Fantamas minaccia il mondo

[Guisgard]

Gwen cercò di restare a galla, mentre Elv invece tentava di raggiungere la riva a nuoto.
Ma ad un tratto lei vide qualcosa.
Il sinistro pallore lunare illuminò prima due occhi bianchi e tondi, poi le sue squame e le sue scaglie.
Gwen si accorse così di un gigantesco coccofrillo che nuotava veloce verso Elv.
https://ak2.picdn.net/shutterstock/videos/12393032/thumb/1.jpg?i10c=img.resize(height:160)

[Lady Gwen]

Nuotavo poco dietro di lui, seguendolo a ruota senza indugio, na qualcosa squarciò di netto il buio della sera.
Vidi un enorme coccodrillo nuotare deciso verso Elv.
"Elv... Un coccodrillo... Viene da questa parte..." mormorai, la voce che stentava ad uscire per il terrore ed io che cercavo di non fare troppa confusione per non aizzare l'animale, ma dentro di me motivo al pensiero di cosa poteva accaderci da un momento all'altro e non smettevo di nuotare per arrivare alla riva il prima possibile.

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[Guisgard]

Stewart entrò nel salone, seguito dal giovane nipote.
Ad un tratto dal piano superiore scese Destresya ed i due la guardarono arrivare dalle scale.
Il ragazzo era di bell'aspetto, bruni e con gli occhi chiari, asciutto e gentile nella presenza.
Indossava gli abiti tipici degli studenti di Afraoxford, sebbene vistosamente sfatti per il viaggio, la prestigiosa università Afragolignonese alla quale il vecchio zio lo aveva iscritto.
https://ic.pics.livejournal.com/alessiarussa/20608761/709990/709990_original.jpg

[Altea]

Mi prese di nuovo tra le sue braccia travolgendomi nuovamente in un bacio che risposi con passione. Ad un tratto udii la voce di mio padre.. "Devo andare" guardandolo per poi correre dentro casa e dirigermi verso la mia camera.

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[Guisgard]

La voce di Gwen fece voltare Elv ma il coccodrillo gli era addosso.
La ragazza vide il suo giovane amico raggiunto ed attaccato dal mostruoso rettile.
L'acqua si increspò in maniera spaventosa e poi i due colarono a picco davanti a lei.
Il vento aumentò ed un tanfo irrespirabile invase quel tratto di fiume e Gwen avvertì un incredibile capogiro.
Poi sentì qualcosa avvicinarsi, ma i sensi la abbandonarono.

[Guisgard]

Dopo quel bacio Altea scappò via, in casa, chiudendosi nella sua camera.
Poco dopo l'intera villa si addormentò, mentre fuori soffiava un forte vento da Est.

[Lady Gwen]

"Elv! No! Elv!" urlai, nel disperato tentativo di sottrarlo alle fauci dell'animale che gli si era già avventato contro.
Lottai contro le onde che i due formarono nell'acqua e cercai di recuperarlo, ma mi terrorizzai ancora di più vedendo che calavano a picco.
No!
No!
Non avrei permesso ad un maledetto coccodrillo di portarmelo via!
Era amo scappati, potevamo finalmente stare insieme, senza impedimenti, senza pregiudizi, non poteva finire così...
E la maledetta acqua del fiume era talmente fangosa da non permettermi di vedere oltre.
Poi, il buio.

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[Guisgard]

Gwen risprì gli occhi.
Fuori sembrava sul punto di albeggiare.
Dopo qualche istante si accorse di essere stesa su un letto di arbusti, in una capanna.

[Lady Gwen]

Riaprii GLI occhi.
Sentivo qualcosa di strano sotto di me.
Erano come degli arbusti approntati a giaciglio er ero in una capanna.
Ma poi...
"Elv!" esclamai, mentre mi tornava alla memoria l'immagine di lui che veniva trascinato giù dal coccodrillo "Elv!"

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[Destresya]

Scesi le scale lentamente, con grazia, mostrando tutta la mia eleganza mentre fissavo intensamente quel giovane, perchè capisse con chi aveva a che fare.
Il mio sguardo era penetrante, sicuro, austero.
Giunta alla fine della scalinata, restai ad osservarlo, dalla testa ai piedi, lo squadrai con uno sguardo severo e distante.
Poi sorrisi, ma il mio sguardo non si addolcì.
Era cresciuto il bambino.
"Caro nipote!" esclamai "Che piacere averti qui, com'è andato il viaggio?".

[Guisgard]

In quel momento Gwen si accorse di non essere sola in quella campanna.
Accanto a lei, su una brandina di arbusti, stava steso proprio Elv addormentato.
Il viso presentava alcuni graffi, i suoi abiti erano lacerati ed aveva le gambe entrambe fasciate.

[Guisgard]

"Bene, cara zia." Disse sorridendo Garion a Destresya. "Lungo, ma piacevole devo dire. Le Flegee sono splendide."

[Altea]

Mi svestii e mi misi nel letto, ma tante sensazioni si insinuavano nel mio spirito e animo.
Tutto era ovattato nel silenzio, udivo solo il vento provenire dall' Est.

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[Lady Gwen]

Mi voltai e in parte sospirai di sollievo vedendo che era vivo, grazie al cielo, ma aveva le gambe entrambe fasciate e il viso pieno di graffi, oltre agli abiti lacerati.
Mi avvicinai silenziosamente e mi accucciai sul suo petto, senza svegliarlo e in attesa che si destasse, ascoltando il suo respiro ed il battito del suo cuore.
Avevo avuto il terrore totale ed assoluti che quel maledetto animale me lo strappasse via, ma eravamo stati noi a vincere e per fortuna lui era ancora con me.

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[Guisgard]

Gwen restò sul petto di Elv, potendone sentire il respiro ed udirne il battito del cuore.
Lui però restò addormentato.
Allora il brusio della tendina che faceva da porta tradì l'arrivo di qualcuno.
Era il vecchio e magro pescatore incontrato il giorno prima nella jungla.
"Ha perso molto sangue..." disse a Gwen "... ora deve riposare... avrebbe bisogno di cure, di un medico... sono riuscito a fermare l'infezione, ma necessità di medecinali. Voi uomini civili dovete essere curati dai vostri dottori. Le nostre erbe ed i nostri rimedi su di voi non hanno effetto. Il coccodrillo del Lagno non perdona. Il ragazzo è stato fortunato."

[Guisgard]

Turbata Altea sentiva il vento soffiare forte fuori, mentre nel suo letto un mare di sensazioni ed emozioni la raggiungevano.
Infine si addormentò.
Un sonno lungo e senza sogni, fino al mattino, quando il Sole del nuovo giorno la destò, insieme alle voci ed ai rumori che animavano la villa.

[Lady Gwen]

Rimasi in dormiveglia, guidata dal ritmo costante del suo cuore e del suo respiro.
Ma mi destai sentendo qualcuno entrare.
Era il pescatore
"Allora è stato lei a salvarci" stupita "Vi dobbiamo la vita, non so come ringraziarvi" dissi poi, con tono riconoscente.
Ascoltai le sue parole e sospirai appena.
Sì, lo sapevo.
Sapevo che ci voleva un dottore, ma come avrei potuto fare, con tutte le guardie, i soldati e gli uomini di mio zio che sicuramente ci braccavano per tutta Las Baias?

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[Guisgard]

"Si, sono stato io." Disse il vecchio a Gwen. "Ho visto che la mia canoa era sparita e ho pensato fosse stata opera vostra il suo furto. Temendo che le correnti vi portassero fino all'isola maledetta, sono venuto a cercarvi, arrivando giusto in tempo." Annuì.

[Lady Gwen]

Accennai un sorriso, mentre accarezzavo il viso di Elv.
"Non posso recarmi in città, è pieno di soldati, gli uomini di mio zio mi staranno cercando..." sospirando e scuotendo la testa.

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[Guisgard]

"Non c'è molta scelta..." disse il vecchio a Gwen "... o rischiare i soldati, o vederlo morire..." indicando Elv.
"Sto..." risvegliandosi il giovane "... sto bene..." parlando a fatica..."
"Non rischiare di muoverti..." il vecchio "... le ferite alle gambe sono fresche e se si riaprono avrai un'infezione..."

[Altea]

Mi lasciai cullare da quel vento, sentivo le tapparelle alla finestra muoversi, agitate da quel vento ma mi addormentai serena.
Al mattino mi alzai e mi preparai, non avevo timore di vedere Lissie dopo la nottata.
Scesi per fare colazione ed entrai nel salone come nulla fosse, salutando Lissie.

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[Guisgard]

Altea si alzò e poi raggiunse gli altri membri della famiglia.
La colazione era pronta e tuttiattendevano lei per mangiare.
"Buongiorno, Altea." Disse raggiante Lissie. "Stamani devo fare compere in città, ti va di accompagnarmi?" Sorridendole.
In quel momento arrivò il maggiordomo, informando il vecchio De Bastian che erano giunti alcuni militari.

[Lady Gwen]

Il pescatore mi mise di fronte a quella terribile e tragica eventualità, mentre guardavo quelle ferite con orrore.
Poi, lo sentii svegliarsi mentre cercava di muoversi.
"No no, non muoverti..." gli dissi piano, dolcemente, accarezzandogli i capelli neri.
Sospirai ancora.
"Adesso andrò in città e tornerò con le cure per le ferite, ma tu devi promettermi che non ti muoversi, d'accordo?" cercando di sorridere in modo incoraggiante.
Poi, presi Aram, calcai ben bene il cappuccio sul volto e mi diressi fino in città, in cerca di una bottega di un farmacista.

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[Altea]

Guardai Lissie e iniziai a ridere "Ma ti sei dimenticata ne parlavamo ieri sera a cena...le stoffe Lissie, comunque si, andremo a fare compere".
Ad un tratto, però, arrivarono dei soldati e andai vicino a mio padre chiedendomi cosa fosse accaduto nuovamente.

[Guisgard]

Elv cercò di far desistere Gwen da quel proposito, ma fu tutto inutile.
La ragazza in sella al suo cavallo tornò indietro, verso la città.
Attraversò quel tratto di jungla, ritrovandosi sulla strada maestra che conduceva a Las Baias.
La città era come al solito pullulante della più svariata umanità, come mercanti, bativi, schiavi, mendicandi ed artigiani vari.
La differenza rispetto al solito, che Gwen subito notò, era una consistente presenza di soldati.

[Guisgard]

Il vecchio De Bastian diede ordine di far accomodare i militari.
Entrarono così un caporale e due soldati semplici.
"Milord..." disse il caporale al padre di Altea e di Lissie "... uno spiacevole accadimento... stanotte qualcuno è penetrato nel palazzo del maharaja e ha portato via un inestimabile diamante..."

[Lady Gwen]

Contro ogni sua insistenza, mi recai spedita in città.
Quest'ultima non era molto diversa dal solito, piena di mercanti, artigiani, schiavi in vendita.
Ma ciò che notai, fu che da davvero pienissima di soldati.
Dovevo fare attenzione.
Allora scesi da cavallo e sempre con il cappuccio sul volto cercai un posto in cui acquistare i medicinali.

