I racconti del Bianco e del nero

[Destresya]

Lo guardai, incuriosita.
"I tuoi occhi? E perchè? Che cosa avevano i tuoi occhi di così particolare da poter essere pericolosi?" restando a guardarli e soffermandomi su di essi.
Ancora non mi era chiaro di che colore fossero con quella maschera che indossava continuamente.

[Lady Gwen]

"È giusto..." con sorriso sornione.
Stavo poi per controbattere alla sua considerazione, ma alla fine se ne andò prima che potessi rispondere.
Probabilmente, sarei tornata a casa senza capire davvero che cosa frullava nella sua testa, era impossibile da definire e da leggere.
Non ripete devo di conoscerlo, ma la curiosità rimaneva.

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[Guisgard]

"Secondo qualcuno hanno il potere di dominare la mente altrui..." disse lui a Destresya "... per questo mi imponevano una maschera."
Nel frattempo Herbert era uscito, lasciando Gwen da sola nella cabina.
Tornò poco dopo.
"A breve il cuoco ci servirà la cena." Alla ragazza.

[Lady Gwen]

Poco dopo, tornando sicuramente dalla cucina, mi disse che la cena era quasi pronta.
"Da dove venivi, quando ti ho incontrato quella notte vicino casa mia?" gli chiesi, guardandolo.
Poi curiosa che altro, in fondo.
Dopotutto, ora eravamo al punto da poterci aprire l'uno con l'altra, avendo lui praticamente in mano la mia vita.

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[Destresya]

Non riuscii a trattenere un sorrisetto irriverente a quelle parole.
"Oh interessante, e dimmi..." guardandolo dritto negli occhi "Hai usato il controllo mentale anche su di me? Per quello ho fatto la follia di salvarti?" con un sorrisetto divertito e impertinente.

[Guisgard]

Herbert guardò Gwen.
"Era appena sbarcato sull'isola." Disse. "Con una scialuppa d'emergenza. avrei raggiunto la mia ciurma in seguito. Ma tu e tuo marito mi denunciaste e dovetti evadere. Ma non ti conviene ricordarmi quella sera, o potrei vendicarmi." fissandola negli occhi, per poi sorridere vago e scuotere la testa.
Intanto Destresya era ancora con il Generale.
"Con la maschera non posso..." lui a lei "... se avessi visto i miei occhi saresti in mio potere ora..." guardandola.

[Destresya]

Scoppiai a ridere.
"Oh secondo me sono tutte scuse, ti stai inventando una nuova scusa per non toglierti la maschera, prima era che sarei stata in pericolo per la tua identità, adesso mi dici che rischio il controllo mentale, domani cosa ti inventerai?" guardandolo poco convinta dall'alto in basso.
"Ricordati che avevamo un patto, niente segreti e fiducia assoluta erano queste le condizioni per restare qui e avere protezione, quindi non farmi passare per una cretina perchè non lo sopporto!".

[Lady Gwen]

Annuii lentamente, poi roteai gli occhi in su.
"Ribadisco che è stata una decisione di Stefan, io ero in buona fede, ti ho pure ospitato" con sorriso serafico.
Poi, stuzzicò lui la mia attenzione, specie con quella espressione sul viso.
"E sentiamo, come vorresti vendicarti di me?" curiosa, con un sorriso divertito.

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[Guisgard]

Lui rise.
"Sta bene, hai ragione..." disse a Destresya "... sarò sincero... questa maschera è una punizione... serve una chiave speciale, il solo modo per aprirla... ero riuscito a trovarla ma poi mi è sfuggita, precipitando sulla Terra... era nel meteorite." Fissandola. "Ora sono stato totalmente sincero..." siorandole i lunghi capelli chiari.
Intanto, sulla nave, Gwen era con Herbert.
Lui la guardò e rise piano.
"Ci sono tanti modi per punirti..." mormorò "... vuoi davvero mettermi la pulce nell'orecchio?" Ironico.

[Lady Gwen]

Il mio sguardo si affilò, mentre lo guardavo sempre con quel sorriso divertito.
"Qualunque cosa sia, ormai l'hai pensato, no?" constatai, con aria sorniona "Quindi non fare finta del contrario..." con un risolino.

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[Destresya]

"Sì, ora sei sincero? E io su che basi dovrei crederti sentiamo? Adesso sai anche del meteorite improvvisamente?" fissandolo sospettosa.
"Mi prendi davvero per una stupida..." scuotendo la testa "Chissà quante bugie mi hai raccontato, quanto mi hai usato.... ti serviva solo un posto dove nasconderti... questa maschera te l'ho data io, idiota! La tua è in macchina, te la sei tolta tu tranquillamente, questa l'ho comprata in un negozio in città insieme agli abiti e insieme ad altre maschere perchè non ti riconoscesse nessuno di quelli che ti aveva visto alla collina. Almeno se ti devi inventare delle bugie, cerca di ricordare le cose che sono successe!" adesso ero furibonda.
Mi ero fidata di lui e mi stava raccontando una bugia dopo l'altra.
Scossi la testa, guardandolo con disprezzo.
"Io ho rischiato tutto per te, mi sono fidata di te..." sussurrai, voltandomi per andare via.

[Guisgard]

Lui guardò Gwen.
"Beh, ci sono vari modi..." disse "... potrei consegnarti ai miei uomini e farli divertire fino al giorno del tuo rilascio... oppure lasciarti a pane ed acqua per i prossimi giorni... o anche staccarti un orecchio o un dito... o forse sfigurarti... tanto tuo marito ti vuole viva, non per forza bellissima." Fissandola con occhi sadici e divertiti. "O invece... trattarti come una prostituta e importi di entrare nel mio letto."
Nel frattempo Destresya stava rivolgendo accuse all'alieno.
Lui non disse nulla e con gesto improvviso si tolse la maschera, restituendola alla ragazza.
Restò così con un'altra maschera, sottile, fatta di un'unica lamina che gli copriva la testa, lasciando solo spazio per gli occhi, coperti da una sorta di lenti colorate, come la visiera di un casco.

[Lady Gwen]

Lo ascoltai con serio interesse, senza interromperlo.
"Viste tutte le arie che ti dai, pensavo che saresti stato più originale, fra tutte le cose che hai elencato, occasione sprecata... Che peccato..." accendendomi una sigaretta.

