I racconti del Bianco e del nero

[Lady Gwen]

"Mai disperare, non si sa mai che spiega potrebbero prendere le cose, no?" Commentai, cercando di essere ottimista.
Non volevo pensare adesso al fatto che ci saremmo dovuti comunque imbarcare in quella impresa.

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[Guisgard]

"Ma tu..." disse Elv guardando Gwen negli occhi "... perchè fai tutto questo? Sei la crocerossina per vocazione... oppure... oppure io ti sto particolamente simpatico?" Col suo tono impertinente.

[Lady Gwen]

Sorrisi guardandolo.
"Lo faccio con tutti i detenuti dagli occhi neri, che credi?" risposi, con tono sostenuto.
In realtà, non avrei mai pensato di fare tutto questo per un altro, ma era divertente stuzzicarlo.

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[Guisgard]

"Ah, ecco..." disse Elv cambiando espressione "... e ce ne sono molti di detenuti dagli oscuri qui dentro?" Fissando Gwen con uno sguardo tagliente. "Beh, vorrà dire che cercherò altre crocerossine, sai per quando sarai troppo presa da altri con lo sguardo scuro... dimmi... qualche segretaria del direttore sarà disponibile? Sai... qui in palestra, sollevando pesi, sistemandoli... si suda e un massaggio fa sempre bene... un massaggio di quelli orientali... corpo contro corpo e solo un pò d'olio a coprire quei corpi..." parlando vcinissimo a lei.

[Lady Gwen]

Sorrisi divertita al suo sguardo scuro fattosi improvvisamente tagliente.
Mi divertiva la sua gelosia, quel cambio di luce nei suoi occhi.
Ridacchiai poi alle sue parole.
"No, non ne conosco una... E sai perchè?" chiesi allora, con sguardo furbo.

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[Guisgard]

"Sentiamo..." disse Elv seccato perchè il suo giochino non sortiva effetto su Gwen "... perchè mai?"

[Lady Gwen]

Mantenni quel sorriso ben stampato in faccia, soprattutto perchè lui era seccato dal non riuscire a farmi arrabbiare.
"Perchè non c'è nessuna come me, e nemmeno meglio" col sorriso di chi fingeva di atteggiarsi.

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[Guisgard]

Elv guardò a lungo Gwen negli occhi, cn un sorriso sornione ed un'espressione impertinente.
"La migliore..." disse piano "... bene... dimostramelo allora... in cosa saresti la migliore?" Con tono volutamente provocatorio.

[Lady Gwen]

Recuperò il suo bellissimo sorriso impertinente.
"Beh, sono stata capace di farti confessare col prete dopo una conversazione di appena dieci minuti, avrò pur qualche merito, no?" risposi, con un sorriso malizioso.
"Detengo un record" aggiunsi divertita.

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[Guisgard]

Elv rise di gusto.
"E sia, lo ammetto, hai un certo talento." Disse A Gwen.
In quel momento arrivò un secondino.
"Tu." Ad Elv. "Vieni, il dottor Miz ti vuole nel suo ufficio."

[Lady Gwen]

Ridacchiai divertita, alla sua reazione.
Poi, un secondino chiamò Elv per informarlo che Miz lo voleva nel suo ufficio.
"Mi raccomando" gli augurai sottovoce, con un sorriso incoraggiante.
Speravo andasse tutto bene col dottore.
Dubitavo che ci potessero essere degli impicci, ma avrei aspettato, più o meno pazientemente, la fine del loro colloquio.

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[Guisgard]

Gwen vide Elv andare via col secondino, diretti verso lo studio di Miz.
Trascorse un'ora e infine Elv uscì dallo studio del dottore e fu riportato in palestra per completare il suo lavoro lì.

[Lady Gwen]

Trascorse un'ora, in cui io stetti parecchio sulle spine.
Parecchio.
Alla fine, dopo un'ora, Elv tornò per continuare a lavorare.
"Allora? Com'è andata?" gli domandai, nervosa e speranzosa al contempo.

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[Guisgard]

"Non saprei dirlo..." disse Elv a Gwen, mentre prende secchio e stracci per pulire la pedana della palestra "... il dottor Miz vuole affidarmi un incarico... in realtà è una seccatura... e sinceramente non ne capisco la ragione..." pensieroso.

[Lady Gwen]

Aggrottati la fonte, pensierosa.
Perchè davvero non riuscivo ad immaginare di quale incarico potesse trattarsi.
"Ovvero? Cosa devi fare, di preciso?" chiesi, dubbiosa, ma anche un po' curiosa.

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[Guisgard]

"Assistere un detenuto." Disse Elv di getto a Gwen. "Hai capito? Fare da balia ad uno dei tanti criminali di questo lercio posto!" Indispettito. "Sapevo che c'era un trucco!" Esclamò. "Roba da matti! Ma non farò da balia a nessuno io!"

[Lady Gwen]

Sbattei più volte le palpebre, sbigottita.
"Assistere un detenuto?!" esclamai stranita "Ma perchè? Perchè a te?" ancora, senza riuscire a capirne il motivo.
Sospirai e scossi la testa.
"Certo ci deve essere un motivo alla base, ne sono certa. Miz non sembra tipo di fare le cose per caso... Ma quale?" pensierosa.
Eppure, più mi spremevo le meningi, meno riuscivo a comprendere il motivo di questa decisione.

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[Guisgard]

"Non chiederlo a me." Disse Elv a Gwen. "Voglio farmi fare impegno civile." Sarcastico. "Ma ti rendi conto? Prerisco scontarmi il mio anno di carcere a questo punto." Deluso.

[Lady Gwen]

Lo ascoltai e sospirai in silenzio.
"Mi spiace..." mormorai, non sapendo cos'altro dire.
"Sono certa che ci sarà una ragione precisa e magari riuscirò a scoprirla in questi giorni..." annuendo.
"Ora sarà meglio che vada... Ti lascio lavorare..." aggiunsi poi, con un sorriso e d un tocco sulla sua spalla, prima di uscire dalla palestra.

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[Guisgard]

"Già, vorrei saperla anche io questa ragione..." disse seccato Elv.
Gwen allora lo salutò ed andò via.

[Lady Gwen]

Mi dispiaceva saperne della sua delusione e del suo malcontento, soprattutto perchè non capivo cosa accidenti fosse passato per la testa a Miz.
Cosa mai poteva aver portato il dottore a scegliere un compito così ad Elv?
Continuai a pensarci man mano che camminavo per il penitenziario, chiedendomi se e come quella giornata sarebbe mai volta al termine e cercando di dare un senso a ciò che il ragazzo mi aveva appena detto.

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[Guisgard]

Mentre camminava in balia dei suoi pensieri, dei suoi dubbi e delle sue inquietudini, Gwen quasi per caso si trovò a passare proprio davanti allo studio di Miz.

[Lady Gwen]

Per caso, mi ritrovai di fronte all'ufficio di Miz.
Decisi allora di provare a fare un tentativo.
Non avrebbe di certo fatto male.
Bussai un paio di colpi, poi entrai.
"Salve, spero di non disturbarla" dissi, con un sorriso educato.
"Volevo sapere come procedeva il programma" dissi poi, con aria curiosa.
Volevo che fosse lui a parlarmene, o avrei rischiato di d'estate troppi sospetti circa la mia vicinanza ad Elv.

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[Guisgard]

"Prego, entra." Disse educato Miz a Gwen. "Ho da poco terminato un primo colloquio con il detenuto Elv, affidandogli un poi un compito." Sorridendole. "Ho molte speranze su di lui."

[Lady Gwen]

Mi accomodai sulla poltrona al di là della scrivania, ascoltandolo.
"Oh beh, sono contenta che la cosa possa funzionare!" dissi, con sincerità.
"Di che compito si tratta?" chiesi ancora, sempre mantenendo quell'aria di curiosità per dissimulare.
Speravo di scoprire qualcosa in più e poter poi riferire ad Elv.

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[Guisgard]

"Di assistere un vecchio detenuto del penitenziario." Disse Miz a Gwen. "In passato mi sono battuto per fargli avere la grazia, ma le autorità hanno sempre rifiutato. Allora, essendo molto anziano, ho voluto che un detenuto con buona condotta lo aiuti e lo assista."

[Lady Gwen]

Scoprii che beh... Non era niente di più o di meno di ciò che Elv aveva detto.
Qualsiasi elucubrazione mentale io avessi elaborato, non era di alcun aiuto.
"Capisco" annuii, anche se in realtà no, continuavo a non capire "Dunque, anche questo compito fa parte del suo programma di recupero per detenuti?"

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[Destresya]

Lessi attentamente il fascicolo, così attentamente che il caffè si raffreddò senza quasi che me ne accorgessi.
C'erano molte cose in quel fascicolo, ma anche molte mancanze.
Dov'erano i reati che aveva commesso per finire nel braccio più duro del penitenziario?
E il nome? Non erano riusciti ad estorcerglielo, possibile?
Mi appuntai brevemente i punti salienti di quel fascicolo sul taccuino mentre la mia mente vagava.
Il direttore Corcion aveva detto che quel detenuto non aveva bisogno di una perizia psichiatrica, eppure a me sembrava l'esatto contrario.
Non avevo mai incontrato un detenuto che ne avesse così tanto bisogno.
La cosa mi lasciò perplessa e pensierosa per lunghi istanti.
Dopodichè, mi alzai e raggiunsi una delle sale per la riabilitazione dove ricordavo di averne viste per un programma di confessioni anonime organizzato per l'ala 3.
Ne presi una tutta bianca e andai alla cella 69, tenendo in mano sempre il mio fascicolo.
"Dategliela!" dissi alle guardie porgendo la maschera "Ammanettatelo e portatemelo nella sala 2!" ordinai, prima di dirigermi nella sala adibita alla terapia dei soggetti peggiori.

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[Guisgard]

"Certamente." Disse Miz a Gwen. "I detenuti rimasti qui diversi mesi o anni hanno smarrito il contatto con la società libera e quello con i loro simili, senza dividere con essi una situazione di detenzione e privazione." Soiegò. "Voglio studiare a fondo il rappoto tra detenuti e capire così chi davvero può inserirsi di nuovo, senza traumi, nella società civile. Tu cedi che Elv sia pronto?" Fissandola.
Intanto Destresya aveva letto e studiato il fascicolo del misterioso detenuto e raggiungendo la sua cella gli aveva fatto avere una maschera, come da lui richiesto.
Poco dopo la bella dottoressa si trovò in una cella fatta di sbarre e vetro rinforzato, con all'interno un letto, un mobile con diverse mensole su cui giacevano alcuni libri e persino una radio per ascoltare musica.
Il detenuto misterioso era seduto sul letto, intento a leggere e sul viso portava la maschera avuta dopo la richiesta.
"Uomini che studiano altri uomini..." mormorò sentendo arrivare Destresya "... nulla di più inutile ed inefficace."

[Lady Gwen]

Lo ascoltai attentamente, in quella sua spiegazione.
Non aveva tutti i torti, certo, ma già immaginavo Elv rispondere molto sarcasticamente.
Poi, mi chiese se lui sarebbe stato in grado di svolgere un compito simile.
"Beh, immagino che gli si dovrà dare il tempo di elaborare la cosa, all'inizio..." mormorai.

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[Destresya]

I secondini mi informarono che per il paziente non era disponibile la sala 2 ma che avevano predisposto la stanza 69 per tutto.
Ero scettica ma non volevo mai mettermi in mezzo a quelle cose.
Dopotutto, per me un posto valeva l'altro.
Così entrai nella parte a lui riservata dopo che i secondini gli ebbero dato la maschera che così tanto lo interessava.
"Buongiorno..." dissi, fissandolo intensamente mentre era seduto sul lettino.
"Sentiamo è questo il ringraziamento per averle portato la maschera? Posso sempre riprendermela..." col tono affabile e gentile, per poi andarmi a posizionare davanti a lui.
"Sono la dottoressa Destresya... ma la domanda interessante è chi è lei, non c'è alcun nome nella sua scheda, come posso chiamarla?" gli chiesi, con lo stesso tono rassicurante ma professionale.

[Guisgard]

"Si, capisco, ma non abbiamo molto tempo e se Elv non accetta temo dovrò assegnare ad un altro detenuto questo compito." Disse Miz a Gwen. "Io però credo che tu abia un certo ascendente su di lui. Non voglio entrare in cose personali, ci mancherebbe, ma se tiei al suo futuro questa occasione è da cogliere al volo." Con franchezza lui.
Intanto Destresya era davanti alla cella di sicurezza del detenuto X.
"Un nome..." lui senza distogliere gli occhi dal libro "... effimero segno di decadenza, non trova?" Chiudendo il libro. "Può chiamarmi come vuole, per me non fa differenza. Un nome va l'altro. O anche un appellativo. Non so, dei più assurdi... anche Generale, visto ero un militare ed infondo lo sono ancora." Guardandola attraverso la maschera. "Grazie comunque per la maschera." Fissandola tutta. "Complimenti, lei è una donna molto bella."

[Lady Gwen]

Mi irrigidii quando disse che avevo un particolare ascendente su Elv, ma non andò oltre e lo apprezzai.
Riflettei sulle sue parole.
"Allora lo farò" annuii "Dopotutto, se lei ripone in Elv così tanta fiducia un motivo ci sarà e voglio fidarmi di lei" aggiunsi, con convinzione.

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[Guisgard]

"Grazie, per me è importante trovare fiducia per ciò che faccio." Disse sinceramente Miz a Gwen, dandole poi la mano. "Fammi sapere cosa dirà Elv dopo il vostro incontro."

[Lady Gwen]

Sorrisi ed annuii, mentre ricambiavo la stretta di Miz.
Allora vidi di tornare da Elv e provare a spiegargli ciò che il dottore mi aveva detto.
Testa calda com'era, di certo avrei avuto non poche difficoltà a convincerli, ma ero fiduciosa che con un po' di insistenza avrebbe compreso che era per il suo bene.

