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Guisgard
06-04-2018, 01.02.25
LA LEGGENDA DELLA PIEVE DI MONSPERONE
Scena I: Le dolci colline di Sygma
"In disparte Ulisse partecipa al banchetto;
un treppiede e un sedile ancora più umile il principe gli assegna."
(Omero, Odissea, libro XX)
Nel ridente distretto della felice Sygma, bagnato dal fiume Elsa si estende un vasto bosco, chiamato Chanty, che ricopre gran parte delle belle colline e delle vallate tra il profluvio e le città di Florenza e Sanae.
Qui le leggende parlano di tempi antichi e favolosi, quando infuriava il furore dei Taddei con le molte battaglie combattute per il trono del paese e delle bande di intrepidi fuorilegge Afragolignonesi le cui gesta sono state immortalate in tante canzoni Sygmesi.
Se questa è la scena principale della nostra storia, la sua data si riferisce ad un periodo intorno alla fine del governo di Severo I, vescovo di Monsperone, quando i suoi abitanti, approfittando della sua lunga prigionia, si ribellarono alla Santa Sede e proclamarono la nascita della libera città repubblicana.
La nobiltà feudale, con la cacciata dei Taddei, aveva sempre più ripreso forza e vigore e diverse generazioni non erano state sufficienti a mescolare il sangue ed i valori ostili dei Sygmesi e dei filo Taddeidi, né ad unire attraverso la lingua e gli interessi comuni due razze avverse, una delle quali era ancora euforica per il trionfo, mentre l'altra gemeva per le conseguenze della sconfitta.
Dopo la cacciata dei cavalieri Afragolignonesi tutto il potere era passato alle signorie Sygmesi che lo usavano senza alcuna moderazione.
La politica dei feudatari era volta ad indebolire con ogni mezzo, legale o illegale, le forze di quella parte della popolazione ritenuta, a ragione, animata da forte ostilità verso il vincitore.
Il Clero, schierato a favore dei Cattolici, era considerato nemico dai signorotti locali che con l'ausilio di leggi ostili avevano reso ancora più opprimenti le catene feudali ai laici, così come agli stessi chierici, che avessero mostrato simpatie verso gli odiati Afragolignonesi.
Quel giorno il Sole stava calando dolcemente su un'erbosa spianata del bosco.
Un esercito di tozze e fronzute querce secolari stendevano i loro frondosi rami su un tappeto di erba e fiori dai riflessi deliziosamente iridescenti.
A quelle querce, in certi punti della radura, si confondevano faggi, olmi, pini ed altre piante del sottobosco così fittamente da intercettare gli ormai obliqui raggi del Sole, mentre in altre zone si distanziavano fra loro al punto da formare ampi e lunghi squarci spaziosi, racchiusi da svettanti cipressi, dove primeggiavano eriche, agrifogli, betulle e nei cui meandri lo sguardo ama smarrirsi e la fantasia li trasforma in sentieri e scenari ancora più selvaggi e sognanti di romantica solitudine silvestre.
Qui i raggi del Sole proiettavano una luce spezzata e pallida, in parte trattenuta dai rami contorti e dai tronchi muscosi degli alberi, illuminando con vivide chiazze quelle parti del prato che riuscivano a raggiungere.
Un placido corso d'acqua, che finiva per gorgheggiare nel fiume, mormorava con fievole voce sussurrante.
Le figure umane che completavano questo boschivo paesaggio ben si intonavano ai caratteri rustici e selvaggi di queste lande.
Una era abbigliata con abiti semplici, quasi primitivi e conduceva alcuni porci in cerca di bacche selvatiche perse sul terreno.
La seconda, simile nell'abbiglio sebbene con stoffa appena migliore e meno logora, seguiva il suo compagno facendo strani versi ai maiali che grugnivano.
“Bah...” disse il guardiano di porci “... che San Giorgio maledica questi maiali!” Cercando di radunarli inutilmente col fischio. “E maledica anche me che son finito in questa fetida melma!” Imprecando. “Vieni qui, Astro! Che il diavoli porti via anche te!” Gridò con quanta voce aveva in corpo al suo irsuto cane, un po' pastore ed un po' mastino, che correva abbaiando con l'intenzione di aiutare il padrone a radunare i riottosi suini.
“Magari San Giorgio lo ha già fatto...” ridendo il servo “... forse un tempo questi erano eretici ora trasformati in maiali.” Imitando il verso di quegli animali.
Ad un tratto i due sentirono un calpestio di cavalli che si fece man mano più vicino, con Astro che prese ad abbaiare verso la boscaglia.
Poco dopo i cavalieri, spuntati dalla fitta e verde vegetazione, apparvero lungo il sentiero e li raggiunsero.
Erano una decina e i due che guidavano il gruppo dal loro abbiglio e portamento si distinguevano dagli altri, che apparivano come loro servi o paggi.
Il primo, del quale non era difficile immaginarne il censo, apparteneva sicuramente al mondo scolastico ed intellettuale, come rivelava il suo abito cattedrale, sebbene fatto di stoffe ben più pregiate di quelle usualmente adoperate dai membri del suo ordine.
Il mantello col cappuccio era di meravigliosa stoffa di Fiandra, con pieghe ricamate che aggraziavano la sua figura alta ma non bella.
Il degno filosofo cavalcava un cavallo ben pasciuto, tutto bardato di sonaglini d'argento che abbellivano una magnifica sella di Spagna ricoperta da un drappo purpureo dall'orlo dorato.
Il superbo filosofo era affiancato da un altro individuo, oltre la quarantina, alto e robusto, dal fisico muscoloso e ben temprato da fatiche ed esercizi di certo di natura marziale.
Portava sul capo un cappello di raso scarlatto e foderato di pelliccia, con un'espressione sul viso volta ad incutere rispetto, se non addirittura timore agli sconosciuti.
Gli occhi, acuti e penetranti, raccontavano di una vita fatta di prove, pericoli e sacrifici affrontati e sembravano voler sfidare ogni opposizione al suo volere.
Sotto il mantello, scuro e prezioso, appariva una pregiata giubba di un blu opaco che tradiva la sua appartenenza ad un ordine nobile e militare.
Alla cintola portava un lungo stiletto a doppio taglio che brillava in modo sinistro contro i bagliori del Sole morente.
Giunti davanti al porcaro ed al servo, i cavalieri si fermarono e con un cenno indifferente della mano il dotto li salutò.
“Vi chiedo, onesti compagni, se nei paraggi si trovino degni uomini che per amor della dotta fratellanza fra noi simili diano ospitalità e ristoro a due dei loro più pacifici fratelli ed al quieto seguito che li scorta.”
I due grezzi individui a quelle parole si scambiarono un'occhiata eloquente.
“Se voi nobili signori” fece il porcaro “amate la buona cucina ed un comodo alloggio allora troverete la più meritevole accoglienza a poche miglia da qui in un'onesta locanda.” Annuì.
“Se invece preferiscono trascorrere una notte in penitenza” intervenne il servitore “allora potranno voltare per quella radura laggiù, che li porterà alla vecchia Pieve dove un devoto anacoreta dividerà con loro il suo riparo per la notte ed il beneficio delle sue preghiere.”
Il filosofo scosse la testa quasi seccato ad ambedue le proposte.
“Buon amico...” fissando i due “... se il grugnito dei maiali non ti avesse confuso la mente allora sapresti che noi dotti scolastici non usiamo ricevere ospitalità dagli sconosciuti ed ancor meno dai chierici, che simboleggiano tutto ciò che con la sapienza noi neghiamo e combattiamo.” Sdegnato.
“Ben dite, maestro...” sorridendo il servitore “... ma io, asino che sono, che non distinguo il grugnito di un maiale dal suono dei sonaglini del vostro cavallo, ingenuamente pensavo che la Carità di Nostro Signore cominciasse dalla Propria Casa.”
“Modera la tua insolenza, gaglioffo” intervenne il cavaliere con tono severo e minaccioso ad interrompere le ciance del servitore “ed indicaci, se puoi, la strada per la città di Monsperone che sorge nel bel mezzo di questo bosco di Chanty.” Schioccando la sua frusta davanti ai maiali in modo minaccioso, facendo girare su se stesso due volte il proprio destriero nervosamente.
“In verità, reverendo maestro, l'aspetto militare del vostro venerabile compagno mi ha spaventato al punto da farmi dimenticare persino la strada verso casa mia.” Scimmiottò il servitore.
“La tua bonaria insolenza” mormorò il filosofo “sarà perdonata a patto che ci indicherai la via per Monsperone.”
“Ebbene” rispose il servitore “le vostre eminenze devono prendere quel sentiero e seguirlo fino a raggiungere una vecchia Croce che spunta da un dosso e guarda verso Mezzogiorno... lì imboccheranno la strada centrale di tre che si incontrano presso il fiume. Mi auguro che le vostre eccellenze raggiungano la città prima che si faccia buio.”
Il dotto li ringraziò e poi quella compagnia spronò i cavalli rimettendosi in cammino e raggiungendo Monsperone poco dopo il crepuscolo.
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Lady Gwen
06-04-2018, 01.28.24
La notte regnava sovrana.
E come avrebbe potuto essere altrimenti?
Era così l'esistenza di chi vagava come noi fra la vita e la morte.
Un'eterna notte scintillante di Luna, di stelle... E di sangue.
Il sangue che era vita, in corpi che di vita non ne avevano neanche un po' da secoli, chi uno in più, chi uno in meno.
Io ne avevo uno in più, anzi, parecchi in più.
Circa mille anni per l'esattezza, anno più anno meno.
Era stato una notte del 549: avevo vent'anni, una furia sanguinaria si era abbattuta su questa casa, e aveva trucidato e prosciugato i corpi dei miei familiari.
Ma io, ero stata risparmiata.
Mi aveva condannata all'oscurità perché "sarebbe veramente un peccato vedere sfiorire un visino così."
Già.
Che peccato.
I giorni seguenti erano stati l'inferno in terra; la mia sete era stata insaziabile, bruciante, selvaggia, praticamente irrefrenabile e avevo ucciso chiunque mi fosse capitato fra le mani, chiunque incontrassi nei vicoli bui e fumosi, di notte, quasi tutti preda a volte della sbornia.
Dopo quasi un anno di vagabondaggio, avevo conosciuto un altro come me, Nikolaj.
Era a capo di una congrega e subito mi aveva accolta, facendomi trovare una nuova famiglia e facendomi conoscere anche gli altri: Ivan, Tatiana e Roze, quelli che ancora dividevano fedelmente con noi questo fardello.
Tutti provenienti dai gelidi Carpazi, chi da Budapest, chi da Bistrita, tutti riuniti in un'unica grande famiglia.
Il tempo, tanto tempo, passò fra salotti, abiti eleganti e corti d'Europa; da brava Proserpina, imparai ad accettare l'Oscurità in cui ero stata catapultata con violenza.
Perché non era affatto male la prospettiva di un'eternità per dedicarsi a qualsiasi cosa si volesse fare, passare da questo a quel palazzo, coltivare i propri gusti raffinati.
Vero che non era male?
Passarono quasi mille anni da quella notte orribile, fin quando, nella prima metà del '400, il bastardo riapparve sulla scena.
La prima grande guerra dei Vampiri si era disputata circa novant'anni prima, ma non riguardando i nostri territori non vi avevamo preso parte.
Dopo la prima sconfitta, Bela, così si chiamava, era stato costretto all'esilio e aveva iniziato a vagare e spargere sangue nel nuovo continente, insieme ai suoi accoliti.
Ma Bela era sempre stato incosciente, impulsivo, e tempo dopo era tornato in Europa, in una insensata rivendicazione di certi territori che non gli appartenevano neanche.
Io e Nikolaj avevamo radunato un esercito, ma gli uomini di Bela erano ancora più spietati di noi e dopo la sconfitta, i pochi rimasti si sparpagliarono, mentre noi ci rifugiammo qui, nella proprietà della mia famiglia.
Motivo per cui Nikolaj lasciò a me il timone della Congrega della Dalia Nera.
Non era male il microcosmo che avevamo messo su.
Un piccolo gioiellino gotico, fatto di quella eleganza di tenebra che ci contraddistingueva, di passatempi annoiati e notti infinite.
Mentre camminavo, i miei tacchi alti riecheggiavano nel maniero, seguiti dal fruscio ovattato del mio vestito.
Non erano solo i miei passi a risuonare nei corridoi: versi ambigui (non poi così tanto) provenivano dall'ultima camera in fondo, dove Nikolaj era impegnato con la sua "cena".
O meglio, con la giovane Isabel, una piccola contadinella bionda che aveva scelto come sua familiare.
Ognuno di noi ne aveva uno.
Un ragazzino o una ragazzina disposti ad essere i nostri servitori, a donare spontaneamente il loro sangue qualora ne avessimo voluto, il tutto con la devozione per la speranza della trasformazione.
Raggiunsi il grande salone, le tende damascate che occultavano appena la Luna eterna che campeggiava fuori grazie ad un incantesimo, e trovai Tatiana e Roze impegnate la prima con Herkus e la seconda con Volos, a sorseggiare il liquido denso e scarlatto dai calici in argento, mentre Ivan era di sicuro in biblioteca, difatti la sua familiare, Aleria, era fuori in giardino.
"C'è chi continua a preferire la cena in camera..." dissi sarcasticamente, un attimo prima che strani gemiti irrompessero, sempre da quella stanza, facendoci ridere maliziosamente.
"La consumerà, prima o poi, quella ragazza..." alzando gli occhi al cielo con fare teatrale "Oltre a consumare le lenzuola, che ogni volta, imbrattate come sono di sangue, è impossibile farle tornare linde e pulite..." con una smorfia, mentre mi sedevo sulla sedia in velluto.
"Marko" chiamai, quasi stancamente.
Il ragazzetto moro, di circa diciassette anni e ruscelli limpidi negli occhi, arrivò, col suo solito modo dinoccolato di fare.
Era scappato da un orfanotrofio quando aveva 11 anni e un mese dopo lo avevo trovato io.
Nei suoi occhi la leggevo sempre, quella speranza della vita eterna, e sempre io riflettevo se mai gliene avrei fatto dono.
"No, niente calice oggi..." gli dissi, vedendo che preparava il coltello per ferirsi il braccio.
Lo feci sedere sulle mie gambe e sbottonai con calma il colletto della sua camicia.
Avvicinai le labbra, che scoprirono i lunghi canini quasi arricciandosi in un ghigno e affondai i denti nella tenera carne del collo del ragazzino.
Non si mosse, mentre quel nettare mi scorreva in gola come l'ambrosia sublime degli Dèi, sfamandomi; era bravo Marko.
Faceva tutto con devozione e con cura e non avrei potuto chiedere di meglio.
Continuai a bere quel sangue ancora per un po', fino a saziarmi.
Poi, allontanai le labbra dal collo del ragazzo, regolarizzai il respiro e lo guardai.
Poi, poggiai la mano sui due fori sanguinanti, guarendoli.
Buffo, che i più grandi predatori per l'essere umano avessero il dono della guarigione, ma tant'era.
Uno dei tanti pregi della nostra condizione.
"Va' a mangiare qualcosa" gli ordinai dolcemente, facendolo alzare, poi presi il mio fazzoletto ricamato e pulii il sangue dal mio viso e dalla bocca.https://uploads.tapatalk-cdn.com/20180405/671a09cff69eff341937ad619fab253c.jpg
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Altea
06-04-2018, 16.40.29
Il viso pallido e il solito vestito nero, buio come la mia anima.. camminavo per il corridoio dove le fiammelle delle lampade davano a quel posto, durante la notte, un chè di misterioso.
Fin da bambina mi ritenevo fortunata ad abitare in un castello così gotico nel bosco di Sygma, Chanty, forse ne avevo assunto l' aspetto dentro e fuori.
Si diceva vi avesse vissuto una dama sposata ed innamorata di un uomo bellissimo, impavido e ancora di notte si sentissero i suoi sospiri; "la rosa nera" la chiamavano, io sentivo nel sonno il leggero vento del suo desiderio e respiro, le ombre notturne mi perseguitavano, potevo sentire a volte lei e lui vociare, desiderarsi e le lor parole d' amore...eravamo in simbiosi io e lei. Riuscivo a sentire il suo pianto e la sua disperazione dentro me quando egli dovette tornare ad Afragolignone. Mi ritenevano strana, forse pazza, ma io l' avevo vista ed ella mi faceva compagnia fin da bambina e mie sorelle e mia madre mi tenevano a debita distanza dalle feste modaiole del tempo temendo raccontassi questi fatti a loro dire blasfemi e io mi ero rintanata nel mio piccolo mondo antico e buio, tra i libri, i sogni..no sogni non ne avevo, io abitavo bene nella mia anima fredda.
Mio padre, il Conte de Bastian, mi aveva fatto chiamare ed entrai nel salottino.
Sorseggiava del thè e mi guardò mentre io mi sedetti nella poltrona davanti al caminetto vicino a lui.. "Mi avete fatto chiamare padre, è successo qualcosa di grave?".
Lui sorrise e mi guardò sospirando.. "Altea, sai nonostante tutto sei sempre la mia figlia prediletta però lo devo fare, il tuo comportamento non si compiace molto alle feste mondane della nostra contea, io non riesco a cambiarti...avresti bisogno di un uomo..si io" lo vidi arrossire e strinsi il fazzoletto tra le mani giocherellandoci nervosamente.. "Voi cosa?" ribattei senza battere ciglio.
Deglutì.. "Insomma ti ho trovato marito, si, tra una settimana ti sposi.. è un ottimo partito, è nobile pure lui, è una miniera di oro, si è invaghito di te appena visto il tuo ritratto, ha tanti immobili, palazzi, tenute...farai una vita agiatissima".
Avvampai di collera alzandomi infervorita "Mi avete venduta come un negriero fa con una schiava? E i miei sentimenti? Lo avete fatto per sbarazzarvi della mia presenza vero...io mi oppongo" sfidandolo con un ghigno di odio sul volto.
"O lo sposi o ti mando in convento" disse quella frase così sciocca.
"In convento..sta bene...almeno sarò me stessa e libera" lui mi diede uno schiaffo forte.. "Torna in camera tua e tra una settimana indosserai il tuo abito da sposa".
Presto fui costretta a preparare i miei bagagli, presi pure la spada "Volpe Ambrata" donatami da un caro maestro d' arme, brillava davvero dei colori dell' arcobaleno dopo una giornata di pioggia primaverile.
Misi nella valigia le lettere e i libri di questa donna, presi alcune mie lettere personali, i miei vestiti, gioielli, la ricca dote ma il cuore era una pietra.
Mi svegliai tra le lenzuola fresche del mio talamo nuziale..la mia prima giornata in questo sontuoso castello, il giorno dopo le nozze e la mia prima notte di nozze.
Mi alzai e subito mi lavai...lavai il tocco delle sue mani sulla mia candida e bianca pelle, il sapore insopportabile delle sue labbra sulla mia bocca ma non potevo lavare la mia anima lacerata da quella notte per lui di passione e godimento e per me di disgusto e mi chiesi fino a quando avrei resistito a tutto questo. Mia madre aveva detto non potevo rifiutarlo a letto, mi avrebbe ripudiata e sarebbe stata peggio.
Indossai uno dei miei vestiti neri, mi guardai allo specchio, il volto senza espressione e sospirai di indolenza. Mi misi nell' inginocchiatoio e pregai fortemente...era assurdo, desideravo la morte di quell' uomo.
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Guisgard
06-04-2018, 19.02.56
Il palazzo, dall'aspetto gotico e decadente, racchiuso da due alte torri quadrangolari e merlate, sorgeva appena fuori le mura di Monsperone, ai piedi di un mite poggio ammantato da ulivi e cipressi.
La sera era scesa sulla vallata e la falce lunare, simile ad un truciolo d'ottone e d'onice, si affacciava tra alte e sottili nuvole che velavano appena il cielo sopra il bosco.
Le stanze del palazzo erano avvolte da una cupa penombra, sferzata appena dall'esile alone di alcune candele.
Gwen congedò Marko ed unse il fazzoletto del vischioso sangue che colava dal suo labbro inferiore.
Allora nella stanza, quasi fosse uno spettro, arrivò la pallida figura di Tatiana.
“E' un peccato” disse lasciandosi cadere appagata su una poltrona “che di notte non vivino gli uomini... come se Qualcosa volesse tenerci divisi da loro...” con un sorriso sadico “... si, un vero spreco di bellezza...” giocando con i suoi capelli.
Entrò ad un tratto Ivan con in mano un candeliere a 4 braccia che illuminava quel tratto di salone.
Un attimo dopo però qualcuno bussò al portone del palazzo.
“A questa tarda ora...” destandosi Tatiana “... chi potrà mai essere?” Visibilmente euforica.
Guisgard
06-04-2018, 19.04.12
Era ancora notte fonda, ma l'inquietudine e la disperazione aveva costretto Altea ad alzarsi dal suo letto.
Suo marito riposava beato dopo aver sfogato la sua rozza passione su di lei, russando tra le lenzuola ancora calde di quel talamo nuziale.
La donna raggiunse l'inginocchiatoio e cominciò a pregare.
Forse per un'ora, forse per due.
La notte trascorreva lenta, quasi apatica, il palazzo era silenzioso ed indifferente, la Luna lontana e misteriosa.
Poi dei rumori, dei passi provenienti dalle cucine.
Era di certo il vecchio Salamano, fidate servitore del padrone di casa, proveniente come lui dal Sud e con sangue saraceno nelle vene.
Si alzava sempre molto presto, dopo aver dormito per un pugno di ore a notte, sempre intento a preparare il tutto per il risveglio del padrone.
Fulminaccio Casale era un uomo come tanti, benestante borghese giunto a Sygma anni prima dal Sud e legatosi ai De Bastian prima per motivi economici, poi imparentatosi come marito di Altea.
Altea
06-04-2018, 19.20.41
Non so quanto rimasi lì a pregare, piangere poiché un destino crudele ed effimero mi aveva legato a quell' uomo venuto da quei posti lontani, lo sentivo russare, avrei potuto pugnalarlo durante il sonno e fuggire ma la mia forte devozione cattolica me lo impediva.
Il mio destino era legato alla "Rosa Nera o Dama Nera" ma io non avrei avuto qualcuno da amare, che mi avrebbe dato attimi di gioia e forse salvata da questo uomo.
Poi udii dei rumori dalla cucina e indossai il vestito nero e scesi le scale ripide, davanti a me si parò Salamano e lo scrutai e con sguardo freddo dissi solo..."Vi svegliate presto? State preparando la colazione...parlatemi di voi" sedendomi "E' strano vero? Non so nulla dell' uomo che ho sposato".
Lady Gwen
06-04-2018, 19.34.43
Era una notte silenziosa, ma la sensazione era di qualcosa che sarebbe arrivato a spezzare quel silenzio.
E no, non mi riferivo alle parole di Tatiana, alle quali sorrisi con stanca malizia.
"Oh, ti assicuro che quel gastaldo, secoli fa, era vivo eccome, di notte..." risposi e la mia risata argentina risuono in tutto il salone come il tocco di una posata su un calice di cristallo "Non sarà rimasta manco più la polvere, di quell'uomo... Chissà se troverò mai qualcuno come lui..." con in sospiro teatrale.
Ad un certo punto, arrivò Ivan dalla biblioteca con il volto pallido appena rischiarato da un candelabro.
Po, però, qualcuno bussò.
Assunsi un'espressione sorpresa.
Erano almeno ottant'anni che nessuno si avvicinava a questo palazzo, anche perché di giorno non sembravano esserci segni di vita e nessuno sembrava interessarsene.
"Ivan, va' a vedere chi è, per favore" gli dissi, molto curiosa.
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Guisgard
06-04-2018, 19.47.28
Salamano guardò Altea e la salutò con un inchino.
“Non è strano, madama...” disse continuando il suo lavoro “... poche donne conoscono davvero l'uomo che sposano... le poche fortunate però le ho sentite nominare solo nei romanzi d'Amore.” Annuendo. “Parlarvi di me? C'è poco da dire... ero molto più giovane quando i Casale mi presero in casa loro dandomi un lavoro... vostro marito mi ha voluto qui con lui a Sygma ed io l'ho seguito. Sono come un marinaio che segue il vento e cerca di non farsi sopraffare da qualche onda un po' troppo alta.” Accennando un vago sorriso.
Guisgard
06-04-2018, 19.48.47
Ivan annuì a Gwen, prese con sé il candelabro e scese fino all'ingresso.
“Voi...” disse aprendo lo spioncino del portone “... chi bussa in quest'ora tarda?”
Vide una carrozza trainata da due cavalli e una figura in piedi davanti all'entrata chiusa.
“Perdonate, ma siamo forestieri persi in queste strade buie ed isolate...” rispose l'uomo “... i cavalli sono stanchi e non si vedono altri luoghi in cui poter alloggiare... San Raffaele vi ha messo sulla nostra strada, signore...”
Ivan sorrise a queste parole, poi notò che l'uomo, non molto alto e poco aggraziato nei modi, portava un Crocifisso al collo.
“Non abbiamo posto per voi qui...” fece Ivan “... più avanti troverete di certo una locanda... i cinghiali di certo non vi assaliranno e se vi guarderete dalla Luna eviterete di incontrare qualche lupo... quindi tornate a sperare nel vostro San Raffaele e buona fortuna.” Seccamente, per poi chiudere lo spioncino e tornare da Gwen e da Tatiana.
Lady Gwen
06-04-2018, 19.52.24
Non riuscii a sentire chi fosse, ma ad un certo punto sentii il tono seccato di Ivan.
"Accidenti, chi ha avuto la sfortuna di incrociare il tuo cammino?" chiesi al vampiro, provocando le risate di Roze e Tatiana.
Non si poteva dire che Ivan fosse la persona più socievole del mondo, di sicuro preferiva starsene da solo in biblioteca a leggere che in mezzo ad altra gente.
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Altea
06-04-2018, 20.00.34
Ascoltai le parole del fido servitore, d' altronde era un uomo con cui si poteva parlare.."Un marinaio che cerca di non farsi sopraffare da un' onda troppo alta. Mi piace come definizione, cosa intendete dire? Qualcosa vi spaventa o preoccupa, io ho sempre fatto vita ritirata sapete...un tempo ero spensierata..poi..." mi bloccai "Lasciamo perdere..." sospirando.
Guisgard
06-04-2018, 20.08.52
“La vita ci mette sempre alla prova, questo intendevo, madama.” Disse Salamano ad Altea, continuando le sue faccende. “Manca ancora un po' all'alba... perchè non tornate a dormire? Vi farà bene riposare, madama...”
“Gente che meglio fili via.” Disse Ivan a Gwen.
“Sei pesante, sai?” Tatiana.
“Pedante direi.” Ridendo Roze.
“Non faceva altro che nominare San Raffaele” fece Ivan “e poi aveva al collo un Crocifisso... bello grande. Bah, che i lupi possano attaccarlo.” Scuotendo il capo.
Ma di nuovo si sentì bussare al portone.
Lady Gwen
06-04-2018, 20.14.28
Ridacchiai appena alle parole delle due.
Oh maledizione a loro e ai loro crocifissi, ci facevano una bella scorpacciata...
"Peccato, spuntino sfumato..." alzando le spalle affranta.
Poi di nuovo si sentì bussare.
"Stavolta vado io! Sono proprio curiosa di vedere chi è che ha voglia di rimanere a cena stasera..." dissi, scoppiando a ridere sonoramente.
Mi alzai, il vestito che frusciava ad ogni passo e aprii lo spioncino.
"Chi è là?"
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Altea
06-04-2018, 20.16.52
"Già...avete ragione...la vita ci mette alla prova e noi dobbiamo essere ottimi timonieri, marinai e saper scavalcare l' onda" annuii all' uomo e salii di nuovo in camera.
Mi misi dietro al paravento, non volevo fosse sveglio e mi vedesse spogliarmi e indossai una preziosa camicia da notte nera di seta e pizzi, il decolletè veniva evidenziato dal pizzo e dal biancore lunare della mia pelle.
A detta della mia migliore amica, Selen, ero molto contesa da molti uomini e ragazzi ma io non mi ero mai curata di nessuno e in quel momento me ne pentii...oh, magari fuori vi era qualcuno a cui facevo battere il cuore...ma il mio cuore era pietra...lo era diventato.
Mi coricai nel letto e mi girai dall' altra parte e mi addormentai.
Guisgard
06-04-2018, 20.37.28
Gwen guardò dallo spioncino e vide un uomo, lo stesso che aveva bussato poco prima, col suo Crocifisso al collo.
“Perdonate ancora...” disse “... non voglio recarvi noie, ma proseguire per noi è impossibile...” con tono supplichevole.
Altea si coricò, chiuse gli occhi e poco dopo si addormentò.
Fu un sonno senza sogni e terminò quando lei sentì un gomito di lui battere contro la sua schiena.
Nel sonno inavvertitamente Fulminaccio l'aveva urtata.
Lui continuava a russare beato.
Intanto fuori albeggiava.
Lady Gwen
06-04-2018, 20.43.56
Era sempre il tizio col crocifisso.
"Mi dispiace, è impossibile anche per noi ospitarvi. Dovrete andare altrove" dissi irremovibile, guardando fuori dallo spioncino.
Avevo vissuto mille anni, fin'ora, non avevo intenzione di lasciarci le penne adesso per due forestieri.
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Altea
06-04-2018, 21.35.25
Dormivo tranquillamente quando sentii un gomito urtare la schiena. Mi volta di scatto convinta fossi al mio castello ma poi realizzai ero nel castello dei Casale.. A pochi metri dal castello De Bastian. Ricordai di essermi svegliata e lentamente mi alzai e mi vestii.
Misi uno scialle di pizzo nero e uscii, mi poggiai su uno steccato del maestoso giardino che dava sul bosco e mi misi ad osservare il Sorgere del Sole.
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"Ehi bellezza, dove te ne vai tutta sola?" ride una voce che spunta dalla vegetazione, inopportuna come la marmellata su una bistecca in quel momento.
Possibile che non vedesse che stavo passeggiando comodamente per i fatti miei?
Non si usava lasciare in pace le fanciulle che desideravano prendere del tempo per conoscere meglio i dintorni della propria dimora?
No, evidentemente.
"Ehi, diciamo a te.." un'altra voce, sempre vicina.
"Secondo me non ci ha sentiti!" ride, beffarda, una terza voce.
Cos'è una rimpatriata?
D'un tratto me li trovai davanti, tre briganti, spada sguainata, sguardo lussurioso e... accidenti, dei corpi niente male e dei lineamenti che sembrano scolpiti.
Improvvisamente la faccenda si fece interessante, molto interessante.
Dopotutto potevo capirli, una ragazza tutta sola in mezzo al bosco di Chanty, con un abito appariscente come il mio, nessuna scorta, nessuna protezione.
"Io, ecco.." farfugliai, sfoggiando uno sguardo ingenuo per fargli abbassare ancora di più le difese "Devo essermi persa..." con gli occhioni blu sempre più spalancati "Voi mi potete aiutare?".
Lo stratagemma funzionò, funzionava sempre, i tre uomini si avvicinarono ancora di più a me.
"Oh ci pensiamo noi a te adesso..".
"Tranquilla bambina, ti portiamo a casa..".
"Avanti, fidati di noi..".
Potevo vedere la lussuria nei loro occhi crescere, potevo sentirne l'eccitazione, i corpi che aumentavano la temperatura, i membri che si gonfiavano, il respiro che si faceva più corto.
Ora erano vicinissimi a me, le spade che mi avevano puntato contro per farmi paura ora erano reclinate verso il terreno, sapevano che non avevo scampo, sapevano che ero in loro potere.
Quello che ignoravano era che erano loro ad essere in mio potere.
Allungai le mani verso il petto di due di loro, accarezzandoli dolcemente.
Il terzo mi fissava con gli occhi di fuoco, sempre più preda della follia lussuriosa il cui odore potevo sentire distintamente, come fosse quello di un fiore lì accanto.
"Oh, siete così belli!" sempre con il tono da ragazzina impaurita, ma con lo sguardo che cominciava a mostrare ai tre la mia vera natura.
Li guardai, uno per uno, con lo sguardo ardente, intenso, luccicante di lussuria e perversione.
