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Destresya
23-09-2018, 06.57.38
Da molto tempo desideravo portare un po' dei miei versi e del mio cuore tra queste mura.
Questa notte, però, è la notte giusta.
La notte in cui aprire il cuore e lasciare che le pietre nascoste nello scrigno escano e brillino.
E poi stanotte questa poesia mi sembra più bella, più speciale di quando la scrissi.
Perchè ora è per te, come ogni mio scritto e sogno..

Bimba Bella

Ciao bambina
Che mi guardi
Occhi azzurri
Forse un po’ tristi
Come i miei
Mentre ti vedo
Lì nell’angolo da sola.

Cambierà
Vorrei dirti
Crescerai
Vorrei mostrati
Diventerai bella
Diventerai forte
E la vita vera
Saprai affrontare.

Tu non sai
Bimba bella
Quante sfide
La ti attendono,
quante storie
da raccontare
quanti amici
da ricordare.

E il dolore
Crudo e muto
Patirai
Questo è sicuro
Ma saprai
Bimba bella
Ricominciare
Ancora ad amare.

Crescerai
E in quegli occhi
Non più lacrime
O rancore
Solo gioia
E antica fierezza
La dimora vi troveranno.

Cambierai
Dolce bimba
Più nell’angolo
Non sarai
Resterai
Sempre te stessa
E ancor più amerai.

I discorsi della gente
Imparerai a non sentire
Le paure della massa
Non potrai mai capire.

Resterai pura e bella
Brillerai di luce bianca
Più nessuno ti dirà
Chi non sei, chi non sarai
Oh sei pazza, lo so bene
Ma più matto chi ti grida
Tu nell’aria troverai
Il segreto della vita

Giungerai lungo un sentiero
Irto e fatto di salite
Ma alla vetta giungerai
Ed il Sole guarderai
Scoprirai segreti antichi
Nella natura custoditi
In un cerchio
E in una croce
La tua spada riporrai.

E al porto del Pireo
Giungerai
Abbine fede
Per vedere coi tuoi occhi
Chi ti fu guida e nutrice.

Non temere bimba bella
Tu mi vedi da laggiù
Sono io, non son diversa
È così che sarai tu.

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Guisgard
23-09-2018, 23.53.02
Che poesia struggente, milady.
Leggendola, parola dopo parla, mi ha fatto pensare al Tempo che passa, che scorre ed a come si cambia crescendo.
Parlare a noi stessi, del passato raccontando il futuro, credo sia la forma di poesia più bella, più vera, più commovente.
Lascerò dunque alle parole di un grande scrittore, che conosce la magia del Tempo e del mondo molto meglio di me, per descrivere il senso a mio parere di questo vostro bellissimo scritto.
James Matthew Barrie scrive: “Nell'infanzia i bambini sanno sognare quello che poi solo gli adulti riescono a realizzare.”

