In effetti ci avevo pensato anche io a quella soluzione, ma immaginavo che non sarebbe stato facile convincere Azable a cederci alcune delle sue armi.
Io non ero affatto sicura che sarebbero tornate, così come non ero sicura che sarebbero tornati quegli uomini.
Dovevo ricordarmi di restare più distaccata possibile, quello che contava era salvare Parusia e Mia Amata, a qualunque prezzo.
"Perdonate se mi permetto, milord.." azzardai "Ma io credo che se ben ci pensate, in una colleziona ampia come la vostra ci saranno pure delle armi molto particolari che però ai vostri occhi hanno meno valore di altre...".
Guisgard
06-02-2015, 02.07.47
Le parole di Clio fecero riflettere Azable.
“In effetti...” disse “... si, in effetti vi sarebbero armi che ho messo sempre più da parte in questi anni... ma che ad occhi pochi esperti potrebbero suscitare un qualche entusiasmo...”
“Ottimo.” Annuì Morice.
“E sia, si potrebbe fare...” mormorò Azable “... ma hanno comunque un certo valore quelle armi...”
“Non le perderete.” Disse Morice.
“Come si dice?” Fissandolo Azable. “Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio.” Annuì, come a convincere se stesso. “Acconsentirò. Ma mi cautelerò... farò parte anche io della spedizione.”
“Milord?” Stupito Morice.
“Verrò anche io.” Deciso Azable. “Non lascerò le mie armi senza alcun controllo.” Guardò Clio. “Venite, mi aiuterete a scegliere le armi da portare con noi.” Sorridendo. “Io vi mostrerò quelle fra cui scegliere e voi deciderete. Siete un'esperta, no?”
Guisgard
06-02-2015, 02.14.00
Il Priore Tommaso ascoltò con attenzione ogni parola di Altea.
“Devo dire” disse poi “che avete una vita assai turbolenta, milady.” Sorridendo sarcastico. “Comunque” tornando serio “credo sia una situazione complicata. E di certo dal di fuori non posso che arrancare ipotesi su ipotesi, senza nulla di definitivo. Ma, non so, qualcosa mi dice che questa storia potrebbe nascondere qualcos'altro...”
“In che senso?” Domandò il diacono.
“Oh, come detto sono solo ipotesi” rispose il Priore “ma non mi sento di scartare nulla.”
“Non vi seguo...” perplesso il diacono.
“E' difficile a dirsi...” pensieroso il Priore “... ma forse tutto ciò potrebbe essere collegato alla morte degli Arciduca... ammesso che vi siano legami fra quei due luttuosi accadimenti...”
“Perchè dite questo?” Chiese il diacono.
“Perchè semplicemente le coincidenze non mi hanno mai convinto.” Spiegò il Priore. “Milady...” ad Altea “... verrò con voi a Capomazda e cercheremo di spiegare questa curiosa situazione.”
“Come vi presenterete?” Domandò il diacono.
“Non so... magari potrei spacciarmi per il confessore di lady Altea.” Fece il Priore Tommaso.
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Azable dunque sarebbe venuto con noi, e non sapevo se era un bene o un male per me.
Una cosa era certa: dovevo stare attenta e non tradirmi in nessun modo, perché anche se io ero lì per controllare loro e l'impresa stessa dall'interno, era altrettanto vero che loro avrebbero controllato me, com'era normale visto che non mi conoscevano.
E se avessero saputo tutto di me, mi avrebbero controllato il doppio.
Osservai stupita Azable a quelle parola.
"Come desiderate.." annuendo "Anche se credo che sia Morice il più esperto d'armi..".
Ci mancava solo scavalcare qualcuno della squadra appena arrivata.
Guisgard
06-02-2015, 02.31.02
“Morice” disse Azable a Clio “mi è fedele da anni e una buona regola è quella di non generare mai situazioni troppo complicate.” Sorrise e congedò tutti loro, tranne la piratessa.
Le fece poi cenno di seguirlo.
Azionò il passaggio segreto e un attimo dopo i due si ritrovarono in una sala longitudinale, piena zeppa di armi.
“Ecco...” indicando una serie di armi inchiodate alla parete “... qui ci sono armi caratteristiche, ma che col tempo hanno visto calare il proprio valore sul mercato. Tuttavia sono armi particolari e magari qualche collezionista un giorno potrebbe offrire un bel gruzzolo per averle. Ecco, vedete se fra queste qualcuna attira la vostra attenzione.”
Davanti a Clio vi erano armi di ogni genere e forma.
Pistole a tripla canna, archibugi a trombone, alabarde slave con punte estraibili, scudi con lame nascoste, giavellotti sparapunte, mazze ferrate con fucili nascosti all'interno.
Ma tra esse la piratessa notò qualcosa di particolare.
Una piccola spada chiusa nel fodero, con una chiave ricamata sulla guaina.
Guisgard
06-02-2015, 02.33.18
Galgan completò le sue mansioni in caserma e poi, verso il tardo meriggio, quando la sera non era più così lontana, raggiunse la locanda del Bivio, dove molti militari finivano per andar a spendere i propri guadagni.
E nel vederlo arrivare, subito il locandiere si avvicinò per assegnargli un tavolo confortevole, vicino al camino acceso.
Quell'ambiente era ben affollato e rumoroso.
Ma poi, dopo un po', due individui si avvicinarono al tavolo di Galgan.
“Salute a voi, cavaliere...” disse uno dei due, per poi sedersi.
E lo stesso fece l'altro.
“Amate la caccia alla volpe, messere?” Chiese quello che aveva parlato. “O forse patteggiate più per i seguaci che danno ad essa la caccia?”