Allora portai le mani all'allacciatura dell'abito, che andava dalla scollatura fino al bacino, slacciai quei lacci uno dopo l'altro, senza mai smettere di guardarli, finchè non cadde a terra, con un rumore così leggero e soffice da essere quasi impercettibile.
Ero lì, nuda e immobile davanti a loro, con lo sguardo eccitato, il corpo bollente e un sorrisetto malizioso.
Loro erano immobili, increduli, mi fissavano a bocca aperta, senza dire nulla, con gli occhi spaventati e i calzoni sempre più gonfi.
"Volete levarveli quei vestiti o no?" con un tono completamente diverso, un tono autorevole, il tono di chi è abituata ad avere tutto e subito.
Quelle parole sembrarono ridestarli dal loro momentaneo stato di trance perchè in pochissimi secondi erano nudi accanto a me, i corpi perfetti come li avevo immaginati, lo sguardo eccitato, i membri ardenti e pronti.
"Ecco, così va meglio!" sorrisi io.
In un attimo sentii le loro mani su di me, poi le loro labbra, le loro lingue.
Erano come impazziti, folli, votati unicamente alla passione alla lussuria al desiderio sfrenato.
Non si chiedevano chi fossi né perchè mi fossi donata a loro in quel modo, non gli importava, non gli importava nulla in quel momento, le loro menti erano completamente ottenebrate dalla forza magnetica e irresistibile dei nostri corpi che si strusciavano l'uno sull'altro, che si cercavano, si trovavano, si mischiavano in un tripudio di sudore, umori, gemiti e sospiri.
Io ero in mezzo a loro, le loro mani su di me, mani che cercavano e trovavano ogni parte del mio corpo, dalla più intima e umida alla più calda e morbida, il mio corpo non aveva segreti, non aveva tabù, limiti, le loro bocche assaggiarono il mio sapore più e più volte, le lingue mi disegnarono addosso un vestito.
Mentre le mie mani cercavano i loro corpi perfetti, la mia lingua assaporava i loro membri strappando lunghi e intensi gemiti di piacere e rendendo quell'attesa ancora più insopportabile.
L'attesa dell'amplesso, di quando mi presero, violarono, con forza e potenza con ardore incontrollato, con lussuria sfrenata in una danza antica come il mondo, in cui il mio corpo si muoveva sul loro, ancora e ancora, mentre il piacere cresceva forte, intenso, incontrollato.
Lo potevo sentire nascere in me e poi via via diffondersi ovunque, le mie grida erano ormai fuori controllo, il mio corpo sempre più caldo, sempre più bollente, il piacere sempre più forte, più intenso, più insopportabile, più... finché non esplose, in un lungo grido liberatorio che gustai e assaporai dal primo all'ultimo istante.
Oh, questa sì che è vita!
Mi distesi sull'erba, in mezzo a quei tre corpi nudi, appagati, con ancora l'estasi dipinta sul viso, mi strinsero in un caldo abbraccio.
Ma che carini...
Ora, io non è che avessi tutto il giorno per star lì a indugiare in una tenerezza di cui non mi importava un accidente! Restai stesa quel tanto che mi bastò per riprendere le forze e godermi quella meravigliosa sensazione di avere ogni parte del corpo decisamente e completamente appagata.
Dopodiché, era ora di andare.
Anche perchè, se tanto mi dava tanto, il divertimento non era ancora finito.
Se ora era tutto troppo facile, sperai vivamente che le cose poi si sarebbero fatte più interessanti.
Allungai una mano per prendere il pugnale di uno dei tre, che era caduto a terra, completamente dimenticato, mentre si toglieva i vestiti in preda alla fretta e al desiderio.
Guardai il ragazzo accanto a me, doveva essere il più giovane dei tre, non sapevo il suo nome né mi importava, dormiva beato con un'espressione così eterea sul viso che quasi quasi mi venne il dubbio se procedere o meno. Scherzavo, ovviamente, sapevo perfettamente che non era il caso di lasciare testimoni come loro, finchè si trattava di principi, re, duchi e condottieri andava bene ma le mie scorribande con dei briganti, contadini, o chiunque mi andasse non era cosa che potesse aiutare il mio buon nome in società. Dopotutto ero appena arrivata e non vedevo l'ora di inserirmi a corte, dunque era meglio se di quel pomeriggio di svago non fosse rimasta alcuna traccia.
Perciò, presi il pugnale e lo puntai senza alcuno scrupolo al cuore del ragazzo per poi farlo penetrare nella carne, centimetro dopo centimetro, fino a raggiungere il centro pulsante del suo corpo e spegnerlo per sempre. Lui quasi non se ne accorse, spalancò gli occhi e mi guardò incredulo quando già aveva la bocca piena di sangue, e un attimo dopo spirò.
Gli altri si alzarono allarmati, puntandomi, ancora nudi le spade sguainate contro.
Avevano gli occhi terrorizzati, increduli, potevo percepire la loro paura.
"Chi sei?" mi urlò uno, puntandomi la spada contro.
Io non risposi e mi alzai, con tutta calma, col pugnale insanguinato ancora stretto nella mano destra e un altro nella mano sinistra.
Eccoli lì, a minacciarmi con le loro armi, a fare i duri quando avevano ancora il mio odore e il mio sapore addosso.
Di bene in meglio...
Il mio sguardo mutò ancora, mentre mi avvicinavo a loro, decisa, minacciosa, implacabile.
Loro si avventarono su di me.
Andiamo, due briganti grandi e grossi contro una povera fanciulla?
Ci sarà da divertirsi.
Iniziammo a combattere, ma io ero più veloce, più rapida di chiunque altro avessero mai affrontato.
Mi muovevo agile tra loro, schivando i loro colpi, tirando i miei, colpivo, schivavo, ancora e ancora.
Eravamo nudi, in una danza nuova, così diversa da quella dell'amplesso lussurioso e proibito che ci aveva unito fino a poco prima, qui non esisteva il piacere, solo il sangue e la morte.
O forse no, il piacere esisteva eccome... solo per me però.
Perché come altro potevo definire quell'adrenalina intensa che mi cresceva dentro mano a mano che mi destreggiavo in quel duello che sarebbe stato impari per chiunque? Cos'altro era quella sensazione di lucida follia, quella brama di sangue, quel desiderio di morte, quella volontà di sentire le grida di dolore allo stesso modo in cui avevo bramato quelle di piacere poco prima.
Sì, era un altro tipo di piacere e io non volevo perdermelo.
Non c'era piacere che non desiderassi, non c'era vizio che non avessi, non c'era perversione che non mi attirasse. Ero persa in quella danza di morte quando finalmente il mio pugnale trapassò la carne di uno dei due briganti e io restai lì, con estatica follia omicida a guardare la luce spegnersi dai suoi occhi in quello che per me poteva equivalere ad un piacere estatico, quasi erotico, proibito e meraviglioso.
Quando l'altro si accorse di quanto era accaduto iniziò a correre, a correre più forte che poteva da quella che ormai considerava pura follia.
Ma non ci riuscì, qualcosa lo prese per il collo e lo riportò indietro, sentiva una forza sovrumana afferrargli il collo e trascinarlo indietro, verso di me, volteggiava nell'aria, annaspava con i piedi che cercavano disperatamente il terreno senza però riuscrci, finchè non si voltò verso di me, sempre spinto da quella forza oscura e invisibile, e allora i suoi occhi si riempirono di un cieco terrore.
Io ero lì, in piedi, completamente nuda con il braccio disteso verso di lui, la mia mano era stretta in una morsa come se stesse stringendo il suo collo anche se questo era molto lontano da me, il mio sguardo era iniettato di sangue, determinato, crudele, folle.
Il mio braccio si alzò lievemente e il corpo sospeso per aria del brigante fece lo stesso.
Gli mancava l'aria, annaspava, muoveva disperatamente le gambe e mi guardava terrorizzato e supplice.
"Chi sei tu?" riuscì a farfugliare.
Io non risposi, ma strinsi un po' le dita e lui percepì la stretta della morsa sul suo collo ancora più stretta.
"Ti prego!" iniziò a piagnucolare "Ti prego, farò tutto quello che vuoi, ti prego!"
Io di nuovo non risposi, inclinai unicamente la testa di lato con un sorrisetto divertito.
Ma tu guarda che carino, pensa davvero di avere una speranza.
Tuttavia, il mio sguardo sadico, divertito, folle evidentemente gli fece cambiare idea.
"Chi sei?" piagnucolò di nuovo.
"Lys Marbrè!" dissi io, secca mentre con un movimento secco della mano gli rompevo l'osso del collo, uccidendolo sul colpo e facendo ricadere a terra il suo corpo perfetto con un tonfo sordo.
Allora, con tutta calma, tornai dal mio vestito, lo indossai come se nulla fosse.
Accanto a me i tre corpi nudi e sporchi di sangue giacevano in pose poco plastiche in mezzo ai vestiti lanciati qua e là poco prima. Gia che c'ero, perchè non approfittarne?
Presi le loro sacche piene di monete sonanti, che non fanno mai male, e le loro armi, perchè di armi non ne ho mai abbastanza. Solo allora sospirai, sorrisi e ripresi tranquillamente la strada di casa.
Il palazzo era immerso nella vegetazione, alle porte della città.
Si trattava di una villa nobiliare, non molto diversa da quelle disseminate in quelle terre, con un ampio giardino che lo circondava tutto attorno e lo divideva dal bosco di Chanty.
Superai il cancello ed entrai in casa recandomi immediatamente nel grande salone, ancora galvanizzata da quell'interessante e piacevole pomeriggio appena trascorso in compagnia di quei tre sconosciuti briganti.
Dopotutto, Monsperone non era così male, pensai, lasciandomi scivolare su un divanetto di broccato.
E dire che ero uscita solo per fare una passeggiata in paese e nel bosco qui intorno!
Avevo ancora addosso quel sorrisetto divertito quando feci tintinnare il campanello per chiamare la servitù e ordinare di portarmi qualcosa di forte da bere, dopo emozioni così forti, ci voleva proprio!
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Guisgard
07-04-2018, 00.41.57
A quelle parole di Gwen, categoriche e sfiducianti, la porta della carrozza si aprì ed un secondo individuo arrivò davanti al portone.
Era giovane, moro, alto e di bell'aspetto.
Guardò con i suoi occhi neri nello spioncino, incrociando lo sguardo ambiguo ed enigmatico di Gwen.
“Perdonate, madama...” disse portandosi davanti al suo compagno “... la nostra insistenza non è scortesia, ma una supplica. Siamo forestieri giunti solo in questa tarda ora fra queste colline. I nostri cavalli sono stanchi, la carrozza è malmessa, mentre la strada è isolata e buia. Non chiediamo molto, anche solo una stalla per riposare insieme ai nostri cavalli andrà bene. Appena albeggerà ripartiremo. Siamo disposti anche a pagare se è necessario.” Fissandola.
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Guisgard
07-04-2018, 00.48.22
Il palazzo era di gusto rinascimentale, con merlature e logge colonnate, il tutto scandito dall'ordine concentrico di tre ampie costruzioni, tutte racchiuse e centrate da quattro bastioni a barbacane.
Un delizioso giardino, abbellito da due ampie fontane e statue in stile classicheggiante che adornavano i vialetti del verziere.
Lys arrivò e raggiunse un sontuoso salone interno.
Suonò un campanellino e vide arrivare un vecchio servitore.
“Madama, bentornata.” Disse l'anziano Stuarto. “Ha chiamato la signora?” Fissandola.
Il sole filtrava dalla finestra, e un vago tepore si diffondeva in tutto il salone, piacevole, dovevo ammetterlo.
La mia passeggiata mi aveva stancato parecchio, anche se contemporaneamente mi aveva decisamente appagato.
Arrivò il vecchio servitore chiedendomi cosa volessi.
“Qualcosa da bere, di forte!” Specificai, sistemandomi meglio sul divano “E preparatemi il bagno!” Ordinai.
Stavo quasi per dimenticarmi e il domestico se ne stava andando.
Lo richiamai schioccando le dita.
“Ah Stuardo!” Lo richiami “Ci sono notizie?”.
Guisgard
07-04-2018, 01.06.29
“Poco o nulla, madama.” Disse Stuarto a Lys. “Un militare si è informato circa il nuovo proprietario di questo palazzo. Credo sia un soldato del Maresciallo di Monsperone. Pare sia forse l'uomo più potente di questa regione.”
Ascoltavo il mio vecchio domestico Incuriosita.
“Intessante!” Mettendomi subito a sedere con fare Attento “e tu che gli hai detto di questo nuovo proprietario?” Incuriosita.
Beh se il maresciallo era l’uomo più importante della regione, come minimo bisognava fare bella figura con lui!
Dovevo trovare il modo di ingraziarmelo il prima possibile!
Guisgard
07-04-2018, 01.23.57
Altea si alzò, si svegliò ed uscì in giardino a guardare il sorgere del Sole.
Pian piano il nuovo giorno sciolse, o forse allontanò soltanto, le ombre della notte, le sue inquietudini ed i suoi fantasmi, tingendo il palazzo di nuovi colori, più caldi e non più cupi e malinconici.
Salamano aveva ormai preparato la colazione per i suoi padroni ed il profumo del pane caldo si sentiva per tutto il cortile e le cucine.
Un'ora dopo si svegliò anche Fulminaccio e la colazione fu servita.
“Il pane bianco...” disse imburrandone una fetta “... che spreco... quello nero, o meglio ancora quello di farina mista va più che bene...” mangiando “... costa la metà.”
“Si, signore.” Annuì Salamano.
“Ah, oggi andrò a Monsperone.” Fulminaccio a sua moglie. “Devo regolare alcune faccende.” Con tono seccato.
“Ah, padrone...” Salamano.
“Cosa c'è?” Bruscamente Fulminaccio.
“C'è una questione di cui vorrei parlarvi...”
“Si, ma fai in fretta.” Tagliando del pane Fulminaccio.
“Ho parlato al soldato di voi, madama.” Disse Stuarto guardando Lys. “Di come avete avuto la concessione di questo palazzo, signora. Lui alquanto incuriosito è poi rimontato in sella e si è allontanato. Di certo madama suscita interesse nella società del posto.”
Lady Gwen
07-04-2018, 01.34.12
Un secondo uomo scese dalla carrozza.
Ed era decisamente diverso.
Qui si che si parlava di carne fresca.
Eccome.
Tatiana si sarebbe dovuta rimangiare quello che aveva detto poco fa.
Aprii la porta per vederlo meglio e afferrai Lucius, il mio elegante gatto nero, prima che scappasse fuori.
E potei osservare quel giovane mortale in tutta la sua interezza.
Il suo profumo mi arrivava forte, in effluvi irresistibili e sentivo quella sete insaziabile e primordiale che non avevo più sentito in mille anni.
Mai avrei immaginato tale perfezione in un corpo caldo e pulsante di vita.
Sorrisi, le mie labbra tumide che si arricciavano in un vago ghigno.
"Pagamento, dite?" chiesi, con voce vellutata.
Mi avvicinai all'uomo e strappai via il suo crocefisso, scagliandolo lontano e reprimendo a fatica un ringhio di disapprovazione.
"Eccolo, il mio pagamento" con tono cortese, ma deciso, poi con cordialità li feci segno di accomodarsi "Prego, entrate."
Chissà come si sarebbero comportati in una cada piena di dubbi sconosciuti molto pallidi e con gli occhi rossi?
Beh, era ora di scoprirlo.
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“Avete fatto bene...” annuii “Dopottutto se il maresciallo è il più importante uomo di queste zone dobbiamo assolutamente pensare a fargli omaggio, mandargli un dono, magari...” pensierosa “Un dono che possa essere segno della nostra devozione...” già immaginando che cosa potrei preparare per un uomo del genere.
Mi alzai e mi diressi al bagno, facendo cenno a Stuardo di seguirmi.
“Mi serve qualcuno del posto, abbiamo tra la servitù qualcuno che abbia lavorato magari per il maresciallo e che sappia quindi parlarmi di lui, che tipo è, come ama essere omaggiato...” arrivando al bagno dove la vasca era ormai piena e calda.
Mi spogliai e mi introdussi in quella lussuriosa acqua calda.
“Ebbene? Avete queste informazioni su di lui, Stuardo? Desidero mandare un dono per mostrare la mia devozione e chiedere la sua benevolenza... se non le avete, trovatele!” Ordinai.
Altrimenti le avrei chieste al mio signore, lui di certo avrebbe saputo cosa fare, ma non mi andava di disturbarlo per queste cose, dovevo riuscire a sbrigarmela da sola!
Guisgard
07-04-2018, 01.48.46
Lys si spogliò davanti al vecchio Stuarto senza farsi alcun problema, con lui che restò a guardarla tutta.
La fissò a lungo mentre lei entrava nella vasca, immergendosi peccaminosa in quell'acqua calda e profumata.
Sebbene il corpo del vecchio servitore non reagisse più al richiamo della carne, il desidero era comunque vivo in lui e quell'impotenza sembrava, ogni volta fosse al cospetto della bella padrona, poterlo portare all'esasperazione.
“Certo, madama.” Disse annuendo. “Farò il possibile per procurarvi ciò che chiedete.”
A quel gesto improvviso di Gwen il suo gatto lanciò un miagolio acuto.
I due uomini ne restarono sorpresi e subito quello a cui lei aveva tolto il Crocefisso corse nell'erba a cercarlo.
Fortunatamente un filo di luce lunare lo fece brillare nel buio e lui lo raccolse,per poi ripulirlo, baciarlo e metterlo in tasca.
Guardò allora l'altro, che era più giovane e bello.
Questi annuì, come in un gesto di sopportazione.
Dopotutto non avevano molta scelta.
“Grazie, madama.” Disse il giovane a Gwen. “Vi siamo debitore e vedrete che non recheremo disturbo. Potete indicarci dove far riposare i nostri cavalli?” Con tono gentile.
Lady Gwen
07-04-2018, 02.04.08
"Oh tranquillo, Lucius, sono solo ospiti..." dissi con tono vezzeggiante al mio gatto, al suo miagolio acuto.
Già, solo ospiti.
Giusto?
Vidi l'uomo andare a cercare il crocefisso nell'erba di gran carriera e dovetti fare appello a tutte le mie forze per trattenermi.
Nonostante sapessi che quasi sicuramente lui non ci sarebbe arrivato, all'alba.
Soprattutto perché avevo ben altri progetti per il suo compagno di viaggio.
"Non temete, siete ospiti e ciò non comprende l'onere del lavoro. Marko!" chiamai "Conduci i cavalli dei signori nelle scuderie e falli rifocillare."
Poi guardai i due.
"Seguitemi, vi mostro le vostre camere" dissi loro.
Mi voltai in un movimento sinuoso ed iniziai a fargli strada nel corridoio.
Giunsi al piano superiore, dove quattro camere, oltre le nostre, aspettavano di essere riempite.
E chi eravamo noi per rifiutargli tale onore?
Raggiunsi due porte attigue e li guardai.
"Quella è la vostra" al primo uomo "Questa invece è vostra..." al più giovane.
Aprii la porta e rivelai una stanza sontuosa, quasi pregna di quell'affascinante tenebra che avvolgeva tutto qui.
"Sperando sia di vostro gradimento..." con tono serico, sondando i suoi occhi neri coi miei, dalle sfumature cremisi e scarlatte.https://uploads.tapatalk-cdn.com/20180406/d305fa0730beead099aa989d09dc02c8.jpg
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Guisgard
07-04-2018, 02.18.40
Il gatto miagolò ancora, poi i due uomini si avvicinarono al portone.
Qui poterono guardare meglio Gwen, in quel suo abito lungo e sinuoso, di un gotico barocco.
Per un attimo gli occhi neri del giovane moro incrociarono quelli enigmatici e dai riflessi vermigli di lei.
La guardò allora in tutta la sua figura, provando una strana sensazione, indecifrabile.
“Grazie, siete molto gentile, madama.” Disse lui con un lieve inchino del capo.
I due allora la seguirono.
Tra le ombre e gli anfratti dei corridoi stavano a spiarli gli occhi famelici di Tatiana, di Roze e di Ivan.
La misteriosa ragazza li accompagnò a due stanze a loro destinati.
“E' più di quanto chiedessimo, madama.” Sinceramente sorpreso il giovane. “Non vogliamo certo procurarvi tanto fastidio. Siamo in questo paese per affari e di certo non ci aspettavamo simili agi.” Fissandola, provando ancora quell'indecifrabile sensazione.
L'altro restava invece in silenzio.
“Ma immagino sia scortese rifiutare tanta generosità.” Continuò il giovane. “Grazie per la vostra bontà, madama.” Sorridendo appena lui.
Lady Gwen
07-04-2018, 02.33.06
Alle occhiate dei miei compagni, nascosti fra le ombre, avevo risposto con sguardi silenziosi di attesa.
Dopotutto, non c'era alcuna fretta.
Avevamo l'eternità per fare tutto ciò che più ci piaceva.
Percepivo sentimenti contrastanti nell'animo del giovane e avrei pagato tutto l'oro del mondo per conoscerli.
Sorrisi appena al giovane, che si dimostrava così tenero, educato, cortese, riconoscente.
Pensavo che mai più la tenerezza mi sarebbe appartenuta.
Per lei non c'era posto, nella nostra esistenza fatta di notti e di sangue.
Sorrisi appena.
"Sciocchezze!" esclamai "Non riceviamo quasi mai ospiti, ma quando succede, sappiamo bene come prendercene cura!" in tono fattosi improvvisamente conviviale.
"Potrete rinfrescarvi nel frattempo. Quando scenderete in sala tra poco, troverete qualcosa da mettere sotto i denti. Non vorremo certo che moriate di fame" con tono vagamente divertito.
Scoccai un'ultima occhiata al giovane e poi andai via.
Una volta girato l'angolo, misi Lucius a terra e aprii la porta della camera di Nikolaj, totalmente incurante del fatto che con ogni probabilità gli avrei rovinato i giochi con la povera Isabel.
"Datti una sistemata e scendi di sotto. Abbiamo ospiti" al vampiro bruno, con tono secco, ma stuzzicato da questa improvvisa situazione.
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L'acqua era calda e i suoi vapori si diffondevano in tutta la stanza mentre le essenze aromatiche creavano una piacevole e rilassante atmosfera in cui immergersi.
Trovavo che fare il bagno fosse incredibilmente rilassante, che rinfrancasse le membra dopo ogni eccesso, come se l'acqua desse nuovo vigore alla mia pelle, per renderla pronta per ogni nuovo genere di perversione mi passasse per la testa.
Iniziai a lavarmi mentre il servitore parlava.
Poveraccio era così vecchio che probabilmente nemmeno era più una minaccia per la mia virtù.
Beh, se io avessi una virtù da difendere, s'intende.
Lo guardai andare via, e continuai nel mio bagno.
Continuavo a pensare al Maresciallo e a cosa avrei potuto fare per compiacerlo, ingraziarmelo. Sicuramente dovevo avere un'udienza con lui, poco ma sicuro, ma prima ancora volevo, appunto, mandargli un dono.
Sperai che le informazioni di Stuardo potessero darmi una mano su questa faccenda, e riuscire a cavare un ragno dal buco.
"Ah, Stuardo!" lo richiamo, col campanellino che era accanto alla vasca perchè un dubbio enorme mi aveva assalito in quel momento "Avete parlato unicamente di me al soldato, dico bene? Non avrete nominato mia sorella spero!" con lo sguardo truce e la voce severa.
Guisgard
07-04-2018, 02.52.46
I due ringraziarono ancora Gwen e mentre andava via quello più giovane la guardò ancora, in risposta a quello sguardo di lei.
Poi ognuno prese possesso della sua stanza.
Dopo qualche minuto il giovane raggiunse l'altro nella sua camera.
“Beh, un'ottima sistemazione.” Disse. “Oltre ogni più rosea aspettativa. I cavalli riposeranno ed anche noi.”
“Mah, non saprei...” l'altro scettico “... questo posto non mi piace... e non mi mi piace neanche la giovane dama con quel suo gatto...”
“Andiamo, non fare il difficile...” il giovane a lui “... è stata molto generosa... le siamo debitori.”
"Mah..." scettico l'altro.
"Non so..." mormorò il giovane "... ma da quando ho parlato con lei mi sento... come dire? Malinconico, ma anche su di giri... un misto, un miscuglio di sensazioni che non so decifrare... come mai prima d'ora..."
Intanto Gwen era andata da Nikolaj, incurante di come avesse ridotto la povera Isabel.
Lei era stesa apatica sul letto, mentre lui la fissava accarezzandole i capelli.
Aveva la bocca sporca di sangue ed un pallore spettrale sul viso.
“Ospiti?” Fissandola. “Mi prendi in giro? Qui?” Incredulo.
Lady Gwen
07-04-2018, 03.03.28
Mentre entravo in camera di Nikolaj, avevo udito le parole dei due viandanti.
Quelle del vecchio mi importavano poco, anche se aveva fiutato il tranello, ma il giovane...
Aveva parlato di malinconia, ma anche di esaltazione quasi.
Potevano coesistere tali opposti sentimenti in una persona sola?
Nikolaj mi riportò alla realtà.
"Sì, ti dico" rimarcai "A tal proposito, cerca di non saziarti troppo, ho un lavoretto per te" aggiunsi, guardandolo con intesa, poi guardai entrambi fra quelle lenzuola ora intrise di sangue e chissà cos'altro "E vedi di dare un po' di tregua a quella ragazzina, ogni tanto."
Richiusi la porta, tornai in sala da pranzo e al movimento della mia mano, tutte le candele si accesero, mostrando una tavola improvvisamente imbandita.
Quando si parlava di poteri, fra vista, udito, olfatto, velocità e tutto il resto, amavo sempre di più questa nostra non-vita. https://uploads.tapatalk-cdn.com/20180407/4a4f373d20e8c3374f0b2fca82183746.jpg
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Guisgard
07-04-2018, 03.24.14
Richiudendo la porta Gwen sentì la risata di Nikolaj ed un gemito soffuso di Isabel.
La ragazza raggiunse il salone e con i suoi poteri illuminò la stanza ed imbandì la tavola.
Apparvero allora anche Roze, Tatian ed Ivan.
“Non vedo ancora gli ospiti...” disse esaltata Tatiana “... siamo forse in anticipo?” Divertita.
“Ma no...” ridendo Roze “... è tutto pronto ormai...”
Si sentirono dei passi ed allora scesero i due visitatori.
“Buonasera...” salutando il giovane, mentre l'altro appariva perplesso.
Lady Gwen
07-04-2018, 03.32.40
Ridacchiai sentendo le parole delle due e dopo poco i due viandanti ci raggiunsero.
"Oh, eccovi. Prego, accomodatevi. È tutto vostro" indicando la tavola con su ogni genere di leccornia.
"Vi presento Tatiana, Roze e Ivan, gli altri padroni di casa" indicando i vampiri, rispettivamente la bruna, la bionda e il moro alla fine.
Tutti belli, tutti pallidi, tutti con gli occhi rossi e, beh... Tutti affamati.
Ci sarei riuscita a tenerli a bada fino all'ora di andare a dormire?
Lo speravo.
"Voi invece siete... ?" domandai ai due, volendo sapere i loro nomi, mente mi sedevo a capo tavola di fronte al ragazzo.
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Guisgard
07-04-2018, 03.45.50
I due ospiti guardarono e salutarono i tre vampiri, per poi voltarsi verso Gwen.
“Io mi chiamo Elv” disse il giovane “e lui è il mio collega Setto. Lavoriamo per la banca dei Bardi e siamo qui per trattare affari per conto del nostro istituto finanziario.” Annuendo. “Possiamo sapere chi è la bella, misteriosa e giovane signora a cui dobbiamo questa generosa accoglienza?”
Tatiana rise.
In quel momento arrivò anche Nikolaj, anch'egli pallido ed incuriosito per quegli ospiti inattesi.
Lys si lavava senza curarsi del povero Stuarto che la fissava impotente.
Ma prima che lui andasse via, lei gli chiese di sua sorella.
“Ho solo accennato la sua presenza in questa casa, madama.” Disse. “Senza rivelare altri particolari.”
Lady Gwen
07-04-2018, 03.55.23
Annuii appena ai nomi.
Elv.
Mi piaceva.
Breve, conciso ed incisivo.
A differenza di Tatiana, riuscii a trattenere una risata, rimanendo calma e cordiale.
Perché qui, di giovane c'era solo il nostro bellissimo interlocutore, mentre noi avremmo potuto scrivere ciascuno interi trattati di storia.
Avevamo visto nascere e perire talmente tanti regni, imperi e popoli che si perdeva il conto.
Ma l'importante era portarseli bene gli anni, e noi ci riuscivamo egregiamente.
"Io mi chiamo Gwen" risposi, con voce cristallina.
Poi, finalmente arrivò l'ultimo della combriccola.
"Costui è Nikolaj. Nikolaj, loro sono Elv e Setto, sono qui in viaggio per conto della banca dei Bardi" gli spiegai educatamente, sapendo comunque che di quei dettagli nessuno di loro se ne sarebbe fatto nulla.
In fondo, banchieri o pezzenti, il sangue aveva sempre lo stesso sapore.
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Guisgard
07-04-2018, 04.24.36
“Benissimo.” Disse Nikolaj. “Professione interessante. I banchieri. Qualcuno dice che da essi sono nate le leggende sui vampiri.” ridendo sarcastico.
“Prego, messere?” Elv fissandolo.
“Suvvia, è solo una battuta.” Divertito Nikolaj. “Cominciamo? Prego, accomodatevi.”
Elv e Setto presero posto a tavola.
“Voi non ci fate compagnia?” Il giovane a Gwen.
Lady Gwen
07-04-2018, 04.28.19
Nikolaj arrivò... Ed iniziò a fare l'idiota, perché non riusciva a non farlo.
Gli ospiti presero posto a tavola.
Quella domanda sorse spontanea, ovviamente, e quasi risi.
Invece, poi, rimasi composta.
"Oh, no, grazie. Abbiamo già cenato" risposi.
Chissà che avrebbe detto sapendo che saremmo stati ben felici di banchettare col suo compagno di viaggio e che tutto quel cibo si trovava in questa casa unicamente per i nostri servitori?
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Altea
07-04-2018, 13.01.08
Il Sole nascente riscaldava flebilmente la mia pelle, amavo vedere il sole farsi nuova vita ad Oriente e guardai la foresta illuminata da quei colori di un' alba meravigliosa, potevo sentire lo scorrere del fiume.
Mi avviai verso la sala da colazione, sembrava un giorno perfetto ma in me vi era qualcosa di strano, guardavo un antro tra le querce nel boschetto che si affacciava al Palazzo.
"Sei un folle, un pazzo..oh ma lo sono pure io, folle di amore e desidero.
Ho sfidato la notte come te per poterti amare qui, lontano da mio marito" lei afferandogli i bruni capelli e perdendosi in quegli occhi meravigliosamente belli, misteriosi del color di un Cielo mutevole.
"Lo sai che darei la vita per te" lui baciandole le mani, le sue mani con ardore ed ardimento raggiunsero la veste scollata, gliela strappò e cadde a terra e lei rimase nuda, i suoi baci su di lei...fievolmente potevo sentire i loro gemiti, i sospiri e respiri.
"Ti cacceranno, mio marito è contro di voi..ve ne andrete da Sygma" preoccupata la Rosa Nera.
Ero ipnotizzata, i miei occhi furono percorsi da un lampo violento ed improvviso e poi udii un mio sospiro, chiusi gli occhi, la testa si reclinò prima da un lato e poi all' indietro. Lui era davanti a me...era mio, non della Dama Nera. I suoi baci sul mio collo, la lingua che assaggiava il profumo di rosa selvatica del mio collo...un gemito, un altro, il desiderio di farlo mio, mi facesse sua, mi baciò sulle labbra e le morse con foga passionale tanto da far uscire uno stillo di sangue..allungai le braccia..."Ti voglio.." esclamai.
Mi trovai a terra, le mani sulla terra arida e cercavano di afferrare ciò che non vi era, quel mistero secolare e dalle mie labbra scese un rivolo di sangue.