Destresya
25-11-2018, 01.04.11
La macchina corre piano lungo le vie della città illuminata e improvvisamente silente.
Se ne sta lì, indifferente come se non si accorgesse di quanto sta accadendo.
Forse nessuno nota quella macchina che la attraversa, forse nessuno sa il miracolo che si sta compiendo, nessuno sa cosa sta sbocciando in quel momento.
Perché se potessero percepire quei battiti di cuore, se potessero comprendere quanto si cela dietro quelle mani sempre più vicine, che si cercano da un tempo immemore, e poi si trovano, si stringono, allora sì che resterebbe in silenzio, perchè il suono di petali che si fanno strada nell'universo possa riempire l'intero mondo.
Perché in quel momento, nell'istante in cui due mani si sfiorarono, nulla fu più come prima.
Questo penso mentre ti fisso negli occhi, nel silenzio di un viale alberato che sembra fatto apposta per custodire i nostri segreti.
Ma non riesco più a pensare, mentre la tua mano sfiora piano il mio braccio, facendomi perdere sempre più in quel mondo che sembra fatto apposta per noi.
Sento solo il battito del mio cuore, che si fa sempre più intenso, sempre più forte, mentre i nostri occhi si specchiano, e i tuoi si fanno sempre più vicini.
Ora posso vederne ogni sfumatura, ogni dettaglio, e lo terrò impresso nel cuore, ogni momento e ogni istante che mi sarà concesso su questa terra.
Perché nulla mi ha mai guardato più a fondo di quegli occhi, nulla mi ha mai saputo leggere dentro meglio di quello sguardo, nulla mi ha mai emozionato più di questo istante, mentre sei sempre più vicino, mentre il Destino sta per compiersi, mentre il mio cuore basa in gola e le nostre labbra si incontrano , si cercano, si trovano e si rubano il respiro e l'anima.
Quell'anima che non aspettava altro, che non ha fatto che aspettare, silenziosa e paziente, che tutto si compisse.
Ma il cuore, il cuore ha fatto molto più di questo.
E in quell'istante, quello da cui la mia vita ha smesso di appartenermi, l'ho compreso del tutto.
C'è chi lotta per un'idea, chi insegue un sogno, chi si strugge per un desiderio... ognuno sceglie le sue battaglie.
Il mio cuore ha scelto te.
Tu che sei la più dura battaglia che abbia mai combattuto.
Tu che sei il compimento di ogni sogno e desiderio.
Tu che sei il mio Destino e il mio mondo.
Tu che sei l'eroe di ogni mia storia, il protagonista di ogni mio sogno.
Tu che mi hai portato con te in quel mondo unico, che esiste solo per noi e mi hai incoronato regina.
Tu, per cui ho lottato con tutte le mie forze, giorno dopo giorno, notte dopo notte.
Ti ho cercato e seguito fino in capo al mondo.
Ti ho preso per mano nella notte stellata.
Ti ho rincorso quando pensavi di voler andare via.
Ti ha atteso fin dal giardino della scuola.
Ti ha sognato nei giochi segreti di adolescente.
Ti ha sospirato nelle notti buie e silenziose.
Ti ha cercato in ogni storia, in ogni libro, in ogni gioco.
Ma poi ti ha trovato, e allora non ha fatto che lottare per te.
Ha lottato contro se stesso, contro tutto quello che sembrava di ostacolo.
Il cuore non conosce ostacoli.
Li aggira, li rompe, li supera, li smonta pezzo per pezzo.
E notte dopo notte tornava da te.
Per quanto sembrasse impossibile, per quanto la mente lo prendesse per pazzo, per quanto la vita cercasse di minimizzare, lui era sempre lì, unico a credere in quell'Amore impossibile.
Ma quando il cuore crede, quando l'Amore chiama, chi è la mente per fermarlo? Cos'è la vita per intromettersi?
Eppure Amore non ama le cose semplici.
Colpito, ferito, fatto a brandelli, quel cuore non ha mai smesso di cercare, non ha mai smesso di raggiungerti, ogni notte e ogni alba, sogno dopo sogno, storia dopo storia, emozione dopo emozione.
Lui, solo, nella notte più buia, non ha mai smesso di lottare.
Perché l'Amore è un lotta continua, per te, poi, lo è ancora di più.
La mente non lo ascoltava, la vita lo riteneva pazzo, ma lui non ascolta niente e nessuno, e non ha fatto che guidarmi da te.
Da te che sei tutto ciò per cui ho lottato, che ho desiderato e sognato ancora prima di conoscere il tuo nome, che conoscevo ancora prima di vedere il tuo viso, che amavo prima ancora di averti incontrato.
Perché tutte le cose eterne non hanno un inizio, e nemmeno una fine.
Come il nostro Amore...
Quell'Amore così forte da sfidare il resto del mondo, da sradicare ogni cosa sul suo passaggio, sa spianare le strade, spostare montagne, cambiare il corso dei fiumi più impetuosi, domare le onde del mare, influenzare il mutare della luna e il corso delle stelle.
Perché Marte si sposta solo per noi, per coglierci abbracciati a guardarlo, ad osservarlo, come se ci stesse aspettando, e Venere ci saluta al mattino in punta di piedi, dandoci il bacio della buonanotte mentre ancora siamo abbracciati.
Un Amore capace di andare oltre ogni limite, ogni barriera.
Un Amore che non è per tutti, nemmeno per pochi, ma solo per noi.
Solo noi...

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Guisgard
25-11-2018, 23.25.50
Lady Destresya, colui a cui avete dedicato questo scritto è di certo un uomo molto più che fortunato.
L'Amore, quello vero, è un privilegio e solo pochissimi prescelti, rarissimi predestinati arrivano a conoscerlo davvero.
Avete descritto in maniera sublime gli infiniti stati d'animo, le eterne sensazioni che questo sentimento sa dare.
C'è un solo modo per amare, che conosco e che ogni cuore dovrebbe davvero cercare ed è questo che ci avete raccontato voi.
Un solo modo per essere davvero felici.
Grazie per averci mostrato questa meraviglia, milady.