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[Altea]

Osservai mio padre a quelle parole, si parlava proprio la sera prima del maharaja "Ieri sera eravate venuti per parlarci di un omicidio e che Lord Siculon era andato proprio dal maharaja. Di che diamante si trattava? Pensate forse di trovarlo qui?" con viso stupito e beffardo.

[Guisgard]

Gwen notò una drogheria all'angolo della strada, dove si vendevano anche dei medicinali.
Ma forse Elv aveva bisogno anche di un medico.

[Guisgard]

“Si tratta” disse il caporale ad Altea “del famoso diamante conosciuto come la Pantera Muschiata... appartiene alla famiglia reale da sempre ed è stato rubato.”
“Avete fatto bene ad informarci, caporale.” Il vecchio De Bastian. “Sospettate già di qualcuno?”
“Pare che un uomo abbia annunciato al maharaja di voler rubare il diamante giorni fa, milord...”
“Possibile?” Perplesso il vecchio De Bastian. “Di chi si tratta?”
“Di un qualcuno che si firma col nome Fantamas, milord...” fece il caporale.

[Altea]

Ascoltai con attenzione la storia, qualcosa mi inquietava e a sentirla tutta mi sembrava di vivere questo fatto dentro di me "Fantamas.." pronunciai "Non lo abbiamo mai sentito nominare, ma il diamante dove si trovava?".

[Guisgard]

"Nel palazzo reale, madama." Disse il caporale ad Altea. "E' stato rubato stanotte. Quanto al misterioso individuo che si firma Fantamas, crediamo che sia un lestofante abile ad utilizzare la superstizione locale per i suoi misfatti."

[Lady Gwen]

Vidi da lontano una drogheria, ma mi guardai intorno anche alla ricerca di un medico.
Dovevo convincere qualcuno a seguirmi nella foresta.
Non sarebbe stato facile, ma dovevo riuscirci.

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[Guisgard]

Gwen non vide nessuno studio medico, mentre la strada intorno a lei pullulava di passanti.

[Altea]

"La superstizione locale?" osservando il caporale "Non comprendo le vostre parole, perché dite questo? Si lo so si trovava nel Palazzo Reale, deve essere davvero un ladro potente se è riuscito ad eludere le guardie reali".

[Lady Gwen]

Proseguii per quella strada, continuando a guardarmi intorno, mentre i passanti mi scorrevano intorno senza che nemmeno li guardassi.

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[Guisgard]

"Perchè questo Fantamas col suo nome sa evocare le superstizioni e le credenze dei nativi, madama." Disse il caporale ad Altea. "Comunque si, è molto abile, poichè è riuscito ad entrare in un palazzo molto sorvegliato, fuggendo poi nella jungla piena di belve selvatiche."
"Magari lo credono un fantasma!" Esclamò Lissie.

[Guisgard]

Passeggiando nella strada e passando davanti alla drogheria, Gwen vide uscire due signore che parlottavano fra loro di un certo dottor Rotar.

[Altea]

"Volete dire i nativi e gli abitanti della jungla gli portano rispetto? O lo temono" alzando gli occhi alle parole di Lissie "Strano però le belve selvatiche lo abbiano risparmiato pure, dubito sia dotato di poteri straordinari" a quel punto però i miei occhi girano attorno alla stanza alla ricerca di Andorre.

[Guisgard]

"I nativi sono rozzi ed ignoranti." Disse il vecchio De Bastian.
Altea cercava con lo sguardo Andorre, ma lui non c'era.
Era il solo a mancare, il resto della famiglia era lì.

[Lady Gwen]

Passando davanti alla drogheria, sentii due donne parlare di un dottore, così mi avvicinai.
"Buongiorno, signore" le salutai educatamente "Non volendo, ho udito il nome di un tale dottor Rotar. Ecco si dà il caso che io necessiti di un medico, al momento, potreste indirizzarmi a lui, di grazia?"

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[Altea]

Non approvai la risposta di mio padre, erano molte le cose non approvavo in lui nonostante amassi mio padre.
Trovai strano il fatto che Andorre non ci fosse, per un attimo ebbi una sensazione strana "Bene" dissi sorridendo appena "Grazie per averci avvisato, noi non possiamo aiutarvi ma staremo attenti, noi non abbiamo diamanti preziosi in casa quindi possiamo trascorrere notti tranquille presumo" con tono indifferente, del resto non era un problema mio se al maharaja avevano rubato uno dei tanti suoi gioielli visto la sua ricchezza.

[Guisgard]

I militari fatto il loro dovere, salutarono ed andarono via.
Allora la famiglia De Bastian riprese la colazione.
“Un ladro...” disse Lissie “... che cosa inquietante...” guardando Altea ed il resto della famiglia.



“Il dottor Rotar” disse una delle donne a Gwen “è il medico della drogheria. E' farmacista e medico generico.” Sorridendole.

[Lady Gwen]

Annuii.
"Vi ringrazio, signore. Buona giornata" le salutai e proseguii.
Giunsi fuori dalla drogheria, il cappuccio sul volto, legai Aram fuori ed entrai dentro, in cerca del dottore.

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[Altea]

I soldati andarono via e la colazione riprese. "Lissie, di ladri ce ne sono molti. Sono convinta questo abbia destato attenzione perché ha rubato al maharaja. Ma Andorre dove si trova cara sorella?" sorridendo.

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[Guisgard]

Gwen entrò nella drogheria, dove prodotti di ogni genere, come talco, salse varie, pomate differenti, essenze, sali profumati, lozioni che si distinguevano per il colore e bottigline di liquidi colorati facevano bella mostra su tanti scaffali.
Vi erano poi farine di diverso tipo, pepe in ogni formato e zucchero raffinato su un tavolo al centro del locale.
Dal bancone allora apparve un uomo magro, di altezza media, i capelli brizzolati, quasi bianchi, il viso lungo, lo sguardo attento ed un paio di occhialini stretti su un naso sottile.
"Buongiorno..." disse l'uomo a Gwen "... in cosa posso servirvi?"

[Guisgard]

"Andorre" disse Lissie ad Altea "stamani attendeva un nuovo carico. Credo perciò sia al porto ad accogliere la nave." Con poco interesse verso gli affari di suo marito.

[Lady Gwen]

Gli scaffali erano pieni di ogni sorta di composto, rimedio, unguento.
Boccette di olii, talco, creme, pomate e tante altre cose.
Sentii arrivare un uomo alto, brizzolato e dall'aspetto composto.
Lo osservai, ma senza togliere il cappuccio.
"Lei è il dottor Rotar?" chiesi per sicurezza.

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[Guisgard]

"Si, sono io." Disse l'uomo a Gwen. "In cosa posso aiutarvi?" Fissandola.

[Altea]

A quelle parole finsi di non sentirmi bene.. "Oh penso vi sia in casa della polvere.. La solita allergia.. Ma non hanno pulito?" alzandomi seccata.. "Vado a respirare aria fresca, con permesso".
Uscii nel giardino ma sgattaiolai verso il porto, qualcosa mi turbava e mi portava da Andorre.

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[Guisgard]

Con quella scusa Altea uscì dalla stanza e poi trovò il modo di lasciare la villa.
Si avviò verso il porto che distava circa mezzo miglio.
Vi arrivò dopo un pò.
Era affollato di soldati, di marinai e di mercanti.
Era appena entrata una nuova nave nel porto e sul molo vi era un nutrito numero di persone che attendeva aprisse i boccaporti.

[Lady Gwen]

"So che vi sembrerà tutto molto strano, ma vi chiedo di seguirmi nella giungla. Il mio fidanzato è stato ferito quasi mortalmente alle gambe da un coccodrillo cadendo nelle acque del Lagno. Un pescatore lo ha salvato e medicato, ma rischia di morire e ho urgente bisogno di un medico, altrimenti morirà. Vi giuro che non vi è alcun tranello nelle mie parole. Posso pagarvi bene, se questo serve a convincervi" spiegai, con voce calma, sperando accettasse.

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[Altea]

Il porto era zeppo di persone di ogni genere.
Ad un tratto arrivò una nave e mi diressi verso di essa, osservandola e guardando se vi era Andorre. Vidi stava aprendo i boccaporti e seguivo ogni particolare.

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[Guisgard]

Il medico ascoltò Gwen e si tolse gli occhialini.
"Beh, un coccodrillo non perdona" disse "e di certo sarà ridotto male... datemi il tempo di prendere la borsa e qualche medicinale adatto."
Si tolse il camice bianco, preso la borsa con i suoi strumenti e poi raccolse nella stessa alcuni flaconi e delle bende.
Affisse ai vetri il cartello che indicava chiusa la drogheria e con Gwen uscirono.
Prese il suo calesse e la seguì verso la jungla.

[Guisgard]

L'arrivo di una bella dama nel porto, da sola, attirava subito le occhiate di molti, soprattutto dei tanti schiavi che vi prestavano lavoro.
Altea era così seguita da varie occhiate, non tutte di gentiluomini, fino a quando giunse sul molo.
Vide allora da lontano Andorre con alcuni uomini.
Indossava una lunga giacca di lamè, tipica dei capitani di battello, pantaloni stretti di pelle ed alti stivali neri di cuoio.
Aveva un tono autoritario e tutti quelli gli obbedivano, come se lui fosse nato per dare ordini.

[Lady Gwen]

Annuii, mentre quasi non mi sembrava vero che avesse accettato così, subito.
Allora lo aspettai mentre prendeva il necessario e poi mi seguì nell' giungla.
Allora lo condussi verso la capanna del pescatore, col cuore in gola sperando che Elv stesse tutto sommato bene e che fossimo arrivati in tempo.

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[Guisgard]

Gwen portò il calesse del medico fino alla sponda del canale, dove sorgeva la capanna del vecchio pescatore.
Così Rotar potè entrare e visitare Elv.
Uscì dopo circa mezz'ora.
"Gli ho somministrato vari disinfettanti..." disse il medico a Gwen "... poi gli ho cambiato le bende... ha bisogno di riposo, ma l'aria malsana di questo posto non gli fa bene..."

[Altea]

Vidi Andorre e pure gli uomini che mi osservavano con poco garbo.
Ma non diedi loro retta, lo vidi laggiù.. Bellissimo ed autoritario.. Mi avvicinai lentamente ma non vicino. Stava lavorando ma ero quel tanto vicina da ascoltare.

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[Guisgard]

Come un mare dalle onde impetuose, battuto dai forti venti australi, Andorre gestiva la situazione dando a ciascuno dei suoi marinai il giusto incarico, in modo che il carico fosse sistemato a dovere.
I capelli bruni e mossi erano diventati crespi per l'umidità dell'aria e la salsedine scaldata dal Sole tropicale rendeva la sua pelle come quella di un naufrago giunto da un lungo esilio su qualche isola perduta.
Altea lo fissava da poco lontano, ma lui ad un tratto si voltò di scatto, quasi avesse percepito il suo profumo, guardandola nella sua intera figura come solo gli uomini audaci e passionali sanno fare.
"Cara cognata..." disse con un sorriso da corsaro.

[Lady Gwen]

Il dottore entrò nella capanna, uscendone dopo mezz'ora.
Annuii.
"Siamo solo di passaggio, riprenderemo il cammino non appena starà meglio" risposi.
Poi, presi un sacchetto con 50 piastre d'argento e glielo porsi.
"Vi ringrazio per la vostra disponibilità, dottore."