Annuii ad Azable e lo seguii in un passaggio segreto che portava in una sala piena zeppa di armi.
Sgranai gli occhi, incredula: armi di ogni tipo se ne stavano lì, in bella mostra, e non armi qualsiasi, ma le più particolari che avessi mai visto.
Le osservai estasiata, finchè qualcosa non attirò la mia attenzione: una piccola spada, con una chiave ricamata sulla guaina.
"Sono bellissime, e sicuramente ci faranno fare un figurone a Capomazda.." mormorai, osservando quelle che più mi attiravano, sebbene fosse davvero difficile scegliere.
Il mio sguardo, però, cadde di nuovo su quella spada.
"Curiosa questa spada.." dissi ad alta voce "Ha come l'aria di essere diversa dalle altre armi che sono qui dentro, anche se non saprei spiegare il perché.. cos'ha di particolare, se posso chiedere?".
Guisgard
06-02-2015, 02.48.10
Azable sorrise a Clio e prese l'arma indicata dalla ragazza.
“A vendermela” disse il signorotto “fu un vecchio armaiolo. Un tipo curioso, strano. Disse serviva per giungere a qualcosa di straordinario.” Ed estrasse quella piccola spada dal suo fodero ricamato.
Si mostrò così per quel che era.
Attaccata sull'elsa vi era una grossa chiave e non una lama.
“In pratica” continuò Azable “non è un arma, ma una sorta di chiave per aprire non so cosa e trovare poi chissà che.” Rimettendola nel fodero.
Ma prima che il signorotto la rimettesse dentro, Clio notò alcune parole incise sulla chiave.
Restai sorpresa alla vista di quell'arma, e ancor più meravigliata quando la aprì, rivelando una chiave dove mi sarei aspettata una lama.
"Davvero singolare.." mormorai "In effetti, a prima vista, sembrava stonare con tutte queste strane armi, e invece lo è ancor di più..." mentre stava per rimetterla nel fodero, notai alcune parole incise sulla chiave.
"E ha anche un'incisione, che cosa dice?..." esclamai "Deve avere una storia alle spalle... davvero curioso... adoro le armi con una storia..".
Non osavo chiedere ad Azable di poterla prendere e osservare, ma sperai che mi permettesse di leggere la scritta, perché ero sempre più incuriosita.
Guisgard
06-02-2015, 03.05.48
A quelle parole di Clio, dato il forte interesse della ragazza, Azable, da buon collezionista, compiaciuto sorrise e poi tornò a sfoderare quella curiosa arma.
Di nuovo mostrò alla piratessa la chiave sull'elsa e con essa anche la scritta incisa sopra, che così recitava:
“Nella chiesa della Scafatella
celata ove son la Luna e la stella,
troverai giù, in fondo a quel pozzo,
la figlia di un metallo non più tozzo.
Bada che nell'ara di pietra è ben chiusa,
tra l'acqua che si increspa all'aria soffusa.”
elisabeth
06-02-2015, 16.18.06
Mi strappo letteralmente la sacca dalle mani........ma l'atto brutale non venne dall'azione...quanto dalle sue parole......Se io me ne fossi andata ...saremmo diventati lo zimbello di corte.........Una vita agiata, ma di cosa stava parlando, quell'uomo non era Nettuno...era De Gur....." Tu...non sai neanche quello che dici De Gur.....io ho vissuto con un estraneo sino ad ora.......mi hai presa in giro, dimmi ...perchè mi hai aiutata a mettere su un ricovero per i poveri....mi hai aiutata col mio laboratorio per le erbe medicinali.......anche allora ero una che andava dietro agli stracci....cos'e' cambiato........Non me ne frega niente di divenire baronessa gran duchessa...di abiti belletti e valletti volta faccia.....Ti ricordo......che ero Signora della mia terra...ti ricordo che prima che io poggiassi i piedi a terra.....c'era chi li immergeva in acqua di rose.......ma la differenza stava nel fatto....che mai nessuno si e' arocato la presunzione di essere migliore di un altro.......il fatto di essere al di sopra delle parti era solo perchè avevo una dote che altri non avevano...e la mettevo al servizio...del mio popolo.....io proteggevo loro e loro proteggevano me........".........mi sedetti sul letto....era un momento a cui mai avrei pensato di arrivare........" Giusto...per farti stare meglio......stamattina al nostro castello ha bussato un Bardo.....già..magari simile a quello di ieri.....lo stiamo ospitando...e' in cucina e si rifocillando......siete stato un buon maestro..e' troppo tardi per riportarmi sulla retta via......"......." Speravo fosse tornato a casa....con la voglia di stare con me....di ridere...di chiacchierare......non mi hai chiesto neanche cosa ci siamo detti con Lord Gvineth........ho il presentimento che mi venderesti a lui...per ottenere quello che vuoi........".....volevo mortificarlo...volevo fargli male...tutto il male che mi stava facendo
Altea
06-02-2015, 17.09.39
Lo sguardo perplesso del Priore...rifletteva...univa i tasselli per poi esporre le sue supposizioni alquanto allarmanti.