Serrai le mani ansimante per la sensazione di prima, il desiderio di lui era ancora vivo e non vi era soluzione, era Lei a volerlo e mi ricordai quel giorno quando andai da Padre Anselmo, il prete che gestiva la cappella del Castello dei Bastian, nonchè mio maestro e mio confidente, l' unico a cui avevo potuto confessare tutto questo.
Padre Anselmo si sedette mettendosi una mano sulla fronte alla mia confessione di quello che stavo vivendo.."Non sono pazza, Padre Anselmo, ma mi rintengono tale e io allora mi sono chiusa nel silenzio".
Il chierico prese un pesante libro e lo aprì e sbucò una lettera antica.
Mi mostrò il piccolo cimitero del castello.."Altea, ti sei mai chiesta chi giace in quelle tombe? Ti avranno detto dei tuoi antenati, ebbene è così ma vi è di più ma prima tu sposa quell' "Accio Casolare" ti devo dire la verità".
Il suo dito scorreva tra nomi di ragazze e donne.."E' chiamato il Tormento del Castello dei Bastian, molti ne parlano e, soprattutto, la gente del volgo. Quelle tombe sono di quelle ragazze e qui sono riportati i loro nomi, tutte tue antenate, e la morte è la stessa..si sono suicidate gettandosi dallo stesso balcone della torre più alta del castello".
"Mi state dicendo io ne sono colpita da questo Tormento?" sbarrando gli occhi smeraldini.
"Sembrerebbe ..qui vi è la lettera della Dama Nera scritta in punta di morte, confessando i suoi tormenti..ciò che tu sai è riportato su questa lettera..strano vero visto non l'hai mai letta..sembra un incanto o non comprendo, noi uomini del Clero ne andiamo cauti, il Buon Dio non permette di credere..ma abbiamo un ritratto della donna, è uguale a te Altea, me ne accorgevo via via crescevi e avevo il timore in me, sono andato alla ricerca dei ritratti delle ragazze morte e sono pure loro uguali alla Dama..leggi la fine della lettera..dice che tutto questo finirà quando una di voi riuscirà veramente ad amare un uomo".
Silenzio.. "E come potrebbe essere...io lo sento.. sento mi desidera, pure io..." ribattei decisa.
"E' quello che hanno lasciato scritto tutte le tue antenate morte, Bontà Divina tu sei stranamente ancora viva..lo amavano pure loro e quindi non potevano innamorarsi di altri e questo è il problema...d' altronde Afragolignonesi in giro disponibili non ve ne sono..buona fortuna Altea..ma io sono qui sempre per te, oppure affidati al prete della Pieve di Monsperon" e chiuse il libro.
Mi sistemai un pò ed entrai nel Palazzo, mi introdussi piano nella sala dove mio marito e Salamano parlavano, mi lavai con cura le mani sporche di terra ed udii il discordo del pane.
Asciugai le mani ora fredde e con un gesto di sfida presi due fette di pane bianco, una smorfia di odio nel mio sorriso e sguardo verso di lui e imburrai una fetta del pane e vi misi della marmellata di fragole, per poi posarvi sopra l' altra fetta di pane bianco e addentai quella bontà, le mie labbra assaporarono la delizia zuccherina di quella marmellata deliziandosi ma udii l' ultima frase di Salamano, sembrava qualcosa di importante e finsi indifferenza mentre mangiavo e abbondavo con il resto della colazione ma ascoltavo attentamente.
“Hai fatto bene, e ora vai...” con un gesto secco della mano.
Se c’era una cosa che amavo particolarmente era starmene sola e godermi la mia compagnia, certo non che se ci fosse stato il bel giardiniere ad aiutarmi con qui bagno non mi sarebbe affatto dispiaciuto. Era così carino quel ragazzo, probabilmente andava allevato bene ma io avevo tempo e spesso mi annoiavo.
Io odio annoiarmi.
Dopo il mio eccitante pomeriggio, però, avevo voglia di godermi la mia solitudine, guatarmi il ricordo di quei tre fantastici briganti che ahimè non avrò più modo di usare. Ma il ricordo mi sarebbe rimasto per un bel po’, almeno finché non trovavo di meglio, quello era chiaro.
Finito il bagno mi alzai, avvolta nella mia vestaglia e mi diressi nella mia camera cercando qualcosa da mettermi quella sera a cena. Il mio signore ci tiene ad ammirare il mio aspetto, e io amo farmi bella per lui.
Sperai solo di avere abbastanza tempo.
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Guisgard
08-04-2018, 00.56.12
“Capisco.” Disse Elv a Gwen. “Beh, allora buon appetito.” Sorridendo, per poi riempire due bicchieri di vino, per sé e per Setto.
Questi appariva molto sospettoso nel guardarsi intorno e nel fissare quegli strani anfitrioni.
Tuttavia lo stomaco brontolava come o forse più della sua mente, così cominciò anch'egli a mangiare.
“E' tutto molto buono.” Mangiando Elv. “Dopo giorni di locande ed osterie di dubbia fama ci voleva proprio una tavola imbandita come il Ciel comanda.”
“Si, non si può vivere senza nutrimento...” fissandolo Roze.
“Più che un bisogno” fece Tatiana guardandolo “nutrirsi è una passione, un piacere, persino un vizio oserei dire... non credete?” Quasi mostrando la lingua.
“Beh, immagino di si.” Ridendo piano Elv e notando quel verso quasi lascivo, o comunque ambiguo di lei. “Gli antichi greci affermavano che mangiare e fare l'Amore sono i veri e soli piaceri al mondo.”
“Saggi i greci...” sussurrò Tatiana.
“I banchieri si occupano di storia antica?” Chiese sarcastico Nikolaj.
“I greci antichi erano saggi” rispose Elv “ed ogni banchiere credo dovrebbe conoscerne il pensiero.” Con un sorriso compiacente.
“Ebbene...” disse mangiando Fulminaccio con i suoi modi spicci, quasi grezzi “... cosa devi dirmi? Spero non si tratti di qualche aumento... soldi da sprecare qui non ve ne sono... se non apprezzi ciò che a fatica posso darti, allora prendi pure le tue cose e lascia questa casa.” Seccato.
“No no, padrone...” scuotendo il capo Salamano “... siete già sin troppo generoso, signore...”
“Vorrei ben vedere.” Masticando a bocca aperta Fulminaccio. “Dunque? Sbrigati...”
“Ecco, un mio nipote, un buon ragazzo, non trovando da lavorare in paese... egli vive infatti con i suoi presso un borghetto su un poggio dimenticato oltre l'Elsa... dicevo, non trovando fortuna mi ha scritto, chiedendomi di raggiungere questa casa, sperando che voi, onesto e cortese padrone, possiate prenderlo al vostro servizio... non chiede molto, è giovane e non ha vizi, dunque un misero stipendio gli basterà...”
Fulminaccio lo guardò, poi fissò Altea.
“Sentito, moglie?” A lei. “Tutti sanno che son generoso e forse mi credono anche tocco.”
Altea
08-04-2018, 01.06.38
Alle parole di Fulminaccio posi una mano al fianco, guardai il coltello con cui avevo imburrato il pane e mi sorse il desiderio di conficcarglielo in gola per farlo smettere.
Il mio viso d' angelo a dire il vero era solo una maschera per celare il diavolo e il mistero che ero a volte.
Vidi Salamano sottomettersi a quell' uomo ridicolo e fare una proposta, quando il gentil marito si rivolse a me..oh desiderava il mio parere.
Sorrisi falsamente e dissi.."Ma no, mio caro Accio, è che tutti sanno quale uomo di potere tu sia e per loro è un onore essere a tuo servizio, direi ci starebbe bene un altro della servitù, per di più mi sembra di aver capito il ragazzo non pretenda molto, quindi l' affare lo facciamo noi" sedendomi e sventolando il nero ventaglio.
Lady Gwen
08-04-2018, 01.10.29
Sorrisi compiaciuta vedendo che i due apprezzavano la cena.
Poi ghignai maliziosamente sotto i baffi ai commenti delle due.
La tentazione era forte, le capivo, non potevo biasimarle.
Ridacchiai pianissimo con Roze alla frase sui greci.
"Oh, Nikolaj è d'accordo su questo..." dissi piano, solo ai miei, con aria maliziosa.
"Oh, io credo che i greci avessero ragione, sono assolutamente d'accordo anche sul fatto che, spesso, amore e cibo coincidano..." intervenni io, con elegante malizia, ma sempre cercando di far capire al nostro ospite che qui non erano tante le cose importanti qui, ma di sicuro i piaceri lo erano eccome, di qualsiasi natura fossero.
"Via via, Nikolaj, non indisporre gli ospiti..." con tono candido.
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Guisgard
08-04-2018, 01.30.40
Avvolta nella sua preziosa vestaglia di seta araba, Lys raggiunse la sua camera, ritrovandosi davanti al grande specchio ovale incrostato d'argento ed agata indiana.
Allora i riflessi sul vetro cominciarono ad animarsi, fino a far apparire un volto riflesso.
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Fulminaccio rise.
“Ben detto, moglie mia.” Disse annuendo ad Altea. “Un giovane servo in forza ed in salute, pagato poco o niente è un buon affare. Oggigiorno tutti pretendono salari alti, che il diavoli li porti.” Bevendo. “E sia.” A Salamano. “Fa venire qui quel tuo nipote.” Alzandosi. “Ora vado... questi Sygmesi si credono furbi, ma io so trattare con tutti. Dopotutto un uomo del Sud vale di certo più di questi effeminati imbevuti d'arte, poesia e bistecche!” Ridendo.
Gwen, Tatiana, Roze e Nikolaj conversavano divertiti fra loro, con Ivan fisso a guardare i due ospiti.
Setto era sempre scostante e sospettoso, mentre Elv si ritrovava spesso a fissare Gwen, la padrona di casa, che sembrava forse compiacersi di apparire sfuggente.
Il giovane infatti non riusciva a comprenderne la natura, pur sentendo un certo interesse verso i suoi modi.
Ora appariva silente e maliziosa, un attimo dopo candida e cortese.
Come se si divertisse nel rendersi schiva.
“Di grazie...” disse Setto ad un tratto “... di certo voi tutti siete di nobile sangue e lignaggio... lo si vede dai vostri modi e da questo palazzo... siete anche della stessa famiglia? Noto una vaga somiglianza fra voi.” Sorridendo non troppo convinto.
Roze e Tatiana non riuscirono a trattenere una risata.
Intanto albeggiava fuori.
Altea
08-04-2018, 01.39.33
"Oh caro marito, avete fatto un ottimo affare" sorridendo a Salamano ma le sue ultime parole mi irritarono.."Marito caro, dimenticate vostra moglie è sygmese...ma vero, voi provenite da un posto dove il mare è bello per fare scampagnate al mare" prendendo un antico libro che avevo lasciato durante la notte scritto in greco e mostrandoglielo.."Oh, ecco dove si trovava il mio libro, bene io farò un giro a cavallo per la foresta qui vicino, voi andate a fare i vostri affari, Accio, dovete guadagnare no?" finalmente si toglieva dai piedi quell' uomo ignorante, privo di ogni buon gusto..ma mio padre aveva visto a chi mi aveva dato in sposa, mi chiesi.
Salii in stanza e mi misi un abito da cavallerizza, mi sedetti di fronte allo specchio e guardai il mio viso...il suo viso..no questo è il viso di Altea..non posso essere uguale ad un' altra..pensando al Tormento dei Bastian. Il mio viso così angelico da celare qualcosa di meravigliosamente misterioso e dannato, qualcosa di passionale.
Sospirai e mi misi a posto la camicetta ma poi con un gesto malizioso la sbottonai per mostrare la scollatura e scesi da Salamano.."Sono intervenuta a favore di vostro nipote..parlatemene" prima di uscire a cavallo.
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Lady Gwen
08-04-2018, 01.46.24
Conversando con i miei, notavo spesso con la coda dell'occhio il giovane Elv intento a guardarmi con perplessa curiosità.
Ottimo.
Era sempre sorprendente come il nostro veleno facesse effetto anche senza affondare i canini.
Era evidente il distacco che poteva esserci fra la nostra razza e il resto dell'umanità.
Il nostro fascino, il nostro carisma, degni di veri predatori che usavano solo alla fine il sangue come arma.
Perché che gusto c'era se non ci si divertiva un poco?
Poi, la domanda di Setto, alla quale Roze e Tatiana, mentre io le ammonivo dolcemente con lo sguardo.
"Voi dite?" docilmente incuriosita, piegando il capo di lato "Beh, cosa sono gli amici, se non la famiglia che ci scegliamo? Concordate?" appena divertita.
Intanto, fuori albeggiava e dovevamo muoverci.
"Credo sia meglio che vi affrettiate per riposare. È quasi l'alba e dovrete essere in forma per ripartire" educatamente, ma rischiava di essere troppo tardi.
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Stavo indossando l'abito rosso quando sentii il familiare suono dello specchio che si muoveva.
Oh, ormai conoscevo benissimo quel leggero fruscio, sarebbe stato impercettibile per chiunque ma non per me.
Le nostre anime erano collegate, dopotutto, c'era come qualcosa di intimo e unico che ci legava indissolubilmente, che ci tendeva l'uno verso l'altro.
Il mio signore sapeva ogni cosa di me, e io gli dovevo tutto.
Giorno dopo giorno bramavo il momento in cui sarebbe venuto a farmi visita, ogni altro momento nella mia vita non era che un passare il tempo, divertirmi un po', dedicarmi a qualche passatempo che potesse interessarmi, ma nulla di più.
Perciò corsi allo specchio così com'ero, senza nemmeno aver finito di allacciare il vestito, dopotutto lui conosceva bene il mio corpo, gli apparteneva da sempre.
Era stato lui a donarmi tutto quello che sapevo.
Il mio signore non mi aveva mai fatto mancare nulla: gli abiti più belli, i gioielli più belli, ogni arma che desiderassi possedere o imparare ad usare, e i poteri per dominare gli uomini a condire il tutto.
Con lui ero potente, forte, nessuno poteva resistermi e nessuna mi era pari.
Avevo ammaliato principi e re, nel nostro peregrinare da una corte all'altra, e sempre al suo fianco, la sua volontà è infallibile, il suo ardore impareggiabile.
"Mio signore..." mi inchinai lieta e sorridente allo specchio, riconoscendo il suo volto "Sono felice che siate tornato, la vostra mancanza era insopportabile..".
Guisgard
08-04-2018, 01.50.44
Altea scese di sotto pronta per uscire a cavallo.
Suo marito era ormai partito per Monsperone e ciò rendeva tutto più semplice.
Lui infatti non approvava che lei uscisse sola a cavallo.
“Grazie, madama, per aver appoggiato la mia richiesta.” Disse grato Salamano. “Mio nipote? Oh è giovane e come tutti i giovani è impetuoso a volte ed in certi casi persino irrequieto, ma ha buon cuore. Vedrete, è un bravo ragazzo e lavorerà sodo. Forse è un po' troppo sognatore, ma stare qui gli farà capire come va il mondo e di certo metterà più giudizio.” Ridendo.
“Amici...” disse perplesso Setto, per poi guardare Elv “... si, certo, capisco...” annuendo a Gwen.
“Brindiamo allora alla vostra amicizia e generosità.” Alzando il bicchiere Elv. “Per questo pasto inusuale vista l'ora.” Sorridendo.
Infatti il Sole era ormai sorto.
“Come mai” chiese Setto “le tende restano chiuse? E' ormai giorno.”
Ma da sotto il tavolo con un piede Elv lo colpì, visto la domanda inopportuna e poco cortese.
Lady Gwen
08-04-2018, 01.57.50
Sorrisi, ma solo con le labbra, mentre con gli occhi lo inchiodato alla spalliera della sedia come a sondare fin nel profondo il suo animo.
Poi guardai Elv e la mia espressione si ammorbidì appena.
"Ci uniamo formalmente al brindisi e vi ringraziamo, lieti che abbiate apprezzato questa cena un po' improvvisa. Ma sono le cose improvvise, le più belle, non è vero?" con il tono suadente e vellutato di prima.
Ma il Sole era ormai sorto e per fortuna le tende erano chiuse quasi del tutto.
Mantenni la calma alla sua domanda.
"In realtà preferiamo le candele, infondono una luce più vaga, mutevole, morbida..." risposi, con un tono non ben identificato fra il serio e il beffardo.
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Altea
08-04-2018, 02.00.28
Ascoltai le parole di Salamano e rimasi in silenzio, a quanto pare pure questo ragazzo era considerato un po' sopra le righe come me e quindi doveva essere messo in riga, odiavo tutto questo..era un sognatore..ben venga, non vedevo l' ora di fare la sua conoscenza.
"Allora ditegli di venire presto, abbiamo bisogno di servitù, io vado alla Pieve, ma per favore...non ditelo a mio marito..io vi ho fatto un favore e voi siete in debito con me" e stavolta mi avvicinai a lui con sguardo duro.."O faccio cacciare vostro nipote".
Detto questo misi a posto la coda del lungo e sontuoso abito da cavallerizza, ardentemente sbottonato e mi recai nella stalla.
Avevo portato con me il fido Cruz, il mio bel cavallo nero e salita sulla preziosa sella di cuoio lavorato lo spronai con le staffe in argento.
E presi la via della foresta per dirigermi verso la Pieve, non vi ero mai stata, ero curiosa..dopotutto Padre Anselmo mi aveva detto di rivolgermi al prete quando volevo parlare con un chierico.
Guisgard
08-04-2018, 02.15.07
Un volto prese forma nello specchio, tra riflessi vaghi di fumo, opachi di nebbia ed inquieti bagliori.
Un volto mutevole e sfuggente, con due occhi chiari, quasi grigi che fissavano Lys.
“Mia cara...” disse una voce virile ed enigmatica “... ti trovo bene... l'aria dei boschi ti fa bene... più bella, se possibile...” guardandola tutta in quella vestaglia non troppo chiusa “... è di tuo gusto questo palazzo? Hai già conosciuto i tuoi servitori?” Con il suo sguardo penetrante. “Sono un buon padre che vizia la sua bambina?” Con tono proibito, quasi incestuoso.
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Elv sorrise a Gwen, guardandola.
Fissava i suoi occhi così particolari, dal colore mutevole al chiarore tremulo delle candele, il suo viso giovane, quasi infantile così tinto di quel pallore d'alabastro e la sua bocca, che sembrava muoversi ora con candore, ora cadenzata e beffarda.
“Certo, madama.” Disse annuendo Salamano ad Altea, quasi intimidito dal tono minaccioso di lei. “Ma voi badate di tornare presto. Vostro marito sarà qui nel primo pomeriggio credo.”
Poi lei partì a cavallo, diretta alla vecchia Pieve.
Era una bella mattinata di Sole, l'aria era pulita e profumata dei primi fiori di campo sbocciati in quell'inizio d'Aprile.
Una stretta stradina saliva verso un poggio in direzione di Monsperone, dove poco prima delle sue vecchie mura sorgeva l'antica Pieve.
Ad un tratto Altea vide qualcuno venire dal lato opposto della strada.
Era abbigliato come un contadino e cavalcava svogliato un mulo dinoccolato.
Portava in testa un cappella di paglia e fischiettava distratto.
Pochi metri li dividevano.
Lady Gwen
08-04-2018, 02.24.05
Nessuna risposta, solo un suo sorriso e un suo lungo sguardo, che rimase come un istante congelato nel tempo.
Come se mille anni fossero trascorsi solo per questo attimo.
Poi distolsi lo sguardo interrompendo quel contatto e guardando i vampiri.
"Bene, lasciamo i signori affinché possano riposare per poter ripartire quando lo riterranno opportuno " mi alzai dalla sedia "Buon riposo, dunque" ai due, ma guardando Elv e uscendo dalla sala.
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Altea
08-04-2018, 02.24.37
Quel giorno era meraviglioso, l' aria fresca arrossava leggermente le mie bianche gote, guardavo distrattamente quel paesaggio mentre Cruz cavalcava sicuro.
Imboccai una stradina da dove si saliva verso un poggio, sapevo che vi era tempo fa una antica Pieve.
Ma venni distratta da una figura, totalmente diversa da me. Dal vestiario capii era un contadino, era sopra un mulo ma un cappello di paglia celava il suo volto e tirai le briglie di Cruz.."Mi scusi..potrei chiederle se questa è la strada per la Pieve? Potreste aiutarmi? Non vorrei perdermi." era meglio non rischiare visto quell' ignobile uomo sarebbe tornato nel primo pomeriggio ma non mi sarei fatta sottomettere da lui.
Guisgard
08-04-2018, 02.40.27
Gwen si alzò e si avviò verso la porta guardando Elv, che ricambiò il suo sguardo fino a quando lei non lasciò la stanza, seguita dagli altri vampiri.
“Direi di andarcene subito da qui.” Disse Setto.
“Perchè?” Elv.
“Questa gente non mi piace.”
“Perchè?”
“Perchè vivono in modo strano e loro stessi sono strani.” Mormorò Setto. “Non vedi come sono pallidi?”
“In effetti questo palazzo sembra avere porte e finestre perennemente chiuse...” fece Elv “... ma non mi sembra un buon motivo per definirli strani... molti detestano il Sole... forse qualcuno di loro è malato e non può vedere la luce del giorno... esiste una patologia simile, sai?”
“Io però voglio andare via.”
“Calmati...” Elv a lui “... dobbiamo riposare ed anche i nostri cavalli... su, andiamo a stenderci in camera... e sii più rilassato, vecchio mio.”
Ed andarono a riposare.
Nikolaj li spiava, per poi riportare tutto alle altre e ad Ivan.
Quando raggiunse quel contadino, Altea gli parlò.
Lui allora sollevò il cappello, liberando gli occhi, guardandola con attenzione.
“Una Pieve...” disse “... non sono di queste parti, ma mi meraviglia che una donna si rechi in tal luogo con quella generosa scollatura...” fissandola con un sorriso beffardo “... volete forse tentare qualche eremita?” Ridendo.
Era giovane, forse troppo.
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Vedere gli occhi del mio signore mi riempì di gioia, lussuria, passione e ardore incontrollato.
Oh, perchè era così lontano?
Perché permetteva a uno specchio di dividerci quando io avrei voluto averlo accanto, stringerlo, perdermi in lui come nei lunghi giorni d'inverno?
Ma anche solo vederlo mi bastava, sì sì, dovevo farmi bastare quello che il mio signore era disposto a concedermi, dopotutto era molto, era moltissimo.
"Oh mio signore..." gemetti solo, riuscendo a malapena a nascondere l'ardore che mi avrebbe spinto a spiaccicarmi contro lo specchio per cercare quel contatto che mi mancava così tanto.
"Voi siete il migliore, mio signore, lo sapete!" con uno sguardo birichino "Io sono molto più che viziata, sono la bambina più fortunata del mondo... il palazzo è fantastico e anche i dintorni non sono male, oggi sono andata a fare una passeggiata nel bosco e si è rivelata molto stimolante.." sorridendo di estatica follia.
"Quanto ai domestici, ho conosciuto quello vecchio.." sbuffando "Ma ho intravisto un giardiniere niente male.." con un sorrisetto malizioso "Chissà cos'altro ha nascosto il mio signore tra queste mura... voi sapete come deliziarmi...".
Oh cosa avrei dato per averlo lì con me, la mia sete era sempre più insaziabile e soltanto lui riusciva a darmi quell'appagamento più intenso e caldo che desideravo, che bramavo, che mi consumava, che mi donava però un attimo di tregua da quella bramosia sempre viva in me.
"Mi hanno detto che il maresciallo, l'uomo più in vista della città, ha già saputo del mio arrivo, pensavo di fargli un dono per ingraziarmelo, ho fatto raccogliere informazioni per scoprire cosa più gli piace in modo da non sbagliare... sono stata brava?".
Altea
08-04-2018, 02.47.52
Quel cappello di paglia prese le sembianze di un ragazzo e pure bello con gli occhi azzurri che splendevano e che senza pudore mi schiaffo' quelle parole in faccia.. "Siete sfacciato ed insolente.. Non voglio tentare nessuno.. Dove vi state recando?" ma lo osservavo attentamente.. Aveva detto non era di queste parti.. "Sarò gentile e vi indichero' la strada visto siete forestiero" perplessa.
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Guisgard
08-04-2018, 02.54.42
“Come siete buona, signora.” Con un inchino teatrale il giovane. “Bella e buona. Sono fortunato.” Con un sorriso. “Devo raggiungere la dimora di un certo Fulminaccio... sapete dove si trova?” Fissando Altea con il suo sguardo giovane e scanzonato.
Altea
08-04-2018, 03.05.53
Aveva un modo di fare scanzonato e provocatorio ma al tempo stesso mi strappo' un sorriso e d'altronde eravamo quasi coetanei ma diversi nel modo di fare.
Alle sue parole rimasi in silenzio e poi la mia risata argentina eccheggio'.
"Non dite che siete il nipote di Salamano. Io sono la vostra padrona.. Bella e buona forse.. Ho spostato Fulminaccio Casale due giorni fa.. Purtroppo.. Vi accompagno ma state attento, mio marito non ama il vostro comportamento irriverente..".
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Guisgard
08-04-2018, 03.14.57
A quelle parole di Altea, il giovane restò sorpreso e si tolse il cappello.
“Accidenti a me...” disse “... perdonate, io non potevo immaginare...” guardandola tutta “... perdonate, non volevo certo offendervi, signora...” con un cenno del capo “... mi chiamo Furio... al vostro servizio.” E prese a seguire la dama, senza però avere il coraggio di rivolgerle più la parola.
Altea
08-04-2018, 03.21.47
Il ragazzo si tolse il cappello con reverenza e si scuso'.. "Bene Furio.. Sei perdonato.. In compenso verrai alla Pieve con me.. Sei il nostro servitore no?" sorridendo con fare beffardo per vendetta "Sali sul tuo mulo e seguimi.." e ci dirigemmo verso la Pieve.. "Dimenticavo io sono la contessa Altea de Bastian. Hai detto non sei di queste parti? Ovvero?" vedendo la Pieve vicina.
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Lady Gwen
08-04-2018, 03.22.15
Ce ne andammo, soprattutto per sentire i commenti che non tardarono ad arrivare.
"Il vecchio ha l'occhio lungo..." mormorai a loro.
Andarono poi nelle rispettive camere ed io osservai il più grande.
"Voglio che facciate un lavoro pulito, vedete di non sporcare troppo in giro, che poi ci tocca spiegarlo al nostro giovane ospite" spiegai a tutti loro.
Dopotutto, quello non era importante e non mi interessava, ma non potevamo certo lasciarlo in giro, soprattutto ora che poteva aver intuito qualcosa.
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Guisgard
08-04-2018, 03.32.07
“Sono del paese di mio zio Salamano, madama.” Disse Furio ad Altea. “Non sono mai stato qui a Chanty.” Seguendola col suo mulo.
La pieve apparve in lontananza.
Era molto antica, circondata da ciò che restava di un muretto di cinta, qualche cipresso alle spalle dell'antica costruzione e cespugli sparpagliati di platani e bacche davanti all'ingresso.
Un pozzo in muratura era costruito sul lato destro della Pieve, con un canaletto d'acqua che gorgheggiava vicino.
Altea ed il giovane arrivarono presso l'ingresso.
Furio scese dal mulo e fece suonare la campanella appesa sulla porta.
Apparve allora un vecchio Frate.
Elv e Setto tornarono nelle loro camere.
Si salutarono, si divisero e si coricarono, ciascuno nel suo letto.
La fatica del viaggio li prese subito e caddero addormentati.
Erano diversi giorni che non dormivano in un letto comodo e soprattutto pulito.
Inoltre il buon vino aveva reso più dolce il loro riposo.
Tuttavia prima di addormentarsi Setto rimise al collo il suo Crocifisso Benedetto.
Lady Gwen
08-04-2018, 03.41.03
Anche da fuori sentivo i loro respiri sereni, profondi, regolari, segno di un sonno pieno e ristoratore.
Ormai avevo dimenticato cosa volesse dire dormire, ma avevo imparato che la notte era troppo preziosa per trascorrerla fra le braccia di Morfeo.
Non resistetti alla tentazione.
Lasciai che gli altri si occupassero di togliere di mezzo l'uomo, mentre io scivolai silenziosa nella camera di Elv.
Silenziosa come un'ombra avanzai, salii i due ampi scalini che portavano al baldacchino e mi stesi sul materasso morbido accanto a lui, impalpabile e leggera come una piuma.
Rimasi ad osservarlo dormire, col silenzio rotto dal suo respiro e dal suo cuore, il cui battito mi martellava forte e chiaro nelle orecchie.
E rimasi così, a guardarlo.
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Guisgard
08-04-2018, 04.01.53
Elv dormiva e Gwen restò a guardarlo.
Lui cominciò a sognare...
Era su un cavallo bianco nei boschi di Chanty.
Ad un tratto vide un cane, un levriero dal pelo maculato.
Lo seguì mentre l'animale risaliva un pendio fino ad un ruscello che scorreva lento.
Qui la vide.
Era Gwen, vestita di nero, con un velo scuro sul viso.
Montava un cavallo nero come la notte.
Prese a spronarlo e cavalcò via.
Lui la inseguì.
Più correva però e più lei sembrava allontanarsi.
Lui tirò le briglie con forza, incitò il suo cavallo, ma vide soltanto quello di lei sparire nella boscaglia.
Raggiunse allora una vecchia chiesa abbandonata.
Si guardò intorno in cerca di lei.
Vide però Setto sulla soglia della chiesa.
“E' sconsacrata, non posso entrare.” Disse. “Ti avevo detto di andarcene via.” Toccandosi il Crocifisso al collo.
Un colpo di vento, un ululato lontano e si fece buio.
Setto era sparito ed Elv vide Gwen davanti alla chiesa sconsacrata.
Gli sorride.
Lo stesso sorriso visto a tavola, enigmatico, candido e mutevole, anche anche ambiguo e malizioso.
Di nuovo quell'ululato.
Poi la nebbia.
Dolce, umida, malinconica, opprimente, vaga, cupa.
Si svegliò di colpo.
Lady Gwen
08-04-2018, 04.18.59
Mai mi sarei stancata, mai al mondo.
Chissà cosa stava sognando...
Ebbi il tempo di sfiorare il suo viso, un tocco impercettibile che lui si svegliò.
Le palpebre si aprirono, rivelando i suoi occhi di onice, come uno scrigno che aprendosi riveli meravigliose pietre preziose.
Sorrisi appena, continuando ad accarezzargli il viso e i capelli, in silenzio, il mio tocco gelido sulla sua pelle calda.
Quando scesi più giù, sul collo, sentendo quella pelle sottile, morbida e vellutata, ebbi un fremito.
La mia acuta sensibilità tattile, un altro dei tanti doni della razza, la percepì come la più preziosa delle sete orientali, più morbida del più nobile velluto, sentivo quasi il sangue scorrere nelle singole vene, caldo ed invitante e mai mi era capitato di avere una simile percezione.
Ma dovevo fare appello a tutto il mio autocontrollo per non affondare in quella carne così desiderabile.
Non adesso.
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Guisgard
08-04-2018, 04.27.29
“Sei sempre brava, piccola mia...” disse lui dallo specchio a Lys “... molto più che brava...” con tono basso, caldo, lascivo “... il maresciallo di Monsperone è un uomo molto interessante ed importante... ma non saprà resisterti... chi può?” Fissandola tutta. “Nel frattempo ammaestra bene i tuoi servitori... le bestiole allietano i padroni, sai?”
Quel suo tono, quel suo sguardo, era così eccitante, così intenso, così capace di leggermi nel profondo.
"Oh, il mio signore è troppo gentile.." arrossendo a quel suo complimento "Farò in modo che il maresciallo non abbia segreti per me..." con aria complice "Dopotutto, può esserci comodo un centro di potere, dico bene mio signore?".
Eseguivo sempre il volere del mio signore, egli era così attento ai miei bisogni, così generoso da darmi sempre tutto ciò che desideravo.
Era così da sempre, e io lo adoravo per questo, e poi era anche molto attento ai miei bisogni e ai miei capricci.
Oh, e questa volta non era da meno, sentendo le parole sui domestici.