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[Guisgard]

Gwen arrivò da Elv, ancora impegnato nella palestra.
"Ehi, eccoti..." disse lui vedendola arrivare "... altre novità per me? Mi useranno come cavia da laboratorio? O mi invieranno nello spazio con altre scimmie?" Sarcastico.

[Lady Gwen]

Lo trovai ancora impegnato a lavorare.
"No, le scimmie sono superate, ormai..." dissi sorniona.
Poi, gli riferii tutto ciò che Miz mi aveva detto su di lui.
"Lo so che al momento ti pesa fare questa cosa, ma è l'unica possibilità che hai, non sprecarla" dissi onestamente, guardando i suoi occhi neri.
Speravo davvero di farlo ragionare e che accettasse di svolgere il compito che glie da stato assegnato.

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[Guisgard]

Elv scosse il capo, sbuffò ed alzò gli occhi al cielo, per poi mettere via lo spazzolone con un gesto di stizza.
Respirò profondamente per un qualche istante, il tempo di calmarsi e guardò infine Gwen.
"Ok ok..." disse annuendo senza entusiasmo "... ma dimmi... tu tieni molto che io lo faccia? E perchè?" Guardandola negli occhi.

[Lady Gwen]

Notai ogni suo cambio di espressione, ogni sua reazione, ma lo guardai in silenzio, aspettando che elaborasse la notizia.
Poi, alla fine, lo vidi che si impose di calmarsi.
Bene così.
"Ci tengo perchè io mi fido di Miz e lui si fida di me e di te. Ci tengo perchè voglio che ti abbia una possibilità qui fuori. Perchè so che tu meno di tutti meriti di perdere qui dentro ogni speranza e ogni istante di vita. Per tutto questo e forse per tante altre cose" risposi con sincerità, le parole che nacquero spontanee dal cuore.
E speravo che capisse.

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[Guisgard]

"E dimmi..." disse Elv con un sorrisetto furbo a Gwen "... quali altre cose?" Con un sorriso a metà tra l'insolenza e la provocazione.

[Lady Gwen]

Il mio sorriso si accese appena di malizia.
"Hai ascoltato almeno mezza parola di quello che ti ho detto?" dissi ridendo e scuotendo la testa.

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[Guisgard]

"Ma certo..." disse sorridendo Elv a Gwen con una certa malizia "... non ho mai smesso di fissare la tua bocca mentre parlavi..." impertinente lui come suo solito "... mi piace la tua boca... ed anche la tua lingua..." facendole l'occhiolino.

[Lady Gwen]

Scossi la testa guardando in su, dandogli una leggera spinta alla spalla.
"Elv, sono seria, dai" insistetti ancora "Promettimelo. Promettimi che farai ciò che Miz ti dirà" fissandolo negli occhi neri.

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[Guisgard]

Elv guardò Gwen, ricambiando il suo sgardo.
poi senza dire nulla la prese per mano e con gesto improvviso la trascinò nello sgabuzzino, lontano dagli occhi degli inservienti e dei 2 secondini, per poi stringerla a sè e baciarla, incatenando alla sua bocca quella di lei, mordicchiandole le labbra e succhiandole la lingua.
La baciava con desiderio, mentre le sue mani la toccavano ovunque, stringendo fra le dita la stoffa dei suoi vestiti, tanto che Gwen pensò che lui fosse sul punto di strapparglieli da dosso.
"Te lo prometto..." disse lui staccandosi appena dalla bocca di lei e guardandola negli occhi verdi.

[Lady Gwen]

Mi chiesi quale altro volo pindarico avrebbe fatto ora, pur di non rispondermi.
All'improvviso, mi prese per mano, trascinandomi.
"Elv , che stai facendo ora..." in un sospiro.
E in modo altrettanto improvviso, chiuse entrambi nello sgabuzzino, baciandomi con trasporto e passione, proprio come era successo in biblioteca.
Il mio cuore iniziò a correre e non riuscii a sottrarmici.
Potevo solo abbandonarmi a lui e quella foga inesauribile.
Fui quasi sul punto di fermare le sue mani, per paura che mi strappasse i vestiti di dosso.
Poi, finalmente, disse ciò che volevo sentire.
Sorrisi ricambiando il suo sguardo scuro.
Un attimo dopo, fui io a baciarlo, avvolgendo il suo collo con le braccia.

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[Guisgard]

Un altro bacio, ora più dolce e un abbraccio, tranquillizzante in cui nascondersi.
Dopo qualche istante Gwen ed Elv uscirono da quello sgabuzzino.
"Vieni, andiamo da Miz..." disse lui a lei.

[Lady Gwen]

Seguì un momento più dolce e tenero, un momento di rifugio reciproco che per me fu bellissimo, confortevole.
Alla fine, dopo che mi ricomposi, uscimmo da lì.
Ecco che finiva un altro piccolo momento che dovevamo rubare dentro questo posto orrendo.
Presi un respiro profondo ed annuii.

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[Guisgard]

Gwen ed Elv lasciarono la palestra e si diressero verso lo studio di Miz.
Qui il detenuto riferì al medico la sua volontà di accettare l'incarico.
Fu così assegnato all'assistenza di un vecchio detenuto, rinchiuso nel braccio 60.
Così Elv andò a vedere di chi si trattasse, accompagnato da Gwen.
I 2 arrivarono così alla cella di un vecchio dall'aspetto bonario, magro e dal volto ben rasato, con i capelli bianchi e dal taglio meno curati, impegnato a disegnare su dei fogli bianchi.
Elv guardò Gwen e sbuffò, poi si avvicinò alle sbarre della cella.
"Salve..." disse.
Ma il vecchio lo zittì con un cenno della mano, come a voler dire di non disturbarlo.

[Lady Gwen]

Riferimmo tutto a Miz, il quale lo assegnò ad un detenuto del braccio 60.
Arrivammo così alla cella e trovammo un uomo sulla sessantina, dall'aspetto bonario e curato.
Era impegnato a disegnare su dei fogli e a ben vedere dal suo piglio, sembrava molto concentrato.
Tanto che zittì Elv e ciò mi fece ridacchiare sotto i baffi, silenziosamente.
"Bella gatta da pelare ti è capitata, tesoro..." sussurrai ad Elv, per punzecchiarlo, con tono divertito.

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[Guisgard]

"Eh, spiritosa..." dissa ironico Elv a Gwen.
Poi i 2 attesero che il vecchio detenuto terminasse di disegnare.
"Ecco." Quello osservando il suo disegno. "Potrebbe anche andare." Facendolo ruotare un pò a destra ed un pò a sinistra. "Sapete la differenza tra l'arte classica e quella moderna?" Rivolto poi ai 2 giovani davanti alla cella.

[Lady Gwen]

Ridacchiai ancora, molto divertita dalla circostanza.
Alla fine, l'uomo terminò, rimanendo qualche istante ad osservare il disegno da tutte le angolazioni.
Poi, ci pose una domanda.
"Beh, di certo l'ispirazione dalla natura, che nell'arte moderna manca" risposi, prontamente.

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[Guisgard]

"In parte è così." Disse il vecchio a Gwen, riponendo il foglio insieme ad altri disegni.
"Lei è un artista?" Chiese Elv.
"Lo siamo tutti, domanda banale." Il vecchio. "La differenza è che non tutti sappiamo dimostrarlo. In pratica un artista è solo un tipo più sveglio e furbo degli altri."
"Perchè è qui dentro?" Domandò ancora Elv. "Che reato ha commesso?"
"Sono qui perchè gli altri hanno paura di me." Rispose il vecchio.

[Lady Gwen]

Era certamente un individuo particolare, questo era indubbio, si sentiva da come parlava.
Ppi, analizzai bene la risposta che diede ad Elv.
"Ovvero? Hanno paura di ciò che dice, forse? Ha predicato qualcosa di sbagliato?" chiesi curiosa.

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[Guisgard]

"Gli uomini, ragazza mia, hanno sempre paura di chi pensa." Disse. "Perciò uccisero Socrate 2.500 anni fa circa e Giordano Bruno 400 anni fa più o meno. Chi pensa prima o poi scopre le magagne dei propri simili. Io ho pensato e ho avuto la pessima idea di esternare i miei pensieri. Ed eccomi ospite di questo bel palazzo degli orrori. L'unica cosa buona in tutto ciò è che i veri mostri sono fuori, liberi, quindi almeno qui saremo al sicuro." Ridendo.

[Lady Gwen]

Annuii pensierosa, ascoltandolo.
Aveva totalmente ragione.
Ricordavo qualche ora fa come lo zio mi aveva zittita solo per aver espresso un parere diverso da ciò in cui credeva.
"Beh, la sua è certamente un'idea audace" dissi divertita, riferendomi alla sua prospettiva su questo posto "sicuro".

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[Guisgard]

"Un pò ci sono affezionato a queste mura." Disse il vecchio a Gwen guardandosi intorno. "Dopotutto, a quanto dicono, è il solo posto di questa città dove la Religione non mette piede." Ridacchiando.
"Ehm, non vorrei deluderla" sarcastico Elv "ma c'è una Cappella ed anche un prete."
"Ecco, sapevo che c'era il trucco!" Esclamò divertito il vecchio. "Protesterò vivamente col direttore!"
"Lei non sembra un criminale." Sorridendo Elv.
"Ti rivelerò un segreto, ragazzo..." il vecchio a lui "... a parte voi altri dell'ala 1, furfantelli di mezza tacca, senza offesa sia chiaro, gli altri sono tutti uomini di cultura, di ingegno e con un lavoro onestamente praticato fino al loro arresto. Non troverai nessun criminale, ma solo uomini colpevoli di amare la libertà e la verità."
"Come fa a sapere che io appartengo all'ala 1?" Stupito Elv.
"Perchè a nessun detenuto dell'ala 2 o dell'ala 3 avrebbero permesso di venire qui." Lesto il vecchio. "Hanno paura perchè l'unione dei nostri cervelli è forse l'arma più pericolosa per Afragolopolis."

[Lady Gwen]

Risi di cuore alle risposte dell'uomo.
Confermavo la mia impressione circa quel detenuto.
Era una persona troppo brillante per stare qui dentro.
Ma il problema, era che si trovava qui dentro proprio per questo.
Sollevai appena le sopracciglia verso Elv, quando quello spiegò come aveva capito che appartenesse all'ala 1.
Sì, iniziava a starmi simpatico questo tizio.
"Comunque, questo baldo giovane è stato assegnato a lei, per un progetto di recupero riservato ai detenuti di buona condotta. Lei come si chiama?" chiesi poi, educata sì, ma anche curiosa.

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[Guisgard]

"Il mio nome è Stenus, ragazzi." Disse il vecchio. "I vostri?" Rivolto a Gwen e ad Elv. "Buona condotta? Ah, bene. Allora presto sarai fuori, ragazzo mio." Annuì ad Elv.

[Lady Gwen]

Scoprimmo che si chiamava Stenus.
"Io sono Gwen e lui è Elv" annuii.
"Beh, il progetto è appena iniziato" riguardo il ragazzo "Ma chissà" sorridendo e guardando poi Elv.
"Beh a questo punto, vi lascio, immagino abbiate da fare" dissi, congedandomi dai due.

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[Guisgard]

Gwen lasciò Elv col vecchio detenuto ed andò via, tornando nell'area dove normalmente lei poteva circolare, senza cioè detenuti.
Vide così in fondo ad uno dei corridoi Miz che conversava con Don Guido.

[Lady Gwen]

Tornai all'ovile e trovai Miz che discuteva con Don Guido.
"Salve, signori" lì salutai, con un sorriso affabile "Vi disturbo?" chiesi poi educatamente.
"Volevo dire al dottor Miz che Elv è con Stenus al momento, pare che l'inizio sia stato meno traumatico di quel che pensavamo" con tono divertito.


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[Guisgard]

"Ottimo." Disse Miz visibilmete soddisfatto. "Infatti non ho scelto a caso quel detenuto per Elv." A Gwen.
"E' molto importante dare possibilità nuove ai detenuti." Don Guido. "Sono certo che Elv saprà sfruttarla."
"Si, Stenus è un uomo colto, di spirito vivace." Annuì Miz. "La sua scheda mi ha subito impressionato."
In quel momento arrivarono 2 secondini che portavano via un detenuto con le manette ed un cappuccio sulla testa.
"Non fidarti di nessuno se vuoi vivere..." mormorò pianissimo quel detenuto in modo che solo Gwen potesse sentirlo.

[Lady Gwen]

"Sono assolutamente d'accordo con voi" annuii soddisfatta e convinta.
Ero sempre più contenta che queste persone riponessero in Elv la loro fiducia, ero certa che se lo meritasse ed era giusto così.
Poi, vidi dei secondini portare in manette un detenuto incappucciato.
Mi passò accanto e quelle poche parole bastarono per paralizzarmi.
Ma chi era?
E perchè mi aveva detto quelle cose?
"Qualcuno sa chi sia quel detenuto?" chiesi, a nessuno in particolare, o forse a Miz.
Non lo sapevo, non sapevo nulla, quella situazione improvvisa mi aveva destabilizzata.

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[Guisgard]

"Mah, un detenuto come tanti..." disse Miz spostando il capo per fissare il detenuto che i secondini stavano portando via "... perchè questa domanda?" Rivolto poi a Gwen.

[Lady Gwen]

"Oh, nulla... Mi ero solo sembrato avesse detto qualcosa... Impressione mia" sorridendo.
Ma in realtà, quel frangente mi aveva messo una tale agitazione dentro che tutto il buonumore era in parte svanito.
Mi chiedevo chi fosse e come mai si fosse diretto proprio verso di me per indirizzare quella frase.
Soprattutto, mi chiedevo perché avesse detto quelle parole e in cuor mio sperai non parlasse di Elv.

