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Guisgard
22-10-2015, 01.25.15
"Salva il tuo popolo, e benedici la tua eredità;
pascili e sostienili per sempre."
(Salmo 28)
PROLOGO
La guerra ha portato alla sconfitta e alla fine dei grandi stati imperialistici.
Così la Germania del Kaiser, l'Austria-Ungheria degli Asburgo e la Turchia del Sultanato vedono il tramonto, a vantaggio degli stati costituzionali.
Anche l'imperiale Russia degli Zar crolla sotto la rivoluzione rossa.
L'unico stato imperialista rimasto, retto dal suo aristocratico feudalesimo, è quello dell'Afralignone.
Le leggi ed i valori secolari dell'ultimo impero vengono visti così come un pericolo per l'ordine raggiunto tra i vari stati vincitori e per questo l'ex Principato di Animos, da poco mutato in repubblica popolare e autoproclamatasi Canabias, decide di dichiarargli guerra e di invaderne i confini.
Ma le frontiere settentrionali di Afralignone sono difese dalla Rocca di Evangelia, ultimo baluardo a difesa del mondo aristocratico da quello repubblicano.
E proprio nei cieli di Evangelia si combatte questa guerra.
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NEI CIELI DI EVANGELIA
Capitolo I: Angeli caduti
“Un guerriero sa che un angelo e un demonio si contendono la mano che impugna la spada.”
(Paulo Coelho, Manuale del guerriero della luce)
Nuova Camelot, libera città del Nord.
Da essa si possono raggiungere le più importanti capitali europee.
La Stazione Reale pullula ogni giorno di svariata umanità, come viaggiatori occasionali, religiosi, pendolari, militari in licenza o congedo, mercanti, pellegrini, vagabondi, esuli e persino profughi.
La guerra ha rivoltato il vecchio mondo come un guanto, mutandolo in qualcosa di diverso, dove nuove illusioni hanno preso il posto delle antiche certezze.
Le Società di Antico Regime quasi non esistono più, fatta eccezione per l'Impero di Afralignone con i suoi castelli, i palazzi e l'ovattato mondo nobiliare racchiuso nei suoi secolari privilegi.
Molti nobili, in esilio o in fuga dalle macerie degli antichi imperi frantumatisi sotto la guerra ed il nuovo fervore di democrazia, cercano di raggiungere Afralignone.
Qualcuno ci riesce, qualcun altro invece finisce nelle mani della spietata polizia segreta di Canabias, sempre in cerca di esuli nobiliari fuggiaschi.
Il Merdian Express è l'unico treno che da Nuova Camelot conduce a Città di Capomazda, la capitale Afralignonese.
Per molti è il solo mezzo per fuggire dal nuovo mondo e ritornare in quello vecchio.
Ma per giungere a destinazione, col suo carico di speranze e di sogni, il Meridian Exspress deve per forza passare per Evangelia, la rocca che controlla i confini settentrionali di Afralignone.
E' l'ultimo baluardo imperiale a cavallo fra due epoche e due mondi.
Ma in quelle lande imperversa una furiosa guerra e solo i più temerari, o forse solo i più disperati, decidono di salire sul Merdian Express per raggiungere ciò che resta della tradizione aristocratica.
La stazione, con le sue vetrine ed insegne in stile vittoriano che ancora richiamano le Belle Epoque appena tramontata, era densa del fumo delle locomotrici che arrivavano e partivano, brulicanti di figure e sagome tutte uguali, che quasi si muovevano goffe e buffe, come le immagini di un cinematografo, tra i binari ed i sottopassaggi anneriti dal vapore dei treni e dal grigiore che la borghesia operaia amava trasmettere a ciò che restava dei tempi andati.
“In carrozza, signori...” disse il capostazione agitando la sua paletta “... in carrozza... ultima chiamata, signori... in carrozza, signori... in carrozza... ultima chiamata...”
Il prezzo di un biglietto del Meridian Express equivaleva ad un intero salario o ad un mezzo stipendio.
La Società delle Nazioni, ossia i vincitori che si erano spartiti il mondo dopo la guerra, era arrivata ad un accordo con gli stati membri riguardo al libero transito del treno attraverso i territori meridionali, fino alla capitale Aralignonese.
Tuttavia Canabias, in guerra contro l'impero di Afralignone che non aveva riconosciuto il suo governo rosso, era riuscita ad imporre un rigido controllo in tutte le stazioni, ottenendo la presenza di pattuglie armate per sventare la possibile fuga di profughi verso Sud.
“In carrozza, signori...” ancora il capostazione “... in carrozza... è l'ultima chiamata... in carrozza, signori... in carrozza... ultima chiamata per Città di Capomazda...” mentre il Meridian Express già fumava pronto per la partenza.
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+++
Dacey Starklan
22-10-2015, 01.46.45
Nei miei occhi c'erano ancora le vivide immagini dell'orda di rivoltosi che si abbatteva sul mio castello, gli sforzi delle guardie per contenerle lungo le mura, il fuoco che divampava e il fumo che si innalzava fino alla mia stanza, poi c'erano i rumori, le armi sparavano e le atroci grida di chi veniva colpito, le urla della mia famiglia...
La mia famiglia. Tutti morti. Non riuscivo ad abituarmi all'idea, non mi sarei mai abituata all'idea, mai. E come potevo io concepire che tutta la mia famiglia era stata uccisa da della gente impazzita, per un motivo che neanche conoscevo. Io mi ero salvata si, e i ricordi di quei momenti erano così confusi nella mia testa, ero ancora sotto shock e per quanto mi sforzassi quegli attimi erano offuscati, solo un insieme indefinito di colori e suoni. Tutto quello che sapevo era che ora ero qui, in una terra a me straniera, orfana e senza nessuno.
Un'orfana che non doveva farsi riconoscere, una ormai ex principessa la cui unica speranza in quel momento era rappresentata da un treno. Un unico nome, il Meridian.
Recuperai il mio misero bagaglio stando ben attenta a restare con il capo coperto e raggiunsi la banchina pronta a immergervi in quel viaggio carica di timore e speranza, presi il mio biglietto, acquistato con un paio dei soldi che ero riuscita a trafugare dal castello, e salii su una carrozza.
Lady Gwen
22-10-2015, 01.50.10
Attesa.
Trepidante attesa. Aspettavo impaziente che ci dessero il via per salire sul Meridian Express; avevo aspettato mesi per racimolare il denaro sufficiente a comprare il biglietto, vivere ormai da sola mi aiutava molto anche in questo e avevo anche messo qualcosa da parte per il viaggio. Anche perché dovevo pur vivere, no?
Mi era dispiaciuto molto lasciare l'ospedale, con le altre infermiere che ormai erano come delle sorelle, come se fossero una seconda famiglia, anche se solo la prima era a conoscenza della mia vera natura di pagana.
Mi sarebbe mancato il progresso che conservava ancora qualche traccia dell'epoca vittoriana che amavo e forse era proprio quell'antichitá, quel progresso minimo e relativo, rispetto alla cittá in cui avevo vissuto negli ultimi anni, che mi mancava.
Tuttavia, non vedevo l'ora di partire; ero sempre stata amante dei viaggi, fin da piccola e quando avevo dato la notizia ai miei che volevo cambiare città, anni fa come anche alcuni mesi orsono, mi avevano lasciata libera di fare ció che sentivo dentro di me e sapevo che questa era la scelta giusta.
Sapevo che saremmo passati da Evangelia e da ció che avevo sentito, lí imperversava la guerra, ma ció non mi spaventava.
Quando quando il capostazione ci disse di salire, non me lo feci ripetere due volte e mi affrettai ad esibire il biglietto e cercare un posto sul treno.
L'aria era fresca quella mattina, potevo quasi sentirla volteggiare accanto a me, eterea e leggera.
Un altro giorno è sorto.
Un giorno come un altro a Evanglia.
I cieli sono stranamente sgombri, e l'alba regala scenari mozzafiato.
Mi sento fortunata ad essere qui.
Qui, dove nessuno è mai giunto, più in alto delle nuvole.
Come sembra lontana e piccola la rocca vista da quassù, eppure non mi è mai parsa così bella.
Casa.
L'unica che mi è rimasta, l'ultima che vedrò.
Ogni cosa ha un sapore più intenso sapendo che potrebbe essere l'ultima.
Questa alba, questi colori potrebbero non tornare, potrebbero accompagnarmi nell'ultimo viaggio.
Allora fisso ancora per un istante l'orizzonte incantato, un istante per assaporare appieno la Bellezza intorno a me, per fissare quell'immagine nel cuore, renderla indelebile.
Ma è ora di rientrare.
Tutto sommato, il giro di ricognizione mattutino era stato positivo, la tratta aerea riconquistata negli ultimi giorni sembrava stabile.
A malincuore voltai il mio velivolo e tornai indietro, dove un'altra giornata era iniziata.
Non appena aprii lo sportellino, la vivace attività del forte mi avvolse come una coperta in un mattino troppo freddo.
Le reclute affidate ai maestri mi facevano sempre tenerezza, poi c'erano i legionari che parlavano tra loro, i meccanici sempre alle prese con qualche motore che decideva di fare i capricci.
Attraversai il cortile a passo spedito, rispondendo con un cenno del capo ai soldati che salutavano rigidamente al mio passaggio.
Almeno non avevo brutte notizie da riferire quella mattina, pensai con un mezzo sorriso.
Raggiunsi così una porta austera e scura, presidiata da due guardie che si scostarono al mio arrivo.
"Mi sta aspettando" dissi soltanto, come ogni mattina.
Non dovevo certo spiegare che ci facessi lì, ma la disciplina e l'ordine erano all'ordine del giorno ad Evanglia.
Aprirono la porta, facendomi entrare nell'ampia stanza.
"Tenente Loyd a rapporto, signore.." quasi automaticamente.
Salutai militarmente e relazionai circa la mia incursione mattutina.
"Sostanzialmente tutto tranquillo, capitano.." con voce ferma "Avete ordini?".
Marwel
22-10-2015, 11.30.07
Non aveva chiuso occhio quella notte, poichè con il freddo erano arrivate anche le prime influenze e a metà dei bambini era salita la febbre, mentre l'altra metà cominciava a starnutire. Insomma aveva passato la parte buia della giornata ad appoggiare pezze bagnate sulla fronte dei suoi orfani e a dar loro le medicine per abbassare la temperatura, ma alle prime luci dell'alba si era detta esausta e, addormentato l'ultimo bambino e messo nel suo letto il più piccolo, si era addormentata abbracciata al fagotto di quattro mesi.
Non era un bel periodo per Evangelia, non lo era per il mondo intero, ma ella non aveva mai pensato ad una fuga. Era la sua casa, era il rifugio dei suoi dodici bambini e presto, pensò, ne sarebbero arrivati degli altri a causa della guerra e lei doveva essere li, pronta ad accogliere chiunque le chiedesse asilo.
Il giorno prima Betty, la più grande dei suoi orfani, dall'alto dei suoi tredici anni, le aveva chiesto il perchè di quella guerra, ma Marwel non aveva saputo darle risposta, poichè nemmeno lei lo sapeva. La guerra era un abominio.
Non riuscì a riposare a lungo, il suo corpo non si gustò a pieno il calore delle coperte, tanto che erano appena le sette quando rimise i piedi sul freddo pavimento e si diresse in cucina.
Doveva preparare la colazione ai bambini e sapeva che avrebbe dovuto imboccarli a causa della febbre, ma per fortuna Betty le dava una mano volentieri. Era il suo braccio destro in un mondo che le aveva tolto tutte le persone a lei care.
La porta della cucina era aperta e, mentre impilava le ciotole per il latte, venne distratta dal suono delle pantofole che strisciavano sul pavimento. Quando si voltò vide Benjamin che ciondolava verso di lei: aveva quattro anni, i capelli biondo dorato e gli occhi di un verde brillante che facevano a pugni con la sua carnagione bianca. Ma quella mattina il suo volto era troppo pallido, le occhiaie troppo marcate e scure per un bambino in salute. Lo aveva sentito tossire il giorno prima e si era lamentato della sua gola dicendo che gli bruciava da matti e nemmeno l'acqua bastava a placarla.
Il bambino era solito stringere a se un orsacchiotto di piccole dimensioni, scuro e a cui mancava un occhio.
"Mio piccolo Benji, perchè sei sveglio?" gli chiese abbassandosi al suo livello per poterlo guardare negli occhi. Subito portò la mano sulla sua fronte e la riscoprì bollente, più di quella di altri bambini, tanto che lo strinse forte a se, lo prese in braccio e lo portò nella camera dove vi erano gli altri bambini malati.
Lo sdraiò sul letto e lo coprì fino al mento, gli disse di rimanere li e andò a svegliare Betty, così da poter cominciare a dar da mangiare ai fanciulli appena svegliati. Marwel era molto preoccupata per la salute di Benjamin, tanto che per un attimo non riuscì nemmeno a farsi venire il mente le erbe e gli intrugli da poter utilizzare per fargli scendere la febbre.
Fece un respiro profondo, si passò le mani tra i biondi capelli e cercò di calmarsi, poi prese la camomilla, il salice bianco e il tiglio e ne fece una tisana.
"Mamma! Benji non apre più gli occhi! Non si muove!" urlò Betty.
La tazza con la tisana le scivolò dalle mani e si ruppe facendosi in mille pezzi, ma la donna non ci fece caso più di tanto e corse nella camera.
Quando arrivò, Betty era in lacrime e Benji sembrava morto; gli toccò il viso e lo scosse per risvegliarlo, ma il respiro del bambino era debole e anche il battito del suo cuore, così Marwel non perse tempo e lo prese in braccio di nuovo, ma sta volta lo avvolse nelle coperte ed uscì dall'orfanotrofio dicendo a Betty di prendersi cura dei bambini.
La temperatura fuori dalla sua porta era bassa, tanto che non passò molto prima che dei brividi di freddo le percorressero le braccia e la schiena, ma non era quello il suo problema. Doveva arrivare in ospedale il più presto possibile e doveva far di tutto per salvare la vita al piccolo Benji.
"Non preoccuparti tesoro, presto starai meglio" disse mentre correva per le vie di Evangelia con le lacrime agli occhi. Raggiunse l'ospedale e chiese aiuto alle infermiere che subito le diedero assistenza, presero il bambino e lo portarono chissà dove.
Si sedette in attesa di notizie. Nessuno le chiese nulla, le disse nulla o fece nulla per tranquillizzarla, ma il mondo era in guerra e tutti erano diventati un po' più freddi e duri.
Il tepore dell'ospedale le scaldò le membra, ma le sue mani erano ancora congelate e non le avrebbe sentite calde per un po', pensò.
Altea
22-10-2015, 15.49.38
Venti di tempesta e venti di guerra soffiavano o sarebbero soffiati vicino al nostro piccolo ma importante Ducato, posto tra Afralignone e Canabias, strane voci correvano ma noi eravamo donne e la politica non era per noi, a dir di molti.
Ogni giorno si ripeteva lo stesso rituale, alla stessa ora e con le stesse cadenze. Aspettavo lo scricchiolio del legno pregiato sul pavimento del corridoio, sotto il passo di mia madre, e nel frattempo mi preparai.
Presi uno specchio in madreperla e spazzolai energicamente i lunghi capelli biondi, li scostai e pizzicai le diafane gote per far prender loro un po' di colorito.
Ma lo sguardo dei miei occhi verdi si rifletterono su quello specchio come la mia anima:
"Presto, accorrete, è successo qualcosa al Duca de Bastian". Ero appena tornata da uno dei soliti noiosi balli con le mie quattro sorelle ed eravamo spensierate ma alle urla della serva, ordinai loro di andare a letto e rimase con me la sorella più grande, Costanza.
Seguimmo la serva in lacrime e in preda al panico e ci portò in una stanza posta nel solaio del grande castello e ci fece segno di entrare...senza scrupolo o talmente giovane da non capire. Lì..in mezzo alla stanza..la sedia riversa e il corpo dell' amato padre pendeva da una corda.
Così mio padre ci lasciò e mio nonno Mandus prese in mano il Ducato, visto non vi erano eredi maschi ma aveva grande fiducia in me...non avremmo lasciato la nostra Terra, le ricche produzioni di tessuti e soprattutto la gente.....Cherval doveva vivere e lottare sola.
Un giorno mio nonno mi portò al mare, amava portarmi fin da bambina nei giorni di tempesta.."Vedi, Altea, noi siamo impetuosi come quel mare in tempesta ma forti, freddi, inscalfibili come quelle rocce a strapiombo sul mare che lottano contro le furie della tempesta e delle onde". Prese un sospiro, il vento scompigliava i miei capelli e tenevo ferma la lunga gonna di seta "Tuo padre, Teobaldo de Bastian, non si è suicidato...lo hanno ucciso..sono stati dei sicari di Canabias poiché non abbiamo voluto appoggiare le loro idee contro Afralignone...ho parlato col re e vari nobili ad Afralignone e Capomazda, abbiamo dichiarato la nostra neutralità. Ci hanno promesso in caso di pericolo sarebbero venuti a salvarci...il loro esercito è potente."
Lo guardai prendendo coraggio...."Perchè non mi avete detto lo hanno assassinato, l'ho odiato per molto..pensavo ci avesse abbandonato" non una lacrima scese dal mio viso.."Avete saputo del treno che sta arrivando da Nuova Camelot, nonno Mandus? Porta a Capomazda e..." mi zittì puntandomi l' indice e poi rivolto verso il mare."Mi hai sentita prima? Non cederemo, rimarremo qui...non abbiamo bisogno di prendere quel treno, questa è la nostra Terra e ho già pattuito tutto con Capomazda, siamo sempre stati rispettosi tra noi e loro hanno bisogno dei nostri tessuti. Vuoi fuggire abbandonando il tuo popolo? Lo sai benissimo alla mia morte ho pattuito tu prenderai le redini del Ducato...vuoi deludermi?". Scossi il capo e mormorai.."Sia fatto il vostro volere allora".
Lo scricchiolio..i passi sul legno disegnato ad ovali sovrapposti..era il segnale. Mia madre stava andando a riposare, indossai il caldo mantello vermiglio di angora e misi nella sacca della carta, pennino e un libro. Dovevo raggiungere il mio piccolo luogo segreto, un laghetto nel boschetto vicino e presso la nostra baita. Lì potevo studiare tranquilla, scrivere i miei romanzi e poesie; mia madre disapprovava tutto questo..per lei una donna doveva solo sposarsi e dare una prole, la cultura non serviva ma io seguivo gli insegnamenti di mio nonno e mio padre e avevo insistito per avere pure un maestro privato.
E lentamente sgattaiolai fuori il castello, incamminandomi a piedi, mentre un vento impetuoso soffiava....
Guisgard
22-10-2015, 18.17.45
La cantina era semibuia, con quella piccola lampada alimentata da gasolio ad illuminarla, umida e maleodorante.
Ma era diventata il loro rifugio, un luogo tranquillo, alieno dal fragore e dalla violenza che invece imperversavano per le strade di Animos.
Nulla era più come prima.
Neanche la stessa Animos esisteva più, oggi rinominata Canabias dagli operai affamati che avevano assalito i suoi castelli e chiuso le sue chiese, mossi dalle sinistre mire della borghesia.
Si, perchè da sempre nessuna rivoluzione ha mai avuto come scopo la libertà, la liberazione o l'uguaglianza.
E nessuna rivoluzione, da quando esiste il mondo, è mai stata proclamata dal popolo.
La massa, la gleba, il volgo, altro non è che il braccio, furioso ed ignorante, di chi invece mira a rovesciare un potere per instaurarne un altro.
Così è stato per la rivoluzione francese, per quella russa ed ora anche per quella che sta insanguinando la defunta Animos.
La borghesia, gli intellettuali, sono loro i veri capi, le menti di quest'orrore.
Cacciare il re e sedersi al suo tavolo per mangiare ciò di cui si nutrivano i nobili fino a quel momento.
Questa è la rivoluzione che ha spazzato via Animos e così sono tutte le rivoluzioni scoppiate nei secoli su questo pianeta.
Eppure quella cantina era un luogo tranquillo, persino accogliente.
Una specie di angolo segreto in cui le figlie del re fantasticavano e giocavano.
Anastasia, la più grande, poi Dacey ed infine Maria.
Ma una fredda sera dei rumori si udirono dalle scale che conducevano alla cantina.
L'ex re Talcos fissò a lungo la porta.
Non erano i passi delle sentinelle, né del guardiano che portava loro acqua e cibo.
La porta si aprì ed entrarono i militari.
Dacey non li guardò neanche in volto.
Non guardò nemmeno le loro uniformi, né i loro fucili.
Restò a fissare la stella rossa tra la falce e la scure.
L'immagine del nuovo potere di Canabias.
Il simbolo di un orrore che si era abbattuto non solo su quel paese, ma sul mondo intero.
I militari entrarono così nella piccola cantina.
In verità non erano veri soldati.
Erano ex briganti, proclamatisi prima partigiani, poi guerrieri del popolo ed infine della libertà.
Quanti martiri aveva fatto quel demone che agli uomini si camuffa da libertà.
Il caporale si avvicinò all'ex re.
“Dobbiamo farvi una foto...” disse il caporale “... mettetevi tutti in quell'angolo... contro il muro... non ci vorrà molto...”
“Mamma...” chiese la piccola Maria a sua madre “... come fanno a farci una foto se non hanno macchine fotografiche?”
Ma l'ex regina non rispose nulla, limitandosi ad accarezzare e a baciare la sua bambina.
Il fischio del treno destò Dacey da quei terribili ricordi.
Il Meridian Express aveva chiuso le porte ed era pronto per partire.
Guisgard
22-10-2015, 18.28.09
Gwen salì sulla carrozza, per prendere poi posto nel vagone affollato.
Dai finestrini vide sui binari dei militari che parlottavano col capostazione.
Avevano le divise rosse, erano dunque di Canabias.
Indicavano il treno, ma poi si allontanarono.
Il fischio e qualche istante dopo il Meridian Express partì, lasciandosi dietro nuvole di vapore.
“Giornali e riviste...” disse il controllore entrando nella carrozza passeggeri “... giornali e riviste, signori...”
“Uno per me, grazie...” uno dei passeggeri.
Il controllore allora si fermò per dare il giornale al passeggero ed avendolo accanto Gwen, gettando lo sguardo sui giornali sotto il suo braccio, notò un trafiletto in cui si richiedevano infermiere volontarie.
Dacey Starklan
22-10-2015, 18.32.20
Con un sussulto mi ridestai da quel ricordo. Più passava del tempo, più iniziavo a rammentare, a mettere insieme i pezzi, come in un puzzle che sembrava non voler finire mai.
Quei flashback andavano e venivano facendomi perdere la cognizione del tempo, erano così realistici che mi sembrava di essere ancora lì.
Di essere di nuovo in quella cantina, quel luogo angusto che era stato per un po' la mia casa, la mia e quella della mia famiglia, fino a quando... Quegli uomini, ora ricordavo i loro volti ma soprattutto rammentavo la bandiera, quella bandiera che loro impugnavano con spavalderia, quella bandiera rossa che rappresentava tutti i miei sogni infranti.
Li odiavo, quegli uomini e quella bandiera, li odiavo indistintamente e avrei voluto vederli morti, vedere quella stupida bandiera bruciare. E invece loro erano ancora lì, nel mio regno, percorrevano i corridoi del mio castello e di certo qualcuno stava dormendo nel mio letto. Perché nessuno era intervenuto per fermarli, perché nessuno era venuto in nostro soccorso? Era ciò che mi chiedevo più spesso e anche in quel momento, sul treno, rianimato dal suo fischio, io mi chiedevo perché nessuno aveva fermato i rivoltosi, nessuno aveva salvato me e la mia famiglia.
Appoggiai una spalla contro la parete del treno, gettando qualche occhiata distratta fuori dal finestrino, mentre la gente si affrettava a salire o a salutare i cari pronti per il viaggio.
Lady Gwen
22-10-2015, 18.39.37
Salii sul treno e presi posto.
Osservano dal finestrino la gente a:la stazione, le guardie di Canabias e pensavo che ormai non potevo piú tornare indietro, probabilmente non volevo.
Passó poi il controllore con delle riviste sotto braccio.
Quando si avvicinó per porgerne una all'uomo vicino a me, notai un trafiletto in cui c'era un annuncio. Si cercavano infermiere.
"Una anche per me, per favore" dissi all'uomo.
Guisgard
22-10-2015, 18.39.44
La stanza era disordinata, con le pareti un tempo bianche ed oggi di un avorio opaco, scaldata da una piccola stufa e addensata dall'odore di sigaro.
Clio entrò, si mise sull'attenti, per poi attendere le parole del capitano.
Goz abbassò le cartine che stava leggendo e gettò uno sguardo sul bell'ufficiale dai capelli lunghi e biondi.
“Sono contento di rivedervi sana e salva...” disse il capitando fumando il suo sigaro “... sarebbe stato un peccato se vi avessero abbattuta. Si, un gran peccato.” Facendole l'occhiolino, per poi scoppiare a ridere. “Per ora sembra ci aspettino alcune ore di relativa tranquillità...” tornando a guardare la cartina “... ma io sento puzza di guai...” mettendo la mappa sulla scrivania e cerchiandone un punto preciso “... in questa zona dovrebbe esserci una fabbrica di motori...” indicando il punto segnato “... pare sia scoppiato uno sciopero... naturalmente è una faccenda che non ci riguarda, essendo quelli dei civili... ma questo genere di cose succedono sempre più spesso ultimamente e se si venisse a sapere che quegli operai sono armati... beh... nove su dieci chiamerebbero noi per ripulire la fabbrica... per ora potete andare... ma tenetevi pronta.” Congedandola con un cenno della mano.
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Guisgard
22-10-2015, 18.44.59
Gli ospedali sono bianchi, freddi ed intrisi di un odore strano.
Non è solo per il cloroformio.
Forse è a causa di quell'atmosfera distaccata, indifferente e apatica, generata da chi soffre e da chi invece poco si cura delle loro emozioni.
Erano tempi duri.
Vi era rimasto solo un medico, un giovane appena laureato e spedito al fronte per aiutare i miserabili che abitavano il piccolo borgo di Evangelia, distante poche miglia dalla cima del basso monte dove dominava il Comando della Legione Straniera Afralignonese.
E per un unico medico vi erano poi rimaste pochissime infermiere, seguite e controllate da Suor Ologna.
La donna apparve nel corridoio e si avvicinò a Marwel.
“Il bambino ora dorme.” Disse la religiosa alla ragazza. “E' molto debole. E' rimasto solo un medico e non è facile per lui visitare tutti i malati. Dobbiamo aspettare che passi la notte. Se domattina si sarà ripreso, allora il piccolo ce la farà. Se vuoi abbiamo una cappellina... puoi pregare lì stanotte... altro non puoi fare...”
Un attimo dopo si udì il sibilo di alcuni aerei che facevano ritorno alla base.
E in un certo senso quel sibilo era come un segnale di conforto.
Se infatti i caccia ritornavano al forte allora significava che un altro attacco nemico era stato respinto.
E a quel sibilo Suor Ologna si segnò tre volte.
“Ti ringrazio, Signore...” mormorò, stringendo in mano il Crocifisso che aveva al collo.
Guisgard
22-10-2015, 18.49.05
Altea raggiunse il suo rifugio segreto, immerso in quell'angolo di bosco, poco lontano dal lago.
Era un tardo e nuvoloso pomeriggio di Ottobre ed una calma apparente avvolgeva quel luogo.
Così era anche nel ducato e persino al palazzo.
Come se tutto fosse incantato.
Come se tutti attendessero qualcosa di inesorabile.
L'invasione di Canabias.
Ma prima che Altea cominciasse a scrivere, udì un fischiettio.
Poi qualcuno che prese a canticchiare.
Era la voce di un uomo.
Si trovava poco distante, sulla sponda del lago.
Un attimo dopo iniziò a piovere.
Ascoltai in silenzio il capitano, osservando di sfuggita quelle carte, sapevo a che cosa si riferiva, e sarei stata pronta ad intervenire nel caso le cose fossero precipitate.
Mi congedai formalmente dal capitano e tornai dai miei uomini.
"Ragazzi non ci crederete, ma potremmo avere addirittura qualche ora di tranquillità.." Con un leggero sorriso "Ma il capitano sente puzza di guai, quindi non ci conterei troppo".
Altea
22-10-2015, 18.58.18
Mi inoltrai nel boschetto, vi era silenzio..un silenzio irreale. Non mi sentivo al sicuro..dovevo essere fredda e forte, ma il nostro esercito non era molto forte.
Sentivo solo il rumore della mia veste frusciare tra le foglie secche che, inesorabilmente, stavano iniziando a cadere copiose dagli alberi e il mio respiro affannato.
Arrivai al laghetto, estrassi le carte e il pennino..iniziai a scrivere...di libertà e riscatto...di pace ma ad un tratto mi fermai.