"Il mio signore mi ha lasciato un regalo, devo dedurne?" tutta eccitata "Certo, addomesticherò le bestiole per il mio piacere, perchè mi tengano compagnia in vostra assenza..." sospiro "Vi attendo sempre con ansia, lo sapete non è vero?" guardandolo supplichevole.
https://media.giphy.com/media/Diul6xx1xCWre/giphy.gif
Altea
08-04-2018, 13.22.11
Ascoltai il ragazzo e lo esaminavo attentamente.. Stranamente era diventato cordiale e meno spavaldo ma forse aveva paura di perdere il lavoro ma Salamano aveva ragione nel dire era di animo buono.
"Non sei mai stato a Chanty? Si tuo zio ha detto abiti in un borgo sperduto e spero un giorno me ne parlerai. Il bosco di Chanty è una delizia per gli occhi e l'udito.. Adoro il gorgogliare del fiume, anche se.. racchiude segreti." i miei occhi furono percorsi da quel solito lampo.. Lì a pochi metri dal mio nuovo palazzo vi stava il Castello della mia famiglia." Non dare confidenza ai militari e parla poco del Clero.. Questo mi ha sempre detto mio padre, il Conte Gustav de Bastian".
La Pieve si mostrò davanti a noi e scesi da cavallo, era decadente e aveva bisogno di lavori ma era sempre la Casa del Signore.
Furio suono' la campanella ed uscì un Frate e sorrisi.. "I miei saluti sono la Contessa Altea de Bastian" ebbi un fremito.. dovevo aggiungere forse Casolare ma evitai, non ero parte di quella famiglia "Padre Anselmo, mio maestro e confessore, mi disse di rivolgermi qui per la confessione e le preghiere.. dopo sposata" e pronunciai quelle ultime parole tutte di un fiato e seccatamente.
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Guisgard
09-04-2018, 00.35.16
Quel sogno enigmatico, persino inquietante ed Elv si svegliò di colpo.
Ci misero alcuni istanti i suoi occhi per abituarsi alla penombra della stanza con le tende ancora chiuse nonostante fosse giorno.
Notò allora una figura accanto a lui che lo guardava.
Era Gwen.
La guardò stupito di vederla là in quella stanza.
“Chissà...” disse lui col suo accento straniero “... forse potrei raggiungerti... chi può dirlo... vedremo nel Tempo... mirabile virtù il Tempo... nulla crea e nulla distrugge...” fissando Lys con i suoi occhi mutevoli, profondi, mutevoli e sfuggenti... attenta al nostro maresciallo...” un ghigno ed il suo volto si dissolse nello specchio, lasciando il posto al viso riflesso di lei.
“Io non do confidenza a nessuno e poco mi interesso degli affari altrui.” Disse Furio a quelle raccomandazioni di Altea.
Il suo mulo camminava accanto al cavallo di lei e di tanto in tanto il giovane lasciava delle occhiate alla ricca dama.
Erano sguardi semplici, a volte impacciati per paura di essere scoperto e giudicato inopportuno, fugaci, persino insicuri.
“Comunque è molto bello qui...” guardandosi intorno “... sono spazi sconfinati... un mare di colline che si perdono fino a dove arriva la vista e proseguono forse dove solo i sogni giungono...” fissando i poggi macchiettati dagli ulivi, dai cipressi e dai campi di girasoli, tra casali isolati e sentieri serpeggianti come nastri dorati al docile Sole di Aprile.
Giunsero infine alla Pieve.
L'ingresso del Santo luogo si trovava sotto un basso porticato squadrato ed ammantato d'edera e rampicanti, decorato con alcuni bassorilievi consumati dal tempo come spesso si può ammirare nell'arte romanica.
Sopra il porticato si ergeva un campanile racchiuso da quattro pilastri quadrangolari, al quale era appesa una campana resa verdognola dalle intemperie.
https://i1.wp.com/www.giornaledibarga.it/wp-content/uploads/2017/09/Loppia_campanile_88341.jpg?w=352&h=469&crop
Altea
09-04-2018, 00.44.53
Sorrisi e lo guardai..che caratterino.."Ti stavo solo mettendo in guardia, se non dai confidenza a nessuno ben venga, pure io non lo faccio...i sogni" sospirai "Fortunato tu che ne hai" con aria malinconia osservando i poggi che esplodevano di trionfante bellezza bucolica, perfetti come in un dipinto.
Lo osservai, avvertivo il suo sguardo su di me e poi un certo imbarazzo..non sapeva io non potevo sentire niente, ero fredda, di pietra per qualsiasi uomo...solo per uno..per quegli occhi azzurri e misteriosi e quei meravigliosi capelli bruni che avevo afferrato nelle mie visioni provavo attrazione il chè equivaleva alla morte per me.
Raggiungemmo la Pieve e suonai il campanellino...eppure mi sembrava di aver vissuto già questo momento.
Lady Gwen
09-04-2018, 00.45.13
Non riuscì subito a identificarmi, essendosi appena svegliato.
Poi, vidi la sorpresa nei suoi occhi e mi piacque quella nuova luce.
Continuai ad accarezzargli il viso, i capelli così neri.
Poi mi avvicinai appena, di poco, come per poter studiare da vicino quel bellissimo volto e per sentire ancor di più quella vita pulsante, il respiro caldo.
"Quanta meravigliosa e umana perfezione..." sussurrai pianissimo, quasi fra me e me, osservandolo incantata da tanta bellezza, che mai avevo trovato in un mortale.
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Guisgard
09-04-2018, 00.58.46
Altea e Furio giunsero alla vecchia Pieve che sorgeva appena fuori le mura di Monsperone.
Altea suonò la campanella e poco dopo una figura austera apparve sull'entrata.
Era un monaco alto e robusto, dallo sguardo pensieroso, l'espressione seria, il volto senza barba o baffi e capelli bianchi.
“Pace e bene.” Disse benedicendo la dama ed il giovane.
Elv la guardò stupita, ancora vagamente confuso per essersi appena svegliato.
La mano di Gwen piano accarezzava il suo volto pulito e le sue dita scivolavano lente fra i suoi capelli neri.
Restò in silenzio, godendosi quelle carezze, fissando gli occhi di un verde rossastro di lei, la sua bocca dalle labbra morbide ma pallide.
Restò così, con la testa che affondava sul cuscino per un lungo istante.
Poi sorrise appena.
“Credo di aver dormito più del previsto...” disse sussurrando.
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Altea
09-04-2018, 01.03.01
Uscì un frate, il viso preoccupato ed austero e guardava attorno, forse pensava fossero quegli uomini che mio padre disse erano contro il Clero.
Sorrisi al frate.."Grazie per ospitarci alla Casa del Signore, sono la contessa Altea de Bastian e padre Anselmo mi disse di rivolgermi qui per le confessioni e le mie preghiere....dopo il mio matrimonio" e dissi quelle parole velocemente e seccatamente, ma dovevo parlare con qualcuno dei miei tormenti e solo un uomo di Chiesa poteva essere la persona giusta.
Guisgard
09-04-2018, 01.09.32
“Prego, figliola...” disse il frate ad Altea “... la Pieve è sempre aperta.” Invitandola ad entrare e una volta nella navatella la fece inginocchiare sull'inginocchiatoio.
Prese la Stuola, si sedette e la benedisse.
“Vi ascolto, figliola...”
Quegli occhi, così belli, intensi, carichi di tutto ciò che desideravo.
Come la sua voce, adoravo la sua voce, quell’accento straniero, quel tono suadente che sembrava sempre celare qualcosa, un mistero che solo lui poteva svelare.
“Quando vorrete farmi questo onore, mio signore, mi troverete qui ad aspettarvi, lo sapete..” con un inchino e uno sguardo che cercò il suo, intensamente perché sapeva che stava per svanire. Oh conoscevo bene il mio signore sapevo che quelle non erano che visite rapide, controlli, saluti affettuosi, che io ritenevo più preziosi di qualunque altro dono.
Oh anche se preferivo decisamente di più quando lui veniva da me di persona, quando potevo stringerlo, bearmi della sua oscura essenza, essere unicamente sua, placare la sete che costantemente mi bruciava l’anima.
E infatti, lui se ne andò.
Sospirai, restando per un lungo istante a osservare la mia immagine riflessa nello specchio.
Cosa aveva detto a proposito delle bestiole che allietano i padroni?
Sorrisi a quel pensiero.
Il mio signore mi aveva lasciato dei regali, aveva detto! Decidi che era giunto il momento di scartarli, nell’attesa che Stuardo mi portasse notizie sul maresciallo.
Indossai un bell’abito e scesi in giardino, iniziando a passeggiare guardandomi intorno, stando però ben lontana dalle aiuole, non si poteva mai sapere che fiori vi si trovassero, e io non volevo certo rischiare.
Lady Gwen
09-04-2018, 01.10.40
Si abbandonò completamente alle mie carezze, con la testa che affondava nel cuscino.
Le ciocche mi scivolavano fra le dita come scampoli di tenebra ed era terribilmente affascinante.
Non diceva nulla, si limitava a godersi quel momento.
Poi sorrise appena ed io lo imitai.
"Sì?" gli chiesi, piano "Qui non esiste troppo o poco, qui il tempo si ferma. Esiste solo ciò che tu vuoi, giovane Elv, devi solo desiderarlo..." sussurrai con tono carezzevole e vellutato, sfiorando con le dita le sue labbra, delicatamente.
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Altea
09-04-2018, 01.13.12
Entrai in quella Pieve decadente, un tempo forse nella sua bellezza di architettura romanica e ora dimenticata ma era sempre la Casa del Signore e seguii il frate e mi inginocchiai.."Io.."sottovoce "Io odio mio marito, non lo amo, mi hanno costretta a sposarlo, a volte vorrei ucciderlo e non riesco ad amarlo...pure Padre Anselmo lo ha detto..è il Tormento dei Bastian, ne parla tutto il volgo..io vedo quell' uomo e lo desidero e lo amo" rimasi in silenzio mentre un lampo folgorante passò nei miei occhi mentre guardavo il chierico con sguardo freddo.
Guisgard
09-04-2018, 01.18.08
Elv restò a guardarla.
Gwen gli sfiorò le labbra con una carezza, insieme a quelle sue strane parole, sussurrate però con un tono che turbò il giovane viaggiatore.
Fissò gli occhi di lei, guardando poi la sua bocca mentre parlava.
Di nuovo provò quelle indecifrabili sensazioni quando lei gli parlava.
“Ditemi...” disse “... che luogo è questo?”
“Figliola...” disse il frate ad Altea “... la vita è una prova... la vostra è questo matrimonio senza Amore... ma non permettete all'odio ed alla disperazione di vincervi...” la guardò “... di che uomo parlate? Chi è costui che desiderate e che amate? Vive in casa vostra? O è un forestiero?”
Altea
09-04-2018, 01.24.12
"Questa prova non l' ho voluta io...lo sapete, non si può combattere contro una prova che non abbiamo scelto noi..sfidare il Destino si è una prova..e forse il Destino mi sarà amico ma.." alle sue ultime parole il respiro si fece irregolare, mi sentivo quasi persa e avvertii un brivido caldo in me nel parlare di lui..oh si ti voglio diceva la mia mente e il mio corpo..e guardai il Chierico come se a parlare non fossi io ma la Dama Nera.."E' forestiero...viene da Afragolignone..lui vive nell' eternità perché così deve essere, è un mistero meraviglioso e da possedere. Non vive a casa mia ma dentro me...è una maledizione che afflige le ragazze del mio Casato, Padre Anselmo ne ha le prove, era un nobile presumo" portando le mani al petto e sentendo battere forte il cuore come se lui stesse accarezzando i bianchi seni.
Guisgard
09-04-2018, 01.29.15
“Figliola, gli Afragolignonesi hanno lasciato queste terre da secoli...” disse il frate ad Altea “... forse la disperazione data dalla tua infelicità ti ha fatto credere in qualche antica leggenda... spesso l'aridità del cuore porta a rifugiarci nei sogni... non permettere che la superstizione ti prenda... vuoi davvero vivere nell'illusione di amare un fantasma? Di desiderare il nulla?”
Altea
09-04-2018, 01.32.36
"Infatti...è un Amore secolare che si perde nella notte dei tempi..e molte altre mie antenate ne sono state vittime, io Padre non ho fatto nulla, io non sapevo di tutto questo fino a una settimana prima delle nozze perché è da bambina che vedo entrambi e poi ho iniziato ad amarlo...e tutte le mie antenate hanno scritto le stesse cose, tutto è tenuto segreto da Padre Anselmo..e io non ne ero al corrente fino a una settimana fa, quindi non mi sono mai fatta suggestionare" sicura di me.
Lady Gwen
09-04-2018, 01.36.42
Studiavo l'effetto delle mie parole sul suo viso, le sue espressioni, le sue emozioni.
Sembrava un po' turbato, ma incuriosito anche.
Poi, la sua domanda.
Già, che luogo era questo?
"È un luogo in cui poter essere qualsiasi cosa o chiunque si voglia. Nessun giudizio, nessuna inibizione, nessun pregiudizio. Un luogo in cui potrai restare tutto il tempo che desideri, se lo vorrai..." risposi, mentre il mio tono si faceva quasi ipnotico.
Abbassai ancora il viso e le mie labbra vermiglie e stranamente vive e piene si poggiarono sul suo collo, lasciandovi caldi e morbidi baci.
Il profumo della sua pelle e del suo sangue era un incantevole bouquet che mi stordiva e mi faceva desiderare di avere sempre di più da quel meraviglioso giovane, giunto alla nostra porta in una notte come tante.
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Guisgard
09-04-2018, 01.36.50
Lys restò a fissare il suo volto riflesso nello specchio, poi indossò un abito e scese giù nel giardino.
Era una bella mattinata di Aprile, con l'aria pulita e profumata che percorreva il verziere ormai già fiorente dei primi boccioli primaverili.
La bella dama prese a passeggiare nel vialetto che tagliava il giardino e ad un tratto sentì canticchiare.
Era la voce di un giovane uomo che però non proveniva dal verziere.
Nel cortile antistante l'ingresso del palazzo, dove c'erano le scuderie, la bella avventuriera intravide qualcuno.
Era un giovane uomo che conduceva un cavallo per le briglie.
“Padre Anselmo...” disse pensieroso il frate “... davvero un uomo di Chiesa vi ha parlato di fantasmi e maledizioni?” Scettico. “Possibile? Io temo per voi, che possiate appassire nella disperazione... molte altre donne, come voi, sono condannate da matrimoni combinati ed infelici... ma la superstizione è innaturale, figlia mia... non dovete cedervi... fate opere di bene, pregate, cercate rassegnazione e sollievo nella Fede... fantasmi e credenze possono solo farvi del male...” allora la benedisse e le assegnò alcune preghiere da recitare come penitenza.
Intanto Furio attendeva davanti alla Pieve.
Altea
09-04-2018, 01.41.46
Scossi il capo..pure questo Frate mi riteneva pazza...non ribattei.."Grazie Padre per i consigli" prendendo le preghiere e ricordando tutte le croci nella chiesetta del cortile, Padre Anselmo era un uomo colto e non diceva stupidaggini.."Posso sapere il vostro nome Padre? Verrò spesso a trovarla, in modo possiate aiutare i poveri..la nostra famiglia lo fa da sempre, ma dovrò tirare la cinghia visto mio marito è molto tirchio" alzandomi e col volto triste...si ero pazza, ero proprio pazza.
Guisgard
09-04-2018, 01.46.53
Le parole di Gwen, la sua voce ammaliante, il suo tono in qualche modo ambiguo e per questo sensuale, poi quel gesto, i baci lasciati sul collo di Elv che chiudendo gli occhi si beò di quelle carezze fatte di labbra.
Si abbandonò per un attimo, quasi ipnotizzato dalla voce e da quei baci di lei.
Le sensazioni che provava, le emozioni suscitate da quella misteriosa donna ed il suo istinto maschile lo spinsero a cercarla, a volere un contatto.
Allora portò le mani verso i lunghi capelli rossi di lei, verso il suo viso pallido e bellissimo.
Ma la porta si spalancò di colpo, squarciando la penombra della camera.
Era Roze, immobile sulla soglia, con un'espressione contrariata e ferita.
“E' fuggito.” Disse soltanto a Gwen.
“Sono Frate Roberto.” Disse il religioso ad Altea. “Attenderò di rivedervi. Per la vostra carità ma soprattutto per sapervi più sollevata e rassegnata, figlia mia.” Con un tenero sorriso.
Furio era fuori, tirando pietre verso uno spiazzo che si apriva sulla vallata verdeggiante dai colori pastello e gli spazi incontrastati.
Mi piaceva quel giardino, lussureggiante, curato, un ottimo posto dove passeggiare e pensare, o dove fare anche qualcosa di meglio nel caso il regalo del mio padrone fosse davvero tale.
Oh, ma i suoi regali lo erano sempre, dopotutto.
Eppure lì non c'era nessuno, constatai passeggiando, e Stuardo ancora non mi aveva detto niente a proposito del regalo al maresciallo.
Quanto diamine di tempo ci voleva per mettere insieme quelle informazioni?
Forse il vecchio pensava che avessi tempo da perdere io?
Beh, non era affatto così, ero ansiosa di compiacere il mio signore, di mettere in atto il nostro consueto piano.
D'un tratto, però, udii una melodia.
Qualcuno stava canticchiando, ma non era lì in giardino.
E dove allora? Mi guardai intorno.
Oh, eccolo, vicino alle scuderie.
Con un sorrisetto incuriosito mi avvicinai al giovane per vederlo meglio.
Dopotutto io lì ero la padrona e potevo andarmene dove mi pareva e piaceva senza che nessuno mi potesse dire alcunché.
"Salute a voi.." con un leggero cenno del capo fissandolo dalla testa ai piedi, incuriosita.
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Lady Gwen
09-04-2018, 02.02.30
Il colpo di grazia decisivo e finale era vicino.
Sentivo che si stava abbandonando sempre più, non opponeva alcuna resistenza e mi lasciava fare.
Assaporavo la sua pelle e mai mi era sembrato di aver trovato qualcosa di simile.
Il desiderio di affondarvi i denti per gustare appieno quella carne così delicata e preziosa era forte, ma secoli e secoli avevano forgiato il mio autocontrollo.
E c'era qualcosa, inoltre, che mi frenava, qualcosa di nuovo che non avevo mai provato.
Qualcosa che mi suggeriva che lui fosse troppo prezioso e unico per farlo, come se fosse nato per essere amato e ciò andava fatto.
Alzai il capo quando sentii le sue mani fra i capelli e sul mio viso e sorrisi, coi miei occhi vermigli che scintillavano nel buio.
Poi la porta si spalancò di colpo.
Voltandomi vidi Roze con un'espressione ferita quasi.
"Fuggito?" ripetei.
A malincuore mi separai da lui e raggiunsi Roze, uscendo dalla stanza e chiudendo la porta.
"Che storia è questa? Che vuol dire che è fuggito?" chiesi, iniziando ad alterarmi.
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Altea
09-04-2018, 02.03.16
Sorrisi al frate.. "Allora ci vedremo Frate Roberto.. E grazie.. A presto".
Prega fortemente e poi uscii.. "Scusa per l'attesa Furio.. Possiamo andare" salendo a cavallo per dirigersi verso il bosco di Chanty e quindi a casa ma il mio volto era malinconico.
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Guisgard
09-04-2018, 02.12.44
Elv stupito vide Gwen alzarsi dal letto ed uscire dalla stanza.
Nel corridoio c'era Roze ad attenderla.
“Quel tipo...” disse “... quell'altro forestiero... io e Tatiana siamo entrate nella camera ma chinandoci sul letto aveva quel Crocifisso al collo... era benedetto ed in un attimo ha quasi preso fuoco la mia mano nello sfiorarlo... lui allora si è svegliato di colpo, prendendo un candeliere e brandendolo... è schizzato poi via, uscendo di casa e svanendo nel bosco... è fuggito a piedi... senza cavalli... Ivan avrebbe voluto inseguirlo, ma è giorno...” seccata.
Altea uscì dalla Pieve e trovò il giovane Furio ad attenderla.
Montarono sulle loro cavalcature e partirono.
Per un tratto di strada lui non proferì parola, poi vinto dalla curiosità cominciò a tossire, per schiarirsi la voce.
“Siete malinconica...” disse “... il frate non vi ha perdonato la scollatura?” Ridendo.
Lady Gwen
09-04-2018, 02.20.58
Respirai a fondo portandomi le mani fra i capelli.
"Avrei di sicuro preferito che voi foste riuscite nell'intento, ma tant'è. Ormai non possiamo più recuperarlo e francamente dubito che gli crederanno, se dovesse dire qualcosa. Magari è stato meglio così, forse sarà più facile convincerlo a restare..." riferendomi ora implicitamente ad Elv e guardando la porta, come se potessi vedere lui davanti a me in quel momento, col mio tono che diventava più lontano, meditabondo.
Già, senza mentire sarebbe stato più facile, o comunque speravo che lo fosse.
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Guisgard
09-04-2018, 02.29.48
Alla voce di Lys, l'uomo si voltò di scatto, restando a guardarla.
Era abbigliato come solitamente apparivano gli stallieri, con pantaloni stretti ed una camicia larga ed aperta un bel po' sul petto.
Aveva capelli bruni e mossi ed occhi azzurri, lineamenti gradevoli ed una barba incolta che gli conferiva un che di ribelle, virile, in contrasto col viso pulito e ben fatto.
“Salute a voi, madama...” disse senza smettere di guardarla tutta.
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“Io direi di ucciderlo.” Disse Roze a Gwen, indicando Elv. “Sgozziamolo, prendiamoci il suo sangue e seppelliamolo. Meglio non lasciare tracce...”
Lady Gwen
09-04-2018, 02.40.58
Guardai Roze, coi miei occhi vermigli che la puntarono.
Stava scherzando?
"Nessuno si azzarderà a fare ciò, finché io sarò a capo di questa congrega" sibilai piano, con un basso ringhio gutturale che emerse come dal mio profondo "Nessuno" fissandola ancora.
I miei occhi rimasero ammonitori nei suoi a lungo.
Poi andai via e rientrai nell camera.
Guardando Elv, la mia espressione si addolcì.
Lo raggiunsi di nuovo sul letto, come prima.
"Il tuo compagno è fuggito..." gli rivelai.
Ma ora iniziava la parte interessante.
"Ti ha abbandonato qui come se fossi una scarpa vecchia da buttar via. Se n'è andato, e non ci ha pensato su mezzo secondo a liberarsi di te. Non è ciò che fanno i veri amici... Io non abbandonerei mai un amico... Un amico come te, soprattutto..." sussurrai, riprendendo ad accarezzargli il viso.
Stavolta il mio tono era più tenero, ammorbidito, quasi lacrimevole, perché dovevo convincerlo a restare, con ogni mezzo.
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Guisgard
09-04-2018, 02.46.40
“Setto...” disse incredulo Elv “... fuggito? Possibile? No, lui non lo farebbe mai... perchè poi fuggire? Da qui?” Mentre Gwen aveva ripreso ad accarezzarlo. “Che senso ha? Perchè mai è fuggito?” Lei continuava con quelle carezze che di certo sortivano effetto sul giovane. “Perchè...” fissandola “... perchè continui ad accarezzarmi così? Sembri... si, sembri una bambina che gioca col suo balocco nuovo...” sfiorandole piano la mano con cui lei lo toccava.
La guardava negli occhi, cercando di comprendere la natura di quella rgazza.
Una creatura misteriosa e sensuale che gli suscitava sensazioni contrastanti.
Oh, il mio signore aveva ragione, dopotutto, mi aveva lasciato davvero dei bei regalino in giro per il palazzo, delle bestiole da compagnia.
E non era niente male il ragazzo, accidenti, niente male.
Dall'abbigliamento, il luogo in cui l'avevo trovato doveva essere uno stalliere.
Mi piaceva quel suo aspetto così virile e selvaggio mentre i lineamenti puliti denotavano altro.
Sì, mi piaceva parecchio il ragazzo, e mi piaceva anche il modo in cui mi guardava oh sì, assolutamente.
"Non ho avuto ancora modo di incontrare tutta la servitù, siete il nostro stalliere?" guardandolo tutta a mia volta, uno sguardo lascivo, intenso ma contemporaneamente superiore, io ero la padrona e doveva comprenderlo fin dall'inizio, la mia parola era legge, il mio piacere veniva prima di qualunque altro capriccio.
Dopotutto è vero che le bestiole allietano i padroni, dico bene?
Lady Gwen
09-04-2018, 02.56.10
Sorrisi fingendo dispiacere.
"Eppure lo ha fatto. Lo ha fatto perché lui non è come te. Lui non ha il tuo coraggio. Tu non fuggiresti mai, lo so... Soprattutto perché nessuno qui ti tiene prigioniero... Potrai andartene se vorrai, o potrai restare, se tale sarà il tuo desiderio..." risposi ancora.
Poi, la tenerezza e il candore di quelle sue parole.
"Perché mi piaci, viaggiatore..." risposi, col medesimo candore infantile, piegando appena il capo di lato "Posso essere per te qualsiasi cosa tu voglia..." continuai, rispondendo alla seconda frase ed intrecciando la mano con la sua, mentre il mio tono si scaldava appena.
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Guisgard
09-04-2018, 03.00.19
Elv ascoltò e guardò Gwen incuriosito.
Ma quel suo tono così mutevole sapeva sempre turbarlo.
“Ah, ecco...” disse stringendo la sua mano “...qualunque cosa? Eppure non mi sembrate così docile, sapete? Anzi, tutt'altro... o magari quel candore infantile è reale?” Fissandola.
Lady Gwen
09-04-2018, 03.05.37
Ricambiai la sua stretta, ma senza stringere troppo, perché avrei potuto spezzarlo con un solo tocco, tali erano la forza della nostra razza e la fragilità del corpo mortale.
Sorrisi alla sua domanda.
"Tu cosa dici?" gli chiesi a mia volta "E soprattutto, per te fa differenza, se esso sia o meno reale?" guardandolo negli occhi incuriosita, e quasi divertita.
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Guisgard
09-04-2018, 03.10.52
Lo stalliere ricambiò quello sguardo di Lys, quasi con un sorriso compiaciuto ed irriverente, come se capisse il genere di donna che aveva davanti.
“Si, sono lo stalliere...” disse “... Aegos, per servirvi, madama.” Con un inchino sarcastico. “Nè messere, né cavaliere e neanche milord... solo uno stalliere abituato a trattare con cavalle e mule, mia signora.” Con fare canzonatorio.
Elv sorrise, tenendola per mano.
“Non so...” disse fissando Gwen “... io però, come maschio, sono abituato a prendere l'iniziativa ed a fare la prima mossa.” Divertito, tenendo la sua mano intrecciata a quella di Gwen. “Ma mi incuriosisce tutto ciò... questo palazzo e voi... vivete come una nobildonna in esilio dal mondo... almeno così sembra...”
Lady Gwen
09-04-2018, 03.21.08
Non lasciava la mia mano, ed era tenero, dolce, vagavo in acque inesplorate.
Perché non avevo mai conosciuto nessuno con tale sensibilità.
E si incontravano innumerevoli persone in mille anni, questo era certo.
Sorrisi con vaga malizia; già, ma qui niente valeva, di tutto ciò che valeva per gli altri.
Eravamo noi, punto e basta.
Non c'erano regole, convenzioni.
Mi colpirono le sue parole su di me.
"L'esilio non è male, se si sa come ingannare l'attesa..." ribattei allora, divertita.
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Guisgard
09-04-2018, 03.28.06
“All'attesa...” disse Elv a Gwen “... attesa per cosa? Cosa attendete?” Guardandola, senza lasciare la sua mano. “Siete una misteriosa ragazza, se mi permettete... siete giovane, bella e nobile... eppure segregata qui mi sembra uno spreco... vivete ritirata dal Sole e dal mondo...” sorridendo “... e se io ora vi invitassi ad uscire? Anche solo in giardino... a cercare un fiore appena sbocciato, un frutto maturo o anche solo a passeggiare sotto i platani in fiore, visto dicono porti fortuna...”
Lady Gwen
09-04-2018, 03.35.16
Stavo per rispondere, ma mi ammutolii alla proposta.
Ma perché la gente amava così tanto il sole e la luce del giorno?
Cosa c'era di interessante in tutto ciò?
Abbozzai un sorriso.
"Non amo il sole, ma sarei comunque felice di rubarti una passeggiata al chiaro di Luna, stasera..." proposi io, con tono invitante e convincente.
"Fortuna, dici? È questo che cerchi?" gli chiesi, curiosa "Qual è il tuo grande desiderio adesso, giovane Elv?" mormorai, guardandolo.
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Guisgard
09-04-2018, 03.37.57
“Benissimo, la Luna è più magica del Sole.” Disse Elv sorridendo a Gwen. “Allora conterò le ore che mi separano dalla sera.” Fissandola. “Ciò che più desidero? Oh, quanta grazia... siete forse una fata? Un'incantatrice?” Divertito. “Qualunque desiderio?”
Lady Gwen
09-04-2018, 03.45.14
Sorrisi, stavolta di un sorriso autentico e sincero, alle sue parole sulla nostra passeggiata serale.
Già, anche io attendevo con ansia.
Soprattutto perché era la conferma che aveva deciso di restare.
Assunsi un'espressione divertita.
"No, non una fata..." risposi "Qualunque, sì. È forse troppo impossibile il tuo desiderio?" curiosa.
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Guisgard
09-04-2018, 03.47.16
“Chissà...” disse Elv a Gwen fissandola “... forse è un capriccio, forse un'illusione o magari un sogno... io... io vorrei che tu ti innamorassi di me... perdutamente...” guardandola e stringendo la sua mano.
Lo guardavo, era davvero bello, il suo sguardo poi, così irriverente senza paura di essere inopportuno, troppo sfacciato o altro.
Mi piaceva essere guardata in quel modo, mi piaceva avere qualcuno che tentasse di sfidare la mia ira, che mi tenesse testa, era così eccitante così intrigante la cosa.
"Interessante scelta di parole, signor Aegos..." con un sorrisetto divertito.
Allora mi avvicinai a lui, iniziando ad accarezzargli il petto con fare lascivo.
"E ditemi, con queste cavalle, ci sapete fare?" guardandolo negli occhi, guardandolo tutto dalla testa ai piedi, quel corpo che sembrava perfetto, che non vedevo l'ora di scoprire, assaporare, assaggiare.
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Lady Gwen
09-04-2018, 03.54.30
Potevo dire che mi aveva spiazzata la sua risposta, non per le parole in sé e per sé, ma per il tono con cui lo aveva detto.
Tenero, speranzoso, veramente desideroso che ciò si realizzasse.
Sorrisi appena, sciolsi la mano dalla sua portandola fra i suoi capelli e poggiai la fronte sulla sua.
"È davvero questo che vuoi?" sussurrai.
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Guisgard
09-04-2018, 04.06.00
Aegos guardò Lys negli occhi e sorrise beffardo, sicuro di sé e del suo fascino irriverente e scanzonato.
“Certo, madama...” disse accarezzando il muso del cavallo che portava con le briglie “... volete che ne faccia cavalcare qualcuna? Fino a sfiancarla? Desiderate che la faccia nitrire fino allo stremo, signora?” Con tono ambiguo.
Elv guardò Gwen.
“Si, è questo ciò che voglio...” disse guardandola nella penombra innaturale della stanza “... è questo il mio desiderio... la Luna di stasera mi ascolterà?” Godendosi le carezze di lei fra i suoi capelli scuri.
Lady Gwen
09-04-2018, 04.14.01
Sorrisi e lo guardai.
"Sono sicura di sì..." sussurrai.
Poi lo baciai, tenendo il suo viso fra le mani.
Improvvisamente, la vita.
La sentii colmarmi di nuovo, rendermi di nuovo partecipe di quel calore pulsante che avevo perso per sempre.
Ma l'avevo ritrovato sulle sue labbra, nel suo corpo, nelle sue parole a me rivolte.
Un nuovo alito vitale a rianimare il mio corpo freddo e marmoreo che essudava dal suo respiro, ora unito al mio.https://uploads.tapatalk-cdn.com/20180409/1d32d198815ab719930b41ba200e204f.gif
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Altea
09-04-2018, 17.02.10
Rimanemmo in silenzio per metà del viaggio ed ero persa nei miei pensieri quando Furio interruppe con quella battuta e ridendo.
