Gli strani e misteriosi casi del professor Minsk

[Guisgard]

Doig annuì ad Altea, che poi tornò nel castello, aspettando nel suo ufficio.
Ad un tratto qualcuno bussò e poi aprì la porta.
Entrò allora un tipo aitante, dal fisico asciutto, bruno, con sguardo penetrante ed indefinito.
Entrò ed Altea vide subito quegli occhi fissarsi su di lei, scivolare insistenti su tutta la sua persona, su ogni forma ed in ogni piega.
Uno sguardo che indugiò su di lei più del dovuto.
"Salve." Disse poi lui con un sorriso irriverente.
https://www.geekfeed.com/wp-content/uploads/2016/04/Ray-Liotta-as-Henry-Hill-.jpg

[Lady Gwen]

Continuai a fotografare l'esterno del castello.
Finito il cortile, iniziai a fotografare l'esterno del palazzo, girando a lungo attorno l'imponente struttura.
Mi soffermai tutto il tempo necessario su ogni angolo, ogni facciata o finestra per catturare al meglio quella perfezione nelle inquadrature migliori per rendere giustizia a tale meraviglia.

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[Altea]

La porta si aprì e lo vidi entrare "Alla buon' ora...dove ti eri nascosto Swan? Guarda là" mostrando la fotografa nella telecamera "Potrebbe essere chiunque e sta andando ovunque senza nessuno la controlli...questo è un palazzo privato, mica si può andare in giro a fotografare dove si vuole, le ho dato il permesso per gentilezza".
Osservai il suo sguardo irriverente su di me "Ora io sono la proprietaria, quindi ho deciso di tenere Doig e verrà il mio maggiordomo Bafon, e il resto della servitù...dovevo licenziarti, ma so quanto mia zia teneva a te e so sei un tipo in gamba ma ho già detto all' avvocato di affiancarti un collega, io non sono mia zia e tu non farai qui dentro ciò che vuoi...sono stata chiara?" sorridendo "Bene, novità dopo la scomparsa di mia zia?" osservandolo nei suoi occhi chiari e rimanendo sulla scrivania.

[Guisgard]

Poi Gwen si dedicò all'esterno del castello, catturandone ogni aspetto, ogni rilievo, l'intera sua atmosfera che pareva sospesa nel tempo, come incantata.

[Guisgard]

Swan sorrise e si accese una sigaretta.
“Come siamo diventate severe, signora duchessa...” disse irriverente senza smettere di fissarla tutta “... non tema, ho visto arrivare la ragazza dai capelli rossi... se fosse stata sospetta non l'avrei fatta di certo avvicinare al cancello... mentre lei fotografava ho dato un'occhiata alla sua auto... tutto in regola... inoltre ho controllato la data e risulta impiegata davvero al museo da lei detto.” Con l'aria di chi è sicuro di sé e non sbaglia un colpo. “Come vede è tutto sotto controllo, signora duchessa.” Con i suoi occhi irriverenti in quelli severi di Altea.

[Lady Gwen]

Catturai con l'obiettivo della mia macchina fotografica ogni angolo della dimora.
Più fotografavo, più mi sentivo ispirata.
Era una sensazione magnifica che dava sempre il lavoro di fotografo, quell'ispirazione continua e la voglia di scattare sempre più foto e sempre da angolazioni diverse.
Certo, era facile con una tale mirabile opera architettonica, una vera perla nella Bassa Caivania, se non addirittura il gioiello della corona insieme a tanti altri meravigliosi pezzi sparsi per questa campagna.
Non vedevo l'ora di entrare dentro e fotografare quelli che certamente erano degli interni stupendi, stanze principesche e saloni degni delle più belle e fiabesche feste in maschera nobiliari.

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[Altea]

"Bene hai fatto il tuo dovere.. Non sapevo lavorasse al museo, non me lo ha detto. Ma io faccio il mio lavoro e ognuno ha il suo settore. Comunque voglio stare sicura, mi sono sempre chiesta come mia zia vivesse qui sola. Lo sai cosa so dice di questo castello.. E ho alcuni gioielli molto preziosi di un antenato che li portò al tempo del Colonialismo"alzandomi e facendo segno lui di andare in giardino "Nessuno ha tentato di entrare in castello?" mentre percorrevamo un vialetto.

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[Guisgard]

Gwen era davanti alla facciata principale del castello, sotto l'arcata che racchiudeva l'antico ponte levatoio oramai in disuso.
Intorno vi era ancora il fossato che racchiudeva la struttura, sebbene non era più colmo d'acqua.
Ad un tratto, fotografando le alte finestre lungo le torri, per un attimo la ragazza ha la sensazione di vedere qualcosa.
Un'ombra che attraversa, come un velo, una delle finestra.
E' solo un attimo, poi più nulla.

[Guisgard]

"No, nessuno, signora." Disse Swan ad Altea, mentre entrambi attraversavano il vialetto per raggiungere il cortile. "Tutto tranquillo intorno al castello." Finendo la sua sigaretta.

[Lady Gwen]

Ero vicina al ponte levatoio, sotto al quale non scorreva più acqua e di fronte alla facciata principale del castello.
Stavo continuando a scattare, quando vidi qualcosa di improvviso alla finestra.
Un'ombra.
Subito scattai un'infinità di foto, per capire cosa fosse stato.
Quando abbassai la reflex, l'ombra era già svanita, ma poteva essere che l'avessi catturata in uno scatto.
Così, controllai tutte le foto che avevo fatto a quella finestra.

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[Guisgard]

Gwen controllò, ma in nessuna foto si vedeva nulla.
Come se fosse stato tutto solo frutto della sua immaginazione.

[Lady Gwen]

Controllai tutte le foto fatte in quel frangente, a quella finestra, ma nulla, non c'era niente.
Possibile che l'avessi immaginata?
Bah...
Forse sì...
Comunque fosse, continuai ad immortalare la facciata frontale del castello, in attesa di entrare.

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[Altea]

"E certo con la fama che ha chi vuoi si avvicini, solo pochi pazzi come me. Ho pensato molto se accettarlo in eredità o meno e ho ritenuto fosse giusto per mia zia, ho tanti ricordi qui.." osservando il maniero nella sua maestosa quasi gotica bellezza "Fa quasi paura di quanto sia bello, imperioso nonostante i secoli, sembra addormentato nei suoi segreti" mentre un brivido mi percorse. Vidi la fotografa.. "Le ho detto di fotografare il giardino, vuole entrare? È casa mia.. Le ho detto che le avrei dato un appuntamento.. Le facciate no.. Ci sono porte e finestre.. Provvedi tu Swan, grazie".

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[Guisgard]

“Sono solo leggende, non si lasci impressionare.” Disse Swan ad Altea. “O devo pensare che milady ha paura di qualche vecchia storia dell'orrore.” Ridendo.
Poi alle parole di lei sulla fotografa annuì.
Così lasciò la duchessa e raggiunse Gwen.
“Signorina...” accendendosi un'altra sigaretta “... temo che il suo giro di foto per oggi sia finito. Avrà presto il permesso per poter visitare e fotografare il maniero all'interno. Ora devo pregarle di andare. Oggi la nuova erede si insidia al castello e vi sono diverse faccende da svolgere. Grazie per la comprensione.” Con un sorriso educato. “Potrò soggiornare non lontano da qui, vi sono diversi pub che fungono anche da locanda. Hanno ottimo cibo, buonissima birra e musica niente male.” Facendole l'occhiolino.

[Lady Gwen]

Arrivò un tizio e mi avvicinai vedendo che si dirigeva verso di me.
Mi spiegò la situazione circa il castello.
"Certo, è sicuramente una bella gatta da pelare il fatto che il mio arrivo qui sia coinciso con l'insediamento dei nuovo eredi. Sa, ho solo una settimana per fotografare tutti i castelli della zona, e sono parecchi..." sospirando stancamente e passando una mano fra i capelli, poi lasciai ricadere le braccia lungo i fianchi in un'alzata di spalle "Vorrà dire che mi occuperò degli altri castelli, nel frattempo" dissi poi.
"Non tema. La rivista d'arte per cui lavoro ha già prenotato per me una camera in albergo. Ma seguirò certamente i suoi consigli, circa i locali" sorridendogli.
"Comunque, io sono Gwen" mi presentai, sorridendo cordialmente e porgendogli educatamente la mano.

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[Guisgard]

"Io Swan, addetto alla sicurezza." Disse lui stringendo la mano a Gwen. "Il miglior pub della zona è poco lontano da qui... dopo quel gruppo di alberi, vede? Lo vedrà comparire lunga la strada. Vedrà l'insegna con la scritta La Dama Rossa e la Dama Bianca, il nome del pub." Sorridendo.

[Lady Gwen]

"Piacere di conoscerla, Swan" risposi.
Poi, seguii il punto che mi indicava oltre gli alberi, al che annuii.
"Beh, il nome è assolutamente interessante! Ci andrò sicuramente, dopo aver posato i bagagli in albergo, la ringrazio per il consiglio" sorridendo.
"Ah, come sarò contattata, per il permesso? Posso lasciare un recapito, non so..."

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[Guisgard]

"Si, lasci un recapito telefonico" disse Swan a Gwen "ed io lo consegnerò alla duchessa. Sarà poi lei a farla contattare per la visita interna." Sorridendo.

[Lady Gwen]

"Perfetto" annuii.
Gli lasciai allora il mio numero per essere ricontattata e andai via.
Innanzitutto, come stabilito, mi sarei diretta in albergo per fare il check-in della camera e posare sia le valigie che l'attrezzatura, poi sarei andata al pub indicatomi da Swan.

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[Guisgard]

Gwen lasciò il castello, mettendosi alle spalle la sua atmosfera enigmatica e senza tempo, raggiungendo il piccolo paesino di Passarol, una cittadina campestre a ridosso del corso occidentale del Lagno.
Qui vi era l'alberghetto scelto dalla fotografa per alloggiare.

[Lady Gwen]

Raggiunsi il piccolo e caratteristico paesino di Passarol, pittoresco e perfettamente in linea con l'atmosfera fiabesca della campagna, poi mi diressi subito all'albergo.
Era piccolo, non certo un cinque stelle, ma mi andava benissimo.
Anche quello era a suo modo ben integrato con lo stile del paesino.
Portai dentro le valigie e l'attrezzatura e raggiunsi la hall.
"Salve, ci dovrebbe essere una camera prenotata per me. Mi chiamo Gwen Ygraal, la prenotazione è stata effettuata dalla mia redazione."

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[Guisgard]

L'omino alla portineria guardò Gwen attraverso i suoi occhialini tondi, per poi annuire, salutarla con tono formale e far scorrere la matita sul registro delle prenotazioni.
"Benvenuta, signorina." Dandole le chiavi. "Camera numero 6, prego." Sorridendo.

[Lady Gwen]

Controllò sul registro, per poi darmi le chiavi della camera.
Lo ringraziai e raggiunsi la stanza numero 6.
Dopo aver posato tutti i bagagli, feci una doccia veloce e mi preparai per uscire.

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[Guisgard]

Era ormai il primissimo pomeriggio di una giornata discretamente soleggiata e con un lieve e fresco vento di Primavera ad accarezzare le cime degli alberi nei verdi campi.
Gwen si preparò ed in portineria trovò sempre l'omino.
"Mi dica..." disse cordiale lui "... le occorrono informazioni su come muoversi in giro? Il paesino non offre molti svaghi, a parte qualche locale. Se vuole abbiamo delle guide per visitare i castelli sul Lagno. Sono in omaggio ai clienti dell'albergo."

[Lady Gwen]

Il primo pomeriggio offriva una vista stupenda sulla campagna.
I colori erano a tratti dorati e a tratti infuocati dal medesimo Sole, donando delle sfumature che neanche il miglior quadro avrebbe saputo riprodurre.
Scesi nella hall e l'uomo si rivolse a me.
"Mi è stato già segnalato qualche pub nei dintorni e ci sto giusto andando, ma accetto volentieri la guida ai castelli. Sa, sono venuta qui proprio per fotografarli e mi interessa molto sapere come muovermi" annuii.

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[Guisgard]

Gwen prese la guida, dove c'erano elencati tuttii castelli del Lagno.
Ovviamente figurava nella lista anche il Castello delle Selci Dormienti, con la sua storia e le cose in esso custodite da visitare.