Destresya
25-11-2018, 23.59.26
Sì, esiste un solo modo di Amare, intenso, infinito, unico.
Ma non è per tutti, o non tutti hanno il coraggio di lottare per esso.
Grazie delle vostre parole, mio signore, che sapete bene scaldano il mio cuore.

Destresya
03-12-2018, 01.36.24
Oh notte, che mi trascini via dalle sue braccia, avvolgimi col tuo manto nero e silente.
Tu che sei la custode dei nostri segreti, lo scenario dei nostri sogni, lo sfondo delle nostre storie.
Tu che hai raccolto i nostri sospiri, che ci hai osservato cercarci e trovarci, riconoscerci senza vederci, col solo battito del cuore a guidarci l’uno verso l’altra.
Tu, Notte, veglia sul mio viaggio, accompagnami in questa malinconia, mentre lui si fa sempre più lontano e tu sempre più buia da inghiottire il paesaggio intorno a me.
Come sei buia stanotte, o forse buio è il mio animo, perché oggi invece di unirci ci dividi.
Mentre le note di canzoni che sanno d’Amore mi accompagnano, provo a guardarti ma sei troppo impenetrabile.
Ma tu, notte, che sei la migliore amica degli
Amanti, tu che conosci il battito dei nostri cuori, che celi la luce azzurra dei nostri occhi, che ascolti i nostri sospiri, le risate, le discussioni infinite, tu che ci hai sorpresi finalmente stretti in un dolce abbraccio che non voleva finire mai, dopo troppe notti lontani.
Anche se noi, tu lo sai meglio di chiunque, amica mia, lontani non lo siamo mai.
Posso, cara notte, chiederti un aiuto?
Tu che conosci il nostro Amore più di ogni altro, cercalo, raggiungilo, sorgi dalla brughiera fino ad avvolgere quella luce dove lui, lo so, sta pensando a me.
Rassicuralo dicendogli che sorgerai per noi ancora e ancora, e non saremo mai lontani.
Avvolgilo nel mio profumo, racchiuso in tutti quegli oggetti che parlano di noi, delle nostre infinite maschere e storie.
Perché non esiste storia più bella e intensa del nostro Amore, e tu lo sai.
Cattura il suo sguardo e sussurrargli all’orecchio che se alzerà lo sguardo a cercare le sue foto di bambino vi troverà un altro pegno del mio Amore.
Altre parole scritte col cuore.
Perché ogni parola che io scrivo è per lui.. così come ogni mio respiro e battito.


Grazie perché, anche lontano, tendo la mano, e trovo la tua...