Un rumore..un fischiettio, alzai solo lo sguardo tenendo fermo il pennino dal quadernetto di pelle che raccoglieva i fogli. Vidi un uomo nell' altra sponda del lago ed iniziò a canticchiare...era allegro. Iniziai ad innervosirmi, mi stava disturbando e mi stavo alzando per chiedergli cosa vi era tanto di allegro da fischiare e cantare.
Poi iniziò a piovere...mi alzai e raggiunsi la nostra baita e mi voltai verso l' uomo, non entrai e rimasi sotto la tettoia abbastanza vasta.."Scusate messere..non vorrei essere invadente..ma sta piovendo, e cosa state fischiettando e cantando?". Quell' individuo, come sempre, aveva sollevato la mia curiosità.
Marwel
22-10-2015, 18.58.29
Marwel era rimasta li, seduta ad attendere qualcuno, ad attendere il suo Benjamin che correva verso di lei e la chiamava "mamma". Ma passarono ore prima che una donna, una sola donna avvolta dagli abiti ecclesiastici si avvicinasse a lei e le donasse parole di conforto.
Benji dormiva a detta sua, ma era debole e sarebbe stato un miracoloso per lui passare la notte. E l'avrebbe passata da solo.
Il suono degli aerei riempì il silenzio dell'ospedale e la suora si fece il segno della croce e ringraziò il Signore, cosa che Marwel non riusciva a fare. Da quanto tempo non pregava? da quanto il loro Dio non ascoltava le sue parole? d'altronde per cosa avrebbe dovuto pregare fino a quel giorno? era convinta che Dio non combattesse quella guerra, ma sapeva anche che le molte vite non erano state risparmiate da lui. Si sentiva abbandonata come gli orfani che ora giacevano malati nel suo orfanotrofio.
Si alzò lentamente con le membra ancora stanche per la notte trascorsa a vegliare sui suoi bambini e si rivolse alla donna con voce roca: "Posso vedere il medico?".
Voleva vederlo e chiedergli se la malattia di Benjamin fosse infettiva, poichè in tal caso avrebbe dovuto portare anche gli altri bambini in ospedale e sarebbero trascorse molte notti prima che la ragazza avesse appoggiato nuovamente il capo su un morbido cuscino.
Guisgard
22-10-2015, 19.25.51
E mentre Dacey guardava distrattamente fuori dal finestrino, il Meridian Express partì.
Lasciò la fumosa stazione e cominciò il suo viaggio verso Sud.
“Mah...” disse all'improvviso uno dei due passeggeri seduto accanto a lei “... mi chiedi chi vincerà la guerra? Non so... da un lato ci sono i gentiluomini Afralignonesi, con le loro tradizioni militari e la boria di chi crede di essere migliore degli altri, di essere prediletto del Cielo... e dall'altro le truppe di Canabias, animate dal fervore liberale e ugualitario che infiamma adesso la loro nazione...”
“Vecchio contro nuovo...” fece l'altro passeggero “... io invece credo che entrambi gli schieramenti siano spinti dalla paura... gli Afralignonesi hanno paura di veder morire il loro mondo, la Società di Antico Regime... e quelli di Canabias invece temono che la raggiunta libertà possa essere messa in discussione proprio dai valori che ancora dominano ad Agralignone...”
“Filosofica interpretazione, amico mio...” annuì il primo “... peccato che le imperiali truppe Afralignonesi non siano mai scese in campo... la guerra è al fronte... ad Evangelia... ed è affidata ai mercenari della Legione Straniera... uomini dunque che non sentono i valori in ballo... ma interessati solo al denaro...”
Guisgard
22-10-2015, 19.30.19
Il controllore diede a Gwen una copia del giornale, dove era riportato il trafiletto in cui si richiedevano infermiere volontarie.
Il pezzo così diceva:
“Sono richieste infermiere volontarie per l'ospedale di Evangelia.
Il governo di Afralignone offre incentivi e stipendi certi a chi accetterà di impegnarsi a prestare servizio medico in quel luogo per i prossimi sei anni.”
Guisgard
22-10-2015, 19.35.01
Clio raggiunse il saloon di Armand, dove stavano bevendo alcuni dei piloti della sua squadriglia.
“Fantastico...” disse uno di quelli, mentre si scolava l'ennesimo boccale di birra “... se il capitano sente puzza di guai allora significa che il diavolo si sta facendo in quattro per accontentarlo...”
“Puoi giurarci.” Annuì un altro.
Ad un tratto qualcuno entrò, attirando l'attenzione di tutti.
“Cosa vi servo, sergente Tesua?” Chiese Armand al nuovo arrivato.
“Qualcosa di forte...” sedendosi il sergente “... avete sentito la novità, ragazzi?” A Clio e agli altri piloti. “Il governo ha mandato un fotografo... pare che nelle corti nobiliari dell'impero la figura del mercenario la vedano epica, eroica e persino romantica...” Armand gli servì da bere “... alla salute.” Bevendo Tesua.
E tutti risero a quella storia del fotografo.
Lady Gwen
22-10-2015, 19.35.20
Il controllore mi diede una copia del giornale e lessi l'annuncio.
Sei anni. Ad Evangelia.
Visto il periodo di guerra passavo sicuramente per folle, ma quell'opportunitá mi interessava abbastanza e poi ero sempre contenta di poter dare una mano.
Dacey Starklan
22-10-2015, 19.38.34
Canabias, odiavo anche quel nome. Non era Canabias, la mia terra si chiamava Animos. Mi rattristava sentire che i ribelli avevano cambiato anche quello, avevano cambiato tutto, compresa la mia vita ovviamente.
Ascoltai con attenzione quella conversazione tra quei due passeggeri, la guerra era nell'aria, ma ormai non mi importava granché, era troppo tardi per salvare la mia famiglia.
Tutti ovviamente si interrogavano su cosa sarebbe successo allo scontro tra i due eserciti, me compresa. Non sapevo molto di guerra, se non quello che avevo studiato sui libri ma quella era solo storia, teoria, un altro conto era la pratica, un altro conto era la realtà, un altro conto era un vero campo di battaglia.
Con attenzione dunque ascoltai quegli uomini, cercando di non farmi scoprire e sentii l'angoscia pervadermi, le mie speranze erano tutte rivolte ad Afrignone e non era consolatorio sapere che il loro esercito non era così preparato come avrei voluto.
Guisgard
22-10-2015, 19.39.50
A quelle parole di Altea, l'uomo, che se ne stava sotto la pioggia a fischiettare, si voltò di scatto e le lanciò una rapida occhiata.
“La stessa domanda che potrei rivolgere a voi...” disse sorridendo “... cosa ci fa una ragazza tutta sola nel bosco sotto la pioggia?”
Era un giovane uomo dai capelli chiari.
Guisgard
22-10-2015, 19.43.08
Suor Ologna guardò Marwel negli occhi.
Normalmente avrebbe risposto di no, ma nei chiari occhi di quella giovane c'era una forza che voleva lottare contro la disperazione.
“Si, vieni...” disse la religiosa, conducendola nell'infermeria.
C'era un odore di cloroformio e mercurio ovunque.
Le condizioni igieniche poi non erano le migliori.
“Dottore...” chiamò la suora.
Allora un giovane medico dall'aspetto bonario e dal viso pulito si avvicinò alle due.
“Questa ragazza vuol parlarvi.” La religiosa indicando Marwel.
“Prego, vi ascolto.” Sorridendo il giovane medico alla bionda ragazza.
Altea
22-10-2015, 19.43.38
A quella risposta un sorriso apparve nel mio volto, ma non lo diedi a vedere.."Vedete.."guardandolo bene e finalmente notando era giovane" il fatto è io ho pieno diritto di camminare in questo bosco e non dare motivazioni a nessuno..presuppongo voi non siate di Cherval". Esitai un attimo, di questi tempi dare confidenza ad estranei era pericoloso ma non potevamo chiuderci nella gabbia della paura "Venite sotto la tettoia..vi state bagnando tutto".
Raggiunsi i miei uomini che, nonostante l'ora, stavano bevendo al saloon di Armand.
Ma certe norme varranno per le persone normali, non certo per i legionari.
Ordinai una birra a mia volta, e risi con loro.
Quei ragazzi erano la mia famiglia ormai, e nonostante le gerarchie c'era un rapporto fraterno, alla pari.
Mi guardai intorno in cerca di Azelle, ma non la vidi.
Probabilmente non aveva ancora iniziato a lavorare.
E noi abbiamo già iniziato a bere, pensai con un sorriso divertito.
Lei era tutto ciò che restava del mio passato, eravamo scappate insieme, motivi diversi, storie diverse eppure simili, obbiettivi diversi, ma con un patto: la medesima destinazione.
Poi arrivò Tesua e per poco non mi strozzai a quella notizia.
"Un fotografo?" Ridendo.
"Chi può volere pezzi di ricambio decenti, attrezzature e armi nuove quando può avere un fotografo, dopotutto.." Ridendo.
Marwel
22-10-2015, 19.55.11
La suora accettò e le fece strada guidandola nei corridoi dell'ospedale. Non le dava fastidio l'odore del cloroformio, ne quello dei vari disinfettanti utilizzati la dentro, in realtà le era tutto molto familiare avendo passato svariati giorni la dentro quando suo cugino si era ammalato. A quei tempi era soltanto una bambina e non c'era la guerra, i medici pullulavano e le infermiere erano dolci e gentili con lei. Ciò che le infastidiva le narici era l'odore di morte e quel che la incupiva maggiormente erano i lamenti dei feriti e i pianti disperati delle giovani donne.
Osservava come le poche infermiere rimaste fossero fredde nel dare la maledetta notizia alle famiglie e come invece fosse caldo e soffocante il dolore provato dalle madri e dalle mogli, tanto da piegarle e far loro battere le ginocchia sul pavimento gelido.
Osservava come la schiena retta dei molti padri andava man mano ingobbendosi nel tentativo di risollevare le proprie donne.
Venne distratta dal cigolio di una porta che si apriva davanti a se e dal suono della voce della suora che annunciava il suo arrivo al medico.
Entrò quasi in punta di piedi, come se avesse il timore di svegliare qualcuno, poi, quando il suo sguardo si posò sul medico, ella rimase interdetta un secondo, poichè non si aspettava un uomo tanto giovane.
In altre occasioni l'avrebbe trovato bello e interessante, ma in quel momento nulla la distraeva dal pensiero di dover sotterrare i suoi bambini se non avesse agito immediatamente.
"Mi dispiace disturbarvi Dottore, ma so che voi avete visitato Benjamin e volevo chiedervi se il suo male è contagioso, poichè ho altri undici bambini che attendono il mio ritorno all'orfanotrofio e non vorrei mettere a rischio la loro salute."
Guisgard
22-10-2015, 20.07.24
“Evangelia...” disse ad un tratto un uomo seduto accanto a Gwen, dopo aver gettato uno sguardo alla pagina che leggeva la ragazza “... siete forse un'infermiera? Lasciate perdere quell'annuncio, datemi retta.” Scuotendo il capo. “Evangelia è un luogo solitario, abbandonato in una zona desolata. C'è un motivo per cui ci mandano i mercenari, no? E sapete che gente sono i legionari? La peggiore che si possa incontrare. Criminali, rinnegati ed avventurieri senza scrupoli. Insomma, la feccia dell'umanità. Volete davvero finire laggiù? Guardate che l'annuncio parla della base militare... sareste dunque un'infermiera a diretto contatto con quei balordi...”
Guisgard
22-10-2015, 20.15.15
Quei discorsi non avevano fatto altro che deprimere Dacey.
Il mondo sembrava sull'orlo del collasso e nessuno luogo appariva così sicuro.
Dove poteva fuggire?
Quale angolo di Afralignone l'avrebbe protetta contro i demoni che giungevano dal suo passato?
Ad un tratto il treno fischiò e poi cominciò a rallentare.
“Ehi...” disse uno dei passeggeri “... cosa accade? Perchè ci stiamo fermando?”
E a bordo della vettura cominciò a serpeggiare inquietudine.
Lady Gwen
22-10-2015, 20.16.12
"Sí" sorridendo e rispondendo all'uomo.
Ascoltai le sue parole sospirai appena.
"Lo so e avete ragione. Tuttavia non possiamo rifuggire una realtá oggettiva, per quanto disastrosa, per sempre. E poi, avreste il coraggio di sottrarvi di fronte ad una richiesta di aiuto?" guardando l'uomo negli occhi.
Guisgard
22-10-2015, 20.16.47
Il giovane uomo annuì e raggiunse Altea sotto la tettoia.
“In verità” disse agitando i capelli bagnati “non è male godersi l'acqua sulla pelle, sapete? Magari sarà un fenomeno raro prossimamente. Che cada acqua dal cielo intendo.” Ridendo piano. “Si, perchè da quanto si dice in giro non passerà molto tempo che Canabias verrà a bombardarci. E allora cadrà fuoco sulle nostre teste.” Facendole l'occhiolino. “Certo che sono di Cherval.” Annuì. “Voi piuttosto, di dove siete che non vi ho mai veduta? O essere invisibile è un'altra vostra prerogativa, come quella di poter passeggiare nel bosco senza dar conto ad alcuno?” Sarcastico.
Guisgard
22-10-2015, 20.19.01
“Già...” disse Tesua a Clio.
“Quel fotografo” fece Brizz “ci chiederà di metterci in posa, magari davanti al nostro aereo o all'interno dell'abitacolo, facendoci assumere pose idiote da spedire poi ad Afralignone per far scrivere novelle e poesie dedicate a sdolcinate verginelle in odore di sospiri e sogni...” bevendo.
“Ehi, sai che sei un poeta?” Fissandolo Aburn. “Io non ci ho capito nulla, ma parli davvero bene.”
Tutti risero.
“Calma, ragazzi...” mormorò Tesua “... quel fotografo è qui con un incarico ufficiale... mancargli di rispetto può farvi finire in gattabuia.”
“Splendido!” Esclamò Watary.
Ad un tratto un sibilo.
Prima lontano, poi sempre più forte.
“Ehi...” Watary “... sembra che qualcuno stia precipitando... ed abbia scelto la nostra base per farlo...”
“Andiamo a vedere...” alzandosi Tesua.
Dacey Starklan
22-10-2015, 20.20.03
Sospirai sempre più pensierosa, mentre quegli uomini continuavano. Avrei voluto intervenire per scoprire qualcosa di più ma temevo di insospettirli con il mio intervento per cui restai zitta. Almeno fino a quando il treno non si fermò di colpo, senza preavviso. Sentii il cuore in gola in quel momento, come quando la porta della cantina si era aperta facendo entrare i rivoltosi.
Mi strinsi ancora di più nel mio cappotto, abbassando per bene il mio cappello sul viso.
Guisgard
22-10-2015, 20.23.02
“Il piccolo Benjamin” disse il medico a Marwel “non è infettivo. E' solo malnutrito. La febbre, come la peste nell'antichità, arriva per indebolimento dell'organismo.” La fissò. “Vi avrei preso per sua sorella, non certo per sua madre data la vostra giovane età...” sorridendo “... ma poi avete parlato dell'orfanotrofio ed ho compreso... perchè non andate via? Questo luogo non ha futuro... lo sanno tutti, anche il governo... per questo non invia truppe regolari, ma affida le sorti di queste frontiere ai legionari... io aspetto la chiamata a breve... voglio lavorare in una grande città... qui c'è solo morte...”
“Non è degno per un medico parlare così.” Tornando Suor Ologna. “Comprendo le vostre ambizioni, ma fino a quando resterete qui vi prego di dedicarvi anima e corpo a questa gente. Quanto ai legionari, dottore, non sono peggiori di tanti, come voi, giunti qui perchè pagati.”
“Vi chiedo scusa, sorella.” Mestamente il medico.
"Beh, magari diventerete il sogno proibito di qualche dama annoiata.." Risi, divertita, per poi farmi subito seria.
"Però Tesua ha ragione, non possiamo creare guai al fotografo, al massimo ignorarlo il più possibile, vedrete che se ne andrà in pochi giorni... In pochi sopravvivono ad Evangelia.." Sospirai.
Poi quel sibilo, prima lontano poi sempre più vicino.
Trasalii e seguii gli altri fiori.
"Andiamo a vedere..".
Altea
22-10-2015, 20.25.17
A quelle parole trasalii...le bombe e il fuoco di Canabias sarebbe venuto a distruggere Cherval..era quello che tutti pensavano e sospirai.
Ma lo stupore fu quando mi disse non sapeva chi fossi, ma nemmeno io sapevo nulla di lui...non sembrava un ragazzo cattivo.
"Sono di Cherval pure io..forse..frequentiamo...posti diversi" deglutii. Non sapevo se fuggire o meno..mi sarei imbrogliata con le mie stesse mani? "Sono la duchessa..Altea...voi chi siete? Di cosa vi occupate qui nel ducato?".
Marwel
22-10-2015, 20.35.06
Andarsene da Evangelia? per andare dove? per fare cosa? chiedere aiuto a chi? la suora lo aveva ripreso, ma a parer suo non con tutte le ragioni. Sicuramente, se non avesse avuto l'orfanotrofio, Marwel non si sarebbe trovata in quella città dimenticata da Dio e dagli angeli, ma aveva tra le mani la vita innocente di dodici bambini e non poteva semplicemente fare un fagotto e andarsene.
"Ma se anche voi, Dottore, andaste via di qua, che cosa ne sarebbe dell'ospedale? dei feriti? dei bambini malati? credo che sia più coraggioso restare e aiutare che andarsene, fuggire..." quelle parole le uscirono dalle labbra quasi in un sussurro e come se non volesse farne uscire altre si portò le dita alla bocca e sfiorò la sua pelle.
"Siete giovane e ambizioso, ma non credete che passereste comunque la vita a fuggire? la guerra è ovunque, tanto vale rimanere dove c'è più bisogno di voi."
Arrossì. Era certa che dietro alle proprie parole c'era una semplice supplica, quella di non abbandonare la città al proprio destino, di non abbandonare gli uomini e le donne fragili, di non lasciare indietro i bambini.
"In cuor mio spero che quella chiamata per voi non arrivi mai" disse guardandolo con occhi cupi. Sorrise alla suora e continuò "ora devo andare. I miei bambini mi aspettano e hanno bisogno delle mie cure. Arrivederci Dottore."
Guisgard
23-10-2015, 01.09.11
Gwen non terminò neanche di parlare che il treno fischiò, per poi cominciare a rallentare.
Rallentare fino a fermarsi.
Allora a bordo cominciò a serpeggiare inquietudine e paura.
Anche Dacey avvertì la paura.
Lei più degli altri.
Si strinse così nel suo mantello, mentre antichi fantasmi cominciarono ad emergere dal suo passato.
Il controllore allora prese a camminare velocemente verso una delle porte.
“Controllore...” disse uno dei passeggeri “... ma cosa succede? Perchè ci siamo fermati?”
“State calmi, signori.” Rispose il controllore.
Le porte del Meridian Express si aprirono e sul treno salirono alcuni militari.
“Cosa accade?” Domandò il controllore.
“Abbiamo informazioni che su questo treno viaggi qualcuno accusato di alto tradimento verso il governo ed il popolo di Canabias.” Rivelò uno dei militari. “Dobbiamo controllare i viaggiatori.”
“Si, certo...” annuì il controllore.
Guisgard
23-10-2015, 01.14.21
Quel sibilo che all'improvviso divenne assordante.
Allora Clio e gli altri corsero fuori.
Videro così uno dei loro aerei che scendeva in picchiata sulla pista d'atterraggio.
“Credo abbia uno degli alettoni in fiamme...” disse Watary, indicando l'aereo.
“E' l'aereo di Pintos!” Esclamò Tesua.
L'aereo finalmente toccò il suolo, ma una delle ruote si spezzò a causa degli sbandamenti causati dall'alettone danneggiato.
L'atterraggio diventò allora quasi drammatico e solo una manovra al limite del pilota evitò una tragedia.
Alla fine l'aereo, con un po' di fortuna, riuscì a fermarsi, sebbene il suo motore cominciasse a fumare.
http://www.impdb.org/images/0/03/FlyingTigers_Capelis-in-flames.jpg
Lady Gwen
23-10-2015, 01.16.35
Non finii nemmeno di parlare, che il treno rallentó fino a fermarsi.
"Ma che succede?" dissi istintiva,ente.
Poi il controllore inizió a camminare nervosamente per il treno e sentii che dei militari cetcavano qualcuno accusato di alto tradimento e dovevano controllare i passeggeri.
Sospirai di sollievo. Almeno ero sicura che non stessero cercando me.
Guisgard
23-10-2015, 01.17.57
“Ad Afralignone la guerra non arriverà.” Disse il giovane medico a Marwel. “E' destinata a restare in queste lande. Datemi retta... siete giovane e bella, lasciate dunque questo luogo.”
“Vi ringrazio, dottore.” Intervenne Suora Ologna. “Ora sono certa che tornerete ad occuparvi dei nostri malati.”
“Si, sorella.” Annuì il medico. “Arrivederci.” Sorridendo poi a Marwel. “Spero di rivedervi presto. Potrete vedere il piccolo Benjamin domattina.” E andò via.
Anche Marwel allora andò via, tornando dai suoi orfanelli.
E trovò ad attenderla sulla porta di casa la piccola Betty.
“Mamma...” sorridendo alla ragazza che tornava “... ti aspettavamo... come sta Benjamin?”
In quel momento, dall'uscio, apparve anche un altro orfanello.
Era il piccolo Oliver.
“Mamma...” fissando Marwel “... ci avevi promesso di farci vedere uno degli aerei... ricordi?”
Osservai la scena immobile e impietrita.
Stava precipitando direttamente nella roccaforte.
Ed era uno dei nostri aerei.
"Maledizione" sussurrai tra i denti.
Osservai impressionata la manovra al limite dell'impossibile.
"E bravo Pintos" esclamai "Dai andiamo a vedere che ha combinato.." Facendo cenno agli altri di seguirmi.
Guisgard
23-10-2015, 01.21.57
Quell'uomo fissò Altea per un lungo istante, mentre la pioggia continuava a battere sulla tettoia.
“Voi...” disse “... la duchessa?” Rise appena. “Davvero? E chi, di grazia? Una figlia naturale del duca? Una acquisita? O forse illegittima?” Divertito. “Perdonatemi, ma non frequento molto gli ambienti aristocratici e di certo mi occupo ancor meno dei loro professionisti.” Con fare scettico.
Dacey Starklan
23-10-2015, 01.22.14
Non ero l'unica preoccupata per quella fermata non prevista. Sul treno si alzò un vociare di proteste che però si arrestò quando le porte si aprirono lasciando entrare dei militari.
E fu così che mi sentii in trappola, come un topino tremolante che non aveva modo di nascondersi. Cercavano qualcuno, a loro dire un traditore di quell'organizzazione fantoccio che loro chiamavano Canabias. Avrei tanto voluto poter urlare: " Si chiama Animos".
Ora avvertivo il panico percorrere ogni centimetro del mio corpo, sapevo quale sarebbe stata la mia sorte se mi avessero trovata. Sborsando molti soldi avevo ottenuto un falso documento ma temevo che non bastasse comunque, in più viaggiavo da sola ed ero più riconoscibile.
Deglutii mentre le mie mani sudavano e non erano in grado di aprire la borsa per prendere quel documento. Dovevo calmarmi, altrimenti per me non ci sarebbe stata alcuna speranza. Presi un respiro profondo, chiusi gli occhi sentendo il mio cuore battere all'impazzata nel petto.
"Calmati Dacey, sei scampata a quegli uomini una volta, ce la farai anche ora" presi a ripetermi ristabilendo un minimo di calma dentro di me.
Marwel
23-10-2015, 01.39.12
Marwel annuì al medico, ma solo per gentilezza, ben sapendo che non avrebbe mai lasciato Evangelia.
Uscì dall'ospedale con il timore di non rivedere più i meravigliosi occhi di Benjamin e di non sentirlo più parlare e ridere, ma non poteva rimanere li.
Quando arrivò all'orfanotrofio ad attenderla c'era la dolce Betty che le chiedeva di Benji, ma Marwel non ebbe tempo di rispondere, poichè il cinquenne Oliver sbucò fuori e ricordò alla madre che aveva promesso a tutti loro di andare a vedere gli aerei. Sapeva che era pericoloso, ma non poteva mancare alla parola data.
Prese in braccio il bambino e insieme rientrarono in casa "Betty, come stanno i bambini? è un po' scesa la febbre?" chiese alla ragazzina. Ella annuì e portò la madre nelle camere dei malati; Marwel baciò le loro fronti ancora calde, ma vide con gioia che i loro occhi si aprivano e riuscivano a sorridere alla loro madre.
"I miei piccoli tesori..." sussurrò mentre chiudeva la porta dell'ultima stanza; avrebbe portato a vedere gli aerei a quattro bambini, poichè gli altri non potevano muoversi di casa e uno era addirittura in ospedale.
"Betty, devi rimanere con i piccoli e prenderti cura di loro al posto mio. Cercheremo di tornare presto" disse mentre metteva sciarpa e cappello a Marie, la più piccola del gruppo di appena due anni.
"Ci siete tutti bambini? Oliver, Marie, Iris e Thomas. Si, direi che ci siete!" disse dopo aver contato il gruppo piuttosto magro.
Prese per mano Oliver e gli altri bambini si agganciarono di conseguenza, così attraversarono la città saltando, di tanto in tanto, in qualche pozzanghera.
Arrivarono nel luogo in cui tenevano tutti gli aerei pronti a partire in caso di attacco e Oliver si agitò felice indicando i velivoli e tirando la mano della madre di qua e di la.
"Mamma! Guarda li! Ma è proprio grande!" la sua vocina stridula la fece sorridere e per un attimo Marwel si distrasse e perse di vista Iris.
Cominciò a girarsi intorno senza riuscire a trovarla e il suo cuore cominciò a martellarle nel petto. "Iris! Dove sei?" la chiamò a gran voce.
Guisgard
23-10-2015, 01.40.48
I militari salirono sul treno e cominciarono a controllare i vari passeggeri.
Ed uno di quei soldati si fermò proprio accanto al posto di Dacey, restando a fissarla per alcuni istanti.
“Documenti, prego...” disse alla ragazza.
Ma prima che la ragazza mostrasse il suo documento falso, gli altri militari chiamarono con un cenno quello accanto a lei.
Circondarono il posto di un ometto, impegnato a giocare a carte con un altro passeggero.
“Ci segua, prego.” Uno dei soldati.
L'ometto annuì e raccolse i soldi che aveva vinto.
Seguì infine i militari verso la porta.
“Fortunato, vero?” Mostrando la sua vincita ai soldati.
Ma un attimo dopo estrasse rapido una pistola e corse verso l'altra carrozza, cercando una drammatica ed improbabile via di fuga.
Ma uno dei soldati all'esterno del treno lo freddò con due colpi di fucile.
Il cadavere fu portato via dai militari.
Il treno fischiò e poco dopo ripartì.
“Non è accaduto nulla, signori...” il controllore camminando nella carrozza “... ripartiamo... recupereremo il ritardo, non temete...”
Tutto ciò sotto gli occhi di Dacey e di Gwen.
Lady Gwen
23-10-2015, 01.47.51
I militari entrarono e girarono per il treno.
Si fermarono poi accanto ad un uomo che stava giocando a carte, dicendogli di seguirlo.
Il tutto si "risolse" con la morte dell'uomo.
I mitari andarono via e ripendemmo il viaggio.
Scossi la testa. Era assurdo che succedesse una cosa del genere, con dei militari, soprattutto.
Guisgard
23-10-2015, 01.48.42
L'aereo di Pintos piombò come un proiettile sulla pista di atterraggio e quando riuscì incredibilmente a fermarsi senza prendere del tutto fuoco la manovra a tutti parve figlia della fortuna.
Arrivarono allora i meccanici e subito aprirono gli estintori sulla coda del veicolo, mentre Pintos saltò velocemente fuori dall'abitacolo.
“Baffin...” disse togliendosi frettolosamente il casco “... Baffin, maledizione...”
“Eccomi!” Arrivando il vecchio gestore dello spaccio.
“Presto, dammi del disinfettante...” massaggiandosi la fronte insanguinata Pintos “... credo mi sia partito un perno dall'alettone... e si è conficcato nel mio casco...”
“Ecco!” Baffin lanciandogli la bottiglietta col disinfettante, che Pintos si rovesciò in testa senza attendere neanche un secondo.
“Accidenti quanto brucia!” Esclamò il pilota. “Speriamo almeno mi tenga la testa calda!”
Tutti risero.
“Sei un pazzo, Pintos!” Divertito Watary.
“Ehi, voi!” Pintos rivolto ai meccanici. “Cos'ha il mio gioiellino?” Indicando l'aereo.
“Ti è partito l'alettone posteriore destro...” rispose uno dei meccanici “... ma il motore è integro.”
“Al diavolo!” Gettando rabbiosamente a terra il casco Pintos. “Un alettone nuovo proprio non ci voleva! Oggi ho volato per te, vecchio Baffin!”
E Baffin sorrise.
“Per fortuna tutto si è risolto con un paio di migliaia di Taddei.” Tesua rivolto a Clio.