[Lady Gwen]

Ringraziai l'uomo per la guida ed iniziai a sfogliarla mentre mi dirigevo a piedi verso il pub.
Ovviamente, figurava anche il Castello delle Selci Dormienti, ma ebbi modo di apprezzare anche il resto dei palazzi, egualmente preziosi e maestosi.

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[Guisgard]

Lasciato l'albergo, Gwen raggiunse a piedi il pub, che sorgeva appena fuori Passarol.
L'insegna era in bella mostra orientata verso la strada e l'esterno dava l'idea di un posto molto ben tenuto.
Era il tipico pub Afragolignonese e l'interno mostrò la medesima cura.
Essendo pomeriggio non vi erano molti cienti dentro, solo due tipi seduti ad uno dei tavoli a bere e giocare a carte.
Sulla parete di sinistra però figurava un grosso quadro raffigurante due donne.
Probabilmente le due dame che davano il nome al locale.
http://clubunderground.altervista.org/wp-content/uploads/2018/07/la-dama-rossa-uccide-sette-volte.png

[Lady Gwen]

Il pub sorgeva appena fuori paese, da fuori sembrava un posto davvero carino.
La sua insegna però non prometteva nulla di buono per una delle due donne.
No, decisamente no...
Entrai dentro ed essendo pomeriggio il locale era quasi vuoto.
Presi così posto ad un tavolo, pronta ad ordinare.

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[Guisgard]

Gwen si sedette e sentì urlare dalla cucina.
Qualcuno stava litigando di brutto.
"Eh, ricominciano..." disse uno dei due clienti seduti all'altro.
Quell'altro rise e scosse il capo.

[Lady Gwen]

Sobbalzai sentendo urlare e litigare pesantemente.
Accidenti...
Sentii poi la reazione al tavolo accanto.
"Scusate, cosa accade in cucina?" chiesi curiosa a quel punto.

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[Guisgard]

"I due proprietari..." disse uno dei due clienti a Gwen "... sono due fratelli... gestiscono al 50% questo locale, ma non vanno d'accordo..."
"Sono come il giorno e la notte!" Rise l'altro.

[Lady Gwen]

"Oh, capisco..." annuii.
"Beh, spero ci sarà modo di ordinare, prima della chiusura..." con un risolino sarcastico, mentre attendevo che le acque in cucina si calmassero.

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[Guisgard]

In quel momento dalla cucina uscì una donna di mezz'età con un grembiule.
"Salve..." disse spiccia a Gwen "... cosa ti porto, bella?" Tirando fuori un taccuino.

[Lady Gwen]

Ad un certo punto, dalla cucina uscì una donna di mezza età dai modi spicci e diretti.
"Da bere una birra rossa e poi, beh, qualcosa di tipico del posto, è la prima volta che vengo qui" sorridendo.

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[Guisgard]

"Abbiamo dei panini con salsiccia fresca e provola affumicata." Disse la donna a Gwen. "Non se ne trovano di migliori in giro." Annuì.

[Lady Gwen]

"Allora prenderò uno di quelli, e la birra rossa" annuii.
Non avevo mangiato da prima di partire e dopo la lunga strada in macchina avevo decisamente fame!

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[Guisgard]

A Gwen furono serviti panino e birra e proprio in quel momento ripresero le grida dalla cucina, con ancora più vigore.

[Lady Gwen]

Iniziai finalmente a mangiare, ma proprio in quel momento le urla ricominciarono.
E sembravano ancora più furenti di prima.
Accidenti...
Ma era così difficile trovare una soluzione?
Non avevo mai avuto fratelli, ma ci si poteva anche sforzare...
Comunque fosse, continuai a mangiare ed a farmi i fatti miei.

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[Guisgard]

Gwen continuò a mangiare mentre dalla cucina giungevano quelle voci alte e bellicose.
"Va al diavolo..." disse una voce giovane.
"Sempre dopo di te!" Un'altra dello stesso timbro.
"Non ho voluto io questo locale..."
"Allora ti ritroverai in mezzo ad una strada!"
"Meglio che star qui tra la brace ed i vapori." La prima voce.
"Certo, in strada con qualche sgualdrina!" La seconda parecchio arrabbiata.

[Altea]

La ragazza se ne andò e io tornai da Swan.. "Bene, aspettiamo l'avvocato.. Non sapevo dei pub, perché quel nome?" prendendo la sigaretta in bocca e spegnendola "Odio il fumo".

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[Lady Gwen]

Beh, certamente erano parole forti.
Okay, rettificavo ciò che avevo detto sul trovare un punto d'incontro.
Con questi presupposti, le cose non potevano fare altro che peggiorare e non avrei mai voluto essere nei panni di uno dei due.
Una volta che finii di mangiare, allungai il collo per vedere se ci fosse qualcuno per pagare il pranzo.

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[Guisgard]

Swan rise piano nel vedere Altea spegnergli la sigaretta.
"Si, signora duchessa." Disse sarcastico. "Il pub? Appartiene a due fratelli. Il nome credo derivi da una vecchia leggenda del posto..."
Ad un tratto arrivò Doig.
"Signora duchessa..." ad Altea "... è arrivata una chiamata del notaio di sua zia e pare lei abbia stipulato un contratto con una nota casa di produzione cinematografica, affinchè utilizzassero parte del castello come set per le riprese della loro serie tv. Il contratto eccolo..." dandole la mail "... è perfettamente registrato e pare faccia parte delle condizioni poste nell'ereditare il maniero. Ora deve decidere lei quale zona circoscritta del castello concedere per le riprese."

[Guisgard]

Trascorsero altri minuti e finalmente spuntò la donna dalla cucina.
Portò il conto a Gwen e lei potè pagare.

[Lady Gwen]

Arrivò dalla cucina la donna di prima e pagai il conto.
"C'è un po' di confusione, oggi, in cucina..." dissi, con tono ironico.

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[Guisgard]

"Qui è così tutti i santi giorni..." disse sbuffando la donna a Gwen "... due galli nello stesso pollaio finscono sempre beccarsi e prima o poi mollerò questo casino per andarmene." Scuotendo il capo. "Che sia quel dannato quadro a portare sfortuna?" Voltandosi verso il dipinto delle due dame.

[Altea]

Guardai Swan a bocca aperta "Prima arriva una fotografa e ora addirittura un cast per un film? E che ne so io.. La parte più riparata e priva di ricchezze.. Dove stanno le cucine antiche. Ovvio io voglia vivere a casa mia, nella parte più lussuosa e antica".

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[Lady Gwen]

Ridacchiai.
"La invidio per la sua resistenza, signora" commentai.
Poi guardai il quadro.
"Immagino sia quello che dà il nome al pub. Che storia è?" chiesi curiosa.

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[Guisgard]

"Si, signora duchessa." Disse Doig ad Altea.
Sul contratto era riportato il nome dello Studio 29, ossia casa di produzione che aveva affittato una parte del castello.
"Almeno questo rinforzerà le casse del castello e darà molta più visibilità per il turismo alla zona." Sorridendo beffardo Swan, sempre indifferente a cose che non lo riguardavano.
Era un tipo pratico, un uomo d'azione, con un passato turbolento ed una sconfinata fiducia in se stesso.

[Guisgard]

"Si, una vecchia leggenda del posto..." disse la donna a Gwen fissando il ritratto "... la dama rossa che uccide la dama bianca... la tradizione vuole che lord Anylton avesse due figlie... una virtuosa e l'altra sgualdrina... entrambe si innamorarono dell'affascinante Minsker, un alchimista famoso chiamato da Anylton al suo castello... fra le due però Anylton preferiva la dama rossa, ossia la sgualdrina... l'altra, la dama bianca, una notte con un coltellò sfigurò sua sorella, resa gelosa dal fatto che Minsker preferisse una baldracca a lei... ciò fece impazzire la dama rossa che giurò vendetta... resa sfigurata, suo padre l fece murare e viva e lì morì. Ma ovviamente la leggenda afferma il fantasma della dama rossa infesti ancora il Castello delle Selci Dormienti..." scettica.
http://4.bp.blogspot.com/-MCvKm2HZXRs/T4toDKuvCTI/AAAAAAAAAdM/5TRfo5WCgXE/s1600/la_dama_rossa-34.jpg

[Lady Gwen]

Ascoltai attentamente tutta la storia.
"Sì, avevo sentito del soggiorno dell'alchimista presso il Palazzo. Certo è una storia drammatica..." scuotendo la testa.
"Beh, spero vivamente che fra quei due vada meglio..." sarcasticamente, indicando la cucina.

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[Guisgard]

Lo studio televisivo era illuminato a dovere ed il pubblico in sala aveva da poco applaudito l'intervento del brillante presentatore, nonché dotato scienziato.
“E così” disse Minsk fissando la telecamera “si è tranquillamente dimostrato che le Linee di Nazka altro non erano che percorsi rituali, in cui gli antichi abitanti di questa regione conducevano libagioni per il proprio culto. Quindi, con buona pace per la fantasia di chi aspetta sbarchi alieni, non ci sono tracce di fantasmagoriche piste d'atterraggio per vascelli extraterrestri.” Sarcastico Minsk e di nuovo il pubblico applaudì. “La verità, cari telespettatori, è che noi discendiamo da un processo evolutivo che il buon Darwin ha ampiamente dimostrato e che ormai solo i Creazionisti si ostinano a negare. Ma dopotutto, se qualcuno crede ad una Vergine che partorisce un Bambino, beh, cosa volte che sia una civiltà aliena giunta qui millenni fa e che per magia non ha lasciato tracce?” Ironico e di nuovo un applauso accompagnò le sue parole. “Ora abbiamo l'ultima telefonata e poi la puntata si concluderà. Prego regia, passatemi pure la chiamata...”
“Pronto?” Una voce dal telefono.
“Benvenuto, ci dice il suo nome?” Minsk.
“Sono Hill e chiamo da Pomilia.”
“Gran bella città.” Sorridendo Minsk. “Mi dica tutto, Hill.”
“Volevo chiederle, professor Minsk, come si pone lei nei riguardi del suo famoso e discusso antenato, il famigerato alchimista Minsker... e se non ricordo male lei ha proprio cambiato il suo cognome per cancellare ogni legame con quel suo trisavolo, giusto?”
“Amico mio...” divertito Minsk “... ahimè, i parenti nonpossiamo sceglierceli.”
Tutti risero.
“Si, ammetto che quell'individuo” proseguì Minsk “avesse il mio stesso sangue, ma il Medioevo è finito e con esso l'idea, anzi la credenza che nome e sangue fossero ereditari. Per fortuna la sua follia e la sua superstizione sono rimaste a lui e come può vedere non vado in giro a riesumare morti per dar loro la vita, né pratico oscuri e ridicoli rituali affinchè fantasmi e demoni si allontanino. Si, ho cambiato il mio nome ma più che altro per principio, per non aver nulla a che fare con un simile... posso dirlo?” Fissando il pubblico divertito, per poi etichettare il suo antenato Minsker con una parola poco lusinghiera.
Tutti risero ed applaudirono forte, con Minsk che ringraziò e saluto sia il pubblico in sala che i telespettatori a casa, chiudendo la puntata del suo programma di divulgazione scientifica.
http://static.moviefanatic.com/images/gallery/tom-selleck-in-magnum-pi.jpg

[Guisgard]

"Già, non conviene mai essere una brava ragazza." Disse sarcastica la donna a Gwen, riferendosi alla leggenda. "La cucina? Oh, quei due non smetteranno mai di beccarsi!" Scuotendo il capo.

[Lady Gwen]

Sorrisi ironicamente scuotendo la testa.
"Mi spiace... Le liti in famiglia non sono mai una cosa piacevole... Adesso vado, ma credo che tornerò in questi giorni, starò qui una settimana per lavoro e la vostra cucina è davvero ottima" sorridendo soddisfatta.
"Arrivederci!" salutai la signora e a quel punto uscii dal pub.