Mi voltai guardandolo furiosamente.."Non ti permettere..in fondo non sai nulla di me. No, è che mi ha preso per una pazza e per di più una povera donnetta infelice per essere stata obbligata a sposare quell' ignobile uomo" proferii quelle parole talmente in fretta da non avere più fiato per la rabbia e cercai di tranquillizzarmi.."Non puoi capire..non ora..comunque in Palazzo è meglio tu non mi dia tanta confidenza, mio marito non lo accetterebbe" posando lo sguardo nuovamente verso l' infinità della bellezza del bosco.
Mi piaceva quel suo modo di fare, mi divertiva, eccitava, provocava.
Continuai ad accarezzargli il petto e a guardarlo tutto come se io stessa stessi valutando se avevo davanti un cavallo di razza.
E da quello che vedevo, sembrava proprio di sì.
"Mi piacciono i servi così devoti, così pronti a soddisfare i capricci dei propri padroni..." guardandolo negli occhi "Desidero che quando deciderò uscire per una cavalcata voi dovrete essere pronto, così come il mio stallone preferito, sono stata chiara?" con un sorrisetto divertito.
Guisgard
09-04-2018, 17.24.08
Gwen prese il viso di Elv fra le mani e lo baciò.
Le sue labbra, fredde ed aride, incontrarono quelle di lui, calde e pulsanti di vita, unendosi e confondendosi le une nelle altre.
Un bacio vitale, rigenerante che inebriò il giovane viaggiatore e percorse scottante la bella vampira.
I loro respiri si fusero, divenendo per un lungo istante una cosa sola.
Furio restò sorpreso dalla reazione di Altea e non rispose nulla.
Il loro cammino continuò, sotto il mite sole di Aprile, in uno stretto sentiero zigzagante fra ulivi e vitigni in erba.
Risalirono un basso e dolce declivio, fino ad imboccare una stradina fiancheggiata da alti cipressi, le cui cime aguzze si sferzavano appena al lieve vento collinare.
Non lontano si poteva scorgere la sagoma di Monsperone, racchiuso e circondato dalle sue mura rinascimentale.
“Non biasimo vostro marito...” disse ad un tratto il giovane fissando la città “... anche io sarei geloso e non vi dividerei con nessuna... nemmeno con lo sguardo...” proseguendo e senza guardare la dama.
Aegos la guardava con i suoi occhi azzurri e beffardi, mentre Lys gli accarezzava piano il petto scoperto dalla camicia appena slacciata.
“Come madama comanda...” disse con un sorriso marpione, ambiguo, quasi impertinente.
Lady Gwen
09-04-2018, 17.33.17
Lo sentivo, era inebriato da quel contatto.
I nostri respiri e le nostre labbra erano una cosa sola.
Continuavo ad assaporare quelle labbra morbide, che sembravano essere state dipinte e poi intessute di morbido e caldo velluto.
Anche io mi sentivo persa, anche senza la Luna, che ci avrebbe sicuramente ascoltati, fra alcune ore.
Ma adesso, potevamo anche farne a meno.
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Altea
09-04-2018, 17.33.49
Rimasi stupita alle parole di Furio.."Hai una ragazza? Ovviamente non penso tu sia interessato a me..parli come tu fossi geloso, ma non devi essere geloso di mio marito..ma di qualcuno più pericoloso..forse col tempo te lo dirò" sospirai.
Il suo sguardo, il suo modo di fare, mi piaceva, mi piaceva da morire.
Non era da molti guardarmi in quel modo, né essere così sfacciati ma con stile.
Sì, il mio signore aveva ragione, le bestiole aiutano molto i padroni.
E questa bestiola in particolare sembrava scalpitare per soddisfare la sua padrona, cosa che non potevo non apprezzare particolarmente, specie se si trattava di un esemplare così interessante, così impetuoso e appassionato.
"Vedo che ci siamo intesi...." sussurro, ancora più vicina a lui mentre la mia mano scende su quel petto fino a raggiungere la cintura e poi superarla, scendere ancora a testare se il mio bello stallone era già pronto per una bella cavalcata, il tutto fissandolo negli occhi con lo sguardo sicuro, forte, eccitato e lussurioso, senza curarmi del fatto che qualcuno potesse vedermi, senza curarmi di nulla.
Perché in effetti era così, io non mi curavo di nulla che non fossero i miei desideri, i miei capricci, le mie voglie o il volere del mio padrone.
"Io comando.." sussurrai poi, vicinissima alle sue labbra mentre la mia mano continuava a tastare e tormentare quella virilità che speravo fosse eccitata e vogliosa come l'azzurro del suo sguardo.
https://biografieonline.it/img/bio/Eva_Green.jpg
Guisgard
09-04-2018, 17.52.04
Quel bacio continuò a lungo, dove i due giovani assaporarono ciascuno la bocca dell'altro.
Un bacio dal sapore proibito, inebriante, invitante e provocante.
Quasi ipnotico, ammaliante, come frutto di un incanto.
Elv continuava a far sue le labbra avide di Gwen, che baciandolo teneva il suo volto fra le mani.
Lui allora fece scivolare le sue braccia sulla schiena della vampira, cingendole i fianchi e stringendola a sé con le mani, come a volerla stringere più intensamente al suo corpo.
“Io sarei geloso di tutti...” disse con sguardo enigmatico il giovane Furio “... persino del diavolo in persona.” Spronò il suo mulo e senza attendere la risposta di Altea si incamminò fino al portone del palazzo di Fulminaccio, che sorgeva poco prima della collina di Monsperone.
Aegos guardò Lys negli occhi tutto il tempo,senza abbassare mai lo sguardo, senza mai mostrare soggezione verso quella sua padrona.
La lasciò accarezzargli il petto, toccarlo fino alla cintura dei pantaloni e scendere a sfiorargli e stringergli quella mascolinità pronunciata che subito rispose presente al tocco della bella padrona.
E quando lei prese a tastare il suo stallone, un lampo attraversò l'azzurro indomito e selvaggio dei suoi occhi ed un sorriso impertinente ed insolente si accese appena sul suo volto, di chi si sente forte ed orgoglioso.
“Come madama desidera...” disse con il tono di chi non riconosce rispetto, né paura.
Altea
09-04-2018, 18.04.49
A quelle parole rimasi senza parole...cosa intendeva dire..non poteva essersi innamorato di me, nemmeno mi conosceva...ma io non riuscivo a provare nulla, certo era bello, i suoi occhi azzurri splendevano, aveva temperamento..ma forse aveva parlato in generale.
Lo vidi spronare il suo mulo e io lo raggiunsi assieme a Cruz finchè giungemmo a Palazzo.."Ti aspetto a Palazzo...non far intendere siamo andati alla Pieve e ci siamo soffermati a parlare, facciamo finta non ti abbia visto e conosciuto nemmeno per tuo zio, non sia mai lo dica a mio marito" e lo guardai negli occhi, quegli occhi che prima celavano quello sguardo enigmatico.
Entrai a Palazzo e raggiunsi la cucina dove stava Salamano.."Che fame..per favore mi potete servire del the nel mio salottino privato? Questa cavalcata mi ha messo appetito" e uscii aspettando nel salottino e guardando fuori dalla finestra in silenzio.
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Lady Gwen
09-04-2018, 18.05.20
Era sempre più bello.
Quel calore che anche se non arrivava a scaldarmi riusciva comunque ad attraversarmi ed era una sensazione strana, non l'avevo mai provata.
C'era come un ritmo, cadenzato, ipnotico e ammaliante, simile a una danza, che ci univa.
E lui faceva sue le mie labbra con desiderio e senza il minimo tentennamento.
C'era qualcosa di profondo a legarci, indissolubilmente.
Mi sentii poi catapultata sul suo petto quando strinse con foga i miei fianchi. A quel punto mi sistemai, per permettergli di stringermi ancora, più forte, e io accarezzavo il suo petto ben fatto.
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Mi piaceva quello che sentivo, mi piaceva eccome.
Se c'era una cosa che mi aveva sempre compiaciuto era vedere gli uomini belli pronti in mia presenza, come se fossero lì a non aspettare altro che il mio segnale per scatenare la belva che avevano dentro.
Anche in quel momento era così, anche Aegos era palese che non vedesse l'ora di scatenare ogni suo istinto contro di me, e la cosa cominciava ad eccitarmi parecchio.
Lo so che per quel giorno, dopo i tre nel bosco sarei dovuta essere sazia ma... andiamo, chiunque avrebbe spazio per un succulento dolce anche dopo un banchetto da svariate portate.
Dopotutto, avevo detto al vecchio Stuardo di portarmi informazioni sul Maresciallo ma ancora niente di niente, insomma, dovevo pur passare il tempo in qualche modo, o no?
Fissai il bello stalliere con un sorrisetto beffardo, con l'altra mano gli afferrai il collo, lo attirai a me e lo baciai.
Un bacio intenso, fatto di lussuria, fame, eccitazione pura.
Un bacio lascivo e caldo, come un assaggio di quel dolce che non vedevo l'ora di assaporare pezzo per pezzo.
"Vieni con me.." sussurrai poi, eccitata, prendendolo per mano e conducendolo verso il palazzo.
Non avevo ancora inaugurato la mia stanza, ora che ci pensavo.
Guisgard
09-04-2018, 18.25.59
Salamano annuì ad Altea.
La dama raggiunse il salottino ed attese guardando la campagna dalla finestra.
Ma ad un tratto avvertì un capogiro.
Fu costretta a sedersi, provando un senso di vuoto e poi una vampata di calore...
Il giardino era fiorito dei meravigliosi boccioli primaverili, con la giovane sposa che passeggiava tra le eriche ed i gerani.
Teneva in mano un libro di poesie di alcuni poeti classici, quelli che nessuna dama del tempo avrebbe mai letto, o almeno non in pubblico.
Leggeva così di quei versi arditi ed audaci, di passione, fughe ed adulteri.
Tutto ciò le sembrava però il frutto fantasioso di un poetare estetizzante e fittizio.
La vita non è fatta di queste cose.
Giovanissima era andata in sposa al vecchio banchiere e tempo di fantasticare non vi era.
Notò allora alcuni servitori che portavano il vino nelle cantine e vide un garzone, giovane e biondo, che la fissava con insistenza.
In principio non gli diede peso, ma poi notò la sua perseveranza nel guardarla.
Le scappò allora un sorriso.
Dopotutto cosa c'era di male nel guardare un ragazzo?
Un garzone che neanche sarebbe tornato più nel castello.
Infatti andò via e non vi tornò mai più.
Ma quella notte lei lo sognò.
O forse sognò solo il desiderio di sentirsi donna.
“Ecco, madama.” Disse Salamano arrivando col tè. “Posso dopo presentare alla signora il mio buon nipote?” Chiese.
Si baciarono ancora, con lei stretta a lui, sul petto, contro il suo corpo.
Elv assaporava le sue labbra, aprendo appena gli occhi per cercare quelli di Gwen, richiuderli e continuare a baciarla.
Baci dolci, densi del succo del piacere, del profumo inebriante della passione.
Lei sentiva le forti braccia del giovane cingerla, le sue mani stringerla.
I rosso e lunghi capelli della vampira come pendagli sfioravano il volto di lui, come lente carezze cadenzate e sensuali.
“Mi piace che qui sia sempre buio...” disse sussurrando lui sulle labbra di lei “... una lunga ed eterna notte per amarsi...” sorridendo e baciandola.
Subito Aegos rispose al bacio della sua padrona, accogliendo le sua labbra calde e vogliose, facendole sentire la sua lingua umida e lasciva.
Poi lei lo portò via.
Lui sorrise senza dire nulla, seguendo la signora come farebbe uno stallone prese al laccio ma scalpitante nell'attesa di scalciare forte.
Si diressero così in camera di Lys.
Ma nel corridoio Stuarto si avvicinò alla bella padrona.
“Madama, ho raccolto le informazioni richieste.”
Quel fuoco in me divampava forte, impavido, portandosi via tutto il resto e poco importava se non si erano ancora bruciate del tutto le ceneri di quello che ci aveva preceduto, non avevo mai amato il freddo, l'aridità nella mia anima.
Dopotutto quel calore, quel torpore, quella scarica di energia era quanto di più meraviglioso esistesse e null'altro poteva reggere il confronto.
Perciò corsi via, tenendo lo sguardo sulla porta di casa, tenendomi a debita distanza delle aiuole del giardino, dovevo ricordarmi di dare ordine di farle estirpare tutte, non si poteva mai sapere.
Entrammo in casa e mi diressi alla mia stanza, quando Stuardo arrivò, con un pessimo tempismo.
Sospirai, gli affari del mio signore venivano prima di ogni cosa.
"Benissimo!" sorrisi a Stuardo, lasciando la mano di Aegos, per poi voltarmi verso di lui.
"Tu aspettami di sopra, da bravo!" facendogli l'occhiolino "Ti raggiungo!".
Dopodiché, me ne andai nel salottino lì vicino, facendo segno a Stuardo di seguirmi.
"Ebbene?" gli chiesi, sedendomi su un divanetto "Vi ascolto, quali informazioni mi avete portato?".
Altea
09-04-2018, 18.38.53
Mentre guardavo fuori dalla finestra ebbi un capogiro e mi sedetti sulla poltrona ma la mia vista si annebbiò ed ebbi una visione: vidi una donna e aveva un libro di poesie, una ragazza bella ed ardimentosa...non capivo...chi era mai quella ragazza.
Poi la vidi andare verso le cantine, vi era un ragazzo biondo e doveva essere un garzone.
Lei lo amava ma poi fu costretto ad andare via ma lei la notte lo desiderava...un lampo negli occhi...e vidi lui a fianco..si lui...bello e misterioso...non capivo..mi alzai per parlargli...
Entrò Salamano e lo guardai non capendo cosa fosse successo...non era la Dama Nera..chi era quella ragazza e quel ragazzo..e lui che faceva lì vicino guardandomi, ma udii parlare di suo nipote e finsi un mezzo sorriso.."Oh meno male non ha trovato quei banditi nella foresta, prego fatelo accomodare" mentre rimasi ferma nella poltrona a sorseggiare il the.
Lady Gwen
09-04-2018, 18.46.03
Ogni tanto mi imbattevo nei suoi occhi, che cercavano i miei per pochi istanti e poi si richiudevano.
Quel bacio era dolce, ma perché ci prendevamo tutto il tempo per assaporarlo, per gustarlo, senza fretta.
Sentivo le sue mani stringermi forte, con desiderio e passionalità.
Poi tolsi il fermaglio dai capelli e quelli crollarono del tutto.
Rimasi basita dalle sue parole, perché aveva detto esattamente ciò che io volevo indurlo poco a poco a capire e lui lo aveva compreso così, senza che dicessi nulla.
Infatti sorrisi.
Le nostre labbra si schiusero appena e la mia lingua andò ad accarezzare la sua, mentre allentavo la sua camicia.
"E tu?" sussurrai "Anche tu mi ami perdutamente?" sulle sue labbra, un po' maliziosamente divertita, un po' anche incantata dalla piega semplicemente edonistica e sublime che aveva preso la situazione.
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Guisgard
09-04-2018, 18.58.14
“Oh, non temete, ora è nelle cucine.” Disse sorridendo Salamano ad Altea. “L'ho messo a lavorare tra i piatti e le pentole. Un po' di fatica gli farà bene. Più tardi ve lo presenterò.” Sorridendo e servendo il tè alla sua padrona. “E' stata piacevole la vostra cavalcata, madama?” Chiese.
Intanto un lieve vento si era alzato sul palazzo, leggero e malinconico,il cui sibilo sembrava racchiudere quasi un lamento.
Qualcuno nel bosco credeva fosse il canto della leggendaria Rosa Nera.
“Ho raccolto informazioni sul Maresciallo, madama.” Disse Stuarto a Lys. “Egli rappresenta il braccio armato di Monsperone ed è agli ordini del barone. Ma di fatto è lui che detiene il potere. Dicono sia prepotente, violento e poche incline a comprendere gli altri. Ama però la ricchezza e le donne, madama.”
Elv sorrise piano.
“Eh, ti prendi gioco di me...” disse divertito in quel mare di capelli rossi intorno a lui “... tu amarmi disperatamente? Su, neanche mi conosci... o devo pensare che la Luna sia davvero magica in questi boschi?” Facendo l'occhiolino a Gwen ed accarezzandole le labbra.
Lady Gwen
09-04-2018, 19.02.59
Sorrisi piano, giocando di tanto in tanto con le mie labbra sulle sue.
"Io lo avevo chiesto a te..." mormorai piano, cercando il suo petto e la sua pelle sotto la camicia.
Ne sentivo un bisogno irrefrenabile, tale che non avrebbe mai potuto comprendere.
Lo desideravo, ma ne ero anche tentata, tentata dal suo sangue che ribolliva nelle vene ogni volta che lo baciavo, lo accarezzavo o lo guardavo.
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Ascoltai affascinata la descrizione del maresciallo.
Dalla descrizione non sembrava affatto male, anzi, aveva tutta l'aria di essere uno di quegli uomini che mi intrigavano parecchio, quelli che pensavano le donne si intimidissero per i loro modi bruschi ma poi andavano fuori di testa quando si accorgevano che invece, ad alcune donne, quel comportamento non faceva che eccitare.
Avevo un sorrisetto divertito sulle labbra mentre già architettavo il mio piano.
"Benissimo, Stuardo, la prima cosa da fare, come dicevo è mandargli un dono.. cosa potrebbe piacere a un uomo simile?" pensieroso.
"Ama la ricchezza avete detto, e poiché è un militare immagino anche le armi.. dovrei avere quel pugnale incastonato di rubini che potrebbe fare al caso nostro, sì.." annuendo "Il tutto condito da dell'ottimo vino di Lortena, dovremmo averne ancora qualche cassa insieme a un biglietto!".
Un biglietto in cui esprimo il mio desiderio di poter gustare quel nettare diviio in sua compagnia...
Un sorrisetto divertito.
"Dite che è il caso di mandare anche un mio ritratto, in modo che sappia con chi ha a che fare?" con tono lievemente ambiguo.
Altea
09-04-2018, 19.12.40
Dovetti trattenere un sorriso..volevo proprio vedere Furio alle prese con pentole e padelle.."Avete fatto bene..cosi capirà qui si deve lavorare" sorridendo.."Si, diciamo ho visto posti che ho sempre abitato ma non ho mai potuto apprezzare, e ho conosciuto il frate della Pieve".
Ad un tratto si udii un sibilo e i vetri delle finestre tintinnavano...rimasi con le mani immobile nella tazzina da the calda..quante volte avevo sentito il vento echeggiare quel suo lamento..sei tu...tu..dimmi che mi vuoi dire..l' ho visto prima..forse quella ragazza ha pure sofferto come te, ed altre..e forse come me..ho intravisto lui..lo desideravo fortemente.
Cosa avrei dato per amarlo...bramavo le sue mani su di me..fino ad ora non lo aveva fatto..avevo visto sempre lui amare lei e guardarmi sfidandomi..sarebbe giunto a me..così sfuggevole.
Tolsi le mani dalla tazzina bollente, erano arrossate..."Sentite pure voi questo vento Salamano? Cosa udite, ditemi" con curiosità.
Guisgard
09-04-2018, 19.18.35
Elv la guardò con un lampo di passione e sorrise.
“Oh, si...” disse “... io sono già perdutamente innamorato di te...” stringendo a sé Gwen “... è un incanto, vero? Una magia o qualcosa del genere... si, sei una fata... così tutto si spiega...” ridendo piano, quasi sarcastico, per poi baciarla ancora, con più impeto e passione di prima.
“Si, il vento batte spesso su Chanty, signora...” disse Salamano ad Altea “... è la terra dei venti questa.” Annuendo.
Ad un tratto si udirono dei cavalli ed una carrozza entrare nel cortile.
“E' tornato vostro marito, madama.” Il vecchio servitore.
“Certo, madama.” Disse annuendo Stuarto a Lys. “Un vostro ritratto è perfetto. Vedrà la grazia ed il lignaggio di madama, insieme alla sua bellezza. Faccio subito spedire il tutto al Maresciallo, signora?”
Lady Gwen
09-04-2018, 19.37.18
Vidi un lampo di passione nei suoi occhi e nel suo sorriso, mentre mi stringeva forte.
E sorrisi alla sua risposta, così spontanea, mentre mi baciava ancora e la mia bocca assaporava la sua.
Era tutto nostro: questo letto, questa stanza, questo momento.
E stavolta, non era come le altre; volevo che fosse perso, ma anche io volevo perdermi in lui, perché lo desideravo davvero, con tutta me stessa.
Poi, mi sedetti su di lui, senza smettere di baciarlo.
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Altea
09-04-2018, 19.44.33
Guardai Salamano senza dire nulla...si...il vento soffiava spesso ma vi era il suo canto come molti dicevano e solo pochi potevano sentirlo..forse solo io.
Poi sentii una carrozza.."E' tornato mio marito...andiamo" poggiando la tazzina...non che avessi tutta quella voglia di vederlo ma dovetti andare incontro a lui.
Guisgard
09-04-2018, 19.54.56
Si baciarono ancora, a lungo, con reciproco piacere.
Erano baci appassionati, caldi, intrisi di quelle carezze e di quegli sguardi tra i due giovani.
Restarono così, su quel letto, con Gwen seduta su Elv, coprendolo di baci, di carezze e con i suoi capelli rossi.
Trascorse così il primo pomeriggio, senza il che il Sole mostrasse i suoi raggi sempre più obliqui sul bosco e sul palazzo.
Poi, di colpo, Gwen si accorse che Elv si era addormentato.
Non era un sonno naturale.
Infatti notò una figura nella stanza.
Era Nikolaj fermo a fissarla con uno strano sorriso.
Altea scese nel cortile, dove si trovava la carrozza da cui scese Fulminaccio.
L'uomo era scocciato e di pessimo umore.
Inveì con i suoi servi e poi si accorse di sua moglie.
“Sono tutti stupidi quelli che vivono qui.” Disse burbero. “Tutti stupidi questi di Sygma. A furia di stare tra ulivi e girasoli sono diventati tutti stupidi come piante.” Scuotendo il capo. “Ho fame.” Fissando Salamano, non degnando sua moglie nemmeno di un saluto.
Altea
09-04-2018, 19.59.25
Arrivò col suo modo di fare burbero e arrogante inveendo ed imprecando, non mi guardò nemmeno ma io fui superiore e dissi.."Bentornato a casa Accio"...probabilmente gli affari non erano andati bene.
E rientrammo nel palazzo e rimasi in silenzio seguendolo come una oscura ombra.
Lady Gwen
09-04-2018, 20.09.01
Vedevo che era completamente in balìa dei miei baci, le mie carezze, vi si abbandonava completamente e senza opporre resistenza.
Trascorse il primo pomeriggio, mentre i raggi del sole si abbassavano sempre di più, finalmente.
Improvvisamente, però, Elv cadde addormentato ed io sbuffai silenziosamente.
Ero stufa di questi trucchetti.
"Era il lontano 620, quando capimmo che fra di noi non poteva più così tanto funzionare..." dissi con una smorfia, senza voltarmi "Ed era sempre quel lontano 620 quando tu iniziasti ad impegnarti, con lodevole solerzia per carità, ad infastidire chiunque attirasse la mia attenzione. Non pensi sia ora di finirla, Nikolaj?" parlai sempre con estrema calma.
Poi mi voltai per conferma che fosse lui e di fatti lo vidi in un angolo, con uno strano sorriso, mentre io lo guardavo scocciata.
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Guisgard
09-04-2018, 23.55.30
Fulminaccio entrò in caso strillando qualche servo, rispondendo scortese ad un paggio e quasi prendendo a pedate un garzone.
Si sedette su una poltrona ed ordinò a Salamanco di portargli da bere.
“Tu...” disse ad Altea “... sai che mi hai reso lo zimbello di Monsperone? Io, figlio del Sud de riso da questi effeminati che non riescano manco a pronunciare la C quando parlano.” Sputando a terra. “Dovevano chiuderti in convento invece di darti in moglie ad un lavoratore come me.” Seccato.
“Calma i tuoi bollenti spiriti.” Disse Ridendo Nikolaj a Gwen. “Non voglio certo interrompere il tuo idillio con quel pupazzo.” Indicando Elv addormentato. “Volevo solo avvertirti che avremo visite stasera. Qualcuno di molto importante e non credo sia cosa saggia far trovare questo mortale in casa. Dunque vedi di fare in modo di liberartene.” Divertito.
Altea
09-04-2018, 23.58.30
Era iracondo, stava trattando male la servitù.."Smettila Accio, nessuno ti da il potere di fare questo".
Poi le sue ultime parole e un sorrisetto malizioso...si avevo detto a mio padre di mettermi in convento, era meglio ma non capivo.."Cosa è successo? Chi ti ha deriso, spiegati meglio e con calma e poi non criticare il mio accento sygmese" con sguardo duro.
Lady Gwen
09-04-2018, 23.59.59
Visite?
"Ah sì? E di grazia, chi è che si scomoderà a giungere presso la nostra dimora?" curiosa, ma senza abbandonare il sarcasmo.
"Comunque ci penserò io a lui. Anche perché sono sicura che tu avrai di meglio da fare" con tono falso e melenso.
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Guisgard
10-04-2018, 00.05.10
“Tutti mi deridono e commiserano te a Monsperone.” Disse Fulminaccio alla moglie. “Sai cosa dicono di me? Che sono tocco. E di te che sei pazza. Cos'è questa storia che senti voci e vedi spettri? In quale dei tuoi stupidi libri l'hai letto? Dovresti tenere per te queste idiozie. Sei la moglie di Fulminaccio e devi darti contegno. Resterai chiusa in casa per un mese, ecco.” Fissando Altea.
Arrivò Salamano e gli portò del vino.
Poi gli parlò di suo nipote.
“Va al diavolo tu e lui.” Bevendo Fulminaccio.
“Non lo so.” Disse Nikolaj a Gwen. “So solo che viene da lontano, inviato dalla congrega.” Guardò Elv addormentato. “Avanti prendigli il sangue e seppelliamolo nel guardino insieme agli altri.”
Lady Gwen
10-04-2018, 00.08.43
"Dalla congrega?" esclamai, ora seriamente stupita.
"No" sbottai quando parlò di Elv "Non esiste. Mi inventerò qualcosa, ma lui non è carne da macello come tutti gli altri" fissandolo, categorica e perentoria.
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Altea
10-04-2018, 00.09.56
Alle sue parole strinsi le mani piena di rabbia, dovevo trovare una soluzione.."E tu..tu credi alle superstizioni, è una storia su una strana maledizione del mio casato, e dicono assomiglio alla Rosa Nera da cui è partita..credi a dei contadinotti superstiziosi..su avanti Accio...lo dicono a casa mia, lo hanno fatto mie sorelle per gelosia" poi le parole di Salamano sul nipote.."Fallo accomodare..deve servire la cena vero mio caro marito" con sguardo lascivo per farlo rabbonire...ma ero sconcertata..nessuno sapeva di tutto questo, solo i due chierici ma avevano il segreto confessionale...doveva essere uscito dalla bocca di qualche stupida di mia sorella.
Guisgard
10-04-2018, 00.13.42
“Ah, ecco...” disse Nikolaj a Gwen con un ghigno reso cupo dal suo pallore spettrale “... e perchè mai? Cos'ha di speciale questo mortale?” Fissandola.
Fulminaccio si rabbonì, visto il buon senso delle parole di Altea.
Diede ordine di servire la cena.
Salamano annuì.
“Beh, cerca di non dar forza a queste storie...” l'uomo a sua moglie “... spiriti... che sciocchezze.” Brontolò.
Portarono il tutto per la cena e tra i servitori c'era anche il giovane Furio.
Si presentò al padrone e questi lo squadrò con disprezzo.
“Datti da fare o mangerai con i maiali.” Fulminaccio.
Il ragazzo cominciò a servire in tavola, fissando Altea con insistenza e senza distogliere mai lo sguardo da lei.
Lady Gwen
10-04-2018, 00.16.47
"Non ti riguarda" atona e diretta io "Ora esci, così vedo di risolvere questa cosa" guardando Elv accanto a me.
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Altea
10-04-2018, 00.19.05
Ci sedemmo a tavola.."Buon senso...se noti non sono un tipo fronzoli ed euforia, anzi la prossima volta dovresti difendermi mio caro marito" le mani presero la forchetta, sentivo quasi mancarmi le forze...non sapevo nemmeno io cosa credere..ma vi era tutto in quel libro, in quella lettera di Padre Anselmo..e così era.
Sventolai il ventaglio visto il calore di quel momento concitato quando arrivò Furio a servire la cena.
Vidi il suo sguardo, non staccava gli occhi da me..lo guardai nei suoi occhi azzurri..non capivo..era compassione, dispiacere per le urla sentite o cosa.
https://images.davidemaggio.it/pics3/2013/02/Violetta-6.jpg
Guisgard
10-04-2018, 00.21.29
Nikolaj si abbandonò ad un sorda risata che echeggiò sinistra nella stanza.
“Attenta a te...” disse a Gwen andando via “... attenta a te...” uscendo.
La porta si chiuse e per incanto Elv cominciò a svegliarsi.
Furio restò immobile fra la porta e la tavola imbandita, fissando per tutto il tempo Altea.
Fulminaccio mangiò come se nulla fosse, per poi alzarsi e senza attendere che anche sua moglie finisse andò fuori.
Allora Furio si avvicinò alla tavola.
“Madama...” disse “... sparecchio e porto via?” Chiese.
Annuii a Stewart, compiaciuta a quelle parole.
"Benissimo, preparate la cassa di vino, il pugnale..." ordinai "E il ritratto, naturalmente!".
Nel frattempo io mi alzai, raggiunsi lo scrittoio, presi una pergamena, una busta, e scrissi un biglietto al Maresciallo.
"A un uomo che ha tutto... nella speranza di poterlo gustare insieme se vorrete onorarmi di godere della vostra compagnia.
I miei omaggi.
Lady Lys Marbrè
Lo sigillai, lo profumai lievemente con delle preziose essenze e poi lo consegnai a Stuardo, insieme ai doni e al ritratto.
Restai per un momento a guardarlo, sperando che quei doni mi avrebbero permesso di cominciare ad entrare nelle sue grazie.
https://i.pinimg.com/564x/fe/2f/41/fe2f41051b4d7d75f1cabddae70bce46.jpg
Lady Gwen
10-04-2018, 00.25.15
Certe volte non lo sopportavo.
Ma davvero.
"Altrimenti che fai?" io con tono annoiato, mentre usciva.
Elv iniziò a svegliarsi.
"Ben svegliato" sorridendogli "Dovresti fare una cosa per me, stasera..."
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Altea
10-04-2018, 00.25.15
Fortunatamente si alzò e se ne andò senza troppi fronzoli, capii che mio marito non mi amava..e forse era una fortuna almeno non mi avrebbe voluto vicino a sè forse.
Poi si avvicino Furio e lo guardai a quella sua domanda e gli sorrisi leggermente.."Non ho più fame, puoi portare via, grazie...vado a fare una camminata nel giardino, ho bisogno di aria" e uscii per il vialetto che dava verso il bosco, potevo udire il gorgoglio del fiume..amavo quel rumore, non ne capivo il motivo..ma era così e uno strano lampò attraversò i miei occhi.
Guisgard
10-04-2018, 00.31.27
Stuarto prese il tutto ed assicurò a Lys di far avere ogni cosa al Maresciallo.
Uscì dalla stanza e subito incaricò un facchino di raggiungere la città e consegnare quegli oggetti agli uomini del Maresciallo di Monsperone.
Elv si svegliò pian piano ed ancora vagamente intontito guardò Gwen.
“Qualunque cosa...” disse cercando la sua mano.
Altea andò verso il bosco, seguito dallo sguardo chiaro del giovane Furio.
Il crepuscolo avanzava lentamente e l'imbrunire ovattava pigro e silenzioso il verde bosco di Chanty.
Da lontano si vedevano le luci di Monsperone.
Qui in vento era diverso.
Non sembrava alitare malinconico, come invece faceva presso le torri del palazzo.