Guisgard
23-10-2015, 01.50.39
Marwel, come promesso, condusse i bambini fuori dal borgo, dove un sentiero si inerpicava scosceso verso il fortino militare dei legionari e dove si trovavano gli hangar degli aerei.
Arrivarono appena in tempo per vedere scendere uno degli aerei in fiamme.
Assistettero al suo atterraggio di fortuna ed i piccoli restarono rapiti da quella scena che si concluse con un lieto fine.
Ma proprio a causa di quella situazione Marwel perse di vista Iris.
La chiamò a lungo, ma la piccola sembrava sparita nel nulla.
Alla fine Pintos riuscì ad atterrare sano e salvo.
Osservai divertita la scena tra lui e il vecchio Baffin.
Pintos era sempre il solito, ma sapeva il fatto suo.
Mi piaceva quel ragazzo, pazzo e determinato quanto bastava.
Lo erano un po' tutti i legionari, a dir la verità.
Sorrisi a quelle parole si Tesua.
"Lo dici tu al capitano?" Divertita.
Dacey Starklan
23-10-2015, 01.55.16
Ed ecco avvicinarsi il mio incubo. Un soldato dal passo pesante raggiunse il mio sedile e mi chiese il documento. Mentre rovistavo nella borsa sentivo il suo sguardo fisso su di me, che mi avesse riconosciuta? Che avesse capito la mia vera identità?
Per fortuna non dovetti scoprirlo, perché l'attenzione di quel militare fu attirata dai suoi compagni. E tutti loro si rivolsero verso un uomo che giocava a carte. Pareva un individuo innocuo e invece era proprio il ricercato, naturalmente questi tentò di fuggire ma invano.
Quella piccola fuga fu fin troppo rapida e l'ometto non ebbe alcuna speranza, un colpo di pistola e la sua vita ebbe fine.
Ebbe fine come la nostra attesa. Infatti i militari recuperarono il cadavere e lasciarono il treno, permettendogli di ripartire.
Non mi impressionai, non era la prima persona che vedevo morire e egoisticamente pensai che in fondo io ero salva grazie alla sua morte.
Altea
23-10-2015, 15.47.39
Quel suo sarcasmo..mi stava provocando ma non ci sarebbe riuscito. Fissai il laghetto e risposi pacatamente.."Non frequentate gli aristocratici ma pensate di sapere di mia madre e mio padre, siete di Chevral ma non conoscete il nome del defunto Duca e delle figlie." Presi un profondo respiro e mi voltai a guardarlo senza tradire emozioni..inscalfibile..."Vi ho dato protezione sotto la tettoia infischiandomi del vostro ceto sociale..Non ho bisogno di aggiungere altro. È vero, non frequentiamo gli stessi posti..infatti ora dovrei andare da Padre Abramo e aiutare le suore del convento nella mensa e servire i bisognosi e non vi ho mai visto laggiù. Come, probabilmente, voi non mi avete visto nelle bettole che frequentate e divorare alcool per poi andare in giro a ridere e parlare inutilmente, o sbaglio?". Lo sguardo freddo fisso su di lui, pensavo se fosse un segnale..se fosse contro i nobili e vi fossero movimenti interni pure a Chevral. Mi misi il cappuccio del mantello in testa, pioveva poco.."Avete altro da aggiungere? Padre Abramo mi starà aspettando".
Guisgard
23-10-2015, 18.08.37
Il Meridian Express riprese la sua corsa, dopo l'inquietante episodio.
Ma nessuno dei passeggeri ne parlò.
Fatti simili erano all'ordine del giorno ormai.
I sovversivi, i nemici politici e i profughi erano continuamente braccati dalle polizia segreta di Canabias.
Uno speciale provvedimento infatti, escogitato per difendere il popolo di quello stato dalla minaccia dei nemici, perlopiù nobili o chierici in fuga, aveva concesso alla polizia la possibilità di uccidere i sospettati, proprio per tutelare la popolazione e solo successivamente processare i cadaveri (in pratica come avveniva in Russia e nelle dittature dell'Est fino a pochi anni fa ed in Cina ancora oggi).
“Il viaggio riprende normalmente, signori...” disse il controllore “... tutto è tornato normale.”
“Controllore...” uno dei passeggeri “... quante fermate effettua il treno prima di giungere a Città di Capomazada?”
“Una soltanto...” rispose il controllore “... ad Evangelia... ma durerà poco.”
“Evangelia?” Stupito un altro passeggero. “Ma lì c'è la guerra!”
“Non possiamo superare la frontiera di Afralignone” spiegò il controllore “senza fermarci per un controllo.”
“E chi ci garantisce la sicurezza?” Una passeggera.
“Dalla stazione ci daranno il permesso di transito solo in assenza di scontri, non temete.” Annuì il controllore.
E ciò fu udito anche da Gwen e da Dacey.
http://www.homepage.eu/userdaten/0100202/148/bilder/arlberg_1980/arlberg_0060.jpg
Guisgard
23-10-2015, 18.16.01
“Beh, la manutenzione degli aerei” disse Tesua a Clio “è a spese dei piloti. Pintos dunque se la caverà solo con una lavata di capo. Ma credo che i Taddei da sborsare lo faranno star peggio di qualunque richiamo.” Accennando un sorriso.
Infatti, come ben sapeva Clio, ad ogni pilota legionario veniva affidato un aereo, la cui manutenzione, carburante e armamentario compreso, erano poi a sue spese.
Spese che venivano trattenute dalla paga settimanale.
Pochi istanti dopo al forte arrivò una camionetta militare, da cui scesero alcuni legionari ed un civile.
“Ecco il nostro fotografo...” Tesua a Clio, indicando proprio il civile.
Dacey Starklan
23-10-2015, 18.18.05
E questo viaggio pareva complicarsi ancora di più. Dopo quell'episodio del cosiddetto traditore il treno era si ripartito ma non era facile raggiungere la destinazione ancora. Infatti nuove fermate ci attendevano. Una in particolare destò la mia attenzione. Evangelia. Io sfuggivo dalla guerra e il treno andava proprio a fermarsi in una zona in conflitto.
Lady Gwen
23-10-2015, 18.23.59
Il viaggio riprese dopo quello strano episodio.
Il controllore disse poi che ci saremmo fermati ad Evangelia e ció scosse un po' i passeggeri.
Era strano: avevo messo da parte tutti quei soldi per raggiungere Capomazda e ora cambiavo completamente itinerario, ma ero comunque convinta di ció che facevo, grazie anche al mio essere fatalista. Ero sicura xhe ci fosse un motivo se avevo letto quell'annuncioe volevo assecondarlo.
Guisgard
23-10-2015, 18.29.23
“Tra breve smetterà di piovere...” disse l'uomo ad Altea, guardando il cielo “... vi conviene attendere qualche istante ed eviterete di increspare i vostri biondi capelli sotto quel cappuccio...” sorrise “... a meno che la mia compagnia non sia più fastidiosa della pioggia che vi increspa i boccoli.” Accennò una risata. “Si, non frequentiamo gli stessi ambienti e dunque mi scuserete se non riconosco una duchessa a prima vista. Perdonatemi, ma faccio parte del popolo e sono cresciuto con la malsana convinzione che tutti abbiano nelle vene il medesimo colore di sangue. Comunque, sebbene difetti in nobiltà, non sono del tutto scortese. Lasciate allora che mi presenti... milady...” con un sarcastico inchino “... avete davanti a voi un futuro eroe.”
Altea
23-10-2015, 18.39.54
Il misterioso ragazzo si fece leggermente più gentile, poi quell' inchino...era irriverente senza dubbio. Ma non mi lasciai corrompere facilmente.."un eroe..e ditemi cosa farete per diventarlo?".
Guisgard
23-10-2015, 19.09.12
Il Meridian Express divorava miglia su miglia, attraversando un territorio che andava mutando velocemente.
Alle boscose colline attraversate da fiumi, cominciò a mostrarsi una terra più montuosa ed aspra, intervallata da antichi castelli che dominavano piane e passi, da piccoli borghi addormentati e da austeri monasteri a guardia di inerpicati sentieri e remote alture.
Poi il paesaggio, pian piano, mutò ancora.
Sterminate distese di roccia e terra, racchiuse, come una corona, da cime alte ed invalicabili se non dal vento, cominciarono ad appropriarsi del paesaggio.
Chilometri e chilometri di nulla.
Di un silenzio avvolgente, ossessivo ed infinito.
Una terra in cui forse solo le bestie selvatiche potevano sopravvivere.
Un uomo sarebbe impazzito.
“Mamma...” disse un bambino tra le braccia di sua madre “... che posto è questo?”
“E' il deserto roccioso...” rispose uno dei passeggeri “... qui nessun uomo può viverci.”
“Allora non ci abita nessuno, signore?” Ancora il piccolo.
“Solo serpenti, scorpioni e legionari.” Mormorò l'uomo.
“Chi sono i legionari?” Domandò il bambino.
“Sono soldati...” fissandolo l'uomo “... soldati che proprio come i serpenti e gli scorpioni amano vivere da soli nel deserto...”
“Tra breve saremo ad Evangelia, signori.” Annunciò il capostazione.
Questo era l'ambiente che stava accogliendo il passaggio di Gwen e Dacey.
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Guisgard
23-10-2015, 19.14.37
“Beh, un eroe ammazza i cattivi solitamente...” disse l'irriverente individuo ad Altea “... e per questo potrei avere qualche medaglia, forse pure un vitalizio e persino i tributi della patria... e magari, addirittura, risultarvi più simpatico...” ridendo piano “... si, perchè i cattivi potrebbero essere proprio quelli che oggi mirano a fregarvi terre e titoli, mia vivace duchessa.” Annuendo divertito, per poi tentare di accendersi una sigaretta che la pioggia aveva però bagnata.
Dacey Starklan
23-10-2015, 19.17.21
Mi persi a guardare fuori dal finestrino, lasciando che la mente vagasse. Quei castelli che si scorgevano all'inizio mi ricordavano la mia vita, fino a quel momento e poi l'imponente avanzare del deserto, arido e inospitale. Era così che sentivo il mio cuore. Una volta pulsante e vivo come un'oasi ora non era altro che una pietra fredda. Mi era stato portato via tutto, tutto quanto, ogni mio affetto e non sapevo neanche più chi ero io ora. Senza la mia famiglia, la mia patria, chi ero? Un'orfana, una fuggitiva... Un nulla... Un nulla ormai... Se non ero più Dacey, la principessa di Animos, non sapevo chi ero.
Sospirai stanca, ma senza riuscire a prendere sonno, forse proprio a causa di quei pensieri, interrotti dalla vocina di un bambino.
Bestie e legionari nel deserto... Che genere di uomini potevano essere, mi chiesi gettando un ultimo sguardo su quel deserto.
Altea
23-10-2015, 19.23.40
Lo ascoltai attentamente..."Se così fosse...allora volete proteggere Cherval? E chi sarebbero coloro che vogliono rubarmi le terre? Ricordate la rubano pure al popolo...dobbiamo proteggerle per fare in modo abbiamo un lavoro. O forse servirebbe qualcun altro...futuro irriverente eroe?" Trattenni una risata quando si spense la sua sigaretta..." Posso sapere il vostro nome?"
Guisgard
23-10-2015, 19.41.02
E mentre Dacey si perdeva nei suoi pensieri, sentendo il suo cuore simile a quell'arido ed inospitale deserto, i cui unici fiori erano quelli selvatici che spuntavano tra le rocce arse, dalla carrozza precedente arrivarono tre individui.
“Qui c'è posto...” disse uno dei tre agli altri due “... prego, sediamoci qui.” E presero posto.
Erano tre uomini dall'aspetto borghese, panciuti e baffuti, insomma quegli ometti che con bombetta, valigia e bastone pullulavano nelle affollate stradine di una qualsiasi delle città del tempo.
“Veniamo a noi...” l'uomo, aprendo la sua valigia e mostrando alcuni documenti agli altri due “... come detto in precedenza non abbiamo descrizioni attendibili della ragazza... sappiamo che era di certo giovane, di bell'aspetto... forse bruna, ma non è detto...”
“Possibile che non ci siano testimoni?” Chiese uno degli altri due. “Qualcuno che l'abbia vista a corte?”
“I testimoni” spiegò il primo che aveva parlato “non sono mai usciti vivi dal regno dopo la rivoluzione. L'unico era l'ex Ciambellano Reale, ma non era più lucido negli ultimi anni di vita e dunque non è mai riuscito a fornire una descrizione attendibile della ragazza.”
Guisgard
23-10-2015, 19.46.29
“Detesto il tabacco di Monfort...” disse l'uomo fissando la sua sigaretta che non voleva saperne di accendersi “... costa un occhio della testa e poi si inzuppa come una ciambella nel latte...” scosse il capo “... avete forse voi una sigaretta decente? Ah, già, dimenticavo... siete una duchessa e le duchesse non fumano...” cercando nelle tasche un'altra sigaretta “... come dicevate?” Tornando a guardare Altea. “Ah, si, il mio nome... beh, è un nome come tanti... né bello, né brutto... almeno a me piace...” sorridendo “... Rodian... Rodian è il mio nome...” con un lieve inchino del capo “... aspirante eroe, nonché futuro legionario, milady.”
"Ah sì, certo.." Sorridendo a Tesua "'Non offrirà da bere per un po' temo.." Divertita.
Poi la mia attenzione venne catturata da una camionetta da cui scesero dei legionari con un civile.
Annuii a Tesua.
"Sono proprio curiosa di scoprire quanto reggerà.." Con un sorrisetto divertito.
Dacey Starklan
23-10-2015, 19.51.10
Dopo il bambino le mie orecchie furono attirate da un'altra conversazione. Ben più rilevante per me. Era una conversazione condotta da tre uomini dall'aspetto ordinario e preciso, di certo dei borghesi. Ed era una conversazione che non piaceva.
Non volevo sembrare paranoica ma sembrava che stessero proprio parlando di me!
Rimasi ben nascosta contro il mio sedile ma non persi una parola detta da quei tre. Uno di loro aveva delle carte in mano e per un attimo temetti avessero una mia foto ma invece non avevano ben idea del mio aspetto, sempre che parlassero di me ma più i loro discorsi avanzavano più mi convincevo. Ero io l'oggetto della loro conversazione. Io, la principessa fuggita alla morte. Perché mi cercavano, non erano militari e questo in parte mi tranquillizzava ma di certo avevo ina taglia sulla mia testa e magari quei tre cercavano di ottenerla. Per fortuna non erano a conosceva neanche del mio colore di capelli, adoravo il color castano dei miei capelli che si sposava così bene con la mia pelle olivastra e mi sarebbe spiaciuto molto doverli colorare in modo da camuffarli.
Quanto avrei voluto sapere chi erano e capite che volevano da me. E se fossero persone disposte ad aiutarmi? Per un attimo mi cullai in quella idea dolce ma sapevo che non dovevo illudermi. No, non avrei osato rivolgere loro la parola, potevo solo sperare che continuassero a parlare aggiungendo maggiori dettagli.
Altea
23-10-2015, 19.53.19
Pensai, nonostante fosse uno del popolo, i soldi per prendere il tabacco costoso li aveva.
"I miei omaggi..Rodian" dissi senza scompormi "a dire il vero..mio nonno fuma sigari, ma io detesto l' odore del fumo. Volete diventare un legionario?" il mio volto si fece serio.."Evangelia..volete forse arruolarvi laggiù? Ne ho sentito parlare".
Mi persi per un attimo...Afralignone e la sua roccaforte..e noi eravamo rimasti neutrali, inutile far cambiare idea a mio nonno. Io ero fermamente convinta dovevamo allearci a loro..cosa potevamo fare soli. Ma per lui era un disonore ammettere il nostro esercito non era forte...almeno ci avesse mandato a Capomazda, ma sostiene è fuggire come topi..il suo orgoglio ci avrebbe rovinati.
Marwel
23-10-2015, 20.05.20
"Bambini restate qui e tenetevi per mano!" disse Marwel allontanandosi dai suoi orfani. Aveva perso Iris e di solito la cosa non la metteva in ansia così, poichè capitava spesso che la bambina si divertisse a nascondersi in qualche angolo remoto della casa e Marwel passava sempre delle ore a cercarla in lungo e in largo. Ma quella non era casa loro.
"Iris! Vieni fuori!" chiamò a gran voce, ma nessuno rispose, nessuno le venne incontro e il suo cuore aumentò i battiti e nella sua mente s'insinuò un pensiero buio che vedeva la piccola ferita da qualche parte.
"Oh Dio misericordioso, ti prego di farmi ritrovare la mia bambina..."
Guisgard
23-10-2015, 20.23.41
I militari condussero il civile proprio da Clio e da Tetsua.
“Signori...” disse uno di loro ai due ufficiali “... questi è Zac Heon, il fotografo giunto qui per realizzare foto e riprese della base e dei suoi membri...” guardò il fotografo “... loro sono il tenente Clio Loyd ed il tenente Tesua.”
“Piacere, signori.” Sorridendo il fotografo. “Potete chiamarmi Zac, non amo molto i formalismi.”
Guisgard
23-10-2015, 20.27.32
“Un bel guaio non avere foto, ritratti o descrizioni della ragazza.” Disse uno dei tre uomini, seduti qualche posto più avanti da quello occupato da Dacey, che ben attenta ascoltava tutto.
“Già...” l'altro dei tre, quello con la valigia aperta “... per questo il pericolo di miti o leggende intorno a lei potrebbe essere una cosa concreta.”
“Miti e leggende?” Ripetè il terzo.
“Andiamo, non stiamo parlando certo di un personaggio fiabesco.” Il primo. “E' una ragazza, sebbene ultima erede di una monarchia secolare.”
“L'assassinio della sua famiglia” replicò quello con la valigia aperta “e poi i momenti concitati in cui il plotone d'esecuzione cercò di far sparire i corpi. La questione della fuga e prima ancora il misterioso modo in cui la principessa si sarebbe salvata. Ammesso sia davvero riuscita a sopravvivere all'esecuzione. Insomma, come vedete, ci sono tutti gli elementi per definire la faccenda misteriosa, al limite del romanzesco, se non addirittura del leggendario.”
“Come può essersi salvata la ragazza?” Mormorò il terzo. “Il plotone era a pochi metri delle vittime... in una cantina non troppo grande. Insomma, chiunque sarebbe morto.”
“Già, questo è il vero mistero.” Annuì l'uomo con la valigia aperta. “Eppure la Gran Baronessa madre afferma di saperla viva. Dice di sentirlo nel suo cuore.”
“Una sensazione è un po' poco per aprire indagini e ricerche, non trovate?” Pensieroso il secondo.
“Una sensazione è poco, ma tre milioni di Taddei sono un ottimo motivo invece, amici miei.”
Guisgard
23-10-2015, 20.30.03
“Vedo che siete ben informata.” Disse Rodian ad Altea. “Non vi facevo così istruita su simili faccende.” Sorrise. “Ebbene si...” annuendo “... voglio arruolarmi nella Legione Straniera di Afralignone e combattere i nemici del mondo civile. Mi riferisco alla repubblica di Canabias, ossia il nemico che mira alle vostre terre ed alle vostre teste, milady. Ditemi la verità... con quest'aura di eroe vi appaio più simpatico, vero?” Divertito.
Guisgard
23-10-2015, 20.31.33
Furono attimi di ansia e poi di paura.
Iris sembrava sparita nel nulla.
Forse era tornata verso il borgo, oppure magari era riuscita a salire la scarpata fino ai margini del fortino militare.
Fatto sta che sembrava svanita nel nulla.
E quando la disperazione stava per impossessarsi definitivamente di Marwel, ad un tratto la ragazza udì una voce.
“Allora tu voli...” disse la voce “... proprio come gli uccelli? E non hai paura di cadere?”
Proveniva da dietro ad alcune rocce che racchiudevano la scarpata.
Ed era proprio la voce della piccola Iris.
Come se la bambina stesse parlando con qualcuno.
Dacey Starklan
23-10-2015, 20.33.37
Come sospettavo. Mi cercavano per soldi, non perché fedeli a ciò che era rimasto della mia famiglia e del suo prestigio. Mi ero davvero illusa per un momento ma per fortuna non avevo fiatato. Ovviamente non erano i soli a interrogarsi su come ero fuggita perché neanche io lo rammentavo bene, tutto troppo confuso. Probabilmente la mia mente aveva deciso di rimuovere quei terribili momenti, permettendomi così di non esserne troppo sopraffatta. Di non ricordare esattamente il momento in cui i miei cari etano stati fucilati. Eppure io sapevo che era successo. Che erano morti.
D'ora in poi, sapendo che c'erano quelli sulle mie tracce, avrei dovuto stare ancora più cauta e vigile.
Marwel
23-10-2015, 20.36.13
Stava per tornare indietro e chiedere aiuto a qualcuno, quando udì la voce della sua piccola Iris. Con un enorme sorriso stampato in volto e le lacrime agli occhi, seguì la sua vocina fino a delle rocce e non appena si sporse la vide: il volto gioioso e le gote arrossate dal vento e poi quei capelli ricci e perennemente scompigliati, di un nero corvino e lunghi fino alle spalle.
"Iris!" la chiamò Marwel, ma la bambina non era da sola.
Altea
23-10-2015, 20.40.27
Guardai il ragazzo..mi resi conto che era la prima volta mi aprissi con qualcuno..e che uno sconosciuto stesse ad ascoltarmi.."Sapete vero Canabias è pericolosa? Mio padre, il duca, è stato ucciso da alcuni loro sicari perchè non abbiamo voluto allearci con loro..ma voi siete coraggioso, ma troppo avventato a mio parere" sorrisi "Ma forse è pure un pregio..sapete, pure io vorrei andarmene da qui, andare a Capomazda. Mio nonno, il duca reggente, me lo proibisce..poichè io sarei la futura duchessa e darei una cattiva impressione, ma vorrei tanto togliesse questa neutralità e prendesse una presa di posizione..stare con Afralignone. Gliene parlerò di nuovo. Presi un ciondolo dalla sacca, recava il nome di Cherval e lo stemma e glielo consegnai.."Tenetelo..vi porterà fortuna e vi darà un motivo in più per diventare un eroe" sorrisi "Ora penso dovrò proprio andare presso Padre Abramo..è stato un piacere conoscervi. Se mi siete simpatico? Si, ma mi avete dato il conforto vi sono persone come voi pronte per combattere per la giustizia".Stavolta feci io un leggero inchino e mi inoltrai nel boschetto, passai il piccolo ponte e girandomi vidi Rodian che guardava e proseguii verso la chiesetta.
Il legionario che aveva scortato il fotografo lo scortò direttamente da noi, mi chiesi se fosse perché eravamo gli ufficiali più vicini o perché era stato disposto così.
Ad ogni modo, squadrai attentamente il fotografo con uno sguardo indecifrabile.
In realtà non sarebbe stato un gran problema, più che altro mi chiedevo quanto avrebbe resistito.
Sorrideva addirittura, mi chiesi che cosa si stesse aspettando di trovare, che cosa cercasse nella nostra roccaforte.
"Benvenuto ad Evangelia" dissi soltanto, per poi alzare lo sguardo verso i militari che lo avevano accompagnato "Dev'essere portato dal capitano?".
Lady Gaynor
23-10-2015, 22.19.46
L'auto militare sobbalzava di continuo. I sediolini erano piuttosto scomodi, ma ciò che mi disturbava di più era l'assoluta monotonia di quel paesaggio inospitale, che sembrava fatto di sole pietre. Alte montagne, rocce, pietrisco ovunque... Sebbene non mi aspettassi spiagge dorate o verdi praterie, questa desolazione mi avviliva l'anima. Di tanto in tanto degli aerei volavano sopra le nostre teste, come a ribadire che mi trovavo in pieno territorio militare, in guerra. La guerra... Fino a qualche mese prima il regno intero era prospero, prima che qualche testa calda decidesse che la vita di alcuni valeva meno della libertà di altri. L'aristocrazia Afralignonese tremava sotto la minaccia dell'attacco nemico, ma il governo si era mostrato fiducioso sull'inespugnabilità di Evangelia. Ed io non potevo fare altro che sperare, e pregare, che avesse ragione...
"Se c'è qualcuno in grado di tenere alto il morale dei nostri soldati, quella sei tu, mia cara..." Così mi era stato detto a Capomazda dall'alto funzionario governativo che aveva voluto la mia presenza ad Evangelia. Ed io avevo accettato di andarci, avevo accettato di cantare per le nostre truppe, con lo scopo di allietare le loro sere e regalare loro qualche ora di frivola spensieratezza. Avevo accettato, dal momento che mi era stata promessa una cosa in cambio. "Quando tutto questo sarà finito e Canabias si troverà in ginocchio, gireremo un grosso film al riguardo, un colossal di quelli che ti segnano la carriera, e tu ne sarai l'assoluta protagonista, avendone vissuto la realtà. Diveterai la stella che hai sempre sognato di essere, pensaci bene..." E io ci avevo pensato eccome. Il mio sogno, e questa stupida guerra di mezzo fra me e il suo avverarsi...
"Scusatemi" chiesi ad uno dei militari di scorta,"quanto manca ancora?"
Lady Gwen
24-10-2015, 00.42.31
Guardavo fuori dal finestrino, mentre il treno procedeva a gran velocitá attraversando paesaggi d'ogni tipo.
Ad un certo punto, il paesaggio mutó completamentamente fino a diventare definitivo: era desertico e intervallato da sporadica vegetazione ormai secca.
Ero certa peró, che un piccolo fiore potesse ancora crescere in quel deserto arido di vita e inondato di guerra e morte.
Guisgard
26-10-2015, 00.53.24
“Tre milioni di Taddei...” disse uno dei tre uomini “... ci pensate? Non basta una vita intera per poter pensare di spenderli tutti...”
“La Gran Baronessa” fece uno altro di quei tre individui “se ha messo tale cifra come compenso non deve poi passarsela tanto male.”
“Infatti.” Annuì l'uomo con la valigia aperta. “Ella fuggì quasi subito da Animos, quando ormai la rivoluzione era una realtà. Si rifugiò a Città di Capomazda e vi soggiornò come rifugiata politica, dopo aver ottenuto un vitalizio dalla casa imperiale. Con lei la baronessa portò anche alcuni gioielli che costituivano una cospicua parte del tesoro reale. Gioielli che oggi sono bloccati in una banca Afralignonese, in quanto attorno ad essi ruota una spinosa questione politica. Canabias, l'ex Animos, li rivuole indietro in quanto a suo dire patrimonio del popolo, mentre invece il governo imperiale si rifiuta di riconoscere la nuova repubblica e dunque i suoi diritti sui gioielli.”
“Questione davvero annosa...” il primo dei tre “... e mi chiedo se la Gran Baronessa sia mossa da spirito parentale o da interesse per quei gioielli.”
“La Gran Baronessa” spiegò l'uomo con la valigia aperta “è una donna molto anziana. Il suo unico desiderio è quello di ritrovare sua nipote.”
“E ha incaricato noi tre.” Il secondo.
“Già.” Fissandoli l'uomo con la valigia. “Dopotutto siamo il miglior studio legale Afralignonese.”
E mentre Dacey ascoltava tutto ciò, qualche posto più indietro Gwen trascorreva distrattamente il tempo guardando fuori dal finestrino.
Il paesaggio ora era solo deserto.
Un deserto di pietre e terra.
Chilometri e chilometri di sterminati spazi desolati, in balia di serpenti, scorpioni e avvoltoi.
E fissando il finestrino, ad un tratto, a Gwen parve di vedere su un'altura in lontananza la singolare sagoma di un centro abitato.
L'unico nel raggio di decine e decine di miglia.
Il primo dopo chilometri di rocce aride e terra quasi del tutto sterile.
Guisgard
26-10-2015, 00.54.36
Altea si allontanò, fino a raggiungere la chiesetta di Padre Abramo, lasciandosi alle spalle Rodian.
La chiesetta sorgeva in un angolo di bosco tra alcuni olmi che la riparavano dalla tramontana, dove fiorivano spontanee eriche selvatiche e rigogliosi cespugli di bacche e more.
Un rio gorgheggiante scorreva tra ciottoli e piante acquatiche, echeggiando tra il cinguettio degli uccellini.
All'arrivo della donna si udì la campanella, segno che erano state appena recitate le ultime preghiere del giorno.
Guisgard
26-10-2015, 00.55.17
I militari annuirono a Clio e poi le chiesero di accompagnare il fotografo dal capitano.
“E' molto pittoresco quaggiù.” Disse Zac alla ragazza, mentre si avviavano da Goz. “Sembra quasi di attraversare le pagine di un vecchio romanzo, come quelli di genere avventuroso e coloniale del secolo scorso. Tutto sembra infatti intriso di un senso di epicità, di eroismo ma anche di un senso tragico, drammatico.” Sorridendo come se fosse finito in un grande gioco da tavolo. “Però guardandovi non posso non chiedermi perchè una ragazza, molto bella devo dire, sceglie una simile strada. Forse per dimenticare un Amore sfortunato? Aggiungerebbe un pizzico di romanticismo a questo scenario.” Facendole l'occhiolino.