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[Destresya]

Lo osservai attentamente, aveva qualcosa di particolare, qualcosa che mi ricordava un serpente molto pericoloso, di quelli che distraggono le loro vittime facendole uscire di senno prima di attaccare.
Registrai mentalmente tutte le informazioni che mi stava dando in modo più o meno velato.
Evitai di scriverle perchè non si sentisse esaminato ma percepisse la nostra più come una chiaccherata.
"Eppure il nome è importante, parla di noi, della nostra identità, ci racconta chi siamo davvero..." parlai con voce pacata e professionale mentre lo osservavo chiudere il libro e guardarmi.
Sorrisi a quel complimento.
"Oh lei è troppo gentile, generale..." con un sorrisetto divertito a quella parola, che senza accorgersene aveva scelto lui stesso, oppure non era affatto casuale.
"Che cosa stava leggendo?" gli chiesi, osservando il libro che aveva posato poco prima.

[Guisgard]

Il Generale emise un sussurro basso, come chi ride in modo soffocato.
"Le memorie di Giordano Bruno, dottoressa." Disse a Destresya. "Ma immagno che lei sia qui per conversare, quindi il Galateo mi impone di abbandonare le lie letture e dedicarle il tempo che richiederà." Posando il libro ed alzandosi, avvicinandosi così alle sbarre di fronte a lei.
Nel frattempo Gwen, presso il corridoio che dava verso l'ufficio di Miz, era rimasta turbata dalle parole di quel detenuto portato via.
Poi andarono via anche il dottore e Don Guido.

[Lady Gwen]

Quasi non mi accorsi dei due che andarono via, salutandoli distrattamente.
Rimasta sola, decisi di tornare dallo zio per vedere se volesse tornare a casa o dovessimo rimanere ancora.
Quelle parole mi risuonavano ancora nelle orecchie, rimbombando e facendomi ancora chiedere quale fosse il loro significato.

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[Guisgard]

Gwen tornò nell'ufficio di suo zio, trovandolo però ancora impegnato nell'inchiesta interna al penitenziario, relativa al suicidio di quel detenuto.
Con lui c'era anche Goz che subito lanciò occhiate lerce e lascive verso la ragazza.
"No, temo dovrai andare a casa da sola, Gwen." Disse Corcion. "Io ho ancora da fare qui."
"Tra un pò andrò via anche io." Fece Goz. "Posso darti io un passaggio se vuoi."
"Grazie, lei è molto gentile." Sorridendo Corcion al poliziotto.

[Lady Gwen]

Tornai nel suo ufficio, di e mio malgrado trovai Goz e le sue occhiate insistenti.
Lo zio però sembrava avere ancora da fare.
Dentro di me, sbarrai gli occhi sentendo del passaggio.
Oh no, assolutamente no.
Era fuori discussione.
"Mi farò accompagnare a casa dal nostro autista, gli dirò poi di tornare qui a prendere te" dissi subito.
"Ci vediamo a casa, zio" un veloce bacio sulla guancia ed uscii dal penitenziario, non degnando Goz di un briciolo di attenzione.

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[Destresya]

Lo fissai intensamente, andandomi a sedere sulla sedia che era posizionata davanti alla grande vetrata che non dava nemmeno un po' di privacy al prigioniero, un diritto a cui aveva rinunciato nel momento in cui aveva commesso dei crimini.
"Beh, non è obbligato a conversare con me, se non vuole..." sorridendo gentile "Ma mi piacerebbe conoscerla meglio, sapere qualcosa di lei che non è scritto in questa fredda cartella clinica..." come se non avesse importanza.

[Guisgard]

"Mi cheda tutto ciò che desidera, dottoressa." Disse il Generale a Destresya, fissandola negli occhi attraverso la fredda maschera che aveva sul viso. "Purchè anche io possa avere facoltà di domandarle tutto ciò che voglio."
Intanto Gwen aveva dribblato ogni pretesa di Goz, salutato suo zio ed uscita dal suo ufficio.
L'auto del loro autista la portò fuori dal penitenziario, di nuovo nel mondo libero.
Al porto la macchina salì sul traghetto che ogni ora univa l'isoletta di Santa Maria del Ritorno con la terraferma di Afragolopolis tagliata dal lungo Lagno.
Tornata fra le strade della grande città, ora immerse nei colori sfumati e vaghi del primo imbrunire, notò fermento davanti a delle edicole, dove ragazzini che vendevano giornali gridavano una notizia appena pbblicata, ossia il furto in un istituto Religioso.

[Lady Gwen]

Imbarcammo la macchina sul traghetto ed una volta che arrivammo sulla terraferma, tornarono anche i colori, la vivacità, la vita.
Tutto ciò che in quel luogo mancava.
Anche se qualcosa per me mancava qui, cioè Elv.
Erano due puzzle ancora incompleti, che speravo avrebbero avuto presto i pezzi che spettavano ad ognuno.
Quel carcere col suo grigiore ed Elv qui con me, finalmente nella vita, nella positività.
Mi mancava terribilmente, ma dissi a me stessa che dovevo avere pazienza, dovevo tenere duro.
Mentre scorrevano lungo le strade cittadine, vidi i ragazzi davanti alle edicole annunciare un furto in un Istituto Religioso.
Feci così fermare l'autista per acquistare una copia del giornale.

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[Destresya]

Sorrisi, piacevolmente colpita da quel suo modo di fare, sembrava quasi aristocratico, raffinato, così diverso dagli altri detenuti che avevo incontrato in quel posto così cupo e tetro.
"Dunque, mi sembra equo..." fissandolo intensamente "Una domanda a testa e la massima sincerità!".
Quel gioco poteva essere molto utile e anche molto pericoloso, ma io certo sapevo come non farmi coinvolgere dai miei pazienti.
"Dunque, mi racconti come è finito in questo posto, il suo fascicolo non lo dice e trovo la cosa moto strana!" con un leggero sorriso.

[Guisgard]

Gwen fece fermare la macchina ed acquistò una copia del gornale, scoprendo così che 2 giorni prima c'era stato uno strano furto in un istituto Religioso. Erano stati portati via soldi e diversi abiti di più sacerdoti.
La polizia era impegnata nelle indagini ma il furto appariva strano, misterioso.
Intanto, nell'Imperium Nolhiae, Destresya era con il detenuto chiamato Generale.
"Mi hanno rinchiuso qui perchè ho cercato di liberare il mondo." Disse. "Immagino l'avrà sentita molte volte una rivendicazione simile, eppure è così. Salvare il mondo da ciò che potrebbe diventare, poichè io ho visto cosa sarà il mondo in un prossimo tragico futuro."

[Lady Gwen]

Nell'Istituto, erano stati rubati soldi e diversi abiti.
Tuttavia, sembrava che qualcosa non quadrasse, poichè il furto appariva comunque misterioso.
Mentre risalivo in macchina, allora, continuai a leggere l'articolo in merito al furto.

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[Guisgard]

C'erano altre poche notizie circa quello strano furto.
L'ipotesi più credibile, secondo gli inquirenti, era che il colpevole aveva rubato il denaro e poi, verosimilmente, si era premunito di portar via anche alcuni abiti da sacerdote per spacciarsi da chierico.
Questo lesse Gwen da quell'articolo.

[Lady Gwen]

Certamente era stata una furbata quella di fingersi un chierico per scappare dopo il furto.
Ne avrei comunque discusso meglio con lo zio una volta che fosse tornato a casa.
Ora volevo solo rientrare e togliermi di dosso le brutte sensazioni che quel posto mi dava.
Ovviamente, tranne i momenti che avevo passato con Elv.

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[Guisgard]

L'autista riportò a casa Gwen, nell'attico al centro della città, da dove si poteva godere di una vista mozzafiato su Afragolopolis immersa nelle luci della sera.
La ragazza attese a lungo il ritorno di suo zio, che rientrò solo verso a Mezzanotte.
https://i.pinimg.com/originals/81/bb/af/81bbaf217fd2e2d4f9906c1ac59fa45f.jpg

[Lady Gwen]

Tornai finalmente a casa, dove trascorsi il resto della serata.
Vedendo che lo zio continuava a non rientrare, dissi alla cameriera di preparare la cena, lasciandone un po' da parte per lui.
A quel punto, cenai e mi ritirai in camera, stesa a letto col mio cellulare.
Verso Mezzanotte, quando ero ormai quasi assopita, lo zio tornò e subito lo raggiunsi all'ingresso.
"Ti ho fatto lasciare la cena in caldo..." gli dissi subito.

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[Guisgard]

"Grazie, Gwen..." disse suo zio visibilmete stanco "... ora mangerò qualcosa..." lasciandosi cadere sulla sua poltrona "... questa inchiesta non ci voleva ed è stata una giorna interminabile..." massaggiandosi le tempie "... come mai ancora sveglia, Gwen?"

[Lady Gwen]

Si vedeva proprio che lo zio era distrutto.
"Beh, non potevo lasciare da solo il mio zietto a tavola, anche se ho già mangiato..." dissi ridacchiando, mentre mi avvicinavo e gli mettevo le mani sulle spalle.
"Hai sentito del furto di due giorni fa?"

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[Guisgard]

"Furto..." disse stupito Corcion a Gwen "... che furto? Nel penitenziario? Hanno rubato qualcosa? Io non ne so niente..." perplesso.

[Lady Gwen]

"No zio, rilassati" dissi subito, ridacchiando.
Allora presi il giornale e gli feci leggere l'articolo.
"È strano che ci siano ancora dei lati oscuri, non sembra il solito furto a tema religioso... Almeno, stando a quanto si legge qui..."

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[Guisgard]

Corcion prese il giornale e diede un occhio all'articolo.
"Si, è un furtarello attuato da qualche disperato..." disse poi a Gwen "... ma sinceramente ora ho altro per la testa... quel suicidio non ci voleva... ora la Stampa liberale ne andrà a nozze... già ci sono pressioni da tutte le parti per far chiudere l'Imperium Nolhiae e fatti come questi sono zucchero per quella gente..." seccato.

[Lady Gwen]

Lo zio non diede molto peso al fatto, preoccupato com'era per l'inchiesta.
"Mi spiace che tu sia in mezzo a tutto questo casino..." Dissi in un sospiro.
"Di certo è un problema parecchio grosso e dubito che si arriverà a qualche conclusione... Quel tipo era davvero al limite..."

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[Guisgard]

"Il problema è che qualcuno gli ha passato le cinghie in gomma per impiccarsi.." disse Corcion a Gwen "... quindi significa che quello stesso qualcuno voleva si impiccasse, visto che il detenuto suicida era davvero in uno stato psicologico devastato... bisogna scoprire chi è stato... speriamo che Goz sia davvero il superpoliziotto di cui tutti parlano e ci aiuti a risolvere il caso..."

[Lady Gwen]

"Lo so, infatti è questa la cosa peggiore..." annuii "Non riesco ad immaginare come si possa approfittate di qualcuno e spingerlo ad uccidersi, è orribile..." scuotendo la testa.
"Non mi fido molto di Goz... E non mi piace come mi guarda..." ammisi, con una smorfia.

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[Guisgard]

"Un momento..." disse Corcion voltandosi di scatto verso Gwen "... che significa? Che vuoi dire? Come ti guarda?"

[Lady Gwen]

"In un modo viscido, volgare, lascivo e insistente che non mi piace" risposi, senza mezzi termini "Secondo te perchè voleva darmi un passaggio, oggi? Schifoso..." borbottai poi, incrociando le braccia al petto e scuotendo la testa.

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[Guisgard]

"Gwen..." disse lo zio "... ne sei sicura? Non può essere che ti sei impressionata? Voglio dire... Goz è un poliziotto molto stimato, tra i migliori... sei sicura di ciò che dici? Ti ha detto qualcosa di sconveniente?"

[Lady Gwen]

"Ma certo che ne so o sicura, ti pare?" insistetti "Non ha avuto bisogno di parlare, le sue occhiate l'hanno fatto per lui" aggiunsi seccamente.

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[Guisgard]

"Allora lo eviterai, quel porco." Disse risoluto Corcion a Gwen. "Eviterai ogni contatto, anche i saluti. Anzi non verrai più al penitenziario fino a quando l'inchiesta non sarà finita e quel maiale se nne tornerà nel suo commissariato a mangiare frittelle unte ed ali di pollo aromatizzate." Scuotendo la testa.

[Lady Gwen]

Annuii, annuii... Fin quando non disse che avrei dovuto evitare di andare al penitenziario.
Cosa?!
Ed Elv?
No no no, non si poteva.
"Zio, non penso ci sia bisogno di misure così drastiche... E poi, trovo molto interessante parlare col dottor Miz, mi ha fatto pensare che potrei riprendere a studiare. Ti prego" dissi, sperando dicesse di sì.
Non potevo perdere di vista la situazione di Elv.

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[Guisgard]

"Riprendere a studiare..." disse Corcion stupito a Gwen "... dici davvero? Tornare all'università e laurearti? Davvero, Gwen?" Fissandola.

[Lady Gwen]

Lo zio rimase molto stupito.
In modo positivo, o almeno speravo.
"Beh, sì... Il dottor Miz è un ottimo professionista, mi ha ispirata parecchio e mi ha fatto pensare che la psicologia mi h sempre affascinata... Ho pensato che potrei fare un tentativo..." dissi allora.

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[Guisgard]

Corcion apparve pensieroso.
"E sia..." disse annuendo a Gwen "... ma giraalla larga da quel Goz, intesi?"

[Lady Gwen]

Sorrisi entusiasta quando accettò.
"Sì, non preoccuparti" annuii contenta, dopotutto io ero la prima a volergli stare lontana.
"Grazie zio, buonanotte" andai da lui, salutandolo con un abbraccio ed un bacio sulla guancia e poi andai a dormire.
Dopotutto, non avevo mentito.
Stavo davvero pensando di tornare a studiare, grazie a Miz.
Elv era solo uno dei tasselli del puzzle, nonostante fosse uno dei più importanti, ma non potevo ancora parlarne con lo zio.

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[Guisgard]

Gwen salutò suo zio ed andò a letto, ora più rilassata ed ottimista.
La notte su Afragolignone trascorse lenta, ma tranquilla, fra le infinite luci dei suoi grattacieli, le stradine attrversate dalle ultime auto ed il rumore dei battelli sul Lagno.
Verso le 7 del mattino Gwen si svegliò, per un nuovo giorno.