"Coincidenze dite?Dite che tra la morte di Taddeo l' Austero e Lord Guisgard vi sia un qualcosa che li unisce, qualcosa già avvenuto? Sono a vostra disposizione, sono giunta a Capomazda solo per svelare il mistero della morte dell' Arciduca e tentare ancora di non far morire ciò che aveva fatto" sospirai guardando fuori dalla finestra "Dovete però sapere le cose sono cambiate da quando sono arrivati questi tre uomini per il potere..in nome di cosa proprio non lo...essi si divertono a sbeffeggiare la stirpe taddeide, rifiutandola, mi sono giunte voci vogliono vender tutto quello appartenuto ai Taddei..vi rendete conto dello scempio? Infatti io sto cercando di avere la stanza dell' Arciduca Guisgard con oggetti compresi..non scenderei mai a patti per finanziare questi uomini..ma non voglio nulla vada perso di lui..magari dentro vi potrebbero essere indizi..sono disposta a pagare, mio padre, il duca Tibaldo de Bastian mi ha lasciato un grande lascito prima di partire a Sygma e poi gli scriverò del motivo per cui ho usato i soldi..di vestiti e gioielli ne ho, non sono una dama di corte che ama solo apparire ma legata ai suoi valori. Ma se il diacono si trova a Corte penso non sia un problema per voi fingervi mio confessore".
Io e il priore ci guardammo negli occhi..."Si, vi è una altra cosa importante devo dirvi..vi sembrerà strano come ai miei soli quasi 24 anni io abbia vissuto tutto questo...e da giorni è un tormento. Io sono sygmese..la mia famiglia è una nobile famiglia di quelle terre legata ai Principi di quelle terre..mio nonno si chiama Mandus de Bastian e si trovava là quando l' Arciduca da piccolo fu rapito..diceva sempre ci aveva giocato assieme..e poi dopo il rapimento, mio nonno e mio padre assieme a mia madre seguirono l' Austero per fedeltà, una profonda amicizia li aveva uniti ed erano certi di trovare quel bimbo...cosi non fu e quando io nacqui, seconda di cinque figlie, l' Austero il giorno della mia nascita assieme a un notaio, mio nonno, mio padre e pure Dominus firmarono un atto notarile e penso sia in possesso di mio nonno...in pratica io ero destinata sposa a Guisgard per volere del Duca. L'Austero mi allevò con amore e mi diede i migliori maestri degni di una Granduchessa...poi arrivò quella morte..ovvio io ero bambina e non potevo saperne le dinamiche ma il Duca lo notavo sofferente..egli fece in modo dopo la sua morte di crescermi e continuare quella istruzione. E' scritto in quel patto..e pure a Guisgard glielo dissi..che io avrei governato su Capomazda su volere dell' Austero anche se non sposata al Duca".
Chiesi un bicchiere di acqua anche per far pensare il priore sulle mie parole e non confonderlo.."Quando Guisgard arrivò a Corte davanti a Dominus sfidandolo..ecco..l' Arciduca mi liberò dal patto..a voce...ovvio più volte mi disse non poteva obbligarmi a sposarmi ma io lo amavo come lo amo ancora nel suo ricordo..è un Amore Vero e Puro. E mi chiedo se basta una parola a liberare da una patto notarile matrimoniale..giorni fa dissi a mio nonno della volontà dell' Austero di essere la sovrana ma egli rispose indifferentemente dicendo Guisgard mi aveva appunto liberato dal patto ma non dalla decisione dell' Austero di volermi guidare Capomazda..mille sospetti malsani mi sono venuti in mente..quel patto era stato fatto per la amicizia che li legava, e ieri sera mentre il mendicante parlava del suo migliore amico lui non muoveva commozione al ricordo..non voglio pensare mio nonno era solo interessato al volere politico e ora fa il grande amico di Lord Cimmiero reguardendomi..il trono spetterebbe a me? Mio padre non ha mai detto nulla ma è stato leale, se ne è andato a Sygma all' arrivo di quei tre individui..l'unico meno buffone sembra lord Gvineth ma ho imparato pacatezza non è sinonimo di non furbizia, potrebbe tramare di nascosto..si fanno la guerra a vicenda..una delle due fazioni cadrà..e non si saprà come..lotta politica? Rapiscono Guisgard e sale poi Dominus non legittimo erede...muore Guisgard e salgono esseri venuti non so da dove..ma penso devo essere accondiscendente altrimenti non arriveremo a scoprire la verità".
Finii di bere e posai il bicchiere.."Bene, avete intenzione di venire con noi subito oppure dovete prepararvi..io posso aspettarvi..o verrete solo?" e gli sorrisi...era un sollievo, ora vicino me avevo un uomo di cui fidarmi e giusto..e forse quella collana ne aveva contribuito.
Lessi quelle parole più e più volte.
Scafatella....
Perché mi ricordava qualcosa, sembrava una parola vagamente capomazdese.
"Metallo non più tozzo..." Mormorai pensierosa "Ara di pietra.." Tra me e me.
E se fosse stata un indizio per trovare Parusia?
Dovevo rivelarlo oppure no?
Forse era meglio non rischiare e tenerlo per me, se avevo più informazioni di loro ero in vantaggio, dopotutto.
Non mi sarei stupita se Parusia fosse nascosta in una chiesa, anzi.
Lessi ancora quelle parole, per imprimerle nella memoria, e sorrisi ad Azable.
"Interessante, sembra proprio la mappa di un tesoro.." Sorrisi "Non so se potrebbe esserci utile portarla con noi.." Guardandomi intorno "Ma sicuramente quelle possono esserci utili.." Indicando delle armi particolari, che avrebbero sicuramente attirato l'attenzione.
E se poi ne avessi bisogno?
"Anche se.." Tornando a guardare quella che sembrava una piccola spada "È talmente particolare da riuscire a colpire la gente.. Voglio dire, se qualcuno ci chiederà di mostrare questa spada, beh, rimarrà alquanto sorpreso nel vedere cosa nasconde in realtà, e capirà che abbiamo armi fuori dal comune...".
Galgan
06-02-2015, 17.47.52
-Buona sera, messeri-
risposi, lievemente scostante, ai due nuovi sopraggiunti, poi rimasi ad ascoltarli, fissando un punto indefinito davanti a me.......Chissà, forse fissavo me stesso, quel me stesso che ero e quello che, forse, sarei stato un giorno.