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Destresya
24-03-2019, 23.42.34
Il crepuscolo in lontananza era screziato di colori diversi, dall'azzurro intenso fino ad arrivare a un rosso che scemava nel giallo, in uno scenario sognante, capace di imitare grandi giochi.
I bambini giocavano insieme, creando scenari fantastici in quello scenario urbano.
La piazza del paese, cementificata con qualche albero e delle panchine, era diventata un enorme set di lotta ai cattivi, con tanto di eroi leggendari impersonati da bambini vivaci e felici.
Ma quel crepuscolo segnava ormai l'ora in cui bisognava rincasare, e sulla panchina lei se ne stava mogia, più del solito.
La sua casa era lontana da lì, e prima di poter tornare a giocare con gli altri bambini sarebbero passati giorni, settimane.
Lui la vide e gli si avvicinò.
Era stato proprio lui a volerla coinvolgere, mentre lei se ne stava in un angolino a giocare da sola.
Lui solo l'aveva avvicinata e gli aveva chiesto se voleva giocare con loro, rendendola l'eroina di ogni gioco e storia.
Lei lo aveva seguito, vivendo giorni spensierati e bellissimi, in cui quella piazzetta davanti al municipio diventava ora uno scenario fantascientifico fatto di robot e alieni, oppure un romanzo fatto di dame e cavalieri, o ancora il terreno per una storia di supereroe.
Ma ora, quel meraviglioso crepuscolo segnava la loro lontananza.
Lui si sedette accanto a lei.
"Perché sei triste?" fissandola con i suoi occhioni azzurri.
"Domani parto.." triste lei.
"Ma tornerai..."
"Non so quando.."
"Io ti aspetterò!"
"Davvero?" con gli occhioni azzurri spalancati lei.
"Certo, sono l'eroe, no?" lui, facendole l'occhiolino.
"Ti troverai un'altra eroina per i tuoi giochi.." amaramente lei.
Lui la fissò per un momento.
"No.. non potrei.."
"Perché no?"
"Perché ora ho trovato te.." guardandola "Ti ho aspettata da sempre..." con un sorriso.
Un momento di silenzio circondò i loro occhi che si fissavano, azzurro nell'azzurro, il cielo che si fondeva nel mare.
"Mi mancherai.." sussurra lei piano, quasi timidamente.
Lui sorride e allunga piano una mano a sfiorare la sua.
"Anche tu.." prendendole la mano.
Restarono così, in silenzio, per lunghi istanti, mentre il crepuscolo si faceva sempre più scuro e la sera si faceva strada sempre di più.
Allora lei, ascoltando il cuore che le batteva sempre più forte, si sporse appena e gli diede un leggero bacio sulle labbra, un bacio carico di tutti i sogni di bambini, fatto di mille parole non dette, dei battiti del cuore, di sogni e speranze.
Un bacio come sanno darsi due bambini col cuore già grande.
Poi, tutta rossa e imbarazzata, si alzò e scappò via, forse incapace di dire addio.
Ma non riuscì ad andare via, dopo pochi passi una mano bloccò il suo polso, e si ritrovò di nuovo quegli occhioni azzurri fissi nei suoi.
Lui la guardava, con quello sguardo che la faceva sempre fremere.
Restò immobile a fissarlo, finché lui non allungò una mano dentro di lei, porgendole qualcosa.
Era una statuetta di Arrow, di quelle con cui avevano appena giocato, mentre nell'altra mano lui teneva quella di Canarino Nero.
"Tu fai parte del mio mondo.." le disse, fissandola "Da sempre...".

Quel ricordo le rubò un sorriso, mentre spolverava quella mensola, prese di nuovo la statuina di Arrow, la strinse fra le mani e sospirò, ripensando a quel giorno ormai lontano, di giochi di bambini.
Prese allora anche quella di Canarino Nero, la spolverò e li mise vicini, mano nella mano.
Li avevano conservati entrambi, per anni.
E ora facevano bella mostra sulla mensola della loro casa dalla porticina fiorita.

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Guisgard
27-03-2019, 00.22.42
Vi ho già detto, milady, che vi è una qualità nella vostra scrittura.
E' la capacità che essa possiede di descrivere la vita, la realtà, rendendo ogni parola verosimile.
E' questa la magia che possedete quando scrivete, milady, non dimenticatelo mai.
E' speciale.
La vostra scrittura con essa può fare qualunque cose.
E' un grande dono.
Per voi e per chi vi legge.

Destresya
23-04-2019, 01.27.30
Un pomeriggio uggioso in cui risuonano ancora i suoni della festa che si allontana, con i suoi pranzi, la sua calda atmosfera familiare, le risate e i sorrisi delle persone care.
I due innamorati si godevano la calma e la quiete, immaginando storie e giochi come amavano fare da sempre.
Allora la loro stanzetta diventava lo scenario per mille giochi e sogni, ora erano un cavaliere e una dama, ora due supereroi, ora un'eroina cattiva e il suo persecutore, ora la perfida zia e il dolce nipotino, ora investigatori sulle tracce del mistero.
Era come se avessero un superpotere, quello di scomparire nel loro mondo, che fossero chiusi nella stanzetta o passeggiassero in giro per il paese quando sembrava deserto e solo per loro, o in viaggio nel paesaggio mistico che fa da ambiente alle loro storie.
In un attimo non sono più lì, ma sono parte di una storia, di un gioco, che si fonde con la loro realtà.
Una realtà fatta di fughe romantiche e baci unici, parole sussurrate e attimi speciali.
Fatta del loro amore che è più forte di ogni altra cosa al mondo.
Un amore che non conosce confini nè ostacoli, un amore capace di cancellare tempo e distanza, un amore come non ne esistono al mondo.
Un amore che rende ancora più straziante il momento di separarsi.
La malinconia attanaglia il cuore.
Ma quando lui restò solo, nella sua stanzetta che ancora profuma di lei, cercherà conforto nei suoi eroi.
Quegli eroi di cui hanno tanto parlato, su cui hanno fantasticato insieme.
Scoprirà così che uno di loro custodisce il legno di lei.
Quale?
Beh, il gioco più.. "caldo".