Come se qui non potesse giungere la misteriosa ossessione che spingeva Altea a credere nella leggenda della Rosa Nera.
Una leggenda racchiusa nel suo palazzo.
Altea
10-04-2018, 00.37.04
Mi sentivo tranquilla, stranamente tranquilla.
Mi sedetti in una piccola distesa di erba dove le margherite e i "non ti scordar di me" ornavano in modo semplice ma affascinante quella piccola distesa di erba fresca. Il fiumiciattolo scorreva lento e chiusi gli occhi per udire quella melodia, immaginai mondi lontani dove potermi rifugiare..oh si, forse lontana da qui non avrei più vissuto questo tormento.
Lady Gwen
10-04-2018, 00.37.12
Presi la sua mano e respirai a fondo.
"Dovresti andar via per un po'... Sì insomma, potrai tornare anche domattina se vorrai, ma stasera devi andar via..." guardandolo "Riceveremo una visita e sarebbe meglio che tu non fossi qui..."
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Guisgard
10-04-2018, 00.41.06
Elv guardò incuriosito e sospettoso Gwen.
“Una visita...” disse perplesso “... una visita che evidentemente non gradirebbe la mia presenza... cos'é? Sei sposata?” Fissandola. “Dovevo immaginarlo...” con tono sprezzante.
Altea si beò di quel sognante crepuscolo, senza più l'oppressione e l'angoscia di quella sua casa così simile ad una prigione.
Ad un tratto però sentì qualcosa.
Un calpestio.
Qualcuno o qualcosa che si muoveva lì vicino.
Altea
10-04-2018, 00.43.32
Mi beavo di quel momento, una bellissima sensazione di pochi attimi e volevo godermela tutta..anche se avesse dovuto finire presto.
Poi udii un calpestio, e mi girai di scatto..chi poteva essere.."C' è qualcuno?" chiesi un po' intimorita visto l' imbrunire.
Lady Gwen
10-04-2018, 00.45.18
Scoppiai a ridere alle sue parole.
"No, mio caro viaggiatore. Non sono sposata..." risposi, ancora divertita ed intenerita.
"Chiunque sia, verrà sia per me che per gli altri, anche se non so perché, ed è meglio per te che tu vada, dammi ascolto" prendendogli il viso fra le mani.
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Bene, anche quella faccenda era sistemata!
Il mio signore sarebbe di sicuro stato fiero di me se fossi riuscita ad entrare nelle grazie del Maresciallo, dopotutto era la persona più importante nei dintorni e il potere piaceva sempre molto al mio signore.
Guardai Stuardo andar via di buona lena e mi concessi un sospiro compiaciuto.
Bene, dove eravamo rimasti?
Oh sì, c'è un bellissimo stalliere nella mia stanza che mi aspetta!
Così, mi avviai verso la mia stanza, passo dopo passo, pregustando quello che vi avrei trovato.
Aprii la porta lentamente e altrettanto lentamente la richiusi dietro di me.
"Allora..." con un sorriso lussurioso "Dove eravamo rimasti?" sussurrai, con voce calda, dando voce ai miei pensieri.
Guisgard
10-04-2018, 00.51.15
Elv guardò perplesso Gwen.
“Beh, sei a casa tua...” disse alzandosi dal letto “... non posso certo imporre la mia presenza... andrò in cerca di Setto e tenterò di capire cosa gli è preso...” aggiustandosi i vestiti.
La voce di Altea risuonò bassa ed intimidita nell'imbrunire.
Qualche istante dopo dalla boscaglia apparve una figura.
“Si sta facendo buio, ero venuto a cercarvi...” disse Furio “... non è consigliabile restare qui sola, madama...” fissandola “... siete sempre malinconica... solitaria... infelice...”
Guisgard
10-04-2018, 00.55.29
Lys tornò così bramosa in camera sua, dove aprì e chiuse lentamente la porta.
Trovò il suo stalliere steso senza riguardo sul suo letto a baldacchino, con le braccia dietro la testa, rilassato e divertito.
“Bentornata, madama...” disse irriverente lui.
Altea
10-04-2018, 00.57.31
Ad un tratto sbucò Furio.."Oh, mi hai fatto prendere uno spavento sai?" alle sue parole sospirai.."Non hai sentito le parole di mio marito su cosa dicono di me..perché sono pazza..ecco perché ero triste dopo essere uscita dalla Pieve, è vero quello che ha detto..io le sento le voci.. è una maledizione di alcune ragazze del mio casato..è vero, ci sono le prove ma non ne voglio parlare...andare alla dimora? Quindi di nuovo in prigione, stavo così bene qui...ma se ci vedono possono pensare male vero?" scostandomi una ciocca ribelle dal volto diafano e angelico che celava dentro qualcosa di misterioso e goticamente meraviglioso, come il diavolo e l' acqua santa..si perché tu ami me..e io stanotte verrò da te..sussultai un attimo e guardai Furio senza dire nulla.
Lady Gwen
10-04-2018, 00.59.23
Si alzò sistemandosi i vestiti, ma vedevo che non era convinto.
Anche io mi alzai e gli abbottonai la camicia, con calma studiata, guardandolo negli occhi.
Poi lo abbracciai e lasciai profondi baci sul suo collo, come un piccolo vezzo prima di lasciarlo andare, accarezzando anche con le dita quella pelle così setosa da mandarmi in estasi ad ogni tocco.
"È solo per il tuo bene..." gli sussurrai ad un orecchio, come per accertarmi che quelle parole gli arrivassero dritte in testa "Solo per il tuo bene, perché non voglio che ti accada nulla..."
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Guisgard
10-04-2018, 01.02.34
Elv restò sorpreso per quelle parole di Gwen.
“Per me...” disse “... perchè mai? Che pericolo corro? Non ho nemici qui, sono straniero... non ho conti aperti, né dispute... non ho motivo per temere niente e nessuno... avanti, quanti segreti... chi è il tuo uomo? E' lui che non deve vedermi qui, vero?” Fissandola negli occhi.
“Per me non siete pazza...” disse Furio ad Altea “... non mi interessa ciò che dicono o pensano gli altri...” offrendole la mano per aiutarla ad alzarsi “... venite, vostro marito è impegnato a contare il denaro guadagnato in città... perchè siete così triste?” Incamminandosi verso casa con lei.
Oh, eccolo lì, il mio bel puledro pronto per una lunga cavalcata.
Guardatelo, come si è sistemato per bene sul mio letto, sembra sia perfettamente a suo agio su quel baldacchino.
"Vedo che mi hai aspettato..." iniziando a spogliarmi, laccio dopo laccio, facendo cadere l'abito a terra, senza curarmi di sistemarlo, per poi avanzare verso di lui in sottoveste.
"Lo sai che non l'ho ancora inaugurato questo letto?" sussurrai con voce calda, iniziando a salire sul letto, per poi raggiungerlo a gattoni e salire a cavalcioni su di lui "È un vero peccato, non trovi?".
Il mio tono è caldo e suadente, il mio sguardo determinato e voglioso, mi chino su di lui, mentre i miei capelli gli accarezzano il viso.
E lo guardo, lo guardo in quei meravigliosi occhi azzurri.
E poi lo bacio, un bacio caldo e intenso, in cui riverso tutta la mia lussuria, il mio desiderio, la mia voglia incontrollata, la mia bramosia senza pari.
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Lady Gwen
10-04-2018, 01.08.58
Aveva ragione ad essere perplesso d dubbioso, ma perché insistere con quella storia?
"No, ti dico. Non è il mio uomo, non ho nessun uomo" ribadii ancora.
"Forse te lo spiegherò, quando e se tornerai..." guardandolo.
Avrei dovuto farlo prima o poi, non poteva continuare a stare qui ignaro di tutto.
Gli altri non avrebbero condiviso, ma era uno dei vantaggi del comandare.
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Altea
10-04-2018, 01.10.01
A quelle parole deglutii e dissi in tono tremante.."Davvero non pensi io sia pazza..non sai quanto le tue parole mi rendano felice..è la prima volta qualcuno non mi sottovaluta" e mi prese per mano, quel gesto così delicato e pure nobile..di un nobile...mi stupì ma forse era dovuta ad una nobiltà d' animo e mi alzai avviandomi verso casa con lui.."Cosa mi rende triste? Il fatto di dover stare vicino a quell' uomo che ora, appunto, sta contando i soldi..e poi..è inutile...da quando sono bambina è così.. appunto si chiama "Il Tormento dei Bastian" e io non posso farci nulla..nulla..anzi vi sarebbe una soluzione, sai quante mie antenate sono morte...amo un uomo..lo vedo ed è irraggiungibile, amo e bramo quell' uomo che la Dama Nera, la Rosa Nera ha amato e ha condannato tutte noi ad amare...ora mi credi pazza?" risi di gusto e amaramente.."E ne parlano i contadini, la gente del popolo, in queste zone la gente lo sa...povero Fulminaccio" facendo l' occhiolino a Furio per poi mettermi a correre nell' erba.."Vediamo chi arriva prima a Palazzo" un attimo di spensieratezza perso in quel crepuscolo.
Guisgard
10-04-2018, 01.17.05
Elv guardò Gwen ed annuì poco convinto la ragazza.
Finì di sistemarsi la camicia e poi raggiunse la porta.
“Andrò in cerca di Setto.” Disse alla ragazza. “Fai preparare uno dei miei capelli, per favore?”
Quelle parole di Altea lasciarono Furio sorpreso, stupito.
Poi prese ad inseguirla.
Cominciarono a correre per vedere chi arrivasse prima al palazzo.
Lui correndo la raggiunse e la superò.
Davanti al portone però si fermò e la prese per mano.
“Parlatemi di quella leggenda... ora...” disse fissandola con tono serio.
Altea
10-04-2018, 01.28.26
Correvo e ridevo, quando lui mi superò.."Ehi ma non vale, tu non hai queste gonnellone ad impedirti a correre, nessuno mi ha mai battuto nella corsa".
Arrivammo sulla soglia del portone maestoso del Palazzo, ansimante e poi la sua mano nuovamente nella mia e la strinsi, mi stupì la sua domanda e lo guardai perplessa.."Davvero la vuoi sapere? Non vorrei turbarti o cosa...la Dama Nera o Rosa Nera è una mia antenata vissuta nel mio castello o in qualche palazzo al Tempo in cui vi era il Duca con il suo seguito di capomazdesi e afragolignonesi, quando comandava a Sygma quindi si perde nei secoli, non molti. Ella era sposata, anzi fu data in sposa a un nobile tiranno ma si innamorò di un nobile cavaliere Afragolignonese a seguito del suo regnante...si incontravano segretamente ma lui poi fu costretto ad andarsene quando vennero cacciati da questi territori e lei patì le pene dell' inferno fino alla fine dei suoi giorni. In punto di morte in preda all' ira per i suoi tormenti vissuti maledì alcune ragazze del futuro Casato dei Bastian, in pratica molte ragazze, come me, la vedono, la sentono soffrire e vedono loro due amarsi..e si innamorano di lui..è bello sai, il problema è che per sconfiggerla una dovrà innamorarsi di qualcuno e spezzare l' infelicità..ma se pensi è impossibile perché tutte quante amiamo quell' uomo..." lo guardai per un attimo e quel lampo attraversò gli occhi verdi.."Padre Anselmo mi ha mostrato il libro prima di sposarmi, tutte le ragazze sono morte gettandosi dal balcone più alto della torre del castello e fuori vi sono le loro tombe" e rimasi in silenzio.."Non volevo rammaricarti, è un tormento e una malinconia tutta mia, strano è che in certi posti non l' avverto..come prima vicino al fiume ma vi è un dipinto della Dama e io sono uguale a lei" sospirando.
Guisgard
10-04-2018, 01.33.28
Aegos vide Lys entrare e poi cominciare a spogliarsi piano.
La guardò cambiando espressione.
Non più quel sorriso irriverente, ma uno sguardo diventato ardente, voglioso, che tradiva un desiderio sempre più insopportabile.
Lei lo raggiunse e salì a cavalcioni su di lui, iniziando a baciarlo con fare lascivo, proibito, voluttuoso.
E lui affondò le mani nella sua sottoveste, la sollevò e scoprì i bei seni della sua padrone, che prese a stringere forte, tormentando la bella padrona.
Furio ascoltò con attenzione ogni parola di Altea.
“Dunque” disse il giovane “è un fantasma che tormenta voi e tutte le vostre antenate? Uno spettro che vi nega la felicità? Un demone che vi tiene legate ad un gioco di infelicità?” Quasi con rabbia.
Lady Gwen
10-04-2018, 01.35.07
Mi guardò a lungo e poi annuì.
"Certo" dissi a mia volta.
"Posso avere un bacio, prima di lasciarti andare?" gli chiesi, con tono morbido, accomodante, col mio sguardo quasi languido nel suo.
Poi avrei chiamato Marko, Volos o chiunque fosse stato a disposizione per preparare un cavallo.
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Altea
10-04-2018, 01.42.40
"Esattamente.. In un certo senso si.. Demone.. Io non lo definirei tale perché è stata la Rosa Nera a volere tutto questo.. E così lei vivrà il suo amore per l' eternità.. Ha i capelli mori e gli occhi azzurri ed enigmatici.. Oh non sei tu" sorridendo anche se questo ragazzo aveva lo sguardo di qualcuno che celasse qualcosa.. Sempre enigmatico. Guardai per un attimo la sua mano nella mia.. Un gesto intimo quasi.
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Guisgard
10-04-2018, 01.46.46
Elv si voltò e la guardò per un lungo istante.
Il suo sguardo era duro, severo.
Poi, come vinto da ciò che vedeva, dagli occhi di lei, i suoi capelli, le sue labbra.
Cedette alla sua bellezza e sensualità, avvicinandosi e baciandola con passione.
Un bacio animato da slancio, da impeto, da desiderio misto a rabbia, forse gelosia.
La strinse a sé e la baciò con furore, togliendole il fiato.
“Io detesto questa leggenda ed anche quel dannato spettro.” Disse Furio con impeto.
Il suo vigore giovanile, la rabbia dettata dalla sua età avevano acceso quegli occhi chiari e limpidi. “Se...” esitò “... se fossi vostro marito sarei geloso anche dei demoni che attentano alla vostra anima...” stringendo la mano di Altea.
Lady Gwen
10-04-2018, 02.02.18
Alzai appena un sopracciglio vedendo la durezza della sua espressione, ma attesi, in silenzio.
Infatti, la ricompensa della mia attesa non tardò ad arrivare.
Mi baciò con slancio, ardore, passione, come se quella interruzione non ci fosse mai stata.
Sentivo anche un sentimento molto più forte degli altri.
Rabbia?
Gelosia?
Qualsiasi cosa fosse, era fantastico e travolgente.
Ed ero contenta che quei contrasti fra noi si fossero appianati.
Mi staccai da lui sorridendo.
"Ti aspetto domani, abbiamo una passeggiata al chiaro di Luna da fare..." sorridendo "Dai, ora va', Marko preparerà uno dei tuoi cavalli..." spingendolo con dolce scherzosità e sfiorando ancora il suo petto.
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I suoi occhi si fecero ardenti, caldi, sempre più intensi, erano il riflesso dei miei.
Allora mi abbassai a baciarlo e lo intrappolai tra le mie labbra, ancora e ancora.
Bramavo sempre di più il nettare che poteva darmi, l'ardore e la passione che mi consumavano.
I nostri baci erano pura lussuria, le nostre mani si rincorrevano sui nostri corpi ancora e ancora, con una bramosia che cresceva ogni momento di più.
Poi le sue mani su di me, sotto quella sottoveste che non era altro che un impiccio al momento.
Riuscì lo stesso a raggiungere il mio seno, però, prendendolo fra le mani e facendomi sfuggire un lungo gemito di piacere.
A quel contatto il mio sguardo si incendiò ancora di più.
Allora, vinta dalla frenesia della passione la tolgo, dall'alto, la butto via in un angolo.
Non serviva più ora, da quel momento esisteva solo la nostra cieca lussuria.
Iniziai a spogliarlo, in modo rapido, frenetico, ansimando appena.
"Spogliati!" ordino in un sussurro fatto di gemiti.
Lo volevo tutto, lo volevo subito, lì, adesso.
Non ero abituata ad aspettare, nessuno più di me sapeva quanto fosse prezioso il poco tempo che ci veniva concesso, e intendevo assaporarne appieno ogni istante.
Altea
10-04-2018, 16.40.09
Rimasi perplessa a quelle parole di Furio, sentii le sue mani stringere forte le mie.. "Geloso? Sei forse geloso di me?" non capivo il motivo.
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Guisgard
10-04-2018, 18.15.56
Elv guardò di nuovo Gwen negli occhi e senza aggiunger altro uscì dalla stanza.
Come ordinato dalla bella vampira dai capelli rossi, Marko aveva preparato uno ei cavalli con cui Setto ed Elv erano arrivati al palazzo.
Il giovane viaggiatore montò in sella ed andò via, sotto lo sguardo enigmatico di Nikolaj che lo guardava da dietro le tendine di una finestra.
Lys, in balia di un'eccitazione sempre più forte si si tolse la sottana, gettandola in un angolo della stanza diventata di colpo bollente.
Aegos allora restò a guardarla con i seni ormai liberi.
La guardava rapito, estasia da quelle forme sode e perfette, calde ed invitanti, ardenti e peccaminose.
La guardava toccando quei seni ben fatti, con le dite e le mani che li avvolgevano, li tenevano stretti.
Guardava perso ed eccitato tutta quella grazia con occhi lascivi.
La giunonica padrona cominciò a spogliarlo e lui subito le diede una mano, muovendosi come un forsennato sotto di lei per togliersi la camicia ed abbassarsi i pantaloni.
Ma proprio in quel momento qualcuno bussò.
“Madama...” disse da fuori Stuarto “... posso entrare?”
“Si, lo sono.” Disse il ragazzo guardando negli occhi Altea. “Non dovrei esserlo? Siete sposata, no? E se anche foste libera magari neanche degnereste di uno sguardo uno sciocco ragazzo come me, vero? Ma a me non importa nulla.” Con un impeto nella voce che sembrò accendere ancor più i suoi occhi chiari. “Non mi importa di niente e di nessuno che non siate voi.”
Il portone si aprì ed apparve Salamano, che naturalmente non aveva sentito nulla di ciò che il nipote aveva detto ad Altea.
“Ben tornata, madama.” Salutando la padrona. “Prego, vostro marito è già andato a letto. Era molto stanco.”
Furio invece si fiondò nel portone e corse via, verso il cortile.
“Ehi, che modi!” Lo riprese suo zio. “Perdonatelo, deve ancora imparare bene l'educazione, signora.” Sorridendo il vecchio alla bella dama.
Altea
10-04-2018, 18.22.50
A quelle parole mi portai le mani al petto, il cuore ebbi un flebile battito, mai nessun ragazzo si era rivolto così a me, anzi per l' impudenza avrei dovuto dargli un sonoro schiaffone ma balbettai.."Io..non giudico mai nessuno..poiché pure io sono giudicata, non ti avrei mai detto eri di basso livello".
Salamano arrivò aprendo il pesante cancello e staccai le mani dalle sue guardando quello sguardo chiaro accendersi di calore e vitalità..i suoi occhi emanavano calore a differenza dei miei apatici e freddi, non capivo..mi aveva conosciuto da poche ore e proclamava un amore eterno, speravo non fosse un inganno.
Ma non vi fu tempo per pensare e lo vidi scappare alle parole di Salamano.."Oh grazie, ero andata a prendere un po' d' aria e Furio era preoccupato per me. E' un bravo ragazzo...ma ditemi..sembra un ragazzo enigmatico a volte, avete detto sognatore..perché dite deve essere messo in riga?" perplessa e preoccupata per lui che era svanito nel nulla, mentre mi avviavo a Palazzo.
Lady Gwen
10-04-2018, 18.27.05
Andò via senza aggiungere altro e lo guardai dalla finestra, mentre si allontanava.
A qualche vetrata di distanza c'era Nikolaj.
Rimasi per un po' in silenzio.
"Quando arriverà il membro della congrega?" chiesi ad un certo punto, mentre ormai Elv era sparito all'orizzonte?https://uploads.tapatalk-cdn.com/20180410/406a35fffc67406674245a03ee7734ae.jpg
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Ero fuori di me, completamente consumata da quella passione, da quel desiderio che mi entrava nelle viscere, che si diramava in ogni parte di me.
I miei occhi erano intensi, il mio sguardo infuocato e bramoso.
Mi muovevo con una frenesia incontrollata togliendogli la maglia, armeggiando con la cintura.
Lui era meraviglioso, i suoi occhi nutrivano il mio desiderio, la sua lussuria moltiplicava la mia e il suo corpo perfetto non faceva che accrescere a dismisura il fuoco che mi divorava ogni istante di più.
D'un tratto si sentirono dei colpi alla porta.
Non mi importava, continuai a spogliarlo, guardandolo quasi con sfida, come a dirgli che nulla mi avrebbe fermato.
Era Stuardo, alzai gli occhi al cielo.
Magari aveva notizie sui doni fatti al maresciallo, pensai sospirando.
Dopotutto il volere del mio signore valeva più della mia lussuria.
Però che diamine, quell'interruzione era inopportuna come un'Amamelide un attimo prima di un amplesso.
O un'Amamelide in qualunque altro momento.
Non c'era un momento buono per vedere quel maledetto fiore!
Guardai Aegos sotto di me e sorrisi, eccitata e strafottente.
Beh, visto che non era affatto quel fiore maledetto e io ero ancora padrona di me stessa, non varei permesso a nessuna interruzione di rovinarmi questo momento.
"Sì, vieni avanti Stuardo!" dissi, senza togliere però gli occhi da quelli azzurri e bellissimi di Aegos, e senza smettere di spogliarlo, togliendogli infine i pantaloni e restando nuda sopra di lui.
"Ma vedi di parlare in fretta che ho da fare!" facendo l'occhiolino al mio meraviglioso e nudo stalliere.
Guisgard
10-04-2018, 18.49.31
Elv svanì in sella al suo cavallo nel candore del crepuscolo.
“Forse stanotte...” disse Nikolaj a Gwen, con un enigmatico ghigno sul viso “... non tornerà...” riferendosi ad Elv “... il nostro ospite potrebbe non viaggiare solo e magari avere fame...” ridendo sadico.
Voleva provocarla, intimorirla.
“Ha un animo ribelle, madama.” Disse Salamano ad Altea. “E detto tra noi ha pure un carattere difficile. Per questo ho voluto venisse a lavorare in questo palazzo. Magari la fatica può sferzare il suo essere riottoso.”
Entrarono in casa e subito Altea avvertì una vampata di calore.
Poi sentì qualcuno ridere.
La voce di una giovane donna che rideva.
Rideva felice, appagata, libera.
“Gradite una tisana?” Salamano. “Con miele ed alloro? Vi aiuterà a riposare, madama.”
Ma la voce di quella misteriosa donna era sempre intorno a lei, ridendo spensierata.
Stuarto entrò e si ritrovò davanti quella scena incredibilmente eccitante.
Lys, tutta nuda, seduta su Aegos, anch'egli spogliato e solo con i pantaloni abbassati, sotto di lei, pronti per cominciare quello che sembrava essere un fenomenale amplesso.
Lo stesso stalliere restò incredulo da come lei aveva fatto entrare il vecchio servitore nella stanza, permettendogli di trovarli nudi e pronti per accoppiarsi.
Naturalmente Stuarto non si lasciò sfuggire l'occasione di guardare tutta la sua padrona nuda, visto spesso aveva fantasticato su come poteva essere al naturale la bella e disinibita dama.
Non disse nulla e restò a fissare la signora seduta sul fortunato stalliere.
“Che il diavolo ti porti...” disse seccato ed eccitato Aegos “... cosa fai la impalato? Vattene o ti prendo a calci!”
“Madama...” fece il vecchio “... un messo del Maresciallo di Monsperone è giunto per invitarvi al castello, dove egli risiede. Il Maresciallo vi sta aspettando, dovreste dunque prepararvi.” Guardandola lascivo.
Lady Gwen
10-04-2018, 18.55.10
Forse questo, forse quello...
Mai che si potesse sapere qualcosa.
Mi voltai a guardarlo.
"Sei squallido nel tuo tentativo di fare il bastardo. Quasi ridicolo, oserei dire" con voce atona, fissandolo quasi con noia.
Poi mi voltai e scesi di sotto.
Non era mai arrivato a questo punto, ma che gli era preso in queste ore?
Era come se avesse deciso di mettersi d'impegno per infastidirmi.
Avrebbe fatto meno lo spocchioso, se fosse stato a conoscenza dei miei piani per Elv, ma adesso dovevamo attendere.
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Altea
10-04-2018, 18.58.33
Riflettei sulle parole di Salamano, io e Furio condividevamo la stessa storia, le persone diverse erano considerate da plasmare a identica somiglianza di coloro ritenuti "normali".
Ad un tratto entrando a Palazzo udii una risata di una donna e mi guardai in giro, stavo per chiedere se avessimo ospiti ma mi bloccai..aggrottai leggermente la fronte e una strano calore si impossessò di me.
"Cosa?" dissi con indifferenza a Salamano.."Si, mi aiuterà a dormire grazie" poi di nuovo quella risata..una risata di una donna allegra e spensierata..sembra la eco della mia risata di prima...cosa sta succedendo.
Presi il ventaglio e mi sventolai per il caldo e mi sedetti sul divanetto congedando Salamano, respirai lentamente chiudendo gli occhi e gettandomi sullo schienale della poltroncina.
Sorrisi, divertita, nel vedere che Aegos sotto di me si agitava.
Oh, andiamo, è solo un vecchio impotente, cosa vuoi che faccia?
Ma mi piaceva, quel suo temperamento, quel suo essere così eccitato e, cosa più importante, mi piaceva constatare che la sua eccitazione non era affatto scemata all'entrata del povero Stuardo.
Ascoltai il vecchio con un sorriso compiaciuto.
"Benissimo, dunque!" annuii "Fallo accomodare, offrigli del tè, dei pasticcini, oppure qualcosa di alcolico, una ragazza, insomma quello che gli pare dicendogli che la tua padrona è molto lieta del suo arrivo e si sta preparando per essere perfetta gli occhi del suo padrone, il Maresciallo!" sorridendo "E ora vai.. vai.. sciò!" con un gesto della mano.
Un gesto brusco, rapido che produsse un vento così forte da spostare di peso il vecchio servo, farlo finire fuori dalla porta e chiudere la stessa dietro di lui.
Con poteri del genere, tanto vale usarli anche per le piccole cose.
Ora eravamo di nuovo soli, io e lui.
Senza dire una parola infilai in me quel membro in attesa, caldo e saldo, tenendo sempre lo sguardo fisso negli occhi di lui.
"Che aspetti pure..." iniziando a muovermi sopra di lui con frenesia, ardore, passione, quasi con cattiveria "Che aspetti...".
La voce cominciava ad essere più incerta, velata dal piacere che mi dava quell'amplesso.
"Io non spreco nemmeno un istante..." la voce ormai era trasfigurata, quasi un gemito unico.
No, io amavo vivere ogni istante, ogni momento appieno.
Avevo giurato a me stessa che non avrei sprecato nemmeno un istante che mi fosse concesso, nemmeno uno, che avrei seguito il mio istinto, le mie passioni e i miei desideri sempre, a qualunque costo.
E ora, desideravo lui, volevo lui, disperatamente.
Allora mi lanciai in quell'amplesso, dimenticando il resto del mondo, fregandomene della decenza e del pudore, della morale e di tutte quelle scuse che usa la gente normale per giustificare il proprio non avere il coraggio di prendere tutto ciò che desidera dalla vita.
Mi muovevo su di lui, le mani incatenate alle sue che teneva più alto della mia testa, le teneva salde, mentre mi guardava negli occhi, ansimando sempre di più.
Continuavo, continuavo e continuavo, senza mai fermarmi, senza mai cedere.
Volevo tutto, volevo il piacere immenso che quell'amplesso mi avrebbe dato, volevo rubare la sua anima e legarla a me anche se la mia non sarebbe mai stata legata alla sua, era la mia bestiola dopotutto, legata a me in modo sempre più intenso.
Ogni spinta era più mio, ogni gemito mi apparteneva di più, ogni scarica di piacere era più perso.
E io mi godevo ogni istante, ogni momento.
Sentivo il piacere scorrere in me, sempre più intensamente, sempre più caldo, sempre più intenso.
Oh sì, come mi sentivo viva in quel momento.
Ero viva e nient'altro aveva importanza.
Ero viva e quello era un modo meraviglioso di vivere.
Ero viva e niente e nessuno mi avrebbe potuto sconfiggere.
Nemmeno tu maledettissimo fiore!
Guisgard
10-04-2018, 19.26.26
Era il crepuscolo, quasi incantato, come se la sera stesse trattenendo il respiro ed il Tempo si fosse fermato, bloccato.
Tatiana era su una poltrona giocherellando con una vecchia spilla, mentre Roze le pettinava i lunghi capelli.
Ivan fissava la finestra cercando di scorgere qualcuno, il loro misterioso ospite.
Nikolaj invece faceva girare una clessidra, guardando i suoi compagni immersi nel tepore e nel silenzio di quella penombra sempre più sinistra.
Gwen era con loro.
“Facciamo un gioco...” disse con un sorriso infantile Roze “... come sarà colui che stiamo attendendo? Bello? Brutto? Alto? Affascinante o goffo?” Ridendo. “Sarà straniero? Un'alta personalità, nobile oppure un misero plebeo?” Divertita.
Altea restò sola nella stanza, agitando il suo ventaglio.
La risata era svanita.
Forse un sogno?
Colpa della stanchezza?
Suggestione?
Ad un tratto però avvertì qualcosa.
Come una presenza.
“Sei mia...” disse una voce calda e bassa “... e so che ti piace sentirti così... lo vuoi anche tu...” sentendo un alito caldo sfiorarle l'abito “... e lo sarai per sempre...” come una carezza sul suo collo.
“Ecco la tisana, madama.” Arrivando Salamano.
Quella presenza era sparita.
Lady Gwen
10-04-2018, 19.32.14
La bionda pettinava i lunghi capelli scuri di Tatiana, che giocherellava con una spilla, Ivan guardava fuori, chiuso come sempre nel suo silenzio e Nikolaj scandiva il tempo con una clessidra.
C'era un silenzio sospeso, di attesa, quasi congelato e la sera era ormai giunta.
Infatti mi avvicinai ad aprire tutte le tende in broccato scuro e la luce della luna poté entrare a rischiarare tutto.
Guardai Roze mentre mi sedevo su uno dei divani.
"Come vuoi che sia? È della congrega, sarà uno dei soliti Antichi, conservatori, attaccati alle tradizioni e in apparenza più vecchio del mondo stesso..." sarcasticamente.
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Altea
10-04-2018, 19.38.21
Tutto era tranquillo in quel salottino ora, forse la risata proveniva da fuori sicuramente, o forse era solo il ricordo di quel momento, una suggestione.
Rimasi così ad occhi chiusi quando ad un tratto una voce maschile suadente e penetrante entro in me..le sue mani sul mio seno, un brivido mi attraversò.."Oh si..sono tua, vieni mio amato, possiedimi e prima non è stato nulla con quel ragazzo..tu sei il padrone dei miei pensieri, anima e corpo".
Il mio collo fu attraversato da una carezza e le mie mani seguivano quel tocco.."Il mio corpo brama molto di più, di averti per me, fammi tua..stanotte e per l' eternità".
Ad un tratto entrò Salamano e la mia mano sfiorava il collo fino a scendere sui seni bianchi, il cuore pulsava di desiderio, un desiderio che mi lacerava lo stomaco e le viscere, volevo averlo, sentirlo in me...era lui...bello e unico.
Le gote arrossate e presi il ventaglio e sorrisi forzatamente a Salamano.."Si grazie per la tisana, appoggiatela pure sul tavolino" e rimasi stesa sulla poltrona godendomi quell' attimo di desiderio, quel fremito che batteva fino alla testa e mi dava una sensazione ambigua.
Bevvi la tisana e poi mi alzai.."Meglio io vada a dormire, domani è un altro giorno" ma le mie membra erano ancora accaldate e vogliose delle sue mani, di tutto di lui.