Siamo gusci di noce in un mare in tempesta, avrebbe senso il non seguire un buon vento, quando questo ci viene offerto?
Pertanto, tra me, esibii un mezzo sorriso, in ricordo di quanto fu, che aveva determinato quanto era, e risposi:
-Invero, se per volpe intendiamo l'astuto Reynard dal vello di porpora, in passato, molto mi dilettai al suo tormento, e molta della barbarica gioia di un giovane, fu dovuta alla sua dipartita-
sospirai;
-Quei giorni sono finiti; ho fatto voto all'Altissimo, non parteciperò più ad alcuna battuta di caccia, eccezion fatta per esemplari di stazza non inferiore a fratello Orso, o al re Cinghiale, ma solo in caso di necessità, e battendomi con lui da pari a pari, spada alla mano, senza ausilio alcuno-
Bevvi un sorso d'acqua, prima di riprendere;
-Diverso è il discorso, se la volpe di cui discorriamo non è Reynard, ma bensì animale d'umani sembianti; in tal caso, potrei conoscerne i peccati-
Guisgard
07-02-2015, 02.05.43
“Si, sono d'accordo.” Disse Azable a Clio. “Può darsi che quest'arma faccia al caso nostro.” Indicando la spada a chiave. “Porteremo quest'arma con noi, insieme a quelle altre.”
Chiamò alcuni servitori e fece preparare le armi scelte.
Poi con Clio lasciò quella stanza, per ritornare insieme agli altri.
“E' deciso.” Sentenziò il signorotto. “Partiremo domani stesso. Samondo e Morice, occupatevi dei preparativi.” Sorrise. “Bene, signori, si va a cena, per poi andare a prepararci. Partiremo domani all'alba.”
E fu servita la cena.
Annuii ad Azable, e lo seguii fuori da quella stanza.
Così, tornammo dagli altri, e il signorotto diede indicazioni per l'imminente partenza.
Io ero sempre più inquieta, pensavo alle parole di quella spada, alla delicata missione che mi si prospettava, me soprattutto pensai che tra poco tempo avrei rivisto Capomazda, la sua campagna ricca di magia, le sue città pittoresche, la superba capitale.
Avevo sempre pensato che non ci sarei mai tornata, non dove ogni cosa mi avrebbe ricordato lui, quei momenti rubati ma tremendamente felici, e poi il dolore di quella che sembrava una notte infinita.
Ma tornavo per un buon motivo, non potevo fingere di non aver sentito e tirarmi indietro, a questo dovevo pensare, che lui non avrebbe esitato a fare lo stesso.
Eppure sapevo che non sarebbe stato facile, anzi, ma avrei tentato in ogni modo.
Cenai in silenzio, sorridendo di tanto in tanto alle conversazioni della sala.
Nessuno doveva vedere l'inquietudine e il tormento del mio cuore, ed ero diventata brava a celare le mie emozioni.
Guisgard
07-02-2015, 02.32.40
La cena si svolse tranquillamente, tra conversazioni legate alla missione ed altre più futili.
Poi terminò ed ad ognuno Azable chiese di ritirarsi nella propria stanza, per riposarsi ed essere così in forma per la partenza.
Ed anche Clio, naturalmente, fu accompagnata nella sua camera.
Era ormai notte e la nebbia era calata sul castello, disegnando uno dei più tipici ed evocativi scenari miralesi.
Ma se tutto apparentemente sembrava sereno, quella notte pareva invece celare nel suo ventre una soffusa inquietudine.
La piratessa si stese nel suo letto e poco dopo cadde addormentata.
La campagna era avvolta dalla nebbia che velava ogni cosa, rendendola confusa, mutevole, sfuggente, enigmatica.
Clio la percorreva a cavallo, accompagnata dai Montanari.
Poi, ad un tratto, si ritrovò a galoppare da sola.
Ed anche lo scenario intorno a lei era cambiato.
La campagna infatti aveva assunto tutt'altro aspetto.
Era quella di Capomazda.
Solo la notte però pareva essere rimasta intatta.
E nella notte quella campagna aveva assunto fattezze sinistre.
Poco dopo la piratessa si ritrovò in un piccolo borgo, non diverso dai tanti che aveva visitato a bordo della Santa Caterina.
E quando raggiunse il suo centro, Clio vide una chiesa, con la sua campana che scandiva le ore.
“E' morto l'Arciduca...” disse qualcuno da lontano “... presto, portatelo nella cripta per seppellirlo, prima che il demone ne faccia scempio...”
“No, fermi!” Un'altra voce lontana. “Lui amava Sygma e là voleva essere seppellito!”
Clio si svegliò.
Ormai albeggiava.
Mi svegliai all'alba, mentre la cupa atmosfera del sogno ancora mi perseguitava.
Sembrava che non riuscissi a trovare pace neanche nel sonno.
La sua tomba... Non avevo osato pensarci il giorno prima.
Eppure era là, da qualche parte: volevo davvero vederla? Vedere il suo nome scritto sulla fredda pietra? Quel nome che avevo sussurrato, invocato, amato, che ancora faceva accelebrare i battiti del mio cuore.
Avevo evitato di immaginarla per tutto quel tempo, per quello ero fuggita.
Così lontana potevo immaginarlo nel suo palazzo, immerso in quelle faccende incombenti di cui non osavo chiedergli nulla, ma non in una cripta.
Non sapevo nemmeno dove fosse, per quanto ne sapevo io poteva essere davvero a Sygma.
Sperai vivamente che Mia Amata fosse con lui, ma immaginai che un bene tanto prezioso sarebbe stato agognato dai nuovi signori.