[Lady Gwen]

Mi addormentai subito, rilassata e tranquilla, di sicuro più ottimista.
Quando mi svegliai, era già un nuovo giorno, le sette in punto.
Il Sole aveva poca voglia di spuntare da dietro le nuvole, un po' come me da sotto le coperte calde ed accoglienti.
Alla fine, mi alzai, mi preparai e andai in sala per la colazione.

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[Guisgard]

Gwen si alzò e si preparò, per poi raggiungere suo zio e fare colazione insieme.
Fatto ciò lasciarono casa loro e si diressero allo scalo sul lagno, dove c'era l'imbarco per l'isoletta di Santa Maria del Ritorno.
Il traghetto lì portò sull'isoletta e poi raggiunsero il sinistro e cupo penitenziario.

[Lady Gwen]

Io e zio facemmo colazione insieme, poi partimmo alla volta del penitenziario.
Una volta arrivati, mi rifugiai nella biblioteca per cercare un libro, fra i tanti che c'erano, che trattasse di psicologia, per passare un po' il tempo.
Subito, tutte le emozioni del primo bacio con Elv riaffiorarono, nel momento in cui misi piede nella stanza, fronti, come riviverle fisicamente in quel momento.
Mi distrassi comunque dai miei ricordi e tornai a cercare il mio libro.

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[Destresya]

Lo ascoltai, ascoltai attentamente ogni sua parola, fissandolo negli occhi, come se volessi scrutare al di là di quello sguardo, oltre quelle parole, oltre la maschera.
Poi un leggero sorriso mi si dipinse sul viso.
"Oh come sono vaghe queste risposte, signor Generale.. lei mi delude, mi delude davvero, badi bene che se lei mi darà risposte vaghe invece che precise, io farò lo stesso, è questo il senso del gioco, non trova?".
Sorrisi di nuovo, accavallando le gambe sulla sedia.
"Quindi, non vuole dirmi per quale motivo si trova davvero qui? Nel qual caso benissimo, mi faccia la sua domanda e sarò vaga ed evasiva quanto lei!" guardandolo negli occhi con un leggero accenno di sfida.

[Guisgard]

Gwen era alle prese con i libri quando la porta si aprì ed entrò qualcuno.
"Scusa, non pensavo ci fosse qualcuno." Disse entrando Don Guido. "Cercavo dei libri." Sorridendole.
Intanto, nella cella del detenuto X, Detresya cercava di scoprire l'animo di quell'uomo.
"Sono qui, cara dottoressa, perchè provengo da Uaarania." Il Generale a lei. "Inviato per distruggere questa città corrotta e bigotta. Contenta ora? La risposta la soddisfa?" Fissandola.

[Lady Gwen]

Sobbalzai quando la porta di aprì ed entrò Don Guido.
Restai un po' perplessa, ma forse era stato lo zio a mandarlo qui.
"Non si preoccupi" sorridendo "Che libro cerca? Li ho letti quasi tutti, posso darle una mano" ridacchiando.

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[Destresya]

Sorrisi, annuendo piano.
"Ecco, lo vede? Questa è una risposta molto più interessante!" con un sorriso divertito, mentre giochicchiavo con il mio quaderno.
"Tocca a lei, dunque, farmi una domanda!" fissandolo negli occhi.

[Guisgard]

"Cercavo un libro di narrativa, nulla di specifico." Disse Don Guido. "Voglio farlo leggere a qualche detenuto che mi chiederà un libro. Vuoi sceglierne tu uno?" A Gwen.
Intanto Destresya continuava il suo colloquio con il Generale.
"Lei ha un compagno?" Chiese lui fissandola. "E' innamorata?"

[Lady Gwen]

"Oh, perchè no?" dissi sorridendo.
Scorsi allora fra gli scaffali, cercando un libro che fosse adatto.
Ne trovai allora uno, che mi sembrava quello giusto per l'occasione.
"Ecco a lei" dissi sorridendo.
"Posso esserle utile in qualcos'altro?"https://uploads.tapatalk-cdn.com/20200318/ceb4a01f7381e0d72c19a91c0b71db77.jpg

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[Destresya]

Sorrisi a quella domanda.
Decisamente non quella che mi aspettavo.
Perchè, che cosa mi aspettavo mi venisse chiesto dal prigioniero?
Effettivamente non mi ero fatta un'idea di che cosa potesse chiedermi.
"No, nessun compagno e nessun amore..." scuoto la testa "lavoro troppo anche solo per avere il tempo di conoscere qualcuno!" risi appena.
Era vero.
Da quanto tempo non uscivo con qualcuno?
Troppo.
Ci avevo provato tempo prima ma non era andata bene, c'era sempre qualche emergenza di lavoro che veniva prima.
Veniva sempre prima il lavoro.
E nessuno capiva perchè io non potevo semplicemente ignorare le chiamate come faceva chi lavorava in ufficio o altro.
Ma nessuno aveva mai capito veramente.

[Guisgard]

Don Guido prese il libro e sorrise a Gwen, ringraziandola con un cenno del capo.
"Posso chiederti" disse sfogliando il libro "hai scelto proprio questo libro?"
Intanto Destresya era con il misterioso Generale.
"Eh, dottoressa..." lui scuotendo appena la testa "... non vale il nostro accordo se lei poi mente... osservandola posso dire che una donna come lei non vive nell'indifferenza verso l'Amore, dico bene? Quindi non minimizzi, nè sia vaga quando parla di questo sentimento. Magari ha detto il vero e non ha nessun corteggiatore attualmente, ma non può pensare di farmi credere che lei possa vivere senza amare." Guardandola.

[Lady Gwen]

La domanda di Don Guido era interessante e rimasi qualche istante a pensare bene a cosa rispondere.
"Perchè è un libro che aiuta a riscoprirsi, quando ormai, come il protagonista, siamo convinti di sapere tutto su di noi, su chi siamo nella vita, cosa possiamo diventare e credo che sia ciò di cui questi "ospiti" hanno bisogno" risposi, con un sorriso.

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[Guisgard]

"Verissimo." Disse il prete a Gwen. "Grazie, credo sia molto appropriato." Le sorrise. "Come sta andando il detenuto in prova? funziona il programma di riabilitazione?"

[Lady Gwen]

"Grazie a lei" risposi con un sorriso.
"Pare abbastanza bene. Nonostante la reticenza iniziale, sembra che si sia trovato a suo agio col detenuto a cui è stato assegnato. Il signor Stenus è un uomo colto e brillante e credo che Elv ci andrà d'accordo" annuii.
"Soprattutto, perchè il dottor Miz è stato molto chiaro sull'impegno che dovrà metterci, o assegnerà il programma a qualcun altro, dunque non ha molta scelta" ammisi poi, con onestà.

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[Guisgard]

"Ho incontrato il detenuto Stenus..." disse Don Guido a Gwen "... è un uomo colto, anche di un certo orgoglio. E' un idealista ed un filosofo, un pò come la maggior parte dei detenuti dell'ala 2 e dell'ala 3. ' un peccato che un individuo di tale ingegno e sensibilità abbia gettato anni rinchiuso in cella."

[Lady Gwen]

Alzai appena le sopracciglia, alle sue parole.
"Mi perdoni, ma il proprio ingegno e la propria cultura non servono a nulla, se li si rinchiude nella propria testa. Forse, il problema è di chi ha ritenuto giusto rinchiudere le sue idee dietro le sbarre perchè sono definite sbagliate dalla nostra società. Magari lei non sarà d'accordo, ma sono disposta ad accettare il confronto" con un sorriso sornione.

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[Guisgard]

"Niente affatto." Disse Don Guido. "La penso come te. L'uomo è stato creato libero e la libertà deve essere la sua reale dimensione. L'ingegno poi è ciò che ci eleva dagli animali, quindi non dovrebbe mai essere motivo di crimini." Fissando Gwen.

[Lady Gwen]

"Esattamente" annuii.
"Chi non è d'accordo, è sicuramente mio zio, ma purtroppo lui è fra i capi di questa stupida dittatura che impedisce all'uomo di essere libero come lei lo ha definito. Ma ovviamente, non c'è modo di fargli cambiare idea ed è molto triste."

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[Guisgard]

"Dittatura..." disse Don Guido con un sorriso stupido "... beh, le dittature sono altre a sentire gli storici. Il Diritto è ciò che ci rende civili e forse i detenuti che sono qui non hanno rispettato quelle leggi." Fissando Gwen. "Ma non voglio indisporti visto che già tuo zio, a sentir te, lo fa." Divertito. "Beh, credo che tornerò nella Cappella. A presto." Ed uscì, lasciandola sola alle sue letture.
Dopo qualche istante un secondino entrò, avvisando Gwen che il dottor Miz aveva chiesto di lei.
Come se il dottor Miz sapesse dove lei fosse, o forse quel secondino l'aveva cercata per buona parte di quella parte del penitenziario.

[Lady Gwen]

Ridacchiai di cuore alle parole di Don Guido.
"Grazie padre, apprezzo la sua considerazione" dissi divertita "Buona giornata!" gli augurai poi, quando andò via.
A quel punto, stavo per riprendere la mia ricerca, quando un secondino mi avvisò che Miz mi cercava, così raggiunsi il suo studio.

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[Guisgard]

Gwen raggiunse lo studio di Miz, trovando il medico solo a mettere via alcuni schedari.
"Oh, eccoti." Disse accogliendo con un sorriso la ragazza. "Prego, siediti..." con il suo solito tono affabile "... volevo parlarti del detenuto Elv... immagino a te interessi sapere come sta andando... beh, ho lasciato un questionario da compilare al detenuto Stenus... e nelle risposte ha citato proprio Elv e la compagnia che il ragazzo gli offre... e pare che sia molto lusinghiero il suo parere nei confronti di Elv."

[Lady Gwen]

Mi accolse col suo solito tono affabile e mi disse che Stenus era molto soddisfatto della presenza di Elv.
"È fantastico" dissi, con un sorriso sinceramente contento e luminoso.
"Sono contenta che finalmente lui abbia capito come trarre vantaggio da questa cosa, senza limitarsi a vederlo come un compito che lei gli aveva assegnato" annuii.


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[Guisgard]

Miz sorrise a Gwen.
"Sai, penso che mi occorra un'assistente e temo che la mia richiesta dovrà attendere i tempi burocratici soliti..." disse "... ti andrebbe di esserlo tu, momentaneamente?"

[Lady Gwen]

Sbarrai gli occhi, incredula.
"Dice sul serio?" chiesi, davvero stupita "Sì, va benissimo!" con un sorriso a trentadue denti.
"Ne sarei davvero lieta, dottore!" annuii "Proprio ieri sera ho manifestato a mio zio il mio desiderio di riprendere gli studi ed iscrivermi proprio a psicologia, grazie anche alle sue parole" ammisi poi.

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[Guisgard]

"Bene." Disse con un sorriso Miz. "Allora sono stato parecchio opportuno." Fissando Gwen. "Puoi cominciare anche subito se vuoi." Annuendo.

[Lady Gwen]

"Perfetto" annuii, ancora esaltata dall'idea.
"C'è qualcosa che vuole chiedermi?" aggiunsi poi, già mentalmente pronta.
Ero davvero su di giri al pensiero di poter essere la sua assistente, anche se magari per poco tempo, ma era già qualcosa e speravo di lavorare al meglio.

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[Guisgard]

"Beh, potresi andare nella cella di Stenus a raccoglire il secondo questionario." Disse MIz a Gwen. "Lì dovrebbe esserci anche Elv ormai."

[Lady Gwen]

"Perfetto, vado subito allora" annuii e senza indugio mi diressi al cella di Stenus come detto da Miz.
Ero davvero entusiasta e sì, magari anche parecchio orgogliosa, al pensiero che il dottore avesse pensato proprio a me come sua assistente, anche solo per un po' di tempo, ma andava benissimo così.
Avrei iniziato a fare pratica nell'ambiente, avrei potuto vedere come lavorava e mi sarei fatta un'idea di ciò che potevo diventare in futuro, dopo aver ripreso gli studi.
Sì, erano decisamente i miei giorni fortunati.

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[Guisgard]

Gwen arrivò prsso la cella si Stenus, trovandolo già in compagnia di Elv, impegnati entrambi a parlare in modo molto fitto, a voce bassa, con il giovane tutto preso ad ascoltare con uno sguardo enigmatico.

[Lady Gwen]

Arrivata alla cella, vidi i due parlare in modo parecchio fitto, Elv aveva uno sguardo totalmente assorto e rapito, nei suoi lucidi occhi di ossidiana.
Così, feci aprire ad un secondino la porta della cella ed entrai.
"Buongiorno, signori. Sembra che andiate molto d'accordo" dissi divertita.

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[Guisgard]

All'arrivo di Gwen i 2 subito si allontanarono e smisero di parlare.
"Ehi..." disse Elv "... ciao, bella!" Sorridendola. "Non pensavo di vederti così presto!"
"Ogni romanzo comincia sempre con l'arrivo o il ritorno di una bella ragazza da conquistare." Fece Stenus come se recitasse a memoria un brano. "E ogni romanzo non è altro che il tentativo del protagonista di conquistare la propria bella." Sorridendo a Gwen.

[Lady Gwen]

Notai un improvviso allontanamento dei due non appena arrivai e mi suonò come qualcosa di molto strano.
Ma forse, ero solo paranoica.
Sorrisi dolcemente ad Elv, quando mi salutò.
Era bellissimo anche per me vederlo.
Mi era mancato ogni singolo istante da quando ieri ero andata via e adeso mi sentivo finalmente completa.
"Beh, hai di fronte a te la nuova assistente ad interim del dottor Miz" risposi, dandomi un tono, per poi sorridere divertita.
"È proprio vero..." risposi sorniona a Stenus.
"Il dottore mi ha mandata qui a ritirare il secondo questionario" annuii poi, sempre rivolta all'uomo.

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[Guisgard]

"Wow..." disse Elv ammiato "... che gran colpo per te!" A Gwen.
"Si vedeva che la ragazza ha stoffa!" Divertito Stenus, per poi dare alla ragazza le pagine del questionario compilato.
"E dimmi..." Elv alla giovane "... i tuoi compiti quali sono come assistente del dottor Miz." Contento per lei.

