Visualizza versione completa : Accadde quel giorno
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Quell’atmosfera infuocata, calda, sempre più intensa, sempre più proibita, sempre più appassionata .
I nostri corpi sudati e bagnati di vapore profumato e di eccitazione, di folle passione e incontrollata bramosia.
In quella stanza che sapeva di noi, fuori dal mondo, avevo definitivamente perso il controllo.
Inginocchiata davanti a lui, con le mani sui suoi fianchi continuavo senza sosta e senza freno quel gioco audace che mi inebriava sempre di più, mi eccitava, mi esaltava.
Volevo vederlo morire di piacere sulle mie labbra, volevo sentirlo gemere, gridare il mio nome, perdersi completamente nel vortice di piacere che non accennavo a rallentare.
Poi quelle parole, quelle parole che mi entrarono nel profondo, eccitandomi copiosamente, tanto che sentii distintamente la mia intimità bagnarsi di desiderio ancora di più.
Era meraviglioso, e io non avevo nessuna intenzione di smettere.
Lo accolsi nella mia bocca con una bramosia e una voglia senza pari, una devozione infinita, un desiderio incontrollato.
Lo volevo, lo volevo disperatamente, forse non avevo mai desiderato nulla che non fosse essere sua.
Solo sua, nient’altro.
Continuavo e continuavo mentre la sua mano mi dava il ritmo, un ritmo forsennato in cui mi lanciai, sempre più forte, sempre più intensamente, in un crescendo continuo che aveva come unico scopo l’estasi più completa, la fusione totale dei nostri corpi e con loro dei nostri cuori e delle nostre anime.
Mi abbandonai a quel piacere, a quel gioco ardito, umido ed eccitante che mi toglieva il respiro ma mi donava sensazioni meravigliose, uniche, senza smettere mai.
La mia lingua e la mia bocca sembravano insaziabili mentre giocavano con quella virilità umida e salda, e mi miei occhi si alzarono a cercare i suoi.
Oh, se volevo quegli occhi solo per me...
Lady Gwen
01-03-2018, 19.11.36
Mi svegliai e dopo un po' realizzai dov'ero.
Ero stesa su un tavolo largo e freddo, quasi fossi un cadavere all'obitorio, la stanza era cupa e semibuia.
bene, ottimo, ecco che tipo di esperimenti facevano...
Mi guardai intorno e non credetti ai miei occhi.
Elv!
Subito mi alzai e mi avvcinai a lui.
"Elv..." lo chiamai, scuotendolo "Elv, avanti, svegliati..."
Guisgard
01-03-2018, 19.24.34
Altea aprì gli occhi.
Sentì un capogiro, poi riuscì ad alzare la testa.
Era su un freddo tavolo, in una stanza umida e semibuia.
Attorno a lei altri tavoli, con diverse persone stese sopra, tra cui Hiss ed i suoi due compagni.
Tutti senza conoscenza.
Ma una voce la destò.
Era una ragazza dai capelli rossi che cercava di far rinvenire un giovane uomo svenuto.
Era Gwen che tentava di svegliare Elv.
Ad un tratto la porta della stanza si aprì ed entrarono varie figure.
La stanza era densa di vapore.
Clio era inginocchiata ai piedi della vasca, continuando ad assaporare quanto il suo padrone fosse acceso di eccitazione per lei.
Le teneva la testa, dandole ritmo, accompagnandola per quel meraviglioso gioco fatto di sapori, umori, estasi e folle piacere.
Lui gemeva, lei lo sentiva.
“Sei unica...” disse lui eccitato “... meravigliosa... si... ohhh... ti adoro...” senza smettere di guidarla con la sua mano in quel ritmo sempre più frenetico “... si... meravigliosa...” era al limite e Clio lo sentiva, capiva che il suo padrone era ad un passo dalla pazzia, tanto godeva.
Da fuori si udivano i boati della tempesta che ormai aveva raggiunto l'isola.
Lady Gwen
01-03-2018, 19.28.43
Niente, Elv non si svegliava, non c'era verso.
Poi, la porta della stanza si aprì, entrarono delle persone e lì davvero ebbi paura.
Cosa ci sarebbe successo ora?
Altea
01-03-2018, 19.29.05
Mi svegliai ma avvertii un forte capogiro, mi guardai attorno e vidi ero sopra un tavolo e vicino a me vi era Hiss incoscente ed altri uomini.
Mi alzai e mi avvicinai a lui.."Hiss....svegliati...non puoi lasciarmi ora" con voce tremante.
Poi riconobbi l' altra ragazza che era naufragata e pure lei era vicino ad un uomo e lo riconobbi, era il militare che aveva portato via il fossile.