Un bel modo per iniziare la giornata.
Fissai il soffitto per un lungo istante, per poi sospirare.
"Quando ti dico di visitare i miei sogni intendo qualcosa di un po' più allegro, nè.." Mormorai pianissimo, sorridendo appena.
Ma la Morte era la protagonista dei miei sogni ormai da molto tempo.
Così mi alzai, non potevo indugiare oltre, e mi preparai per la partenza.
Indossai un raffinato abito verde scuro, con le maniche strette e un ricamo a fiori sul corpetto, comodo per cavalcare perché nascondeva degli attillati calzoni neri, e non troppo appariscente, sopra l'abito un mantello nero.
Vestire da donna mi permetteva di non dare nell'occhio, anche se, come sempre, ero armata di tutto punto, cingendo anche la spada al fianco.
Ero un'amaiola dopotutto, era tutta pubblicità.
Raccolsi le mie cose e scesi nel salone, pronta per la partenza.
Guisgard
07-02-2015, 03.13.10
Clio si alzò e si preparò per la partenza.
Anche se l'angoscia data da quel sogno era ancora tangibile.
Il gruppo lasciò allora il castello, con Azable a bordo di una lussuosa e ben armata carrozza.
Ma quando dal maniero raggiunsero una torre vicina, vi trovarono ad attendere un uomo alto e con indosso un'uniforme.
“Signori...” disse Azable al gruppo “... questi è il mio luogotenente, Yanes. Ci seguirà fino a Capomazda. Egli è un'ottima guida.”
“I miei omaggi, signore.” Yanes con un inchino di saluto ad Azable.
Ora il gruppo era completo e riprese così il cammino.
“Yanes è un buon conoscitore degli usi Capomazdesi.” Azable al gruppo. “Avete domande da porgli in merito a ciò? Egli sa molte cose su quella terra.”
Guisgard
07-02-2015, 03.24.03
“Molti artigli” disse il Priore Tommaso ad Altea “volteggiano attorno al seggio di Capomzda. Come i lupi attorno ad un gregge. Comunque fare ipotesi adesso è del tutto inutile. Quando invece saremo là, allora cominceremo a cercare e raccogliere indizi. Quanto a me, verrò adesso con voi. Attendere oltre non serve a nulla.”
Il Priore andò così a prepararsi.
Dopo un po' ritornò.
Tutto ora era pronto per la partenza.
Lasciarono così la Chiesa della Santissima Annunziata, diretti nella capitale Capomazdese.
E quando vi arrivarono, trovarono nel cortile alcuni uomini armati.
Ed insieme a loro vi era Gvineth.
“Chi siete voi?” Chiese al Priore Tommaso.
Guisgard
07-02-2015, 03.42.15
A quelle parole di Elisabeth, De Gur quasi trasalì.
“Non essere sciocca.” Disse. “A chi dovrei venderti? E perchè poi? Sei mia moglie.” Scosse il capo. “Ti ho permesso di seguire ogni tua passione ed ogni tuo desiderio per saperti felice. Ma tutto ciò non deve ritorcersi contro di noi, aizzandoci contro l'ostilità dei due signori di Capomazda. E' così difficile capirlo? Comunque, non ti impedirò di ospitare quel bardo, foss'anche uno straccione. A condizione però che non sia un filo Taddeide e non sia irriverente verso i due nobili signori di Capomazda.” Con tono deciso. "Su, va da lui adesso. Dagli da mangiare. E' questo che ami fare, no? Aiutare i pezzenti ed i reietti." E la fissò con disprezzo.
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Guisgard
07-02-2015, 03.44.08
“Lasciamo perdere la letteratura, messere.” Disse uno dei due uomini a Galgan. “Qui si parla dall'altro. Di politica, ad esempio.”
“Un momento...” intervenne l'altro, zittendo il suo compagno “... mi piace il riferimento letterario... allora mettiamo il caso che la volpe sia Ulisse, mentre i segugi siano i Proci che infestano la reggia di Itaca. Voi cosa fareste se i suoi fedeli vi chiedessero di lottare per lui, pur sapendolo morto sotto le mura di Troia o disperso nell'Egeo?”
Altea
07-02-2015, 17.44.35
Poco dopo arrivò Priore Tommaso e partimmo con quel carretto malconcio e pensavo a mille cose..a volte pensavo Guisgard non era morto ma si celasse qualcosa dietro, ma non epressi questo pensiero poichè il Priore mi avrebbe detto di rassegnarmi..forse..lo guardavo..ma lui aveva dentro se una ipotesi, una idea..si doveva pazientare e soprattutto agire con furbizia per avere la verità.
Chiesi al diacono di fermarsi nella città prima di entrare a Corte.."Non preoccupatevi non mi sto fermando a comprare cappellini o altro..qui vi sta il panettiere e pasticcere messer Gerardo, lui è il mio tramite con mio padre, ovviamente legato ai Taddei, devo scrivere una missiva a mio padre, egli saprà come sempre farla recapitare a Sygma, mio padre ha preso una dimora proprio tra il confine dei due regni...e dalla altra parte, Padre Tommaso, vi sta un orfanotrofio..lo gestiscono delle Sorelle, un giorno camminando per Capomazda io e l' Arciduca abbiamo visto dei bimbi soli mendicare e assieme lo abbiamo costruito, purtroppo non si possono avere più i soldi per finanziarlo a Corte ma io mi adopero e so tenerlo vivo..e sarà sempre così".
Entrai sola da messer Gerardo e dopo esserci salutati dissi.."Amici, non temete..carta e calamaio..e poi come sapete fare voi che vada a mio padre Tibaldo".