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[Altea]

Lo osservavo, aveva un aspetto piratesco anche se io non ero donna da romanzo.
Ne ero affascinata e rapita, amavo la sicurezza di Andorre.
Si voltò di scatto ed ebbi un fremito e mi avvicinai.. "Caro cognato, mia sorella ha detto aspettavate un nuovo carico e io ero curiosa, mi auguro di non disturbare. Sapete che adoro tutto ciò che fate" con sguardo di intesa.

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[Guisgard]

Lui sorrise e le baciò lamano, assaporando per un istante la sua pelle bianca scaldata dal Sole.
"Se avessi saputo del vostro arrivo" disse ad Altea "vi avrei accolto come si conviene, cara cognata." Fissandola.
Passarono due mori che trasportavano una cassa.
Lui li fermò e col calcio della sua pistola ruppe la chiusura che fermava il suo coperchio.
La cassa conteneva alcuni profumi in boccette di cristallo.
"Vengono da Ceylon questi profumi..." Andorre a lei "... ognuno è raro e dal prezzo altissimo... sceglietene uno, cara cognata... solo le regine e grandame possono possedere una di queste boccette... scegliete la vostra..."

[Guisgard]

"10 piastre bastano." Disse Rotar sorridendo a Gwen. "Dategli queste pasticche... una ogni 6 ore." Dando il flacone alla ragazza. "Appena starà meglio e tornerete in città venite da me ed io lo visiterò ancora."

[Lady Gwen]

Ricambiai il sorriso ed annuii, prendendo il flacone di pillole.
"Lo farò, ancora grazie mille dottore" ringraziandolo ancora.
Poi entrai da Elv a vedere come stava.

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[Guisgard]

Rotar andò via e Gwen entrò nella capanna, dove Elv ora riposava più sereno.
Non aveva più la febbre e dormiva tranquillo.
Anche il colorito ora cominciava ad essere roseo e naturale.

[Lady Gwen]

Il colorito di Elv era sicuramente migliorato, lui era più tranquillo e non aveva più la febbre, si vedeva da come dormiva serenamente.
Allora mi avvicinai a lui e poggiai la sua testa in grembo, accarezzandogli i capelli e sperando così di allietare i suoi sogni, in attesa che si svegliasse riposato.

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[Guisgard]

Gwen passò forse un'ora in quella posizione, mentre il Sole attraversava lentamente il cielo sulla jungla.
Elv infine si svegliò.
Prima piano, poi comprese dove fosse e sorrise a Gwen.
"Forse non dovresti stare qui troppo tempo..." disse "... io mi rimetterò presto, ma quest'aria fetida può farti male..."

[Lady Gwen]

Passò almeno un'ora prima che si svegliasse, mentre il Sole compiva pigramente il suo ciclo attraverso il cielo.
Gli sorrisi quando si svegliò.
"Non ti lascio qui da solo, scordatelo" dissi "E poi, sei sempre mio prigioniero, devo sorvegliarti" dissi divertita, poi lo baciai dolcemente.

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[Guisgard]

"Questa jungla è maledetta..." disse Elv a Gwen "... se torniamo in città ci cattureranno i soldati, ormai allarmati da tuo zio... ma se restiamo qui finiremo col prenderci la malaria..." cercando di alzarsi, ma non riuscendovi essendo ancora debole.

[Lady Gwen]

Lo spinsi di nuovo giù.
"Non alzarti, rischi di peggiorare di nuovo, nonostante il dottore abbia fatto davvero un ottimo lavoro curandoti" commentai.
"Lo so... Per questo appena starai meglio ce ne andremo. Il dottore ha detto che vuole visitarti di nuovo, quando sarai in condizioni di spostarti, dunque ci dovremo andare comunque, volenti o nolenti."

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[Guisgard]

Elv annuìa Gwen e cercò di riposare.
Trascorse il pomeriggio e poco prima del tramonto un fischio si sentì giungere dal Lagno.
Il rumore di un battello che percorreva il fiume, intento a risalirne la corrente, si udì all'interno della capanna.

[Lady Gwen]

Continuai a stargli vicina mentre riprendeva a riposare.
Ad un certo punto, sentii un curioso fischio fuori dalla capanna.
Mi affacciai e vidi un battello percorrere il Lagno.
Allora rimasi ad osservarlo per seguirne la rotta.

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[Guisgard]

Gwen guardò il battello.
Era di media taglia, un bastimento adatto a navigare lungo le correnti dei fiumi per raggiungere i porti.
Batteva bandiera Afragolignonese ma a prua presentava uno strano simbolo formato va due V contrapposte e racchiuse in un cerchio rigato.

[Lady Gwen]

Non era molto grande, tuttavia sembrava abbastanza discreto.
Batteva bandiera Afragolignonese, ma recava comunque uno strano simbolo che non avevo mai visto e che impressi nella mente per non dimenticarlo.
A quel punto mi avvicinai alle sponde del fiume, lanciando un'ultima occhiata ad Elv, poi mi accostai per vedere meglio il battello.

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[Guisgard]

Il battello attraversava lento quel tratto di Lagno e dalla capanna Gwen vide alcuni uomini sul ponte.
Sembrava un battello mercantile, eppure quel simbolo era particolare.
"Gwen..." disse dalla brandina Elv "... di che battello si tratta? Sono militari?" Preoccupato.

[Lady Gwen]

Era un battello mercantile, ma comunque non mi spiegavo il perché di quel simbolo
Mi voltai verso Elv.
"No tesoro, è un mercantile, batte bandiera di Afragolignone, ma ha uno strano simbolo. Sono due V contrapposte e un cerchio rigato. Cosa vorrà dire?"

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[Guisgard]

A quelle parole di Gwen, Elv trasalì.
Cercò di alzarsi ma non ci riuscì.
"Quel simbolo..." disse "... non può essere..." con occhi quasi fuori dalle orbite "... è uno scherzo del Destino... non può essere!" Agitato.

[Lady Gwen]

Aggrottai la fronte e subito mi avvicinai, tenendolo fermo e aiutandolo a sistemarsi.
"Cosa c'è? Chi sono quelli là, Elv? Dimmelo!" fissandolo preoccupata.

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[Guisgard]

"Quel battello..." disse Elv a Gwen "... quel battello appartiene all'uomo che mi ha denunciato... che mi ha fatto catturare dai soldati... per colpa sua sono diventato uno schiavo..." con rabbia.

[Lady Gwen]

Sgranai gli occhi.
"Dannazione..." sibilai fra i denti.
"Perché deve sempre andare tutto storto!" esclamai con rabbia.
Era allucinante come certe cose si combinassero nella vita, molto spesso a nostro svantaggio.


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[Guisgard]

Elv scosse la testa.
"Non capisci, non sai..." disse a Gwen, ma fissando il vuoto della capanna "... l'uomo del battello... il capitano... colui che mi ha fatto catturare... è... è mio fratello... gemello..."

[Lady Gwen]

Sbarrai gli occhi.
"Gemello?!" non sapevo veramente che dire, era assurdo.
"Ma... Cos'è successo fra voi due? Perché ti ha denunciato?" chiesi a quel punto.
Era tutto veramente assurdo, soprattutto per come le coincidenze abbondassero, di questi tempi.

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[Guisgard]

"Lascia perdere, non mi va di parlarne..." disse con una smorfia Elv, per poi tornare a stendere la testa su quell'improvvisato giaciglio.
Intanto il battello continuava a navigare lento sulla corrente del Lagno.
Allora da fuori la capanna Gwen sentì la voce del vecchio pescatore che recitava una strana litania, come se pregasse in qualche dialetto a lei sconosciuto.

[Lady Gwen]

Lo guardai e sospirai.
Di sicuro, non era successo nulla di buono e il fatto che non volesse parlarne era proprio grave.
Poggiò la testa sul giaciglio fra l'arrabbiato e l'afflitto e non stentavo a crederlo, vista la pugnalata di suo fratello alle spalle.
"Mi spiace..." dissi, poggiandomi di nuovo il suo capo corvino in grembo e accarezzandogli i capelli.
Intanto, fuori il battello proseguiva il suo corso e il pescatore intonava una strana litania in una lingua sconosciuta e restai ad ascoltarlo.

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[Altea]

Mi stupì con quel gesto e vidi quelle boccette, avevano varie forme e colori.. "Sono curiosa, vediamo cosa mi proporrà la sorte.. Datemi quella bottiglia col liquido violetto.. Sento è il mio profumo" ma ero persa nell'osservare i suoi occhi azzurri che splendevano al sole.

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[Guisgard]

Per alcuni minuti il vecchio continuò la sua litania, per poi fermarsi di colpo.
Anche il battello sul Lagno aveva rallentato la sua già non eccessiva velocità, a causa del forte vento che rendeva il fiume mosso.
Il vecchio allora entrò nella capanna e guardò con sguardo afflitto Gwen ed Elv.

[Guisgard]

Andorre guardò Altea tutto il tempo in cui lei decise quale boccetta scegliere.
Lui allora la prese e la porse a sua cognata.
“Ottima scelta...” disse “... questa essenza è chiamata Fior di Mandragola e si crede serva a restare giovani per sempre... è vostra, cara cognata...”
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[Lady Gwen]

Il vecchio si interruppe di colpo e vidi che anche il battello si era fermato, il che mi fece entrare nel panico.
Poi, lui entrò nella capanna e il suo sguardo non mi piacque affatto.
"Cosa... Cosa succede?" tesa e spaventata.

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[Destresya]

"Stewart, facci portare del tè nel giardino!" ordinai, mentre mi diressi in quella direzione, facendo cenno al nipote di seguirmi.
"Sarai stanco, e una belle merenda per rifocillarti, è proprio quello che ti ci vuole!" sorrisi, scrutandolo.
Dovevo scoprire i punti deboli del ragazzo, per sfruttarli a mio vantaggio.
Così, raggiungemmo il giaridno, e il pergolato.
"Allora, l'ultima volta che ti ho visto eri un bambino piccino, racconta un po' alla zia cos'hai combinato in questi anni.." fissandolo.

[Guisgard]

Il vecchio guardòGwen con uno sguardo compassionevole.
"Gli spiriti sono inquieti..." disse "... stanotte è accaduto qualcosa di grave che offende la natura e le sue leggi... il caos prenderà il posto dell'equilibrio... una delle pietre mistiche è stata rapita..."

[Altea]

Presi in mano la boccetta osservando il colore vermiglio e osservai Andorre "Allora rimarrò bella per sempre...come quale regina?" prendendola dalla sua mano e sfiorandogliela.

[Guisgard]

Garion seguì Destresya in giardino, dove sotto un ampio bazar si poteva in qualche modo trovare riparo dal vento.
"Ho studiato, cara zia..." disse il giovane "... mi zio ha sempre desiderato per me una carriera diplomatica... così gli ultimi 7 anni li ho trascorsi in quel collggio... Afraoxford è una scula prestigiosa e severa." Annuendo.
Arrivò Stewart con un vassoio.