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[Destresya]

Mi rigirai la maschera tra le mani, e poi guardai il Generale.
"Vuol dire che è la verità? E che mi hai fatto comprare una maschera per niente?" gettandola in un angolo scuotendo la testa.
"Giuro che non ti capisco con tutti questi segreti, ho deciso di aiutarti, ti ho salvato, ho cercato di starti vicino, di aprimi con te, e non ho avuto altro che segreti e bugie e altri segreti..." scossi la testa, per poi guardarlo negli occhi.
Allungai una mano per toccare la maschera.
"Perchè non ti fidi di me?" sussurrai, mentre le mie mani cercavano di capire se quello era davvero il materiale di un altro mondo.
"Chi altri non ti avrebbe dato del pazzo dopo il tuo racconto?" sussurrai, guardando nelle fessure che dovevano essere gli occhi.

[Guisgard]

"Ah, ecco..." disse Herbert "... e sentiamo... quale altro metodo suggerisci per punirti?" Avvicinandosi a Gwen.
Nel frattempo Destresya era con l'alieno mascherato.
"Aiutami a liberarmi di questa maschera e saprai tutta la verità..." gurdandola negli occhi "... ti fidi ancora di me?"

[Lady Gwen]

Lo vidi avvicinarsi, mentre io continuavo tranquillamente a fumare.
"Io nessuno, visto che non mi ritengo colpevole" dissi, in modo inoppugnabile "Era solo un commento disinteressato..." con un'alzata di spalle ed un sorriso sornione.

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[Destresya]

Continuavo a toccare quella maschera senza riuscire a capire se potesse o meno essere di un materiale alieno.
A quelle parole del Generale, però, lo fissai negli occhi per un lungo istante.
"Dammi un motivo per fidarmi di te, e io lo farò..." gli sussurrai, senza mai lasciare i suoi occhi, seppur celati.

[Guisgard]

Herbert la guardò e poi scosse il capo, allontanandosi.
"Per me sei solo un ottimo riscatto." Disse a Gwen. "Se avessi voluto vendicarmi l'avrei già fatto. Sono un pirata, un criminale, ma non faccio del male alle donne. Neanche a quelle come te." Fissandola.
Nello stesso istante, ma alla villa di Barber, Destresya era col Generale.
"Perchè mi sei rimasta solo tu..." lui "... sei la sola che possa aiutarmi... la sola a questo mondo."

[Lady Gwen]

Rimase ancora un po' a guardarmi, poi si allontanò.
"Sì lo so, l'hai già detto, non ripeterti" commentai, facendo gli ultimi tiri alla sigaretta, con un vago sorriso, mentre mi sedevo comodamente su una piccola poltrona della cabina.

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[Guisgard]

Un attimo dopo qualcuno bussò e poi entrò il cuoco.
Servì la cena sul tavolo e poi andò via, lanciando un'occhiata a Gwen.
"Aragosta, insalata russa e salmone marinato." Disse Herbert guardando i vassoi. "Il tutto è dituo gradimento?" Porgendo la mno alla ragazza per farla sedere al tavolo con lui.

[Lady Gwen]

Entrò poco dopo il cuoco, che servì la cena.
E il menù non era affatto male.
"Non male, non male, devo ammetterlo, hai gusto" dissi, con un sorriso divertito e soddisfatto, prendendo la mano che mi porgeva per invitarmi a sedere a tavola con lui.
Insomma, dovevamo essere onesti e sinceri, questa prigionia avrebbe potuto rivelarsi decisamente peggiore di quanto fosse in realtà.
Ero prigioniera, ovviamente, ma molti rapimenti avevano costituito esperienze ben peggiori per chi li aveva vissuti.
E non si poteva dire lo stesso di me.

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[Guisgard]

I 2 cominciarono a cenare.
"Allora, dimmi..." disse mangiando Herbert "... quel monile è davvero magico? Funzona?" Sarcastico, per poi riempire sia il bicchiere di Gwen che il suo.

[Lady Gwen]

Iniziammo a mangiare con calma e la sua domanda mi fece ridacchiare in silenzio.
"Dipende... Quel tipo ha detto che doveva spaventare... Ti senti per caso intimorito e spaventato dalla mia presenza?" fingendo un tono teatrale, mentre osservavo con divertimento i suoi occhi neri coi miei verdi.https://uploads.tapatalk-cdn.com/20200923/c085c754de789e88b5b8c5bcbe3e1dda.jpg

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[Guisgard]

Lui mangiò un'altro boccone e sorrise.
"Se ben ricordo" disse divertito a Gwen "che quel monile sortiva effetto solo se rivolto all'uomo che ami, no? Il tuo bello, giusto?" Sarcastico. "Quindi non vedo in che modo quel monile possa colpirmi con i suoi poteri." Riempiendo i loro bicchieri.

[Destresya]

Sospirai, scuotendo la testa.
"In pratica se avessi di meglio non saresti qui con me!" guardandolo negli occhi con una risatina amara.
"Sì, ti aiuterò, forse non dovrei fidarmi di te, non me ne hai mai dato motivo... ma ti aiuterò... non so perchè finisco sempre per fidarmi di te" sorrisi piano "Vedrai, troveremo quella chiave!".

[Lady Gwen]

Sorrisi alla sua risposta mentre bevevo.
"È giusto. Ma essendo che tecnicamente io non sono innamorata di nessuno, allora non fa effetto, no?" sollevando un sopracciglio con ovvietà.
"Brindiamo allora ai monili non magici" aggiunsi, divertita, allegando verso di lui il bicchiere.

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[Guisgard]

"Leggi tante storie, ma sei sciocca davanti alla realtà..." disse lui accarezzando i capelli di Destresya e poi sforandole il viso "... credi davvero di valere come altri?" Fissandola. "Si, troveremo quella chiave..." annuendo "... subito, così potrò liberarmi di questa maschera..."
Intanto, Gwen e Herbert stavano cenando insieme.
"Bel brindis." Divertito il pirata. "Agli amuleti senza potere, ai cuori che non si innamorano e al denaro che non finisce mai." Alzando il bicchiere.
Ad un tratto si sentì il fischio della nave.
Lungo e insistente.
"L'allarme!" Alzandosi di scatto Herbert. "Cosa può essere?"

[Lady Gwen]

Risi di cuore alla sua risposta, bevendo.
Poi, all'improvviso, suonò l'allarme ed Herbert, naturalmente, si mise in allerta.
"Non so proprio..." risposi, affacciandomi subito all'oblò per capire.
Avrei volentieri evitato di trovarmi in mezzo ad uno scontro di pirati.