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Destresya
26-05-2019, 21.47.38
L’aria era calma quella sera, leggera e limpida. La brughiera intorno a loro iniziava a screziarsi di tutti i riflessi purpurei di un tramonto che piano la avvolgeva, rendendola ancora più magica e sognante. I due innamorati se ne stavano lì, accoccolati l’uno accanto all’altro sul dondolo che dominava il grande balcone affacciato sulla brughiera.
Una magia unica li circondava, quella felicità unica dei momenti speciali passati con la persona amata, quando tutto il mondo sembra lontano e tutto quello che esiste è il loro amore meraviglioso.
Per lunghi istanti non ebbero nemmeno bisogno di parlare, godendosi l’una il respiro e il battito del cuore dell’altro, mentre le loro mani si accarezzavano, i loro cuori si riempivano di una Gioia che pochi eletti possono conoscere, e ogni cosa intorno a loro si zittiva piano piano, perché potessero risuonare i battiti dei loro cuori, che ora risuonavano all’unisono.
“A cosa pensi?” le chiese lui, chinandosi a darle un bacio.
“Alla nostra casa…” sussurrò, mentre si stringeva a lui, che sorrise. “Ci pensi?” continuò lei alzando i suoi occhi a cercare i suoi, così belli e unici da far invidia a quel tramonto “le colline a perdita d’occhio, noi che ce ne stiamo qui dopo una lunga giornata, col profumo di qualcosa nel forno e con la preoccupazione più grande di decidere cosa preparare da mangiare la sera…” sospirò.
Lui la strinse a sé, fissandola in quel modo che solo lui sapeva fare.
“Sì.. sarà bellissimo, Amore mio..” e lei si illuminò, come ogni volta che la chiamava in quel modo.
“Vorrei non dover partire..” accoccolandosi ancora di più e velandosi di malinconia.
“Ora siamo qui, insieme… non pensare a cose tristi, abbiamo ancora lunghi momenti tutti per noi, no?” fissandola con un sorriso dolce.
“Sì…” sussurrò lei, allungandosi per baciarlo, mentre il tramonto lasciava il posto al crepuscolo e la brughiera si faceva ora più misteriosa e sinistra, custode delle loro storie sussurrate in infinite notti d’inverno.
Quando rientrò a casa dopo averla accompagnata alla stazione, restò per un lungo istante a guardare quel dondolo così fermo e silenzioso, ora che lei non c’era più e una forte malinconia gli strinse il cuore.
Stava per allontanarsi da quella finestra quando si accorse che c’era qualcosa sul dondolo, una macchiolina colorata sul candido cuscino.
Pensando fosse qualcosa che lei aveva dimenticato e che rischiava di volare via col vento di quella sera, uscì e andò a recuperarlo.
Trovò così un bigliettino lasciato lì perchè lui lo trovasse, un bigliettino in cui lei ripercorreva i momenti di quei due giorni meravigliosi, la malinconia di dover partire, e l'attesa sempre più impellente dei giorni che li separavano al nuovo incontro, con i sogni di quel prossimo fine settimana in cui si sarebbero ritrovati, per perdersi nella campagna, mangiare insieme, vedersi film accoccolati e godersi nuovamente il tramonto lì dove ora lui era seduto tutto solo a leggere.
Allora sorrise, comprendendo che in realtà lei non se n’era mai andata, che era sempre accanto a lui, perché viveva nel suo cuore.
Ora era curioso, voleva sapere che cosa le aveva nascosto, e dove.
Dove lo avrebbe portato quell’enigma? Doveva risolverlo per scoprirlo…
Quando riuscì a risolverlo corse in casa e trovò la sorpresa che lei gli aveva lasciato, percependo la sua vicinanza, la sua presenza, e tutto il suo amore.
Perché quei due innamorati lontani non lo sono mai, e a lui basterà allungare la mano per trovare la sua, come su quel dondolo immerso nel tramonto.

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Guisgard
31-05-2019, 17.48.40
Non so perchè, ma questo vostro bellissimo scritto mi ha fatto tornare alla mente la frase di un vecchio film, milady:

"Se ti stai facendo domande sul Tempo e sulla distanza allora questo non è un grande Amore!"