[Guisgard]

"Sceglietene una, cara cognata..." disse lui ad Altea "... una regina fra le mille che hanno governato regni e rapito il senno degli uomini... sceglietene una e magari diventerete davvero lei..." con un tono enigmatico, misterioso, ammaliante e quasi ipnotico.
Come se quell'uomo avesse il potere di un angelo caduto e ribelle, in grado di dominare tutte le cose di questo mondo.

[Altea]

"Una? Ginevra..."sicura "Per lei Lancillotto ha compiuto le imprese più impossibili. Ma trovarne uno, sarà difficile..di Lancillotto parlo, anche se visto quello che è accaduto stanotte caro cognato ci lega a loro due in modo inverso".

[Guisgard]

"Ah, ecco..." disse Andorre con un tono basso, sibillino, quasi sussurrato "... e ditemi..." con un sorriso impertinente "... cos'è accaduto stanotte?" Fissando Altea negli occhi.

[Altea]

Lo osservai e mi chiesi per un attimo se stava scherzando o altro ma risposi tranquillamente "Che ci siamo baciati, mio caro cognato, voi mi avete pure dato una collana con una conchiglia...e poi soffiava il vento da Est...ah si, sono venuti dei gendarmi, sapete hanno rubato un diamante al maharaja, hanno tenuto ad informarci ma non me ne curo più di tanto" osservandolo "Il ladro si chiama Fantamas e dicono gli indigeni lo temono, questo però mi incuriosisce molto".

[Destresya]

Ascoltai il giovane con qualche interesse, ma non troppo.
Dopotutto era solo un ragazzino, non sarebbe dovuto essere così difficile liberarmi di lui.
Mangiai un pasticcino e bevvi un po' di te, fissandolo di tanto in tanto.
Uno sguardo indagatore e severo, nonostante dovessi fingere che mi importasse qualcosa di lui.
"E quanto pensi di trattenerti qui a Baias?" gli chiesi, con noncuranza.

[Lady Gwen]

Cercai di afferrare le parole del vecchio, ma no, non ci arrivai.
"In pratica... È successo qualcosa di grave?" chiedi "Cosa... Cosa è successo?"

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[Guisgard]

“Fortunato dunque quel ladro se sa suscitare la vostra curiosità...” disse sorridendo Andorre ad Altea “... e ditemi... fra i tanti accadimenti di stanotte a voi quale ha colpito di più, cara cognata?” Fissandola.

[Guisgard]

“Ecco, non saprei...” disse Garion un po' in imbarazzo per quella domanda di Destresya “... ecco... lo zio mi disse che... insomma, qui ero il benvenuto...”

[Guisgard]

"La pietra mistica... l'ultima rimasta in mano agli uomini... stanotte è stata rubata... questa è una catastrofe..." disse l vecchio agitato a Gwen.

[Altea]

Sorrisi a quelle parole e alla sua domanda risposi senza titubanze "Il nostro bacio ovviamente, ovvio il furto ha destato clamore, ma io penso perché il maharaja sia una persona importante, d' altronde non comprendo tanto interesse. E voi a cosa date più importanza, caro cognato?" osservandolo e stringendo il suo braccio in modo spontaneo.

[Lady Gwen]

Guardai Elv con facci smarrita senza sapere cosa fare.
E adesso?
Ci mancava pure che iniziasse a delirare...
"Oh, certo... È sicuramente qualcosa di importante..." cercai di dire, anche se ugualmente non lo capivo.

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[Destresya]

Lo fissai con un'espressione enigmatica volta ad aumentare il suo imbarazzo.
"Oh ma certo che lo sei.." sorridendo appena "Questa è anche casa tua, dopotutto sei qui per riscuotere l'eredità, dico bene?" fissandolo intensamente.

[Guisgard]

"Naturale che la mia bella cognata venga prima di tutto il resto..." disse lui guardando Altea con occhi ardenti di passione, come se stesse per spogliarla all'improvviso, come se fosse sul punto di prenderla e farla sua davanti a tutti in quel porto.
"Signore..." uno dei marinai "... il carico è a bordo. Tutto in regola."
"Bene, ora vengo a firmare i documenti." Annuì Andorre.

[Altea]

I suoi occhi ardenti penetrano i miei occhi verdi, una vampata di calore e passione mi pervase, come voler essere sola in quel posto ed essere solo sua.
Ad un tratto arrivò un uomo e dissi ad Andorre "Caro cognato, vi aspetto qua o posso venire con voi?"

[Guisgard]

Il vecchio non disse altro ed uscì dalla capanna.
"Quel tipo è tutto suonato..." disse Elv rimasto solo con Gwen.



"Si..." disse annuendo Garion a Destresya "... si, certo... grazie, zia..." mortificato.

[Guisgard]

"Come più gradite, cara cognata..." disse Andorre ad Altea "... sapete bene che io ho piacere a soddisfare ogni vostro capriccio." Sorridendole.

[Altea]

A quelle parole mi sentii davvero una Regina, la sua regina...avevo annientato Lissie, lo sapevo bene.
"Verrò con voi, mio caro cognato...nulla vale di più per me che la vostra compagnia" e lo presi a braccetto.

[Guisgard]

Andorre sorrise ad Altea.
Un sorriso compiaciuto, enigmatico, provocante.
La prese elegantemente sottobraccio e la portò sulla sua nave.
Era un veliero di pregevole fattura, di grossa portata, con tre alberi ed una meravigliosa sirena scolpita a prua.
Salendo Altea lesse il nome Shushan dipinto sullo scafo, segno che era il nome della nave.
A bordo vi erano molti marinai, tutti pronti ad accogliere Andorre come fosse un re, più che un capitano di vascello.
"Io devo completare alcune cose burocratiche, cara cognata..." disse lui a lei "... potete restare ad assistere o se ciò vi annoia andare a riposare nella mia cabina, la più lussuosa della nave. Lì troverete abiti di ogni tipo che naturalmente potete scegliere ed indossare se ciò vi aggrada." Baciandole la mano.

[Destresya]

Non mi sfuggì quel sorrisetto mortificato.
Il ragazzo era più debole di quanto mi aspettassi, ottimo, davvero ottimo.
Gli lanciai un'altra occhiata, per poi sorridere.
"Immagino vorrai riposarti dopo il lungo viaggio.. va pure!" con un cenno della mano, ma senza smettere di fissarlo.

[Altea]

La nave era maestosa, imponente, era come un piccolo regno.
Lessi il nome della nave...Shushan..rimasi sorpresa, ricordai mi parlò di una regina con quel nome e poi mi evocava qualcosa di importante e particolare.
"Si, andrò nella vostra cabina....voglio vedere i vestiti...fate pure caro cognato" e lasciai scivolare la mano dal suo braccio forte e caldo.
Notai con quanto rispetto Andorre veniva trattato, sembrava quasi una carica importante.

[Guisgard]

"Si, grazie..." disse Garion alzandosi, quasi fosse una liberazione "... posso sapere dove si trova la mia camera, zia?" Chiese rispettoso.

[Guisgard]

"Certo, mia cara cognata..." disse Andorre ad Altea.
Allora ordinò ad un marinaio dalla pelle scura di accompagnarla nella sua cabina.
L'uomo condusse così Altea negli alloggi ufficiali della nave, scendendo sottocoperta, fino alla cabina del capitano.
Era ampia, arredata con sfarzo e gusto, con molti libri, non solo di argomento nautico o astronomico, strumenti diversi per la navigazione, carte e mappe dei mari, delle correnti e delle terre dei due emisferi, registri di bordo e qualche arma sulla pesante scrivania in noce.
Vi erano poi due grossi armadi dove presumibilmente erano conservati i vestiti.

[Altea]

Seguii l' uomo ed entrai nella sua cabina, ero meravigliata, tutto parlava di lui e capii quanto Andorre amasse il mare, viaggiare, chissà quante mille avventure aveva vissuto, se aveva mai sognato osservando le stelle nel mare infinito.
Poi vidi due armadi, fui vinta dalla curiosità e li aprii entrambi per osservare se veramente vi erano dei vestiti, e a quel punto pensai se fossero stati di donne probabilmente erano state le sue amanti...tolsi quel punto di gelosia nella mia mente.

[Guisgard]

Altea aprì gli armadi e fu sommersa dal bagliore e dal profumo di quelle stoffe rare, ricercate, pregevoli e preziose con cui erano fatti i tantissimi vestiti.
Vi erano eleganti abiti alla moda di Francia, di Prussia e delle Fiandre.
Sete dai colori incredibili e dal luccichio ipnotico, giunte attraverso le selvagge e misteriose vie che dall'Asia raggiungevano il Vecchio mondo.
Il lino delle Indie, la lana degli altopiani Tibetani, il velluto delle botteghe Turche e la seta giunta dalle carovane di Nanchino abbellivano vestiti unici per taglio e forma.
Perle del Giappone e corallo delle Malesia pulsavano scintillii unici, così come la madreperla dei porti di Singapore rendeva prezioso ciò che già non avea prezzo.
Molti abiti erano sensuali, seducenti e provocanti, a dimostrazione che le donne orientali non avevano i tabù del mondo occidentale e per questo molte fra loro erano giunte a governare regni e popoli.
Non mancavano poi capi di biancheria di raro erotismo figlio di un esotismo magico e passionale.
https://media-cdn.tripadvisor.com/media/photo-s/0e/34/20/14/salottino-turco.jpg

[Altea]

Rimasi esterefatta nel vedere tutte quelle stoffe preziose, non immaginavo vi fosse tanta ricchezza e più di quella che possedeva mio padre. Qui era veramente un altro Mondo, un Regno remoto e fantastico.
Vidi i vestiti, la lingerie audace ma molto lussuosa.
E in quel momento tolsi i miei abiti, sciolsi i lunghi capelli biondi e indossai un reggiseno orientale di pietre davvero preziose, e indossai una tunica di pregiata seta.
Mi stesi così sul letto osservando il tetto con curiosità.

http://konaxo.altervista.org/wp-content/uploads/2010/12/donna-con-indosso-reggiseno.jpg

[Lady Gwen]

Il vecchio pescatore andò via.
"Sì, decisamente...." scuotendo la testa.
"Menomale che almeno quando ci fa salvati era lucido..." sarcasticamente.
In fondo, quello glielo dovevamo.
"Ma comunque, è un altro motivo per il quale andremo via di qui il prima possibile non appena starai meglio. È tutto già inquietante senza che ci si metta di mezzo anche lui..." aggiunsi poi.

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[Guisgard]

Elv annuì a Gwen.
"Si, hai ragione..." disse "... sento il rumore di quel dannato battello sul fiume... è ancora là, vero?"

[Guisgard]

Altea si spogliò e sciolse i lunghi capelli biondi, vedendosi riflessa in uno degli specchi che abbellivano la cabina.
Indossò poi un reggiseno di preziosissime pietre ed una tunica di seta pregiata.
Poi si stese sul letto, a due piazze e trapuntato con lenzuola delle Fiandre, ammirando il soffitto, anch'esso ornato con un bellissimo e grosso specchio.

[Altea]

Da quello che potevo notare il caro cognato doveva pure avuto avventure amorose in quella camera. Ma le fresche lenzuola e le essenze ebbero un effetto benefico e mi addormentai.