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[Guisgard]

Gwen lasciò il pub uscendo in strada.
Un attimo dopo però qualcuno fece lo stesso.
Era un tipo alto e moro, di bell'aspetto e con l'espressione parecchio seccata.
Saltò su una moto e per un attimo guardò Gwen.
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[Destresya]

Ce l'avevo fatta.
Ancora non riuscivo a crederci di essere riuscita a fare il salto di qualità che tanto avevo sognato negli anni.
Dopotutto, i generi di film che avevo fatto finora avevano una data di scadenza, e un pubblico ristretto.
Almeno, apertamente...
Perchè poi diciamocelo, chi non guardava i miei film?
La prova stava proprio nel fatto che venivo riconosciuta così spesso.. Sì, molti dicevano che era per il mio profilo instagram molto curato, ma non ci ho mai creduto.
Ad ogni modo, ora ce l'avevo fatta.
E non mi importava un accidente dei modi in cui ero arrivata in quel punto, avevo sempre detto che per la mia carriera avrei fatto di tutto, e così ho fatto.
Non c'è dunque da stupirsi che non appena ho avuto l'occasione di chiedere un grande favore al produttore l'abbia sfruttata alla grande.
Ed ora eccomi qui, pronta a rimpiazzare la stella di Studio 29.
Mors tua vita mea, amica mia.
A dirla tutta non mi era mai piaciuta granchè quella lì.
Non c'era da stupirsi che l'avessero fatta fuori in quattro e quattrotto per quello scandalo.
Ah, la gente che ancora si scandalizza, che carina... e che ipocrita.
Durante tutto il tragitto scalpitavo, non vedevo l'ora di cominciare, di far vedere a tutti quelli che pensavano avessi solo un corpo da favola, un inesistente senso del pudore e beh, doti che potevo sfoggiare solo da una certa ora in poi... che c'era ben altro in me.
Ero sempre stata convinta di avere abbastanza talento per sfondare, e di sicuro avevo abbastanza ambizione da percorrere tutte le strade possibili per il successo.
Altrochè quelle che restavano indietro per inutili scrupoli.
Ora, finalmente, era giunto il mio momento.
Lo avrei spremuto come solo io sapevo fare.
Il mio agente era stranamente silenzioso, e io mi godevo il silenzio, fantasticando nei miei sogni di gloria.
D'un tratto vidi il castello avvicinarsi, accidenti era davvero bello.
Avevo girato un film in un posto del genere, la versione più proibita di un grande successo cinematografico, che non aveva nulla da invidiare all'originale, secondo me.
Ma ora era diverso, questa serie sarebbe andata in prima serata, sarebbe stata il mio trampolino di lancio.
Presi un profondo respiro e mi voltai verso il mio agente che guidava.
"Dici che gli altri della torupe sono già arrivati?" chiesi, impaziente di conoscere tutti e di cominciare.
Intanto controllavo i commenti sotto la mia ultima foto postata su instagram il giorno prima, in cui annunciavo ai fan il mio passaggio dal cinema a luci rosse a quello sul grande schermo, celebrato con un aperitivo come si deve.



http://www.villacampariristorante.it/wp/wp-content/uploads/eva_green_calendario_campari_2015_124_645x.jpg

[Lady Gwen]

Ero arrivata poco distante dal pub, quando sentii dei passi frettolosi dietro di me e con la cosa dell'occhio vidi qualcuno andare verso una moto, quindi mi voltai.
Era un ragazzo, moro e di bell'aspetto.
Guardai per un attimo il punto.
Sì, innegabilmente era spuntato da lì.
"Immagino provenisse da te e da qualcun altro il concerto soave in cucina..." con aria divertita.https://uploads.tapatalk-cdn.com/20190508/9d9044314ceb13a1d60b54cff2428560.jpg

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[Guisgard]

L'auto attraversava la verde campagna Afragolignonese in un piacevole pomeriggio dal cielo azzurro, solo appena velato da sottili nuvole di un bianco vago.
La stradina campestre tagliava in due campi fioriti, tra alberi e piante variegate dai colori della lavanda, delle betulle, delle eriche e delle bacche selvatiche che tingevano come in un quadro l'intero paesaggio circostante.
In lontananza apparivano le alte montagne azzurrognole, mutevoli ed assopite nel riverbero che pareva rimbalzare tra il cielo e la terra.
“Non credo...” disse l'agente a Destresya “... quelli ci mettono un po' per attivarsi... magari arriveranno poco prima di sera...” fumando.
L'attrice controllava il suo cellulare, sul quale poteva leggere i diversi commenti dei suoi fans alla nuova foto da lei postata.
Si passava da un “ohhh, sei bellissima!” ad un “Wow, mia dea!”, per poi andare da un “vedrò questa nuova serie tv apposta per il tuo ruolo!” fino ad un “ma continuerai con i film per adulti vero, Des?”.
Vi erano poi altri commenti più promiscui, altri sgrammaticati, altri ancora in lingue straniere come l'Inglese o il Francese.
Le faccine con i cuoricini si sprecavano, così come le emoticon di fiori e bacini.

[Guisgard]

"Si, lo spettacolo faceva parte del menù." Disse lui guardando Gwen con due occhi neri e profondi. "Spero ti sia piaciuto." Sarcastico con l'espressione insofferente.
Prese poi il casco e prima di indossarlo lanciò una nuova occhiata verso di lei, che attraversò tutta la sua figura.

[Lady Gwen]

Evitai di ridere, perché era già incavolato di suo, non volevo metterci il carico da undici.
"Dipende. Se era compreso nel prezzo del pranzo sì. Mi seccherebbe pagare un supplemento..." con un sorriso sornione, studiando i suoi occhi neri e profondi attraverso il casco.

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[Guisgard]

"Beh, offriamo anche altri spettacoli se vuoi..." disse lui con un filo di sarcasmo ed irriverenza a Gwen, guardandola attraverso il casco ed accendendo la moto.

[Lady Gwen]

Così, diretto?
Beh, almeno era un tipo senza fronzoli.
"Ah sì? Un duetto o sono assoli separati?" ribattei io, con altrettanta irriverenza e sarcasmo.
Poi scossi la testa divertita e continuai a camminare per tornare al centro del paese.

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[Destresya]

"Beh, meglio così, avrò tempo di prendere possesso del mio camerino e rendermi presentabile!" con aria civettuola.Non volevo certo sfigurare davanti agli attori del gran mondo.
Anche se ero molto più famosa di alcuni di loro sicuramente si saranno dati delle arie.
"Ormai dovremmo essere arrivati, no?" guardando fuori dal finestrino il castello che si avvicinava.
"Ci pensi tu a sbrigare le faccende burocratiche e noiose?" con uno sbuffo annoiato.

[Guisgard]

Gwen si avviò verso il paesino e sentì il motore della moto che sfrecciava via.
Ma ad un centinaio di metri dopo si fermò.
"Se vuoi ti do un passaggio..." disse lui alzando la visiera del casco "... su, monta..."

[Guisgard]

L'auto avvistò il maestoso castello.
"Si, ma sarà meglio attendere il resto della troupe..." disse l'agente a Destresya "... è preferibile non indisporli ulteriormente..." riferendosi al fatto che la candidatura di lei ad un ruolo nella serie era stata voluta dall'alto "... ci faremo un giretto qui intorno..."
Il Castello delle Selci Dormienti appariva come un gigante addormentato, immerso nella tranquillità bucolica e secolare di quella campagna verdeggiante.

[Lady Gwen]

Lo sentii partire, ma poi si fermò, voltandosi verso di me.
Sorrisi pensierosa, ma anche divertita.
Perché no?
Allora lo raggiunsi e salii in moto dietro di lui.
Questo soggiorno di lavoro si preannunciava più divertente di quanto pensassi.

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[Guisgard]

"Tieniti stretta, queste non sono le asfaltate strade di città." Disse lui a Gwen.
Allora la moto partì, sfrecciando nella campagna, costeggiando il margine del Lagno, fino ad arrivare davanti ad capanno fatto di lamiere.
"Sistemo una cosa ed arrivo..." lui scendendo dalla moto.
Gwen lo vide così andare verso il capanno ed entrare.
All'interno vi era un vecchio e la ragazza lo intravide mentre un pacchetto di sigarette al ragazzo dagli occhi neri.

[Lady Gwen]

Mi strinsi a lui, sentendo il crepitio del giubbotto di pelle sotto le braccia.
Allora sfrecciammo costeggiando il Lagno, che sembrava avere delle sfumature più belle, più preziose in quel frangente, col vento che mi scompigliava i capelli.
Arrivammo presso un capanno e lui scese.
"Va bene" annuii.
Vidi poi di sbieco un uomo anziano, mentre gli porgeva un pacchetto di sigarette.
A quel punto attesi che finisse e tornasse.

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[Guisgard]

Dopo alcuni minuti Gwen vide il ragazzo tornare alla moto.
Salì in sella ripartirono.
Arrivano al paesino e qui lui fermò la moto nella piazza centrale, parcheggiando all'ombra degli alberi di quella che erano i giardinetti pubblici.
"Eccoti a destinazione..." disse lui a Gwen accendendosi una delle sigarette avute dal vecchio.

[Lady Gwen]

Il ragazzo salì di nuovo in moto e ripartimmo.
Dopo un po', arrivammo ai giardinetti del paese, così scesi.
"Ti ringrazio per il passaggio..." dissi, guardandolo "Però non so il tuo nome..." divertita.
"Io mi chiamo Gwen" porgendogli la mano.

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[Guisgard]

"Gwen..." disse lui fissandola, tirando una boccata di fumo ed assottigliando per un attimo gli occhi neri "... si chiamava così una mia professoressa delle medie..." abbozzando un sorriso curioso "... piacere, io mi chiamo Velv..."

[Lady Gwen]

Alzai un sopracciglio.
Poi sorrisi sarcastica.
"Spero non fosse di quelle odiose che ti abbassano i voti per principio..." commentai.
Annuii al suo nome.
"No, io non avevo alcun professore delle medie col tuo nome..." sarcasticamente "Ma piacere di conoscerti comunque" ridacchiando "E ancora grazie per il passaggio."
A quel punto, mi allontanai, per fare un giro nel paese e poi tornare in albergo per la notte.

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[Guisgard]

Gwen salutò e si allontanò da Velv, per girovagare nel paesino.
Era questo un luogo piccolo, senza grosse attrattiva, qualche negozietto, un paio di stradine perpendicolari alla piazza centrale, cuore politico, col municipio, nonchè religioso, con la parrocchia.
Oltre il campanile della chiesa si intravedeva la sagoma in lontananza del castello, che ora appariva silenzio, quasi addormentato, come il cielo che accoglie la lieve brezza prima della tempesta.

[Lady Gwen]

Girovagai per tutto Passarol, scoprendone le piccole botteghe caratteristiche, il municipio, la chiesa principale e oltre quella, vidi poi il castello, simile ad un gigante addormentato e silente, quasi come le felci che gli donavano il nome.
Scattai qualche foto in giro, più per spirito di turismo che per lavoro e poi mi diressi in uno di quei piccoli negozietti tipici, per trovare qualcosa di interessante.


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[Guisgard]

Lungo la stradina Gwen vide alcuni negozietti, tra cui una sartoria, un emporio ed un antiquario.

[Lady Gwen]

C'erano tre negozi lungo la stradina, uno di fianco all'altro.
A quel punto, incuriosita da ciò che poteva offrire, entrai dall'antiquario.

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[Guisgard]

Una volta entrata, Gwen notò tantissimi oggettini di vari materiali, gusti e stili sulle mensole e sugli scaffali.
Poi vi erano quadretti, statuine e monili vari.
"Buongiorno." Disse il padrone del negozio. "Posso aiutarla?"

[Lady Gwen]

Gli oggetti sulle mensole del negozio erano preziosi nella loro squisita fattura, nella loro pregevolezza e ricercatezza.
Poi, vidi il padrone del negozio avvicinarsi a me.
"Salve. In realtà, sto dando un'occhiata. Sono arrivata oggi, prima di pranzo e camminando qua davanti mi sono incuriosita" risposi sorridendo.

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[Guisgard]

"Prego, faccia pure." Disse il negoziante a Gwen, lasciandola libera di poter guardare tra tutti quegli oggetti.
Ad un tratto entrò una donna.
"Matilde, che piacere." La salutò il negoziante.
"Beh, devo dire la sorpresa è anche mia." La donna. "Sono stata appena licenziata dalla servitù del castello. Morta la vecchia duchessa, stanno cambiano i domestici. Poco male... lavorare in quel castello non mi è mai piaciuto... quel posto non fa per me..."

[Lady Gwen]

"Grazie" all'uomo.
Continuai a guardare, pure quando entrò una donna, che lui chiamò Matilde.
Subito non mi soffermai su di lei, ma poi sentii che parlavano del castello.
Mi dispiacque sentendo che era stata licenziata, ma poi disse di essere comunque sollevata.
"Mi scusi, senza volerlo ho ascoltato ciò che ha detto. So delle leggende che aleggiano sul castello, è per quelle che è sollevata di non lavorarci più?" chiesi, sperando di non essere inopportuna.