Guisgard
26-10-2015, 00.56.14
La lussuosa auto militare, di un verde oliva lucido e metallizzato, sebbene già impolverato per la strada dissestata, risaliva lungo la bassa altura e da poco messosi alle spalle il borgo si avviava verso il forte di comando.
Il paesaggio era brullo, roccioso e contornato da chilometri e chilometri di nulla.
“Non manca molto, madama...” disse il militare alla guida a Gaynor “... la base si trova in cima all'altura e ci arriveremo fra pochi minuti. Sicuramente il comandante sarà già stato avvertito del vostro arrivo.”
Guisgard
26-10-2015, 00.57.47
La piccola Iris stava in piedi, davanti ad un cespuglio che fuoriusciva da un dosso roccioso, stringendo la sua bambolina di pezza.
Accanto a lei, steso sul groviglio frondoso, con le braccia incrociate dietro la nuca e col cappello abbassato sul viso, se ne stava qualcuno con indosso una divisa militare, ma non di quelle portate dai legionari.
“Perchè” disse Iris “ti piace volare?”
“Sai che non ci ho mai pensato?” Quello sul cespuglio. “Dici che dovrei?”
“Io vorrei volare per vedere il Sole da vicino.” Iris giocherellando con la sua bambolina. “A te non piace il Sole?”
“Io preferisco di gran lunga la Luna invece.” Mormorò lui.
“Perchè la Luna?” Fissandolo Iris.
“Beh, perchè...” sorrise lui “... lascia perdere, sei ancora troppo piccola per capire questo genere di cose...”
Poi, ad un tratto, si udì la voce di Marwel.
“Mamma!” Esclamò Iris voltandosi verso di lei.
Lady Gwen
26-10-2015, 01.07.13
Ero intenta ad osservare il paesaggio sterile e arido, quando intravidi qualcosa.
Un centro abitato.
Il primo e apparentemente l'unico dopo chilometri.
"Di che luogo si tratta?" chiesi all'uomo accanto a me.
Annuii ai due legionari, per poi volarmi e fare cenno al fotografo di seguirmi.
Lo ascoltai quasi indifferenza, poteva sembrargli pittoresco tutto quello, ma mi chiesi se avesse mai compreso la vostra vita li.
Poi le solite manfrine su come mai mi trovassi li.
Alzai gli occhi al cielo.
"No, voglio vedere Canabias tornare nel nulla da cui è venuta.." Con determinazione e disprezzo.
Dopo qualche passo mi fermrmai.
"Eccoci.." Indicando la stanza "Lo studio del capitano".
Dacey Starklan
26-10-2015, 01.13.02
Spalancai gli occhi a quelle nuove parole, che avevano generato una spiegazione del tutto diversa da quella a cui inizialmente avevo creduto. Certo quei tre uomini mi stavano cercando, certo c'erano dei soldi in ballo ma mi cercavano non per avidità ma per permettermi di ricongiungermi con la piccolissima parte di famiglia che mi era restata. Facevo quasi fatica a credere alla mia fortuna. Quegli uomini proprio sul mio stesso treno!
Esitai comunque dal farmi riconoscere da quei tre avvocati, non mi sentivo comunque al sicuro, forse solo perché, visto il mio recente passato, faticavo a fidarmi di qualcuno. E rivelando la mia vera identità a loro mi sarei dovuta fidare.
Decisi di tenerli d'occhio, sul treno e anche dopo, per studiare i loro comportamenti e infine svelare la mia identità quando fosse stato il momento più giusto.
Marwel
26-10-2015, 11.53.01
Vide Iris voltarsi verso di lei e aprire le labbra in un grande sorriso, ma l'attenzione di Marwel non fu catturata dalla bambina, ma bensì da un uomo con il volto parzialmente celato da un cappello.
D'istinto prese il braccio di Iris e la tirò a se per allontanarla; se avesse voluto farle del male l'avrebbe già fatto, no? Se avesse voluto rapirla non l'avrebbe di certo ritrovata con tanta facilità? Molte domande si affollarono nella mente della ragazza.
Un raggio di sole spezzò le nuvole grigie e il volto della fanciulla venne illuminato e riscaldato da quel debole calore. I suoi occhi non si staccarono nemmeno un secondo dal militare, perchè si, era di questo che si trattava, ma ella non riconobbe la divisa dei legionari e la sua ansia si moltiplicò, tanto che spinse la bambina dietro di se e si portò la mano destra dentro il mantello all'altezza della schiena. Era li che teneva il suo pugnale e mai se ne separava, poichè quelli erano tempi duri e bisognava saper difendersi.
"Certo che potrebbe disarmarti in pochi secondi..." pensò. Effettivamente quell'uomo era un militare ed era sicuramente addestrato alla lotta, ma Marwel sapeva che si sarebbe fatta uccidere pur di salvare ognuno dei suoi bambini.
"Mamma!" sentì la voce di Thomas e si girò immediatamente: davanti a se si ritrovò i bambini a cui aveva detto di rimanere fermi e, ovviamente, loro non avevano obbedito e adesso Marwel si ritrovava, forse, a doverne difendere quattro e non una sola.
"Cosa ci fate qui? Vi avevo detto di rimanere dov'eravate!" li rimproverò.
Si voltò di nuovo verso l'uomo e gli chiese "Chi siete, soldato?"
Altea
26-10-2015, 16.47.07
Arrivai alla chiesetta della Beata Vergine, vi era pace e quiete e la natura sembrava essersi risvegliata in quel piovoso tardi pomeriggio di Ottobre. Udii il suono della campanella, stavo per entrare ma vidi dei fedeli uscire, probabilmente dopo le preghiere e vidi il signor Cadfel, padre della mia migliore amica Sara nonchè uomo molto colto e si diceva pure abile politico. Lo rincorsi urlando.."Signor Cadfel, si fermi gentilmente". Egli riconobbe la mia voce e voltandosi, il suo paffuto viso si illuminò in un radioso sorriso. Lo raggiunsi prendendo fiato "Finalmente vi incontro, è molto vorrei parlare con voi. Vi è qualcosa che mi tormenta e volevo il vostro parere e so mio nonno vi ha molto in considerazione."Gli narrai quello che era appena accaduto al laghetto a braccia conserte e pensierosa."E' strano quel Rodian non mi conoscesse, voi ne avete sentito parlare? Ma se fosse di Chevral..questo significa i nostri ragazzi e uomini se ne stanno andando per andare ad Evangelia in cerca di gloria e fama..e soldi. Ovviamente a causa della nostra neutralità" sbuffai. "Mio nonnno non cede, io sono fermamente convinta dobbiamo far parte della Alleanza, la neutralità non ci giova. Avete visto in giro un rappresentante o un soldato di Afralignone o Capomazda a perlustrare il nostro Ducato come pattuito? No, e sapete perchè?".L' uomo mi fissava interessato, lo stimavo per questo poichè considerava molto il mio pensiero o come fossi ora la vera regnante di Chevral."Perchè non siamo di nessun aiuto signor Cadfel e loro hanno Evangelia a proteggerli, cosa importa a loro di noi? E se venissero in nostro aiuto non lo farebbero gratuitamente, se fossimo loro alleati sarebbe diverso. E chi ci assicura Canabias non ci attacchi, hanno ucciso mio padre e potrebbero farlo con tutti noi della Casata".Mi contorcevo le mani nervosamente cercando di parlare piano per non far ascoltare il discorso alla gente che arrivava alla chiesetta."Ad esempio, mettiamo Capomazda venga in nostro aiuto, pensate non vorrebbero le nostre terre? Conoscete quei Taddei, certo famiglia rispettabile e di valorosi antenati. Purtroppo ho un ricordo legato alla mia infanzia e prima adolescenza in quel posto, quando passavamo le vacanze estive nella nostra dimora laggiù, a poca distanza del Palazzo taddeide e i miei genitori e mio nonno avevano un ottima amicizia con loro..e veniva quel ragazzino irriverente, sicuro di sè come non mai..non lo sopportavo" e strinsi il pugno "doveva mostrarsi superiore. E io dovrei rischiare di dare in mano le mie Terre a loro..o a lui?". Scossi il capo mentre il viso dell' uomo si ampliava in un sorriso formando piccole fossette nel suo viso paffuto."Sarò orgogliosa ma non ci sto, se fossimo alleati di Afralignone potrei tornare laggiù ma senza dare conto a nessuno e mia madre e mie sorelle potrebbero essere al sicuro. Volete farlo capire a mio nonno non stiamo fuggendo come codardi, è che lui ha prospettive per me...ma lo faccia per mie sorelle e mia madre, io rimarrei qui. Io penso lui non creda nemmeno in questa neutralità, lo fa solo perchè si rende conto...non possiamo detenere un forte esercito e fondo economici al loro pari..devo dire in orgoglio siamo uguali" e scoppiamo in una risata ma vi era preoccupazione.
Lady Gaynor
26-10-2015, 22.36.21
"Bene" risposi al militare "non sarà mai troppo presto per arrivare..."
Ecco che veniva fuori il lato insofferente del mio carattere. Ero partita con le migliori intenzioni, eppure erano bastati un deserto roccioso e un viaggio scomodo a smorzare il mio entusiasmo. Signore, ti prego, fa che vada tutto bene...
Guisgard
27-10-2015, 00.24.57
“Quella laggiù” disse l'uomo accanto a Gwen “è Evangelia. L'ultimo baluardo della cultura Afralignonese in queste lande desertiche. Oltre essa vi è solo il nulla.”
Si trattava di un borgo fortificato ed arroccato sulle pendici di una bassa altura, sulla sommità della quale sorgeva la parte più alta e nobile, se così possiamo dire, dell'abitato urbano.
Era un forte militare che sembrava inespugnabile.
Guisgard
27-10-2015, 00.29.22
“Interessante.” Disse il fotografo, mentre con Clio si avviava verso lo studio del comandante. “Si, decisamente un punto di vista interessante. Dopotutto l'odio è un po' come l'Amore, dunque rappresenta una spinta emotiva non indifferente. E perchè mai una ragazza odia così tanto Canabias?”
Un attimo dopo raggiunsero la porta che dava allo studio del comandande.
Guisgard
27-10-2015, 00.39.22
La voce di Marwel e poi quelle dei bambini fecero destare, per un attimo, quel misterioso militare.
Indossava un giubbotto da aviatore, pantaloni militari e stivali di cuoio neri.
Sul cappello che gli copriva per buona parte il viso compariva una stella sbiadita, di quelle che si possono vedere spesso in quegli ambienti frequentati dai militari regolari.
E alla domanda della ragazza, per un istante, il militare sollevò il cappello quel tanto per guardarla bene.
Fu uno sguardo rapido, ma attento, di chi è abituato a squadrare e giudicare in un attimo il mondo intorno a sè.
“Mica male...” disse, per poi sorridere e tornare a coprirsi buona parte del viso sotto il suo cappello “... già, niente male avere tanti figli in così giovane età...” cominciò a fischiettare “... chi sono? Sono il vento impetuoso che soffia e grida nelle notti desolate.” Divertito.
“Hai detto che volavi.” Fece Iris.
“Infatti...” mormorò il misterioso militare “... infatti il vento vola. Niente vola più in alto e più veloce del vento.”
“E' vero.” Sorridendo la piccola.
Marwel
27-10-2015, 00.47.03
Ancora il volto del militare rimaneva celato sotto il cappello e Marwel cominciava ad irritarsi e istintivamente la sua mano strinse più forte il manico del pugnale ed indietreggiò insieme ai bambini.
Pensava forse di prenderla in giro con quella risposta per nulla soddisfacente? Eppure non poteva scaldarsi e rispondergli male, poichè aveva dei bambini da proteggere e anche se stessa.
Iris sembrava divertita da quell'individuo e non riusciva a rimanere a lungo dietro la figura della madre che cercava di nasconderla.
"Si, sono figli miei, ma non li ho partoriti io. Se non vi dispiace vorrei vedervi in volto, soldato" disse la ragazza senza togliergli gli occhi di dosso.
Lady Gwen
27-10-2015, 00.48.48
Ascoltai le parole dell'uomo e m voltai di nuovo verso il paesaggio.
C'era qualcosa di fiero in quella ostinata persistenza, un posto cosí temuto eppure ancora in piedi, un luogo che riusciva a restistere anche di fronte all'ariditá e alla sterilitá, come il tarassaco che sboccia anche nei terreni piú avversi.
Mi resi conto che quel luogo mi piaceva sempre di piú.
Guisgard
27-10-2015, 01.11.12
Capitolo II: Il magnifico avventuriero
<< “Ah! La sua persona è tutt'altra cosa. Ho visto tante stranezze in lui, e se volete vi dica ciò che ne penso, vi risponderei che lo considero come uno degli eroi di Byron, che la sventura ha marcato col suo sigillo fatale; un Manfred, un Lara, un Werner, uno insomma di quegli avanzi di antica famiglia che, diseredati della fortuna paterna, se ne sono procurata un'altra con la forza del loro genio di avventurieri che li ha posti al di sopra delle leggi della società.” >>
(Alexandre Dumas, Il conte di Montecristo)
Quella richiesta di Marwel fu perentoria e nell'udirla il misterioso militare sorrise.
“Se continuate a stringere così forte quell'arma che nascondete” disse senza togliersi il cappello del viso “finirete per farvi male. Ho sempre pensato che il connubio donne ed armi fosse sbagliato.” Finalmente si alzò da quel cespuglio che aveva scelto come giaciglio e si accomodò il cappello, liberando i lunghi capelli scuri e mossi e mostrando così il suo volto.
E restò a fissarla divertito con i suoi enigmatici occhi azzurri.
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Odio, era quello a legarmi a Canabias.
No, non solo almeno, era molto di più, era molto più complesso, ma era anche impossibile spiegarlo a quel fotografo.
E sinceramente la cosa non mi importava nemmeno.
"Perché va contro tutto ciò che è Sacro, Bello e Giusto..." Risposi, quasi con indifferenza ma velata determinazione per poi sorridere "Ma di qui non passerà, Evangelia non cadrà finché noi avremo vita e vi assicuro che non è poi così facile uccidere un legionario.." con un sorriso che mal celava l'orgoglio e il senso di appartenenza che sentivo.
Salutai cortesemente gli agenti di guardia alla porta del capitano.
"Dobbiamo parlare col capitano.." Dissi loro "È giunto il fotografo.." Indicandolo con un cenno "Lui lo attende!".
Guisgard
27-10-2015, 01.18.53
Gwen prese a perdersi in quello scenario.
C'era qualcosa di indomito e selvaggio tra quelle rocce consumate dal vento ed arse dal Sole.
Qualcosa di primordiale, che batteva forte e fiero oltre il Tempo e lo spazio.
Poi il fischio del treno salutò quasi quel mondo, con le sue atmosfere epiche e romantiche.
“Tra breve raggiungeremo la stazione di Evangelia, signori.” Disse il controllore camminando nel vagone. “Ci fermeremo pochissimi minuti. I signori passeggeri intenzionati a scendere a questa fermata sono dunque pregati di prepararsi. Ripeto, il treno sosterrà pochi minuti, poi ripartirà per Città di Capomazda.”
Lady Gwen
27-10-2015, 01.21.30
La voce del controllore mi destó da quelle riflessioni.
Stavamo per arrivare.
Presi allora la mia borsa e la valigia e mi preparai all'arrivo, in preda all'ansia e all'entusiasmo.
Marwel
27-10-2015, 01.22.37
Ah si, lo immaginava. Sapeva che il soldato aveva scoperto che stringeva un pugnale in mano, ma tuttavia non sciolse le dita e continuò ad impugnarlo come se l'uomo non le avesse detto nulla.
Finalmente l'individuo si alzò e mostrò il suo volto a Marwel che, stupita, si bloccò ed abbassò lo sguardo. Era certa di aver guardato quegli occhi abbastanza a lungo da ricordarli azzurri, eppure aveva scorto una sfumatura grigia nelle iridi. Non ne era sicura, per nulla, ma più di tutto non era sicura di ciò a cui stava pensando. Ai suoi occhi? Perchè? Per quale motivo? Aveva decisamente altro a cui pensare!
"So dove mettere le mani, non preoccupatevi" rispose cercando di apparire aspra, ma il suo tono di voce era incerto e la tradì.
"Perchè parlavate con Iris?" gli chiese ritentando di imprigionargli gli occhi nei suoi.
Guisgard
27-10-2015, 01.31.35
A quelle parole di Clio i due militari che sorvegliavano lo studio fecero loro segno di entrare.
Così la ragazza ed il fotografo furono al cospetto del capitano Goz.
“E così” disse questi fissando il nuovo arrivato “tu saresti... com'è il nome?”
“Zac Heon, signore.” Sorridendo il fotografo.
“Ah, si...” annuì con indifferenza Goz “... purtroppo ho poca dimestichezza con i nomi...” accendendosi il sigaro.
“Voglio dirvi, signore, che sono molto felice e grato di essere qui.” Entusiasta Zac. “Vedere questo mondo che per molti è romanzato...”
“Alt, figliolo.” Lo fermò il comandante. “So che stai facendo il tuo lavoro e che i capoccia del Comando Superiore ti hanno imposto qui. Cerchiamo allora si mettere in chiaro le regole, così andremo subito tutti d'accordo.”
“Certo, signore.” Annuì Zac.
“Vedi di non rompere gli zebedei e di non intralciare il nostro lavoro, chiaro?” Senza mezzi termini Goz. “Non voglio cavolate del tipo mettetevi in posa, né sciocchezze varie come foto di gruppo e così via. Fa il tuo lavoro, ma cerca di essere invisibile, chiaro?”
“Siete stato molto chiaro, signore.” Accomodante Zac. “Vedrete, non vi darò noie.”
“Lo spero, ragazzo.” Fumando Goz. “Lo spero... per te.”
Fummo portati al cospetto del capitano, e io restai in silenzio mentre i due parlavano.
Cercai di nascondere un sorrisetto divertito a quelle parole del capitano, ma ero davvero lieta che avesse pensato lui a mettere in chiaro le cose.
Senza contare che apprezzavo molto il fatto che non le mandasse a dire, nè usasse mezzi termini: fraintendimenti con lui erano praticamente impossibili.
Per un momento immaginai i piloti in posa, docilmente, ed era davvero un'immagine divertente quanto surreale.
Eppure ero sicura che avrebbe trovato scene ottime per le foto anche spontanee.
Guisgard
27-10-2015, 01.38.28
“Perchè” disse il misterioso militare a Marwel “parlavo con la piccola?” Per poi guardare la bambina. “Beh, perchè è simpatica.” E subito Iris gli sorrise. “E poi perchè il suo tono era decisamente meno aspro e sospettoso del vostro.” Tornando a guardare Marwel. “Ma dopotutto si sa... i bambini sono molto più sensibili di noi adulti.” Facendo l'occhiolino alla bambina, che subito rispose con un altro sorriso. “Facciamo un patto, miss... com'era il vostro nome?” Rivolto a Marwel. “Ah, già, che sciocco... non me l'avete detto... allora ne troverò uno io, che mi sembri adatto a voi... vediamo un po'... miss dai boccoli biondi? O preferite miss dagli occhi verdi?” Rise piano. “Comunque voglio proporvi un accordo... voi mollate la misteriosa arma che nascondete lì dietro, così da non rischiare di farvi male, mentre io mi impegno ad andarmene. Mi sembra un patto equo, no?”
Marwel
27-10-2015, 01.49.06
Iris sembrava affascinata dal misterioso militare e non smetteva di sorridergli, più di quanto non lo facesse con lei, ma poteva capirla, poichè l'uomo pareva molto carismatico e per nulla banale.
"Miss Marwel" quasi ringhiò. Il militare la irritava sempre di più, ma nel contempo c'era qualcosa in lui che le impediva di pensare lucidamente e questo era anche peggio della rabbia.
Le chiedeva di lasciare il suo pugnale, come se bastassero parole gentili e richieste fatte con i suoi occhi penetranti a scacciare via il terrore che aveva di lui. Già, perchè ne era terrorizzata. Il controllo che aveva sul suo respiro che si faceva sempre più affannato, le metteva una gran paura.
Ma cosa poteva fare? Puntargli l'arma contro e rischiare di essere disarmata e poi... poi chissà cos'altro. O forse nulla.
Mollò la presa sul manico del pugnale e mostrò le mani bianche e delicate per fargli vedere che non teneva nulla tra le mani.
"Ecco soldato" disse, come se stesse concedendo i suoi polsi alle manette.
Guisgard
27-10-2015, 02.03.02
Il treno fischiò ancora.
Evangelia era ormai prossima.
Gwen prese la sua valigia e si preparò a scendere.
Dal finestrino era possibile vedere ancora meglio il borgo ed il suo fortino, ora che il Meridian Exspress si accingeva a raggiungere la stazione.
E sull'estremità dell'altura si vedeva dominare la base della Legione Straniera.
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Lady Gwen
27-10-2015, 02.05.46
Ci avvicinavamo sempre di piú alla cittadina.
Dalla nostra posizione era possibile vedere soprattutto la base della legione straniera, forte, stabile e massiccia, praticamente irremovibile.
Guisgard
27-10-2015, 02.12.19
“Perchè allora” disse uno dei tre uomini “giungere in questo posto dimenticato?”
“Perchè qui ad Evangelia” rispose l'uomo con la valigia aperta “ci attende l'uomo di cui vi ho parlato.”
“Quell'ex capitano militare?” L'altro dei tre.
“Si.” Annuì l'uomo con la valigia aperta. “L'unico che sembra disposto ad accettare questo lavoro. Per cominciare le ricerche ci occorre un uomo simile, volgarmente detto d'azione, abituato ossia alle situazioni precarie e critiche, poco rispettoso dell'ortodossia comune e disposto a rischiare. Insomma un uomo che per denaro sia disposto a tutto. Anche a rischiare di essere scoperto dalla polizia segreta di Canabias.”
“Come possiamo fidarci di un uomo simile?” Il primo che aveva parlato.
“Semplicemente pagandolo.” Mormorò l'uomo con la valigia aperta. “Fin quando lo pagheremo egli ci sarà fedele. Semplice quanto inquietante. Ma è così che oggigiorno va il mondo.”
Tutto ciò udito da Dacey.
Poi il fischio del treno ed il controllore che annunciava l'arrivo imminente ad Evangelia.
Guisgard
27-10-2015, 02.16.23
“Apprezzo molto la vostra franchezza, signore.” Disse Zac. Ripeto, da me non avrete noie.”
“Oh, ne sono certo.” Annuì Goz. “Tenente, accompagnate il nostro fotografo negli alloggi non ufficiali e trovategli una stanza in cui sistemarlo.” Rivolto a Clio.
Dacey Starklan
27-10-2015, 02.17.30
Le informazioni continuavano a scorrere come un fiume in piena dalla bocca di quei tre. Era incredibile e la cosa mi fece quasi sorridere.
Avrei tanto voluto sapere come avrebbero reagito nel sapere che ero a pochi sedili di distanza.
Dunque quei tre uomini erano solo gli emissari ma chi mi avrebbe cercata davvero era un po' quarto uomo. Uno in più che avrei dovuto tenere sotto controllo.
Evangelia. Eccola lì , pensai mentre osservavo il panorama che cambiava ancora.
Sperai che quella sosta non durasse troppo.
Guisgard
27-10-2015, 02.19.13
Il misterioso militare guardò le bianche mani di Marwel e sorrise.
“Avete ancora il segno di ciò che fino ad un attimo fa stringevate con forza nella mano.” Disse lui. “Ad occhio e Croce direi un pugnale, non troppo grande, forse uno stiletto o qualcosa poco più grande di un temperino. Ma fate bene, non bisogna mai fidarsi di nessuno, miss Marwel.” Accomodandosi il cappello in segno di saluto. “Soprattutto se si è belle come voi e se si hanno dei bambini a cui badare.” Annuì. “Beh, ogni promessa è debito, no? Dunque vi porgo il mio saluto...” con irriverente inchino “... e credo sia ora che mi congeda da voi.”
“Andrai a volare?” Chiese Iris.
“Primo o poi, principessa.” Facendole l'occhiolino lui. “I miei omaggi, miss Marwel dagli occhi verdi.” Rivolto di nuovo alla ragazza.
E andò via tra le rocce ed i cespugli di bacche selvatiche.
Annuii al capitano.
"Venite.." Dissi spiccia al fotografo, per poi salutare militarmente il capitano e lasciare la stanza.
"Intanto vi mostro la base, avrete poi modo di visitarla come riterrete più opportuno...".
Mentre camminavamo, così, spiegavo al fotografo le funzioni dei vari ambienti, qualche nome di legionari o altro.
Dopo un po' raggiungemmo gli alloggi non ufficiali e cercai una stanza libera finché non la trovai.
"Ecco qua il vostro alloggio.." Aprendo la porta della stanza "Non sarà una reggia, ma immagino che foste preparato a una sistemazione di questo tipo" con un leggero sorriso.
"Avete domande?" Chiesi al fotografo "Ora dovrò tornare dai miei uomini, se avrete bisogno, non esitate a chiedere..".
Guisgard
27-10-2015, 02.25.43
Il Meridian Express entrò finalmente nella stazione di Evangelia.
Si trattava di una piccola stazione, desolata ed a stento funzionale.
Infatti quasi nessun treno passava più di là a causa della guerra.
Di nuovo il treno fischiò e poi pian piano si fermò.
Le porte si aprirono e i pochi intenzionati a scendere abbandonarono i vagoni.
Tra essi vi erano Gwen e i tre borghesi di cui Dacey a lungo aveva udito i loro discorsi.
“Spero che ci porti frutto questa sosta ad Evangelia...” disse uno dei tre.
“Vedrai, sarà fruttuosa.” Annuì un altro di loro.
Dacey Starklan
27-10-2015, 02.28.26
I tre uomini scesero dal treno durante la sosta e lo stesso feci anche io. Non ne ero entusiasta ma non potevo perderli di vista e poi due passi non mi avrebbero fatto di certo male.
I tre borghesi però non erano scesi per caso ma sembravano aspettare qualcosa, o qualcuno. Forse l'ex militare di cui li avevo sentiti parlare. In qualsiasi caso dovevo seguirli con molta attenzione, senza farmi scoprire, mantenendo una distanza prudente.
Lady Gwen
27-10-2015, 02.28.26
Finalmente il treno si fermó ed io scesi alla stazione.
Era un ambiente spartano e a stento funzionante, sicuramente a causa della guerra, ma non ero certo lí per la stazione.
Cosí, con l'annuncio ben conservato nella borsa, m guardai intorno per capire dove andare.
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Guisgard
27-10-2015, 02.30.00
Zac posò i suoi bagagli sul lettino, una brandina non del tutto comoda, per poi guardarsi intorno.
“Sembra davvero di essere in un romanzo d'avventura del secolo scorso.” Disse entusiasta. “In verità” fissando Clio “avrei non una risposta, ma una richiesta. Posso inaugurare la mia attività di fotografo qui facendovi alcuni scatti?”
Lo guardai di traverso, non sapevo se essere divertita o infastidita da quella sua convinzione che fosse un romanzo.
Ma forse la vita di molti era diversa dalla nostra, più piatta e inutile.
Poteva avere senso la sua illusione.
Poi a quelle parole scoppiai a ridere, dimenticando la disciplina.
"No!" Scuotendo la testa "Se vi aspettate che mi metta in posa o mi faccia fare una foto a comando avete sbagliato a capire.." Divertita "Se riuscirete a farmi una foto mentre non me ne accorgo buon per voi, ma così a comando proprio no..".
Cercai di riprendermi da quella risata e mantenere il contegno che si addiceva al mio ruolo davanti ad un civile.
"Se non c'è altro, Zac, vi lascio alle vostre faccende..".
Guisgard
27-10-2015, 02.41.31
Dacey scese dal treno anche lei, seguendo i tre borghesi a distanza di sicurezza per non farsi notare.
“Ed ora” disse uno dei tre agli altri due “dove andiamo? Come faremo a raggiungere questo nostro uomo?”
“Ha forse un recapito, un indirizzo a cui trovarlo?” Un altro dei tre.
“Mi ha detto” rispose il terzo dei tre “che lo avremmo trovato in una bisca poco distante dalla stazione. Una sorta di cantina in cui si gioca d'azzardo.”
“Andiamo bene...” fece sarcastico il primo che aveva parlato.
E e i tre si avviarono verso il borgo, in cerca della cantina in cui cercare il loro uomo.
Intanto Gwen, scesa anche lei dal treno, intenta a capire dove andare, avendo con sé l'annuncio di lavoro, notò il capostazione poco lontano.
Lui di certo poteva aiutarla.
Lady Gwen
27-10-2015, 02.45.25
Mi guardavo intorno, anche se non capivo a chi potessi rivolgermi.
Vidi poi il capostazione e decisi di chiedere a lui.
"Perdonate" gentilmente, sorridendo "Ho trovato questo annuncio e sarei interessata, ma sono appena arrivata e non so dove andare" mostrandogli l'annuncio "Potreste di grazia aiutarmi?"