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[Guisgard]

Altea si abbandonò ad un doce sonno, reso prezioso e piacevole dalle sete e dalle pietre che ornavano la sua pelle nuda e bianca.
La nave si cullava sulle onde che il vento rendeva vivaci e ciò accompagnava la nobile dama in quel lieve riposo.
Si svegliò circa un'ora dopo, per via delle voci fragorose dei marinai sul ponte, tutti impegnati nei lavori e nelle manovre di bordo.

[Altea]

Dormii in modo tranquillo, mi svegliai pigramente e sentii dei rumori, gli uomini facevano delle manovre. Non capivo cosa stesse accadendo e osservai nell'oblo'.

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[Guisgard]

Dall'oblò Altea vide il molo affollato e diversi marinai che portavano a bordo della Shushan le ultime provviste per qualche viaggio.
Tutti erano impegnati in diversi lavori, proprio come se la nave fosse sul punto di salpare.
In quel momento lei si accorse di un campanello poggiato sul comodino intarsiato con giochi di ottone e acquamarina accanto al letto.

[Lady Gwen]

"Sì, in realtà era lì lì per fermarsi" commentai, guardando fuori dalla capanna.

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[Guisgard]

"Maledizione..." disse imprecando Elv "... speriamo vada via presto..." sbuffando.
Gwen notava il suo malessere.
Ma dopo qualche minuto altri rumori si udirono giungere dal Lagno.

[Lady Gwen]

Sospirai dispiaciuta per come lo vedevo.
Era veramente frustrante, soprattutto perché non sapevo come aiutarlo.
Poi, si sentirono dei rumori fuori dalla capanna e mi sporsi per dare un'occhiata.

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[Guisgard]

Gwen guardò dalla finestra e vide il battello fermo nel Lagno, ma anche una scialuppa che calata da esso in acqua ora si avvicinava alla sponda dove sorgeva la capanna.

[Altea]

Che strano, sembrava stessero per salpare, forse era meglio rivestirsi anche se Andorre mi avrebbe chiamata.
Ad un tratto vidi sul comodino un prezioso campanello, degno di un re. Lo presi in mano e lentamente lo feci suonare.

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[Lady Gwen]

Guardai fuori dalla tenda e vidi una scialuppa calata dalla sponda in cui ci trovavamo noi.
"Maledizione, stanno scendendo a terra" dissi preoccupata ad Elv.

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[Guisgard]

Dopo qualche istante che Altea ebbe suonato quel campanellino qualcunò bussò alla porta e poi entrò.
Era un uomo di mezz'età.
"Prego, madama..." disse "... in cosa vi posso aiutare?" Fissandola.

[Guisgard]

"Non è detto che vengano qui..." disse Elv a Gwen "... dopotutto non c'è nulla in questa capanna che possa interessarli..."
"Vi sbagliate." Entrando il vecchio pescatore.
Sollevò un grosso vaso di argilla e tirò su una sorta di rotolo, che poi aprì.
Vi erano tracciate delle terre come fosse una mappa.

[Lady Gwen]

"Spero che sia così... Non ho idea di quello che potrebbe sorgere da un confronto fra voi due..." scuotendo la testa.
Poi però, entrò il pescatore, che non era d'accordo.
Sollevò un vaso e ne uscì una sorta di mappa.
"Cos'è quella mappa?"

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[Guisgard]

"Io oltre a pescare sono una guida del posto..." disse il vecchio a Gwen "... conosco queste terre da sempre... mio padre ed il padre di lui fecero questo lavoro e prima di loro tutti i miei antenati."
"Siete una sorta di autorità nella jungla allora." Elv.
Il vecchio annuì.
"Cosa vogliono quelli del battello?" Chiese.
"Probabilmente hanno bisogno di una guida." Rispose il vecchio.

[Altea]

Sobbalzai quando vidi l'uomo entrare.. "Volevo sapere.. Si.. Stiamo partendo.. Perché altrimenti mi vesto per sbarcare, sono un po' confusa.. Dove si trova Lord Andorre?"

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[Lady Gwen]

Scoprimmo che il vecchio era anche una sorta di guida del posto.
"Potreste per favore tenerli lontani da questa capanna? C'è una persona che preferiremmo non vedere..." dissi, sperando mi ascoltasse.

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[Guisgard]

"La nave partirà solo domani, madama." Disse l'uomo. "Il capitano Andorre è con sua moglie. La signora è giunta al porto con sua madre e suo padre ed il capitano sta mostrando loro parte del vascello." Fissando Altea.

[Guisgard]

Il vecchio guardò Gwen senza dire nulla, ma un attimo dopo si udirono dei passi.
Un istante dopo una testa si sporse nella capanna, notando il vecchio e poi Gwen.
"Ehi, guarda guarda..." disse fissandola tutta.
Poi si accorse di Elv steso sulla brandina di arbusti.
"Che mi prenda un colpo!" Esclamò ridendo. "Chi si rivede! Come stai, Giuda?"
"Stavo meglio prima..." Elv "... prima di vederti, Taros..."

[Altea]

Rimasi stupita.. "Io sono la cognata del capitano Andorre, e quello è mio padre e lei mia sorella.. Perché non mi ha avvisata?" ferita dentro "Io mi vesto. Dovete trovare un modo per farmi andare via senza essere notata.. Il vostro nome?"

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[Guisgard]

"Sono Macao, signora." Disse l'uomo ad Altea. "Il capitano mi ha detto di obbedire ad ogni vostra richiesta. Ma forse non è saggio uscire adesso. Qui nessuno verrà... siete dunque al sicuro." Fissandola.

[Altea]

Sospirai.. "Per fortuna, mi portate qualcosa di gustoso da mangiare? Io nel frattempo leggerò qualche libro.. È così bello qui, partirei subito in viaggio per mille avventure" sorridendo.

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[Guisgard]

"Subito, madama." Disse Macao ad Altea.
Nella cabina come detto vi erano diversi libri tra cui scegliere.
Tra i tanti manuali di viaggi marittimi e misurazione delle costellazioni per navigare, Altea trovò persino una sorta di diario, firmato dallo stesso Andorre.
Poco dopo Macao tornò con un vassoio, sul quale aveva portato una frittata di zucchine e crescione, accompagnata da un fiaschetto di vino rosso.

[Altea]

Ringraziai Macao, avevo preso il diario firmato da Andorre. Iniziai a sfogliarlo dopo aver mangiato con in mano il bicchiere di vino rosso.

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[Guisgard]

Aprendo il diario, Altea si accorse che conteneva delle poesie, scritte dallo stesso Andorre.

[Altea]

Non immaginavo Andorre fosse un poeta, iniziai a leggere assaporando il buon vino.

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[Guisgard]

Altea lesse la prima poesia:

"Profumo di donna.
In certe sere di stelle avare e di densa foschia,
quando Cassiopea è lontana e la Luna di luce torva,
quando ramingo è fuggito via l'ultimo crepuscolo boreale
allora il mare si tinge di pingue solitudine e sordi sispiri lontani.
Le onde gemono di echi perduti, di scogli bagnati e venti confusi.
Il sapore del sale e di lembi terragni, l'odore degli alisei e gli inganni dei sensi.
Tutto tace e grida nel buio della sera spietata su quest'isola senza tesoro, nè donna.
Un'isola d'esilio di stelle ed ignota alle rotte dei venti, delle spezie e dei sali d'Oriente.
Profumo di donna, sognato, ambito, rincorso e perduto nelle sete degli ultimi pastori di terre svanite.
Profumo di donna, di mare, di terra e di vita.
Profumo lontano tra onde di spuma, di sale e rotte interrotte."

[Lady Gwen]

Il vecchio non mi rispose e sperai per lui che mi desse ascolto.
Ma era comunque troppo tardi.
Un attimo dopo, un volto fece capolino nella capanna.
Un volto che avrei dovuto dire di conoscere bene, ma in realtà non era così.
Alzai un sopracciglio al suo sguardo su di me.
Poi seppi il suo nome, Taros.
Sì, in effetti era un nome da bastardo, decisamente.
Seguii in silenzio lo scambio di battute fra i due in silenzio, sperando che non succedesse il peggio.

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[Altea]

Lessi avidamente la poesia.. Chissà dove si trovava Andorre.. In un posto dove l'amore non esisteva? Strinsi il libro poggiando il bicchiere e continuai a leggere, a capire l'animo di Andorre.

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[Guisgard]

Taros si voltò verso Gwen, squadrandola tutta.
"E questa..." disse "... da dove è uscita?"
"Lasciala perdere..." Elv.
"Davvero?"
"Si..." fissandolo Elv.
"Giuda, non sei nella posizione di dettare legge, sai?" Ridacchiando.

[Guisgard]

Altea fu sul punto di leggere un'altra poesia, ma ad un tratto entì delle voci familiari giungere dal ponte soprastante.
"Oh, Andorre..." disse cinguettando Lissie "... non vedo l'ora di viaggiare con te! Di scoprire il mondo, solcare il mare!" Entusiasta.
"Davvero una nave magnifica, capitano!" Ammirato il vecchio De Bastian ad Andorre.

[Altea]

Udii le voci dei miei familiari ma non sentivo la loro mancanza, accarezzai la poesia appena letta e la strinsi al petto. Udii la voce di Lissie e cercai di scacciare la gelosia.

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[Lady Gwen]

Tornò di nuovo a fissarmi con insistenza e mi stava venendo dando sui nervi.
Feci presa sulla spalla di Elv per farlo stare più calmo possibile.
"Altrimenti che fai?" chiesi a Taros, con tono candido, ma sguardo diretto.

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[Guisgard]

Stringendosi al petto il libro con la poesia, Altea cercò di scacciare la gelosia e l'insofferenza che si sentiva.
La voce di Lissie tintinnava ossessiva nelle sue orecchie, così come la sua risata fanciullesca.
Era felice, esaltata, come una bambina tra i suoi balocchi.
Rideva, sospirava, si muoveva libera e felice sul ponte e tutto ciò era chiaramente sentito da Altea nella cabina.

[Guisgard]

Taros scoppiò a ridere.
"Io nulla, bellezza..." disse divertito a Gwen "... ma il resto della banda potrebbe fare molto male al tuo amico!"
"Dacci un taglio, Taros." Elv.
"Ehi, Giuda..." Taros guardando le gambe fasciate di Elv "... cosa diavolo ti è successo?"

[Lady Gwen]

Lo guardai senza battere ciglio a quelle parole.
Poi, notò le gambe di Elv.
"Ti preoccupi per lui dopo quello che gli hai fatto? Sei quasi commovente, sai?" con tono sarcastico.

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[Guisgard]

"Oh oh... ehi, bellezza..." disse Taros divertito a Gwen "... e cosa gli avrei fatto, sentiamo?"
"Lasciala perdere ti ho detto..." Elv.
"Sta zitto, Giuda!" Lo zittì Taros, per poi tornare a fissare Gwen.

[Lady Gwen]

Sobbalzai quando lo zittì e Dio quanto desideravo fargliela pagare in quel momento.
Lo guardai quando tornò a fissarmi.
"Relegare il proprio fratello al ruolo di schiavo non è molto carino, non è il massimo della fraternità, te lo hanno detto?" fissandolo di rimando.