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[Guisgard]

"Tu aspetta qui." Disse Herbert a Gwen, per poi uscire dalla cabina e lasciarla sola.
Trascorsero lunghi minuti, tra rumori, voci, grida ed altri fischi della nave.
Alla fine passò un'intera ora e finalmente tornò Herbert.
"Devi andartene." Nervoso, cupo. "Devi lasciare la nave. Ti libero prima del riscatto. Ormai il mio filibustiere sarà arrivato sula tua isola e si farà dare il denaro. Ma tu qui non puoi più stare." Fissandola. "Non c'è tempo."

[Lady Gwen]

Uscì di corsa dalla cabina, tornando un'ora dopo dicendomi che dovevo andare via.
Così.
All'improvviso.
Tanto che io caddi dal pero e rimasi a fissarlo stranita.
"Cosa? Ma perchè? Dimmi che sta succedendo" gli dissi, volendo capirci anch'io qualcosa.
"C'entra l'uomo che hai incontrato oggi?"

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[Destresya]

Lo guardai con un sorriso enigmatico.
"Tu non hai mai detto il contrario, o sbaglio?" Fissandolo negli occhi.
Se c'era una cosa che non sopportavo era chi faceva il misterioso e poi pretendeva pure.
Le cose vanno dette alle persone se vuoi che queste le sappiano, uno non può sognarsele.
Specie se hai condito il tutto con segreti e bugie.
"Sì, domani andremo al meteorite!" Annuii "magari troveremo qualche indizio".

[Guisgard]

"No, magari fosse Oric..." disse Herbert con lo sguardo cupo "... c'è un cambio di programma... devo portare questa nave in un luogo per te troppo pericoloso... ci ha raggiunto un'altra nave e ci scorterà a destinazione... ora ti farò lasciare la nave..." fissandola "... pare che il tuo monile alla fine sia davvero magico, visto ti ha liberata prima del previsto."

[Lady Gwen]

Cosa poteva esserci peggio di quel tipo?
Per me nulla, al momento, ma per lui non sembrava così.
Parlò di un'altra nave e di un posto pericoloso e in effetti, far parte di un altro casino, ancora più grande, non ne avevo proprio voglia.
Tuttavia...
C'era qualcosa di strano.
Quel vuoto totalizzante e assoluto che solitamente mi assaliva, escludendo l'attacco che mi aveva colta, si era zittito ed era molto strano.
Erano anni, tanti tanti anni, che non avvertivo questa sensazione di leggerezza.
Forse, Bert aveva ragione a dire che mi sarei dovuta allontanare dalla mia solita vita.
Ma quanto sarebbe durato?
Quanto sarebbe passato, prima che quella vuota angoscia ricominciasse a svuotarmi di ogni sentimento?
Prima che la quotidianità bussasse di nuovo alla mia porta, presentandomi l'ennesimo conto da pagare.
Accennai un sorriso sfiorando il ciondolo, rimanendo in silenzio, senza sapere bene cosa dire.

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[Guisgard]

Herbert tradiva una certa inquietudine, un nervosismo accennato, mentre riponeva le mappe nautiche in un baule e da un armadietto tirava fuori una pistola che poi caricò e nascose nella giacca.
"Ehi..." disse fissando Gwen "... beh? Perchè quella faccia? Ti credevo già impegnata a fare salti di gioia per la libertà ritrovata. Cosa c'è? Non vuoi tornare da tuo marito?" Sarcastico.

[Lady Gwen]

Lo vidi solo di sfuggita, intento a sistemare le mappe ed una pistola.
Poi mi riscossi sentendo la sua domanda.
Scossi appena la testa.
"Stavo solo pensando..." risposi "A ciò che mi ha detto una persona..." aggiunsi.

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[Guisgard]

"Eppure" disse lui a Destresya "le mie azioni dicono questo, no? Molto più delle parole. Da voi i fatti non vengono prima delle parole?" Fissandola.
Ad un tratto sentirono delle urla provenire dal pianoterra.
Intanto, sulla nave di Herbert, Gwen era col capitano.
"A quali parole ti riferisci?" Chiese lui a lei.

[Destresya]

Stavo per ribattere alle parole del Generale, quando delle urla dal piano di sotto mi interruppero.
Alzai gli occhi al cielo.
Su che cosa stavano litigando adesso?
Su dei pomodori diventati piccini picciò per magia?
"Devo andare ora, ne riparleremo..." guardandolo negli occhi, un lungo sguardo intenso che forse valeva molto più delle parole, come aveva detto lui.
Mi avviai verso la porta, voltandomi indietro con un sorriso, e poi scesi di sotto per vedere che stava succedendo!

[Lady Gwen]

Respirai a fondo, le mie mani che continuavano a giocare col ciondolo.
"Mi ha detto che l'unico modo per combattere il mio malessere, questa angoscia atavica e assordante che mi schiaccia ogni giorno, impedendomi di vivere, è andare via, allontanarmi, invece di restare e morire ogni giorno" iniziai, il mio sguardo che vagò oltre l'oblò mentre riportavo le parole di Bert "E forse è così... Ma poi mi chiedo, quanto tempo impiegherebbe il mio male prima di tornare di nuovo, gettandomi ancora una volta nel totale sconforto dettato dall'abitudine, dall'assiduità, dal vuoto che mi pesa dentro... E la novità sarebbe, improvvisamente, una nuova normalità..." conclusi, sollevando appena le spalle, in quella riflessione a voce alta.
"Probabilmente, nessuna di queste domande troverà mai una risposta..."

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[Guisgard]

Destresya scese al pianterreno e trovò il maggiordomo e la cuoca a discutere ancora.
Stavolta il pesce portato da uno dei pescatori del porto era l'oggetto della discussione.
"Come hai fatto" disse il maggiordomo ha fatti dare un pesce simile?"
"Era freschissimo quando è stato portato!" La cuoca.
"Ora invece si sta letteralmente squamando! Come lo spieghi?" Furente il maggiordomo.
Intanto, sulla nave di Herbert, Gwen aveva esternato le sue inquietudini.
"Mi stai dicendo" lui fissando la giovane donna "che questa prigionia a bordo ti ha aiutata con il tuo malessere?" Con tono vago.

[Lady Gwen]

Restai qualche istante a riflettere sulla domanda.
"Non so se definirlo così..." ammisi.
"Sono sempre stata in cerca di stimoli nuovi, di qualcosa che mi desse la motivazione per andare avanti ogni giorno, senza farmi trascinare nell'oblio... E mi chiedo quanto ciò possa effettivamente durare..." risposi, voltandomi finalmente a guardarlo.