Ad un tratto la porta si aprì ed entrarono delle figure ma io rimasi vicino ad Hiss, tenendogli la mano.
Quel gioco di passione e ardore sembrava non voler finire mai.
Ero ormai completamente persa, follemente lanciata in quella corsa senza freni, senza confini, senza controllo alcuni.
Avevo dimenticato ogni cosa che si trovasse fuori da quella porta, il vapore era il nostro mondo, i gemiti l’unica musica che volevo sentire, l’azzurro dei suoi occhi l’unico mare in cui volevo perdermi, in cui non vedevo l’ora di annegare e il suo sapore l’unico che desideravo sulle mie labbra.
Avevo tutto quello che volevo più di ogni altra cosa al mondo racchiuso in quella stanza, avvolto da quel vapore.
Più lui gemeva più io mi eccitavo, sempre di più, sempre di più.
Ormai ero folle di eccitazione, avevo perso il controllo, definitivamente.
Poi le sue parole, così appassionate e intense, mi mandavano fuori di testa, poi quel tono, oh quel tono mi faceva impazzire.
Non ero più lucida, non ero più in me, ero folle di eccitazione, accecata dal desiderio dalla bramosia, dalla passione.
Sentivo che era al limite, sentivo che stava per cedere.
Allora aumentai il ritmo, ancora e ancora, guardandolo negli occhi.
Lo volevo, lo volevo disperatamente, volevo che esplodesse in me, tutto, che mi inondasse con il suo godimento, il suo piacere.
Volevo sentirlo gridare, gemere, invocare il mio nome.
Avrei voluto vivere quel momento all’infinito, ancora e ancora.
Ero folle di passione e di ardore.
“Oh si...” dicevano i miei occhi, lo incitavano, lo chiamavano, lo spronavano ad abbandonarsi totalmente.
“Oh si... mostrami quanto infinito sia il nostro piacere...” era ciò che dicevano i miei occhi ardenti e folli fissi nei suoi mentre il ritmo serrato si faceva sempre più intenso, per portarlo al limite.
Guisgard
01-03-2018, 20.05.20
Quelle figure.
Entrarono nella stanza, coperti dalla cupa penombra.
Fissavano Altea e Gwen con sguardi sinistri.
Ad un tratto alcuni degli uomini stesi sui tavoli cominciarono a muoversi.
Si alzarono, mostrando un aspetto ora diverso.
Erano deformi, con la fronte ed il mento sporgenti, i capelli crespi e scuri, i tratti quasi bestiali.
Circondarono le due ragazze.
Un tuono si udì da fuori.
Era la tempesta, poi più nulla.
I gemiti del capo riempivano la stanza, così come il vapore ed il calore della loro eccitazione.
Lui era teso, in piedi, tutti i muscoli protesi ed eccitato alla follia.
Guidava la testa di Clio ormai sempre più dedita a quel gioco.
Era un ritmo incalzante, sfrenato, assolutamente travolgente.
Lei lo sentiva cedere.
Non poteva più resistere.
Non poteva, non voleva.
Continuava la brava cameriera.
Continua.
Veloce, decisa, eccitata.
I gemiti di lui.
L'odore della sua virilità, il denso sapore dei suoi umori, della sua linfa vitale.
“Clio...” disse lui stringendo i biondi capelli di lei “... Clio... Clio... ahhhhh...” cedendo finalmente “... ohhhhh...” con tutto il coprpo prima teso, poi liberato e rilassato “... uhhhhh...”
Lei lo senti espolodere.
Come la forza della tempesta che impazzava fuori e che investiva tutta 'isola.
Sentì il suo mare in fermento, tumultuoso esplodere ed invadere la sua lingua, le sue labbra, sommergendola.
Lui gemeva e si abbandonava ora libero a quel piacere senza limiti.
Gli occhi azzurri di lui, resi chiari ed appannati da tutto ciò, si aprirono e cercarono quelli di lei.
Fu un lungo e caldo istante.
Il boato di un tuono lontano.
Poi più nulla.
Altea
01-03-2018, 20.08.19
Quelle figure erano troppo in penombra, non riuscivo a vederle ma dopo avvenne qualcosa di peggiore.
Dal tavolo si svegliarono alcune figure deformi, non capivo cosa stesse succedendo...ma non potei nemmeno realizzarlo perché poi fu di nuovo il nulla, il vuoto e il buio.
Sapevo che stava cedendo.
Sapevo che era al limite.
Sapevo che di lì a poco sarebbe esploso nella mia bocca, sulle mie labbra, invadendo la mia gola, scorrendo in me come nettare divino, come la cosa più preziosa che potessi desiderare in quel momento.
È quella consapevolezza non faceva che rendermi più eccitata, più folle, più determinata.