[Lady Gwen]

Ridacchiai ed annuii ad entrambi, mentre prendevo il questionario.
"Non lo so ancora bene, ma ciò che mi importa per ora è riuscire a fare un po' di esperienza e studiare bene il lavoro di Miz, farmi un'idea" annuii "È comunque un'opportunità che non ho intenzione di farmi scappare, anzi tutto il contrario" aggiunsi alla fine, entusiasta.

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[Destresya]

Sospirai a quelle parole del generale, per poi ridacchiare.
"Oh lei si sbaglia, sono stata molto sincera con lei.." fissandolo intensamente negli occhi velati da quella maschera bianca che nascondeva le fattezze.
"Dopotutto, l'Amore non è certo qualcosa che si possa concedere a chinque, lei non trova? Non ne sto parlando con indifferenza, dico semplicemente che da me non si è fatto vedere, forse perchè vivo qui rinchiusa con dei criminali invece di andarlo a cercare...".
Mi chiesi il perchè di una domanda così personale.
Ma forse voleva solo passare il tempo, dopotutto che cosa poteva interessare a lui di una psicologa, o di chiunque altro?
"E lei? C'è qualcuno che la aspetterà?" incuriosita.

[Guisgard]

"Sai, io invece sono entusiasta di Stenus." Disse Elv a Gwen. "E' un uomo fuori dal comune e non mi stancherei mai di sentire le cose che racconta."
"I giovani si lasciano spesso affascinare da cose che raccontiamo noi vecchi." Ridendo Stenus.
"Oh, no..." divertito Elv "... dico la verità!"
"Grazie, ragazzo mio!" Il vecchio detenuto.

[Guisgard]

Il Generale guardò Destresya e sorrise con lo sguardo.
"L'Amore non è mai attesa, dottoressa." Disse, alzandosi ed avvicinandosi alle sbarre.
Era una figura asciutta, dal corpo slanciato e vigoroso, persino aggraziato da un certo punto di vista.
"Non bisognerebbe mai sottoporre l'Amore ai fasti della pazienza" continuò "poichè l'attesa cede troppo spesso il passo all'immaginazione e si rischia di idealizzare ogni cosa. L'Amore va colto subito, non crede, dottoressa?" Fissandola.

[Lady Gwen]

Sorrisi ai due.
"Beh allora vi lascio alle vostre discussioni e vado a portare questo a Miz" indicando il questionario "A più tardi" con un luminoso sorriso ai due.
A quel punto, uscii dalla cella e lungo il tragitto, diedi un'occhiata al questionario compilato da Stenus, per curiosità.

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[Destresya]

Lo fissai intensamente, quasi a voler scrutare nell'animo di quell'uomo così tormentato.
C'era qualcosa in lui che non riuscivo ad afferrare, che non riuscivo a comprendere.
Eppure non aveva risposto alla mia domanda, che strano.
"Beh ma neppure accontentarsi no? L'amore non è una cosa che si trova per caso o che va preso tanto per... non trova?".
Quella conversazione era molto più stimolante di quanto mi sarei aspettata.

[Guisgard]

Gwen lesse il questionario che così riportava:

"E un giovane animato da energico valore, di spirito vigoroso e schietto entusiasmo.
Ha coraggio e persino quel pizzico di irresponsabilità che spesso rende gli uomini da spttatori ad attori delle proprie vicende.
Un animo simile non può vivere a lungo dietro le sbarre e la libertà è la sua quotidiana ossessione.
Credo che sia l'uomo giusto per tutto ciò."

[Lady Gwen]

All'inizio sorrisi, leggendo, perchè riconoscevo perfettamente Elv dietro quelle frasi.
Ma alla fine, un campanello d'allarme suono nella mia testa.
Giusto per cosa?
Allora non mi ero immaginata tutto, quando mi era sembrato che confabulassero, al mio arrivo.
Mi chiesi cosa frullasse nella testa di Stenus...
Avevo paura che mettesse in pericolo Elv, sia qui dentro che fuori e onestamente non volevo nulla di tutto ciò.
Alla fine, arrivai nell'ufficio di Miz, ancora dubbiosa per tutto ciò.

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[Guisgard]

Gwen arrivò, con diversi dubbi, nello studio di Miz.
"Eccoti." Disse lui sorridendole. "Mi hai portato il fascicolo, Gwen?" Fissandola.

[Lady Gwen]

Entrai e mi sedetti alla scrivania.
"Mi sono permessa di dargli un'occhiata e se permette, c'è qualcosa che non mi quadra. Proprio qui" indicando a Miz la parte finale "Magari è solo una mia impressione, ma appena arrivata in cella ho notato qualcosa. Elv e Stenus parlavano in modo molto fitto, troppo per essere casuale. Quando ho letto le parole del questionario, poi, ho capito che forse così casuale non era. Se posso esprimere la mia opinione, credo che Stenus abbia un qualche progetto in mente in cui coinvolgere Elv. Il fatto, tuttavia, è che Stenus ha ormai un'età discretamente avanzata, ma Elv... Può avere una vita fuori da qui e sta lavorando su per questo, grazie a lei e non vorrei che lui lo coinvolgesse in qualcosa che possa danneggiarlo..." Ammisi con Miz, sinceramente.

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[Guisgard]

"La tua opinione mi interesse tantissimo, Gwen." Disse Miz pronto ad ascoltarla con attenzione. "Però una cosa non mi è chiara... se Stenus ha un'età vanzata difficilmente potrebbe tentare una fuga da qui, visto che nessuno prima d'ora ci è riuscito... quindi se le tue supposizioni fossero esatte dovremmo però capire in cosa vuol coinvolgere Elv..." pensieroso.
Nel frattempo Destresya era col Generale.
"Dipende, dottoressa..." lui a lei "... lei sembra stia parlando dell'Amore vero... ma esiste veramente? E se fosse invece un'invenzione di poeti e romanzieri? Come i draghi, i ciclopi e gli dei dei miti antichi?"

[Lady Gwen]

"Esattamente, è proprio quello che pensavo io" annuii.
"Non vorrei che volesse sfruttare la probabile libertà di Elv fuori da qui per un qualche scopo" aggiunsi poi.
Poi, rimasi a riflettere.
"Agatha Christie diceva che tre indizi sono una prova. Tecnicamente, a noi ne mancherebbe solo uno per capire se la mia era solo un'impressione oppure un fatto reale. A questo punto, lei non avrebbe un modo per indagare più a fondo? Un po' come ha fatto coi questionari, non so..." ipotizzai con Miz.

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[Guisgard]

Miz posò il capo contro lo schienale della poltrona e chiuse gli occhi con aria meditativa.
"Purtroppo" disse riaprendo gli occhi "Stenus è un detenuto dalla personalità variegata e carismatica, quindi capace di influenzare un ragazzo come Elv... e se davvero si è guadagnato la fiducia di quel giovane allora sarà difficile che poi Elv si apra o si confidi con me... forse è più facile che lo faccia con te, Gwen..." guardandola.

[Lady Gwen]

Non lo interruppi, ascoltandolo poi quando parlò.
Rimasi qualche secondo a pensare, poi annuii.
"D'accordo, forse è vero che ho qualche possibilità in più... Allora proverò a parlarci..." dissi alla fine.
Dovevo capire di cosa si trattava, per il bene di Elv.

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[Guisgard]

"Bene." Disse annuendo Miz a Gwen. "Cerca di usare un tono informale, non insistere su nessuna domanda o tipo di conversazione altrimenti potrebbe insospettirsi. Parla con lui in modo confidenziale così che abbassi la guardia. E' il solo modo per sapere cosa Stenus gli abbia detto."

[Lady Gwen]

Annotai mentalmente ogni consiglio che mi diede.
"Perfetto, farò come dice, dottore" annuii con convinzione.
A quel punto, dovevo solo aspettare che Elv fosse lontano da Stenus, per potergli parlare.

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[Guisgard]

Miz annuì a Gwen e lasciò che la ragazza potesse uscire dal suo ufficio.
Verso ora di pranzo i detenuti furono portati nella mensa, compreso Elv che consumò lì il suo pasto.
Finito di mangiare riprese la via verso la cella di Stenus ed in quel momento Gwen avrebbe dovuto avvicinarlo.

[Lady Gwen]

Lasciai l'ufficio di Miz.
All'ora di pranzo di sicuro Elv avrebbe raggiunto la mensa e dopo che ebbe finito, prima che tornasse da Stenus lo fermai, giusto nel corridoio lungo la strada.
"Hey, vai da Stenus?" gli sorrisi, affiancandolo "Vi vedo bene, mi sembra andiate d'accordo" dissi divertita.


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[Guisgard]

"Ehi, ciao..." disse voltandosi Elv "... si, finito il pranzo, che per obbligo devo consumare nella mensa con gli altri detenuti, poi posso tornare da Stenus. Lui invece è in isolamento costante, come tutti i detenuti dell'ala 2." A Gwen. "a te come va il nuovo incarico di assistente di Miz?"

[Lady Gwen]

"Ottimo, mi piace molto, sono parecchio soddisfatta" annuii.
"Sai, c'è un libro, si intitola "Kim", di Kipling , e racconta la storia di un ragazzo, che vive alla giornata, un po' di espedienti, che ad un certo punto incontra un uomo più anziano di lui. I due iniziano a legare molto diventando amici, col ragazzo che diventa una sorta di suo discepolo e la loro amicizia dura tutta la vita, anche dopo che i due si separano. E voi due mi ci fate pensare molto" sorridendo.

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[Guisgard]

"Beh, spero che quel libro abbia un lieto fine." Disse divertito Elv a Gwen. "Comunque si, il signor Stenus è un uomo straordinario. Assurdo sia rinchiuso qui dentro. Assurdo. Se vivessimo in un mondo giusto lui dovrebbe essere là fuori. Se potessi farei di tutto per farlo uscire da qui." Deciso.

[Lady Gwen]

Ridacchiai ed annuii.
"Capisco, anche se ormai è tardi, per lui... Ha già la sua età e dubito che gli concedano di uscire... Per te è diverso..." guardandolo "Oltretutto, Miz si sta abbastanza impegnando..." sorrisi.
"Soprattutto, per farti avere un'opportunità fuori da qui..." Annuii "Cosa ti piacerebbe fare, una volta fuori?" chiesi curiosa, sperando di arrivare da qualche parte.

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[Guisgard]

"Beh, filerei diritto una volta fuori e mi piacerebbe aprire un'officina per le moto..." disse lui a Gwen "... ho sempre adorato le moto e se da ragazzino le rubavo oggi vorrei invece aggiustarle, customizzarle." Sorridendole con speranza.

[Lady Gwen]

Accennai un risolino silenzioso al suo commento, ma rimasi ad ascoltarlo.
"Bene, mi piacciono le moto" sorridendo e osservando il suo bellissimo sorriso luminoso e tinto di speranza.
Era ancora più bella la sua espressione negli occhi adesso che vedeva una prospettiva fuori da questo posto.
"Pensi che tornerai ogni tanto per passare a trovare Stenus? Non so, un saluto, magari..." ridacchiando divertita.

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[Guisgard]

"Io voglio vederlo tutti i giorni." Disse Elv come fosse la cosa più ovvia del mondo. "Racconta tante storie interessanti e voglio tornarci anche ora." A Gwen. "Anzi, stiamo proprio parlando di una certa cosa ed ora è meglio mi affretti, visto che fra un'ora dovrò tornare nell'ala 1."

[Lady Gwen]

"Attento, o ti scambieranno di nuovo per un detenuto..." commentai con ironico sarcasmo.
Poi, bingo.
Ci stavamo arrivando.
Dovevo essere cauta, attenta, come aveva detto Miz.
"Ah sì? Wow" con tono ammirato "Posso avere qualche dettaglio in più, o è una missione top secret alla 007?" ridacchiai divertita, scrutando a fondo i suoi occhioni neri.
"Non lo dirò a nessuno, parola di scout" alzando una mano e fingendo un tono professionale.

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[Guisgard]

"Guarda che il tuo sarcasmo è fuoriluogo..." disse lui divertito a Gwen "... sono serio, non sto scherzando. E poi come assistente del dottor Miz sai che non dovrei parlarti di certe cose?" Facendole l'occhiolino.

[Lady Gwen]

Alzai gli occhi in su.
Poi lo guardai, e rimasi qualche istante a pensare.
"Capisco..." annuii lentamente "E pensi invece di poterti nascondere in uno sgabuzzino con la nipote del direttore?" risposi, guardandolo in modo complice, ma sotto sotto divertito.

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[Guisgard]

Lui la guardò e sorrise.
"Beh, anche alla nipote del dirottere è piaciuto lo sgabuzzino..." disse a Gwen con tono malizioso "... o sbaglio?"

[Lady Gwen]

Lo guardai, ricambiando il suo sorriso malizioso.
Poi, assunsi un'aria di nonchalance.
"Questo è solo un dettaglio" risposi, fingendo alterigia.

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[Guisgard]

"Ah, un dettaglio..." lui lanciandole un'occhiata generale "... beh, se dici così, allora..." sarcastico ed impertienente "... beh, mi viene il dubbio che tu..." e si avvicinò al suo orecchio, sussurrandole qualcosa che solo Gwen potè sentire, a differenza di tutti voi lettori.

[Lady Gwen]

Osservai il suo sguardo su di me, poi si avvicinò e cercai di reprimere un brivido, sia alla sua voce, il suo respiro caldo, che a ciò che disse.
"Smettila" mormorai con un vago sorriso, allontanando il suo viso dal mio e lanciando qualche occhiata intorno scuotendo la testa.
Avevo comunque l'idea che non sarei arrivata da nessuna parte e avrei fatto un buco nell'acqua.


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[Guisgard]

Elv rise di gusto.
"Beh, ora devo andare, mia cara." Disse con l'occhiolino a Gwen. "Alla prossima." E si avvicò verso l'ala 2, dove avrebbe trovato Stenus.