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[Guisgard]

"Non è un gioco questo, nè un romanzo rosa con il quale illudersi di fuggire dalla grigia quotidianità." Disse lui a Gwen. "Cos'è, ti eccita la vita sul mare?" arcastico, fissandola negli occhi. "Noi viviamo alla giornata e non ho certo voglia di portarti in giro fino a quando capirai di annoiarti anche qui." Con tono duro.

[Destresya]

No, niente pomodori... il pesce!
Ma davvero i loro problemi erano così inutili.
Fermi tutti, il cibo non era affatto inutile, anzi, era fondamentale.
Sì ma comunque non era una buona ragione per litigare e per disturbarmi.
Dovevo trovare il modo di liberarmi di quella faccenda.
"Su su, calmatevi ora.." cercando di placare la divergenze tra i due.
Mi venne un'idea per prendere tempo.
"Voi conoscerete altre cuoche della zona, dico bene? Perchè non provate a informarvi se altre hanno avuto lo stesso problema, magari i pesci sono malati o qualcosa del genere.." azzardai.
Che ne sapevo io, ma almeno avrebbero smesso di litigare se era un problema diffuso!
"A proposito, com'è finita con la zucca, avete scoperto se era commestibile?" chiesi, sinceramente incuriosita.

[Lady Gwen]

Ascoltandolo, ebbi la conferma che nessuno, nessuno, sarebbe mai riuscito a capire davvero.
Mi ero aperta, mi ero esposta, ancor più che con Bert, come non facevo da tanti anni che non riuscivo più a ricordare quanto.
Ma ancora una volta avevo fallito.
Avevo tolto la maschera e avevo commesso l'ennesimo errore.
Come mi era passato per la mente di ciarlare in quel modo?
Era stata una totale follia.
"Mi ero illusa che tu potessi capire, ma sei come tutti gli altri..." mormorai, con un sorriso beffardo che via via mutò in un'espressione seria, dura e fredda, mentre trattenevo le lacrime, troppo orgogliosa per piangere davanti a lui.
Ero già stata abbastanza stupida a sfogarmi, ci mancava solo quello.

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[Guisgard]

"Si, miss Destresya." Disse il maggiordomo. "Mi informerò subito."
"Io intanto getterò via questo pesce." La cuoca. "Anzi, lo darò ai cani, così almeno non verrà sprecato del tutto." Scuotendo la testa.
In quel momento Destresya si accorse del Generale che passeggiava sul bordo della piscina.
Nel frattempo, sulla nave pirata, Gwen si era pentita del suo sfogo.
"Perchè io?" Herbert. "Perchè io avrei dovuto capire? Sono un pirata, un criminale, no? E se non sbaglio mi detesti, anzi, mi odi, giusto?" Fissandola.

[Lady Gwen]

Sospiravo da un lato, prendendo respiri profondi ed esasperati dall'altro.
"Non lo so perchè!" esclamai "Non lo so..." ripetei, mentre mi voltavo dandogli le spalle.
Avevo sentito una lacrima sfuggire al mio controllo e non potevo assolutamente permettergli di vedermi in quel momento di debolezza, non potevo permettergli di avere ancora una volta un assaggio delle mie fragilità, nel frattempo che con discrezione asciugavo la lacrima con la mano e cercavo di trattenere stoicamente i singhiozzi.

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[Destresya]

Avevo chiesto delle zucche ma nessuno mi aveva risposto.
Beh a me interessava, che cavolo.
Stavo per ribattere quando vidi il Generale passeggiare poco distante.
Beh, mi interessava di più andare da lui che disquisire di cucina con la servitù.
Così, piantai lì il discorso e andai a raggiungerlo mentre passeggiava.
"Una serata bellissima per passeggiare, non trovi?" sorrisi "Qui si è soliti offrire una monetina in cambio dei pensieri di qualcuno... chissà quanto valgono i tuoi!".

[Guisgard]

"Prendi..." disse Herbert porgendo il suo fazzoletto a Gwen, senza aggiungere altro "... davvero vuoi restare qui sulla nave? Sarà una tua scelta però. Io non voglio responsabilità, chiaro?"
Intanto, alla villa, Destresya lasciò la servitù e raggiunse il Generale.
"I miei pensieri..." lui a lei "... posso rivelarteli gratuitamente se vuoi... Ebbene, rivorrei il mio volto e la mia identità." Fissandola.

[Lady Gwen]

Sempre dandogli le spalle, presi il suo fazzoletto con gesto brusco, asciugandomi in silenzio le lacrime che ormai scorrevano senza sosta.
Non risposi, sia perchè non avevo nulla da aggiungere, che per evitare di fare sfociare il mio pianto in qualcosa di drammatico e decisamente indecente, non potevo affatto permettermelo.
Sentivo di avere ancora un briciolo di dignità da mantenere e questo caso non avrebbe fatto eccezione.

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[Destresya]

Gli sorrisi, divertita.
"Accidenti come sei cambiato, poco fa a cena eri tutto un, non lo riavrò mai, sono condannato per sempre e cose del genere..." guardandolo negli occhi " A cosa dobbiamo questa ventata di ottimismo?" con un sorrisetto irriverente, arrivando vicinissima a lui!

[Guisgard]

Lui era dietro di lei, vicinissimo, mentre Gwen si asciugava le lacrime.
"Se vuoi allora puoi restare." Disse Herbert. "Per quanto mi riguarda non si più un ostaggio, visto che il tuo riscatto sarà pagato, quindi scegli tu che ruolo avere qui a bordo. Ma sappi che ora avremo a che fare con gente poco raccomandabile."
Nelo stesso frangente, alla villa, Destresya era col Generale.
"Perchè voglio tornare ad essere me stesso." Lui a lei. "Sono stato imbelle per troppo tempo. Inattivo oltre ogni limite. Io sono nato per la guerra, non per la pace. Sono un uomo che vive di passioni, non di ricordi e rassegnazione. Ma chissà se mi comprendi..."

[Lady Gwen]

Lo stavo davvero facendo?
Stavo davvero lasciando Stefan e tutta la mia vita agiata e sicura per un salto nel vuoto?
Stavo davvero avendo il coraggio di compiere questo passo?
Era come osservare la vita di un'altra, dall'esterno, non pensavo nemmeno di essere più io, a questo punto.
Chissà cosa avrebbe pensato Stefan, se gli sarei mancata, o se l'avrei liberato di un peso.
Sentii che era molto vicino a me e le sue parole mi suonarono ovvie, mentre gli restituivo il fazzoletto, nonostante alcune lacrime scendessero ancora ed annuii una volta, strofinando le mani sulle braccia.
Avevo bisogno di calmarmi, di recuperare un po' di contegno, anche se ora sembrava impossibile.