"Caro padre,
la missiva per dirvi ho intenzione di usare dei soldi per acquistare la camera dell' Arciduca con i suoi oggetti...e a dire il vero, visto ad Auroria l'ho pagata per riaverla con le nostre pepite di oro e quasi la mia vita, devo cercare di acquistare Mia Amata...come la protessi ora, lo farò adesso..perchè tutto questo? Dovreste vedere la Corte, la stanno smantellando...presumo vogliano vendere tutto ciò che è dei Taddei..uno scempio..capirete il mio gesto..anche perchè forse questo mi porterà a scoprire qualcosa di celato..di più non posso dirvi..informatevi bene, forse sotto mentite spoglie potrete salvare pure voi qualcosa del loro patrimonio acquistandolo e come voi i nobili che se ne sono andati, fedeli al Duca e dopo l' arrivo di quegli uomini..per quanto riguarda mio nonno, il suo comportamento mi fa vergognare del nome che porto, ma basti pensi a Voi e ne sono fiera".
Abbracciate mia madre e le mie due sorelle minori...io sto bene..Altea".
Sigillai la missiva col mio stemma e senza dire nulla gliela consegnai a Gerardo, il negozio era vuoto, lui guardò fuori e la nascose.."Bene, un grande vassoio di sfogliatelle, per i miei bambini"...egli si illuminò e uscii col vassoio coi dolci, la Casa del Piccolo Fanciullo era proprio di fronte, suonai il campanellino e una suora mi fece entrare.."Sono di fretta sorella..e sembra qui a Capomazda fare carità sia quasi diventato un crimine..e i poveri temo aumenteranno..questi dolci sono per i bimbi e in questa busta troverete i soldi..ho potuto prendere poco..a Corte con quei tre nuovi individui non esiste la parola carità..ma non lasceremo morire questo posto." La suora mi abbracciò e chiesi del piccolo.."E' passata la febbre, ho mandato uno dei migliori medici" e mi mostrò giocava arzillo nei suoi nemmeno due anni e sorrisi malinconicamente.
"Devo chiedervi un favore Suor Gertrude, ho intenzione di cambiare dama di compagnia..si..proprio Petronilla. E' avvenuto un fatto strano che mi porta a pensare ella abbia fatto entrare o abbia lasciato entrare un estraneo in mia camera..a meno che non sia stato Sua Signoria, ma ormai solo il Signore può saperlo..e ora ho intenzione di cambiare stanza, necessito di una persona nuova a Palazzo, sana di principi ma dal carattere forte..se qui vi è questa ragazza senza famiglia o deve portare il pane alla sua famiglia, ditele ora sarà a mio servizio a Corte e di raggiungerla entro stasera e di annunciarsi a me".
Dopo i saluti tornai nel carretto e raggiungemmo la Corte, vi era Lord Gvineth e con un cenno del capo lo salutai..."I miei omaggi milord, e sia una buona giornata", egli chiese al Priore Tommaso di presentarsi, non interferii, lasciai egli stesso lo facesse da se, temevo un passo falso poteva essere la rovina del piano.
Galgan
08-02-2015, 00.34.44
Volsi lo sguardo, e per la prima volta lo fissai direttamente, prima di rispondere;
-Buon messere, sono un cavaliere, pertanto mi pare ovvio che lotterei per conservare il trono di Ulisse.
Il mio ruolo me lo impone, pertanto, una simile posizione, da parte mia, rientrerebbe nell'ordine naturale delle cose-
Guisgard
09-02-2015, 01.57.31
Tornati a corte, il Priore Tommaso ed Altea incontrarono Gvineth.
“Salute a voi.” Disse il religioso. “Io sono Padre Tommaso, confessore di lady Altea.”
“Milady non poteva chiedere al diacono di corte o al cappellano di farle da confessore?” Chiese il nobile.
“Sapete...” sorridendo il Priore “... la confessione è un qualcosa di molto intimo, che richiede totale trasparenza. Spesso sia ha soggezione, pudore o riluttanza ad aprire il proprio cuore ed il proprio animo riguardo le cose, diciamo, meno nobili della nostra vita. Si nutre quell'infantile ed irrazionale paura di essere giudicati e condannati. Si pensa al proprio confessore come ad un qualunque altro uomo e si cade, di conseguenza, nel timore di essere condannati.”
“E non è così?” Fissandolo Gvineth.
“Milord, un sacerdote, un monaco e qualunque altro ecclesiastico nel confessionale smette i panni terreni e rappresenta Cristo.” Rispose il Priore. “E' Lui, infatti, che ascolta e che giudica.”
“E condanna.” Annuì Gvineth.
“Cristo non condanna nessuno disposto a ricorrere alla Sua Santa Misericordia.” Fece il religioso.
“Comunque” mormorò il nobile “questo palazzo non chiude le porte ad un religioso. Vi farò dare una camera.” Chiamò un servitore ed ordinò di accompagnare il Priore.
Questi salutò Altea e seguì il servo, che lo portò in una camera accogliente.
Poco dopo il Priore tornò da Altea.