[Lady Gwen]

Scossi la testa divertita, vedendo che rideva di gusto, ma mi piaceva questo lato di lui e mi piaceva la sua risata, la sua spontaneità.
"Va bene, va bene, galeotto... Ci vediamo..." dissi, mentre lui si allontanava verso la cella di Stenus ed io sospiravo.
Avrei voluto scoprire di più, ma tornai comunque da Miz.

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[Guisgard]

Gwen tornò da Miz, ma nel suo ufficio c'era Don Guido e i 2 discutevano proprio sul detenuto Stenus, con il prete poco convinto di affiancare un giovane detenuto a quello rinchiuso in isolamente nell'ala 2.

[Lady Gwen]

Entrai subito dopo aver bussato e trovai anche il prete.
I due stavano parlando e mi sembrava parlassero proprio di Stenus.
"Oh, scusate, se volete torno tra un po'..." dissi, rimanendo sulla porta "Volevo solo aggiornare il dottore in merito a quelle informazioni" snocciolai.

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[Guisgard]

"Tranquilla, Gwen." Disse Miz. "Come mia assistente personale puoi restare, non c'è problema."
"Così magari ci darai le tue impressioni sul deteuto Stenus." Don Guido a lei.
"Infatti..." annuì il medico "... pare che Don Guido non sia d'accordo sulla mia idea di lasciare Elv con Stenus per il programma di riabilitazione."
"Stenus a mio pare potrebbe ingluenzare negativamente Elv." Sentenziò il prete.

[Destresya]

Lo guardai attentamente negli occhi a quelle parole, per poi mettermi a ridere.
"Oh ma lei mi fa più romantica di quello che sono, la verità è molto più semplice, al momento non ho nè tempo nè voglia di cercare l'amore e di certo l'amore non viene a cercare me!" con noncuranza.
Poi sorrisi più intensamente e lo guardai negli occhi.
"Ma lei sta giocando in modo scorretto, signor Generale.." fissandolo intensamente "Non ha risposto alla mia domanda: lei ha qualcuno che la aspetta fuori di qui?".

[Lady Gwen]

Ascoltai i due e presi posto sulla poltrona.
"Non sono riuscita a capire molto. Elv sa che adesso sono la sua assistente e non si sbottonerà tanto facilmente. Tuttavia, so per certo che c'è davvero qualcosa che bolle in pentola ed Elv sembra davvero preso" riferii.
"Che la vicinanza sia positiva o negativa, poco importa al momento. Se li separiamo adesso, non sapremo mai cosa c'è sotto."

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[Guisgard]

"Concordo con te, Gwen." Dise annuendo Miz.
"Io invece no, signori." Don Guido. "Evidentemente qui soltanto io conosco davvero quanto sia pericoloso stenus e come sappia affascinare una mente come quella di Gwen."
"Padre, con tutto il dovuto rispetto, ma se lei è qui per conto di qualcuno a me non riguarda affatto." Educato Miz ma deciso. "Io devo privilegiare il benessere di ogni detenuto. Ci sono i giudici e l'opinione pubblica che li hanno giudicati, il mio lavoro invece è di aiutarli."
"Si, il vescovo mi chiede di tenerlo informato circa gli accadimenti del penitenziario, forse perchè di tutti conosce chi sia davvero Stenus." Replicò Don Guido.
Intanto Destresya continuava il colloquio col Generale.
"Sia più precisa, dottoressa..." lui a lei "... si riferisce ad una donna? Mi sta chiedendo se là fuori c'è una donna che mi aspetterà?" Fissandola.

[Lady Gwen]

"Padre, ascolti. Io sto solo dicendo di aspettare, anche solo un giorno, per capire cosa lui abbia in mente e vedere se tramite Elv riesco a scoprire qualcosa. Non parlo in via definitiva" cercai di spiegare, con tono pacato.
"Non possiamo agire solo sulla base di un sospetto, di un'ipotesi, benchè parecchio fondati."

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[Guisgard]

"Gwen ha ragione, padre." Disse Miz a Don Guido.
"Spero abbiate ragione e non dovremmo pentirci..." mormorò questi.
allora salutò ed andò via.
"Capisci ora com'è difficile lavorare qui, Gwen?" Miz a Gwen. "I pregiudizi sono all'ordine del giorno, ahimè... sono i veri demoni contro cui lottare..." scuotendo il capo "... spero tu riesca a scoprire qualcosa, ammesso ci sia davvero qualcosa di segreto in ttto ciò..."

[Lady Gwen]

Alla fine, Don Guido andò via ed io ascoltai lo sfogo di Miz.
"Lo capisco..." Mormorai annuendo.
"Capisco anche il punto di vista del prete, alla fine anch'io tengo al benessere di Elv, è per questo che sto facendo tutto ciò. È pur vero, però, che sarebbe sospetto separarli ora e non ci sarebbe di alcun aiuto. Comunque sia, sono io la prima a sperare che sia tutto un buco nell'acqua e che l'autonomia di Elv non sia minacciata, ovviamente."

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[Guisgard]

"Concordo e quindi il solo modo di procedere è che tu frequenti quei 2 detenuti, senza mai tradirti, nè farli sospettare di nulla, Gwen. Come mia assistente potrai andare spesso lì, per vari motivi, come portare e ritirare questionari, sottoporre i 2 a diversi test attitudinali, semplici controlli e così via. Bisogna insomma sfruttare il tuo ruolo."

[Destresya]

Sorrisi a quella sua precisazione.
"Beh ognuno ha i suoi gusti, non posso certo avere la presunzione di indovinare i suoi..." divertita "Avevo lasciato apposta la domanda generica, una compagna, una moglie, una famiglia, una complice... faccia lei!" alzando appena le spalel ma senza distogliere mai lo sguardo dai suoi occhi magnetici.

[Lady Gwen]

Presi un profondo respiro ed annuii, sperando andasse tutto bene.
Mi sembrava di tradire la fiducia di Elv, ma lo facevo soprattutto per il suo bene e volevo che lo capisse.
Non lo facevo per me, per Miz o per chissà chi, ma per lui e dovevo andare in fondo a questa vicenda per capire cosa fosse meglio fare.

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[Guisgard]

Il Generale rise piano.
"In realtà, dottoressa, se posso essere sincero..." disse a Destresya "... e in questa situazione sarebbe ipocrita non esserlo, io vorrei fare sesso con lei..." guardandola attraverso la sua maschera "... si... la trovo una donna terribilmete eccitante, sensuale... e mi piacerebbe vederla lasciarsi andare..."
Intanto Gwen aveva ascoltato Miz ed annuito alle sue parole.
Il medico allora le concesse carta bianca circa quella situazione.

[Destresya]

Lo guardai dritto negli occhi per poi assumere un'espressione divertita.
"Che cosa poco educata da dire a una donna!" esclamai, sinceramente perplessa da quel comportamento.
"Credo che un approccio così squallido sia proprio il peggior modo per portarsi una donna a letto, non mi dica che in passato ha funzionato sul serio!".

[Lady Gwen]

Miz mi diede completamente carta bianca.
Allora, presi dei fogli con dei test attitudinali e mi recai in cella da Stenus.
Ora, ero davvero curiosa di sapere cosa entrambi avrebbero scritto e cosa sarebbe emerso.

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[Guisgard]

Lui la guardò attraverso quella maschera.
"Io non credo al romanticismo, nè all'Amore vero, dottoressa." Disse con un tono basso, cupo, enigmatico a tratti. "Ho sempre frequentato solo donna per una notte o 2... prostitute... donne perverse, dai valori squallidi e attratte solo dal sesso... lei invece? E' una donna romantica? Crede nell'Amore dei romanzi? Per me non vi è nulla oltre la vita, niente di niente dopo la morte. I cieli non accolgono dei, nè il sottusuolo è abitato da demini. Non c'è posto nel mondo in cui credo per l'Amore ultraterreno. Magari questo potrebbe essere argomento di discussione, non crede?" Con un sorriso nella voce.
Intanto Gwen era tornata nella cella di Stenus, dove il vecchio detenuto era a chiacchierare con Elv.
Quei 2 sembravano sempre doversi dire un mucchio di cose.
"Ecco la nostra futura psicologa!" Esclamò divertito Stenus.

[Lady Gwen]

Appena arrivata, cercai di rimanere un po' in disparte per ascoltarli, seguirli lda lontano, ma Stenus mi vide.
Sorrisi mentre gli consegnavo allora i fogli che loro avrebbero compilato.
"Per il dottore" dissi.
Decisi che avrei provato ad ascoltare una volta andata via.

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[Guisgard]

"Altri fogli, altri test, altre domande, altri dati." Disse ridendo Stenus a Gwen. "Beh, farò del mio meglio." Divertito.
Elv li fissava entrambi in silenzio.

[Lady Gwen]

Ridacchiai al commento di Stenus.
"Mi sa che vi tocca, signori..." con sorriso sornione.
Però, Elv era strano, silenzioso.
"Hey, che succede? Il gatto ti ha mangiato la lingua?" dissi divertita, dandogli un buffetto amichevole sul viso.

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[Guisgard]

Stenus sorrise a Gwen, sistemò gli occhiali sul naso e si sedette sul suo lettino per compilare quei questionari, mentre la ragazza era vicina ad Elv.
"Oh nulla nulla..." disse Elv alla giovane recuperando il suo sorriso.
Ma si vedeva la sua mente era lontana.

[Lady Gwen]

Recuperò il sorriso, ma non mi fidavo della risposta, a giudicare il suo sguardo.
Stenus era impegnato col test, così io approfittai dell'angolo cieco della cella, a riparo dallo sguardo dei secondini.
"Ora sono l'assistente dello psicologo, puoi dirmi ciò che ti turba e ti affigge" mormorai piano, divertita.
Ma poi mi feci più seria.
"Dico davvero, si vede che hai la testa altrove... Puoi dirmelo..." dissi, stavolta più dolcemente, sfiorandogli appena il viso.

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[Guisgard]

"Gwen..." disse Elv guardandola negli occhi "... dimmi la verità... posso fidarmi di te? Fidarmi ciecamente? Dimmelo... dimmelo guardandomi negli occhi..."

[Lady Gwen]

Paradossalmente, al posto di tutti i sotterfugi e tutti gli espedienti a cui avevo immaginato di ricorrere, lui stava per rivelare tutto spontaneamente.
"Ma certo che puoi" dissi subito, guardandolo.

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[Guisgard]

"Prestò evaderò da qui..." disse Elv avvicinandosi all'orecchio di Gwen parlando a voce bassa "... forse fra un paio di notti, forse prima o dopo, non so... ora lo sai... se tieni a me allora vieni via con me..."

[Lady Gwen]

Sbarrai gli occhi.
"Elv, no. No" dissi con convinzione "Non farlo, rischi solo la vita" mormorai piano, guardandolo.
Guardai Stenus.
"Glielo rubo un attimo" i dissi.
Feci poi aprire la cella al secondino.
"Porto il detenuto dal dottor Miz, per un consulto" dissi al militare.
A quel punto, decisi e portai Elv in biblioteca.
"Si può sapere che ti salta in mente? Proprio ora?" dissi esasperata.

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[Guisgard]

Gwen trascinò Elv in bibliotea, rubandolo per qualche istante alla sicurezza del penitenziario.
"Si e lo faccio anche per noi..." disse lui prendendola subito fra le braccia "... soprattutto per noi... non capisci?" Cominciando a baciarle il collo, poi il volto ed infine catturando la bocca di lei con la sua per un bacio carico di desiderio e passione trattenute troppo a lungo.
Era un bacio che non le dava tregua, che le rubava labbra, lingua e persino il respiro, mentre le braccia del ragazzo tenevano la giovane bloccata al suo petto, imprigionata fra le sue braccia.
"Spogliati..." mormorò assaporando la bocca di lei "... spogliati, abbiamo pochi minuti... ce li faremo bastare, Gwen..."

[Lady Gwen]

Sapevo già quale sarebbe stato l'epilogo della discussione, nel momento in cui mi prese fra le braccia.
"No, lo fai per un'insana follia... Sei incosciente, Elv..." scossi la testa, mentre la sua bocca sul mio collo, poi sul viso ed infine sulla mia iniziavano a farmi vacillare.
Mi trascinò in uno dei suoi baci disperati, perchè questo erano.
Pieni della disperazione di chi è bloccato fra queste quattro mura, di chi non può urlare il proprio desiderio a tutto il mondo.
E temevo per me stessa.
Temevo per il modo in cui la mia mente minacciava di cedere alle lusinghe della sua bramosia.
Guardai poi i suoi occhi neri, accennando un sorriso sarcastico.
"Speri di farmi cambiare idea, in questo modo?" mormorai.
"E poi, non voglio che sia così... Di fretta, rubando qualche minuto a questo posto orrendo..." sospirando silenziosamente.

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[Guisgard]

"Ma io ho bisogno di te..." disse Elv sulle labbra di Gwen "... ho bisogno di averti... di fare l'Amore con te... o impazzirò..." sussurrò sulla bocca di lei, tenendola ancora stretta fra le braccia "... dimmi se sei con me... se verrai via con me quando fuggirò... dimmelo o non ti lascerò andare." Minacciandola di tenerla fra le braccia per sempre.

[Lady Gwen]

Sospirai altrettanto disperata, perchè sapevo che nulla di buono sarebbe uscito da questa situazione.
Proprio nulla.
Avrebbe potuto essere ucciso, rimanere ferito senza la possibilità di andare in ospedale, in ogni immagine mentale che mi appariva davanti agli occhi, comunque, non finiva mai bene.
"Spero vivamente che poi riuscirai a ragionare con più lucidità."
Detto ciò, iniziai a spogliarmi e portai Elv sul divano della biblioteca.
Mi stavo già pentendo di tutto, di aver accettato all'inizio, di aver acconsentito a collaborare con Miz, di essermi fidata, ogni cosa, ma mentre ero fra le sue braccia non riuscivo a pentirmi di essermi innamorata di lui.