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[Guisgard]

Taros guardò Gwen e scoppiò a ridere.
Rideva forte e scuoteva il capo.
Poi, quando riuscì a calmarsi, chiamò quelli fuori dalla capanna.
Entrarono così tre uomini robusti, armati di lunghi fucili, coltellacci alle cinture e minuti di sguardi temerari.
"Prendete questa brandina" ordinò loro Taros "e portatela a bordo. Naturalmente con quanto vi è sopra." Indicando Elv.

[Lady Gwen]

La sua risata mi irritava e gli avrei volentieri spaccato la faccia.
Poi mi irrigidii quando entrarono dei tizi armati e Taros gli ordinò di portare Elv a bordo.
No ma, stavamo scherzando?
Senza attendere oltre lì seguii mentre portavano via Elv, preoccupata per l'esito che la cosa avrebbe avuto.
Improvvisamente, quello di mio zio mi sembrò il rischio minore, in tutta questa assurda situazione.

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[Guisgard]

Quegli uomini dall'aspetto così poco raccomandabile presero la brandina con Elv, portandola fuori dalla capanna e raggiungendo la scialuppa ormeggiata in acqua.
"Viene anche tu..." disse Taros a Gwen "... sei sicura?" Ridacchiando.
"Meglio se resti qui e ritorni da tuo zio, Gwen..." fece Elv "... fa come ti dico..."

[Lady Gwen]

Guardai male Taros, point mi voltai verso Elv.
"Scordatelo, non ci tono più lì, indietro" con tono risoluto, mentre lo seguivo a bordo.
Come poteva pensare che lo avrei lasciato in balìa di suo fratello?
E poi, non mi sarebbe toccata una sorte migliore, tornando a casa.

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[Guisgard]

Taros fece segno di salire tutti sulla scialuppa.
Poi partirono verso il battello.
Con loro c'era anche il vecchio pescatore.
La scialuppa fu issata sul battello e tutti scesero sul ponte.
La brandina di Elv fu poggiata sul pavimento in legno e Gwen era accanto a lui.
"Non so se a bordo abbiamo una cabina per voi..." disse ridendo Taros a Gwen e ad Elv "... mi sa che ci dovremo arrangiare..." divertito "... tu dormi con me, piccola?" A Gwen.

[Lady Gwen]

Rimanemmo sul ponte del battello, io accanto ad Elv e con noi c'era anche il pescatore.
Mi voltai a guardare Taros.
"Non ci penso nemmeno" con tono piatto.


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[Guisgard]

"Ah, capisco..." disse divertito Taros a Gwen "... preferisci allora dormire nella stiva col resto della ciurma? Sai, quelli non sono gentiluomini come me..." ridendo.
"Smettila..." fece Elv.
"Chiudi il becco, Giuda!" Replicò Taros.

[Lady Gwen]

Sospirai passando una mano fra i capelli.
Cosa avevo fatto di male per meritare un cosa simile?
Era la punizione per essere scappata di casa con Elv, per caso?
Era questo che dovevo scontare?
Non mi piaceva affatto, no, decisamente...
"Di certo preferivamo rimanere con quel maledetto coccodrillo nel Lagno la scorsa notte..." con un sorriso strafottente ed un tono sarcastico

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[Guisgard]

Taros scoppiò a ridere e con lui il resto della ciurma.
"Ora basta." Disse ad un tratto una voce dalla tettoia a poppa, dove apparve un uomo con un cappuccio sulla testa.
Tutti si zittirono ed Elv lo guardò per un lungo istante.
"Dategli una cabina." Ordinò l'uomo col cappuccio. "Per lui e per la ragazza."
"Ma questo traditore..." fece Taros.
"Fa come ti dico." Lo zittì l'altro.
Allora Taros fece segno ai suoi uomini di portare Elv sottocoperta e con lui anche Gwen, mentre dalla tettoia l'uomo incappucciato fissava la scena in silenzio.

[Lady Gwen]

Le risate di quegli idioti furono stroncate da una voce imperiosa che non ammetteva repliche.
Allora io ed Elv fummo portati sottocoperta.
Certo, avrei preferito restare sul ponte al freddo, per terra, piuttosto che dormire con Taros, ma l'idea della cabina non era affatto male.

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[Guisgard]

Gwen ed Elv si ritrovarono così in una cabina tutta per loro, dove finalmente lui poteva stendersi su un letto decente.
"Dalla padella alla brace..." disse lui sbuffando e guardando il soffitto, mentre il battello ripartì.

[Lady Gwen]

Finalmente potè stendersi su un letto per riposare degnamente, visto che ne aveva decisamente bisogno.
"Intanto prendi questa, ordine del dottore" porgendogli la pastiglia accompagnata dall'acqua che trovai sul comodino in legno.

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[Guisgard]

Elv prese la pasticca e la ingoiò.
Il battello era partito.
"Se avesse le gambe intatte" disse lui a Gwen "giuro che mi tufferei nel Lagno per fuggire... meglio i coccodrilli che questi bastardi..."

[Lady Gwen]

Sospirai stendendomi accanto a lui.
"Adesso, per favore, vuoi spiegarmi cos'è successo fra te e questa gente?" insistetti.
"So che non vuoi parlarne, ma sono coinvolta anche io adesso.l e voglio sapere."

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[Guisgard]

"E' pessima gente..." disse Elv sbuffando "... meglio sai di loro e meglio è..." fissando Gwen.
Ad un tratto qualcuno bussò alla porta della cabina.

[Lady Gwen]

Sbuffai.
"Sei impossibile, a volte..." scuotendo il capo.
Poi, bussarono alla porta della cabina.
"Chi è?"

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[Guisgard]

La porta si aprì ed entrò un uomo dall'aspetto bonario, tarchiato, vestito con vestiti puliti, ben fatti, ma ormai logori in più parti.
Il volto era largo, la barba di almeno un paio di giorni, la fronte sudaticcia e gli occhi piccoli e poco espressivi.
"Salve." Disse con aria gaia. "Sono il dottore di bordo..." sedendosi accanto al letto di Elv "... su, ragazzo mio... fa vedere un pò le gambe... il capitano mi ha detto di darci un'occhiata..."
E cominciò a visitare Elv.
"Eh... brutte ferite..." mormorò "... ma sono state ben disinfettate... non corri il rischio di tetano o peggio..." annuendo "... ora cambiamo le bende..." e cambiò le bendature sotto gli occhi di Gwen.

[Lady Gwen]

La porta si aprì, mostrando un uomo tarchiato e dall'aspetto migliore degli altri poco raccomandabili qui a bordo.
Disse di essere il medico e cominciò a visitare Elv.
Per fortuna, il dottor Rotor aveva fatto un buon lavoro.
Infatti sorrisi ad Elv contenta che non rischiasse più.
"Entro quanto guariranno del tutto le sue gambe?" chiesi al dottore, mentre cambiava le bende.

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[Guisgard]

"Il tempo che le ferite si chiudano" disse il medico a Gwen "e potrà cominciare a camminare." Annuì. "Diciamo in un paio di giorni potrà camminare."
"Dov'è diretto questo battello?" Chiese Elv.
"A caccia, ragazzo mio." Ridendo il dottore.

[Lady Gwen]

Annuii, anche se veramente non vedevo l'ora che stesse di nuovo bene.
"A caccia? Cosa intendete?" aggrottando la fronte "Voglio dire... A caccia di cosa?"

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[Guisgard]

"Volevate dire a pesca..." disse Elv.
"No no, proprio a caccia." Ridendo il dottore.
"Di cosa?" Elv guardando poi Gwen perplesso.
"A caccia di tesori, ragazzi miei!" Annunciò il dottore.

[Lady Gwen]

Alla risposta del medico, guardai Elv.
"In pratica... Pirateria? È corretto?" chiesi per sicurezza.

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[Guisgard]

"I pirati sono dei ladri." Disse il medico a Gwen con aria saccente. "Qui è tutto in regola. abbiamo il permesso di navigare in queste acque. Permesso firmato da lord Corcionne in persona. Un permesso dunque che non può essere messo in discussione."

[Lady Gwen]

"Come i corsari, allora" asserii.
Conoscevo di fama Lord Corcionne e sì, questo aveva tanto l'idea di somigliare ad atti corsari.
"Comunque sia, ormai siamo a bordo, no?" guardando Elv.
"Si sa già qual è la prossima meta?"

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[Guisgard]

"Il capitano" disse il medico a Gwen "ha l'incarico di recuperare un oggetto di alto valore sottratto al maharaja... ciò può causare disordini nei rapporti tra la colonia e l'impero Afragolignonese... per questo l'oggetto rubato deve tornare al suo posto." Annuendo.

[Lady Gwen]

Assottigliai lo sguardo.
Che Fantamas fosse davvero riuscito a rubare il famoso gioiello?
"Intendete per caso la Pantera Maculata?" chiesi "È stato Fantamas a rubarla?"

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[Destresya]

Lo fissai per un momento con aria tra il divertito e il compatimento.
"Beh, Stewart ti accompagnerà, naturalmente!" come fosse la cosa più normale del mondo.
"Io andrò ad occuparmi dei miei affari!" alzandomi a mia volta.
"Riposati, caro nipote!" con un sorriso fintamente gentile e lo sguardo che restava penetrante.
Dal canto mio, sarei andata a vedere come se la cavava il mio bel capitano di marina.

[Guisgard]

"Si, proprio quello..." disse il medico a Gwen "... il famoso diamande del maharaja." Annuendo. "Fantamas? I nativi credono sia stato una sorta di demone a rubarlo." Ridendo. "Che ignoranza questi selvaggi." Alzandosi. "Ora vado... a presto." Ed uscì dalla cabina.

[Guisgard]

"Grazie, cara zia." Disse Garion a Destresya.
Allora Stewart lo accompagnò nella sua camera, dove posò lì i suoi bagagli.

[Lady Gwen]

Annuii pensierosa.
Incredibile come le coincidenze continuassero a presentarsi a me, una dopo l'altra.
"Questo improvviso soggiorno sta diventando più interessante del previsto..." ridacchiando.

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[Destresya]

Il ragazzo se ne andò, e io restai a guardarlo per un momento, cercando di figurarmi che cosa avrei potuto architettare.
Oh ma non c'era fretta, i piani migliori richiedevano tempo.
Io ne avevo e non mi disperavo affatto.
Allora mi diressi al capanno dove i sue servi avevano avuto l'ordine di incarcerare il mio Brontolo.
Chissà come se la passava il bel capitano, pensai con un sorrisetto, ed entrai.

[Guisgard]

"Non essere sciocca..." disse seccato ed infastidito Elv a Gwen "... questa nave è il luogo peggiore in cui potessimo finire..."

[Guisgard]

Destresya andò nel capanno, dove Aegos era stato incatenato.
Aveva solo i pantaloni ed il petto era nudo e sudato.
Caviglie e polsi erano incatenati alla parete.

[Lady Gwen]

"Bene o male che sia, ormai possiamo fare ben poco, non credi?" dissi, con tono ovvio.
"Scusa, non volevo essere inopportuna" dissi, appoggiandomi sul suo petto e accucciandomi fra le sue braccia.
"Intanto tu pensa a guarire, il dottore ha detto che presto starai bene" sorridendo.