Dacey Starklan
27-10-2015, 02.48.26
Una bisca, non certo un posto raccomandabile ma non avevo molta scelta. Anzi una l'avevo, restare nella stazione e rischiare di perderli di vista oppure seguirli. E la seconda opzione fu la mia scelta.
In quanto principessa di una monarchia avevo ricevuto un'educazione che spaziava dall'etichetta, alle lingue antiche moderne, storia e letteratura, arte e musica, equitazione, tiro con l'arco, scherma e tiro al piattello. Queste ultime tre specialità non erano del tutto consone alla tradizione ma mio padre, in assenza di figli maschi, aveva deciso di insegnarle a me e alla mie sorelle. Insomma quegli insegnamenti mi erano tornati in mente mentre seguivo i tre borghesi per le vie di un borgo a me sconosciuto, e mi davano un senso di sicurezza, pensavo che almeno in caso di necessità mi sarei potuta difendere. Era una cosa che mi ripetevo spesso da dopo la morte della mia famiglia.
Seguii gli uometti con i loro abiti formali e le loro valigette mentre raggiungevano una via poco invitante e capii che la bettola dove stava l'uomo che cercavano non doveva essere distante.
Guisgard
27-10-2015, 02.51.42
“Bene.” Disse Zac sorridendo a Clio. “Vi ringrazio per la disponibilità, tenente.”
La ragazza uscì e lui prese a sistemare le sue cose.
Poi, finito ciò, si sedette sul letto, tirò fuori un taccuino e cominciò ad annotare la sue prime impressioni su quel luogo.
Intanto, appena lasciati gli alloggi ufficiali, Clio sentì suonare all'improvviso l'allarme.
Tutti i legionari allora si radunarono nel cortile del forte.
Poco dopo, incuriosito e munito della sua macchina fotografica, arrivò anche Zac.
Salutai il fotografo e lasciai gli alloggi non ufficiali.
Neanche il tempo di fare ordine nei miei pensieri che udii l'allarme suonare.
Corsi immediatamente sul ponte per raggiungere gli altri.
Guisgard
27-10-2015, 03.03.16
Il capostazione annuì a Gwen e poi prese il suo annuncio per leggerlo.
“Infermiera al fortino della Legione Straniera...” disse lui “... siete proprio certa di vole accettare questo incarico? Comunque dovete raggiungere la base dei legionari, lassù in cima.” Indicando il forte sull'altura. “Se volete vi è una camionetta che ogni giorno va lassù. Altrimenti dovrete arrivarci a piedi.”
Lady Gwen
27-10-2015, 03.07.05
Risi piano.
"É una follia, lo so e a quanto pare non siete l'unico a pensarlo" sorridendo "Credo comunque che usufruiró della camionetta, mi sembra abbastanza lunga la strada a piedi" guardando smarrita la base militare "E grazie del vostro aiuto, messere" sorridendo e conservando di nuovo l'annuncio.
Guisgard
27-10-2015, 03.09.00
Alla fine i tre borghesi, seguiti poco più indietro da Dacey, trovarono la cantina e vi entrarono.
Era un luogo con un forte odore di alcool e di fumo, affollato con gente di ogni tipo e la perenne sensazione che una rissa potesse scoppiare da un momento all'altro.
I tre ometti si avvicinarono al banco e chiesero informazioni al barista, circa il militare che stavano attendendo.
Ed il barista indicò loro un tavolo, dove alcuni individui stavano giocando a carte.
“Salute a voi...” disse uno dei tre borghesi a quelli che giocavano “... cerchiamo un uomo chiamato il Capitano... potete aiutarci?”
“Lo cerchiamo anche noi...” fece uno di quelli al tavolo “... ma sono giorni che non lo vediamo...”
“Peccato...” un altro di quei giocatori “... pochi sanno perdere con la sua classe...”
“Già, peccato solo che spesso non abbia il becco di un quattrino per pagare i suoi debiti.” Uno altro ancora di quelli al tavolo.
E tutti loro scoppiarono a ridere, davanti alla perplessità dei tre borghesi.
Dacey Starklan
27-10-2015, 03.19.36
Come previsto gli uomini entrarono nella bettola, io avevo deciso di non farlo invece, sfruttando però la finestra per capire che succedeva.
Niente quarto uomo, il Capitano e a stare a quanto detto dai presenti quel tizio aveva le mani bucate. Di certo avrebbe accettato il lavoro dei tre borghesi visti i soldi in palio.
Guisgard
27-10-2015, 03.20.34
Clio e gli altri legionari si radunarono nel cortile in seguito all'allarme scattato nella base.
Giunse anche Zac che subito cominciò a scattare le sue foto.
“Pare che un convoglio mercantile” disse Goz ai militari “sia stato assalito. Sembra non sia però in atto un'azione militare oltre questo fugace attacco. Voglio tre aerei di scorta ad un aerorimorchiatore per recuperare il convoglio. Tenente Clio, affido a voi la missione. Scegliete due volontari e scortate sul posto l'aerorimorchiatore.”
Ascoltai attentamente il racconto del capitano, su ciò che era accaduto.
Cose del genere accadevano sempre più spesso ormai, e non mi stupivo più di niente.
Annuii solennemente al capitano.
"Elas, Dimos.." Chiamando due dei miei uomini più fidati "Con me.." Ordinai "Andiamo".
Guisgard
27-10-2015, 03.33.07
Il capostazione indicò a Gwen il luogo in cui attendere la camionetta ed essa arrivò circa una mezz'ora dopo.
A guidarla era un uomo di mezz'età, che portava con sè frutta e verdura da vendere a coloro che vivevano fuori dal borgo e prima della base militare.
“Avanti, si parte.” Disse l'uomo a Gwen.
E la camionetta partì.
Guisgard
27-10-2015, 03.36.45
Dacey aveva saggiamente scelto di non entrare nella cantina, restando ad osservare da una finestra ciò che succedeva all'interno.
E vide ad un tratto i tre borghesi avvicinati da qualcuno che parlò loro.
I tre allora ringraziarono, si sedettero ad uno dei tavoli ed ordinarono da bere.
Con ogni probabilità il loro uomo non avrebbe tardato.
Lady Gwen
27-10-2015, 03.37.50
La camionetta, che trasportava frutta e verdura, arrivó dopo circa mezz'ora.
Salii a bordo e il mezzo partí, lasciandomi vagare con gli occhi e la mente in quel luogo cosí particolare.
Guisgard
27-10-2015, 03.41.28
Clio nominò i due volontari e con loro prese il volo.
I tre aerei scortavano l'aerorimorchiatore per recuperare il convoglio attaccato.
Percorsero alcune miglia a Nord della base, per poi raggiungere una bassa gola rocciosa, dove ancora si vedeva del fumo.
“Deve essere quello il luogo dell'attacco, tenente.” Disse Dimos via radio a Clio. “Controlliamo che non vi siano nemici nei paraggi e cerchiamo un luogo in cui poter far atterrare l'aerorimorchiatore.”
“Negativo.” Elas agli altri due via radio. “Nessun nemico in giro. Zona pulita. Direi di procedere all'atterraggio.”
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Guisgard
27-10-2015, 03.57.45
La camionetta partì e poco dopo lasciò il borgo, risalendo uno stretto e dissestato sentiero, tra spuntoni rocciosi e piante selvatiche.
“E cosa mai” disse l'uomo che guidava a Gwen “va farci una giovane ragazza in quella base militare? I legionari sono uomini senza onore e di certo non saranno gentiluomini con voi. Io non manderei mai mia figlia in un posto simile.” Mentre la camionetta sussultava tra i fossi ed i dossi di quell'angusto sentiero.
Guisgard
27-10-2015, 04.07.31
Cadfel ascoltò ogni parola di Altea.
“Io credo” disse infine “che la neutralità sia l'unico mezzo concreto che vostro nonno ha per tentare di tenere le nostre terre fuori da quella guerra. Purtroppo non ho però dubbi che Canabias possa invaderci. Nell'antichità, proclamata la democrazia, gli abitanti di Atene formarono con i loro alleati la lega Delio-Attica, con lo scopo di essere più forti ed imporre la democrazia ovunque. E proprio con la scusa di voler portare la democrazia alle altre città, cominciò ad imporre il suo regime ad una città della lega che invece aveva conservato il suo governo aristocratico. Essa chiese aiuto a Sparta ed in seguito scoppiò la famosa Guerra del Peloponneso, che portò anni dopo alla sconfitta di Atene. Questo cosa significa? Che tirando in ballo la libertà gli uomini spesso hanno camuffato le loro vere intenzioni. Cos'è davvero la libertà? Essa è il diritto che ogni uomo ha di vivere come crede la propria vita, senza però limitare per questo quella degli altri. Ma purtroppo spesso la ricerca della libertà non è altro che il voler imporre il proprio pensiero sugli altri. Ecco cosa sta facendo Canabias.”
Lady Gwen
27-10-2015, 04.07.36
Il paesaggio si faceva sempre piú aspro e selvaggio.
"Non ero diretta qui in realtá, ma a Capomazda. Poi ho visto un annuncio qui come infermiera e ho deciso di rimanere."
Guisgard
27-10-2015, 04.16.32
La macchina procedeva il suo tragitto verso la base, con il militare alla guida che di tanto in tanto lanciava occhiate nello specchietto retrovisore per guardare il viso di Gaynor.
Egli l'aveva vista qualche volta al cinema e spesso sulle riviste.
Ed ovviamente ritrovandosela ora in auto era per lui una tentazione forte gettare lo sguardo alla bella diva seduta dietro di lui.
Infatti oltre Gaynor poco altro di così bello c'era da vedere intorno a loro.
Rocce e piante selvatiche, spazi sterminati ma desolati e silenziosi.
Un silenzio senza fine che dominava su tutte le cose di quello scenario.
“Eccoci, madama.” Disse il militare alla bella diva. “Ecco la base della Legione Straniera.” Per poi suonare più volte col clacson.
Alcune sentinelle dalle postazioni di guardia osservarono l'auto e si accertarono della sua autenticità.
Poco dopo le porte della base si aprirono e l'auto militare entrò.
Guisgard
27-10-2015, 04.22.47
“Oh...” disse l'uomo al volante a Gwen “... beh, mi chiedo cosa vi abbia fatto cambiare idea... come si può preferire questo posto a Città di Capomazda? Oltretutto qui c'è la guerra... o forse” ridendo “qualcosa vi spinge a stare qui... magari siete la ragazza di uno dei piloti, giusto?” Divertito.
Lady Gwen
27-10-2015, 04.27.56
"Vi assicuro di no" ridendo "É la prima volta che vengo qui e non conosco nessuno, dunque é solo per questo lavoro che sono venuta."
Dacey Starklan
27-10-2015, 08.03.43
Rimasi in attesa all'esterno osservando le mosse dei tre, che si sedettero e presero da bere. Questo poteva significare che presto la loro attesa sarebbe stata interrotta dall'uomo tanto atteso.
Non mi restava che aspettare e tenere gli occhi vigili
Marwel
27-10-2015, 11.09.13
Era un tipo sveglio e sapeva il fatto suo, questo Marwel non poteva negarlo e non poteva negare nemmeno il fatto che costui la mettesse in ansia e probabilmente senza nemmeno volerlo.
Disse che faceva bene a non fidarsi di nessuno e la fanciulla non potè che dargli ragione; non erano tempi facili, lei era giovane e più di una volta si era trovata in spiacevoli situazioni con gli uomini di quel borgo dimenticato da Dio.
Fece un inchino e la salutò in un modo non troppo formale, per poi sparire tra i cespugli. Marwel trasse un sospiro di sollievo, poi si voltò verso Iris e disse "ti prego, se vuoi bene a tua madre non sparire più in questo modo". La prese per mano e insieme tornarono all'orfanotrofio dove c'era Betty ad attenderli con il piccolo Edward tra le braccia.
La ragazzina si lamentò dei gemelli mentre rientrava in casa. Marwel rise: i gemelli li aveva trovati due anni prima di Oliver e avevano appena un anno. Erano stati abbandonati dentro una stalla, durante l'inverno più freddo che Marwel avesse mai visto. Nessuno dei due parlava e quindi la donna non potè far altro che dar loro dei nomi, come aveva fatto con Edward e Iris. Li aveva chiamati Marcus come suo zio e Antony come suo cugino, poichè entrambi avevano gli occhi blu proprio come loro e la prima volta che li vide si ricordò di loro.
Erano cresciuti sani e forti, ma soprattutto pestiferi; si davano forza l'uno con l'altro e ne combinavano di ogni colore alla povera Betty. Marwel pensava che con la febbre sarebbero stati buoni e invece, a quanto pareva, non bastava nemmeno quello a tenerli fermi.
La donna tolse sciarpa e cappello ai suoi bambini, poi disse loro di andare nelle rispettive camere e guardò Betty quel poco che bastasse a farle capire che sarebbe rimasta di nuovo da sola con i bambini.
Betty le chiese se stesse andando da Benji mentre cullava il neonato.
"Si, vado a vedere se sta meglio" rispose lei per poi posare un bacio sulla fronte di Edward. Betty notò che sotto gli occhi di Marwel stavano spuntando delle ombre violacee e pure i movimenti del suo corpo sembravano più lenti e pesanti.
Marwel non dormiva da quasi due giorni e i segni della stanchezza cominciavano a notarsi sul suo viso e spesso le mancavano le forze, ma Benjamin aveva bisogno di lei.
"Sto bene e tornerò presto" disse leggendo preoccupazione nello sguardo di Betty, poi uscì di casa stringendosi nel suo pesante mantello e si diresse verso l'ospedale.
I suoi passi erano incerti e tutto cominciò a girare attorno a lei come si fosse formato un uragano di case, strade e persone. Barcollò verso un muro e si sorresse cercando di riprendere fiato.
Oltre a non dormire non aveva nemmeno mangiato, era stata a contatto con molti bambini malati e la notte prima aveva sentito degli strani brividi correrle lungo la schiena. Non ebbe nemmeno il tempo di pensare di tornare indietro che crollò al suolo e tutto divenne buio.
Altea
27-10-2015, 16.15.00
Ascoltai Cadfel attentamente, mi fidavo di lui e al giorno d'oggi potersi fidare di qualcuno in questi venti di guerra era davvero un dono prezioso.."Allora se pure voi pensate dobbiamo rimanere neutrali non ho altre possibilità" abbozzando un lieve sorriso.."La libertà..e se Canabias ce la togliesse, fino a quando vivremmo in questo stato di libertà. Dio solo lo sa, e speriamo davvero Afralignone e Capomazda saranno di parola se succederà il peggio" aprendo le mani in segno di evidenza ma non rassegnazione.
Suor Matilde mi chiamò, mi ero trattenuta più del dovuto.."Ci vedremo domani sera a Palazzo allora, Sara vi avrà detto la mia terza sorella compie 16 anni e vi sarà una grande festa ed è già iniziata da oggi. Infatti presumo quando arriverò a Palazzo vi saranno i primi ospiti venuti dai posti più lontani, insomma un modo per farci dimenticare queste angustie. Io non ero d' accordo e poi sapete detesto queste feste frivole, un dispendio di soldi..e siamo scesi a patti ed infatti ho disposto vi sarà festa pure al borgo vicino e per tutto il nostro popolo, sperando sappiano ancora chi siamo" sorrisi pensando all' incontro con l' aspirante legionario anche se perplessa.."A domani pomeriggio signor Cadfel e saluti Sara..le dica di essere impeccabile come sempre, un pò di positività ci vuole e forse questo farà notare al popolo che nulla è cambiato".
Lo salutai ed entrai con suor Matilde nello spazio dove si stava cucinando, mio nonno aveva offerto un abbondante pasto pure ai bisognosi per questa occasione, vi era un intenso profumo e udivo lo sfrigolio della carne sulla brace e l' allegria tra la gente che mi salutava con cordialità.
Tutto era pronto e pure Padre Abramo si avvicinò.." Padre, scusate il ritardo ma strani fatti sono successi, penso la gente abbia fame, possiamo andare in refettorio a servire, la cena è pronta noto..e vi è pure vino abbondante".
In fondo era vero..come potevo lasciare tutto questo e permettere mi rubassero una parte di me..Chevral non era solo dei de Bastian ma della gente..il problema era Canabias..dovevamo fare in fretta, sapevo mi aspettavano a Corte ma sapevo pure mia madre e mie sorelle avrebbero intrattenuto le povere vittime con futili discorsi e vari canti, risi tra me e me sperando gli ospiti non sarebbero fuggiti prima del ballo di domani.
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Lady Gaynor
27-10-2015, 16.48.38
Poco dopo arrivammo alla base. Che strana costruzione mi ritrovai a pensare, guardando il fortino dalla forma cilindrica, che somigliava ad una gigantesca botte di vino. Si, un bel bicchiere di vino bianco gelato, ecco cosa ci vorrebbe... mi sento così tesa! Le sentinelle controllarono la nostra identità ed un attimo dopo le porte della base si spalancarono di fronte a me. Andiamo, ragazza mia, l'avventura comincia!
Guisgard
27-10-2015, 17.05.42
Dacey dall'esterno della cantina continuava ad osservare ciò che accadeva all'interno.
I tre borghesi avevano preso un tavolo ed era stato servito loro da bere.
Ad un tratto dal retro della cantina arrivò qualcuno.
C'era fumo e la ragazza non riuscì subito a cogliere il volto del nuovo arrivato.
Era però vestito da militare, con un giubbotto da aviatore ed un cappello da ufficiale, sebbene non mostrasse alcun tipo di grado.
E dai suoi studi a corte lei comprese subito che le ragioni di ciò potevano essere molteplici.
Poteva infatti trattarsi di un disertore, di soldato espulso o magari solo qualcuno sotto falsa copertura.
Il militare raggiunse il centro del locale e subito si sedette al tavolo di alcuni che giocavano a carte, per unirsi a loro.
Il barista allora fece un cenno ai tre borghesi e quelli si avvicinarono al tavolo dei giocatori.
Ora Dacey poteva vederlo meglio quel militare.
Nonostante i modi spicci, aveva il viso pulito ed era di bell'aspetto, con due occhi azzurri che subito cominciarono ad osservare i tre borghesi in piedi accanto a lui.
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Dacey Starklan
27-10-2015, 17.12.14
Mi sporsi un po', sollevandomi sulle punte dei piedi per vedere meglio all'interno del locale. Il fumo era denso e offuscava la vista, riuscii però a tener d'occhio il tavolo dei tre borghesi e come avevo previsto arrivò il quarto uomo.
Riuscii a distinguere solo il suo abbigliamento, una divisa militare ma senza alcuna indicazione del grado. Aggrottai un po' la fronte perplessa e tentai di scoprire i lineamenti del viso del militare. Quando questi prese posto al tavolo finalmente ci riuscii. Era un uomo più giovane e di piacevole aspetto rispetto a quanto avevo pensato, soprattutto colpivano gli occhi azzurri e limpidi.
Guisgard
27-10-2015, 17.13.40
“Duchessa...” disse Cadfel ad Altea “... restare neutrali è spesso un modo per prendere tempo. Voi dipingete a tinte fosche il governo di Canabias, reo secondo voi di voler imporre il suo regime. Ma anche Afralignone mira a controllare i suoi alleati. La differenza qual'è? I primi impongono una società di eguali, alla ricerca di una libertà assoluta e forse utopica, negando i privilegi della nobiltà e del Clero. I secondi invece dominano dall'alto della loro nobiltà, certo lasciando il popolo libero e difendendolo, ma pretendendo comunque il riconoscimento della loro superiorità. Voi siete disposta ad accettare il benessere in cambio di riconoscere uomini superiori a loro dire per Diritto Divino? Io no. Per me l'aristocrazia Afralignonese non ha nulla più della gente comune.”
I due si salutarono e Altea raggiunse Padre Abramo, con cui servirono cibo ai poveri giunti alla chiesetta.
Altea
27-10-2015, 17.27.31
Mi misi a servire insieme a Padre Abramo e le suore ma i miei pensieri erano altrove..le parole di Cadfel. In fondo erano verità...noi stessi qui a Chevral non avevamo mai imposto al popolo sacrifici..quello che stava avvenendo ora ne era un esempio. Infatti era proprio quello che temevo di più..o cadere nelle mani di Canabias o di Afralignone per dare ad entrambi le nostre Terre...lo avevo detto io stessa non avrei donato un ettaro di terreno a un taddeide nemmeno sotto tortura.
Cercai di scacciare quei problemi...padre mio, quale incombenza mi hai dato assieme a mio nonno..Costanza era la maggiore, avevo voluto studiare ed essere diversa da tutte loro..eccone il risultato.
Finito il mio lavoro, aiutai suor Matilde a lavare i piatti e mi congedai prima del buio.."Padre Abramo, torno a Palazzo, vi sono pure ospiti e sembra maleducazione fare aspettare ma sapete tengo a tutto questo..devo dirvi mi costa molta fatica questo ballo..chi mai avrà invitato mio nonno Mandus e mia madre?" sospirai "Passerà..lo faccio solo per mia sorella Ellis. Domani non potrò essere presente, posso andare o avete bisogno di me?".
Guisgard
27-10-2015, 17.38.11
“Il capitano Guisgard, presumo...” disse uno dei tre borghesi al militare.
“Dipende...” giocando a carte questi “... può anche darsi.”
“Noi siamo i tre a cui avete dato appuntamento, rammentate?”
“Ah, già...” fece il militare “... vedo...” rivolto al tavolo dei giocatori “... e rilancio di tre...” gettando una moneta nel piatto... tris di donne...” mostrando poi le sue carte.
“Scala, capitano!” L'altro giocatore. “Vi è andata male!” Accaparrandosi il piatto.
“Già...” lasciando le carte sul tavolo il militare “... purtroppo al gioco non sono mai stato granchè fortunato...” tornò a guardare i tre borghesi “... dicevate? Oh, si... si, sono io... beh, potevate dirlo prima, no? Vi aspettavo. Sono appunto a corto di denaro.”
“Auguriamoci allora” il borghese “che il nostro sodalizio sia fruttuoso.”
“Avanti, vi ascolto.” Mormorò Guisgard.
“Non ci sarebbe un posto più appartato per parlare?” Chiese il borghese.
“Andiamo in strada...” alzandosi Guisgard “... in questo borgo la gente ama farsi i fatti propri.”
Dacey vide così i quattro uscire dalla cantina.
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Guisgard
27-10-2015, 17.42.31
“Qui c'è sempre bisogno, figliola.” Disse Padre Abramo ad Altea. “Ma anche tu hai le tue incombenze. Torna pure a corte. Dopotutto quello è il tuo mondo ed ognuno di noi può fare tanto per gli altri secondo le proprie possibilità.” Le sorrise e la benedisse, lasciandola così tornare al palazzo ducale.
Dacey Starklan
27-10-2015, 17.45.13
Non mi pareva un uomo avvezzo al rigore militare visto quel suo giocare d'azzardo senza porsi dei limiti.
I quattro parlottarono tra loro per poi prendere la decisione di lasciare quella sala e dirigersi all'esterno.
Mi finsi intenta a guardare altrove celando sempre il mio viso con un foulard mentre gli uomini uscirono. Presi a camminare piano, come se stessi passeggiando, aspettando di capire cosa avrebbero fatto ora.
Altea
27-10-2015, 17.49.17
Sorrisi e scossi il capo "Qui è come fosse casa mia, perchè è la Casa del Signore".
Dopo la benedizione uscii e presi, quasi correndo, la via più corta per il Palazzo prima facesse buio...e ora mettiti questa maschera e sorridi..sorridi.
Guisgard
27-10-2015, 17.51.38
Le porte del fortino si aprirono e l'auto entrò al suo interno.
Subito vi fu curiosità verso la vettura da parte dei legionari che si trovavano nel cortile centrale.
Infatti non era solito che un'auto simile arrivasse alla base.
“Eccoci, madama.” Disse il militare al volante a Gaynor.
Scese e subito aprì lo sportello della macchina per far scendere la diva.
Un attimo dopo però un nutrito gruppo di soldati circondò l'auto.
“Ehi, che sventola!” Esclamò uno di quelli.
“Siamo nel deserto, sarà di certo un miraggio!” Un altro.
“A me sembra vera...” fece un altro ancora “... ora la tocco per accertarmene!”
“E sentite com'è profumata!” Un altro di quei soldati.
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Lady Gaynor
27-10-2015, 18.04.41
Una volta entrata nel forte, l'automobile fu accerchiata da un discreto numero di soldati, che probabilmente non vedevano una bella donna da tempo immemore. Sentivo i loro commenti, e un brivido mi percorse la schiena. Ero abituata a trattare con gli uomini, ma dei legionari in guerra non erano certo ciò che frequentavo di solito. Dentro di me nutrivo forte la speranza che la mia permanenza alla base fosse piacevole e soprattutto breve, non ero ancora scesa dall'auto che già sentivo nostalgia della bella vita a Capomazda. Mi feci coraggio e scesi a terra.
Guisgard
27-10-2015, 18.31.17
I quattro uomini presero a camminare nella strada che andava a farsi avvolgere dall'imbrunire.
Dacey li seguiva poco distante, attenta a non farsi notare e ad ascoltare quanto loro dicessero.
“Lasciate che anche noi ci presentiamo...” disse uno dei tre borghesi “... io sono l'avvocato Leones, questi sono invece i miei soci... il notaio Fines e Poeh, nostro consulente.” Indicando gli altri due.
“Bene, il piacere è tutto mio.” Fece Guisgard. “Veniamo a noi ora...”
“Siete un uomo molto pratico e ciò mi piace.” Sorridendo Leones. “Lo studio legale che noi rappresentiamo cura gli interessi della Gran Baronessa Matilde dell'ex regno di Animos, oggi Repubblica di Canabias. La donna è fuggita dal suo paese poco prima della rivoluzione che ne ha insanguinato l'aristocrazia e messo in fuga i chierici. Tutta la sua famiglia è stata sterminata, eccezion fatta, forse, per sua nipote, la futura Gran Baronessa Dacey.”
“Che vuol dire forse?” Fissandolo Guisgard.
“Che le voci in merito alla sopravvivenza della ragazza sono alquanto confuse.” Spiegò Leones. “Qualcuno, fedele alla famiglia reale, giura che i corpi sotterrati erano sei, ossia il re, la regina e le due figlie, oltre a due dame di compagnia. Sei capite e non sette. Ed il corpo mancante potrebbe essere proprio quello della ragazza.”
“State perdendo tempo...” con fare indifferente Guisgard “... non si scampa ad un plotone d'esecuzione. Conosco per fama le milizie di Canabias e posso dirvi che nessuno le batte quando c'è da farsi giustizia sommaria. Le voci sulla ragazza sono false. Capita spesso che si tengano in vita simili fandonie, per lasciare ai nostalgici e ai fedelissimi la speranza di poter lottare per qualcosa. Dunque tonatevene pure al vostro studio legale e dite alla Gran Baronessa di mettersi l'anima in pace.”
Dacey Starklan
27-10-2015, 18.41.29
Maledetto uomo, lui e il suo ostinato senso pratico! E io che pensavo che per soldi avrebbe accettato quel lavoro senza nessun indugio.
Non credeva alla mia fuga. Non ero sorpresa ma almeno fare un tentativo.
E se mi fossi rivelata in quel momento? In fondo avevo qualcosa per farmi riconoscere da chi mi conosceva bene. Ma la prudenza e la paura mi avevano resa cauta e quindi decisi di capire come si sarebbe evoluta la situazione tra gli uomini.
Guisgard
27-10-2015, 18.52.21
Dacey ascoltava quella discussione tra i quattro.
“Beh, vi ho detto eravate pratico” disse Leones “ma forse avrei dovuto dire cinico, capitano.”
“Ho altro da fare” fece Guisgard “che dare la caccia ai fantasmi. Soprattutto se a difendere il loro sonno è la polizia segreta di Canabias.”
“E se la ragazza fosse viva invece?” Chiese Poeh.
“La poveretta” replicò Guisgard “riposa sotto un cumulo di terra in qualche bosco di Canabias, insieme alla sua sfortunata famiglia e tutti con delle pallottole nel corpo. Datemi retta, state perdendo tempo.”
“Se la faccenda non vi coglie umanamente” mormorò Leones “magari potrà farlo economicamente. Sono infatti in ballo, se la ragazza saltasse fuori, tre milioni di Taddei. Denaro ricavato da una parte dell'immenso tesoro reale dell'ex Animos e oggi custodito in una banca Afralignonese, essendo in corso una diatriba giuridica tra il governo di Canabias e quello di Afralignone.”
“Tre milioni di Taddei?” Ripetè Guisgard, smarrendo finalmente quell'espressione indifferente. “Beh, una simile cifra farebbe resuscitare un fantasma...”
“Dunque?” A lui Poeh.
“Resto della mia idea che la poveretta è morta e sepolta...” disse Guisgard “... tuttavia forse non tutto è perduto... dopotutto lasciare quel denaro ad ammuffire in una banca è un vero peccato...”
Dacey Starklan
27-10-2015, 18.58.50
Ecco la proposta dei soldi gli aveva fatto cambiare idea. Prevedibile visto il soggetto.