“Bene...” alla dama, ora che erano soli “... sembra che a corte il Clero sia sempre di casa. Oh, naturalmente ciò non deve ingannare. I nuovi aspiranti signori sanno bene che alla fine spetterà alla Chiesa decidere chi governerà Capomazda. Ma noi, conoscendo ciò, useremo la situazione a nostra vantaggio.” Annuì. “Bene, direi di cominciare...” mormorò “... forse non sapete, non avendovi rivelato nulla dei miei trascorsi qui, che io fui chiamato per stilare una relazione per Sua Grazia il vescovo, circa la morte dell'Arciduca Taddeo l'Austero. Tuttavia questa cosa non si ripetè alla scomparsa di suo nipote, il giovane lord Guisgard. Beh, credo sia il caso di raccogliere più informazioni possibili riguardo quel funereo accadimento. In pratica, figliola, dobbiamo indagare e ricostruire passo dopo passo i momenti che precedettero la morte dell'ultimo Arciduca.” Estrasse da una tasca un piccolo libretto per degli appunti. “Vediamo un pò” con tono divertito il Priore “se nel vostro sangue scorre quella naturale affinità e propensione che alcuni soggetti posseggono circa la capacità di sapere raccogliere fatti, analizzarli e dar loro un senso più o meno compiuto. Su, ditemi, milady... da dove dobbiamo cominciare a raccogliere informazioni, secondo voi?”
Guisgard
09-02-2015, 02.07.22
“Beh, la vostra risposta mi sembra logica...” disse uno dei due uomini a Galgan “... ammesso si dia per scontata la vostra appartenenza ad Ulisse. Cosa diversa, converrete, se invece appartenete al seguito dei principi impostori giunti ad Itaca per insidiare il trono del figlio di Laerte.”
“Questo è il punto, sir Galgan...” intervenne l'altro uomo “... a noi preme sapere voi da che parte state. A chi vi sentite legato e per chi siete disposto a combattere... per Ulisse... oppure per i Proci?”
Lasciai nella camera le mie inquietudini, e partii impassibile come sempre.
Eravamo una piccola spedizione, e restai sorpresa nel vedere la sfarzosa carrozza di Azable, ma non dissi nulla.
Ci presentò Yanes, un suo luogotenente, esperto di Capomazda.
Potevo chiedergli della Scafatella, ma non dovevo rischiare, mi chiesi se ci fosse qualcuno che conoscessi e di cui potessi fidarmi a Capomazda, qualcuno che non aveva idea di chi fossi in realtà, come la signora che al mercato aveva sempre un sorriso per me, e mi aveva svelato la ricetta di quella buonissima torta.
Osservavo la campagna circostante affacciata alla finestra, era una giornata talmente limpida, da permettermi di vedere il palazzo ducale in lontananza.
Il tramonto era ormai prossimo, e la campagna rigogliosa sembrava in attesa della sera.
In attesa, proprio come me, che sospiravo lasciando lo sguardo vagare per quelle lande.
La mia attesa però, sapevo che sarebbe stata vana, e non volevo ammettere a me stessa che in cuor mio stavo sperando che non fosse così.
D’un tratto, però, qualcosa attirò la mia attenzione: c’era qualcuno a cavallo che si stava avvicinando alla mia casetta solitaria.
Dapprima squadrai la figura sospettosa, impugnando la pistola, ma poi più si avvicinava, più non credevo ai miei occhi: quando ormai oltrepassò il cancello della mia proprietà, lasciai cadere l’arma a terra e mi precipitai al piano di sotto, per poi uscire nel cortile mentre stava legando il cavallo.
Lui si voltò e sorrise nel vedermi, e io riuscii a scorgere i suoi occhi sotto il pesante cappuccio che nascondeva il suo viso.
Gli corsi incontro sorridendo finché non lo raggiunsi e lui mi prese tra le braccia, sollevandomi da terra, con un largo sorriso, per poi intrappolarmi in un tenero bacio.
Non riuscii a dire una parola, mi limitai a rovesciare il cappuccio all’indietro, in modo che gli ultimi raggi di sole potessero illuminare il bel viso che tanto amavo.
Restammo così, abbracciati nel cortile per lunghi istanti.
“Cosa ci fai qui?” mormorai poi, portando la testa all’indietro per guardarlo negli occhi “Non è oggi quel ballo di cui mi parli da settimane?” con gli occhi nei suoi.
Lui annuì “Sì, è oggi.. infatti ho pochissimo tempo….” sorrise, senza staccare gli occhi dai miei “Volevo solo vederti… mi eri sembrata un po’ triste e io..”.
Scossi la testa, incredula “Che discorsi.. sono sempre triste quando te ne vai..” mormorai piano, per poi alzare gli occhi, felici su di lui “Ma adesso sei qui…” raggiante “Dai, entra..” prendendolo per mano.
“Ho solo un attimo, Clio..” con un lieve sorriso lui.
“Beh non vorrai mica passarlo qua fuori no?” divertita “Su, entriamo..”.
La casetta era semplice ma accogliente, in una radura appartata, appena fuori dalle mura cittadine.
A volte mi sembrava una prigione, altre un rifugio, quando lui era con me, mi appariva persino più bella di un sontuoso palazzo.
Entrammo, e un soffuso profumo ci accolse calorosamente.
Lui si guardò intorno, e il suo sguardo cadde su un cestino colmo di mele.
“Cosa ci devi fare con tutte quelle mele?” chiese divertito.
Io mi voltai sorridendo “Un dolce.. una torta.. una signora oggi al mercato mi ha dato la ricetta.. pensavo di tenermi impegnata per stasera..” sospirai, abbassando lo sguardo.
Lui mi si avvicinò, e alzò delicatamente il mio viso perché riuscissi a guardarlo negli occhi “Ehi..” mormorò “Sai che odio vederti triste..”.
Annuii “Lo so, scusa..” sorridendo.
Si chinò a posarmi un bacio sulle labbra, e io mi illuminai.
“Così va meglio..” sorrise, accarezzandomi il viso “Parlami di questo dolce…” divertito.
“Beh, dovrebbe essere una torta..” voltandomi ad osservare gli ingredienti che avevo preparato.
Lui mi cinse con le braccia, affondando il viso nei miei capelli per un momento.
“E me ne lascerai una fetta?” disse sorridendo io risi.