E forse è proprio così
E questa vostra magnifica storia sembra davvero un'immagine incantata, al di là del Tempo e dello spazio, lady Destresya.
Così sono i veri scritti d'Amore.

Destresya
15-02-2021, 01.37.56
Ho sempre amato il mare, fin da bambina guardavo falla finestra l’infrangersi delle onde sugli scogli in lontananza e passavo le mie giornate a immaginare storie di pirati, immaginavo una nave che venisse a portarmi via, o una nave tutta mia con cui solcare i sette mari, poi combinavo le storie e immaginavo di partire su una nave tutta mia per poi venire rapita dal bel capitano di un’altra nave, che mi faceva impazzire, imbestialire... e innamorare come mai avevo provato prima.
Tutti sogni, fantasticherie di bambina, che tornava ogni sera a fissare il mare e immaginare nuove storie, stavolta si trattava di una cattivissima regina e di un cavaliere che le faceva ribollire il sangue nelle vene, e ancora una guerriera indomabile domata solo dall’amore, la schiava di un demone salvata da un eroe senza macchia. Crescendo poi le storie si intrisero di fantascienza, androdi e alieni che si innamorano, oppure più oscuri con personaggi che esplorano i lati più nascosti e reconditi della mente umana, o altri più affini alla vita quotidiana.
Infiniti alter ego che si alternavano tra di loro per raccontare storie diverse, ma che avevano sempre gli stessi occhi, quelli incontrati in una notte proprio in riva al mare.
Perché il mare c’era sempre, in ogni storia e in ogni sogno, lui che con le sue onde cullava il mio sonno, che era l’orizzonte delle mie giornate, il confine del mio mondo.
Eppure doveva per forza esserci di più...
Me lo dicevo ogni giorno quando scendevo al porto a guardare le barche che andavano e venivano.
Avevo passato anni a sognare, anni a non perdere mai la speranza.
E avevo ragione.
C'era davvero di più.
Ecco perchè stavo scendendo in strada quella sera, avvolta nel mio abito nuovo, con il cuore che batteva a mille.
Il mare era sempre lì che mi aspettava, il fruscio delle onde era ancora più fragoroso in quella sera di febbraio.
Eppure, mi sembrava tutto diverso, tutto più bello.
Perchè c'era lui ad aspettarmi.
«Sei bellissima» mi disse, venendomi incontro sul molo .
Io per poco non incespicai nell'orlo della gonna e lui dovette sostenermi, ridacchiando piano, ma senza smettere di avere quella luce negli occhi azzurri che mi faceva tremare il cuore.
Sembrava quasi di essere in un vecchio film.
«Mi sei mancato» riuscii a dire, mentre le parole si arrampicavano in gola, facendo fatica a uscire, travolte dall'emozione.
Lo strinsi a me, lo strinsi forte, come se non lo vedessi da mesi, come se il distacco fosse qualcosa di impalpabile, qualcosa di tangibile, che doveva essere scacciato con la forza, la stessa forza che mettevo in quell'abbraccio in riva al mare, mentre tutti attorno a noi si affrettavano nei locali, chiaccheravano, passseggiavano.
A me non importava, non mi importava niente che non fosse lui.
«Anche tu mi sei mancata» mi sussurrò tra i capelli.
Quanto adoravo il suo profumo, mi rimaneva addosso quando indossavo la sua felpa, quando restavo talmente a lungo abbracciata a lui che non si capiva più dove iniziasse il suo profumo e dove finisse il mio. Una meravigliosa sensazione di intimità che mi portavo via ogni volta che dovevo lasciarlo andare.
Ci guardammo negli occhi per un lungo istante, lungo come il tempo che ci aveva separati.
Era sempre così, quando eravamo lontani era straziante, certo, ma sapevamo essere più vicini noi distanti che tanta gente che dormiva accanto ogni notte.
Perché noi lontani non lo siamo mai.
Mi baciò, quei baci intensi e folli che solo lui sa dare, quelli che ti fanno togliere il fiato, che si prendono il tuo respiro e anche la tua anima.
«Facciamo una passeggiata, ti va?»
Annuii, troppo persa nell'incanto di quel momento per parlare.
Ci dirigemmo così verso il mare, passando accanto a tutti i locali che sembravano scoppiare d'amore, addobbati com'erano con cuoricini, palloncini, stelline e addobbi di San Valentino.