E ora che mi restava di fare? Andare da quel militare degradato e dire che ero io la ragazza che cercava? Il fatto che lui fosse motivato dai soldi non mi infondeva fiducia.
Guisgard
27-10-2015, 19.16.02
“Capisco.” Disse l'uomo al volante a Gwen. “Allora ciò è ancor più strano. Una giovane e bella ragazza che viene a chiudersi quassù in mezzo ad avanzi di galera ed avventurieri. Eh, non capirò mai la gioventù.” Scuotendo la testa.
Finalmente la camionetta raggiunse le porte del fortino militare.
Era una struttura isolata, fortificata e circondata da alte torri di controllo.
E sulle sue mura sventolavano le bandiere della Legione Straniera.
Guisgard
27-10-2015, 19.16.47
Altea lasciò la chiesetta di Padre Abramo e tornò al palazzo ducale.
Era ormai sera ed il ballo da poco cominciato.
La ragazza allora indossò il suo abito con l'aiuto di una dama di compagnia e poco dopo raggiunse il salone della festa.
Vi era sfarzo ed una finta consapevolezza che tutto andasse bene.
I nobili di Chevral sapevano bene che il pericolo di un'invasione di Canabias era tangibile, concreto.
Qualcuno addirittura la riteneva imminente.
Eppure si fingeva, ci si sforzava di crederla una follia, una paura ingiustificata.
Qualcuno addirittura cercava di scherzarci su, come alcune giovani e frivole contessine che proposero un assurdo gioco.
“Cosa succederebbe” disse una di quelle “se domani le truppe di Canabias ci invadessero?”
“Capirebbero come si batte un aristocratico!” Esclamò con orgoglio qualcuno. “Dopotutto perchè dobbiamo temere degli operai che ora imbracciano armi?”
E tutti risero.
Tutti tranne Mandus, che osservava quel gioco con sguardo inquieto.
Guisgard
27-10-2015, 19.18.05
“Faccio fatica a seguirvi...” disse Leones a Guisgard “... come intendete fare per accaparrarvi quel denaro, se ritenete morta la principessa Dacey?”
“Volete forse svaligiare la banca?” Sarcastico Poeh.
“Sempre più facile svaligiare una banca” divertito Guisgard “che riportare in vita un fantasma.”
“Dunque?” Fissandolo Leones.
“Dobbiamo trovare qualcuna da spacciare per la ragazza.” Rivelò il militare.
“Come sarebbe a dire?” Stupito Leones.
“Fatemi capire...” Poeh al militare “... state parlando di una sosia? Una sosia della principessa?”
“Precisamente.” Annuì Guisgard.
“Ah, avete la testa piena di utopie!” Esclamò Leones.
“C'è la prigione per una simile frode!” Disse Fines.
“Tre milioni di Taddei non sono forse un buon motivo per rischiare?” Sorridendo Guisgard.
Tutto ciò fu udito da Dacey.
Guisgard
27-10-2015, 19.20.05
Gaynor scese dall'auto e subito i legionari,vedendola ora finalmente in tutto il suo splendore, si abbandonarono a commenti più che lusinghieri, qualcuno persino volgare.
Il militare che aveva condotto la bella diva alla base cercò di far arretrare quei soldati, ma rischiò di ritrovarsi col muso rotto.
“Razze di canaglie” disse all'improvviso una voce “e figli di centomila vermi! Indietro, o vi prenderò a calci fino a Ognissanti!” Minacciò il capitano Goz.
E all'istante il capannello attorno a Gaynor allentò la sua morsa.
Infatti Goz era l'unico in grado di farsi obbedire e rispettare dai legionari.
“Miss Gaynor...” guardandola tutta Goz “... è un vero onore ed un piacere...” togliendosi il cappello e baciandole goffamente la mano “... ho visto tutti i vostri film... o meglio, tutte le scene in cui comparite voi e ho ascoltato ogni vostra canzone... ma vista da vicino siete ancora più bella.” Sorridendo. “Perdonate i miei ragazzotti, ma sono poco inclini a trattare con una donna di classe come voi.” Si voltò verso i suoi legionari. “Ragazzi, per premiare il nostro eroismo e la nostra abilità, il governo ci ha inviato, come prezioso dono, la famosa, nonché bellissima, diva del cinema Gaynor... definita da tutti la donna più desiderabile dello schermo. E a ragione aggiungerei io.” Tornando a fissare la diva.
E subito partì un caloroso applauso da parte dei soldati raggianti.
Altea
27-10-2015, 19.23.13
Il ballo era già iniziato, di fretta indossai il mio abito sontuoso blu cobalto, lasciai i capelli biondi sciolti in boccoli legandoli con una spilla di zaffiro e oro.
Andai nel salone e tutti sorridevano come nulla fosse..presi un bicchiere di ottimo vino e girovagavo per il salone ascoltando i discorsi, soffermandomi a parlare..ma era solo finzione. I volti non rilassati denotavano la apprensione che, infatti, scaturì in un assurdo gioco.
Guardai mio nonno Mandus e sospirai.."Siamo neutrali" dissi guardando i presenti "anzi dovremmo dar riparo agli esuli di quella che fu Animos, magari ve ne sono alcuni a Chevral e non ne sappiamo. Canabias non ci attaccherà mai...voi che ne pensate..nonno..duca Mandus de Bastian". Che stupidità..erano questi i nobili e ragazzi dovevano proteggerci?
Dacey Starklan
27-10-2015, 19.34.44
Astuto quel Guisgard, astuto e senza scrupoli ne un qualche tipo di coscienza. Non si sarebbe fatto alcuna remora nell'ingannare una povera donna che solo voleva ritrovare la nipote. Mi sentii avvampare dalla rabbia per quel motivo. Poi forse quel militare, sempre se lo era davvero, non doveva trascurare un dettaglio. Come avrebbe potuto trovare una ragazza uguale a me disposta a quell'inganno? Una che sapeva ogni dettaglio del palazzo di Animos, conosceva la storia della famiglia, aveva l'adeguata istruzione ma soprattutto, una ragazza che avesse la mia stessa esatta voglia. Quel segno sulla mia pelle era poco conosciuto al di fuori della mia stretta cerchia famigliare, proprio mia nonna, alla mia nascita, aveva decretato che fosse una cosa da nascondere. Un segno così marcato sulla pelle avrebbe potuto riportare alla mente le vecchie storie delle streghe e dell'Inquisizione e quindi nessuno ne aveva mai parlato. Io stessa avevo imparato a mitigare quella macchia più scura posta sulla mia caviglia destra, celandola con stivaletti, calze, cavigliere e trucco.
Lady Gaynor
27-10-2015, 20.59.40
Appena scesa dall'auto, il folto gruppo di militari mi si avventò contro, cercando di afferrarmi chi le mani, chi un lembo del vestito. I commenti da camerata si sprecavano. Il militare che mi aveva fatto da autista tentava inutilmente di tenerli a bada, fino a che una voce si levò improvvisa al di sopra di quel concitato vocìo.
“Razze di canaglie e figli di centomila vermi! Indietro, o vi prenderò a calci fino a Ognissanti!” Dal suo piglio di comandante, dedussi che doveva trattarsi del capitano Goz.
“Miss Gaynor.... è un vero onore ed un piacere....ho visto tutti i vostri film... o meglio, tutte le scene in cui comparite voi e ho ascoltato ogni vostra canzone... ma vista da vicino siete ancora più bella.”
"Grazie capitano, grazie dei complimenti e soprattutto grazie del vostro intervento quanto mai opportuno" risposi io. Ma dopotutto, cosa potevo aspettarmi da uomini impegnati in guerra, lontani dalle loro case e soprattutto dalle loro donne?
“Perdonate i miei ragazzotti, ma sono poco inclini a trattare con una donna di classe come voi... Ragazzi, per premiare il nostro eroismo e la nostra abilità, il governo ci ha inviato, come prezioso dono, la famosa, nonché bellissima, diva del cinema Gaynor... definita da tutti la donna più desiderabile dello schermo. E a ragione aggiungerei io."
"Capitano, voi mi adulate... non mi definirei un prezioso dono, quanto più motivo di un po' di spensieratezza in un momento così tragico. La sera, al saloon, ci ritroveremo tutti insieme per dimenticare le brutture del giorno, o almeno è ciò che spero di riuscire a fare. Questo è il mio compito, tenere alto il morale di chi lotta contro i cattivi..." Sfoderai il mio miglior sorriso, cercando di dominare la tensione che non mi aveva ancora abbandonata. "Adesso, capitano, sarebbe splendido avere qualcosa da bere "dissi prendendolo sottobraccio "Il viaggio è stato piuttosto lungo, direi di averne proprio bisogno..."
Lady Gwen
27-10-2015, 23.14.30
Risi piano alle parole dell'uomo. Sapevo che era una follia, ma non mi importava.
Arrivammo poi alle porte della Legione Straniera, imponente, maestosa e inquietante.
Guisgard
28-10-2015, 00.57.15
Un brivido, poi un capogiro ed infine il buio.
Marwel svenne, cadendo pesantemente ai piedi del muretto a cui aveva cercato di sorreggersi.
E in quella perdita di conoscenza sognò.
Sognò immagini confuse.
I suoi bambini, poi il piccolo Benjamin ed infine il misterioso militare dagli occhi azzurri.
Infine pian piano riprese conoscenza.
Non era più in strada, ma in un letto, circondata da pareti bianche.
Sentì voci poco distanti e quell'odore insopportabile di cloroformio.
Comprese così di essere in ospedale.
Un attimo dopo si avvicinò qualcuno al suo lettino.
“Vedo vi siete svegliata.” Disse Suor Ologna. “Vi hanno raccolta per strada senza conoscenza, per poi portarvi qui. Come vi sentite?” Potando la sua mano sulla fronte della ragazza. “Avete ancora la fronte calda. Resterete qui fin quando non vi sarà passata la febbre.”
Guisgard
28-10-2015, 01.08.38
Goz fu oltremodo lieto di prendere sottobraccio una diva bellissima e celebre come Gaynor.
I due raggiunsero il saloon di Armand e subito il comandante ordinò da bere.
“Non questo whisky da ubriaconi, idiota.” Disse ad Arman. “Servici il migliore. Quello che tieni da parte per quando i pezzi grossi vengono a visitare il forte.”
“Subito, signore.”
“Alla vostra, madama...” dopo aver riempito due bicchieri Goz “...che il vostro soggiorno qui fra di noi sia lungo e piacevole...” e brindò con lei.
Poco dopo nel saloon arrivò qualcuno, attirato dal clamore generale.
“La famosa Gaynor!” Esclamò Zac. “Oh, madama, siete la diva del momento! La più amata ad Afralignone!”
“Madama, vi presento il fotografo Zac...” fece Goz “... come diavolo era il nome?”
“Zac Heon, signore.” Sorridendo il fotografo.
“Già...” annuì il capitano.
“Madama, è un piacere...” Zac a Gaynor “... potrò avere l'onore di fotografarvi qualche volta?”
“Si, ma solo con i vestiti addosso!” Ridendo Goz e tradendo il suo essere rozzo e schietto.
Guisgard
28-10-2015, 01.11.05
La camionetta si fermò davanti al fortino e subito l'uomo al volante cominciò a suonare il clacson, attirando così l'attenzione delle sentinelle sulle mura.
“Voi...” disse uno dei soldati di guardia “... cos'avete da suonare così? Questa è zona militare ed occorre un permesso per accedervi.”
“Ho portato qui un'aspirante infermiera.” Rivelò l'uomo, per poi fare cenno a Gwen di scendere dalla camionetta.
Allora una delle porte si aprì ed apparve un legionario.
“Siete voi l'infermiera?” Fissando Gwen.
Guisgard
28-10-2015, 01.11.42
“E allora diteci...” disse Leones “... come faremo a trovare la sosia di qualcuno di cui ignoriamo l'aspetto?”
“Non avete descrizioni della ragazza?” Chiese Guisgard.
“Purtroppo no.” Scuotendo il capo Leones.
“La Gran Baronessa non vi ha in nessun modo descritto sua nipote?” Ancora il militare.
“No.” Ribadì Leones.
“Beh, ci sarà un ritratto o qualcosa che la raffiguri.” Fece Guisgard. “I reali sono famosi, no?”
“Tutti i nobili ed i cortigiani sono stati uccisi o messi in fuga.” Spiegò Fines.
“E sui libri di storia non si parla di questa Cenerentola?” Pensieroso il militare.
“Vi chiedo, capitano, di usare tatto e rispetto nel parlare della principessa Dacey.” A lui Leones. “La Gran Baronessa crede di non avere altri al mondo che sua nipote e sentirvi parlare così di lei potrebbe renderla indisposta verso di noi.”
“In pratica ci farebbe perdere la ricompensa.” Precisò Poeh.
“Capisco...” sorridendo Guisgard “... beh, state tranquilli. Non parlerò in nessun modo della principessa fantasma. Il mio solo interesse ora è scoprire il suo aspetto, anche per sommi capi.”
“E come farete?” Domandò Fines.
“Qui ad Evangelia” rispose il militare “ho sentito dire vi è un vecchio diacono, che pare sia vissuto a lungo a Città di Capomazda. Secondo ciò che dicono su di lui sembra conosca molto bene la storia, avendola insegnata nell'Università Cattolica di quella città. Andremo subito da lui.”
“Vedo avete mille risorse, capitano.” Leones.
“Diciamo che il denaro mi ispira.” Ridendo Guisgard.
I quattro si avviarono così dal vecchio diacono, seguiti dallo sguardo di Dacey.
Guisgard
28-10-2015, 01.12.32
Il gioco proseguiva, tra frivolezze e battute di spirito tra i vari invitati.
Poi Altea si avvicinò a suo nonno.
“Non vi sono esuli qui a Chevral...” disse Mandus “... non verrebbero mai... non avrebbero scampo se Canabias decidesse di invaderci... dici che non accadrà?” Fissandola. “Io invece credo sia solo questione di tempo.” Sospirò. “Devo parlarti, Altea... non qui... vieni, ti prego...” si alzò e raggiunse la porta, facendo segno con lo sguardo alla nipote di seguirlo.
Marwel
28-10-2015, 01.13.30
Tanto veloce era arrivato il buio e altrettanto velocemente se n'era andato, lasciando nella mente di Marwel solo delle immagini confuse e con poco senso logico. Sentiva il calore delle coperte sulla sua pelle e l'odore di cloroformio che s'insinuava nelle sue narici senza lasciarle respirare aria pulita.
Sentì la voce di Suor Ologna, ma capì solo che si trovava in ospedale e che qualcuno ce l'aveva portata; voleva vedere Benjamin, voleva sapere come stava e se aveva mangiato e dormito a sufficienza.
La testa sembrava arderle e le palpebre erano troppo pesanti per lasciarle aperte per più di una manciata di secondi e i pensieri sembravano sciogliersi nella lava, così come i suoi ricordi.
Cercò di rimembrare il profumo dei biscotti di Betty, l'odore della pioggia e del fango che si mescolavano nelle umide giornate di Evangelia, il suono dei passi dei suoi bambini, le loro risate, il fruscio dei suoi capelli che si muovevano nella brezza primaverile. E poi il colore degli occhi di quel militare.
Non seppe nemmeno lei perchè quel ricordo volesse riaffiorare, ma non poteva farci nulla. Quegli occhi sembravano indelebili, mentre altre immagini sfocavano con tanta facilità.
Lady Gwen
28-10-2015, 01.15.02
L'uomo suonó e il suono attiró le sentinelle. Mi fece allora un cenno ed io scesi dalla camionetta.
"Esattamente, signore" annuendo al militare.
Dacey Starklan
28-10-2015, 01.18.20
Il problema sul mio aspetto fu infatti il successivo argomento di conversazione tra i quattro uomini ma Guisgard, nonostante questo imprevisto, non pareva perdersi d'animo. Anzi aveva subito individuato un anziano diacono che forse avrebbe potuto aiutarlo. Così su due piedi non ricordavo di aver conosciuto nessun diacono ma chissà, forse quanto ero piccola oppure semplicemente non avevo prestato attenzione ad un singolo nella moltitudine.
Ad ogni modo mi incuriosiva molto cosa questo anziano signore poteva sapere o no e così, ormai quasi avvezza all'arte dell'inseguimento, sempre attenta e prudente, seguii i quattro.
Volammo così verso il luogo dell'attacco, osservando come rapaci il cielo intorno a noi.
Mente perlustravo la zona, Elas annunciò che la zona era sgombra.
Annuii, anche se non potevano vedermi.
Erano i miei uomini migliori, mi fidavo di loro.
"Affermativo, troviamo un punto per l'atterraggio.." dissi via radio "Ma non abbassate la guardia mi raccomando, occhi aperti".
E come avevo consigliato ai miei uomini, avrei fatto anche io.
Altea
28-10-2015, 15.21.33
Dopo quelle parole io e mio nonno ci guardammo negli occhi seriamente..mentre si udivano le risate e urla di quella simulazione e di quelle frivolezze che non avevano fondamento in quel momento. Lo sguardo si spostò leggermente su quelle persone...ma dove erano arrivati i valori? Era questa la nostra Cherval? Non la riconoscevo più..i ragazzi non riconoscevano i regnanti e se ne andavano ad Evangelia mentre i nobili si divertivano sapendo in quello stesso Palazzo mio padre, il Duca, venne ucciso con il cappio al collo proprio da delle spie di Canabias.
Scossi il capo e seguii mio nonno leggermente perplessa..aveva detto l' invasione era imminente. Non era da lui darsi per vinto e quando diceva qualcosa era perchè aveva elementi fondati per dirlo.
Uscimmo dal salone e mi avvicinai a lui seguendolo.."Sta succedendo qualcosa di grave? E' strana questa vostra improvvisa preoccupazione..forse è meglio andiamo nel vostro salottino privato, saremo più tranquilli". Anche se la mia tranquillità se ne era andata.
Guisgard
28-10-2015, 17.34.37
Il soldato lanciò uno sguardo su Gwen che lasciò nella ragazza un senso di disagio.
“Vi ho portato un'aspirante infermiera...” disse ridendo l'uomo della camionetta “... così che possa ricucirvi quando vi spezzettano in mille pezzettini.” Divertito.
“Vattene, feccia.” Il legionario a lui.
“Suvvia, stavo scherzando.” Ridacchiando questi. “Una battuta rianima un posto come questo, no?”
“Vattene, idiota.” Ribadì il legionario.
L'uomo allora risalì sulla camionetta e mise in moto il veicolo.
“Buon divertimento, ragazza mia.” Rivolto poi a Gwen con tono malizioso.
E andò via.
“Seguitemi.” Il legionario fissando Gwen.
Ed entrarono nel fortino.
Era un luogo spartano, sebbene ampio e ben strutturato.
“Vi porto dal comandante della base.” Ancora il militare.
Raggiunsero la caserma principale della base, ma qualcuno si avvicinò loro.
“Cosa cerchi, soldato?” Chiese un ufficiale.
“Tenente Tesua.” Mettendosi sull'attenti il legionario. “Questa ragazza è venuta per ricoprire il ruolo di infermiera, signore. La portavo dal capitano Goz.”
“Il capitano ora è occupato.” Fece Tesua. “Ci penserò io a mostrarle l'infermeria.”
“Si, sissignore.” Il militare, per poi andare via.
“Come vi chiamate?” Domandò Tesua a Gwen.
Lady Gwen
28-10-2015, 17.41.57
Il militare mi guardó in un modo strano, che mi fece sentire a disagio. Che strana gente.
Poi la discussione fra i due, che mi fece capire perfettamente chi fossero davvero, soprattutto la malizia nella frase dell'uomo, che mi fece scuotere la testa.
L'ufficiale poi mi condusse dentro l'ampio e spartano edificio, dove incontrammo un tenente, un certo Tesua.
Il capitano non era disponibile e quindi mi avrebbe accompagnato lui in infermeria.
"Mi chiamo Gwen, signore" risposi con voce ferma.
Guisgard
28-10-2015, 17.45.10
Dacey si mise a seguire i quattro individui, fino a quando giunsero in una stretta stradina del borgo.
Qui vi era un portoncino che dava in un piccolo cortile, in fondo al quale c'era un'abitazione.
“E' là che vive.” Disse Guisgard.
“Bene, speriamo ci possa aiutare.” Annuì Leones.
Bussarono ed entrarono, trovando un vecchietto intendo a consultare una montagna di libri.
“Salute a voi, signori.” Fissandoli quello. “In cosa posso servirvi?”
“Ci occorre una lezione di storia.” Svelò Guisgard.
“Oh, la storia...” ridendo il diacono “... eh, mai nessun'altra disciplina è stata resa nei secoli così opinabile... cosa vi interessa conoscere, signori?”
“Cosa sapete dell'estinta casata reale del regno di Animos?” Chiese Guisgard.
“Oh, gran tragedia la vide protagonista...” accarezzandosi la barba il diacono “... sapete che feci un sogno? Pochi mesi prima dello scoppio della rivoluzione... sognai un bellissimo giardino di ciliegi... tutto fiorito, con frutti maturi e dolcissimi... e ad un tratto gli alberi vennero abbattuti, uno dopo l'altro... lasciando quel giardino desolato...” scuotendo il capo “... era un sogno premonitore, signori miei...”
“Perchè mai?” Incuriosito Fines.
“Perchè il ciliegio era il simbolo araldico della stirpe reale di Animos...” rispose il diacono.
Dacey Starklan
28-10-2015, 17.49.49
Raggiunsi indisturbata il cortile dal quale udito, facendo ben attenzione, buona parte della conversazione . Era incredibile come la mia educazione fosse utile in quel momento. Sapere camminare con leggiadria, senza disturbare e farsi notare, limitarsi a essere una presenza discreta, lo sapevo fare fin da bambina.
Il vecchio diacono iniziò il suo racconto e sentii un po' di tristezza nel contempo.
Guisgard
28-10-2015, 17.53.14
Altea e suo nonno Mandus raggiunsero il salottino privato e qui l'anziano uomo si lasciò cadere pesantemente su una poltrona foderata alla moda di Provenza.
“Si, sta succedendo qualcosa, ragazza mia...” disse lui “... Cherval è ormai una polveriera... mentre i nostri nobili, come hai ben visto, giocano simulando la vuota parodia di loro stessi, molti dei nostri contadini e borghesi, sedotti dalla propaganda di Canabias, hanno imbracciato armi proclamandosi partigiani e guerriglieri della libertà. Temo sia tutto pronto per un'imminente invasione della nostra Cherval... quando l'Armata Rossa di Canabias oltrepasserà i nostri confini, noi tutti finiremo nei gulag... ma io ho il mezzo per beffare quei maledetti... infatti quando arriveranno non troveranno né te, né le tue sorelle... voglio infatti che lasciate il ducato quanto prima... stanotte, o domani notte al massimo...”
Altea
28-10-2015, 18.02.59
Non vi erano parole per descrivere ciò che stavo provando...in un momento mi passarono davanti tante immagini, la mia infanzia spensierata, i miei amici, la natura di Cherval, e tutto ciò che avevo di bello qui..ed ero stata tradita da Cherval stessa, dalla gente che avevo protetto sempre.."Non posso crederci..ecco perchè quel ragazzo al laghetto, Rodian, mi disse presto Canabias sarebbe venuta ad attaccarci e disse non conosceva nessuna duchessa..un avvertimento?" lo presi nelle mani, erano gelate e mi inginocchiai di fronte a lui, lo vidi stanco "Voi non potete restare qui..vi uccideranno..venite con noi..cosa avete disposto per la nostra partenza?". Trattenni le lacrime, mi avevano cresciuta così..non ero insensibile..ma pratica e piangersi addosso o disperarsi era inutile in questo momento..e se vi era un Dio un domani Cherval sarebbe tornata come prima.
Guisgard
28-10-2015, 18.12.25
Suor Ologna si avvicinò al letto di Marwel, sincerandosi delle condizioni della ragazza.
“Non scottate quasi più...” disse la religiosa, toccandole la fronte “... ma cos'è questa pazzia? Se non vi nutrite, né riposate, come farete poi ad occuparvi dei vostri orfani? Già far crescere dei bambini qui è difficile e se poi vi mettete di impegno per ammalarvi allora tutto diventa impossibile.” Prese dello sciroppo e ne diede un grosso cucchiaio alla ragazza. “Ecco, questo vi farà bene. Comunque il piccolo Benjamin sta meglio. Anche lui non scotta quasi più.” Accennando un lieve sorriso.
Le passò poi un vassoio su cui c'erano un piatto di brodo caldo, del pane ed una mela.
“Ora però mangiate qualcosa.” Fissandola la suora.
Guisgard
28-10-2015, 18.18.53
“Bene, Gwen, seguitemi.” Disse Tesua alla ragazza.
Attraversarono il cortile, seguiti dagli sguardi interessati di alcuni legionari che facevano la guardia, fino a raggiungere l'infermeria della base.
“Ora vi presenterò al dottor Fermer, l'ufficiale medico responsabile della nostra infermeria.” Spiegò Tesua.
Bussò ed entrò insieme alla giovane.
“Dottor Fermer?” Chiamò Tesua.
“Si, sono qui...” rispose una voce dall'altra stanza.
E lì Tesua e Gwen trovarono l'ufficiale medico.
Era un giovane uomo di gradevole aspetto, intendo a sistemare le etichette di alcuni medicinali.
https://thehandofcountpetofi.files.wordpress.com/2012/02/vlcsnap-00032.png
Marwel
28-10-2015, 18.23.41
Già. Crescere dei bambini in quel borgo soffocato dalla guerra non era di certo facile, per questo venivano abbandonati, ma Marwel non si sarebbe data mai per vinta e li avrebbe fatti diventare uomini e donne forti.
Pensò a Betty e a quanto si stesse preoccupando non vedendola tornare.
Il letto era scomodo e cigolava ad ogni suo minimo movimento, ma almeno era caldo e le coperte non erano troppo ruvide; Suor Ologna le diede dello sciroppo che risultò essere amaro e Marwel chiuse gli occhi e inghiottì il medicinale con fatica, poi le disse che doveva mangiare e il suo stomaco brontolò come se l'avessero chiamato in causa.
Benjamin stava bene a detta sua ed ella pensò che presto sarebbero tornati a casa. Mangiò tutto con calma, senza pensieri per la testa.
Guisgard
28-10-2015, 18.25.02
“Inquietante...” disse Leones, commentando il sogno del diacono.
“Già...” annuì questi.
“Conoscete l'aspetto dei membri della famiglia reale?” Chiese Guisgard.
“Oh, il re era molto noto, visto compariva sulle banconote e in un'infinità di busti e statue da parate.” Fece il diacono. “Praticamente ogni città del regno aveva una o più statue del re. Ed anche la regina era molto conosciuta, visto appariva sempre al fianco di suo marito.”
“A noi interessa sapere delle loro figlie...” mormorò Guisgard “... una in particolare...”
“Si, la principessa Dacey...” disse Poeh.
“Mmm...” accarezzandosi la barba il diacono “... non avendo vissuto a corte, ma solo in una città del regno, non ho mai visto da vicino le giovani figlie del re... ma forse possiamo trovare un suo ritratto...” e prese a sfogliare un grosso ed ammuffito volume.
“Ecco!” Esclamò il diacono. “Questo è un ritratto della principessa Dacey, risalente a pochi giorni prima della rivoluzione!” Mostrando la pagina del libro col ritratto ai quattro uomini.
“Però...” guardando il libro Guisgard “... mica male...”
“Mica male?” Sorridendo il diacono. “Dite pure bellissima!”
“In effetti è una bellezza d'altri tempi.” Leones.
“Si...” annuì Fines “... una bellezza di tempi in cui il mondo era migliore e le donne bellissime...”
“Ora il nostro fantasma ha finalmente un volto.” Disse Guisgard, senza smettere di fissare il ritratto della ragazza.
http://www.pxleyes.com/blog/wp-content/uploads/50-ultra-realistic-female-portrait-drawings/48.jpg
Lady Gwen
28-10-2015, 18.28.44
Seguivo il tenente attraverso la base, sentendo gli sguardi dei legionari su di me.
Non ero abituata a stare in una base militare, era la prima volta ed era tutto molto strano e surreale.
Annuii a Tesua, che bussò alla porta e chiamo l'ufficiale medico, il dottor Fermer.
Entrammo e vedemmo un giovane uomo di aspetto gradevole che stava sistemando delle etichette su alcuni medicinali ed io mi avvicinai.
''Salve dottor Fermer. Mi chiamo Gwen'' sorridendo e porgendogli la mano ''Ho letto l'annuncio per il posto di infermiera e sarei interessata.''
Non mi sarei aspettata un uomo così giovane come responsabile.
http://www.animeclick.it/prove/serie/TheMusketeers/TheMusketeers8.jpg
Guisgard
28-10-2015, 18.32.44
Il vecchio Mandus prese le mani di Altea nelle sue.
“Ragazza mia...” disse con gli occhi lucidi “... il mio posto è qui... se il nostro popolo deve perire, io ne condividerò la medesima fine... mi troveranno qui e li guarderò negli occhi... capiranno come sa vivere e morire un vero aristocratico...” le baciò la fronte “... è tutto pronto... un mio fedele porterà te e le tue sorelle fuori da Cherval... stanotte o al più tardi domani notte... e vi rifarete una vita... libere ed al sicuro...”