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[Destresya]

Lo guardai e sorrisi, un sorriso enigmatico.
"Meglio di quanto tu creda!" sussurrai, nella notte che ci avvolgeva, guardandolo negli occhi.
"Ti aiuterò a trovare quella chiave.." mormorai, prendendogli le mani "Ti riprenderai la tua vita, te lo prometto!" con un sorriso sicuro.
Non sapevo bene perchè, ma in quel momento gli credevo, sapevo che era sincero.
"Su, non perdiamo altro tempo, andiamo adesso!" gli sorrisi, prendendogli la mano "Andiamo prima che qualcuno mi fermi per chiedermi qualcosa a proposito di dessert troppo dolci!" risi, prendendolo per mano e iniziando a correre verso la macchina.
"Torneremo all'altura e lì cercheremo di investigare!" spiegai.

[Guisgard]

Herbert guardò Gwen per un lungo istante.
"Immagino tu voglia stare un pò da sola adesso..." disse restando lle spalle di lei, per poi avviarsi verso la porta.
Nel frattempo, alla villa, Destresya e il Generale avevano deciso di cercare il meteorite.
Presero una delle auto e lasciarono la villa.
Era sera inoltrata ormai e le luci della costa sottostante illuminavano quello scorcio di isola, mentre nel firmamento le stelle tropicali scintillavano come gemme di mondi lontani.
Imboccarono un sentiero e dopo un pò videro una fattoria isolata.

[Lady Gwen]

Tacque a lungo, poi si avviò verso la porta.
"No" risposi.
"Sto bene" mi asciugai le lacrime che erano rimaste, poi mi sciacquai il viso e mi imposi stavolta di ricompormi definitivamente.
Avevo già fatto una pessima figura davanti a lui e dovevo recuperare il mio solito aplomb.

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[Guisgard]

Herbert si voltò e guardò Gwen.
"Piangi se vuoi." Disse lui con un tono insolitamente basso, comprensivo, quasi protettivo. "Se ti farà stare meglio piangi pure." Avvicinandosi a lei. "Troveremo un posto per farti restare qui." Mormorò.

[Destresya]

La sera inoltrata rendeva tutto più bello e incantato attorno a noi, mentre percorrevamo il litorale alla ricerca del meteorite.
"Cosa pensi che troveremo?" gli chiesi, incuriosita, mentre il mio sguardo si posava su una fattoria poco distante.
"Guarda, una fattoria, dici che dovremmo avvicinarci?" gli chiesi, pensierosa.

[Lady Gwen]

Il suo tono era basso, comprensivo, come non mi aspettavo che sarebbe stato.
Sì, ero molto sorpresa.
"No, ho finito" mormorai in risposta, quasi sarcasticamente, più con un'ironia indefinita.
Annuii lentamente, perchè ancora mi sembrava quasi impossibile aver preso questa decisione, sì, proprio impossibile.
Ma l'avevo fatto e dovevo ancora realizzarlo.
"Va bene..." mormorai.

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[Guisgard]

"Spero troveremo la chiave..." disse il Generale a Destresya.
Poi lei indicò la fattoria lungo il sentiero.
"E sera, potremmo fermarci e acquistare del cibo, non credi?" Lui a lei.

[Guisgard]

"Su, ora asciugati gli occhi" disse Herbert a Gwen, prendendo il fazzoletto e pulendole il viso "altrimenti non saremo credibili. Bisogna infatti trovarti subito un ruolo in questa farsa..." fissandola "... da piccola avrai giocato, no? Che personaggi ti piaceva interpretare?"

[Destresya]

"Vedrai che la troveremo!" allungando una mano a cercare la sua.
Poi mi rimisi a guardare la fattoria.
"Beh, in effetti potrebbe essere divertente, una specie di pic-nic!!" facendogli l'occhiolino mentre avvicinavo la macchina alla fattoria, per poi raggiungerla.
"Vediamo un po' che cosa troveremo, sicuramente tutte cose genuine!" sentenziai, scendendo dalla macchina e dirigendomi verso la porta.

[Lady Gwen]

Prese il fazzoletto e mi asciugò il viso e anche quel gesto mi sorprese tantissimo, era davvero la giornata delle sorprese questa, in cui accadeva tutto ciò che non ci saremmo mai aspettati.
Io che sceglievo di fuggire dalla mia vita, lui che diventava premuroso...
Poi, mi chiese quale ruolo avrei voluto in tutto ciò.
"La cameriera non ti piace più?" sarcasticamente "O al massimo, farò il mozzo..." sempre con crescente sarcasmo.

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[Guisgard]

Destresya cercò la sua mano e lui la strinse.
"E' un gesto" disse lui fissandola "che reca un significato, vero?".
Ma un attimo dopo l'auto arrivò alla fattoria.
Intanto, sulla nave pirata, Gwen era con Herbert.
"Cameriera?" Lui con un sorriso divertito. "In realtà darti ordini è una gioia a cui non vorrei mai rinunciare." Ridendo.

[Lady Gwen]

Alzai gli occhi in su.
"Che bastardo, sei..." commentai, senza tuttavia un intento offensivo.
Beh, un po' in effetti lo era, ma quella era un'altra storia.

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[Guisgard]

Lui la guardò e trattenne palesemente una risata.
"Quindi" disse lui fissando Gwen "non ti piacerebbe prendere ordini da me? Magari ne avresti bisogno e forse potrebbe farti anche bene." Vagamente divertito.

[Lady Gwen]

Sollevai un sopracciglio, vedendo che stava per scoppiare a ridere.
Ah, era così?
"Non so se già mi fido di te a tal punto..." con un sorriso sornione.

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[Guisgard]

"Ah, ecco..." disse Herbert stavolta senza trattenere una bassa risata che rese l'espressione del suo viso per una volta più libera e meno inquieta "... chissà allora a che punto sono." Fissando Gwen divertito. "Chissà, potrei paragonarti ad una delle famose streghe de Il Mago di Oz, la mia favola preferita di quando ero piccolo. Solo che però detestavo l'uomo di latta." Ridendo.

[Lady Gwen]

Per un attimo, sembrò meno inquieto, più spontaneo e sereno.
E non era male, se aggiungevamo il tutto alla divisa.
Scossi la testa.
"Le streghe hanno tutte un certo fascino e l'uomo di latta è il mio preferito. Non possiamo andare d'accordo" sorridendo candida e sorniona.