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[Guisgard]

"Oh, ma io sono una donna pratica e Credente..." disse Matilde a Gwen "... non voglio certo credere a fantasmi o cose simili e ad essere sincera non ho mai visto nulla di misterioso in quel posto... però... però devo dire, in tutta onestà, che l'atmosfera in quel castello è tutt'altro che piacevole... voglio dire... sono accadute tante cose in quel posto in passato e questo lo rende comunque un luogo strano... ecco..."

[Lady Gwen]

La ascoltai attentamente ed annuii.
"Certo, è comprensibile. Ero lì fino a stamattina, per delle foto e certamente la suggestione può giocare brutti scherzi" accennando un sorriso "Ma chiaramente non è stato un luogo felice in passato, dunque sicuramente non tira una bella aria lì dentro..."

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[Guisgard]

"Per nulla." Disse Matilde a Gwen.
"Io invece ho sentito che una famosa troupe televisiva verrà a fare le sue riprese proprio al castello." Fece il negoziante.
"Sarà una serie tv sul genere horror allora!" Esclamò Matilde.
Ad un tratto entrò un ragazzo nella bottega.
Gwen lo riconobbe subito, era infatti Velv.
https://www.ecodelcinema.com/wp-content/uploads/2013/06/Ben-Barnes-evidenza.jpg

[Lady Gwen]

"Posso immaginare" annuii, con fare comprensivo.
Poi, rimasi sorpresa nel sentire che ci avrebbero girato dentro una serie TV.
Non ero molto ferrata, ma sarebbe stato sicuramente interessante dare un'occhiata durante le riprese, visto che ero qui!
Ridacchiai poi silenziosamente alle parole della signora Matilde.
Non aveva tutti i torti...
Ad un certo punto, un altro cliente entrò nel negozio.
Era Velv.
"Ci si rivede di nuovo, a quanto pare" sorrisi, rivolgendomi a lui.

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[Guisgard]

Lui si voltò verso Gwen, guardandola con i suoi occhi neri.
"Scusa..." disse stupito "... ci conosciamo?"

[Lady Gwen]

Rallentai un attimo vedendo lo smarrimento nei suoi occhi neri.
Al chè aggrottai la fronte.
"Scusa, ma..." iniziai, ma mi fermai "Oh, credo di aver capito... Velv ha un fratello gemello, è così?" con tono stupito.
Sì, mettendo insieme tutti i pezzi doveva sicuramente essere così.
"Perdonami, è che Velv mi ha dato un passaggio fino in paese in moto prima, ho pranzato al vostro pub..." spiegai, con un sorriso conciliante ma mortificato al contempo.

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[Guisgard]

"Tranquilla, lui da un passaggio a tutte..." disse lui a Gwen "... sono arrivati i vasi che ho ordinato la settimana scorsa?" Rivolto al negoziante.
Quello annuì e incartò i vasi, per poi consegnarli al giovane che pagò.

[Lady Gwen]

Ascoltai la sua risposta e feci spallucce.
A chi desse i passaggi non erano affari miei.
Prese poi dei vasi che aveva ordinato dal negoziante e pagò tutto.
"Scusa ancora per il malinteso" con un sorriso amichevole.

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[Guisgard]

"Tranquilla, la faccia è la sola cosa che ci accomune..." disse lui a Gwen, per poi prendere la merce e voltarsi verso la porta.

[Lady Gwen]

Sorrisi divertita.
"Beh, per fortuna. Sai che fastidio sennò essere al cento per cento uguali... No?" commentai, mentre anche io uscivo, non avendo intenzione di acquistare nulla al momento.https://uploads.tapatalk-cdn.com/20190508/b3604e85a28b2d0f7559859057c1d281.jpg

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[Guisgard]

"Non c'è pericolo, non ho nulla in comune con lui..." disse lui uscendo dal locale seguito da Gwen "... non ha la testa sulle spalle, è un teppista e donnaiolo... non avrei dovuto prenderlo al pub con me..." scuotendo la testa.

[Lady Gwen]

Annuii piano.
"Certo... Beh, mi spiace che ci siano questi contrasti fra voi... Capisco che non sia facile gestire tutto da solo..." commentai "È un peccato, mi piace quel posto" sorridendo.

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[Guisgard]

"Prima o poi lo sbatterò fuori..." disse lui a Gwen, mettendo la merce in auto "... ma credo sarà probabilmente prima lui a stancarsi... non è fatto per una vita regolare..." aprendo la portiera della macchina.

[Lady Gwen]

"Beh, spero che tutto si risolva, fra voi..." dissi alla fine.
"Ti lascio andare, avrai da fare immagino, ci vediamo" lo salutai, cercando per un breve istante nei suoi occhi neri qualcosa che potesse accomunarlo al fratello, ma nei suoi vedevo una luce diversa, un calore diverso, qualcosa in più, che Velv non aveva.
O forse, ero io a non vederla.
"Sono Gwen, comunque" aggiunsi poi, mentre camminavo per andar via.

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[Guisgard]

"Io Elv." Disse lui, porgendo la mano a Gwen. "Si, devo tornare al pub. Piacere di averti conosciuta." Sorridendole. "Quando vuoi vienipure al pub. La nostra birra è la migliore." Salendo in auto ed andando via.

[Lady Gwen]

Gli strinsi la mano, sentendola piacevolmente calda e morbida, oltre che sottile e sfilata, ma dalla stretta salda e decisa.
Sorrisi compiaciuta e divertita annuendo alle sue ultime parole, che rispecchiavano la verità e tornai in albergo.
Era stata innegabilmente una giornata piena di incontri, sebbene poco fruttuosa lavorativamente parlando, ma avevo un'intera settimana per rifarmi, sarebbe certamente andata meglio nei giorni successivi.

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[Destresya]

Sbuffai a quelle parole del mio agente.
"E capirai, è colpa mia se quella si è fatta beccare in quelle condizioni?" riferendomi allo scandalo che aveva coinvolto la vecchia protagonista.
"Se hanno voluto me un motivo ci sarà, no? Sono molto più autentica delle finte santarelline!" Risi, divertita.
Ma non volevo contrariato, così ce ne andammo in giro con la macchina nei dintorni del castello.
"Certo che è proprio affascinante.." sorrisi, fissandolo estasiata "Di gran lunga il più bel set dive ti ho portato, non è vero?" Risi, divertita.

[Guisgard]

Gwen tornò in albergo, mentre velocemente il pomeriggio, grigio e silenzioso, si faceva strada in quella giornata tra campagne e castelli.
Passando però davanti alla finestra della sua camera, la ragazza notò due camion che passavano, preceduti e seguiti da due macchine di grossa cilindrata.
Sui camion si vedela un logo: Studio 29.
Nello stesso momento, mentre girovagavano per la verde campagna con la loro auto, anche Destresya ed il suo agente videro passare quei camion e quelle macchine.
"E' arrivata la troupe." Disse l'agente indicando il logo sui camion.

[Destresya]

Mi illuminami nel vedere che la troupe era arrivata.
Ora si che si andava in scena per davvero.
"Oh perfetto!" Sorrisi "Dai, avvicinati che ci presentiamo!" Dandomi una sistemata al trucco usando lo specchietto della macchina.

[Lady Gwen]

Tornai in camera, mentre un crepuscolo grigio e ovattato avanzava sul paesaggio campestre.
Ad un certo punto, dalla finestra vidi tutta una serie di veicoli: su uno di quelli, c'era una scritta.
Ipotizzai che si trattasse della troupe che avrebbe girato quella serie TV e mi sentii parecchio incuriosita, dato che avrei potuto realizzare le mie foto proprio contemporaneamente!
Anzi, riguardo a ciò, speravo di essere ricontattata e che non mi si dicesse che, proprio a causa delle riprese, non potevo realizzare il mio servizio.
In tal caso, avrei avvisato la redazione di rimandare l'articolo sui castelli a dopo la fine delle riprese per la serie.

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[Guisgard]

Sia Gwen dalla sua camera d'albego, che Destresya e l'agente dalla loro auto videro passare i camion e le macchine della troupe televisiva.
Prima di arrivare al castello, dove avrebbero anche alloggiato, i membri della troupe fecero sosta ad un ristorante del posto per cenare.

[Lady Gwen]

Dopo che tutti i mezzi della troupe andarono via, scesi giù al piano di sotto per cenare.
Non avevo intenzione di fare troppo tardi stasera, poiché mi sarei alzata molto presto e volevo cenare presto.

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[Guisgard]

Quando Gwen scese al pianterreno, con sua sorpresa, si accorse che l'albergo non forniva alcuna cena.
Era un posto alla buona ed oltre ad una camera per la notte ed una striminzita colazione al mattino altro non offriva ai clienti.
Dopotutto era a pochi passi da un piccolo paesino di campagna.

[Destresya]

Seguii con gli occhi la troupe che arrivava al castello, con vivo interesse.
Mi accorsi però che fecero una sosta al ristorante lì vicino, probabilmente per cenare, vista l'ora.
"Su, raggiungiamoli al ristorante!" dissi al mio agente "Dopotutto sono i miei nuovi colleghi!" ridacchiai, facendogli l'occhiolino.
Non vedevo l'ora di cominciare quella nuova avventura.

[Lady Gwen]

Con mia sorpresa, scoprii che non era possibile cenare in albergo.
Così, gambe in spalla, decisi di tornare al pub, dopotutto si mangiava benissimo e, beh, oltre gli scontri fra i gemelli, era un posto niente male.
Quindi uscii, diretta verso la periferia di Passarol, per raggiungere il locale e mangiare qualcosa.

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[Guisgard]

La macchina con Destresya ed il suo agente raggiunse il ristorante, nel cui parcheggio si erano fermati i camion e le auto della troupe.
Parcheggiò allora anche l'agente e scesero.
I membri della troupe erano già dentro, seduti ad un lungo tavolo, pronti ad ordinare da mangiare.
L'agente indicò a Destresya un uomo grosso, dal viso tondo e barbuto, i capelli arriffati e gli occhialini stretti.
"E' Gozz, il regista..." disse sottovoce l'agente all'attrice.

[Guisgard]

Nel frattempo Gwen aveva lasciato l'alberghetto e raggiunto a piedi il pub.
Il cielo del tardo pomeriggio era grigio ed inquieto, come se si riflettesse sulla campagna rendendola malinconica.
Nel locale c'erano diverse persone, ma un tavolo libero la ragazza riuscì a trovarlo.

[Lady Gwen]

Il cielo forniva al paese un'aria quasi malinconica, ma tuttavia non opprimente.
Quando arrivai al pub questo era più pieno rispetto ad alcune ore prima durante il pranzo, ma riuscii comunque a trovare un tavolo libero così mi sedetti ed aspettai di poter ordinare.

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[Guisgard]

A raccogliere le ordinazioni arrivò la donna già incontrata da Gwen, che la riconobbe e alutò, per poi chiederle della sua ordinazione.
L'aria era gaia nel locale e tra cibo, birra, carte da gioco e freccette la clientela sembrava divertirsi non poco.

[Lady Gwen]

Il locale era decisamente più vivo ed era piacevole immergersi in quel vociare goliardico e rilassato.
Quando arrivò la donna che già conoscevo e che salutai, le ordinai lo stesso panino che avevo ordinato a pranzo, insieme ad una birra e le chiesi di mandare i miei saluti anche ad Elv.
Avevo già intenzione di tornare, ma era stato gentile ad invitarmi di sua iniziativa e mi sembrava giusto.

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[Guisgard]

La donna annuì a Gwen, riferendole che Elv era in cucina alle prese con delle costolette che zampillavano sulla brace e che le avrebe portato i suoi saluti.
Poco dopo tornò col panino, la birra e degli stuzzichini fritti.
"Questi te li offre Elv." Disse sorridendo la donna.

[Lady Gwen]

Annuii comprensiva alla donna, poiché ero certa che Elv fosse impegnato in cucina.
Dopo un po', lei tornò con birra e panino ed un piatto di fritti, offerti da Elv stesso.
"Lo ringrazi da parte mia, è stato gentilissimo" commentai, con un sorriso sorpreso.
Iniziai allora a mangiare, constatando la bontà di quegli stuzzichini e mi godetti la serata in totale tranquillità.

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[Altea]

Rientra nel castello con Swan e Doig "Niente ci preoccupera', anzi ci daranno dei soldi e magari possiamo restaurare e mantenere in perfetto stato il castello. Dite all'avvocato di dare loro la parte meno usata e più lontana da qui. Questa è casa mia e non voglio contatti col cast.. Lo faccio per volere di mia zia che deve essere diventata pazza".