Volevo disperatamente tutto quello.
Volevo vedere i suoi occhi stringersi forte, strozzarsi quasi per sopportare quel meraviglioso piacere incontrollato che facevo sorgere in lui.
Il mio nome sulle sue labbra, gridato in quel momento di pura estasi mi aveva fatto perdere ogni freno, controllo, inibizione.
Ed allora lo sentii.. sentii la potenza della sua eccitazione invadermi, il frutto del suo piacere scendere in me, né assaporai il sapore, ne gustai ogni goccia, ogni gemito.
Oh si.. ero folle, persa, sua.
Soprattutto sua.
E con quel sapore in bocca, mentre i miei occhi si alzavano a guardare i suoi che mi sentii felice come mai prima d’ora.
Lo avevo trovato e non l’avrei mai lasciato andare.
L’azzurro bellissimo dei suoi occhi fu l’ultima cosa che vidi.
Poi, più nulla.
Guisgard
01-03-2018, 20.20.54
Il nulla.
Altea, Clio e Gwen riaprirono gli occhi.
Pochi istanti per realizzare di essere di nuovo nel freddo laboratorio dei robot, dove tutto quel gioco era cominciato.
Infinite luci e illimitati suoni vivacizzavano i monitor dei computer nel laboratorio.
Però tutte le apparecchiature sembravano non essere più in funzione.
Le tre donne si accorsero che i robot presenti ora erano immobili.
Anzi spenti.
Alcuni anche con danni.
http://s19.postimg.org/uh8cda1xv/vlcsnap_2014_12_03_15h39m46s42.png
Altea
01-03-2018, 20.27.26
Mi svegliai e mi guardai attorno, eravamo nuovamente nel laboratorio dove i robot avevano iniziato questo strano gioco...suoni e luci dei computer e mi alzai guardandomi in giro.
I robot erano inanimati, quasi morti semmai fossero stati umani...in un lampo tutto tornò nella mia mente.....la brughiera e la ricerca di quella pietra...lo stupendo castello a picco sul mare a Vacules e poi quell' Isola misteriosa....ma lui...sempre lui...Hiss, non mi aveva mai abbandonata in queste avventure, lui come un cavaliere errante mi aveva seguito sempre come la sua dama e regina da proteggere....Hiss dagli stupendi occhi chiari, azzurri e mutevoli, enigmatici...in quel momento era l' unica cosa mi importasse...vederlo, rimanere con lui e sapere stesse bene.
"Hiss" provai a chiamare mentre guardavo quei robot ammassati.
Aprii gli occhi che ancora mi sentivo addosso l’eccitazione folla di quella vasca, di quel gioco meraviglioso che mi aveva sconvolto così nel profondo.
Ci misi pochi istanti a ricordare ogni cosa, a rendermi conto che era stata solo un’illusione, un gioco che quei robot mi avevano impiantato nella mente.
Eppure ora sembrava tutto diverso, ora tutti quei mostri metallici erano lì, distrutti, immobili. Restai incredula.
“Che è successo qui?” Guardandomi intorno, allora mi resi conto che qualcuno doveva aver combattuto quei mostri e averli distrutti.
Icarius... trasalii.
Oh non poteva essere che lui!
Improvvisamente mi resi conto di cosa avessero quegli uomini che mi sembrava di conoscere da sempre: gli occhi, i suoi occhi.
Lady Gwen
01-03-2018, 20.40.58
Quelle figure entrarono nella stanza e un attimo dopo quelli che erano sui lettini si alzarono.
Anche loro erano grotteschi e animaleschi.
Poi di nuovo il nulla.
Aprii gli occhi ed ero di nuovo in quella stanza, su quella sedia, solo che tutto attorno me sembrava distrutto.
Era stato tutto maledettamente realistico, di nuovo.
Quella storia, il naufragio, sempre Elv con me ei miei sentimenti per lui.
A quel punto, provai ad alzarmi e capire cosa fosse successo.
Guisgard
01-03-2018, 20.48.37
I robot erano tutti fuori uso, così come il sistema di controllo che avevano attuato per dominare la città e l'intero paese.
La loro intelligenza artificiale aveva previsto tutto, persino la felicità umana, ma l'inspiegabile, l'imprevedibile è ignoto ai loro calcoli infiniti e limitati.
Così un virus telematico, penetrando nel programma centrale con il quale i robot tenevano in pugno ogni attività umana, aveva fatto saltare ogni loro certezza, riportandoli al ruolo di macchine inanimate.
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Così, pian piano, la città e tutto il paese ripresero il controllo della vita, dimenticando forse la rivolta delle macchine ribelli ed il loro misterioso creatore che le aveva destate dal perenne e muto sogno dell'oblio.
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FINE
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