Ma tutta quella folla per noi non esisteva, c'eravamo solo noi, mano nella mano, che passeggiavamo verso il mare.
«Allora, hai scelto in quale ristorante vuoi mangiare?» chiese guardandosi attorno, visto che le varie coppiette cominciavano a dirigersi nei localini sul lungo mare.
«Oh sì, ma è un po' particolare...» ridacchiai.
«Particolare?»
«Sì!»
«In che senso?»
«Ti devi fidare di me!»
Lui mi guardò in quel modo da bambino incuriosito che mi faceva impazzire.
Ecco perché adoravo fargli le sorprese, per poter vedere quello sguardo.
Come un compleanno di anni fa, quando ero riuscita a fargli forse il regalo più bello che finora mi fossi potuta permettere.
Ma anche nei piccoli gesti cercavo sempre di sorprenderlo.
Allora ridacchiai e lo presi per mano, lasciandomi il lungomare alle spalle e iniziando ad addentrarmi nella città vecchia, camminando in senso contrario rispetto a tutti quelli che andavano a passare la serata sul lungomare.
«Ma dove stiamo andando?» lui era sempre più stupito.
Io me la ridevo sotto i baffi .
Ci ritrovammo ai piedi di una lunga scalinata, che ci tolse il fiato due volte, la prima per la fatica, la seconda per la splendida vista sulla baia che ci regalò una volta arrivati in cima.
Eravamo esausti ed estasiati insieme.
Ma eravamo insieme, solo quello contava.
«Siamo arrivati?»
«No!»
«Su, dammi un indizio»
Lui era fatto così, tanto quanto io amavo le sorprese, lui amava provare a smarscherarle, e si metteva molto d'impegno. Ma io riuscivo sempre a fregarlo!
Da una mia occhiata capì che non gli avrei detto niente e manifestò la sua impazienza aumentando il passo.
Mi fece sorridere vederlo camminare tutto impettito verso un luogo che nemmeno conosceva.
«È per di qua..» gli dissi poi, imboccando una stradina secondaria e di periferia.
«Andiamo a prendere la macchina e mangiamo da qualche altra parte. Scusa, perchè non abbiamo preso la mia che era al parcheggio sul lungomare?»
Risi.
«Sei completamente fuoristrada...» scuotendo la testa.
Ma non appena svoltammo l'angolo la sua attenzione fu catturata da tutt'altro, dai palazzi e dal degrado urbano intorno a lui.
«Ma sembra di stare negli anni 90!».
Non fece altro che ripeterlo finchè non arrivammo al residence dove avevo prenotato.
Una piccola casa tutta per noi.
Sembrava un po' uno di quei motel americani dove si ritirano a vivere i serial killer per non essere scoperti, ma era solo nostra.
Lui era entusiasta. (Sì, perchè tutto era anni 90)
«Ma ancora non mi hai detto dove andiamo a mangiare!»
Gli porsi un foglietto, con un menù: «Qui..».
Lui lo guardò, lesse, poi guardò di nuovo me con aria interrogativa.
«È lontano?»
Scoppiai a ridere a quelle parole, prendendo il telefono.
«No qui intendo... qui» indicando la casa «Un ristorante tutto per noi... ce lo facciamo portare a domicilio, che ne pensi? Solo noi...».
Allora capì, e si illuminò.
Mi prese tra le braccia, mi strinse e mi guardò negli occhi, a lungo.
«È perfetto... solo noi.... solo noi...» e intonò il motivetto di quella canzone.
Lo guardavo rapita, incredula, incantata.
Ripensavo a me bambina che guardava il mare dalla finestra ogni giorno e sognava di più.
Eccolo, il mio di più.
Esisteva, e io l'avevo trovato.
«Sì, solo noi...» sussurrai, stretta a lui in quel lento improvvisato sulle note di una musica suonata dai nostri cuori «Buon San Valentino Amore mio...».


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Guisgard
28-02-2021, 23.11.25
Questo racconto, proprio una coppia di fidanzati che camminano mano nella mano ignorando la folla intorno a loro, fra le luci e i colori di San Valentino sembra essere passato in silenzio.
Ma in realtà come una stella sul mare sa attirare con la sua luce e guidare in una delle notti più speciali.
Leggendolo, lady Destresya, sembra quasi di sentire il mormorio del mare, i suoi della città e persino l'odore di salsedine.
Forse perchè ciò che parla d'Amore ha sempre un qualcosa di spaciale, unico e magico.