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[Guisgard]

Poco dopo al castello arrivò l'avvocato, che per ordine di Altea regolò gli spazi che sarebbe stati a disposizione della troupe televisiva.
L'uomo avvertì allora Bafon e Doig che la zona concessa dalla duchessa sarebbe stata la Torre delle Vrenze, ossia quella distaccata dal corpo centrale del maniero, eretta sull'antico fossato e con ingresso indipendente.
Lì la troupe avrebbe potuto avere i propri spazi, senza interferenze esterne e senza recare disturbo al soggiorno di lady Altea.
Fatto ciò l'avvocato salutò la duchessa e fu accompagnato all'uscita da Bafon.
Ma mentre lasciava il castello per raggiungere la sua auto, l'uomo fu colto da uno strano senso di calore, poi un capogiro ed infine una fitta ardente in gola.
i contorse davanti ad uno sbigottito Bafon, per poi spirare ai suoi piedi, mentre uno strano ed inquietante alito verdognolo fuoriusciva dalla sua bocca, quasi fosse l'anima che andava via.
https://i.imgur.com/nZ6BSMD.gif

[Altea]

I patti erano stati fatti, l'atto di successione era stato firmato e io mi voltai a guardare il maniero sapendolo mio.
Da lontano vidi l'avvocato, si contorceva e lo vidi a terra e corsi verso Bafon "Cosa è successo?" Vedendo un fumo verdognolo e provando una strana fitta al petto.

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[Guisgard]

L'atmosfera nel locale era spensierata e gaia, fra chi era impegnato a giocare a carte, chi con le freccette e chi a raccontare storielle esilaranti.
Gwen mangiava in mezzo a questa allegra confusione.
"Ehi, Pit..." disse un alzandosi al suo amico che tirava le freccette contro il bersaglio sul muro "... la sai quella dell'ateo e del Credente che vanno insieme a caccia?"
"Ne hai sempre una nuova tu!" Rise un altro dei clienti.
"Ascoltate!" Ridendo il tipo della storiella. "Un giorno un ateo ed un Credente vanno insieme a caccia. Arrivano nel bel mezzo della brughiera e cercano di avvistare un uccello... ad un tratto una quaglia schizza fuori da un albero e prende il volo. Lesti i due cacciatori puntano e sparano, simultaneamente. La quaglia picchia al suolo stecchita. Io l'ho uccisa! Dice l'ateo. No, sono stato io a freddarla! Replica il Credente. I due cominciano così a litigare. Ad un tratto, non trovando un punto di incontro, il Credente fissa ll'altro, proponendogli un modo per risolvere la questione senza litigare..."
Ma prima che l'uomo concludesse la sua storiella, dall'esterno si sentirono delle grida.

[Guisgard]

Altea si accorse che qualcosa non andava.
Bafon incredulo la chiamò.
Doig era già giunto, avendo visto tutto dal cortile.
Constatò che l'avvocato era morto e corse a chiamare un medico.
Era arrivato davanti al pub dell'insegna che raffigurava la Dama Bianca e la Dama Rossa.

[Lady Gwen]

Mangiavo tranquillamente, perché davvero l'atmosfera riservata e confidenziale del paese iniziava a piacermi.
Stavo ascoltando la barzelletta di un tizio, quando da fuori si sentirono delle grida.
Aggrottando la fronte preoccupata, mi affacciai dalla porta del pub per vedere cosa fosse successo.

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[Altea]

"Bafon.. Cosa è accaduto.. Andiamo a vedere.. Un malore forse?" osservando il pub e chiamai pure Swan per andare a controllare.

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[Guisgard]

Gwen e gli altri nel pub si diressero di corsa verso le finestre e la porta, con la donna ed Elv che li raggiunsero dalla cucina.
Arrivò Doig, il custode del castello che tutti lì conoscevano gridando forte.
L'uomo, dopo aver bevuto del liquore per riprendersi, raccontò che l'avvocato della duchessa era morto in modo improvviso ed in circostanze misteriose.
"Misteriose..." disse Elv "... che significa?"
"L'anima..." agitato Doig "... l'anima gli è fuoriuscita dala bocca!"
Nello stesso istante, al castello, Swan ed Altea raggiunsero Baffon che era chinato sul cadavere dell'avvocato.
"Gli ho visto uscire qualcosa dalla bocca..." farfugliò il maggiordomo "... del fumo verde... come se fosse il suo spirito..."
"Assurdo..." fece Swan.
"E' la verità!" Impressionato Bafon.

[Lady Gwen]

Tutti accorsero, anche Elv e la sua dipendente.
Era il custode che mi aveva accolta al castello, che sembrava veramente stravolto.
Gli fecero bere un po' di liquore per farlo riprendere e poi lui finalmente raccontò tutto.
Disse che l'avvocato della duchessa era morto in circostanze misteriose.
Disse che l'anima gli era uscita dalla bocca.
Al chè io rimasi un po' perplessa.
"Sì spieghi meglio" lo esortai, cercando di capisci qualcosa.

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[Altea]

Aprii gli occhi sbalordita e osservai l'avvocato e il viso deforme dall'angoscia.
Ascoltai Bafon sbalordita.. "Swan, Bafon non dice cose a caso, è un uomo pacato.. Ma è stato improvviso.. Non è che ci sia qualche pianta velenosa in giro? Dovremo prendere un valido giardiniere" molto turbata.

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[Guisgard]

"Ha cominciato a contercersi... sembrava posseduto..." disse agitato Doig a Gwen ed agli altri "... poi... poi prima di spirare quel fumo verde... come fosse l'anima..."
Tutti restarono ammutoliti.
Intanto, al castello, Swan, Altea e Bafon erano davanti al cadavere dell'avvocato.
"Non ci sono piabte particolari qui..." Swan alla duchessa "... io passo molto tempo fra il cortile ed il giardino e se ci fossero piante nocive avrei di certo avvertito qualcosa..." perplesso.

[Lady Gwen]

Rimasi senza alcunché da dire.
Perché cosa c'era da dire?
"Non so, magari soffriva di una strana forma di epilessia, o magari avvelenamento... Potrebbe essere?" commentai.

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[Altea]

"E nemmeno funghi, magari prima di venire qui aveva mangiato qualcosa di velenoso. Comunque Swan chiama la polizia, povero avvocato." Mi chinai vicino lui osservando se a terra ci fosse qualcosa.

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[Guisgard]

"Sapremo tutto quando il medico potrà fare l'autopsia..." disse Elv a Gwen, fissando Doig.
Intanto al castello Bafon, seguendo l'ordine di Altea, aveva già avvertito la polizia.
Poco dopo giunse un'auto della polizia ed un'ambulanza.
Il corpo del povero avvocato fu così portato via.

[Lady Gwen]

"Immagino di sì... Anche se è una situazione ben strana..." in un sospiro.
In effetti, non avevo mai sentito una cosa simile.
Non ne sapevo molto di medicina, ma non mi risultava che morti di questo genere si vedessero tutti i giorni.

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[Guisgard]

Arrivarono due agenti di polizia che portarono Doig al castello per interrogarlo, insieme a tuttigli altri che erano stati presenti durante la misteriosa morta dell'avvocato.
Naturalmente nel pub l'atmosfera era surreale, tra sgomento e paura.
Piano tutti andarono via e Gwen si ritrovò da sola nel locale, mentre Elv e la donna che lo aiutava in cucina cominciarono a mettere a posto.

[Lady Gwen]

L'uomo fu portato via per essere interrogato, mentre insieme a lui molto erano sgomenti e preoccupati.
Ma non stentavo a crederlo.
Dopotutto, era un evento assolutamente surreale.
A quel punto, rimasi solo io, mentre Elv e la donna sistemavano.
Allora mi avvicinai a lui.
"Va bene che l'antipasto lo hai offerto tu, e ti ringrazio" divertita, pensando al piatto di stuzzichini "Ma dovrei pagare la cena..." ridacchiando.

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[Guisgard]

"Già, serata particolare stasera..." disse Elv visibilmente preso dalla faccenda di quella sera "...comunque, tranquilla... pagherai la prossima volta." Annuendo a Gwen.
In quel momento si udì il motore di una moto.
Un attimo dopo nelpub entrò Velv col suo giubbotto di pelle borchiato.
"Ehi, stasera si chiude presto vedo." Ridendo e fissando suo fratello Elv.

[Lady Gwen]

"Sì, lo è stata decisamente..." annuii.
Poi, battei più volte le palpebre alla sua risposta.
"No, ti prego, mi sentirei in debito con te..." con un vago risolino nervoso.
Mi spiazzava, davvero, anche perché ci conoscevamo solo da alcune ore e nulla poteva giustificare un comportamento così inaspettato, se non che fosse infinitamente gentile.
Poi, arrivò Velv ed evitai di rispondere per non mettere benzina sul fuoco.

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[Guisgard]

Elv con l'aria strafottente entrò e si sedette ad uno dei tavoli, prendendo delle noccioline.
"Si batte la fiacca stasera..." disse mangiando.
Elv guardò Gwen.
"Immagino tu non sappia nulla..." rivolgendosi allora a suo fratello.
"Riguardo a cosa?"
"E' morto un uomo..."
Velv lo fissò.
"L'avvocato della duchessa..." aggiunse Elv "... al castello..."
"Sono secoli che quel castello porta sfiga..." facendo spallucce Velv "... dovrebbero buttar giù le mura..."

[Lady Gwen]

Ricambiai in silenzio lo sguardo di Elv, vedendo adesso distintamente la differenza fra i due.
Il loro volti erano uguali, il colore dei loro occhi, ma non loro.
Loro erano decisamente diversi ed era un bene.
Elv gli spiegò la situazione e beh, non era del tutto sbagliato, sebbene la mia mentalità da critico d'arte e fotografa mi impedisse di pensarlo, ma forse non era un pensiero proprio sconveniente.
"Beh, io vado, domattina si lavora e non posso fare tardi..." sorridendo "Buonanotte" a entrambi "E grazie per la cena..." sorrisi ad Elv.
Poi uscii e mi incamminai verso l'albergo.

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[Guisgard]

Gwen lasciò il pub e si avviò verso l'alberghetto dove alloggiava.
Un pioggia leggera aveva preso a scendere sulla campagna.
La stradina era silenziosa, deserta ed un che di sinistro pareva aleggiare nell'aria umida della sera.
La ragazza giunse all'alberghetto e qui sentì delle voci provenienti dalla portineria.

[Lady Gwen]

Alzai il cappuccio della giacca per proteggere la testa e affrettai il passo quasi in una corsa contenuta.
Arrivai in albergo togliendo subito gli abiti bagnati e andando a dormire poco dopo.
Sul paesino, quella soffusa malinconia era accentuata ora che la pioggia leggera e costante rendeva tutto ovattato, forse anche a causa della morte dell'avvocato.
Poi, però, sentii delle voci provenire dalla portineria, allora mi rivestii e scesi giù.

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[Guisgard]

In portineria Gwen trovò il proprietario ed una donna, alta e magra, dai lunghi capelli scuri, di mezz'età e vestita di nera.
"E questo è quanto, signora." Disse il proprietario.
"Sicuramente questa è la maledizione del castello." Fece la donna.
http://davenaves.com/blog/wp-content/uploads/frau-chloris.jpg

[Lady Gwen]

Sentii che il proprietario parlava con una donna di mezza età circa l'accaduto al castello.
La donna la pensava come Velv e non potevo dar loro torto.
Giravano delle voci strane su quel posto, da sempre e non c'era molto altro da fare.
Ad ogni modo, restai ad ascoltare.

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[Guisgard]

"Sono solo superstizioni, signora..." disse il proprietario.
"Invece no." La donna. "In quelle mura c'è il genio di un grande uomo. Ci sono i suoi demoni."
"Di chi parla?"
"Dell'alchimista Minsked." Rispose la donna. "Io lo so per certo. Avverto il suo spirito."
Gwen ascoltava tutto.

[Lady Gwen]

Okay, adesso si passava pure al fantasma dell'alchimista.
Era chiaro che fosse il passo successivo all'inquietudine fosse la superstizione.
E dubitavo seriamente che la signora facesse ciò che diceva, ma hey, in questi posti spesso la mentalità era chiusa e chi ero io per dissuaderla?