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[Guisgard]

"No dai..." disse Herbert scuotendo la testa "... davvero ti piace quell'idiota di latta?" Divertito a Gwen.
Era una delle poche volte che quell'uomo si lasciava andare ad una risata, abbandonando per un attimo la sua aria inquieta, ombrosa e a tratti tormentata chissà da cosa.

[Lady Gwen]

"Immedesimati nei panni di un povero disgraziato che viene fatto a pezzi con un'ascia e il suo corpo viene sostituito da pezzi di metallo. Tu come ti sentiresti?"
Il suo tono era sempre più rilassato e aperto e la cosa non mi dispiaceva affatto.
Stava aiutando anche me, indirettamente, col mio stato d'animo e certamente non era una cosa da sottovalutare.

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[Destresya]

"Sì, chissà, magari lo scoprirai!" avevo detto al generale un attimo prima di scendere dalla macchina, facendogli l'occhiolino.
Un po' di mistero anche da parte mia dopotutto, che male avrebbe fatto?
Una volta scesi mi avviai verso la porta della fattoria e bussai alla porta.
"Speriamo abbiano qualcosa di buono!" sorrisi, speranzosa.

[Guisgard]

"Beh, magari sotto quella roba di latta" disse Herbert accendendosi una sigaretta e porgendone una anche a Gwen "si nasconde uno di quegli idioti che amano fare i piacioni..." fumando "... di quelli che piacciono tante a voi donne un pò frivole." Facendole l'occhiolino, come chi si diverte a provocare.
Nel frattempo Destresya e il Generale erano arrivati alla fattoria.
Era unluogo isolato, tetro, persino sinistro.
Forse si trattava di un posto troppo silenzioso e l'atmosfera appariva insolitamente cupa.
Da una finestra la lieve luce di una lampada tradiva la presenza di qualcuno all'interno.
Nell'aria c'era uno strano odore.

[Lady Gwen]

Presi la sigaretta che mi porgeva e feci qualche tiro dopo averla accesa.
"Secondo me, invece, c'è una persona sensibile e colta, pur nonostante tutto quello che ha passato, che scrive poesie per la donna che ama" ribattei, con un sorriso candido, senza cogliere la sua provocazione.


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[Guisgard]

"Allora la donna che ama non è molto esigente in fatto di poesie e corteggiamento." Disse con fare provocatorio Herbert a Gwen. "Ma come si dice? I gusti son gusti, no?" Fumando con un lieve sorriso.

[Lady Gwen]

Sollevai un sopracciglio.
"Secondo me, tu giudichi troppo e sei altrettanto troppo convinto di poter fare meglio di lui" volendolo provocare anch'io a mia volta.

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[Guisgard]

"Certo che sono convinto." Disse Herbert fissando Gwen. "Nella maniera più assoluta direi." Finendo la sua sigaretta e guardandola negli occhi.

[Destresya]

"Che posto strano..." mormorai "Non ti sembra?" guardando il generale.
Nessuno ci aveva aperto, e questo era ancora più strano.
Perchè alla finestra sembrava esserci qualcuno.
Così bussai di nuovo.
"Che cosa ne dici?" chiesi al generale.

[Lady Gwen]

Affilai il sorriso e lo sguardo, alla sua reazione alle mie parole, mentre anch'io finivo la mia sigaretta.
"Dimostralo, allora" replicai subito, con un'espressione a metà fra l'altezzosità e la sfida.

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[Guisgard]

"Si, è un posto strano." Disse il Generale a Destresya. "Molto strano." Guardandosi intorno. "Resta vicino a me, potrebbe essere pericoloso."
Destresya bussò ancora e stavolta, dopo un lungo istante, la porta cigolando si aprì.
Apparve un uomo anziano, dall'aspetto trascurato, la barba incolta, i vestiti sporchi e lo sguardo assente.
Intanto, sulla nave pirata, Gwen era con Herbert.
"Dimostrare..." lui a lei "... cosa?" Fissandola negli occhi con un vago sorriso. "Sii più chiara." Provocatorio.

[Lady Gwen]

Capii che insisteva unicamente per provocare, ma chi ero io per tirarmi indietro?
Proprio nessuno.
"Dimostrare che sei effettivamente migliore e più abile dell'uomo di latta, anche se ci credo poco" con sorriso sostenuto.

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[Destresya]

Lo guardai con un sorrisetto divertito.
Evitai di dirgli che sapevo badare a me stessa perchè non mi dispiaceva quel suo ruolo protettivo.
Dopo il secondo tentativo, qualcuno venne alla porta.
Un uomo davvero strano.
Mi pentii subito della mia idea di fermarmi lì.
Accidenti!
"Buonasera buon uomo! Mi scusi se l'ho disturbata, siamo in viaggio da tutto il giorno e ci chiedevamo se fosse possibile comprare qualcosa da mangiare" con un sorriso gentile.
Sperando che avrebbe fatto effetto.
Non ne ero poi così sicura!

[Guisgard]

L'uomo guardò Destresya negli occhi.
Ma prima che potesse dire qualcosa dal piano superiore della casa si udì una risata grottesca, stridula e assurda che faceva gelare il sange nelle vene.
Nel frattempo, sulla nave pirata, Gwen e Herbert erano ancora insieme.
"E dimmi..." disse lui, sempre con tono provocatorio "... in che modo? cosa dovrei fare di preciso?" Guardandola.

[Lady Gwen]

"Ah beh, tu ti sei detto così bravo ed esperto più di lui nel corteggiamento, dunque sono certa che saprai cosa fare" con un sorriso non tanto malizioso, quanto affilato.
Era raro che mi perdessi in giochi simili, però non mi dispiaceva, specie perchè magari mi permetteva di inoltrarmi un po' nella sua mente e nella sua psicologia.
Soprattutto ora, che avremmo condiviso parecchio tempo insieme, insomma, eravamo pur sempre sulla stessa nave.

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[Destresya]

Quella risata, grottesta, incredibile, da far gelare il sangue nelle vene.
Istintivamente mi strinsi al generale accanto a me.
"Beh, non fa niente, allora, noi ce ne andiamo.." dissi soltanto, prendendolo per mano e cercando di indietreggiare.
Volevo andarmene di lì immediatamente!

[Guisgard]

"Ah, ok..." disse Herbert fissando Gwen negli occhi "... non è forse un modo subdolo per farmi capire che vuoi essere corteggiata da me?" Appena divertito.
Nel frattempo, alla fattoria, Destresya e il Generale aveva sentito quel grido folle.
"E' mia moglie..." l'uomo sulla porta "... ha mangiato i cavolfiori del nostro orto..."
Il Generale prese la mano di Destresya, forse per darle coraggio.
"Cosa avevano quei cavolfiori?" Lui all'uomo.
"Erano avvelenati... tutto qui è avvelenato..." questi.