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[Guisgard]

Non avevano molto tempo, forse non ne avevano affatto.
Gwen portò Elv vicino al divano e cominciò a spogliarsi, a mostrandogli finalmente il suo corpo nudo.
Non avevano molto tempo, lui lo sapeva e non attese allora che lei finisse di togliersi i vesti, cominciando ad accarezzare la sua pelle nuda ed a succhiare il suo capezzolo rosato e turgido.
La fece poi sedere sul divano, accarezzandola dove lei non aveva difese, dove non poteva sottrarsi, ma solo abbandonarsi al piacere, mentre gli occhi scuri del ragazzo erano fissi in quelli verdi di lei.
Non avevano molto tempo.
Forse non avevano nulla, se non loro stessi.

[Lady Gwen]

Sentii i suoi occhi, le sue mani e le sue labbra su di me e mi sentii viva.
Sentii che nonostante tutto, nonostante la logica ed il resto, era giusto così.
Era giusto che noi fossimo qui, insieme.
Mi fece stendere sul divano, mentre io iniziavo a spogliarlo, con impazienza.
Trattenni a fatica un gemito che minacciò di uscire fuori, come gli altri che rischiarono di seguirlo, sentendo il suo tocco.
Catturai allora la sua bocca con la mia per soffocare i gemiti in quel bacio.

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[Guisgard]

Elv affonfò con passione le labbra e la lingua nella bocca di Gwen, in un bacio che permise alla giovane di soffocare ogni gemito ed ogni urlo che lei sentiva di liberare.
Le dita di lui continuavano a muoversi fra le cosce della ragazza, costretta a stringerle forte intorno a quella mano per non impazzire davvero.
Si baciavano in modo disperato, folle, come se non esistesse altro, fino a quando Elv si fece bloccare dalle gambe di Gwen, intrecciate ora intorno ai fianchi di lui, con i suoi occhi neri fissi in quelli verdi di lei, provando insieme la medesima estasi, lo stesso travolgente piacere.

[Lady Gwen]

Bloccò in tempo i miei gemiti, mentre le mie gambe si serravano attorno alla sua mano con un ritmo spasmodico, per saziare quel piacere che era solo all'inizio.
Infatti, quando finalmente ci unimmo ed io lo strinsi forte a me, mi sentii completa, mi sentii bene, felice, sentii che tutto, almeno in quel momento, andava bene.
Forse era più bello di come l'avessi immaginato, forse era proprio così, non lo sapevo.
Sapevo solo che gni tassello andava al proprio posto e anche solo per ora, mentre entrambi eravamo legati dal filo rosso del medesimo godimento, volevo pensare che non esistesse nulla oltre noi.

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[Guisgard]

Furono lunghi istanti di piacere, di sussurri e gemiti soffusi, rubati, con le loro mani intrecciate, i corpi nudi ed accaldati l'uno sull'altro, con Elv che faceva sussultare Gwen su quel divano di pelle ora diventato umido per il loro sudore.
Si amarono, forte, con tutto il loro essere divenuto ormai uno soltanto.
E se anche il tempo per loro fosse stato poco, quegli attimi erano colmi del loro Amore.

[Lady Gwen]

Eravamo un unico essere, ormai.
Indivisibili, indissolubili, inseparabili.
Così mi sentii, quando giungemmo insieme alla fine di quel piacere assoluto e reciproco.
Ma era proprio questo a farmi paura.
Eravamo così indivisibili da buttare al vento i miei ed i suoi progetti fuori da qui?
Forse conoscevo la risposta, ma volevo ignorarla con tutta la codardia che avevo, perchè di questo si parlava.
Avrei rinunciato a tutto, qualsiasi cosa volevo costruire nella vita, solo per una fuga, una maledetta fuga che avrei voluto impedire.

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[Guisgard]

Sudati, nudi ed appagati i 2 ragazzi restarono così, fermo l'uno sull'altra, per un lunghissimo istante, fino a quando il loro respiro non si calmò e tornò, lentamente, normale.
"Andremo via da qui..." disse pianissimo Elv a Gwen "... presto... e saremo insieme, lontano da questo luogo..."
In quel mometo la ragazza rammentò cosa disse una volta suo zio, ossia che nessuno era mai riuscito a fuggire dall'Imperium Nolhiae.

[Lady Gwen]

Restammo immobili, lui ancora su di me ed io ad accarezzargli il bel viso, i capelli, finché il nostro respiro tornò normale ed io capii che non c'era verso di farlo ragionare.
Ricordai ciò che lo zio mi ripeteva sempre su questo luogo.
"Ci farai ammazzare entrambi, lo sai?" dissi, senza un tono preciso, fissandolo.
"Oppure vivremo come latitanti fuggiaschi per i prossimi quarant'anni."

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[Guisgard]

"No..." disse Elv ancora nudo su Gwen "... una volta fuggiti da qui... lasciata per sempre questa città, troveremo un luogo tranquillo... mi aiuterà Stenus... a Uuarania... lì tutti sono liberi... e noi potrem farci una vita, Gwen..."

[Lady Gwen]

"Stenus..." mormorai subito, sentendo quel nome.
"Dargli ascolto, ormai, è l'unica cosa di cui ti importi, anche a costo di rimetterci la vita" aggiunsi, stizzita.
Mi dava sui nervi il fatto che fosse riuscito ad entrare nella sua mente, a portarlo nella direzione in cui voleva che andasse, rischiando di perdere ogni cosa.
Mi chiedevo se sarei mai riuscita a fargli cambiare idea, ma era difficile, molto difficile, al punto in cui si trovava adesso.

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[Guisgard]

Nudi, ancora l'uno sopra l'altra, ora che il sudore si asciugava addosso ed il respiro tornava normale.
"Lui mi aiuterà..." disse piano Elv ancora dentro Gwen, muovendosi piano e liberando così le ultime gocce di quella passione esplosa tra loro poco prima "... mi farà scappare da qui e mi ha indicato dove andare per essere al sicuro... verrai con me, Gwen?" Con la bocca che sfiorava quella di lei.

[Lady Gwen]

Sciolse quel vincolo che ci legava, mentre ancora cercava di convincermi.
Guardai i suoi occhioni neri, grandi, vellutati.
Sospirai piano e assaporai morbidamente le sue labbra vicine alle mie, più volte, quasi mi aiutasse a riflettere.
"Perchè? Perchè dopo tutto quello che stavi facendo?" chiesi, con sincera curiosità.

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[Guisgard]

"Perchè in questa città non c'è futuro per quelli come me..." disse Elv alzandosi "... sarei un ex detenuto anche una volta uscito da qui... avrei gli occhi schifosi e sospettosi di tutti addosso... non puoi essere stato qui dentro e non restare marchiato... marchiato nell'animo... Stenus lo sa... e vuole aiutarmi..." guardò Gwen negli occhi "... giurami che posso fidarmi... che posso dirti tutto e che resterà segreto fra noi 2 soltanto... giuralo."

[Lady Gwen]

Lo ascoltai e a quello non riuscii a controbattere.
Cosa potevo dire?
Proprio nulla.
Me lo chiese di nuovo, ancora una volta.
E io ancora lo guardai nei suoi occhi scuri che adoravo.
"Tanto lo sai che ti dico di sì..." mormorai, accarezzandogli il viso, in parte solcato dalla barba incolta.
"Dai, rivestiti... Siamo mancati anche abbastanza..." sospirai.
Poi mi alzai e mi rivestii.

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[Guisgard]

Elv la guardò rivestirsi, seguendo con gli occhi ogni sua movenza.
"Come sei bella, Gwen..." disse "... ricomincerei... e andrei avanti per tutta la notte..." fissandola "... Stenus non è solo qui dentro... ha qualcuno che lo affianca... non tra i detenuti... lui mi aiuterà ad evadere ed a lasciare la città..."

[Lady Gwen]

Subito non feci caso al suo sguardo, ma poi notai che guardava ogni mia movenza ed insieme a ciò che disse, fu una cosa molto tenera che mi fece sorridere.
"Beh, spero abbia ragione e che non sia un buco nell'acqua..." annuii, poi sorrisi di nuovo e gli accarezzai il viso.
"Anche tu sei bellissimo..." mormorai piano, dandogli un bacio veloce e dolce insieme.
"Dai, galeotto, rivestiti o verranno a cercarci qui dentro..." ridacchiai.

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[Guisgard]

Elv sorrise a Gwen e si rivestì, così che dopo qualche istante poterono uscire dalla biblioteca, prima che qualcuno si insospettisse circa la loro assenza.

[Lady Gwen]

Ci rivestimmo ed uscimmo dalla biblioteca prima che qualcuno si insospettisse.
A quel punto, riaccompagnai Elv nella cella di Stenus e raccolsi i fogli, anche se a quel punto erano totalmente inutili.
Soprattutto perchè adesso sapevo cosa stava tramando con Elv.
E non ero riuscita a rinunciare a lui, non ce la facevo.
Non mi sentivo bene al pensiero di scappare noi due e arrivare chissà dove, ma non avevo scelta ed ero capitolata inevitabilmente.

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[Guisgard]

Lasciato Gwen da Stenus, Gwen restò sola con i suoi dubbi, le sue paure.
Così, camminando fra i corridoio si ritrovò meccanicamente davanti alla Cappella del penitenziario.

[Lady Gwen]

Camminando camminando, mi ritrovai davanti alla Cappella del penitenziario.
Fui indecisa fino all'ultimo se entrare o no.
Alla fine, entrai.
Sentivo che quello era l'unico posto in cui forse avrei potuto trovare il conforto e le risposte che cercavo.
Entrai e mentre mi sedevo ad una delle panche, sorrisi, al pensiero che era iniziato tutto qui dentro, quando lo avevo visto per la prima volta, quando quegli occhi scuri avevano agganciati i miei ed io ne ero rimasta inevitabilmente rapita.
Sembravano passati secoli, piuttosto che un paio di giorni.
Rimasi lì, a riflettere, a pensare, con me stessa, ma stranamente non sentivo di essere sola, come invece temevo di essere, fuori da qui.

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[Guisgard]

Dei passi nella navatella destarono Gwen.
Era Don Guido che entrava con dei candelabri da sistemare sull'Altare.
Comprese che la ragazza era lì a riflettere per qualche ragione e non disse nulla, attendendo, se avesse voluto, che parlasse lei a lui.

[Lady Gwen]

Sentii che Don Guido entrava.
Era chiaro che si fosse accorto di me, ma non voleva disturbarmi e lo apprezzai molto.
Tuttavia, avevo bisogno di parlare con qualcuno.
"Padre, posso scambiare qualche parola con lei?" dissi con tono moderato, per non turbare la quiete della Cappella.

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[Guisgard]

"Sono qui per questo." Disse il prete sorridendo a Gwen. "Parlare è la cosa migliore, in ogni caso. A differenza delle azioni spesso le parole non sono definitive. Dimmi pure, ti ascolto..."

[Lady Gwen]

Sorrisi ed annuii lentamente.
"Secondo lei, si deve fare qualcosa che noi riteniamo giusto, ma che per gli altri è sbagliato?" chiesi, guardandolo.
"Soprattutto se lei ha fatto una promessa..."

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[Guisgard]

"Beh, dipende..." disse Don Guido a Gwen "... devi chiederti se quella cosa può causare problemi o far del male agli altri. Decidere se è davvero giusta o se invece è mossa da egoismo." Fissandola.

[Lady Gwen]

Le sue parole erano ovviamente vere, era inutile dirlo.
"Chi è che decide cosa è giusto e cosa è sbagliato, secondo lei?" chiesi allora "Come disse qualcuno, ciò che è normalità per il ragno, è caos per la farfalla e non c'è colpa in questo."

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[Destresya]

Lo guardai dall'alto in basso con aria di superiorità.
"Mi dispiace per lei, che vita squallida..." scuotendo la testa "Potersi accontentare solo di abiti usati, di mele cadute per terra marce solo perchè non ha abbastanza fegato per scalare l'albero e cogliere quelle baciate da sole. Sa cosa penso di quelli come lei? Oh non c'entra il fatto di essere atei, materialisti e di non credere in nulla... no, quello sono solo scuse, la verità è che così si fa molta meno fatica, accontentarsi solo di donne facili perchè accettare la sfisa di impegnarsi davvero con una donna vera è troppo difficile.." parlai senza ritegno, senza pensare alle conseguenze, detestavo gli uomini così, e non perdevo mai occasione per esprimere quello che pensavo di loro.

[Guisgard]

"Lo decididono i valori in cui crediamo." Disse Don Guido a Gwen. "Tu in cosa credi?" Chiese alla ragazza.
Intanto Destresya era con il misterioso Gnerale.
"Allora lei è un'idealista, una sognatrice, dottoressa." Guardandola negli occhi attraverso le sbarre della cella in cui era rinchiuso. "Quindi l'Amore è una sfida, perlopiù ardua o persino impossibile? E' questo che vuole, dottoressa? Un uomo che sfidi l'impossibile per lei?"

[Lady Gwen]

Bella domanda.
Non lo sapevo davvero più.
Elv, fin dal primo istante, aveva rimescolato in tavola le carte della mia vita, mettendo in discussione tutto ciò che avevo progettato ed in cui credevo.
"Negli ultimi giorni fatico a rispondere a questa domanda..." ammisi, con un sorriso sarcastico.
"Mi sento come se tutto ciò che avevo già messo nel piatto fosse stato stravolto e non riesco a trovare il bandolo di questa enorme ed ingarbugliata matassa..."

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[Guisgard]

"Allora, ragazza mia, la risposta puoi trovarla solo dentro di te." Disse Don Guido a Gwen. "Nel tuo cuore. Solo lì puoi trovarla. Cosa conta davvero? Per cosa battersi davvero? Cosa dura per sempre?"

[Lady Gwen]

Annuii lentamente.
Perchè io sapevo la risposta, la sapevo benissimo, ma mi rifiutavo di ammetterla a me stessa perchè il mio buon senso mi diceva che evadere da un carcere e scappare era sbagliato, ma sapevo che Elv era ciò che volevo.
"Già..." annuii sorridendo.
"Sa, credo che a volte sia il buon senso a bloccarci dal fare certe scelte, anche se in cuor nostro sappiamo che è proprio quello ciò che vogliamo..."