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[Guisgard]

"Il suo spirito mi parla spesso..." disse la donna "... lo avverto... mi aveva messo all'erta... ed io non ho saputo leggere i segni..."
"Di che parla, signora?" Chiese il proprietario.
"Lo spirito del dottore Minsked mi aveva avvertita..." la donna "... ma non ho compreso... ora so che la maledizione colpirà ancora..."
Gwen ascoltava tutto.

[Lady Gwen]

A quanto pare, la signora sapeva ciò che sarebbe successo e tutto il resto.
Certo, facile dirlo adesso dopo ciò che era accaduto, quindi la cosa mi convinceva ancora meno.
A ben guardarla, sembravano le farneticazioni di una persona poco instabile e così ero determinata a considerarle, nulla di più.

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[Guisgard]

Gwen ascoltava e se faceva delle sue idde su quella donna, che invece sembrava sicura di ciò che affermava.
"Ora è tardi, dovrebbe riposare, signora..." disse il proprietario.
"Stanotte non dormirò." Fece la donna. "No, devo cercare di comunicare con lo spirito di Minsker... evocarlo... devo sapere cos'altro accadrà... devo saperlo... o altri sarano in pericolo..." ed andò via.
Gwen la vide salire al piano di sopra.
Era quindi una cliente dell'albergo.

[Lady Gwen]

Alzai gli occhi al cielo sentendo quelle parole...
Oh, certo.
Avremmo visto se davvero fosse riuscita ad evitare un'altra tragedia, allora potevamo ritenere più o meno attendibile la sua versione.
In ogni caso, dato che la discussione era conclusa, tornai a letto per riposare.

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[Guisgard]

Gwen tornò nella sua camera e si coricò.
Poco dopo si addormentò.
Fu però svegliata nel cuore della donna da strani rimori.
Poi udì una voce che recitava inquietanti ed indecifrabili cantilene, ritmiche e dal vago senso mistico.
Proveniva dalla parete.

[Lady Gwen]

Mi addormentai subito, mani svegliai nel cuore della notte sentendo strane parole.
Fissai l'orecchio sulla parete e sentii una strana litania,melodiose ritmica, sempre uguale, quasi ipnotica.
Nove su dieci era la signora di prima.
A dispetto della notte in bianco, restai ad ascoltare per curiosità.

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[Guisgard]

Era una filatrocca strana, di un ritmo misterioso, con parole dal vago accento dell'Estche si susseguivano l'una dietro l'altra, come se volessero evocare qualcosa.
Gwen ascoltava ed un senso di angoscia si diffuse nella sua stanza.
Erano recitate dalla parete, quindi provenivano dalla camera accanto alla sua.

[Lady Gwen]

Era in una strana lingua, forse dell'Est e si susseguivano una dopo l'altra rotolando in una strana filastrocca.
Era come se volesse davvero evocare qualcosa.
O qualcuno.
Davvero voleva evocare l'alchimista?
Ci credeva davvero?
Di sicuro, ci credeva più di quanto ci credessi io, ma il tentativo era sicuramente ammirevole.

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[Guisgard]

La strana filastrocca continuava, ritmica e cadenzata, con le sue parole inquietanti ed indecifrabili, diffondendosi in ogni ancolo della camera.
Gwen asoltò quello strano motivo per alcuni istanti fino ad appisolarsi quasi, come se fosse ipnotica.
Ma prima che chiudesse gli occhi sentì qualcosa scuotere il suo letto.
Come se qualcosa si fosse posata sulle lenzuola.

[Lady Gwen]

Quella strana sensazione, un po' inquietante ma anche ipnotica, mi fece appisolare, o forse cadere in una strana trance, finché non mi svegliai di soprassalto e mi voltai.
Avevo sentito qualcosa posarsi sul letto, forse era la mia immaginazione, ma di certo mi era preso un colpo te da farmi svegliare.

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[Guisgard]

Era una strana sensazione.
Qualcosa di solido, di reale sembrava essersi posato sulle coperte del letto.
Nel buio della camera Gwen lo sentiva chiaramente.
La filastrocca era cessata, ora solo un profondo silenzio era sceso nella stanza.
E quel qualcosa stava fermo sul letto.
Ma era buio e la ragazza non vedeva nulla.
Sul comodino c'era una piccola lampada spenta, con l'interruttore che pendeva da un filo sullo schienale del letto.
Bastava premere quell'interruttore e la piccola lampada si sarebbe accesa.

[Lady Gwen]

La filastrocca era cessata, ma quella sensazione restava, forte, tangibile.
Come se qualcuno fosse sdraiato sul letto accanto a me.
Allora tirando l'interruttore della lampada accesi la luce per rassicurare me stessa sul fatto che fossi davvero sola in quella camera.

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[Guisgard]

Gwen premette l'interruttore ed una luce bassa illuminò parte della camera.
Abbastanza per farle vedere qualcosa di inquietante ed incredibile.
Un bambino nudo stava rannicchiato sulle coperte del suo letto e la fissava.
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[Lady Gwen]

Saltai dal letto in un urlo e mi schiacciai contro la parete vedendo il bambino che stava rannicchiato sulle lenzuola.
Ma chi era?!
Come accidenti ci era finito lì?!
Sudavo freddo, ero tremante, terrorizzata, spaventata, una mano copriva la bocca e l'altra era appena allungata nella sua direzione.
La bocca era semi aperta, cercavo di dire qualcosa, ma le parole si strozzavano morendomi in gola e riuscivo solo a restare schiacciata sentendo la parete sicura e solida dietro di me, osservando quella inquietante follia.

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[Guisgard]

Il grido di Gwen ruppe, anzi squarciò il cupo silenzio della stanza.
La ragazza saltò su, svegliandosi di soprassalto.
Era agitata e spaventata.
Dopo qualche istante comprese di aver avuto solo un incubo.

[Lady Gwen]

Mi svegliai sudata ed agitata, sconvolta, le mani che tremavano e il cuore che galoppava.
Era stato tutto un incubo.
Sperai di non aver gridato davvero nel sonno, altrimenti mi sarebbe dispiaciuto svegliare l'intero albergo.
In ogni caso, era stato un sogno terrificante e sconvolgente.
Forse era stata quella strana litania ad influenzare il mio incubo, ma qualsiasi cosa fosse, speravo di non riprovarla mai più in vita mia, mentre bevevo dell'acqua per calmarmi.

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[Guisgard]

Dopo qualche istante Gwen prese a calmarsi, bevendo dell'acqua.
Tuttavia la sensazione lasciata da quell'incubo era ancora forte in lei.
Ad un tratto qualcuno bussò alla porta della sua camera.
"Signorina..." disse da fuori il padrone dell'albergo "... tutto bene? L'ho sentita gridare..."

[Lady Gwen]

Come temevo, il proprietario dell'albergo mi aveva sentita.
Allora mi alzai ed andai ad aprire.
"Sì, mi scusi, è stato solo un brutto sogno..." annuii, per rassicurarlo e per rassicurare anche me stessa.
Quelle brutte sensazioni ancora non mi abbandonavano e temevo che non lo avrebbero fatto per un bel po'.

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[Guisgard]

"Capisco..." disse l'uomo a Gwen "... vuole le porti una camomilla? O una tazza di latte caldo, signorina?"

[Lady Gwen]

"Una camomilla la accetto volentieri, grazie" annuii, cercando rilassarmi al pensiero di quella camomilla calda che, speravo, avrebbe avuto il potere di darmi rilassare.

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[Guisgard]

Poco dopo l'uomo portò una camomilla a Gwen, augurandole una buona notte.
Nel chiudere però la porta, la ragazza intravide una soglia semiaperta, dietro cui qualcuno guardava verso di lei.

[Lady Gwen]

Andai a sedermi sulla poltrona accanto alla finestra per bere in serenità, o quasi, la mia camomilla, calda e dolce come desideravo che fosse in quel momento di agitazione.
Ma ad un certo punto, sembrò come se l'incubo fosse tornato.
Mi sentii di nuovo osservata e, spaventata, andai a vedere, muovendo un passo incerto dopo l'altro.

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[Guisgard]

Era una delle porte che si affacciavano sul corridoio, quindi quella di un'altra camera, il punto da cui Gwen si sentiva osservata.
Rimase socchiusa per tutto il tempo che il padrone dell'albergo preparò la camomilla e la portò poi a Gwen.
Quando lui andò via quella porta si chiuse.

[Lady Gwen]

Era la porta di una delle camere che davano sul corridoio.
Quel qualcuno che mi guardava rimase alcuni istanti lì, poi quando andò via il proprietario la porta si chiuse.
Beh, almeno non era stato un altro incubo.
Tornai a letto per finire la camomilla e sperare di dormire, mentre tuttavia le immagini di quel sogno erano ancora vivide davanti ai miei occhi.

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[Altea]

Il povero avvocato fu riportato nel castello e chiesi a Bafon e Doig di spiegare l'accaduto visto erano stati testimoni, mentre osservavo perplessa Swan.

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[Guisgard]

Gwen non ci badò più tanto a quella porta socchiusa da cui si sentiva osservata, quasi spiata.
Tornò così a letto e dopo un pò, finalmente, si addormentò, svegliandosi direttamente al mattino seguente.
La notte era trascorsa lenta anche al castello, dove la polizia interrogò Altea e la sua servitù riguardo la morte misteriosa dell'avvocato.
Verso l'alba l'interrogatorio terminò e gli sbirri andarono via, lasciando un'aria tesa ed inquieta al maniero.

[Lady Gwen]

Finalmente riuscii ad addormentarmi seriamente e dormii per fortuna senza incubi.
Al mattino, sentendomi ancora frastornata e stanca per la brutta nottata, mi alzai e mi preparai per uscire.

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[Guisgard]

Era una mattinata dal cielo variabile, con ampi squarci di sereno attraverso basse e dense nuvole, come se a pochi chilometri da lì una tempesta si era abbattuta con vigore nella brughiera.
L'albergo appariva come al solito tranquillo, con il piccolo bar che serviva la colazione ai pochissimi clienti della struttura.
Vi era anche la donna della sera prima, quella cioè che Gwen aveva visto parlare con il proprietario in portineria.
La donna beveva un tè caldo e leggeva un libro.

[Altea]

"Bafon, rafforziamo la security, ho paura.. E se fosse stato qualcuno che lo voleva avvelenare, non credo a superstizioni" sospirando "Io vado a farmi un bel riposo in camera, leggerò qualche libro e guarderò la TV".
Andai in camera, feci un bagno rilassante, accesi la TV mentre leggevo il giornale.

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[Lady Gwen]

Scesi per la colazione e il bar ospitava i pochi clienti della struttura.
Fuori, il cielo era in parte plumbeo, in parte sereno, come la quiete dopo la tempesta.
C'era la donna che avevo visto la sera prima, ma visto l'effetto delle sue litanie mi tenni a debita distanza da lei.
Così, rimasi per conto mio, con un cappuccino e un cornetto per la colazione.

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[Guisgard]

"Si, signora duchessa." Disse Bafon ad Altea.
"Un momento..." fece Swan alla duchessa prima che lei andasse in camera per rilassarsi un pò. "... io credo di essere in grado di proteggere lei ed il castello, signora. Non credo occorrano altri uomini per la sicurezza." Con tono sicuro e sfrontato.

[Guisgard]

"La morte dell'avvocato della duchessa" disse la donna ad alta voce, quando il proprietario dell'albergo si avvicinò al suo tavolino "è emblematica. Sento dire che la polizia cerca cause spiegabili..." fissando il suo libro "... ma forse ignora che da secoli lì nel castello la gente muore sempre allo stesso modo... ma nessun annale del tempo aveva il permesso di annotarlo e tramandarlo..."
Gwen era seduta a pochi metri dal tavolino di lei.

[Lady Gwen]

Stavo sorseggiando il cappuccino dalla tazza, quando la donna iniziò a discutere col proprietario circa la morte dell'avvocato.
Ricordai le parole di Velv, ancora una volta, riguardo il fatto che la gente qui morisse sempre allo stesso modo.
Da questo si capiva perché fossero tutti terrorizzati e non era strano.
Era anomalo morire in quelle circostanze e chiaramente le persone poi davano di matto.

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[Altea]

"Non ne dubito caro Swan" accarezzando la sua gancia in modo malizioso "Ma visto gli accaduti abbiamo bisogno di rafforzare i controlli, non sarai mica geloso..sarai sempre il mio preferito" e svanii.
Volevo calma, leggevo le notizie nel giornale. Speravo non parlassero ancora delle maledizioni del castello e nemmeno alla tv, fatti che io non avevo mai voluto sentire.