Guisgard
11-04-2018, 01.13.46
Senza accorgersene il vecchio Stuarto si ritrovò fuori dalla stanza, quassi issato di peso da una forza invisibile, mentre la sua bella padrona sul letto si auto infilzò con la spada del suo stalliere.
Lui entrò dentro di lei, la penetrò, in quell'intimo e profondo contatto che in breve accese i corpi dei due.
Lys così, liberato il suo stallone, lo montò con slancio, desiderio, passione, lanciandolo in un galoppo forsennato.
In sella al suo vigoroso cavallo, la signora sussultava, gemeva, godeva sotto il suo vigore, il suo scalciare, le sue spinte, le sue impennate.
In pochi istanti i loro corpi nudi iniziarono a sudare, quasi scivolando l'uno sull'altra.
La loro pelle era bagnata, unta, arrossata da quel continuo strofinarsi reciprocamente, strusciare l'una sull'altro.
Le loro mani erano strette, mentre lei si muoveva sopra di lui, sobbalzando con forza,cattiveria, come a voler testare la forza, la durezza, la resistenza del suo stalliere, che come un vero e fedele stallone si prestava magnificamente ad ogni virtuosismo erotico e sessuale della sua padrona.
Sotto di lei la guardava mentre si scatenava, si sbatteva, fissava quei seni e meravigliosi e sodi muoversi in maniera giunonica, sinuosa, quasi ipnotica.
Quei seni sudati oscillavano, pendevano, con i capezzoli rosati e turgidi andavano su e giù, davanti agli occhi appannati di Aegos che impazziva davanti a quello spettacolo mozzafiato.
Alzò appena la testa, senza mostrare titubanza nel penetrare e sostenere la sua signora, raggiungendo i seni di lei, accarezzandoli con la lingua salata e sussultando al suo orecchio parole sconce, sozze, immorali per farla eccitare e scatenare ancora di più.
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Roze rise a quelle parole di Gwen.
“L'eternità può essere noiosa come null'altro al mondo...” disse Tatiana “... poi se ti ci metti anche tu con i tuoi giochetti...” sarcastica a Roze.
“La nostra Gwen non si aspetta nulla di che...” ridendo Nikolaj “... un vecchio... magari sarà così... potrebbe essere uno degli oscuri maestri o dei cancellieri anziani... chissà... a breve lo scopriremo...”
Lady Gwen
11-04-2018, 01.16.56
Ridacchiai alle parole di Tatiana.
Poi guardai Nikolaj.
"E invece tu cosa ti aspetti? Avanti, su, non essere timido. Tutti siamo curiosi di saperlo..." con tono melenso e sarcastico.
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Guisgard
11-04-2018, 01.26.09
Nikolaj rise fissando Gwen.
“Io mi aspetto...” disse esitando “... in verità mi aspetto poco o nulla... forse un burocrate, o magari qualche vecchio tronco rinsecchito, pallido da star male e dall'alito fetido per i lunghi secoli di eccesso... ecco cosa mi aspetto... spiacente di avervi deluso...” con un inchino teatrale.
Lady Gwen
11-04-2018, 01.30.55
Dopotutto, non mi aspettavo nulla di diverso da Nikolaj, ma ovviamente non glielo avrei detto.
"Vuoi un applauso?" sarcasticamente e batteri le mani una volta sola "Accontentato" con un sorriso falso.
Poi suonai la piccola campanella in argento sul tavolino per chiamare Marko.
"Prepara un calice" dissi al ragazzino.
In effetti, da quando era arrivato Elv non avevo ancora mangiato, se così potevamo dire, ed iniziavo a sentire un po' di languorino.
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Guisgard
11-04-2018, 01.36.09
Nikolaj sorrise ironico.
Poi Marko annuì a Gwen.
Prese un calice e si presentò davanti a lei, inginocchiandosi poi davanti alla giovane padrona e porgendole il calice, in attesa dei suoi ordini.
Lady Gwen
11-04-2018, 01.46.38
Ridacchiai appena.
"In piedi, ragazzino. Non c'è bisogno di esagerare..." facendolo alzare.
Presi poi il piccolo coltellino che gli facevo sempre portare alla cintola e lo incisi lungo l'avambraccio.
Lo vidi stringere forte le labbra, che diventarono bianche per lo sforzo di non esprimere il dolore del gesto.
Poi, posi sotto il calice e quando lo riempii a sufficienza, guarii il taglio.
"Mangia qualcosa e poi vai a dormire" sorridendogli.
"Vi chiederei se vogliate favorire, ma non voglio togliere questo piacere ai vostri giovani adepti. E poi, c'è sempre qualcuno che preferisce cenare nel proprio privè..." sarcasticamente, riferendomi implicitamente a Nikolaj, e a volte neanche Ivan disdegnava con Aleria.
Sorseggiai poi piano e con calma il caldo e vischioso liquido dal prezioso calice, sentendomi subito rinvigorita.
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Guisgard
11-04-2018, 01.58.58
Marko strinse la bocca e chiuse gli occhi mentre Gwen incideva il suo braccio e poi faceva scorrere il sangue nel calice.
Fatto ciò risanò la ferita e congedò senza entusiasmo il giovinetto che pallido andò via.
Quel viscido e rosso nettare rigenerò il corpo della bella vampira, dandole calore e ridestarne le membra.
Gli altri la guardarono con avidità e già col desiderio di fare altrettanto con i loro succubi.
Ma il rumore di una carrozza davanti al palazzo attirò subito la loro attenzione.
"Eccolo..." disse Ivan.
Era qualcosa di divino, di paradisiaco, di celestiale... anche se in realtà era peccaminoso, oscuro, bestiale.
Ma non mi importava, o meglio, era quello che volevo.
Non desideravo la redenzione, né la Grazia, desideravo solo il piacere, la lussuria, il godimento più assoluto.
E quello, quello era il mio paradiso.
Quelle spinte vigorose, quei gemiti sempre più forti, quell'ardore incontrollato, forte, intenso, quello sguardo che si rifletteva nel mio, un azzurro che sembrava tingersi di rosso tanto era lo sforzo della passione.
Il modo impetuoso in cui si muoveva, in cui lanciava il suo corpo in quella cavalcata selvaggia, il suo respiro accelerato, la sua virilità sempre così salda, sicura, forte in me, mi mandavano completamente in estasi.
Quando poi mi afferrò i seni e iniziò a stringerli, toccarli, tenendoli fermi da quella corsa impazzita, altre scariche di piacere intenso e assoluto si diramavano in me.
Calde e intense scariche che rendevano il mio corpo il più devoto tempio del piacere, del desiderio, della lussuria sfrenata.
Abbassai lo sguardo folle su di lui, e lo vidi, quello sguardo, quell'espressione così persa, così rapita, così preda dei miei stessi istinti, delle mie stesse passioni, dei miei stessi tumulti, così impetuosi da riuscire a farmi perdere ogni senno.
E lo persi, il senno, lo persi il controllo.
La vista di quello sguardo, il piacere sempre crescente che dal mio sesso invaso dal suo si diramava in ogni parte di me, i suoi gemiti, il suo ardore, il mio desiderio... era troppo.
Il mio sguardo mutò ancora, giungendo ad essere quasi rosso dalla passione.
Mi lasciai andare, completamente, mi lanciai in quella cavalcata come se avessi abbandonato le briglie del mio stallone e avessi iniziato a lasciarmi condurre da lui, al galoppo, il più sfrenato dei galoppi, su e giù dalle colline, in un movimento estatico, continuo, folle.
Così mi muovevo sopra di lui: sempre più intensamente, sempre più velocemente, con un piacere che cresceva sempre di più in me.
E gridai, gridai, gridai senza quasi accorgermene.
Mi aggrappavo alla spalliera del letto e mi muovevo con una frenesia e una bramosia che non erano seconde a null'altro al mondo, era una corsa disperata ed estatica, un crescendo infinito che poteva finire solo sulla vetta più alta e allora correvo, ancora e ancora, galoppavo sul mio meraviglioso stallone sempre più veloce... e gridavo, perchè null'altro potevo fare quando un piacere così grande, così immenso, così folle si impossessava di me, mi faceva sua, mi sconvolgeva, mi rapiva, mi estasiava, mi dominava, mi divorava.
Oh sì, questa è la vera vita... sorella mia, non sai che ti perdi.
Lady Gwen
11-04-2018, 02.02.58
Quasi mi divertivo a sorseggiare lentamente quel nettare caldo, solo per il gusto di vederli lì, tutti avidi e affamati, mentre già pregustavano la loro cena.
Un rumore di carrozza poi intervenne a rovinarmi i giochi.
Finii il sangue e poggiai il calice sul tavolo.
Poi mi alzai e andai al portone per accogliere il nostro ospite, curiosa di chi avrei trovato.
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Guisgard
11-04-2018, 02.17.34
La carrozza si fermò, con i suoi cavalli che nitrivano in modo nervoso.
Allora subito i vampiri raggiunsero l'ingresso del palazzo, preceduto da un ampio e decadente androne.
Videro la carrozza davanti al portone, dalla quale scese un conducente tutto vestito di nero, con il bavero alto a celare parte del visto ed un ampio cappello sulla testa.
Le braccia erano più lunghe del normale, quasi fosse una menomazione ed anche l'altezza superava di un bel po' la media.
Non disse nulla, posando soltanto i bagagli davanti a Gwen ed agli altri.
Ivan li raccolse e li portò dentro.
Il cocchiere allora aprì lo sportello e dalla vettura scese un uomo avvolto da un lungo mantello rosso.
Aveva il volto segnato da profonde rughe, la testa quasi deformata da un'età estremamente avanzata e lunghissimi capelli bianchi tenuti dietro alla maniera dei ricchi boiardi.
Li guardò tutti e mostrò un cenno del capo.
“Prego...” disse Nikolaj, invitandolo ad entrare.
“Grazie...” rispose il vecchio ospite con uno sguardo tagliente ed un lieve ghigno sul volto.
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Lady Gwen
11-04-2018, 02.32.49
Uno strano cocchiere depositò i bagagli all'ingresso, poi aprì lo sportello per permettere al nostro ospite di scendere.
Allora, si mostrò a noi un individuo non di molto dissimile da quello immaginato da me e Nikolaj, infatti gli scoccai un'occhiata complice.
L'età che segnava, ruga per ruga, il volto del vampiro, era notevole, ma sembrava quasi essere il suo punto di forza.
C'era qualcosa di così vetusto e venerabile in lui, di temibile, ma anche meritevole di assoluto e totale rispetto, come una Divinità verso cui si nutrano timore e adorazione al contempo, ecco quello che sentivo non solo in me, ma anche nei miei compagni.
Ed era anche un po' quello che leggevo negli occhi di Isabel quando guardava Nikolaj.
Ma ora non era il momento di divagare.
Il vampiro bruno lo invitò ad entrare ed io mi avvicinai, esibendomi in un rispettoso inchino.
"Io sono Gwen Ygraal, Milord. Posso solo dire di essere onorata di potervi accogliere nella mia modesta dimora" con un cenno del capo e con la mano gli indicai la sala, camminando appena poco davanti a lui per fargli strada.
"Immagino sia stato un lungo viaggio fin qui e certe occasioni sono troppo rare per non festeggiare" con un sorriso cortese, mentre mi avvicinavo ad una vetrina in mogano.
Ne tirai fuori una bottiglia molto pregiata, e no, non era vino.
Divisi il liquido in calici e offrii questi a tutti i presenti.
"Al nostro ospite" sollevando il bicchiere verso di lui, che avevo fatto accomodare sulla poltrona accanto al divano.
La sua espressione era tagliente e affilata come lame di spade che abbiano combattuto infinite e sanguinose guerre, uscendone sempre indenni e non vedevo l'ora di sapere di più da questo uomo che sembrava racchiudere in sé l'essenza stessa della nostra razza.
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Guisgard
11-04-2018, 02.50.53
L'anziano ospite prese il bicchiere offerto da Gwen e lo alzò per brindare con tutti loro.
Poi finì quel bicchiere in modo avido, come chi avesse molta sete.
Sete di sangue.
“Prego, milord...” disse Ivan offrendogli un altro bicchiere che lui prese e finì con bramosia.
Nikolaj guardò Gwen con un sorrisetto.
“Viaggiare” il vecchio ospite “mi mette sempre sete... non ho più l'età e neanche ahimè la forza per spostarmi così...” sedendosi come se soffrisse di diversi dolori ed acciacchi.
"Vedrete che questo luogo vi piacerà, signore." Tatiana.
"Oh, non l'ho scelto per la sua bellezza..." mormorò lui "... alla mia età si è indifferenti a tutto... la bellezza è ormai un'illusione... anzi, un modo per rimpiangere i tempi perduti... l'eternità e l'immortalità spesso sono prigioni assai poco indulgenti..."
Lady Gwen
11-04-2018, 02.58.48
Ricambiai lo sguardo di Nikolaj, ma non biasimavo il nostro ospite.
La sete era sete, sempre e comunque, pensai, appena divertita.
Ascoltai poi le sue parole, condite da quel realismo e nichilismo che non mi sorpresi di trovare in lui.
"Dunque, se non per la bellezza dei nostri luoghi, a cosa dobbiamo l'onore di una visita di Vostra Signoria?" chiesi, con composta educazione, mentre mi sedevo sul divano di fronte a lui.
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Guisgard
11-04-2018, 03.25.01
Quella cavalcata continuò a lungo.
Portò Lys per sentieri e strade tumultuose, che rendevano quel folle e sfrenato galoppare un continuo sussultare, sudare e strusciarsi l'una contro l'altro.
Lo stalliere era sempre più eccitato, più forte, potente e lei continuava a muoversi sfrenata come la vittima al palo per essere sacrificata, come a voler fiaccare lo stallone.
Ma Aegos non mostrava cedimento.
E continuavano, continuavano, continuavano.
Sempre più persi, sudati ed eccitati.
Fino a quando il vigore dello stalliere esplose ed invase la padrona, facendola gridare ancora più forte, come una cavalla sfrenata, una scrofa impazzita.
Grida che echeggiarono per tutta la casa, udite anche da Stuarto ed il messo del Maresciallo al pianterreno.
“Ancora vino, messere...” disse il vecchio servitore fingendo di non udire quelle urla lussuriose.
Gli occhi enigmatici di lui, che di vecchio e consumato, a differenza del suo corpo, non avevano nulla, si spostarono su Gwen.
Uno sguardo profondo, intimo, quasi ipnotico.
“Mi è stato detto” disse piano “che qui a Sygma, non essendoci più il suo signore, la vita scorra serena, con poco interesse delle autorità alle altre creature. Ed io ho bisogno di tranquillità... sono tempi superstiziosi e bigotti e la gente non si sdegna di vivere come bestie...”
“Giustissimo.” Annuendo Ivan.
Lady Gwen
11-04-2018, 03.30.32
Non abbassai lo sguardo a quegli occhi che mi scrutavano con fare profondo, ipnotico e quasi intimo.
Poi ascoltai la sua risposta e non mi piacque per niente.
Se aveva intenzione di stabilirsi qui, come avrei fatto all'inizio con Elv?
Ciò scombussolava un po' i miei piani, li affrettava, avrei voluto avere più tempo, ma se le cose stavano così evidentemente dovevo muovermi.
"Penso sia stata una scelta più che ottima, la vostra" annuendo.
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Guisgard
11-04-2018, 03.39.00
Il vecchio ospite annuì con uno strano sorriso a Gwen.
“Si, lord Misk...” disse Nikolaj.
Il vecchio si voltò di scatto.
“Il signore di Monsperone, intendo...” continuò Nikolaj “... lui, caduto in prigionia dopo la sparizione del vescovo...”
“Ah, si...” indifferente il vecchio.
“Beh, non è un gran capo allora...” divertito Nikolaj.
Ma ad un tratto il vecchio si alzò ed estrasse e puntò il suo bastone verso il vampiro, gridando sdegnato.
Tutti restarono ammutoliti.
Lady Gwen
11-04-2018, 03.44.06
L'uomo saltò nel sentire quel nome e pareva che la spiegazione di Nikolaj avesse chiarito la questione, ma... Mi sbagliavo.
Restammo tutti immobili e ammutoliti a quella reazione ed io guardai Nikolaj come se avessi potuto incenerirlo con uno sguardo.
Mannaggia a lui e alla sua lingua lunga.
Il vampiro era appena arrivato e già ci metteva nei guai, era mai possibile?
Fatto sta che nessuno ebbe il coraggio di fiatare, aspettando che la situazione rientrasse da sé.
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Guisgard
11-04-2018, 16.55.37
Salamano entrò nella sala con la tisana e notò Altea che in quel momento si sfiorava il collo e la scollatura del vestito.
“Si, madama.” Disse. “E' tardi, ritiratevi pure.” Salutandola con un cenno del capo.
La dama così raggiunse Fulminaccio che dormiva già in camera da letto.
Russava forte e parlottava nel sonno.
Sembrava attaccar briga con qualcuno, come spesso faceva anche nella vita di tutti i giorni.
Altea si coricò per dormire.
Ad un tratto però sentì un rumore, simile ad un fruscio, provenire da fuori, oltre la finestra.
Tutti restarono sorpresi ed in silenzio davanti a quella reazione improvvisa dell'anziano ospite.
Nikolaj restò a guardarlo ammutolito.
Lui lo fissò a lungo con i suoi occhi enigmatici e sinistri, poi parve destarsi ed una smorfia sembrò distendere le sue rughe fattesi tese.
“Vivere in questo luogo” disse abbassando il bastone “vi ha di certo spinti a credere che ovunque si possa alloggiare senza problemi o fastidi...” tornando a sedersi “... invece in altri posti non vi lascerebbero tranquilli... vi guarderebbero con sospetto, odio... vi darebbero la caccia e vi distruggerebbero brandendo i loro Crocifissi... abbiate rispetto per le leggi che vi ospitano e vi tollerano...”
“Perdonate, signore...” Nikolaj “... perdonate, non volevo offendere nessuno, né soprattutto voi...”
“Come possiamo rivolgervi a voi, signore?” Chiese Ivan. “Con quale titolo preferite?”
“Maestro...” rispose lui “... maestro è il solo titolo che ho guadagnato e bramato in vita mia...” guardando tutti loro, soprattutto Gwen “... ora perdonatemi ma credo mi ritirerò... devo riposare, il viaggio mi ha stancato più di quanto non sia opportuno credere...”
“Certo, maestro.” Annuì Nikolaj.
“Ah...” lui “... non viaggio da solo... insieme al mio cocchiere vi è un altro uomo... mi è stato incaricato di portarlo qui, anche se ignoro chi sia davvero... non ama gli altri e per sua stessa volontà riposerà nella mia carrozza... ho ritenuto giusto avvertirvi, così che non vi turbi vederlo passeggiare da solo nel vostro cortile...”
E con Nikolaj raggiunse la sua stanza per riposare.
Lady Gwen
11-04-2018, 17.11.29
Nessuno si mosse, con lui che puntava i suoi occhi scarlatti su un Nikolaj terrorizzato come mai lo avevo visto prima d'ora.
Poi il vampiro si distese, calmandosi e abbassando il suo bastone.
Subito il mio compagno si scusò, e fu una mossa più che saggia, soprattutto sentendo quelle parole.
Disse di voler essere chiamato Maestro ed io risposi con in cenno del capo.
Poi disse che c'era in altro uomo nella carrozza e mentre Nikolaj lo accompagnava in camera, rimasi a pensare.
E ora quello chi era?
Mi alzai e afferrai Tatiana da un braccio.
"Vieni con me? Voglio vedere chi è quel tizio nella carrozza" incuriosita.
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Guisgard
11-04-2018, 17.22.42
Tatiana restò sorpresa, quasi intimorita.
“Aspetta...” disse titubante a Gwen “... non hai sentito? Quello in carrozza non ama la compagnia, vuol starsene da solo... vuoi forse suscitare un'altra reazione furente come quella di un attimo fa?”
Lady Gwen
11-04-2018, 17.24.52
"Beh, magari da lontano" alzando le spalle "E poi, questa è casa mia, quello è il mio giardino. Per ciò che mi concerne, sono libera di andare dove accidente mi pare" un po' infastidita.
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Guisgard
11-04-2018, 17.32.18
Tatiana annuì poco convinta a Gwen.
Le due così uscirono nel cortile.
Era ancora notte fonda e le stelle erano coperte da un sottile e sinistro velo di nuvole.
La carrozza era ferma davanti alla scuderia, con i cavalli già dentro a riposare.
“Non sembra ci sia nessuno in giro...” disse piano Tatiana.
Il mondo intero si era ridotto a quella stanza, a quel letto peccaminoso divenuto umido per il nostro sudore, i nostri umori.
Adoravo l'odore che si sprigionavano nostri corpi, era così intenso e insieme così inebriante da farmi perdere completamente la testa.
Mi muovevo su di lui in quel ritmo forsennato, come se la mia intera sopravvivenza dipendesse da quella cavalcata, e forse era così.
Perché io non potevo vivere senza la passione assoluta, non potevo pensare di sprecare nemmeno un istante degli attimi che mi erano concessi non vivendo appieno. Ed era quello, vivere appieno, erano quelle sensazioni, quel piacere immenso, quell'estasi così terrena che sembrava invece essere decisamente più alta, potevo sentire le fiamme dell'Inferno prendermi, farmi loro, assaggiarmi prima, poi divorarmi dall'interno, prendersi tutto di me, consumare persino la mia anima. Ma io non desideravo altro che bruciare, che essere consumata, che assaporare quelle fiamme giorno dopo giorno e annerire sempre di più ciò che restava della mia anima, perchè la parte più scura era mia, e mia soltanto.
Il mio stallone era inarrestabile, continuava a muoversi, a inarcarsi, a farmi impazzire, godere, urlare. Urlare in un modo disumano, folle, intenso.
Le sue mani su di me erano cariche di una bramosia che mi compiaceva, mi beava, mi mandava ancora più in estasi.
E la sua lingua poi, quando raggiunse i miei seni mi provocò un grido ancora più acuto, ancora più incontrollato, folle, meravigliosamente intenso.
Ma furono quelle parole, sussurrate al mio orecchio con un tono che mi fece rabbrividire a farmi perdere definitivamente il controllo.
Lo guardai negli occhi con lo sguardo ancora più ardente e mi abbandonai al piacere meraviglioso che mi dava, sfogando tutto il mio desiderio, la mia passione, la mia lussuria in quelle urla liberatorie mentre il piacere più intenso ed assoluto sconquassava il mio animo, e non mi importava un accidente se gli altri avevano sentito, che sentissero quanto la loro padrona amava la vita.
Esausta, scivolai accanto a lui, reso ancora più bello da quel momento di pura passione, di lussuria sfrenata. Gli sorrisi e allungai la mano per sfiorare quel membro soddisfatto e appagato, umido dei miei umori, del nostro godimento.
"Che meravigliosa cavalcata..." abbandonandomi sul cuscino a gustarmi quel momento di pura estasi "Devo andare!".
Poi mi alzai, ricordandomi che non avevo tutto questo tempo.
Il tempo... la mia intera esistenza si basava sul rincorrere il tempo.
Andai a farmi un velocissimo bagno con essenze profumato, perchè nessun uomo vuole sentire addosso a una donna l'odore di un'altra.
Il che era un peccato perchè invece a me piaceva moltissimo tenere addosso l'odore del mio amante, l'odore del sesso, della passione, mi ricordava le immagini e le sensazioni dei momenti di passione appena conclusi.
Ma non era quello il momento adatto, il Maresciallo mi aspettava e io dovevo essere la migliore, dopotutto il mio signore ci teneva che entrassi nelle sue grazie.
Indossai un bell'abito e scesi di sotto, dove il messo aspettava in compagnia di Stuardo.
"Vorrete perdonare l'attesa, messere..." dissi, con un cortese cenno del capo "Ma la bellezza ha le sue pretese.." candidamente, come se anche cavalcare lo stalliere facesse parte della mia toeletta, e dopotutto non vedevo perchè non poteva essere così, dopo tutto quel piacere il mio viso era sicuramente più disteso e dopo tutta quella attività il mio corpo più tonico.
"Vogliamo andare, dunque? Non voglio far attendere oltre il vostro signore!" con una voce suadente, calda.
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Lady Gwen
11-04-2018, 17.39.29
Era notte fonda e il manto vellutato del cielo, trapuntato di stelle, era coperto da un sottile velo trasparente, come morbido tulle.
"Beh, allora facciamo un giro nel parco" a Tatiana, che al contrario mio era sempre meno convinta.https://uploads.tapatalk-cdn.com/20180411/93dfdb873a795f40e6f96dc3b0f3faf7.jpg
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Altea
11-04-2018, 17.58.03
Andai nella mia stanza e mi guardavo attorno, turbata per il fatto appena successo, turbata per quello che avevo appena provato, sentito dentro me..una sensazione meravigliosa.
Mi spogliai e indossai la camicia da notte mentre il marito dormiva e imprecava.
Mi stesi sul letto, chiusi gli occhi ma ad un tratto udii un fruscio sul balcone, mi alzai e andai a guardare cosa stesse succedendo.
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Guisgard
11-04-2018, 18.01.07
Le loro grida echeggiarono libere e lascive in tutto il palazzo, giungendo anche al pianterreno, dove in una saletta di ricevimento il messo del Maresciallo beveva vino.
Nell'udire quelle urla di puro piacere, l'uomo guardò Stuarto che restò invece impassibile.
Nella stanza della lussuria la bella Lys, sudata ed appagata si alzò per lavarsi e prepararsi.
“Sei proprio una sgualdrina...” disse ridendo un soddisfatto Aegos, tutto nudo sul letto “... madama è una sgualdrina... madama è una sgualdrina... madama è una sgualdrina...” canticchiò divertito l'aitante stalliere, guardandola mentre si preparava.
Poi la disinibita dama scese di sotto, presentandosi al messo in tutto il suo lascivo splendore, con un abito mozzafiato che non faceva nulla per celare le forme e la bellezza di Lys.
L'uomo ovviamente la guardò con forte desiderio, avendola sentita gridare di piacere e vedendola ora con quell'abito meravigliosamente audace.
Tutta Monsperone avrebbe perso la testa per una simile donna pensò.
“Madama, è un onore...” alzandosi in piedi e salutandola con un inchino “... prego, la carrozza attendeva solo lei.”
E partirono.
Tatiana era sempre titubante, Gwen invece si mostrava non solo curiosa, ma anche estremamente sicura di sé.
Dopotutto un motivo ci sarà se era lei il capo in quel palazzo.
Così le due bellissime vampire cominciarono a passeggiare nel cortile, tra il silenzio della notte e le sue ombre inquiete e spettrali.
Ad un tratto le due intravidero qualcosa.
Prima un'ombra, vaga e sfuggente, poi una figura scura, avvolta dal sinistro manto della notte.
Quel fruscio fuori dalla finestra era ben diverso dal ronfare rozzo di Fulminaccio che dormiva accanto a lei.
Altea si alzò e si avvicinò alla finestra.
Notò allora che il grosso olmo del cortile, che saliva fin quasi all'altezza della sua camera da letto, aveva qualcuno appollaiato sopra un ramo.
Lady Gwen
11-04-2018, 18.04.26
Continuammo a vagare nella notte, silenziosa e meravigliosamente spettrale.
Finché io non vidi un'ombra, vaga e sfuggente e feci segno a Tatiana di avvicinarci piano per capire se fosse quello l'altro ospite.
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Altea
11-04-2018, 18.04.50
Mentre il ronfare dell' uomo grezzo riempiva la stanza in modo insopportabile, cercai di focalizzare cosa fosse quel frusciare quando il mio sguardo cadde sull' olmo davanti alla camera da letto, vi era qualcosa sopra o qualcuno.
La cosa destò il mio interesse..cosa poteva essere..uscii nel balcone e mi affacciai e andai verso l' olmo a guardare.
Sorrisi al messo, immaginando che avesse sentito tutto, ma non curandomi assolutamente di cosa potesse pensare.
Anzi, se avesse riferito al suo padrone delle mie grida sicuramente questo sarebbe andato a mio vantaggio. Dovevo entrare nelle grazie del maresciallo, non certo farlo innamorare, no?
Salii sulla carrozza e restai per un momento a guardare fuori.
Per quanto ci provassi, i ricordi di poco prima continuavano a tornarmi in mente, a rendere il mio corpo ancora ardente, per quanto fosse meravigliosamente appagato.
Mi piaceva quello stalliere, mi piaceva molto, dovevo ammetterlo.
Non aveva quell'aria sottomessa che in un uomo è così deprimente, sapeva obbedire agli ordini quando doveva ma anche essere forte, caparbio e decisamente irriverente. E quell'irriverenza mi mandava fuori di testa, perchè spesso il problema di usare un servo per queste questioni è che... è un servo, appunto e tende a comportarsi come tale, cosa ottima in ogni stanza della casa, ma pessima in camera da letto.
Ma Aegos si era dimostrato davvero all'altezza delle mie aspettative e dei miei bisogni, e dire che io ero curiosa di conoscere il giardiniere.
(Cosa che, peraltro, ho ancora voglia di fare!)
Mi destai da quei pensieri guardando l'uomo accanto a me e omaggiandolo con un bel sorriso, uno di quelli luminosi che lasciano immaginare sogni di ogni genere.
"Parlatemi del vostro padrone, sono appena giunta in queste terre e non ho ancora avuto modo di conoscerlo..." sorridendo.
Non vedevo l'ora di arrivare, ma ero curiosa di scoprire qualcosa di questo Maresciallo così importante.
Guisgard
11-04-2018, 18.42.31
Tatiana annuì poco convinta a Gwen e le due vampire presero ad avvicinarsi a quell'ombra.
Subito un flebile raggio di Luna, pallido e cupo, si fece largo tra i rami di uno dei cipressi del cortile, sfiorando quella figura che si rivelò essere un uomo.
Era alto e magro, il viso perfettamente sbarbato fatta eccezione per due eleganti baffetti scuri.
La bocca era sottile, di taglio crudele, con due labbra meravigliosamente rosse che facevano da contrasto col pallore generale e cupo del suo volto.
Gli occhi erano di un vermiglio scuro, quasi purpureo, i capelli lunghi e neri, pettinati con cura all'indietro.
Era vestito di tutto punto, come se appartenesse ad un'aristocrazia straniera, con un lungo mantello nero ed un berretto ampio e foderato.
“Buonasera...” disse con un perfetto Sygmese, benchè la cadenza tradisse un accento diverso e togliendosi il berretto.
Fissava le due belle vampire, soprattutto Gwen con un'insistenza che poteva di certo apparire inopportuna, se non addirittura sinistra.
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Altea uscì sul balconcino e vide che sull'albero c'era qualcuno.
Lo riconobbe: era il giovane Furio.
Se ne stava tra le foglie, fissando il cielo con una strana e malinconica luce negli occhi.
Poi si voltò piano verso la dama.
“Ho sentito una vecchia storia...” disse “... se si fissa troppo la Luna allora si può morire e diventare un fantasma... ma io non ci credo... la Luna non aiuta mai gli innamorati... è crudele e lontana... non vive nel mondo, ma nello spazio... non è amica degli uomini... è pallida e cattiva...”
Altea
11-04-2018, 18.50.13
Era Furio e guardava la Luna, ma alle sue parole rimasi sbigottita.
Salii sull' albero e mi misi vicino a lui.. "Eppure la Luna ispira da sempre gli innamorati, i poeti e i letterati, come puoi dire questo..io amo la Luna, così misteriosa e bella" e forse io ero come la Luna...misteriosa e fredda a volte e pallida.
"Trasformarsi in un fantasma...dove hai sentito questa leggenda?" lo guardai incuriosita.
Lady Gwen
11-04-2018, 18.59.24
La Luna illuminò la figura, che assunse i contorni di un uomo.
Ben vestito, anche se con un evidente sentore straniero.
Si voltò, mostrando degli occhi quasi purpurei, il volto appena caratterizzato da baffi scuri, come i lunghi capelli portati all'indietro.
Quel sentore forestiero si avvertì anche nel suo accento e il suo sguardo era molto insistente, a differenza di quello curioso negli occhioni grandi di Elv.