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[Guisgard]

"Il buonsenso o forse la paura..." disse Don Guido a Gwen "... spesso le scelte più importanti richiedono coraggio, ragazza mia."

[Lady Gwen]

"Ha ragione..." annuii con un debole sorriso.
Era vero, dovevo prendere il coraggio a due mani e fare la mia scelta, al cento per cento stavolta.
Tuttavia, l'unico motivo per cui avevo giudicato Elv, era per essersi fatto convincere, ma dentro di me sapevo che, nonostante tutto, lo avrei seguito comunque.
Perchè era lui che volevo e non ce l'avrei fatta a rinunciarci.
A quel punto mi alzai e strinsi affettuosamente la mano a Don Guido.
"La ringrazio davvero tanto. Ho ancora tanti dubbi, tanti pensieri... Ma la ringrazio per aver alleviato un po' i miei timori, non avrei saputo con chi altro parlare, anche solo per uno sfogo..." con un sorriso grato.

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[Guisgard]

"Quando vorrai" disse il prete con un sorriso a Gwen "io sono per ascoltarti."
La ragazza allora andò via.
Ad un tratto notò una certa agitazione nei corridoi del carcere.
I secondini apparivano preoccupati e parlottavano fra loro.

[Lady Gwen]

Annuii sollevata ed uscii dalla Cappella.
Nemmeno il tempo di arrivare nel corridoio, ché subito capii che era successo qualcosa.
I secondini erano agitati e si sentiva il nervosismo palpabile nell'aria.
A quel punto, fermai uno di loro.
"Mi scusi, cos'è successo?" anche io ero preoccupata, al pensiero che potesse entrarci Elv.
Dubitavo che avesse avuto adesso, senza dirmelo.
Insomma, se dovevamo andar via insieme, era ovvio mi dicesse quando sarebbe scappato.
Peraltro, non avrebbe avuto il tempo materiale di elaborare un piano.
No, di certo era successo qualcos'altro.
Ma allora, cosa?

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[Guisgard]

"Un detenuto non si trova..." disse il secondino a Gwen "... era inserito nel programma di riabilitazione ed avrebbe dovuto presentarsi dal dottor Miz mezz'ora fa, ma nessuno l'ha visto."
In quel momento la ragazza vide arrivare dal corridoio suo zio e Miz.

[Lady Gwen]

Ecco, appunto.
Avevo confidato troppo nella sua presunta lungimiranza.
Lo ribadivo: era un incosciente.
"Sì, lo... Lo conosco... Lo seguo insieme al dottor Miz..." sospirai.
Che incosciente, che incosciente.
E adesso?
Cosa sarebbe successo adesso?
Vidi Miz e lo zio arrivare dal corridoio.
"Elv non si trova" dissi subito allo psicologo.

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[Guisgard]

"Lo so." Disse Miz a Gwen. "Lo stiamo cercando."
"Dopo il suicidio non ci voleva anche questa!" Agitato corcion.
Arrivò anche Teken.
"Comunque non può essere certo fuggire." Questi. "Tutte le uscite sono sorvegliate, i sistemi di allarme tutti in funzione e i monitor visualizzano ogni angolo esterno ed intorno del carcere. Inoltre è impossibile abbandonare l'isoletta poichè il solo traghetto che parte salperà fra 3 ore. Quel detenuto è ancora qui dentro."

[Lady Gwen]

Se lo zio avesse saputo...
La serenità che avevo provato nella Cappella improvvisamente era sparita...
Mi sentivo di nuovo incasinata, frustrata, non sapevo che fare.
Il riassunto di Teken costituiva tutte le mie paure e se Elv era ancora qui dentro, davvero mi chiedevo dove accidenti si fosse nascosto, perchè diamine, questo posto era sorvegliato in ogni maledetto angolo!


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[Guisgard]

Corcion diede ordine a tutte le guardie di sorvegliare ogni angolo del penitenziario e di cercare Elv.
"Io andrò da Stenus, l'ultimo cioè che ha visto Elv prima che sparisse." Disse Miz a Gwen ed a suo zio.

[Lady Gwen]

Miz disse che sarebbe andato da Stenus.
In quel momento, mi chiesi se ci fosse mai arrivato da Stenus in cella, quando ci eravamo separati...
"Vengo con lei, dottore" annuii e subito seguii Miz.

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[Destresya]

"Molto più semplicemente ho abbastanza rispetto per me stessa da non paragonarmi a una sciacquetta che va con chiunque tanto per farsi accettare dagli uomini, a differenza di molte persone io non temo la solitudine, dunque non mi spaventa affatto restare sola..." alzando le spalle "Certo, l'Amore è una sfida, la più ardua, una sfida che quelli come lei non hanno il coraggio di accettare nè la forza di vincere, molto più facile accontentarsi di corpi senza nome, squallido e facile!" fissandolo negli occhi senza celare il mio disprezzo.
"Beh, sono dicorsi molto futili i nostri, dato che lei non uscirà mai da qui e non è prevista una prostituta che rallegri i prigionieri... se ha problemi di continenza posso prescriverle dei farmaci che uccidono completamente la libido!" con un sorrisetto divertito.

[Guisgard]

Miz annuì a Gwen ed insieme andarono nella cella di Stenus, trovandolo impegnato a disegnare.
"Che onore..." disse il detenuto senza alzare gli occhi dal foglio "... il nostro brillante medico... a cosa devo il piacere della sua visita?"
"Lei è stato l'ultimo ad aver visto Elv..." Miz.
"L'ultimo?" Ripetè Stenus.
"Si, sembra..." mormorò Miz "... sembra sia sparito nel nulla..."
"Possibile?" Senza scomporsi il vecchio detenuto. "Nel più sicuro carcere del mondo?" Sarcastico.
Intanto Destresya continuava il suo colloquio con il Generale.
"Vuol sapere un segreto, dottoressa?" Lui a lei. "Magari di quelli che sconvolgono l'esistenza e le certezze di una come lei?" Rise piano. "Io presto me ne andrò da qui."

[Lady Gwen]

Trovammo Stenus impegnato come sempre a disegnare e dalle sue risposte, capii che Elv non era mai tornato qui in cella, ma era subito andato a nascondersi chissà dove per scappare.
"Dottore, forse posso azzardare un'ipotetica ricostruzione..." dissi a Miz.
Era meglio mettersi al sicuro, prima che fosse tardi.

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[Guisgard]

"Certo..." disse annuendo Miz a Gwen "... dimmi, ti ascolto..." fissandola negli occhi.
anche Stenus prestò attenzione alla ragazza, smettendo di disegnare.

[Lady Gwen]

Annuii e presi un respiro.
In quei pochi istanti, avevo cercato di pensare in fretta ad una soluzione che sembrasse plausibile a tutti.
"Mi era stato detto che Elv era convocato da lei mentre ero in questa cella, di fatti dissi al signor Stenus che avrei portato Elv via per un po'. Circa a metà strada, i secondini che mi avevano avvertita hanno preso in consegna Elv, avvisandomi che lo avrebbero portato loro da lei" assunsi un'espressione pensierosa "Onestamente, ammetto la mia leggerezza, in quanto i visi di quei secondini non mi erano noti, ed è strano visto che conosco prati tutti qui, ma mi sono fidata, date le divise e tutto. Temo ci siano degli infiltrati, magari hanno pure a che fare con quel detenuto impiccato..." sospirai.
Non potevo permettere che risalissero a me, dato che, a tutti gli effetti, probabilmente io ero stata l'ultima persona a vederlo.

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[Guisgard]

"Infiltrati..." disse Miz ripetendo le parole di Gwen "... possibile?" Fissandola.
"Così cadde la città di Troia." Stenus con tono teatrale. "Con gli Achei infiltrati fra le sue mura." Divertito.
"Andiamo a parlarne col direttore." Preoccupato il medico.

[Lady Gwen]

"Non so che dirle, dottore, ma riguardo quel detenuto, beh, è un pensiero che affligge anche mio zio ed al momento è l'unica possibilità..." sospirando.
"Sì, credo che parlarne con mio zio sia l'unica cosa da fare" annuii.

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[Guisgard]

Gwen e Miz arrivarono nell'ufficio di Corcion, in un clima di allerta ed agitazione visto che di Elv non si avevano più notizie.
Miz rivelò al direttore i sospetti di Gwen circa possibili infiltrati, ma tutto ciò fu escluso prima dallo stesso direttore e poi anche da Teken che assicurò come tutto il personale, militare e civile, presente all'interno de lpenitenziario, fosse scrupolosamente controllato ed identificato.
Inoltre proprio Teken riferì che l'intero carcere stava subendo un profondo monitoraggio da parte dei suoi uomini, comprese l'ala 2 e quella 3.
Dopo circa 2 ore tutti i secondini riferirono di aver rivoltato come un guanto l'intero penitenziario, senza aver trovato la minima traccia di Elv.
Inoltre altri poliziotti perlustravano l'isoletta ed il suo piccolo porticciolo in modo che nessuno potesse partire da essa.
Alla fine nell'ufficio del direttore arrivò anche Don Guido per chiedere cosa fosse successo.
Il prete infatti non sapeva nulla riguardo la scomparsa di Elv, visto che la Cappella era il solo posto all'interno del penitenziario a non essere stato controllato dai secondini.

[Lady Gwen]

Arrivammo nell'ufficio di zio, a cui Miz raccontò dei miei sospetti.
Era chiaro che non ci fossero... Per il semplice fatto che li avevo inventato.
O almeno, in questa circostanza.
Alla fine, arrivò Don Guido.
Era chiaro che la Cappella non fosse stata controllata ed io ero la prima a poterlo dire, dato che uscivo proprio da lì nel momento in cui era stata diramata l'allerta.


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[Guisgard]

In quel momento uno dei secondini giunse ad avvertire il direttore che era tornato Goz con una squadra dei suoi uomini.
Corcion annuì e diede ordine di farlo entrare.
Il superpoliziotto fu subito avvertito della misteriosa sparizione di Elv e lui diede subito ordine di ricontrollare tutto il penitenziario dall'inizio, compresa stavolta anche la Cappella.
E prima di uscire dall'ufficio del direttore, Goz lanciò una delle sue occhiate lascive ed insistenti su Gwen.
Un'occhiata lussuriosa che la fece sentire sporca e decisamente a disagio.

[Lady Gwen]

Ovviamente, arrivò anche Goz e cercai di stargli più possibile lontana.
Adesso, tutto il penitenziario sarebbe stato di nuovo sottoposto a controlli, compresa la Cappella, mentre io, adesso seriamente, cercavo di immaginare dove Elv potesse essersi cacciato.
Era davvero incredibile che avesse trovato l'unico posto cieco di questo luogo degli orrori, roba da non credere.
Tuttavia, in associazione ad una mente come quella di Stenus, non mi sorprendevo.
Evitai di soffermarmi troppo su Goz, il quale aveva ripreso a fissarmi in quel modo riprovevole.
Strinsi infatti il braccio e la mano dello zio, per trovare riparo da quel depravato rivoltante che non voleva saperne di lasciarmi in pace.

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[Guisgard]

Goz ed i suoi uscirono dall'ufficio di Corcion, così come Teken ed i secondini per ricominciare a rivoltare come un guanto l'intero penitenziario.
Gwen sentì la mano di suo zio stringere la sua per farla sentire al sicuro e tranquilla.
Ma proprio in quel momento accadde qualcosa.
Si udirono giungere diversi elicotteri sopra l'Imperium Nolhiae.
Non erano delle guardie penitenziarie e nemmeno della polizia o dell'esercito.
Avevano in qualche modo violato lo spazio aereo cittadino e quello dell'Isola di Santa Maria del Ritorno.
A quel punto scattò l'allarme in tutto il carcere ma era tardi.
Dagli elicotteri con cavi d'acciaio si calarono sulle torri e le terrazze del palazzo centrale dell'Imperium Nolhiae decine e decine di uomini incappucciati ed armati, gettando il caos sull'intero penitenziario.
"Gwen..." disse incredulo e allarmato Corcion "... tu resta qui e chiuditi dentro... e non uscire!" Prendendo la pistola dalla sua scrivania. "Capito? Non uscire per nessun motivo!" e corse fuori.
Un attimo dopo dall'esterno la ragazza cominciò a sentire un'infinità di colpi, di grida e di rumori di uno scontro durissimo.

[Lady Gwen]

Rivolsi un sorriso grato allo zio, quando strinse la mia mano.
Improvvisamente, però, la situazione precipitò.
Sentimmo un gran trambusto e rumore di elicotteri.
Ma era strano.
Non erano appartenenti al penitenziario, erano di certo intrusi, per tornare sempre sull'argomento.
Tutti scapparono, anche lo zio, prendendo perfino la pistola e questa cosa mi terrorizzò parecchio.
Ma forse, iniziavo a capire qualcosa.
Probabilmente, Stenus sapeva che questa gente sarebbe arrivata e aveva detto ad Elv di approfittare del casino per fuggire.
Non faceva una grinza, a momento.
Lo zio uscì, raccomandandomi di chiudermi dentro e non uscire.
Promessa che non sapevo se avrei potuto mantenere...
Se questa era l'ultima possibilità che avevo di andare via con Elv, dovevo approfittarne.
Poco dopo, i suoni di uno scontro acceso risuonarono nel penitenziario ed io ero sempre più tesa, spaventata, aspettando un qualunque segno da parte di Elv che mi facesse capire cosa fare.

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[Guisgard]

Era il caos.
Gwen rinchiusa nell'ufficio di suo zio, sentiva giungere da fuori un insieme di grida, di spari, di rumori indefiniti e continui che riempivano l'aria.
Poi vide il fumo passare da sotto la porta chiusa.
Dalla finestra si vedevano ampie fiamme che si propagavano velocemente dal corpo centrale del penitenziario versi le mura e le torri dell'intera struttura.
L'intero Imperium Nolhiae stava bruciando e a breve sarebbe finiti carbonizzati tutti coloro che vi erano all'interno.
Ora davvero quel luogo sembrava somigliare all'Inferno.