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[Destresya]

Una volta entrata nella capanna, osservai attentamente tutta la figura di Aegos, il suo petto vigoroso, i polsi e le caviglie legate.
"Ciao bellezza..." sorrisi, avvicinandomi "Come te la passi da queste parti? Cominci ad avere voglia di fare il bravo?" fissandolo intensamente.
Oh l'avrei spuntata con quel tipo, altrochè.

[Guisgard]

Elv sorrise a Gwen e le accarezzò dolcemente il viso.
Poi poggiò la testa sul cuscino e cercò di riposare.
La pasticca oltre a sanare le sue ferite aveva anche la proprietà di rilassare e portare sonno.
In pochi minuti si addormentò.



Aegos guardò Destresya entrare.
"Vorrei..." disse "... vorrei dell'acqua... ho sete..." fissandola.
Era sudato e visibilmente fiaccato dallo stare nella stessa posizione.

[Lady Gwen]

Ricambiai il suo sorriso, accarezzando la sua mano sul mio viso.
Poi, in pochi minuti si addormentò ed io cercai di fare lo stesso.
Anch'io sentivo il bisogno di riposare e volevo essere in forze per ogni evenienza.

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[Guisgard]

Gwen cercò di dormire, ma riuscì solo a dormicchiare.
Di tanto in tanto sentiva i rumori dei motori del battello, il suo fischio, la voce degli uomini a bordo nelle varie manovre e così via.
I loro passi sul ponte erano continui, così come le loro grida, le risate e le imprecazioni.

[Destresya]

Lo fissai intensamente, avvicinandomi sempre di più.
"Oh immagino che tu abbia sete, bellezza..." sfiorando piano il suo petto nudo.
"Ma sei qui perchè tu possa imparare le buone maniere, dunque dovrai chiederlo per favore.." con voce calda e sensuale, mentre facevo scivolare il mio dito lungo tutto il suo petto dai muscoli scolpiti per poi alzare lo sguardo a cercare i suoi occhi azzurri.

[Guisgard]

"Per favore..." disse lui a Destresya "... vorrei... vorrei dell'acqua fredda..." mentre lei lo fissava e faceva scivolare il dito sul suo petto nudo e sudato.

[Lady Gwen]

Rimanevo in uno stato di dormiveglia, svegliandomi spesso per la confusione a bordo.
Era impossibile stare tranquilli un attimo, tanto che in un guizzo di sarcastico cinismo fui davvero tentata di prenderla anch'io, quella benedetta pasticca che stava facendo dormire Elv così placidamente, visto che era letteralmente impossibile farlo normalmente.

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[Guisgard]

"Io mi gioco la ragazza..." disse ad un tratto una voce dal ponte "... si, me la gioco in questa mano di carte!"
"Idiozie!" Ridendo un altro. "Non è mica tua!"
"Invece si!" Il primo che aveva parlato. "Appena Giuda sarà accoppato la ragazza sarà libera ed io la farò divertire!"
"E chi ti dice che Guida sarà accoppato?" Fece Taros.
"Beh, il capitano lo ucciderà!" Rispose il primo che aveva parlato.
Gwen dalla cabina sentì tutto.

[Destresya]

"Ecco, bravo, così va meglio.." sussurrai, con voce calda, spostandomi ed andando a prendere dell'acqua fredda, per poi portargliela alle labbra.
"Su, da bravo..." con un tono più dolce di quanto avessi mai avuto.

[Guisgard]

Aegos fissò Destresya e si sporse in avanti, portando le labbra sul mestolo colmo di acqua fredda per bere.
E buttò giù dei bei sorsi, tanta era la sete.

[Lady Gwen]

Ascoltai i discorsi che provenivano dal ponte e rimasi agghiacciata.
Dovevamo davvero fare di tutto per scappare da questi folli alla prima occasione di toccare terra.
Avevano sul serio cattive intenzioni verso Elv, e ovviamente anche verso me, ma soprattutto verso di lui, in particolare suo fratello e sentii una profonda apprensione dentro di me appena mi voltai a guardarlo, che dormiva bellissimo e beato e, in questo momento, ignaro di tutto.
Eravamo fuggiti per la libertà, ma eravamo capitati in un'altra prigione, ben peggiore dell'altra.
Non era giusto, non era giusto affatto e ci saremmo liberati anche di questa palla al piede.

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[Destresya]

Lo aiutai a bere con il mestolo, appoggiandomi a lui, con una mano sulla sua spalla, la pelle era sudata ma io non me ne curavo.
"Ecco, bravo.." sussurrai mentre beveva.
Quando poi il mestolo finì lo guardai negli occhi.
"Allora, per quanto ancora vuoi costringermi a fare la cattiva non accettando la tua condizione?" fissandolo tutto, con uno sguardo intenso, voluttuoso ma anche deciso e fermo.
"È davvero uno spreco doverti tenere incatenato..." con voce calda e sensuale.

[Guisgard]

In balia di quei pensieri angoscianti, Gwen restò preoccupata mentre Elv dormiva ed il battello proseguiva il suo lento viaggio sulle acque del Lagno.
Il vento aveva diminuito il suo vigore fino ad arrestarsi del tutto, rendendo la traversata finalmente più tranquilla.
Ad un tratto il fischio del battello sibilò nell'aria, come fosse un segnale.



“Cattiva...” disse Aegos guardando Destresya negli occhi “... e non lo siete? Voi che rendete in schiavitù uomini liberi e li trattate come animali?” Con disprezzo.
Ad un tratto qualcuno bussò ai cancelli della villa e Stewart andò ad aprire.

[Lady Gwen]

Intanto lui dormiva tranquillo.
Fortunato lui.
E il battello continuava placidamente il suo corso lungo il Lagno.
Ad un certo punto, il fischio del battello ci raggiunse sottocoperta, come un segnale.
"Elv..." lo chiamai, toccando il suo braccio.

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[Guisgard]

Elv dormiva pesantemente e non si svegliò ai primi richiami di Gwen.
Ad un tratto però qualcuno bussò alla porta della cabina.

[Lady Gwen]

Sbuffai mentre lui ancora non si svegliava.
Quella pasticca doveva aver fatto parecchio effetto...
Poi, bussarono alla porta e onestamente avevo un po' paura ad aprire, ma dovevo.
Così mi alzai ed aprii la porta cigolante in legno.

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[Guisgard]

Gwen aprì la porta e si trovò davanti un uomo corpulento con uno sguardo truce.
"Il capitano chiede di vederti." Disse alla ragazza con un tono che sconsigliava ogni resistenza. "Subito." Categorico.

[Lady Gwen]

Mi venne la pelle d'oca vedendo quel tizio corpulento e dallo sguardo truce parato davanti a me.
Poi, mi disse che il capitano voleva vedermi.
E fu anche peggio.
Guardai Elv, che dormiva, e probabilmente non avrebbe approvato, ma non sembrava che io avessi molta scelta.
Sospirai ed uscii dalla cabina, seguendo l'uomo dal capitano e sperando che tutto andasse bene.

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[Guisgard]

L'uomo condusse Gwen sul ponte, dove subito la ragazza sentì addosso gli sguardi volgari di quegli uomini.
Si sentì sporca e profondamente a disagio.
"Aspetta qui..." disse l'uomo a Gwen.
Allora dall'albero maestro si calò velocemente una figura, con gli abiti tipici da capitano di vascello e con un cappuccio a coprirne il capo.
Era lo stesso visto in precedenza dopo il loro arrivo a bordo.
http://assets.vg247.com/current//2014/10/assassins_creed_unity_2.jpg

[Lady Gwen]

Camminai tesa attraverso il ponte, sentendo su di me gli sguardi di tutto l'equipaggio.
Cercai di fare finta di nulla e di camminare senza farci caso, anche se era difficile.
Ripensai a quella notte, con Montel e quelle orribili sensazioni a dominarmi, tentai di scacciarle, perché adesso c'era qualcosa di importante a cui pensare.
Mi fermai alle parole dell'uomo, un attimo dopo scese sul ponte il capitano ed io attesi in silenzio, spostando nervosamente il peso da una gamba all'altra e tenendo le braccia incrociate al petto.

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[Guisgard]

Il capitano saltò dalle cime ed arrivò con un balzo davanti a Gwen.
"Seguimi." Disse alla ragazza.
Scsero di sotto, nella sua cabina.
Era una stanza piena di confusione e parecchio in disordine.
Armi erano sparse qui e là, così come mappe nautiche ed attrezzi vari per la navigazione.
L'uomo riempì due bicchieri di un liquore dal colore ambrato e ne diede uno alla ragazza.
"Sei la donna di Elv?" Chiese.

[Lady Gwen]

Lo osservai mentre con un balzo arrivava davanti a me, senza battere ciglio.
Poi mi condusse nella sua cabina, un marasma di armi, carte nautiche e ogni genere di strana suppellettile.
Mi offrì un bicchiere di liquore ambrato e ne presi un piccolo sorso.
Lo guardai alla sua domanda.
"E tu sei suo fratello gemello" dissi, col suo stesso tono retorico.

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[Guisgard]

Il capitano non disse nulla, buttò giù tutto d'un fiato il liquore e posò il bicchiere su un tavolino.
Allora fissò Gwen e con un gesto si tolse il cappuccio, mostrando il suo volto alla ragazza.
Era Elv.
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[Lady Gwen]

Vuotò il bicchiere, lo posò sul tavolo e tolse il cappuccio.
Trattenni istintivamente il fiato.
Era certamente una cosa che faceva il suo effetto, vederlo identico a lui, anche se solo in apparenza.
Quella luce che animava gli occhi di Elv non era presente nei suoi, con cui condividevano unicamente il colore.
Abbassai lo sguardo sul bicchiere e ne presi un altro sorso.
"Sì, sono la donna di Elv" risposi, senza alcun tono particolare.

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[Guisgard]

La guardò con i suoi occhi scuri, i suoi tratti a lei così familiari, come tutto il resto di quell'uomo che sembrava Elv a tutti gli effetti.
"E' sempre stato abile con le donne..." disse a Gwen "... come per i guai del resto..." sedendosi "... è un tipo fortunato sin dalla nascita... ma la sua buona stella sta per tramontare... digli che ho intenzione di consegnarlo di nuovi ai militari ed i prigionieri fuggiaschi vengono impiccati... ma ha la mia parola che ti farò sbarcare dove vorrai e potrai andartene. Se tiene a te allora accetterà la mia proposta."

[Lady Gwen]

Mi indisponeva guardarlo.
Non era il primo caso di fratelli gemelli che avevo davanti.
Ma non tutti erano Elv.
Ascoltai le sue parole e mi imposi di stare calma, perché agitarsi poteva essere rischioso.
"E se fossi io a non accettare?" assottigliando lo sguardo.https://uploads.tapatalk-cdn.com/20190329/14293e73da9062c6d711f2eb821bc578.jpg

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[Guisgard]

"Voi dunque" disse il capitano fissando Gwen "penzolare con lui con un cappio al collo? Che modo idiota di morire... si vede che l'hai idealizzato alla grande..." versandosi ancora da bere "... beh, pensaci bene... non è detto che le giubbe verdi ti impicchino e potresti perciò finire per essere venduta come schiava... dunque scegli bene cosa fare..."