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[Guisgard]

"La polizia oggi ha mezzi" disse il proprietario alla donna "che secoli fa non aveva. Magari ora sarà risolto ilproblema, signora."
"Che sciocchezza..." sdegnata la donna "... la tecnologia non può nulla contro l'occulto." Seccata si alzò e tornò in camera.
Il proprietario scosse il capo e si avvicinò al tvolo di Gwen per sapere se la ragazza desiderasse altro.

[Guisgard]

Altea andò via, mentre swan restò a fissarla, accarezzandosi la guancia toccata da lei.
La duchessa andò in camera sua per rilassarsi e dopo circa un'ora qualcuno bussò alla sua porta.
Era Bafon.

[Lady Gwen]

Nonostante il proprietario cercasse di fare ragionare la donna, lei rimaneva ferma sulle sue idee, fino ad andare via.
Allora lui si avvicinò a me ed io declinai gentilmente.
"Mi scusi, chi è quella donna?"

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[Guisgard]

"E' la signora Maryshel..." disse il proprietario a Gwen "... in realtà è una parapsicologa, ma esercita la professione, diciamo così, di medium." Fissandola.

[Lady Gwen]

Annuii lentamente.
"Beh, è certamente uno strano personaggio..." commentai, finendo il cappuccino.

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[Altea]

Sentii qualcuno bussare alla porta ed aprii e vidi Bafon e sorrisi ma ero ancora scossa, turbata..da quando ero arrivata in questo castello qualcosa mi angosciava ed era strano. Quante volte ero venuta qui a trovare mia zia, la duchessa Clotilde Arzebeirg de Bastian, ed ero allegra, mai queste sensazioni mi avevano pervaso.
"Dimmi Bafon, spero non sia successo altro di grave".

[Guisgard]

"No, signora duchessa." Disse Bafon ad Altea. "Sono qui per riferirle che ho contattato l'agenzia Afrachiurity e mi hanno assicurato che a breve invieranno un uomo esperto che affiancherà Swan per curare la sicurezza qui al castello."

[Altea]

"Perfetto...meglio avere la situazione sotto controllo anche perché temo molti curiosi verrano qui in giro, ma tu Bafon, sai qualcosa delle maledizioni di questo castello? Io non ci credo ma so di antenati strani..ti prego, non mi farò impressionare" con sguardo serio.

[Guisgard]

"Sono storie antiche, milady." Disse Bafon ad Altea. "In verità non ne so molto,essendo giunto qui al castello con lei e non sono stato quindi mai al servizio della duchessa. Ho sentito però da Doig che in queste terre vive una donna... la signora Maryshel credo di ricordare si chiami... pare sia un'esperta delle tradizioni di queste terre..."

[Altea]

"Dite a Doig dove potrei trovarla, vorrei parlare con lei" uscendo dalla camera "Ovviamente accompagnata da Swan o l' altra guardia del corpo, non voglio essere lasciata sola. Pure io non credo a queste cose ma penso io abbia il diritto di sapere quale nuova duchessa del castello" scendendo le scale.

[Guisgard]

"E' una donna molto colta" disse il proprietario a Gwen "anche se alcuni suoi comportamenti aipiù possono apparire... diciamo bizzarri. Ma pochi altri conoscono queste terre e le sue leggende come la signora Maryshel."

[Guisgard]

Bafon annuì ad Altea ed andò a chiamare Doig.
L'uomo era ancora scossoper la morte dell'avvocato, ma subito si presentò alla duchessa.
"La signora Maryshel" disse ad Altea "alloggia all'albergo del paese, signora duchessa. In pratica vive lì, poichè una sua prozia fondò quell'albergo e nel venderlo, anni fa, impose come condizione che i suoi discendenti potessero alloggiare in una camera come vitalizio."

[Lady Gwen]

"Oh, non ne dubito" commentai, con un mezzo sorriso che non seppi definire.
A quel punto, lasciai il bar dell'albergo e presi l'attrezzatura per le foto, per poi uscire nel paesino.

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[Guisgard]

Gwen lasciò l'albergo e si diresse verso il paese per le sue foto.
Passando però davanti al pub si accorse di uno strana agitazione davanti all'ingresso.
Stavano infatti la donna che lavorava lì ed un paio di persone.
I tre parlottavano in modo agitato.

[Lady Gwen]

Girai per il paese fino a passare davanti al pub.
C'era una strana agitazione lì davanti e per saperne di più mi avvicinai alla donna che ormai conoscevo.
"Buongiorno, che succede? Come mai questa confusione?"

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[Altea]

"Strano che nessuno oltre gli antenati posso stare lì...vorrei sapere qualcosa sui fatti strani riguardanti questo castello, penso Swan possa accompagnarmi se non è arrivata pure l' altra bodyguard..ditemi come si chiama l' albergo?".

[Guisgard]

La donna guardò Gwen ed il suo volto era teso, preoccupato.
"Sono arrivata poco fa per le pulizie..." disse "... come faccio ogni mattina, in modo che nel pomeriggio il pub possa aprire... Elv mi precede sempre ogni giorno... stamani però non l'ho trovato... e la cosa è strana... sono sicura che però stamani sia passato da qui... infatti c'era una tazzina sporca di caffè... lui fa colazione ogni mattina appena arriva al pub... ma non capisco dove sia andato... così, senza aver lasciato nemmeno un biglietto..."

[Guisgard]

"Lo troverà andando verso il paese, signora duchessa." Disse Doig ad Altea. "Percorrendo la stradina senza svoltare mai. L'albergo sorge un chilometro prima del paese." Spiegò il custode.
Swan era nel cortile, facendo il suo solito giro di controllo mattutino.

[Lady Gwen]

Sgranai gli occhi e rimasi senza parole.
Elv?
Sparito?
"Beh, non è ancora il momento di preoccuparsi, magari ha solo avuto un imprevisto ed è dovuto andare via" dissi, ma sotto sotto anche io ora nutrivo preoccupazione e mi chiedevo cosa potesse essergli successo.

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[Altea]

"Bene, io esco con Swan, se arriva l' altro bodyguard fagli vedere il Palazzo e narragli cosa è successo".
Uscii e vidi Swan "Ehi bel morettino" sorridendo "Dovresti portarmi nell' albergo dove vi sta una signora chiamata Maryshel, voglio sapere di questo albergo" e spiegai le direttive date da Doig per raggiungerlo.
Mi avvicinai a lui "Eri pensieroso come mai?" osservandolo.

https://encrypted-tbn0.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcSizqEHkjuG4ZoRP8QsFIczMAWpxcWGk B1uPdQjgn3Xg5ODeKN6

[Guisgard]

"Speriamo..." disse la donna preoccupata a Gwen.
"Io dopo ciò che è accaduto ieri sera" uno dei due che erano lì "chiamerei la polizia..."
"Cosa vuoi dire?" Chiese l'altro.
"Non so, ma chiamerei gli sbirri..." mormorò il primo, come se non volesse svelare i suoi pensieri, anche se non era difficile capire quali fossero.

[Guisgard]

Altea raggiungendo Swan sentì il suo sguardo su di lei.
Uno sguardo insistente.
"Lo sono spesso al mattino..." disse lui con tono scontroso, quasi irriverente.
Prese l'auto e con la duchessa lasciarono il castello.

[Lady Gwen]

Annuii cercando di essere fiduciosa.
Ascoltai la conversazione e mi rifiutavo di pensare che gli fosse successo qualcosa di simile.
"D'accordo, prenderò la macchina e andrò a cercarlo. Poi, in caso, chiameremo la polizia. Ma speriamo di non doverlo fare..." sospirando.
Allora presi la mia macchina ed iniziai a perlustrare ogni angolo.

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[Guisgard]

Gwen prese la sua auto e cominciò a girare per quelle campagne verdi e soitarie.
Erano tranquille, forse anche troppo, silenziose e per lunghi tratti desolate.
Il cielo era mesto, grigio, opprimente e pareva trasmettere al mondo sottostante la sua apatia.
La bella e giovane fotografa girovagò per tutta la mattina, senza però trovare tracce di Elv.

[Altea]

Salii in auto, compiaciuta dal suo sguardo "Ah...al mattino sei sempre pensieroso, pure scontroso noto" ridendo "Sei un tipo singolare sai?" osservandolo per poi osservare il paese.

[Guisgard]

"Sono come sono..." disse Swan guidando "... prendere o lasciare." Con tono scontroso e sguardo vago.
Altea fissava la campagna che attraversavano, così silenziosa ed avvolta da uno strano senso di desolazione e da un silenzio profondo.
"Quindi arriverà un altro addetto alla sua sicurezza, signora duchessa..." mormorò Swan.

[Lady Gwen]

Girai per la campagna e quella appariva solitaria, silenziosa, come la calma prima che qualcosa di tremendo accada.
Girai e girai senza trovarlo.
Non sapevo che fare o dove andare, non conoscevo questi posti, benché controllassi ogni angolo di quella campagna e stavo veramente iniziando a perdere le speranze.

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[Guisgard]

La campagna appariva vasta e silenziosa, a tratti desolata.
Gwen girovagò a lungo, senza incontrare mai Elv.
Ad un tratto accanto ad un pozzo vide due contadini.

[Lady Gwen]

Nulla, ancora niente, solo aperta campagna.
Poi, vicino ad un pozzo vidi due contadini e andai da loro per chiedergli se avessero visto Elv, fornendogli la sua descrizione.

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[Altea]

Osservavo quella campagna, così vaga e racchiudeva misteri secolari.
"Si, mio caro Swan..sai come sono..sono fatta così, prendere o lasciare" sorridendo "Hai paura di perdere il posto di prediletto, perché per mia zia tra la sicurezza si dice eri il suo prediletto, tu la accompagnavi ovunque...infatti io non ho aspettato arrivasse lui, ma ho chiesto a te di portarmi. Vorrei vi fosse collaborazione tra voi due, ricordatevi vi è stato un morto".

[Guisgard]

I due contadini ascoltarono da parte di Gwen la descrizione di Elv, ma nessuno di loro seppe fornire risposte.
Infatti nessuno dei due aveva visto il giovane.
Era ormai il primissimo pomeriggio.

[Guisgard]

"Io basto per proteggere lei ed il castello." Disse Swan fissando Altea negli occhi. "So fare il mio lavoro, signora duchessa." Con tono di chi si sentiva sicuro e forte.
Arrivarono all'albergo.

[Lady Gwen]

Annuii sospirando.
Nemmeno loro sapevano rispondermi...
Visto che c'ero, rimasi in zona a controllare per conto mio.

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[Altea]

"Non lo metto in dubbio Swan, eccoci all' albergo, stammi vicino avverto una sensazione strana".
Scendemmo ed entrai ordinando poi due caffè "Sono la duchessa de Bastian, nipote della defunta duchessa e nuova proprietaria del castello, è possibile parlare con la signora Maryshel?" dissi all' uomo dietro al banco.

[Guisgard]

Gwen restò in zona, continuando a cercare, ma senza trovare nulla.
Elv non sembrava essere lì.
Non sembrava essere in nessun angolo di quelle campagne, dato che la ragazza aveva girato praticamente ovunque.

[Lady Gwen]

Niente!
Niente da nessuna parte!
Sembrava essere sparito nel nulla ed ero veramente preoccupata...
A quel punto, tornai al pub per portare la notizia e confermare che sì, ormai restava solo da chiamare la polizia...

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[Guisgard]

"Oh, benvenuta, signora duchessa." Disse il proprietario dell'albergo ad Altea, visibilmente meravigliato per quella visita. "Prego, si accomodi nel nostro salottina. Le porterò subito i caffè." Annuendo.
Poco dopo servì i 2 caffè a lei ed a Swan.
Alcuni minuti dopo giunse Maryshel.
Salutò Altea, si presentò e si sedette con loro due, ordinando una tisana.

[Altea]

Fummo fatti accomodare in un salottino e rimasi stupita da tanta cordialità, per fortuna vi era cortesia e gente gioviale nonostante gli accaduti.
Poi arrivò la signora Maryshel e ordinò una tisana "Signora Maryshel, sono venuta qui perché sono stata consigliata dal guardiano. Io ho frequentato molto il castello, ma non ho mai voluto sapere delle strani voci si mormoravano sui suoi antenati...voci di maledizioni o altro, lei cosa può raccontarmi?" sorridendo e guardandola "Sappia sono una persona scettica ma voglio informarmi, l' avvocato mio e di mia zia è morto".