[Lady Gwen]

Sorrisi appena divertita, poi feci l'indifferente, alzando le spalle.
"Uno più, uno meno, non fa molta differenza..." commentai, con tono pacato, senza scompormi più di tanto.

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[Destresya]

"Come avvelenato?" a quelle parole dell'uomo qualcosa mi trattenne.
E allora mi tornarono in mente le stupide discussioni in cucina.
Almeno, che mi erano sembrate stupide.
"Qualcosa come ortaggi diventati enormi all'improvviso e pesci marciti dopo pochi istanti?" guardai poi il generale "Ne parlavano anche nelle nostre cucine!" scossi la testa "Allora non erano tutti impazziti, è una cosa che sta succedendo dappertutto, possibile?".
Doveva esserci una spiegazione!
Possibile che fosse il meteorite?

[Guisgard]

"Beh, allora..." disse Herbert vicino a Gwen, forse anche troppo "... se uno vale l'altro, perchè non cerchi fra il mio equipaggio? Magari trovi uno interessante, visto che non fai molta differenza fra gli uomini... giusto?" Con quel suo tono vago, provocatorio.
Nello stesso momento, alla fattoria, Destresya e il Generale erano con quel fattore.
"E cosa comporta mangiare questi cavolfiori?" Chiese il Generale.
"Si impazzisce credo..." luomo.
Un attimo dopo un'altra risata grottesa e innaturale si udì giungere dal primo piano della casa.

[Destresya]

Nessuno aveva minimamente calcolato quello che avevo detto.
Ero un fantasma.
Fantastico.
"Bene, meno male che non abbiamo mangiato la zucca!" scossi la testa, per poi guardare l'uomo.
"Da quanto tempo si verificano questi fenomeni?" chiesi, sperando di essere presa in considerazione questa volta.

[Lady Gwen]

Si era fatto ancora più vicino, ma sarei stata ipocrita a dire che mi infastidiva.
"Non era ciò che intendevo" risposi sorridendo "Ho detto "uno più, uno meno", non "uno vale l'altro". Che tu decida o no di corteggiarmi, rimango sempre la solita donna frivola ai tuoi occhi, o sbaglio?" sollevando un sopracciglio con furbizia.
"E non mi sembrava che tu volessi avere a che fare con persone come me. O forse hai cambiato idea?"

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[Guisgard]

L'uomo guardò Destresya e senza dire nulla rientrò in casa.
"Seguiamolo." Disse il Generale alla ragazza.
Una volta dentro sentirono un tanfo insopportabile.
Come se ci fosse carne putrefatta ovunque.
Le finestre erano chiuse e le stanze erano lerce.
Poi di nuovo quella risata assurda.
"Mia moglie... ride e parla lingue incomprensibili... è impazzita..." mormorò l'uomo.
Intanto, Gwen sulla nave continuava a punzecchiarsi con Herbert.
Lui la guardò ancora.
Negli occhi e senza dire nulla.
Scese uno strano silenzio fra loro.
Poi quasi senza che Gwen avesse il modo ed il tempo di accorgersene, si ritrovò fra le braccia di lui.
Le sue labbra si incatenarono, quasi fosse la cosa più naturale del mondo, a quelle di lui, così come le loro lingue, per un bacio improvviso e subito caldo, profondo, sfrenato.

[Lady Gwen]

Mi guardò a lungo, in silenzio, io ricambiavo il suo sguardo scuro e intenso.
Tutto era divenuto silenzioso, in modo totalmente immobile.
Finché, successe ciò che era successo al mio arrivo qui.
Mi prese fra le braccia e mi baciò con trasporto, con impeto.
Fu qualcosa di più intenso e consapevole della prima volta, qualcosa che non c'era stato e che ora mi intrigava da morire.
Era come un ingrediente segreto, un pizzico di qualcosa che non riuscivo a spiegare.
Presi il suo viso fra le mani, per godere appieno di quel momento, quasi temendo che potesse scappare via, ma ero più che certa che non l'avrebbe fatto.

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[Destresya]

Entrammo in casa e ascoltammo l'uomo parlare di sua moglie.
Anche stavolta non mi aveva calcolato.
"Parlaci tu, che io sembro non esistere!" dissi al generale "Secondo me ha a che fare col meteorite, non può essere una coincidenza!" gli dissi.

[Guisgard]

Si baciarono per un istante che sembrò non finire mai.
Gwen era stretta contro il petto di Herbert, avvolta dalle sue braccia salde, in balia delle sue mani ovunque, mentre le loro labbra parevano rincorrersi, trovarsi e confondersi le unenelle altre in un bacio sempre più ardente e sfrenato.
La lingua del bel capitano sembra fuoco puro e sul viso della ragazza intense vampate di calore accendevano il suo colorito bianco.
Poi, ad un tratto, qualcuno bussò forte alla porta rompendo quel momento così passionale.
Subito Herbert si staccò da Gwen.
"Si..." disse verso la porta, ma guardando la ragazza negli occhi "... chi è? Cosa c'è?"
"Capitano, la Laica ci ha affiancati e ha gettato i pontili lungo la nostra fiancata..." rispose da fuori uno degli uomini di Herbert "... il comandante chiede di lei."
"Si, arrivo." Annuì Herbert.
Nel frattempo, alla misteriosa fattoria, Destresya e il Generale erano con lo strano fattore.
"Credo che neanche ci ascolti più di tanto..." l'alieno alla ragazza "... forse non è nemmeno più lucido." Indicando l'uomo.
"Anche gli animali sono impazziti..." mormorò questi "... l'avevo detto a mio moglie... i cavalli del vecchio Clayton non erano un buon affare... non a quel prezzo... lei invece dava la colpa ai cavolfiori... ma i cavalli non mangiano cavolfiori... ma mia moglie diceva che il veleno era ormai nella terra... e saremmo impazziti tutti..." mettendosi le mani sul viso.
"Dov'è sua moglie?" Chiese il Generale.
L'uomo non rispose.
Ma di nuovo quella terribile risata scoppò dal piano di sopra grottesca e disperata, rispondendo alla domanda dell'alieno.