[Lady Gwen]

Mi morsi la lingua per non rispondere.
"Gli ho chiesto più volte di dirmi cos'è successo fra voi due, ma non mi ha risposto. Magari vuoi dirmelo tu?" piegando appena il capo.

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[Guisgard]

"Naturale che non te lo dirà..." disse il capitano a Gwen "... neanche io lo farei al suo posto..." bevendo "... perchè poi dovrei dirtelo io? 9 su 10 non mi crederesti... o forse 10 su 10..." fissandola.

[Lady Gwen]

Alzai appena le sopracciglia.
"Puoi sempre fare un tentativo" dissi "Meglio che niente..." con sarcasmo.

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[Guisgard]

"Le ragazze come te" disse il capitano finendo il suo bicchiere "non mi sono mai piaciute." Posandolo vuoto sul tavolino. "Saccenti, presuntuose, che non ammettono mai di aver sbagliato e dal carattere indisponente che sfiora la cattiva educazione." Fissando Gwen. "Non mi interessa a chi crederai e neanche a cosa pensi. Io la mia proposta l'ho fatta. Non sono un fuorilegge come lui e non maltratto le donne. Scegli perciò... scegli se essere consegnata con lui alle giubbe verdi o essere sbarcata alla prima occasione e tornare libera." Con tono deciso.
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[Lady Gwen]

Accennai un sorriso sarcastico.
"Se ti piaccio o no non mi interessa e non è un mio problema" commentai.
Poi, all'ennesima domanda riguardo quelle assurde condizioni, poggiai il bicchiere sul tavolo e uscii, tornado in cabina senza una risposta.
Non ritenevo fosse nella posizione di dettare legge, sebbene lui lo pensasse, in quanto capitano, ma non avevo intenzione di farmi comandare dal primo arrivato.

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[Guisgard]

Gwen tornò in cabina, dove trovò Elv ancora addormentato.

[Lady Gwen]

Lo trovai ancora addormentato e per fortuna direi, almeno avremmo tolto la parte dello shock se non mi avesse trovata in camera.
Mi stesi in attesa che si svegliasse e rimasi a guardarlo.
Potevano essere uguali nell'aspetto, certo, ma non sarebbero mai stati uguali nello sguardo, nello spirito.
Voleva farlo apparire come ciò che non era, ma oltre a tutto ciò che Elv poteva aver fatto, era certamente tutta invidia e lui non meritava un trattamento simile.

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[Guisgard]

Il battello proseguì il suo tragitto sulle acque ormai piatte del Lagno.
Trascorse buona parte del pomeriggio e poco prima del tramonto un fischio echeggiò sul ponte.
Il sibilo fu così intenso e prolungato che Elv finalmente si svegliò.
"Ehi..." disse a Gwen ancora intontito "... devo... devo aver dormito un bel pò... tu stai bene?" Fissandola.

[Lady Gwen]

Storsi il naso al sentire quel sibilo, il quale finalmente lo svegliò.
"Stavo meglio prima..." sarcasticamente "Tu come stai? Come vanno le gambe?"

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[Guisgard]

"Meglio..." disse Elv a Gwen "... decisamente meglio..." annuendo.
Intanto il battello aveva cominciato una manovra per accostarsi alla riva del Lagno.
"Sembra stiamo per fermarci..." mormorò lui "... Gwen, ascoltami... devi scappare... devi andartene da qui... tu puoi, devi andartene..."

[Lady Gwen]

Annuii sollevata accarezzandogli il viso, sentendo che stava meglio.
Intanto, sembrava che il battello stesse per fermarsi.
Lo guardai e rimasi per un po' in silenzio.
"Ho conferito privatamente col capitano, per suo ordine..." con sarcastico tono pomposo.

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[Guisgard]

"Il capitano..." disse Elv a Gwen "... cosa voleva da te, quel bastardo?"

[Lady Gwen]

Accennai un sorriso sarcastico.
"Voleva che andassi via dal battello libera così da poterti fare tornare di nuovo dai soldati. Credo faccia leva sul tuo sentimento per me, che sicuramente avresti accettato pur di sapermi libera . E su questo non possiamo dargli torto. No?" fissandolo "Peccato che io non ne abbia la minima intenzione" con tono secco.

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[Guisgard]

"Invece devi andartene, Gwen..." disse Elv "... io me la caverò... appena potrò camminare troverò il modo di scappare... fidati... ma tu ora meglio che vada via... ci ritroveremo presto... dammi retta... in due sarà più difficile fuggire, ma se ora tu scendi da questa nave anche per me sarà più semplice poi scappare..."

[Lady Gwen]

Lo ascoltai, senza il coraggio di controbattere.
Poi lo baciai dolcemente, senza sapere cosa dire.
"Potrebbe ucciderti, lo hanno detto quelli dell'equipaggio... Potrebbe davvero farlo, ora che sei scappato dagli schiavisti..." con una lacrima silenziosa "Non posso lasciarti qui col rischio che lo faccia..."

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[Guisgard]

"Non mi ucciderà..." disse Elv a Gwen "... lui vuole intascare la taglia sulla mia testa... tranquilla, non mi ucciderà... ma devi andartene, Gwen... appena potrò camminare anche io scapperò..." sorridendole.

[Lady Gwen]

Non riuscii a rispondere al suo sorriso.
Non riuscivo a non essere preoccupata, ero in ansia, terribilmente e cercai di trovare conforto fra le sue braccia, affondando il viso fra i suoi capelli neri, accarezzandogli lentamente e inspirando il suo profumo, come se volessi conservare ogni piccolo pezzettino di lui.
Probabilmente adesso non avevo scelta, sarei dovuta andare via impossibilitata a fare altrimenti, ma volevo portare con me ogni istante avuto con lui, da quel giorno alle scuderie fino ad ora.

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[Guisgard]

Si abbracciarono e restarono così a lungo.
"Ora va, Gwen..." disse Elv "... va da lui ed accetta la sua proposta... ti faranno scendere a terra e sarai libera... io scapperò appena possibile e verrò a cercarti... aspettami..."

[Lady Gwen]

Rimasi fra le sue braccia per minuti infiniti, senza fare nient'altro, se non nutrirmi di lui prima di doverlo lasciare.
Lo guardai, poi annuii piano, mestamente.
Allora lo baciai con trasporto, disperazione e desiderio tenuto a freno troppo a lungo.
Non ce la facevo a lasciarlo, ma non avevo altra scelta.

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[Guisgard]

Un ultimo bacio li unì, facendo di loro un solo respiro ed un singolo battito dello stesso cuore.
"Ora va, Gwen..." disse Elv "... va da quel bastardo..."

[Lady Gwen]

Un ultimo istante le mie labbra assaporarono le sue mentre si allontanavano, ma poi il momento che volevo allontanare arrivò.
Sospirai e ala fine lasciai la cabina, a malincuore e con un peso greve sul petto, preparandomi a tutto.

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[Guisgard]

Gwen lasciò la cabina e si ritrovò sul ponte.
Qui c'era gran parte di quell'equipaggio, tra cui il capitano.
Il battello si stava avvicinando alla sponda del Lagno.

[Destresya]

Sostenni il suo sguardo, fieramente e intensamente.
"Oh, non affogare su di me la tua rabbia, non sono certo io che ti ho tratto in schiavitù, ti ho solo comprato... e avevo tutta l'intenzione a trattarti bene, se ti fossi comportato come si deve..." fissandolo negli occhi "Perché non mi racconti come hai perso la libertà?'.
Di lontano mi sembrò di udire il campanello della villa ma non ci andai, Stewart mi sarebbe venuto a chiamare se serviva.

[Lady Gwen]

Erano tutti sul ponte, dal capitano ai membri dell'equipaggio.
Il battello si avvicinava sempre di più alla riva e alla mia fittizia libertà.
Perché non sarei stata nè tranquilla nè libera da sola sapendo che lui era ancora fra le grinfie di suo fratello.

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[Guisgard]

"Ero ufficiale su una nave della Marina..." disse Aegos a Destresya "... ma per una serie di motivi pestai a sangue il capitano e fui incarcerato prima e venduto in schiavitù poi... ecco la mia breve storia..." fissandola "... perchè una padrona dovrebbe trattare bene uno schiavo?" sospettoso.



"Eccoti..." disse il capitano avvicinandosi a Gwen "... devi forse dirmi qualcosa?" Fissandola.

[Lady Gwen]

Lo guardai appena, poi tornai a guardare davanti a me.
"Me ne vado. È tutto tuo. Sarai contento immagino, no?" con tono caustico.

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[Guisgard]

"Sarà consegnato alla giustizia." Disse il capitano a Gwen, mentre il battello si avvicinava alla sponda del Lagno. "Dove vuoi essere sbarcata?" Fissandola.

[Lady Gwen]

Strinsi fra le dita il parapetto di legno del battello, quasi minacciando di romperlo.
"Prima possibile" dissi solo.

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[Guisgard]

Il capitano annuì a Gwen, quando ormai il battello era vicinissimo alla sponda del Lagno.
ad un tratto si sentì un forte suono di tamburi e poi delle grida da battaglia.
Un attimo dopo una pioggia di frecce sorse dalla vegetazione fitta, abbattendosi sul battello con velocità e violenza.
"Siamo attaccati..." disse gridando Taros "... tutti al riparo!"

[Destresya]

Lo fissai e sorrisi piano.
"Allora prenditela col capitano, non con me!" Alzando le spalle.
"Perché dici? Mah, forse perché sono una donna che ama fare un po' quello che le pare, senza dover rendere conto a nessuno... ti ho comprato perché ho visto qualcosa in te..." scrutandolo negli occhi "Non mi serve uno schiavo che lavori nei campi, o che si spacchi la schiena, e nemmeno una domestica, per questo ne ho comprati altri due, quanto piuttosto qualcuno che mi guardi le spalle, mi difenda e mi accompagni nelle mie avventure... ma tu non hai voluto collaborare e mi costringi a questi metodi barbari..." con un gesto di sufficienza.
"Quindi pensa un po' a che cosa vuoi fare, se ti conviene di più obbedirmi e servirmi oppure continuare ad opporti ed essere trattato da schiavo! Dal tuo sguardo sapevo che era un rischio comprarti, ma ho voluto tentare, dopotutto col mio denaro posso fare quello che mi va!" Facendogli l'occhiolino.

[Lady Gwen]

Rimasi a fissare ostinatamente davanti a me.
Finché, una pioggia di frecce si abbatté su di noi.
Corsi al riparo correndo in cabina da Elv.
"Ci stanno attaccando! Stanno lanciando delle frecce, credo siano gli indigeni della giungla!" spaventata.

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[Guisgard]

Aegos guardò Destresya per un lungo istante.
"E va bene..." disse col tono di chi non ha molta scelta, ma anche in qualche modo incuriosito da quella donna "... va bene..." annuì.



Gwen corse sottocoperta e poi nella cabina di Elv, mentre le grida dei feriti si facevano strazianti.
"Gwen..." disse Elv vedendola entrare "... cosa succede?"