E quel triste momento tra nonno e nipote contrastava con le frivole ed assurde risate che provenivano dal salone della festa.
Dacey Starklan
28-10-2015, 18.37.43
Il vecchio diacono era un uomo pieno di risorse tanto che, e ne fui sorpresa, riuscì infine a trovare un mio ritratto.
Ero quegli uomini mi avrebbero potuta riconoscere quindi attesi in strada invece che ne cortile il loro arrivo.
Guisgard
28-10-2015, 18.37.48
Marwel mangiò tutto con calma e le forze pian piano presero a tornarle.
Il letto era scomodo e l'ambiente non dei migliori, ma era comunque un posto sicuro.
E la notizia che Benjamin stesse meglio di certo la confortava.
Ed infatti, circa un'ora dopo, Suor Ologna accompagnò la ragazza, che ora stava molto meglio, a vedere il piccolo Benjamin.
“Mamma...” disse il piccolo sorridendo nel vederla “... guarda la suora cosa mi ha regalato!” Mostrando un modellino di aereo giocattolo. “Da grande farò anche io il pilota e difenderò Evangelia dai cattivi!”
Altea
28-10-2015, 18.39.39
Era la prima volta vedevo mio nonno commosso e sospirai...dovevo resistere.."Se questo è il vostro volere..quei maledetti..avrebbero coraggio di fare del male ad un anziano? Voi siete sempre stato aperto col popolo e loro ci ripagano così" scossi il capo "Qualunque cosa succeda, semmai vi salvaste mio adorato nonno sappiate vi devo ringraziare perchè..perchè se sono una persona forte, in grado di combattere il mondo intero e la malvagità lo devo a voi..e giuro che vendetta avrò, Canabias dovrà crollare" lo abbracciai, sembrava il tempo si fosse fermato.
Mi staccai e gli diedi un bacio in fronte "Forse è meglio approffittare di questa inutile ressa in salone per andare via, desteremo meno sospetti e nessuno ci vedrà, aspetto vostre disposizioni...ma non voglio sapere cosa avete disposto..tutto ciò che succederà lo accetterò ma non per rassegnazione".
Marwel
28-10-2015, 18.49.47
Suor Ologna fu così gentile da accompagnare Marwel da Benjamin. Ormai la ragazza sembrava essersi ripresa e la testa le girava solo un pochino, ma era davvero contenta di poter rivedere il suo bambino.
Non c'era molto via vai nei corridoi dell'ospedale e il silenzio sembrava fosse il protagonista tra quelle spesse mura. In molti riposavano e Marwel non sentì nessun lamento di dolore.
Quando Suor Ologna aprì la porta della camera di Benjamin, il bambino subito la chiamò a gran voce e le mostrò un piccolo aereo giocattolo che teneva felice tra le mani.
Marwel abbracciò il bambino e gli posò un bacio sulla fronte per poi stringerlo di nuovo per qualche secondo.
"Certo mio dolce tesoro, da grande potrai essere ciò che vuoi" disse mentre gli accarezzava i capelli e intrecciava una ciocca dorata tra le dita.
"Non so come ringraziarvi" sussurrò con le lacrime agli occhi voltandosi verso la Suora; davvero era grata alla donna e al medico per aver salvato la vita a Benjamin e non vedeva l'ora di poterlo riportare a casa.
Guisgard
28-10-2015, 19.03.46
“Oh, bene...” disse Fermer a Gwen “... aspettate che metta giù questi flaconi...” sorridendo e posando su un tavolino quei medicinali “... il piacere è mio...” dandole la mano “... e vi do il benvenuto alla base e nella nostra infermeria.”
“Io vado dottore.” Fece Tesua, per poi uscire.
“A questo punto direi di conoscerci meglio...” Fermer a Gwen “... prego, accomodatevi pure... e date a me il vostro bagaglio...” posandolo in un angolo della stanza “... potete indicarmi le vostre competenze ed esperienze?” Segnando tutto in uno schedario. “Avete già prestato servizio di infermiera? Immagino di si... potete dirmi dove? Così da comprendere le vostre esperienze?”
Guisgard
28-10-2015, 19.13.35
I quattro uomini osservarono a lungo il ritratto di Dacey, quasi a volerlo memorizzare nelle loro menti.
Dopo un po' ringraziarono il diacono, lo pagarono per il suo aiuto ed uscirono in strada.
Era ormai sera.
“Bene, ora sappiamo che aspetto avesse la principessa.” Disse Leones. “Come dite di procedere ora, capitano?”
“Beh...” accomodandosi il cappello sulle ventitré Guisgard “... ora occorre trovare una candidata, qualcuna che somigli, anche in modo vago, alla nostra principessa... sappiamo che è bruna, bella, occhi scuri... dobbiamo studiare un po' la fauna del posto” sarcastico “e scegliere quella giusta.”
“E voi sembrate particolarmente portato verso simili incombenze.” Osservò Poeh. “Non vi difetta l'apprezzamento al genere femminile mi pare di poter dire.”
“Lo prendo come un complimento, amico mio.” Con sorriso beffardo Guisgard. “Anche se forse in questo posto la scelta non sarà un granché. Magari a Città di Capomazda, dove le donne non mancano, ma qui temo dovremo accontentarci.”
Intanto Dacey li osservava poco più lontana, tra le ombre della sera.
https://reneelouise21.files.wordpress.com/2013/05/waterloo-bridge-vivien-leigh.jpg
Lady Gwen
28-10-2015, 19.15.46
Tesua andò via.
Sorrisi al dottore, che prese il mio bagaglio e mi fece accomodare.
''Ho prestato servizio come infermiera per quattro anni a Nuova Camelot prima di giungere qui e ho una vasta e completa conoscenza di tutto ciò che riguarda le erbe officinali che devo a mia madre, un'erborista'' spiegai sorridendo al dottore.
Evitai, come sempre facevo, di andare oltre. Non rivelai il fatto che ero una pagana e che, in casi gravi, ricorrevo anche alla magia per curare le persone. Il dottore mi sembrava una persona affidabile, ma ero io a non fidarmi di nessuno sulla faccia della terra e poi ero cresciuta con dei principi ben precisi e uno di questi riguardava il silenzio sulla nostra ''educazione''.
Dacey Starklan
28-10-2015, 19.15.50
Celata dall'oscurità che iniziava a calare tenevo costantemente d'occhio la situazione. Un'idea intanto mi balenava in testa.
E se mi fossi proposta? E solo raggiunto Afrignone avrei rivelato di essere davvero io, mostrando la mia voglia alla Grande Baronessa.
Pareva un piano da tenere in conto tanto più che non avrei più viaggiato sola ma sotto protezione.
Guisgard
28-10-2015, 19.19.47
I tre aerei volarono sulla zona ed infine trovarono un punto della gola rocciosa in cui poter atterrare.
Un punto non troppo lontano dai resti fumanti del convoglio attaccato.
Clio e i suoi uomini scesero così dai loro abitacoli e si avvicinarono al convoglio.
Era un cumulo di macerie fumanti, con un forte odore di cherosene, animato da piccole fiamme che ancora avvolgevano le lamiere del convoglio.
I due piloti misero subito mano alle armi, in caso di un qualche pericolo.
Ma la zona sembrava ora tranquilla.
“Nessuno si sarà salvato del convoglio, tenente...” disse Elas a Clio “... saranno tutti finiti carbonizzati...”
“Laggiù...” indicò Dimos “... ci sono i segni dei colpi sulle pietre...”
“Sono bossoli di 250 mm...” mormorò Elas “... quelli in dotazione ai caccia Valchiria... gli aerei dell'esercito di Canabias...”
I caccia Valchiria erano le più letali armi volanti del tempo.
Aerei velocissimi ed agili, capaci di volare oltre il muro del suono.
E solo Canabias poteva vantare simili veicoli da combattimento.
“Ovvio, chi ti aspettavi di trovare?” Sarcastico Dimos.
Ma all'improvviso si udirono dei rumori alle loro spalle.
“C'è qualcuno!” Puntando Elas la pistola.
E una sagoma si intravide muoversi dietro le lamiere fumanti.
“Si, l'ho visto!” Gridò Dimos. “Dietro le lamiere!”
Ci avvicinammo cautamente al convoglio, che pareva ormai disastrato, nessuno poteva essere sopravvissuto.
Elas e Dimos perlustravano la zona, e io con loro.
Finchè non scorgemmo la prova che quell'attacco era opera di Canabias.
Non che mi aspettassi altro in realtà, i loro caccia Valchiria erano la nostra spina nel fianco da sempre.
Sembrava di avere intorno a noi solo morte e distruzione.
Ma poi scorgemmo qualcosa.
Una sagoma.
Lontana, indistinta, eppure visibile.
Chi poteva essere?
Amico, nemico?
In tempi come quelli la fiducia e la speranza erano merci incredibilmente rare.
Imbracciai la mia arma senza remore e la puntai contro la sagoma.
E attesi, lunghi istanti con quella sagoma sotto tiro, ben nascosta dietro una lamiera carbonizzata, per non diventare la sua preda.
Il primo passo falso gli sarebbe stato fatale.
Guisgard
28-10-2015, 19.26.56
“Chi riesce a sparare sui preti e sulle suore” disse Mandus ad Altea “non si farà certo scrupoli ad uccidere o torturare un anziano.” Sorrise malinconicamente.
Il mondo di Cherval sembrava collassare.
“Prendi le tue sorelle e raggiungete la baita nel bosco...” fece il nonno “... lì attenderete l'arrivo del mio uomo... lui vi porterà in salvo, fuori dal ducato... che Dio vi assista, ragazze mie... e non dimenticate chi siete e da dove venite... ora va... addio, Altea...”
Guisgard
28-10-2015, 19.28.16
Suor Ologna sorrise a Marwel ed accarezzò la testa del piccolo Benjamin.
All'improvviso, però, correndo gaio dal suo studio, arrivò il giovane medico.
“Vi vedo felice, dottore.” Disse la religiosa.
“Certo, sorella!” Raggiante lui. “Mi è stato appena comunicato che posso tornare a Città di Capomazda! Capite? Mi aspetta un posto presso un noto primario!”
“Sono felice per voi, dottore...” annuì la suora “... e spero che al più presto vi diano il permesso di andare.”
“Partirò domani stesso!”
“Domani?” Ripetè la religiosa. “Ma non attenderete che venga inviato un nuovo medico per sostituirvi?”
“Sorella, se ritardo daranno ad altri il mio posto...” mormorò il medico.
“E qui cosa faremo?” Incredula la suora. “Chi curerà la gente? Siete così egoista?”
“Sorella, io devo pensare alla mia carriera...” guardò Marwel “... voi mi capite, vero? Qui c'è la guerra, possono attaccarci da un momento all'altro... io non fatto l'università per morire nel deserto.”
“Scappi perchè hai paura, dottore?” A lui Benjamin. “Allora non sei coraggioso come un pilota.”
Ma il medico non rispose nulla.
Altea
28-10-2015, 19.33.24
Un forte istinto di odio mi pervase, lo neutralizzai...non era l' odio che mi avrebbe aiutato in quel momento.
Abbracciai mio nonno e gli sorrisi..."A presto nonno...una de Bastian..futura duchessa di Chevral" dissi come se nulla dovesse succedere.
Uscii dalla stanza e vidi il signor Cadfel.."Fate chiamare mie sorelle e dite loro di raggiungermi al parco, senza nessuno sappia" ci guardammo e fece un cenno di assenso, andai nella mia stanza, presi la sacca e dei soldi e i gioielli e altre cose anche se ero certa mio nonno avesse provveduto a tutto.
Mi misi un abito più comodo e scesi le scale senza farmi notare e mi misi sotto la quercia ad aspettare l' arrivo delle mie quattro sorelle.
Marwel
28-10-2015, 19.47.58
Era un momento pieno di gioia per Marwel, perchè poteva dirsi fortunata a stringere di nuovo Benjamin tra le sue braccia e i bambini che avrebbe accudito erano tornati al numero di partenza. Dodici anime innocenti che le avrebbero riempito la vita, il cuore e l'anima chiedendo in cambio solo un tetto sulla testa.
Il medico entrò nella stanza correndo e subito Marwel pensò che fosse accaduto qualcosa di brutto, ma il sorriso che aveva in volto raccontava ben altro.
Disse che se ne sarebbe andato, che avrebbe seguito i suoi sogni e avrebbe lasciato Evangelia. Avrebbe abbandonato Evangelia.
Chiese a Marwel se capiva le sue motivazioni; parlava di quanto fosse pericoloso rimanere li, nel bel mezzo della guerra e la ragazza non riusciva ad accettare tali parole.
Poi la voce di Benjamin si fece sentire e le sue parole furono taglienti come lame affilate, tanto che il medico non gli rispose.
"Dottore, voi siete libero di fare le vostre scelte e di andare dove più vi aggrada. Se avete paura di rimanere ucciso durante la guerra, beh, fate bene ad andarvene allora. Ma sappiate questo: in molti morranno a causa della vostra assenza e questo è un dato di fatto. Ne un incubo, ne un racconto, ma solo la realtà." Marwel lo guardò negli occhi e concluse "Non so come farete a vivere con questo peso sulla coscienza".
Guisgard
28-10-2015, 20.19.00
Fermer smise di scrivere e restò a fissare Gwen per alcuni secondi.
“Oh, scusatemi...” disse sorridendo, per poi tornare ad annotare sullo schedario “... non è mia abitudine fissare le persone, ma devo dire di essere sorpreso... favorevolmente sorpreso naturalmente, dalla vostra esperienza... vi confesso che vi ho creduta una giovane infermiera alle prime armi e qui purtroppo non abbiamo tempo per il tirocinio... invece scopro che nonostante la giovane età possedete già un buon bagaglio di esperienza... ottimo.” Chiudendo lo schedario. “Credo non occorrano altre notizie. Prego, vi mostro gli alloggi.”
La condusse attraverso un breve corridoio.
“Ecco, laggiù ci sono le nostre stanze. La vostra è quella di destra. Naturalmente come civile voi alloggerete qui. Stesso discorso per me, sebbene militare medico, in quanto preferisco avere i pazienti sotto controllo.” Guardò la ragazza negli occhi. “Gwen, è inutile dirvi che questo è un lavoro duro, spesso crudele. A volte arrivano qui soldati con la carne maciullata o con ferite talmente gravi da far rivoltare il sangue. Siamo in guerra e questo è il fronte. Tenetelo bene a mente. Se deciderete di desistere e andare via, io vi capirò.”
Guisgard
28-10-2015, 20.20.13
E mentre Dacey era tormentata da dubbi ed idee, i quattro uomini presero a camminare, diretti in una delle taverne del borgo.
“Metteremo qualcosa sotto i denti.” Disse Guisgard agli altri tre. “A stomaco pieno si ragiona e si valuta meglio.”
Ed entrarono in una taverna.
Guisgard
28-10-2015, 20.21.18
Clio e Dimos restarono immobili, puntando le loro pistole verso quell'indistinta sagoma che si nascondeva goffamente dietro le lamiere.
Era ormai buio e l'oscurità celava ogni cosa.
Elas per questo si era staccato dagli altri due e aggirando alcune rocce prese alle spalle la misteriosa sagoma.
Saltò fuori da alcune rocce e si ritrovò di spalle alla figura.
“Che mi prenda un colpo...” disse incredulo.
“Cosa succede?” Gridò Dimos.
“Venite a vedere...” fece Elas.
E quando Clio e Dimos arrivarono videro che la sagoma misteriosa altro non era che un bambino sporco di fumo e con i vestiti in buona parte strappati.
http://www.danielapirola.it/siti/cinema/immagini/monello_03.jpg
Guisgard
28-10-2015, 20.22.22
Era sera.
Una sera umida e sinistramente silenziosa.
Come se Cherval attendesse.
Attendesse da un momento all'altro l'arrivo di un demonio.
Un demonio rosso, che si nascondeva dietro i proclami di uguaglianza e libertà.
Ma gli uomini, sebbene tutti uguali per valore, differivano per capacità.
E gli uomini di Canabias ne erano la prova.
I loro simili erano fra le bestie, non certo fra gli altri uomini.
Ad un tratto Altea vide quattro figure muoversi nel buio.
La raggiunsero.
Erano le sue quattro sorelle.
“Altea...” disse una di loro “... cosa sta succedendo? Perchè siamo qui?”
Guisgard
28-10-2015, 20.23.13
“Io non sono un eroe” disse il medico a Marwel “ma solo un medico. Muore tanta gente qui ed io spesso non posso farci nulla. Chi può condannarmi se aspiro ad una vita migliore? Non è certo colpa mia questa guerra. Io neanche so perchè è scoppiata. E non voglio pagare per molti. Mi spiace che la gente morirà. Ma morirà lo stesso anche senza di me. Io...”
“Vi siete spiegato bene, dottore.” Lo interruppe Suor Ologna. “Andate ora. Preparate le vostre cose per la partenza. E che Dio vi assisti e vi perdoni.”
“Grazie sorella.” Annuì il medico.
Salutò Marwel e la religiosa, per poi andare via.
“Nessuno pretende che un uomo sia un eroe” voltandosi la suora verso Marwel “ma che almeno non sia un egoista.”
“Mamma...” Benjamin a Marwel “... che vuol dire egoista?”
Furono attimi di tensioni, attimi lunghi, intensi, che potrebbero essere gli ultimi.
Era sempre così oramai, le missioni sempre più pericolose, il nemico nascosto e infimo che ti colpisce alle spalle.
E ora, il nemico poteva essere nascosto nella nebbia, poteva piombare su di noi in quell'oscurità, motivo per cui dovevamo essere più veloci, più forti, più attenti.
Potevo sentire il mio respiro, ma sapevo che non trapelava all'esterno.
Poi le parole di Elas, un cenno d'intesa con Dimos e lo seguimmo.
Restai allibita a quella vista.
Un bambino.
Abbassai l'arma e gli sorrisi, non ero mai stata brava con i bambini, ma cercai di fare del mio meglio.
"Va tutto bene, piccolo.." gentilmente "Ti portiamo via di qui.. Come ti chiami?".
Marwel
28-10-2015, 20.33.33
No, non era un eroe, non lo era di certo. Tanti avevano lasciato Evangelia e molti altri avrebbero continuato a farlo, finchè in quel borgo non sarebbero rimasti solo i piloti, i legionari, Suor Ologna, Marwel e i suoi bambini.
Ogni giorno mancava qualcuno a rapporto e molte botteghe chiudevano i battenti, svuotando ciò che era stata la loro casa fino a poco prima e nelle vie del borgo non vi era più gioia e allegrezza, nemmeno chiacchiere o discussioni, ma solo un silenzio paragonabile solo alla tomba.
"Un egoista è colui che pensa solo al proprio bene e non a quello altrui e, tesoro mio, da un medico non ci si aspetta questo" disse accarezzando la guancia di Benjamin.
Aveva paura la giovane donna, ora che il medico aveva abbandonato l'ospedale non vi era nessuno in grado di guarire ferite gravi, o anche solo curare malattie difficili.
"Sorella, se avrete bisogno di un aiuto qualsiasi non esitate a chiamarmi. Ho qualche nozione medica e non mii spavento alla vista del sangue. Questo è l'unico modo che ho per ringraziarvi per esservi presa cura di Benjamin e me" disse prendendo la mano della Suora.
Lady Gwen
28-10-2015, 20.36.05
Vidi il dottore smettere di scrivere e fissarmi.
Poi quando lo ascoltai arrossii lievemente sorridendo.
Mi condusse poi agli alloggi dei civili e io lo ascoltai attentamente.
"Apprezzo molto la vostra sinceritá riguardo ció" annuendo "Ma vi interesserá sapere che non mollo facilmente" con un sorriso ammiccante "Non riuscirei a vivere col pensiero di essermene andata mentre qualcuno aveva bisogno di me... Comunque neanche io mi sarei mai aspettata un responsabile cosí giovane, quindi direi che siamo favorevolmente sorpresi entrambi" sorridendo e guardandolo.
Dacey Starklan
28-10-2015, 20.51.28
Sembrava essere la mia occasione per attuare la mia idea, o almeno tentare.
Sistemai i capelli in modo diverso da come portavo a corte, leggermente spettinati, stropicciai qua e la la gonna ed entrai nella taverna.
Mi sedetti poco distante dai quattro lasciando che il mio foulard lasciasse libera qualche ciocca dei miei capelli castani. ormai avvezza ad ascoltare i loro discorsi, se i miei genitori mi avessero vista in quel momento, di certo mia madre mi avrebbe rimproverata, una principessa che origlia e segue le persone.
Ma cos'altro potevo fare, dopo l'esecuzione di quell'uomo sul treno avevo preso paura e viaggiare da sola non sembrava più la soluzione ideale.
Infondo il mio obiettivo era raggiungere Afrignone e lo stesso valeva per i tre borghesi e Guisgard. Ognuno di noi aveva motivi diversi ma un obiettivo comune e non vedevo perché non potevamo collaborare per raggiungerlo.
Altea
28-10-2015, 21.06.20
Finalmente arrivarono le mie quattro sorelle: Costanza che era la maggiore, e dopo me a seguire Lavinie, Ellison e Jade.
Guardai Costanza ed ella quasi capì, d'altronde io e lei avevamo visto mio padre quella terribile notte...una notte piena di incertezze come questa.
Senza aggiungere altro dissi a bassa voce.."Vi è una sorpresa per Ellis per il suo compleanno..alla baita..magari un viaggio" e mi sforzaii di sorridere mentre Costanza guardava il Cielo trattenendo le lacrime.
Presi la lampada ad olio ed attraversammo cautamente il boschetto fino a raggiungere "La Baita dei Cedri".
Come detto da mio nonno feci entrare mie sorelle nella baita e io spensi la lampada ad olio per non destare attenzione aspettando il suo fedele uomo.
Sapevo solo possedeva un ciondolo con la effige di mio nonno è la parola chiave era..Libertà o Morte.
Guisgard
29-10-2015, 01.16.42
Clio si avvicinò al bambino, ma quello restava immobile, con lo sguardo fisso nel vuoto e l'espressione assente.
“Forse è rimasto sconvolto...” disse Dimos “... si sarà trovato nel bel mezzo dell'attacco...”
“Capisci le nostre parole, piccolo?” Elas al bambino.
Ma questi restava in silenzio.
Il bambino non rispondeva, restava attonito e impaurito davanti a noi.
Non sapevo che fare in situazioni del genere.
"Sì, sarà sicuramente sconvolto.." annuii, sospirando "Ma che possiamo fare? Non possiamo starcene qui e rischiare di essere rintracciati dai Valchiria, dobbiamo portarlo con noi e trovare qualcuno che se ne prenda cura.." osservando il bambino impaurito e terrorizzato "Povero piccolo..." mormorai piano.
Guisgard
29-10-2015, 01.27.40
Suor Ologna sorrise a Marwel ed annuì.
“Vi ringrazio.” Disse. “Sicuramente ci sarà bisogno di aiuto. Siamo in guerra e ogni giorno vi è qualcuno da aiutare.” Sospirò. “Vorrà dire che se ci occorrerà l'apporto di un medico io chiederò aiuto anche al dottore della base militare.”
“Io allora non voglio essere egoista, mamma.” Benjamin a Marwel.
“Oh, no che non lo sarai, piccolo.” Ridendo la religiosa.
“Quando potrò tornare a casa?” Chiese il bambino.
“Se prometti di essere buono” sorridendo la suora “potrai tornare a casa anche adesso.”
“Si, sarò buono!” Esclamò il piccolo. “Sarò buono, lo prometto!”
Guisgard
29-10-2015, 01.32.49
“Oh, davvero” disse Fermer a Gwen “vi aspettavate un medico più anziano?” Sorridendo. “Beh, temo che i luminari e quelli con più esperienza preferiscano di gran lunga lavorare presso cliniche ed ospedali di grandi città. E poi comunque non tutti i militari della Legione Straniera sono laureati in medicina.” Facendole l'occhiolino. “Ora però vi rigiro la stessa domanda... perchè una ragazza giovane e bella non è appunto in una di quelle grandi città, agli ordini di qualche importante primario o presso uno dei tanti docenti universitari pieni di boria e competenza?” Ridendo piano.
Guisgard
29-10-2015, 01.37.47
La taverna era discretamente affollata, con il taverniere che girava tra i tavoli quasi per accertarsi che ognuno fosse soddisfatto del rustico e genuino servizio.
Raggiunse poi il tavolo di Dacey.
“Allora, bella signorina...” disse il panciuto e bonario taverniere “... cosa vi porto? Stasera mia moglie ha preparato un bello sformato di carne con patate al forno. Abbiamo poi formaggi freschi e stagionati e frutta di stagione. E per concludere una bella crostata ai frutti di bosco. Naturalmente fatta in casa.”
Guisgard
29-10-2015, 01.41.52
“Si, avete ragione, tenente...” disse Dimos a Clio.
“Portiamolo allora alla base ed il comandante deciderà sul da farsi.” Fece Elas.
“Il Gufo...” mormorò all'improvviso il bambino, sempre con lo sguardo perso nel vuoto.
“Ehi, ha parlato...” stupito Dimos.
“Cos'hai detto, piccolo?” Elas al bambino.
Ma il piccolo tornò a chiudersi di nuovo nel suo silenzio.
“Su, piccolo, parla ancora...” fissandolo Elas.
Ma quel silenzio restò tale.
Lady Gwen
29-10-2015, 01.44.03
"Come voi vi aspettavate che avessi meno esperienza per la mia giovane etá. Sembra siamo d'accordo di nuovo" facendogli l'occhiolino.
"Perché temo che non tutte le belle e giovani ragazze vogliano stare in quelle grandi cittá, al servizio di luminari, primari, professori..." mormorai sorridendo e guardandolo.
Anche i ragazzi convenivano che dovevamo portare il piccolo dal capitano, e lasciare a lui il da farsi.
Mi chiesi se saremmo riusciti a scoprire qualcosa da lui.
Ma evidentemente era inutile.
Finché non parlò.
Una parol: Gufo.
Cosa poteva essere? Un nome? Un soprannome? Un'arma?
Le farneticazioni senza senso di un bambino?
Tutto poteva essere.
"È inutile perdere tempo qui.." dissi ai miei uomini "Andiamocene e portiamo il piccolo con noi..".
Dacey Starklan
29-10-2015, 01.47.06
Quando il locandiere si avvicinò mi resi conto di quanto avevo fame.
<< Prendo volentieri lo sformato e poi la crostata vi ringrazio.>>
Sorrisi all'uomo pensando ai grandi pasti che facevo a corte e ora invece dovevo far attenzione a ciò che ordinavo per non rosicare le mie finanze. Intanto mi guardavo intorno, cercando di prendere spunto, dovevo infatti trovare una storia plausibile, magari dire di essere una cameriera di una grande famiglia ricca, così da giustificare alcuni mio comportamenti nell'atteggiamento. In fondo alle cameriere veniva insegnata una certa etichetta e postura.
Guisgard
29-10-2015, 01.56.22
A quelle parole di Gwen, Fermer rise.
“Eh, già...” disse “... mi sa che avete ragione. Per fortuna, aggiungo io. Sapete, non trovo molto interessanti le ragazze di città. Sempre attratte da frivolezze varie. Quaggiù invece il tempo per annoiarsi non c'è affatto.” Sorrise. “Beh, direi di metterci al lavoro, altrimenti rischierei di annoiarvi parlandovi dei miei gusti personali. Vi va di darmi una mano con quei flaconi? Bisogna copiare sulle etichette di ciascuno la scadenza e poi sistemarli in quell'armadietto a muro.”
Lady Gwen
29-10-2015, 01.59.34
Sorrisi con curiositá al dottore, per poi annuire.
"Sí, meglio mettersi a lavoro."
Fermer era una compagnia piacevole e speravo che avessimo altre occasioni per parlare.
Guisgard
29-10-2015, 02.00.57
Elas e Dimos annuirono a Clio.
Poco dopo i tre aerei decollarono e lasciarono quel luogo.
Volarono nella sera inoltrata e fecero ritorno alla base.
Usciti dai loro abitacoli, mentre i tecnici portavano i tre veicoli nell'hangar, Tesua si avvicinò.
“Prima di stilare il vostro rapporto” disse a Clio “avete qualcosa da dichiarare, tenente? Notato qualcosa di strano? Immagino non ci siano superstiti dopo l'attacco.” All'improvviso si accorse del bambino che se ne stava accanto ad Elas. “E questo bambino chi è?”
Volammo silenziosi nella sera che stava nascendo, per tornare alla base.
Era buio ormai, e le luci della roccaforte erano quasi poetiche viste da lassù.
Un altro giorno era passato, e ad Evangelia bastava questo per festeggiare. Ora veniva il meglio della giornata, dopo il dovere e la rigidità dei gradi, la mia testa era già alla taverna dove avremmo passato la serata tra birra e risa.