"Buonasera" risposi sorridendo e porgendogli la mano "Sono la contessa Gwen Ygraal, e lei è la contessa Tatiana Sokolovna" presentando entrambe.
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Guisgard
11-04-2018, 19.18.42
Altea raggiunse Furio sul ramo, suscitando il suo sorriso.
“Perchè mi avete detto che amate un fantasma...” disse lui “... ed io...” esitò “... voglio essere amato da voi.” Quasi dicendolo tutto d'un fiato, come a voler trovare il coraggio.
Per il tutto il tragitto in carrozza l'uomo non poté fare a meno di guardare la bella e disinibita Lys, cercando spesso con la coda dell'occhio la sua generosa scollatura.
Attraversavano il bosco di Chanty, così poeticamente racchiuso ed incorniciato da quelle dolci colline tappezzate dai vitigni, dagli ulivi, con gli austeri cipressi svettanti ed incantati, i casolari sparsi qua e là, gli antichi castelli ammantati di rampicanti e muschio.
“Il Maresciallo” disse l'uomo “è senza dubbio un uomo straordinario. Di quelli psdroni del loro Tempo e dei loro simili. Sembra nato per esercitare il potere, madama. E' un uomo d'armi, dunque pratico, dai modi spicci e temerario. Da poco peso alla cultura, ma molto invece all'azione ed alla risolutezza. E' forte forse come solo Ercole poteva esserlo e sicuramente per voi guardarvi i suoi favori e la sua protezione sarebbe cosa assai saggia.” Con tono allusivo.
“Onoratissimo...” disse lui sfiorando con le labbra rosse la mano di Tatiana “... fortunatissimo...” facendo poi lo stesso con quella di Gwen, stavolta con un lieve bacio più insistente, guardandola fissa, per poi sorridere appena e mostrando i suoi denti magnificamente bianchi ed aguzzi.
“Amate la solitudine noto.” Tatiana con un sorriso civettuolo.
“Più che altro la temo...” rispose lui “... sono straniero e provengo da un paese lontano, assai diverso da questa verde e libera terra... le nostre foreste non sono dolci, ma cupe e selvagge, mentre le nostre donne non posseggono il dono della bellezza come invece la natura ha disposto in modo così generoso nei vostri confronti, mie signore...” fissando soprattutto Gwen “... dunque per questo, ignorando i modi per convivere con gli altri abitanti di queste fiabesche lande, prediligo la solitudine.” Con un lieve inchino del capo.
Altea
11-04-2018, 19.21.51
"Sei un pazzo...un folle..significherebbe la morte per te, ti preferisco vivo" pensando intensamente e sospirando pensando al tocco di lui sulla mia pelle, sul collo..sembrava vivo..avevo sentito il calore della sua mano.
"Che dici...io non ho sonno..andiamo a gironzolare in giro, magari per il Palazzo di notte, in giro di misteri..magari scopriamo qualcosa..andiamo nella biblioteca" lo guardai come una bambina curiosa.
Lady Gwen
11-04-2018, 19.28.31
Dopo aver quasi sfiorato la mano di Tatiana, baciò la mia, ma con lieve insistenza, con le labbra sottili, affilate e rosse, scoprendo appena i denti.
Notai subito il cambiamento di tono di Tatiana e dentro di me alzai gli occhi al cielo.
Ascoltai poi la risposta del vampiro e sorrisi.
"Lusingata, signore" mormorai "Con chi abbiamo l'onore di parlare?" chiesi poi, curiosa.
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Guisgard
11-04-2018, 19.34.51
A quelle parole di Altea, il volto di Furio si illuminò con un bellissimo sorriso.
“Si...” disse lui come se non si aspettasse tanta fortuna “... oh si! Si, certo!” Esclamò.
Allora scese dall'albero ed aiutò la dama a fare lo stesso.
Era notte fonda e tutto il palazzo dormiva.
Forse il mondo intero dormiva, eccetto loro due.
Lui guardò Gwen con quei suoi occhi così mutevoli che sembravano celare un'infinità di misteri, di secoli, di fughe, di cacce perdute e di passioni proibite.
Un velo purpureo simile a certi crepuscoli di monti stranieri e selvaggi, dove la fantasia e la pura da sempre si perde in mondi gotici e dannati, intrisi di sinistro romanticismo e segreta voluttà.
“Mi perdonerete” disse alla vampira dai capelli rossi “se vi nego il mio nome? Per un voto ho giurato di serbarlo e fino a quando non porterò a termine una promessa esso sarà segno della mia debolezza.” Guardandola con quell'insistenza che adesso poteva diventare quasi opprimente, forse. “Se avrò la vostra comprensione ed il vostro assenso vi giuro che null'altro vi negherò ed ogni vostro desiderio sarà per me un ordine ed un pegno alla vostra generosità.” Con un lieve inchino.
Mi piaceva quel panorama, quelle colline erano rassicuranti in un certo qual modo, sognanti quasi, un paesaggio che sembrava trasmettere tranquillità e pace.
Tornai a guardare il messo accanto a me, ascoltando avidamente ogni informazione che poteva darmi su questo Maresciallo.
"Sembra un uomo davvero incredibile da come lo descrivete, uno di quelli che fanno perdere la testa alle donne, dico bene?" con un sorrisetto malizioso.
"E ditemi, questo Maresciallo ha anche un nome?" incuriosita.
Altea
11-04-2018, 19.42.00
Scendemmo dall 'olmo e Furio mi aiutò come sempre ed entrammo da una porta laterale aperta.
"Facciamo silenzio" a bassa voce.."E' strano, senti..sembra tutto il Palazzo sia addormentato, quasi incantato..addormentato per noi...andiamo all' avventura, ho visto una libreria piena di oggetti e libri ma non sono entrata ancora" vieni.
Camminavamo piano nel marmo freddo sotto i miei piedi nudi quando raggiungemmo una porta intarsiata, era semiaperta e lo feci entrare per primo e la chiusi.
Accesi un candeliere..."Guarda che meraviglia..che posto strano..pieno di oggetti strani" guardandomi attorno e vicino a Furio.
Lady Gwen
11-04-2018, 19.55.13
L'espressione che aveva negli occhi era strana.
In un certo senso, non era dissimile da quella degli occhi del Maestro, solo con una spruzzata di voluttà in più.
E i suoi sguardi erano sempre più insistenti, avrei osato dire quasi opprimenti.
Ascoltai e mi disse di non poter dire il suo nome.
Abbozzai un sorriso composto e superbo a quelle ultime parole su di me e per un attimo distolsi lo sguardo.
"Ma certo, rispetto la vostra posizione, non potrei non farlo" acconsentii, con tono cordiale.
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Guisgard
11-04-2018, 20.05.36
Il messo sorrise a Lys, gettando un altro sguardo sulla generosa scollatura della donna.
“Tante sono vittime del suo ardore, madama.” Disse l'uomo. “E' un uomo molto affascinante.” Annuendo ma poco convinto. “Il suo nome? Raspo dei Germani, Maresciallo di Monsperone.”
E proprio le mura di Monsperone, arroccato su un alto colle, apparvero in quella sera inoltrata.
Le alte torri, come giganti, scandivano e racchiudevano la città, le cui cupole ed i cui campanili svettavano tra le sue luci notturne.
Altea e Furio, senza farsi sentire da nessuno, entrarono nella biblioteca alla sola luce di un candeliere.
Erano circondati da libri di ogni genere, dalle copertine nuove e vecchie, qualcuna consumata, altre strappate.
Le mensole scricchiolavano per i tanti testi, i codici, i fogli e le pergamene.
Ma oltre a ciò, nella biblioteca c'erano oggetti vari e disparati, frutto di acquisti, di viaggi fatti nel corso degli anni dai vecchi proprietari del palazzo.
Fulminaccio aveva lasciato tutto così convinto che libri ed oggetti diversi fra loro dessero lustro all'abitazione.
“Mai visti tanti libri tutti insieme...” disse piano Furio.
Lui accennò un lieve sorriso e continuò a guardare Gwen.
“Come dunque” disse Tatiana “possiamo rivolgerci a voi?”
“Barone.” Rispose lui. “Barone è il mio titolo.” Con un cenno del capo. “Posso sdebitarmi, madama?” Rivolto a Gwen. “Per la vostra ospitalità e generosità? Non è che un dono tanto semplice, quanto spontaneo. Forse per voi non avrà grande valore, ma nella mia terra è invece molto prezioso.” Porgendole un'ampolla.
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Lady Gwen
11-04-2018, 20.16.45
Aggrottai appena la fronte alle parole del barone, mentre vedevo che tirava fuori un oggetto.
Un'ampolla.
Lo ascoltai, e per un attimo pensai ad Elv e al fatto che non sarebbe stato carino accettare un dono da un altro uomo.
Se già lui era stato convinto che volessi mandarlo via per colpa di un mio eventuale compagno o marito, ciò non era opportuno.
"Vi ringrazio molto, barone. Riconosco la vostra gratitudine e avete la mia parola che essa sarà per me la ricompensa più grande, tuttavia mi trovo a non poter accettare il vostro dono. È troppo e davvero non posso. Fate come se avessi accettato, vi prego" con un lieve sorriso, ma espressione seria e risoluta nello sguardo.
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Altea
11-04-2018, 20.24.35
Tutto era impolverato, vi erano libri ed oggetti di ogni varietà, e il peso era talmente pesante che tutto scricchiolava.."Il peso della cultura" sorrisi a Furio.."Mio marito a lasciato tutto come era..mah...per lui i libri sono inutili..che dici vediamo un vecchio manoscritto o gli oggetti appesi?" aprendo un vecchio tomo impolverato ma in buone condizioni.
"Guardiamo..chissà chi erano i vecchi proprietari, vi sono oggetti di vario genere" e guardai quel tomo, magari non vi era nulla di interessante, ma sarei passata ad altro e agli oggetti. Quel loro era terribilmente affascinante.
Quello sguardo poco convinto mi fece sospettare che il Maresciallo non fosse poi così affascinante, ma che il suo ardore di donnaiolo fosse dato dal potere.
Beh, l'avrei scoperto presto, in ogni caso.
"Non vedo l'ora di conoscerlo allora.." con un sorriso enigmatico, riprendendo a guardare fuori dal finestrino.
Eccola lì, Monsperone,sembrava anche molto bella a vederla da lì.
Immaginai che fossimo arrivati, e non vedevo l'ora di mettere in atto i piani del mio padrone.
Guisgard
12-04-2018, 00.24.29
Il barone guardò gli occhi di Gwen, il suo volto, ascoltando il tono della sua voce serio e risoluto.
"Vogliate perdonarmi..." disse tenendo in mano l'ampolla "... io sono straniero in questa terra bella e sconosciuta e forse i miei modi sono inopportuni... perdonate dunque se vi ho offesa... se ho peccato nei vostri riguardi è solo perchè donne belle come voi da noi sono schiave o peggio... davanti ai vostri occhi non ho potuto non restare ammaliato e con questo tono ho voluto solo omaggiare la vostra persona... vogliate dunque accettare questo dono almeno come regalo da parte di uno straniero che da voi ha avuto ospitalità e gentilezza..."
"Suvvia, non essere sgarbata!" Tatiana riprendendo Gwen. "Qualsiasi donna sarebbe onorata di ciò!"
Altea e Furio si guardarono intorno, meravigliati da quel luogo.
Cercarono fra i libri e gli oggetti, forse in cerca di qualche tesoro letterario o esotico come talvolta accade in posti simili a questo.
Ad un tratto però Altea cominciò a sentire freddo.
Un freddo anomalo, in una serata tuttosomato mite.
Un freddo quasi spettrale.
Altea
12-04-2018, 00.32.51
Rovistavamo tra i vari oggetti e i vari libri, alla ricerca di qualche tesoro sperduto, forse esotico, magari portato da un misterioso pirata o avventuriero...la mia fantasia vagava in quel posto.
Ma le mie mani e il mio corpo si fermarono improvvisamente mentre afferravo un qualsiasi oggetto sopra ad un libro.
Freddo...tanto freddo...brividi inusuali, eppure non vi erano porte aperte, era come se quella sensazione non mi permetteva di muovermi o parlare e guardai Furio il quale stava osservando degli oggetti.
Quel freddo così spettrale, da sentire un vento misterioso alitare sul mio collo.
Guisgard
12-04-2018, 00.43.07
La carrozza raggiunse le porte della città e vi entrò.
Arrivò poi al castello baronale, una meravigliosa struttura rinascimentale dalle torri merlate e quadrangolari che scandivano una costruzione solida e ben racchiusa da muri a scarpa ed un barbacane ad ogni porta.
Alcuni soldati aiutarono Lys a scendere dalla vettura ed il messo la portò in una saletta interna, arredata con mobili di buona quercia Sygmese ed arazzi sui muri.
Allora una porta si aprì.
Quel freddo
Inaspettato, innaturale, sinistro.
Avvolse Altea, procurandole una vampata di calore.
Poi sentì ridere una ragazza.
“Su, prendimi...” disse una voce dall'eco spettrale “... prendimi...” divertita.
Si sentirono dei passi e poi dei gemiti.
Lady Gwen
12-04-2018, 00.44.17
Ascoltai le parole di quell'uomo ,ma mi convincevo sempre più di non poter accettare quel dono.
"Non credo assolutamente che voi mi abbiate offesa, anzi spero io di non offendere voi. Sapete, Milord, io devo ciò che sono alla mia razza, non alla natura. Non sarei stata meglio di qualsiasi altra nobile ragazza, se l'Oscurità non mi avesse trovata, nonostante io non la stessi cercando, più di quanto mi piaccia ricordare. La bellezza non è sempre un dono" mormorai, con tono vago, guardando i suoi occhi porpora "E spesso, da noi un dono non viene ahimè inteso a cuor leggero, sia questo un pregio od un difetto non saprei proprio dirlo, ma assume connotazioni altre che non credo ci appartengano. Con permesso, vogliate scusarmi" feci un cenno del capo, mi voltai e andai via, non prima di aver scoccato un'occhiataccia a Tatiana.
Mi dispiaceva se si fosse offeso, ma a senso, accettare quell'ampolla non mi sembrava la scelta migliore.
Salii in camera, preparai un bagno e mi immersi nell'acqua calda e profumata.https://uploads.tapatalk-cdn.com/20180411/277b6be3e29f3b73bd1ffd6e99cdfc38.jpg
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Altea
12-04-2018, 00.50.04
Quel freddo mi avvolse poi come un vortice di calore che mi ovattava dal mondo esterno.
Ancora la risata di quella ragazza, la ascoltai e nei miei occhi apparve quel lampo e le mie pupille si immobilizzarono e dilatarono.."prendimi, prendimi" rideva maliziosa e felice.."Ti voglio, prendimi e fammi tua".
Il mio corpo avvampava di un piacere strano, di un desiderio voglioso..lo cercavo..lo volevo.
Dei passi...dei gemiti..."Vieni da me...da me" sussurrai come quasi una supplica a lui..lo volevo.
Il castello era davvero bellissimo, segno di agio e raffinatezza, tutte cose che anche io amavo, dunque mi sentii immediatamente a mio agio e perfettamente in linea con l'ambiente circostante.
Arrivarono addirittura dei soldati a prendermi, e la cosa non mi dispiacque affatto, dei bei ragazzi in divisa sono sempre un piacere per gli occhi... e magari non solo per quelli.
Ma al momento dovevo mettere in atto il piano del mio signore, non distrarmi con dei bei ragazzi.
Scesi dalla carrozza ed entrai nel castello, restando piacevolmente colpita da quello che vedevo.
Mi lasciarono ad attendere in una saletta, finché una porta non si aprì, a quel punto mi alzai, restando in attesa.
Guisgard
12-04-2018, 00.59.30
“Non ho mai conosciuta una vampira come voi.” Disse con un inchino il barone a Gwen.
La vampira si congedò e si immerse nella vasca della sua camera.
La notte trascorreva lenta.
Allora sentì qualcosa, una lenta melodia provenire dal cortile.
Furio continuava a guardarsi intorno, a cercare cose particolari fra quei libri e quegli oggetti.
Altea però era turbata, accalorata da ciò che stava succedendo e solo lei poteva percepire.
La voce di quella ragazza, poi iniziò a sentire strane sensazioni.
Leggere, vaghe, poi più intense e profonde.
Cominciò a sentirsi stranamente eccitata, inumidita da un desiderio assurdo, sempre più forte.
Un gemito uscì dalla sua bocca e sentì forte la sensazione di stringere le gambe.
Cominciò a sudare, a bagnarsi di una strana e misteriosa inquietudine, un turbamento carnale.
E poi, senza che nessuno la sfiorasse, non fisicamente, provò un lento ed intenso amplesso.
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Lady Gwen
12-04-2018, 01.04.09
Era una notte lenta, senza entusiasmo, senza animo, nulla di nulla, solo silenzio e immobilità.
E non vedevo l'ora che Elv tornasse, per parlargli.
Perché doveva sapere.
Rimasi a crogiolarmi a lungo nella vasca, finché non sentii una melodia provenire dal cortile e mi chiesi che cosa fosse.
Così aprii appena la finestra accanto alla vasca e sporsi la testa fuori, rimanendo ancora nell'acqua.
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Altea
12-04-2018, 01.10.54
Potevo percepire quello che accadeva realmente, vedevo Furio tranquillo guardare i tomi..solo io sentivo tutto questo.
Quella sensazione, le risate di lei e lui che la bramava.
Il calore era sempre più intenso fino a raggiungere la profondità della mia intimità, un gemito mio e mi morsi il labbro, mai avevo provato un piacere così immenso...forte, appassionato, dolce e voglioso. Oh, come avrei voluto inebriarmi di quel nettare di passione...dare il mio corpo e la mia anima dannata a lui.
Sentivo il mio corpo fremere, le sue mani sulle mie gambe sfiorarle e raggiungerle come se mi prendesse e mi posasse su quei libri e le afferrasse con passionalità e ardore, ed entrasse in me più e più volte...vidi una figura di sfuggita...ero io..ma lui..."Si, sfamami del mio desiderio..dai fammi sentire quanto sai essere bravo, quanto sono importante...dimmelo..è un ordine.." mentre i miei occhi erano incantenati nella visione di quella immagine e di quello che stavo provando..in quel banchetto di desiderio e passione proibito.
https://images.davidemaggio.it/pics3/2011/10/Violetta-13.jpg
Guisgard
12-04-2018, 01.16.31
La porta si aprì ed entrò un uomo alto e robusto, con una giubba militare aderente che modellava muscoli asciutti ed un fisico tutto nervi.
Aveva capelli corti e chiari, il volto duro, con uno sguardo minaccioso, un'espressione malvagia.
Entrò nella sala e guardò Lys.
La guardò tutta, tradendo un lampo di cupidigia negli occhi.
“Porta da bere.” Disse al messo, per poi congedarlo.
Si avvicinò alla dama.
“Lady Lys, giusto?” Con un sorriso lussurioso.
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Gwen guardò dalla finestra sul cortile, riconoscendo la solitaria figura del barone che vagava nella notte.
Camminava avvolto dal suo mantello, poi ad un tratto si voltò ed i suoi occhi rossi, ora ardenti, guardarono verso la finestra dove c'era Gwen.
Fu un lungo e lento amplesso che scombussolò Altea fin nel suo intimo.
Udì la voce di lei che godeva, i gemiti di lui che la possedeva.
Senti mani misteriose ed invisibili su di lei.
“Un posto in cui perdersi...” disse ad un tratto Furio, destando Altea da quella visione carnale e facendo sfumare quell'arcano intorno a lei “... madama, state bene?” Guardandola il giovane. “Siete accaldata ed arrossata...” avvicinandosi a lei.
Entrò l'uomo che immaginai fosse il maresciallo, lo squadrai da capo e piedi senza lasciar trapelare alcun sentimento che non fosse il rispetto e la venerazione.
Il suo sguardo era in linea con quanto aveva detto il messo su di lui, e anche il suo aspetto.
Mi avvicinai a lui chinando lievemente il capo.
"La sola e unica, Maresciallo..." con un sorriso enigmatico e un inchino rispettoso "È un piacere e un onore essere alla vostra presenza..".
Lady Gwen
12-04-2018, 01.26.32
Vidi il barone che camminava nel cortile, avvolto nel suo mantello.
Poi alzò lo sguardo e guardò me.
Non seppi bene che fare, sul momento.
Se restare alla finestra o allontanarmi.
"Mi scuso ancora se vi ho offeso" mi decisi a dire poi, guardandolo.https://uploads.tapatalk-cdn.com/20180411/6ed13ec59a5d0caaeeb8538fd61df39e.jpg
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Altea
12-04-2018, 01.32.25
Era qualcosa di straordinario, lui che banchettava con me in quella alcova segreta di perdizione, proibita, solo nostra...misteriosa e forse dannata.."Ancora, di più.." lo sentivo in me più volte affondare facendomi fremere e godere fortemente, era la prima volta provai un amplesso tanto forte..le sue mani si muovevano sul mio corpo..ma afferravo qualcosa che avevo appena intravisto in quella visione...io lo volevo vedere, toccare...sentirlo dire che mi amava..solo me.
La voce di Furio, il mio corpo accaldato e sudato, potevo sentire il piacere ancora nella mia intimità vogliosa di continuare..le mani sul tavolo e lo guardai, deglutendo.."Caldo...oh si.."forse questo posto..è chiuso..cercando di ricompormi ma era difficile.."Si..un posto davvero dove perdersi...in ogni senso" chiudendo gli occhi e mi avvicinai a lui.."Hai trovato nulla?" quando vidi un gioiello antico, era un medaglione, aveva una scritta da una parte e una pietra preziosa con un simbolo e osservai, era nel punto dove avevo avuto quell' amplesso profondo...dove lui finalmente si era impossessato del mio corpo e anima, dei miei pensieri.
Guisgard
12-04-2018, 01.42.15
Nell'inchinarsi di Lys, il Maresciallo guardò con cupidigia la sua generosa scollatura.
“Prego, accomodatevi, madama.” Disse lui.
Arrivò il messo col vino, ma prima di andarsene parlò ad un orecchio del suo padrone.
Ciò che gli disse non è difficile immaginarlo per chi legge, visto riferì al suo signore ciò che aveva udito al palazzo di lei, con le sue grida di piacere.
Il messo uscì ed il Maresciallo lanciò diverse occhiate lussuriose alla dama.
“Ho molto gradito i vostri doni, madama.” Bevendo.
Altea si avvicinò a Furio, cercando di ricomporsi.
Lei guardò un medaglione dalle fattezze particolari, ma il giovane le accarezzò il viso ancora caldo.
“Come sei bella...” disse piano, sfiorandole la guancia, poi una ciocca di capelli.
E senza dire nulla improvvisamente posò le sue labbra su quelle di lei.
Un bacio incerto, titubante, dato da quel giovane che sembrava trattenere il respiro al cospetto di lei.
Il barone la guardò per un lungo istante, poi si tolse di nuovo il berretto in segno di saluto e rispetto, tornando infine a passeggiare.
Un attimo dopo scomparve dalla vista di Gwen, svanendo nel buio circostante come una delle infinite ombre di questa notte ingiusta.
Altea
12-04-2018, 01.48.29
Poteva essere suo questo medaglione..forse lo aveva lasciato come pegno ma ad un tratto vidi gli occhi di Furio farsi misteriosi, incerti, la sua mano calda accarezzò il mio volto e poi quella parola sussurrata..dolce ma anche decisa e forte e senza chiedere ma come chi lo volesse mi rubò quel bacio, strinsi tra le mani quel medaglione ma la mia bocca scarlatta si aprì per farmi avvolgere da quel bacio dolce ma travolgente e passionale, le gote si accesero di più..mi sentivo contesa tra lui e quella entità strana che forse ora stringevo tra le mani sotto forma di quel medaglione che non avrei lasciato..e mi lasciai trasportare da quel bacio, forse ancora presa da quell' attimo di prima o forse no.
Lady Gwen
12-04-2018, 01.49.55
Non mi rispose, se non con un cenno del cappello.
Poi svanì.
Rimasi per un po' a rimuginare, ma in fondo non mi importava poi molto, era un estraneo verso cui non avevo alcun dovere, se non quello dell'ospitalità che gli avevo già concesso.
Uscii dalla vasca, dopo essermi asciugata indossai un abito nero ricco di giochi di trasparenze e preziosi ramage di fiori e scesi di sotto.https://uploads.tapatalk-cdn.com/20180411/c82d447ff5cb1bdbe74c3f1e4dad9004.jpg
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Mi sedetti davanti a lui e iniziai a sorseggiare il vino che il messo aveva portato.
Finsi di non accorgermi del fatto che gli aveva sussurrato all'orecchio, così come finsi di non sapere cosa gli aveva riferito.
Guardai il Maresciallo con aria enigmatica, sensuale, lievemente seducente.
Oh immaginavo che avrebbe gradito i miei doni, me n'ero assicurata personalmente.
"Ma era il minimo che potessi fare, signor Maresciallo..." con tono caldo, senza mai lasciare il suo sguardo "Sono appena giunta in queste terre, come potevo non rendere omaggio a un così grande uomo?" alzando appena il calice come fosse un brindisi.
Guisgard
12-04-2018, 02.04.24
Quel bacio subito avvolse Altea, forse indifesa per quella calda visione.
Aprì le labbra ed accolse quelle di Furio.
I due si incatenarono così in quel bacio nato quasi titubante, poi sempre più caldo.
Un bacio che portò lui contro il corpo di lei, per poi stringerla a sé.
Aprì gli occhi chiari e la guardò, cercando i suoi verdi.
Gwen scese di sotto ma non trovò nessuno.
Gli altri erano tutti con i loro succubi, quasi come se l'arrivo nel misterioso Maestro avesse acceso ancor più la loro fame.
Ad un tratto la ragazza avvertì dei gemiti.
Provenivano dal corridoio.
Gemiti doloranti.
“Avete fatto bene, madama...” disse il Maresciallo finendo il suo bicchiere “... già... sono un uomo di potere e tutta Monsperone è sotto la mia responsabilità... in attesa che lord Misk venga liberato...” con un sorriso lascivo, guardandola tutta “... suvvia, non perdiamo tempo...” alzandosi e senza aggiungere altro cominciò a spogliarsi davanti a lei.
Si slacciò la giubba, restando con il petto villoso e muscoloso tutto scoperto.
Si abbassò poi i pantaloni mostrando a Lys la sua prorompente mascolinità già pronta per possederla, tradendo i suoi modi grezzi e come concepiva i rapporti con le donne.
Lady Gwen
12-04-2018, 02.06.57
Ah, ottimo...
Tutti a cena.
Me ne sarei andata in biblioteca a leggere.
Mentre imboccavo il corridoio, sentii dei gemiti e mi bloccai.
Cercai di capire a chi appartenessero, ma non ci riuscii, intesi solo che sembravano doloranti.
Così, li seguii.
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Altea
12-04-2018, 02.10.18
Le nostre labbra prima tremanti e poi sicure si unirono in quel bacio così speciale..ma soprattutto reale.
Ero frastornata ancora da prima ma tenevo saldo il medaglione in mano, poi le sue mani sicure afferrarono il mio corpo portandolo al suo, potei sentire le sue forme, il fisico forte e vivo di quel ragazzo.
I suoi occhi chiari cercarono i miei verdi e io rimasi lì incatenata a quell' azzurro meraviglioso...era come se Furio sapesse tante cose, misterioso era Furio..ma rimasi con lo sguardo fisso al suo e il mio corpo aderì più forte al suo.. desideroso di sicurezza o forse di un momento vero di piacere e amore, perché Furio parlava e guardava in modo sincero, e mi sentii io la sbagliata in quel momento ma non volevo perdermi quell' attimo.
Guisgard
12-04-2018, 02.16.15
Gwen seguì quei gemiti, raggiunse il buio corridoio e vide qualcuno a terra.
Era Marko, che giaceva immobile e pallido, con la voce quasi lacerata.
Era stato sicuramente un vampiro, ma non uno qualunque.
Una sorta di bestia, di demone che aveva affondato le sue fauci nella gola del giovane, succhiandone ogni goccia di sangue e vitalità.
Furio la baciò, poi aprì gli occhi e la guardò.
“Io...” disse titubante, accarezzandole il viso con mano tremante “... io ti amo, Altea...” con un lieve pallore sul viso, forse per l'emozione, forse per l'eccitazione oppure forse per entrambe le cose.
Altea
12-04-2018, 02.23.13
Furio staccò le labbra dalle mie...un lieve pallore sul viso e poi pronunciò quella parola meravigliosa, deglutii...avrei voluto dirglielo pure io e lo guardai negli occhi stringendo il medaglione.."Se mi ami...allora liberami..liberami da questo tormento e maledizione...io prima..quando mi hai visto accaldata...si ho sentito ridere una ragazza, io l' ho desiderato e poi...lui..si è impossessato del mio corpo e anima e io ho provato qualcosa di straordinario...aiutami...liberami da questa prigione, dagli Inferi" gettandomi sul suo petto tenendo in mano il medaglione.
Potei sentire il suo dolce profumo, il battito del suo cuore che pulsava forte e mi strinsi a lui.
Accidenti che modi!
Diamine, io non sono di certo Clio ma questo farebbe passare la lussuria anche alla più affamata delle donne, tipo me.
Tuttavia, ero lì per il mio padrone quindi restai a guardarlo, con un sorrisetto divertito, come fossi ammirata da ciò che vedevo.
Che non era male, per carità, ma io avevo già dato per quel giorno e i suoi modi decisamente facevano passare ogni tipo di voglia.
Allora mi alzai, e lo guardai con un sorrisetto malizioso, caldo.
"Oh vedo che siete un uomo che viene subito al sodo.." fissandolo tutto, senza aver alcun pudore per quello che avevo davanti.
Eppure quello sguardo era molto più di quanto non appariva all'uomo.
La mia magia lo raggiunse e il fuoco iniziò a divampare in lui.
"Andate così in fretta..." avvicinandomi di un passo, con lo sguardo lascivo e lussurioso che lui si aspettava da me.
Il fuoco intanto cresceva, cresceva in lui.
Dai, non ero così crudele, glielo lasciavo qualche istante.
Qualche istante, non di più, non ebbi nemmeno il tempo di avvicinarmi a lui che la mia magia fece il suo corso, facendo esplodere la sua virilità piena tutto attorno a lui, sul pavimento soprattutto, non di certo sul mio prezioso vestito perchè avevo calcolato la distanza.
"Oh.." dissi solo, lievemente delusa ma fingendo di cercare di trattenerlo per non farlo sentire in imbarazzo "Vi prendo un fazzoletto, mio signore?".
Guisgard
12-04-2018, 02.30.23
“Si...” disse stringendola Furio “... troveremo il modo... ti libererò... lo giuro, Altea... troveremo il modo per liberarti da tutto ciò... io ti credo... ti crederò sempre...” tenendola stretta a sé.
Lady Gwen
12-04-2018, 02.31.03
Seguii ancora quei gemiti e per poco non urlai.
Marko!
Chi aveva osato ridurre il mio piccolo in questo modo?
Quale bestia?!
Lo presi subito fra le braccia e lo strinsi a me, con un fare materno che non pensavo potesse appartenermi.
"Tranquillo, piccolo, va tutto bene... Mi prendo io cura di te..." gli sussurrai dolcemente, premurandomi a guarire la ferita sul collo prima che perdesse ulteriore sangue.
Poi, con lui fra le braccia, mi affrettai a raggiungere la porta dell'unica persona che potesse aiutarmi.
"Nikolaj!" chiamai da fuori, con insistenza "Muoviti! Devi aiutarmi, ti prego!"https://uploads.tapatalk-cdn.com/20180411/5754e3e13cf9b8136a25171ad10b999e.jpg
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Altea
12-04-2018, 02.34.00
Le sue parole furono preziose più di tutti i tesori preziosi nascosti negli scrigni più segreti e poi lo guardai accarezzando i suoi capelli bruni, giocherellando con una ciocca e rimanendo ferma a lui e dissi in un sussurro.."Io...ti voglio..ora" e in quel momento sentii qualcosa di profondo per lui, ma non riusciva ad uscire..indefinita...come una prigione e il mio cuore chiuso lì dentro che reclamava la giusta chiave per essere liberato.