“A tuo rischio e pericolo.. sai che i dolci non sono la mia specialità..”
“Sciocchezze, sono sicuro che quel dolce sarà buonissimo invece…” con aria convinta.
Io portai la testa all’indietro, in modo da poterlo guardare negli occhi e sorrisi, baciandolo a mia volta.
“Sai cosa dovremmo fare?” con un guizzo negli occhi lui.
“Cosa?” incalzai
“Guardare le stelle, come quando eravamo ragazzi, ricordi?” con gli occhi nei miei.
“Come potrei dimenticare…” mormorai piano.
“Allora è deciso.. quando sarà pronto il dolce?” chiese.
“Domani..”
“Bene, domani verrò a prenderti e ti porterò….” pensieroso “Vediamo, dove ti piacerebbe andare?”.
Alzai le spalle “Sei tu che conosci bene questi posti… sbaglio o li governi pure?” divertita.
“Va bene, cercherò un posto speciale..” facendomi l’occhiolino “Ah, e porto il vino..”.
“E io il dolce?” incuriosita
“Certo, tu il dolce..” sorridendo “Cosa ne dici: ti va?”.
“E me lo chiedi?” mi illuminai “Potremmo persino aspettare l’alba..”.
“Mi sembra una splendida idea..” con gli occhi nei miei.
Poi, si chinò su di me, posando un lieve bacio sulle mie labbra, un bacio leggero, tenero, di un’infinita dolcezza, un bacio capace di sciogliere ogni inquietudine, ogni pensiero che poteva attraversare la mia mente in quel momento.
E poi un altro, e un altro ancora, finchè quel bacio non divenne intenso, appassionato, travolgente.
Ma fu solo un attimo, perché lui si staccò di colpo, chinando il capo.
“Devo andare..” mormorò, con la fronte contro la mia.
“Lo so..” in un sussurro.
Lui annuì debolmente e si allontanò di un passo, lasciando infine cadere la mano che cingeva il mio collo.
Io non mi mossi, ormai avevo imparato che era meglio così.
Lo osservai con gli occhi lucidi allontanarsi e prendere il mantello.
“Buonanotte, Clio..” voltandosi “A domani..”.
“A domani..” sussurrai io “Divertiti stasera…” facendo l’occhiolino.
Lui sorrise appena ed uscì, lasciandomi sola col mio assordante silenzio.
Eppure sorridevo, anche in un giorno tanto importante aveva trovato tempo per me, e quel gesto valeva più di mille parole.
Restai un istante ad osservare la porta, felice, nonostante tutto.
D’un tratto, corsi fuori, chiamandolo. Lui si voltò di scatto, in tempo per prendermi tra le braccia, con uno sguardo sorpreso ma sorridente.
“Grazie..” mormorai io, raggiante, con gli occhi nei suoi “Grazie di essere passato anche oggi…”.
Lui mi accarezzò dolcemente i capelli.
“Sei così bella quando sorridi..” sussurrò, chinandosi appena per baciarmi piano.
Lo strinsi per un istante, poi feci io un passo indietro.
“Vai, vai.. volevo solo dirti questo..” con un vago sorriso.
Lui annuì e montò in sella, per poi voltare il cavallo e dirigersi verso il suo Palazzo.
Sorrisi a quel ricordo dolce e doloroso, che mi riportava a quella sera stellata, infinita e speciale, e l'alba da mozzare il fiato. Dovevo tenermi stretta quegli attimi di Felicità, perché mi sarebbero dovuti bastare per una vita intera.
E la Casetta Solitaria, come amavo chiamare quella casetta appena fuori le mura cittadine dove avevo vissuto tre anni prima, in perenne attesa, era ancora come l'avevo lasciata?
Mi si strinse il cuore: avrei avuto il coraggio di ripercorrere il sentiero che attraverso il bosco portava alla radura appartata e nascosta che custodiva la casetta?
Non potevo perdermi nei ricordi, anche se sapevo che quel viaggio sarebbe stato il più doloroso che avessi mai affrontato, dovevo pensare alla missione.
Presi un profondo respiro.
"Salute a voi.." Avvicinandomi a Yanes "Ditemi, sapete per caso dove è stato sepolto l'ultimo
Arciduca?" Fingendo indifferenza.
Guisgard
09-02-2015, 02.30.16
La compagnia su quella strada, solitaria e silenziosa, attraversava le montuose regioni che circondavano Miral.
Davanti a loro vi erano ancora molte miglia, in territori che mutavano velocemente, scandendo e disegnando il passaggio fra terre diversissime, dal profilo epico ed evocativo.
Erano diretti verso Sud e tra breve avrebbero lambito Sygma con le sue dolci e romantiche colline, poi i territori centrali, fatti di aspri monti e boschi chiusi e folti, fino a giungere nelle rigogliose terre pontificie, dalle ricche e sontuose ville in uno scenario di classicheggiante splendore.
E durante il tragitto, Clio si avvicinò a Yanes.
“Salute a voi.” Disse cordialmente l'uomo. “Gli Arciduchi di Capomazda vengono sepolti da sempre poco fuori la capitale, tra Saggesia e la chiesa chiamata della Scafatella.”
Annuii a quelle parole, come se effettivamente stessimo parlando del più e del meno.
Ma mi avevano colpito profondamente: tutto pareva avere senso, di nuovo la Scafatella, non poteva essere una coincidenza.
Dovevo trovare il modo di andarci una volta a Capomazda, da sola però.
"Grazie di aver soddisfatto la mia curiosità.." Cordialmente a Yanes, per poi riprendere il cammino sempre più immersa nei miei pensieri, nei miei ricordi, e nelle paure che quel viaggio mi avrebbe costretto ad affrontare.