Eppure non riuscivo a togliermi dalla mente quel convoglio attaccato, e lo sguardo di quel bambino.
Una volta atterrati alla base, Tesua si avvicinò.
Annuii.
"Sì, sergente.." dissi a Tesua "La zona era sgombra, e non ci sono dubbi sul fatto che siano stati dei Valchiria ad attaccarlo.. non che la cosa ci stupisca.." alzando le spalle.
"Quanto ai superstiti.." mi voltai verso Enas che aveva con sé il piccolo "Uno dovremmo averlo.." indicando il bambino "È sotto shock, non dice una parola e ha sempre lo sguardo fisso nel vuoto, intendevo informare il capitano, potremmo portarlo dal medico e trovargli un posto dove stare, una volta calmatosi magari potrà darci informazioni preziosa.." guardando il piccolo "Sempre che non abbia rimosso ogni cosa per lo spavento.." alzando le spalle "L'unica cosa che ha detto è stato - il Gufo - ma non ho idea di cosa possa significare..".
Guardai i miei uomini.
"Io vado a relazionare dal capitano, voi pensate al piccolo.. magari il dottore saprà calmarlo o che so io.." scuotendo piano la testa "Non ne ho idea..".
Per poi sorridere "Ci vediamo dopo.." salutandoli con un cenno del capo.
Guisgard
29-10-2015, 02.11.54
“Ottima scelta, signorina.” Disse il taverniere a Dacey. “Pochi minuti e vi porterò il tutto.” E tornò in cucina.
Come detto la taverna non era molto affollata e la voce della ragazza, mentre ordinava la sua cena, fu subito udita al tavolo dei quattro, soprattutto da Guisgard.
Il militare alla voce della ragazza si voltò istintivamente e fu sorpreso dal suo aspetto, restando a fissarla per alcuni minuti.
“Smettete di fissare le ragazze, capitano...” mangiando Leones “... abbiamo un compito da portare a termine ed il vostro spasimare per ogni donna è solo un perditempo.”
“Con la vostra parte di ricompensa” fece Fines “potrete corteggiare tutte le ragazze del mondo.”
“Stavolta” mormorò Guisgard “il mio indugiare su quella ragazza è del tutto disinteressato. Da bramosie d'amore intendo. Guardate voi stessi... cosa ve ne pare?”
“Vi prego, capitano...” bevendo Leones “... vi pare che tre rispettabili borghesi passino il tempo a guardare una sconosciuta seduta in una taverna?”
“Si, se la ragazza può valere tre milioni di Taddei.” Disse Guisgard.
A quelle parole i tre borghesi si voltarono a guardare verso il tavolo di Dacey.
“Non notate anche voi una decisa somiglianza col ritratto della principessa?” Chiese il militare.
“Vaga somiglianza direi...” Poeh.
“Invece a me sembra abbastanza somigliante...” mormorò Fines.
“I ritratti ingannano...” disse Leones.
“A noi interessa che inganni la Gran Baronessa...” Guisgard senza distogliere lo sguardo da Dacey.
Guisgard
29-10-2015, 02.18.52
Gwen e Fermer presero così a sistemare quei medicinali nell'armadietto a muro.
In quel momento qualcuno entrò nell'infermeria.
“Dottore...” disse un legionario entrando.
E non era solo.
Con lui infatti vi era un bambino.
“Sono il soldato Dimos, appena rientrato da una missione svolta insieme al tenente Clio e ad un altro pilota.” Spiegò il legionario. “Questo bambino è l'unico sopravvissuto di un convoglio assaltato credo, ma sembra sotto shock... ho avuto ordine di portarlo qui, affinchè lo visitiate.”
“Bene, lasciatelo pure qui.” Annuì Fermer.
E Dimos andò via.
“Ecco un nuovo paziente.” Fermer indicando il bambino a Gwen.
Dacey Starklan
29-10-2015, 02.18.59
La mia ordinazione aveva attirato l'attenzione proprio di chi volevo. In effetti vi era poca gente nella taverna e non era difficile notare la mia voce e in seguito la mia presenza.
Udii stralci di ciò che i quattro dicevano mentre tenevo gli occhi fissi sul mio tavolo, per essere sicura prima di tutto che parlassero proprio di me. Ma quando sentii la parola Taddei e Baronessa non ebbi alcun dubbio. Quindi lasciai che il mio sguardo vagasse nella sala e con una casualità studiata si posasse sul militare, accennai un lievissimo sorriso, appena percettibile e poi abbassai subito lo sguardo tornando a concentrarmi sui ghirigori della tovaglia.
Guisgard
29-10-2015, 02.23.50
Clio lasciato Tesua ed i suoi due piloti, andò dal capitano.
Ma giunta nella caserma centrale un militare che faceva da sentinella le si avvicinò.
“Il capitano Goz non è qui, tenente.” Disse quello. “Si trova nel saloon. Oggi è giunto un ospite importante al forte. Credo si tratti di una celebre stella del cinema e della musica. Ed il capitano sta facendo gli onori della base.”
Lady Gwen
29-10-2015, 02.26.35
Iniziammo dunque a lavorare.
Venne ad un certo punto un militare e con lui c'era un bambino.
Sembrava in evidente stato di shock.
Annuii al dottore e andai dal bambino.
"Vieni, piccolo" sorridendo e prendendolo per mano, per fare poi tutti gli accertamenti del caso, ma ad una prima occhiata sembrava solo sconvolto.
"Non mi sembra che le sue condizioni di salute siano preoccupanti, dobbiamo solo capire cosa l'abbia turbato" dissi sospirando a Fermer.
"Ehi piccolo, immagino tu non voglia dirci cosa é successo" dissi dolcemente al bambino, tenendo le piccole manine nelle mie "Sappi che se vorrai dirmelo, io saró qui ad ascoltarti" facendogli l'occhiolino.
Il capitano non era lì, capitava spesso.
Poi per poco non scoppiai a ridere a quelle parole della sentinella.
Una stella del cinema?
"Che diavolo ci fa una stella del cinema ad Evangelia?" esterrefatta "Un'altra che pensa sia un luogo romantico ed eroico?" divertita, per poi scuotere la testa.
"Beh, meglio così, farò rapporto e potrò godermi anche io la serata..".
Mi feci portare carta e penna e stilai velocemente il rapporto della missione, senza tralasciare dettagli.
Avevo fatto il mio dovere, per quel giorno poteva bastare.
"Portalo nell'ufficio del capitano!" ordinai al soldato, consegnandogli il il rapporto.
Finalmente lasciai la base e mi diressi io stessa al saloon.
Entrai e cercai i miei uomini, che sapevo avrei trovato al solito posto.
Ordinai qualcosa da mangiare e una pinta di birra prima di sedermi in mezzo a loro.
"Allora, cos'è sta novità?" guardandomi intorno nel saloon.
Guisgard
29-10-2015, 02.39.47
“E ora” disse Leones “cosa facciamo? Voglio dire... non possiamo certo andare da lei e chiederle di prestarsi al nostro trucco!”
“Già e cosa le diciamo?” Fissandolo Fines. “Se vuole unirsi alla nostra associazione a delinquere?”
“Capitano, di certo siete più pratico di noi in questo genere di cose...” Leones a Guisgard “... avanti, immagino abbiate approcciato diverse donne in vita vostra, no? Pensate cosa fare dunque.”
Guisgard però aveva notato lo sguardo di Dacey e quel suo lieve sorriso.
“Chi può essere?” Mormorò Fines. “Sta mangiando tutta sola in una taverna.”
“E se fosse una prostituta?” Pensieroso Fines.
“Meglio, almeno possiamo pagarla affinchè accetti di farci da sosia.”
“Non siate sciocchi.” Li riprese Leones. “Le prostitute non si vestono così. Guardate i suoi capelli spettinati, la sua gonna stropicciata. No, sarà una vagabonda o un'impiegata.”
“C'è un solo modo per scoprirlo...” finendo il suo bicchiere Guisgard, per poi alzarsi.
Passò accanto al tavolo di Dacey, la fissò e le sorrise.
Raggiunse poi il centro del locale e si sedette sul banco.
“Qui non potete stare.” Disse la moglie del taverniere.
“Invece da qui dedicherò la serenata alla mia ragazza.” Sorridendo il militare e tirando fuori dal giubbotto la sua ocarina.
“Signori e signore...” rivolgendosi ai presenti “... spero apprezzerete un po' di musica... dedicata a quella bellissima ragazza laggiù...” indicando Dacey “... affinchè stasera mi doni un altro sorriso... e magari qualcosa di più...”
E cominciò la melodia della celebre Smoke gets in your eyes.
Guisgard
29-10-2015, 02.45.29
Gwen prese il bambino con sé e si accertò che non avesse ferite.
Poi comprese che era solo sconvolto e cercò di tranquillizzarlo e farlo sentire al sicuro.
“Immagino sia capitato nel bel mezzo di un assalto...” disse Fermer “... naturale ora sia sconvolto...” osservando i suoi occhi “... Gwem preparate una tisana calda, molto dolce, per favore... dobbiamo farlo tranquillizzare e magari ci racconterà cosa ha visto...”
Dacey Starklan
29-10-2015, 02.47.16
Li vidi confabulare tra loro, probabilmente per decidere il da farsi ora che mi avevano notata. Alla fine ad alzarmi, e questo non mi sorprese, fu il militare, Guisgard. Questi sembrava puntare verso il mio tavolo invece si limitò a guardarmi e a sorridere per poi andare oltre. Naturalmente ne fui sorpresa e mi voltai per seguirlo con lo sguardo e capire cosa aveva in mente.
Si piazzò nel centro della taverna, provocando il disappunto della padrona del locale ma lui la ignorò. Prese posto sul bancone come se fosse di sua proprietà e tirò fuori un piccolo strumento musicale, a occhio e croce un'ocarina ma non ne ero certa. E poi quella sorta di annuncio, che ebbe il potere di farmi arrossire. Mai nessun uomo si era indirizzato a me in quel modo, senza lo scudo dell'etichetta e del protocollo e non sapevo bene come reagire se non appunto, con il rossore spontaneamente sorto sulle mie guance.
Il militare quindi prese a suonare, le prime note si sparsero nell'aria diffondendo una melodia piuttosto conosciuta. Io tenevo lo sguardo sempre basso, titubante su come affrontare quella situazione così imbarazzante, ma di tanto in tanto, molto rapidamente, lanciavo qualche occhiata all'uomo che, speravo, intento a suonare, non si sarebbe accorto di quei miei sguardi.
Lady Gwen
29-10-2015, 02.50.32
"Subito" annuendo a Fermer.
Andai a preparare poi una tisana di vari fiori, fra cui tiglio e lavanda, calda e molto dolce.
Tornai dal bambino e gliela porsi.
"Non deve essere stata una bella esperienza... Che pensate di fare?" a Fermer.
Guisgard
29-10-2015, 02.50.38
Stilato il suo rapporto, Clio raggiunse il saloon per godersi un po' di meritato riposo.
Ma il locale era particolarmente animato quella sera.
Infatti l'attrazione era la diva appena giunta alla base e con lei vi era pure il capitano Goz, totalmente a suo agio in quel genere di situazioni.
“Un applauso” disse all'improvviso uno dei soldati presenti “per miss Gaynor!”
E tutti applaudirono entusiasti, sotto lo sguardo divertito di Goz.
“Ecco la vostra cena, tenente.” Arrivando Armand al tavolo di Clio. “Stasera siamo in festa, notato? Ed il mattatore è il nostro capitano.” Divertito.
L'atmosfera era diversa dalle solite cene da Armand.
Se l'intenzione di quella diva era tenere alto l'umore dei soldati, ci stava riuscendo benissimo.
Dal canto mio, sprofondai nella mia solita poltrona, posta nell'angolo che usavano i soldati della mia squadriglia.
"Allora è vero.." sorrisi ad Armand "Erano mesi che non vedevo tutto questo entusiasmo nei legionari.." divertita "Sì, il capitano sembra sguazzare nel suo brodo.." ridendo, per poi sorridere più seria "Buon per lui.. e poi si sa.." tornando ad essere divertita "Se lui è di buon umore va meglio per tutti noi..".
Alzando il boccale.
"Saluta Armand.." sorridendo "Salute ragazzi.." agli altri.
Guisgard
29-10-2015, 03.05.45
In breve calò il silenzio nella taverna e tutti i clienti si misero ad ascoltare quell'improvvisata rappresentazione.
Le note melodiche e struggenti di quella canzone volteggiarono a lungo nel locale, tra lo stupore e l'apprezzamento generale.
Anche i tre borghesi restarono sorpresi e di tanto in tanto gettavano occhiate verso Dacey, per indovinare la sua reazione.
La musica terminò e tutti applaudirono.
“Ancora, ancora.” Disse il taverniere. “Alla gente piace.”
“Spiacente, il maestro non concede mai il bis.” Ridendo piano Guisgard.
Tornò allora al suo tavolo.
“Dove avete imparato a suonare quello strumento?” Chiese Leones.
“In guerra.” Sarcastico Guisgard. “Prenotate delle camere per stanotte o resteremo a dormire sotto le stelle.” Facendo loro l'occhiolino.
“Dove andate ora?” Domandò Poeh.
“A vedere se Afrodite ha mantenuto la sua promessa.” Rispose il militare.
Lasciò il tavolo dei tre per raggiungere quello di Dacey.
“Solitamente” rivolto alla ragazza, dopo averla salutata togliendosi appena il cappello “quando si dedica una canzone ad una ragazza si corre il rischio di incappare in due inconvenienti... buscarle da lei o dal suo ragazzo...” sedendosi al tavolo con lei “... ditemi dunque, quanto è grosso il vostro ragazzo? Dato che dovrò fare a botte con lui immagino.” Sorridendole.
Guisgard
29-10-2015, 03.09.34
Il bambino restò a fissare il vuoto e allora Fermer prese un cucchiaino e cominciò ad imboccare il piccolo, in modo che assaggiasse un po' della tisana preparata da Gwen.
“Per ora lo lasceremo riposare...” disse il medico all'infermiera “... una bella dormita gli farà bene... ammesso che riuscirà a riposare... domani vedremo in che condizioni sarà...”
Ad un tratto il bambino alzò lo sguardo per un attimo sul dottore.
“Il Gufo...” mormorò poi in maniera quasi impercettibile.
Dacey Starklan
29-10-2015, 03.11.35
La musica terminò e quasi mi dispiacque. Quel breve intermezzo musicale inaspettato riscosse grande apprezzamento da parte di tutti, la mia compresa ovviamente.
E non tardò molto che Guisguard arrivasse finalmente al mio tavolo. Ora dovevo stare attenta, recitare bene la mia parte ed essere convincente.
Lo salutai con un cenno di capo mentre questi prendeva posto e sorrisi appena alle sue parole quindi feci segno di diniego con la testa.
<< Mi dispiace deludere il vostro desiderio di fare a botte con qualcuno ma non c'è nessuno ragazzo, che sia grande e grosso o meno, che possa sopperire a questo vostro desiderio. Per quanto mi riguarda, sebbene sia stata una mossa azzardata da parte vostra, ho apprezzato la canzone quindi non ho motivo per picchiarvi, cosa che trovo anche piuttosto ridicola esile come sono!>> dissi quindi di tutta risposta. << Posso almeno sapere il vostro nome? Tanto per cominciare...>>
Guisgard
29-10-2015, 03.13.45
E mentre Clio si gustava la sua birra, ad un tratto la luce di un flash illuminò per un attimo il suo tavolo.
“Spero di avervi colta nel momento opportuno, tenente.” Disse Zac, con la sua solita macchina fotografica. “Sapete che ritrarvi mentre bevete è una scena quasi da film? La gente vede avvolta in un alone romantico la vita dei legionari ed una donna con l'uniforme che beve birra, beh, fa fantasticare parecchio.” Sorridendo. “Posso farvi compagnia?” Indicando la sedia libera.
Lady Gwen
29-10-2015, 03.15.15
Fermer provó ad imboccare il bimbo, che continuava a fissare il vuoto.
"Giá, neanch'io credo che dormirá, povera creatura..." scuotendo la testa.
Poi, una parola.
"Un gufo, tesoro?" sedendomi vicino a lui "Cosa vuoi dire?"
Sapevo che non avrebbe parlato, ma dovevo pur fare un tentativo.
Pace.
In quel frastuono caotico c'era la mia pace.
Non che l'avessi mai conosciuta davvero, ci ero praticamente nata nella guerra, e avevo sposato la morte.
Ma me la immaginavo come quegli attimi rubati al dovere e all'avventura.
Poi quella luce, portai una mano davanti agli occhi e sbattei le palpebre un paio di volte per riprendermi.
I miei occhi chiari erano molto sensibili alla luce.
Addio Pace.
Anche i miei uomini erano presi da quello spettacolo, e il fotografo mi si avvicinò, non avevo una gran voglia di parlare con lui, o con chicchessia, ma non volevo essere scortese, così gli feci cenno di avvicinarsi.
Risi a quelle parole, portando il boccale alle labbra.
"Già, il sogno di ogni uomo, immagino.." scuotendo la testa divertita.
"Allora.." rivolta al fotografo "Siete arrivato al momento giusto, mi pare di capire.." indicando con lo sguardo la diva in mezzo ai legionari.
"Avete trovato materiale per le vostre foto?" chiesi, più per cortesia che per interesse.
Guisgard
29-10-2015, 03.43.46
Guisgard sorrise a Dacey.
“Eh, in fondo un po' mi dispiace...” disse poi “... si, mi dispiace che non vi sia nessun ragazzo... sapete, pare che fare a botte per una ragazza sia considerata una notevole prova d'amore.” Rise appena. “Ma in fondo meglio così.” Facendole l'occhiolino. “Sono lieto che la canzone abbia riscosso il vostro entusiasmo. Spero solo che per vedervi versare lacrime per me non debba essere costretto a fumare e farvi andare il fumo negli occhi.” Divertito e riferendosi alle parole della canzone. “Il mio nome dite? Beh, potrei rivelarvelo qui, tra un piatto di sformato ed un bicchiere di vino rosso... oppure, magari, là fuori, in strada... pare infatti ci sia una Luna particolarmente romantica stasera... e di certo saprete che la Luna nelle notti nel deserto è capace di incredibili incantesimi... vogliamo dunque sprecarla, o accettate di fare una passeggiata fuori con me? Questa taverna è un po' troppo affollata per i miei gusti.”
http://s3.amazonaws.com/auteurs_production/images/film/waterloo-bridge-1940/w856/waterloo-bridge-1940.jpg
Guisgard
29-10-2015, 03.48.52
Quella parola.
Quella parola, l'unica che il bambino sembrava conoscere.
“Il Gufo...” disse Fermer “... che vorrà mai significare? Pensieroso.
“Il Gufo...” mormorò il piccolo “... il Gufo Nero...”
“Il Gufo Nero...” ripetè Fermer, per poi guardare Gwen “... deve avere un significato... forse questa parola nasconde ciò che davvero ha visto e ha sconvolto questo bambino...”
Dacey Starklan
29-10-2015, 03.52.18
Bravo con le parole era bravo, non c'erano dubbi in merito, parlava con disinvoltura e naturalezza, mentre ricavava piccole poesie spontanee dall'intreccio delle sue parole. In un certo senso questa dote mi affascinava perché era qualcosa di totalmente nuovo per me.
Quando ero ancora la principessa Dacey non mi era mai permesso di parlare con un uomo da sola ora invece qualcuno forse si sarebbe stupito del contrario.
<<Sapete di certo come parlare per convincere qualcuno ma badate bene, intendo seguirvi semplicemente però avevo già intenzione di andare a vedere la Luna una volta uscita di qui>> lo guardai chiedendomi se avesse capito che stavo mentendo, << e guai a voi se avete qualche pessima intenzione, perché allora lì si che non mi farò problemi a darvi delle botte>> continuai in riferimento alle sue frasi precedenti, osservandolo tutta seria, seria, per fargli comprendere che non scherzavo affatto.
<<Vogliamo andare?>> alzandomi e sistemando un po' la gonna prima di dirigermi verso l'uscita della taverna.
Lady Gwen
29-10-2015, 03.52.38
"Lo penso anch'io, ma dubito che ci dirá tutto adesso" rivolta al medico.
Non era molto su cui basarci, ma avremmo aspettato.
Guisgard
29-10-2015, 03.55.22
“Oh, certo, tenente.” Disse Zac sedendosi al tavolo di Clio. “In effetti una celebrità come miss Gaynor nessuno si aspetta di trovarla in un posto come questo.” Sorrise. E voi invece? Sempre schiva e solitaria? Eh, chissà se qualcuno svelerà mai il mistero che racchiudete dentro di voi. Ogni legionario si dice ne custodisca uno. Qualcuno per fuggire da un passato criminale, qualcun altro per dimenticare una donna e qualcun altro ancora per rifarsi una vita.” Guardandola. “Ho sentito che siete uscita in missione poco fa. Eh, cosa darei per fotografare una battaglia aerea. Sapete cosa mi incuriosisce? O forse dovrei dire cosa mi ossessiona. Fotografare un caccia Valchiria. Magari mentre attacca. Dicono sono velocissimi.” Entusiasta. “Cosa si prova a vederne uno mentre ti punta?”
Guisgard
29-10-2015, 04.10.49
Guisgard sorrise a quelle parole di Dacey.
“Guardare la Luna da soli” alzandosi e spostando la sedia alla ragazza per farle fare altrettanto “mette tristezza, sapete?” Rise appena. “E comunque correrò il rischio di buscarle da voi pur di avere la vostra compagnia stasera.”
Ed uscirono insieme dalla taverna.
“Per Bacco!” Esclamò Leones vedendoli andare via insieme. “E' riuscito a convincerla ad uscire con lui! Quell'uomo è un portento!”
“Infatti mi chiedo chi sia davvero...” mormorò Fines “... più che un militare a me sembra un divo del cinema.”
“L'importante è che convinca quella ragazza ad aiutarci.” Fece Leones.
“Non corriamo troppo...” Poeh “... ingannare la Gran Baronessa non sarà facile...”
Intanto Guisgard e Dacey erano usciti a passeggiare per le stradine di Evangelia.
“Mi chiedevate del mio nome...” fece lui “... mi chiamo Guisgard... volete sapere altro? La storia della mia vita per qualcuno è molto avvincente e vi confesso che parlare di me è ciò che più amo fare. Ma in verità mi interessa di più sapere di voi. Perchè non cominciate col dirmi il vostro nome?”
Sorrisi appena a quelle parole, finendo la mia birra, e facendo cenno ad Armand di portarmene un'altra, anzi due, una per il fotografo.
"No di solito non sono solitaria.." mostrando il tavolo vuoto "Ma stasera i miei ragazzi hanno altro a cui pensare.." osservandoli con un sorrisetto divertito e irriverente mentre si pavoneggiavano con la bellissima diva.
"E direi che ne hanno ragione.." guardando poi il fotografo "Vedete, qui tutto ha un valore particolare, perché proprio qui, a bere con noi c'è la signora morte.. e tutti quei ragazzi le fanno una corte spietata.." con un sorriso indecifrabile.
"Io? Beh, io ho sposato questa vita, sapendo a cosa rinunciavo.. ma sapendo anche che non sarei riuscita a starmene con le mani in mano.. Evangelia è l'ultimo baluardo di civiltà, e noi gli ultimi pazzi disposti a morire per lei.." osservando con lo sguardo un punto lontano nella stanza.
Certo non sarei stata lì a raccontare i fatti miei a quel fotografo.
Non che la mia storia fosse un segreto.
O un mistero, come diceva lui.
Poi quelle parole sulla missione.
Lo guardai di traverso, vagamente divertita.
"Potrebbe essere la vostra ultima foto.." scuotendo la testa, poi restai colpita da quella domanda.
"Cosa si prova?" strabuzzando gli occhi "Paura.." dissi dapprima, per poi sorridere "E poi esaltazione, adrenalina pura..." sorrisi "Mille emozioni in un solo unico e decisivo istante.." mentre i miei occhi si accendevano al ricordo degli epici duelli aerei in cui avevo ingaggiato battaglia con un caccia valchiria.
"Ma vi assicuro che è decisamente più appagante vederlo precipitare.." sorridendo "E ditemi, avete mai volato?".
Dacey Starklan
29-10-2015, 04.20.58
Seguii quindi l'uomo al di fuori, camminando insieme a lui per le viette della cittadina. Alzai gli occhi al cielo, effettivamente la luna c'era ed era molto bella, grande e luminosa.
<<Davvero un degno spettacolo...>> mormorai rapita per poi tornare a concentrarmi sull'uomo. Subito una parola mi venne in mente per descriverlo: "egocentrico" ma comunque, per quanto amasse parlare di se era chiaramente più interessato a me e alla mia storia. Già la mia storia, era giunto il momento di dar libero sfogo alla mia fantasia. Innanzitutto sul nome.
<<Mi chiamo Diana >> dissi prontamente, usando la luna come ispirazione e unendola alla mia grande passione per la mitologia classica, << sono una cameriera, lavoravo per una famiglia molto facoltosa... Non ho una vita avventurosa come suppongo sia la vostra...>>
Guisgard
29-10-2015, 04.51.09
Fermer annuì a Gwen.
“Si, ora lo lasceremo riposare.” Disse il giovane medico militare.
Prese allora il bambino e lo portò in uno dei lettini.
“E' tardi, Gwen...” rivolto alla ragazza “... andate pure a dormire. Resterò io accanto al piccolo stanotte. Se avete fame in dispensa ci sono dei panini e del succo di frutta. Vi auguro una serena notte.” Sorridendole.
Guisgard
29-10-2015, 04.53.02
“Volare...” disse Zac a Clio “... in verità no, se intendete su un aereo... ho fatto qualche fotografia dall'alto, salendo su una mongolfiera... ma solo brevi voli... io non potrei mai essere un soldato... non riuscirei ad uccidere qualcuno... voi parlate della morte come fosse qualcosa in grado di inebriare... forse i legionari sono dei folli, o forse degli eroi... chissà, non sta a me dirlo... magari lo scoprirò guardando le foto che scatterò.” Sorridendo. Ad un tratto arrivò qualcuno che si sedette con loro.
“Il mio regno...” fece Tesua “... il mio regno per un bicchiere di vino...” guardò Clio e poi il capannello di soldati attorno a Goz e a Gaynor “... c'è vita stasera noto...” tornando a fissare il bel tenente biondo “... meglio così, visto nei prossimi giorni ci sarà da lavorare e con ogni probabilità anche da annoiarsi... è appena giunta una comunicazione dal Comando Centrale ella Legione... a breve arriveranno nuove reclute... che barba... gente da addestrare... mi chiedo se al Comando sanno che qui al fronte serve gente già pronta... non mi illudo neanche che fra quei cadetti ci sia almeno uno in grado di volare e sparare allo stesso tempo...” chiamando con un cenno Armand per farsi portare del vino.
“Reclute?” Zac. “Sembra interessante, no?”
Lady Gwen
29-10-2015, 04.59.07
Fermer portó il bambino in uno dei lettini per farlo riposare.
"Posso restare tranquillamente, sul serio, non ho problemi" annuendo "Anche perché temo che passerei tutto il tempo a spremermi le meningi cercando di capire le poche parole del bambino" ridendo piano.
"Ma se insistete a voler restare voi, voglio che mi promettiate di chiamarmi in qualsiasi momento in caso di necessitá o sviluppi" sorridendo.
https://writeactdancesing.files.wordpress.com/2013/04/audreyhepburn.jpg
Guisgard
29-10-2015, 05.00.57
La Luna.
Era pallida, silenziosa, bellissima e quasi indifferente.
I due passeggiavano lungo la stradina solitaria, vista l'ora tarda, accompagnandosi nei giochi di chiaroscuro tra le ombre della sera ed il chiarore dei lampioni.
“Diana...” disse Guisgard “... chissà perchè, più che alla dea della caccia, mi fate invece pensare a Dafne...” sorrise “... sarà forse l'etera luce della Luna, il silenzio di questa stradina o l'enigmatico colore dei vostri occhi scuri... ma penso che se ora vi rincorressi, se arrivassi anche solo a sfiorarvi, succederebbe qualcosa... magari non vi vedrei mutare in una pianta di alloro, ma forse potreste addirittura sparire...” rise piano “... farnetico, vero? Non fateci caso, sarà la Luna... e forse è proprio questa meravigliosa ed incantata Luna a spaventarmi tanto...” la guardò negli occhi “... la mia vita dite sia avventurosa? Mah... ogni uomo da un significato diverso alla parola avventura... per gli antichi cavalieri era un segno di individuale predestinazione affrontarne una, mentre per i conquistatori spagnoli significava arricchirsi... infine per i poeti romantici ottocenteschi era la più straordinaria esperienza amorosa...”
Ad un tratto il cielo prese a coprirsi e poco dopo cominciò a piovere.
Guisgard allora si tolse il giubbotto ed avvolse entrambi, per ripararsi dalla pioggia.
Corse poi con Dacey sotto un porticato, affinchè la pioggia non li bagnasse.
E stretti nel giubbotto i due si ritrovarono, così, vicinissimi l'uno all'altra.
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