[Guisgard]

Sconsolata, Gwen tornò al pub.
Qui trovò la donna con altre persone, tutte preoccupate per la misteriosa sparizione di Elv.
Chiamarono allora la polizia.
Qualche minuto dopo arrivò un'auto, dalla quale scese un uomo biondo e dallo sguardo acuto.
"Sono l'ispettore Belven." Disse a Gwen ed agli altri.
La donna allora raccontò l'accaduto.
"Beh..." Belven dopo aver ascoltato il tutto "... il signor Elv è un uomo adulto, nessuno può escludere che si sia allontanato di sua spontanea volontà. Dopotutto prima del tardo pomeriggio il suo pub non apre." Fissando tutti loro.
https://spectator.imgix.net/content/uploads/2017/11/michaelcaine.jpg?auto=compress,enhance,format&crop=faces,entropy,edges&fit=crop&w=820&h=550

[Guisgard]

"Scettica..." disse Maryshel ad Altea "... scettica riguardo a cosa? A ciò che non riesce a credere? Io posso dirle solo la verità. Poi starà a lei decidere se crederci o meno. Essere scettici riguardo alla verità, mi perdoni, è da bigotti." Fissandola senza avere peli sulla lingua.

[Altea]

Osservai Swan sbalordita "Forse pure da gente realista, appunto non credere alle superstizioni non significa io sia bigotta anzi sono coi piedi per terra e realista "già mi stava antipatica "Comunque sono venuta per sapere, non per essere giudicata" con tono di sfida.

[Lady Gwen]

Chiamammo la polizia e l'ispettore Belven arrivò poco dopo.
"Io non lo conosco da molto, ma se a tutti è sembrato strano, alle persone che conoscono le sue abitudini, un motivo ci sarà" gli feci notare io.

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[Guisgard]

"Bene, mi dica esattamente cosa desidera sapere, signora duchessa." Disse Maryshel ad Altea.

[Guisgard]

"Bene..." disse Belven tirando fuori un taccuino "... ci sono stati litigi fra il signor Elv e qualche altra persona? Momenti di incomprensione o di attrito con qualcuno? Ha avuto di recente problemi con la giustizia?" Chiese a Gwen ed a tutti loro.

[Lady Gwen]

Guardai la donna.
"Ci sono state altre liti più strane del solito fra lui e Velv?" le chiesi, per sicurezza.
Elv non mi sembrava il tipo da avere problemi con la giustizia, ma di sicuro aveva problemi con suo fratello.

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[Altea]

"Esattamente, mi parli degli antenati che hanno abitato laggiù, non miei, ma delle persone che secoli fa vi soggiornavano e se vi è qualche strano fatto" osservando la donna incuriosita.

[Guisgard]

Belven fissò Gwen.
"Mi dica..." disse "... chi è questo Velv?"

[Lady Gwen]

Guardai l'ispettore.
"È il suo gemello. Spesso discutono. Velv non vuole saperne del pub, così lui ed Elv entrano in attrito poiché lui deve tirare avanti il locale da solo" risposi.

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[Guisgard]

"I nobili signori che hanno abitato quel castello" disse Maryshel ad Altea "non erano differenti dai tanti feudatari che dominavano queste terre. La personalità più importante non era nessuno dei De Bastian, ma il potente alchimista Minsked. Un uomo unico, geniale, infinitamente colto e dotato di virtù straordinarie. Fu chiamato al castello per volere di un nobile De Bastian ed egli mise al suo servizio tutta la sua sapenza riguardo all'alchimia ed alla magia."

[Guisgard]

"Velv non farebbe mai nulla di male a suo fratello." Disse la donna a Gwen. "Io conosco entrambi da piccoli, li ho visti crescere."
"Faccio io le domande qui." Intervenne Belven. "Mi parli di questo Velv... che tipo è?" A Gwen.

[Lady Gwen]

Annuii appena a lei.
"Diciamo che sono mi sembra il tipo da fare accadere qualcosa a suo fratello. Tuttavia, farebbe meglio a chiedere alla loro dipendente. Io li conosco solo da ieri, sono qui di passaggio" risposi "Certamente lei saprà risponderle meglio."

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[Guisgard]

"Velv non è un cattivo ragazzo..." disse la donna a Belven "... è un pò ribelle... ama girovagare in moto tutto il giorno... ma non farebbe mai nulla di male... da piccolo amava farsi raccontare storie di pirati..." sorridendo "... sognava di fare il corsaro... viaggiare, girare il mondo... è un sognatore, mentre Elv è più pratico e razionale... non è adatto come suo fratello a gestire un pub, ma di certo Velv non è un cattivo ragazzo..." fissando Gwen e di nuovo il poliziotto.

[Lady Gwen]

Annuii alle parole di lei e in effetti sembrava così.
"Dubito seriamente che lui abbia fatto qualcosa ad Elv..." dissi ancora.
"Ma a questo punto, dovremmo capire dove potrebbe essere andato..." scuotendo la testa.

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[Guisgard]

"Già." Disse Belven fissando Gwen. "Dove si trova ora questo Velv?"
"Io..." la donna "... io non lo so... è da stamani che non lo vedo..."
"Quindi da stamani non vede entrambi i fratelli?"
"Esatto..." annuì la donna.
"E perchè" chiese Belven "si è preoccupata solo per Elv?"
"Perchè Velv passa al pub solo di sera..." rispose la donna.
"Per fare cosa?" Domandò Belven.
"Per mangiare e bere..." fece la donna.

[Lady Gwen]

Il ragionamento della donna filava.
"Anche io ieri sera ho visto Velv arrivare alla chiusura, la sera" confermai.
"Cosa pensa di questa situazione, ispettore?"

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[Guisgard]

"Che bisogna trovare questo Velv e chiedere cosa sa di suo fratello." Disse Belven a Gwen. "Per ora il primo passo è scoprire se Elv è sparito di sua volontà oppure no."

[Lady Gwen]

Annuii.
L'ispettore aveva ragione.
"Lei sa come contattare Velv?" chiesi alla donna.

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[Guisgard]

La donna guardò Gwen e scosse il capo.
Belven allora chiese una foto di Elv e lei la mostrò al poliziotto.
Lui la prese ed andò via.

[Lady Gwen]

Accidenti...
Questo non ci voleva...
Non c'era nè un numero di cellulare nè nient'altro...
L'ispettore volle una foto di Elv e ottenuta quella, andò via.
"Beh, adesso aspettiamo..." sospirando.

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[Guisgard]

La donna annuì a Gwen.
Poi, forse per scaricare l'ansia, si mise a pulire il pub.
Verso il primo pomeriggio arrivò qualcuno.
Era Velv in sella alla sua moto.
https://www.topcelebsjackets.com/wp-content/uploads/2018/05/Ben-Barnes-Black-Leather-Jacket-2.jpg

[Lady Gwen]

Lei si mise a pulire, per scacciare l'ansia, mentre io controllavo le foto fatte il giorno prima, per portarmi avanti col lavoro.
Verso il pomeriggio, poi, arrivò Velv.
"Hai visto Elv?" gli chiesi subito "Non lo si trova da nessuna parte..."

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[Guisgard]

"Non sono certo la sua baby sitter..." disse sarcastico Velv a Gwen "... di sicuro sarà andato a rifornire di salsiccia e verdure il suo pub." Ridacchiando.

[Lady Gwen]

Alzai gli occhi al cielo ed evitai di rispondere, tornando a controllare le foto della reflex col mio pc portatile, per far passare il tempo in attesa che si sapesse qualcosa.

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[Guisgard]

Velv lanciò uno sguardo divertito verso Gwen e prese una birra dal frigo.
Arrivò allora la donna, raccontando tutto a Velv e mostrandosi parecchio preoccupata.
"Sarà andato a fare rifornimento per questo posto..." disse lui bevendo.
"A quest'ora è sempre stato qui!" La donna.
"Sarà scappato allora con la moglie di qualcuno." Ridendo Velv.

[Lady Gwen]

La donna gli spiegò tutta la situazione, ma non mi stupì la sua reazione.
Avevo capito che vivevano meglio l'uno lontano dall'altro, quindi non ci pensavo ad un suo eventuale dispiacere.
Difatti non risposi, pensando in parte a lavorare e in parte a dove potesse essersi cacciato Elv.

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[Guisgard]

La donna riprese a fare le pulizie nel locale, mentre Gwen continuava ad occuparsi delle sue foto.
Velv invece se ne stava beato a bere.
"Sempre al lavoro tu..." disse ad un tratto alla ragazza "... non ti annoi mai?"

[Lady Gwen]

Alzai gli occhi su di lui, rimanendo ad osservarlo qualche istante.
"Faccio un lavoro che mi piace" dissi solo.
Certo, magari per lui poteva sembrare strano e surreale il termine "lavorare", ma per la gente normale era assolutamente il contrario.

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[Guisgard]

"Beh, contenta tu..." disse lui a Gwen, finendo la sua birra.
Ad un tratto squillò il telefono.
La donna corse a rispondere.
Annuì un paio di volte, poi il suo volte si fece cupo e mise giù il telefono.
"Era la polizia..." mormorò la donna "... hanno ritrovato l'auto di Elv... lui però non era a bordo... l'hanno trovata nel fossato del castello..."

[Lady Gwen]

Scossi appena la testa e i miei occhi tornarono sullo schermo.
Ad un certo punto, il telefono suonò e la donna rispose.
Quando ci riferì la telefonata, mi misi a riflettere.
"Beh, se non è a bordo, forse ha trovato modo di uscire. Sì potrebbe contattare qualche ospedale, magari è lì" ipotizzai.

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[Guisgard]

"Si, buona idea..." disse annuendo la donna a Gwen, per poi correre subito al telefono.
Velv invece non disse nulla, si alzò e con un balzo fu fuori dal pub, per poi saltare in sella alla moto.
"Dove vai?" La donna da una finestra con il telefono in mano per controllare che Elv non fossein ospedale.
"A vedere l'auto di mio fratello." Velv accendendo la moto.

[Lady Gwen]

Annuii anch'io, mentre lei andava a telefonare negli ospedali.
A quel punto, Velv andò via, per controllare l'auto di Elv.
Mi alzai anche io.
"Questo è il mio numero" alla donna, dandole il mio numero di telefono "Mi chiami se ha novità."
A quel punto, presi la macchina, decisa a seguire Velv fino al castello.

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[Guisgard]

Velv con la moto corse via, seguito dall'auto di Gwen.
Tuttavia, quando furono vicini al castello, un posto di blocco impediva il passaggio.
Uno degli agenti di polizia intimò a Gwen di fermarsi e tornare indietro, poichè l'accesso al castello era stato chiuso per recuperare l'auto trovata nel fossato.
Neanche Velv poteva proseguire.
Lui però, essendo in moto, voltò verso la campagna ed imboccò uno stretto sentiero, impraticabile per chi avesse un'auto.

[Lady Gwen]

Imboccammo la strada per il castello, ma poco prima ci fermarono al posto di blocco per il recupero della macchina.
Vidi Velv svicolare con la moto da dietro, così fermai la macchina e lo raggiunsi a piedi per avere anch'io più chiara la situazione.

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[Guisgard]

Velv dallo specchietto retrovisore della sua moto vide Gwen proseguire dietro di lui a piedi.
Allora si fermò e le fece cenno di avvicinarsi per prenderla in sella con lui.

[Lady Gwen]

Velv mi vide dietro di lui procedere a piedi e mi fece cenno di avvicinarmi.
Allora lo raggiunsi e salii in moto, per raggiungere il punto in cui fosse visibile la macchina di Elv.
Davvero adesso cercavo di essere speranzosa, visto che non era in quell'auto, ma speravo che fosse stato lui ad uscirne e non qualcuno a buttarla lì dopo avergli fatto qualcosa di male.

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[Guisgard]

Gwen salì in sella con Velv e la moto partì.
Attraverso quello stretto sentiero, che si rivelò essere un'angusta scorciatoia, i due arrivarono al castello.
Qui già c'era un'uto della polizia ed un carroattrezzi per tirare fuori dal fossato la macchina di Elv.

[Lady Gwen]

Arrivammo al castello e lì un carroattrezzi si stava già adoperando per tirare fuori dal fossato la macchina.
Allora agli feci segno di avvicinarci per vedere meglio.
Non sapevo cosa mi aspettavo di trovare, forse un segno, un indizio, qualcosa che mi facesse supporre che lui stesse bene, senza problemi.

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