[Lady Gwen]

Il tempo si era letteralmente fermato, in quella cabina.
Qualsiasi cosa fosse nata, era appena scoppiata come un incendio improvviso.
Quel continuo punzecchiarsi aveva avuto come risultato quel furore inarrestabile, del bacio e delle sue mani.
Ma qualcosa, tuttavia, l'arrestò.
Un uomo, avvisò che la nave ci aveva raggiunti ed Herbert doveva andare.
A quel punto, lo raggiunsi di nuovo per baciarlo ancora una volta, a lungo, prima di separarmi con un mezzo ghigno divertito per lasciarlo andare.

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[Guisgard]

Lei lo baciò ancora, per poi lasciarlo andare con un mezzo ghigno divertito, al quale lui rispose con uno sguardo sorridente e malizioso.
Uscì dalla cabina e Gwen restò da sola.
Intorno a lei si sentivano diversi rumori e voci sovrapposte.
Dall'oblò per lei si accorse che il tempo stava cambiano velocemente.
Un forte vento cominciò a soffiare ed il mare iniziò a farsi grosso.
Dopo qualche istante qualcuno bussò alla porta della cabina.

[Lady Gwen]

Andò via ed io restai sola.
Le voci erano parecchio confuse e sovrapposte e fuori dall'oblò, poco dopo, si alzò uno strano vento.
Qualcosa cambiò, anche se non riuscivo a definire cosa esattamente.
Ad un tratto, bussarono alla porta ed io, seppur timorosa, andai ad aprire.

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[Guisgard]

Era uno della ciurma e subito Gwen sentì il suo sguardo lercio su di lei.
"Il capitano..." disse lui con un sorriso volgare "... dice di prepararti... cenerai lui e con il capitan Raspon... ha detto di vestirti bene, ma non appariscente..." rise "... forse è geloso di te." E tirò fuori la lingua.

[Lady Gwen]

Assunsi una smorfia disgustata allo sguardo della viscida feccia che avevo davanti.
Bene ma non appariscente.
Probabilmente voleva mandare avanti la storia della cameriera e non potevo apparire come una gran signora.
Certo era pesante diversi abituare ad una vita raminga lontana da casa, lontana dagli agi e dal lusso, ma al momento la ritenevo l'unica scelta possibile.
Chiusi letteralmente la porta in faccia al viscido che avevo davanti e andai a prepararmi, cercando di soddisfare la richiesta di Herbert.
A quel punto cui pronta per la cena, senza tuttavia sapere cosa aspettarmi.https://uploads.tapatalk-cdn.com/20200925/f2b875b2d39022842eaa9fb40f8faf86.jpg

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[Guisgard]

Gwen chiuse la portain faccia al filibustiere, per poi prepararsi.
Dopo circa una mezz'ora arrivò Herbert.
La guardò con quell'abito sobrio, ma di raffinata sensualità.
"Dobbiamo continuare la nostra recita..." disse fissandola negli occhi verdi.

[Lady Gwen]

Dopo circa mezz'ora, Herbert tornò in cabina e rimase a guardarmi, mentre io mi inorgoglivo nel notare quella luce nel suo sguardo diretta a me.
Non potevo ancora fare a meno delle attenzioni e probabilmente sarebbe stato così per sempre, ma non mi dispiaceva affatto.
"Sta bene" dissi, con tono pacato, ricambiando il suo sguardo.
"Dunque, cosa c'è da aspettarsi da questa cena?"

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[Guisgard]

Lui si avvicinò ad una bottiglia e si versò da bere.
"Si, ci sarà qualche cambiamento..." disse bevendo "... abbiamo a che fare con gente particolare e dovremo cenare con il capitan Raspon... per evitare problemi sarai mia moglie." Guardando Gwen.

[Lady Gwen]

"Oh beh, spero sia una persona quasi gradevole, allora... Insomma, visto l'ambiente in cui ci si muove..." con sornione sarcasmo.
Mi sorpresi parecchio poi a ciò che disse.
"Credevo avessi accettato la teoria della cameriera. Ora si spiega il perchè dei vestiti poco appariscenti..." sorrisi divertita, volendolo punzecchiare ancora.
"Beh, la fede ce l'ho..." divertita, mostrando la mano.

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[Guisgard]

Lui lanciò un'altra occhiata all'abito di Gwen e poi alla fede che aveva al dito.
"Si, non sarebbe una buona idea spacciarti per la mia cameriera..." disse Herbert finendo il suo drink "... Raspon non ha molti scrupoli, nè rispetto... soprattutto per le donne. Saperti mia moglie dovrebbe tenerlo a distanza." Fissandola.

[Lady Gwen]

Mi guardò ancora a lungo e le sue parole mi piacquero poco.
"Che bel soggetto..." dissi, con sarcasmo, ma forse non tanto, in quanto sapevo che tipo di gente girava in questo ambiente, vedevo spesso persone di questo genere a Vivas e non erano certo piacevoli se ci si aveva a che fare.

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[Destresya]

"Sì questo lo penso anche io.." mormorai, stranita, mentre mi stringevo sempre di più a lui.
Che cosa stava succedendo?
C'era qualcosa di veramente assurdo in tutto quello.
Forse era solo un vecchio pazzo e non c'entrava niente con le zucche, i pesci, il meteorite e quant'altro.
Ma poi quella risata grottesca mi fece rabbrividire.
Guardai il generale.
"Non starai pensando..." spalancando gli occhi "Oh no no..." scuotendo la testa per poi sospirare.
"E va bene, andiamo!" annuii, guardando il piano di sopra.
"Andiamo a dare un'occhiata di sopra!" con un sospiro.

[Guisgard]

"La sua nave ci scorterà fino a destinazione." Disse Herbert a Gwen. "Però non mi hai detto cosa ne pensi della nostra recita? Credi di riuscirci? Sarà l'ultima cosa che ti chiederò di fare fino a quando non te ne tornerai a casa tua. Promesso."
Nel frattempo, alla fattoria, Destresya e il Generale erano con quell'uomo.
l'alieno guardò Destresya ed annuì.
Insieme allora salirono le scale e raggiunsero il primo piano.
Attraversarono un corridoio semibuio, fino ad una porta chiusa.
C'era un silenzio opprimente ed un odore sgradevole.
Quel tanfo sembrava togliere il fiato.
Allora il generale aprì la porta.

[Lady Gwen]

Annuii alla sua precisazione sulla nave.
Poi, accennai un sorriso, che proruppe alla fine in un risolino.
"Ho sempre sognato di sposare un pirata..." dissi, divertita e sorniona.

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[Destresya]

Il tanfo era orribile, insopportabile.
Mentre salivamo le scale, nel corridoio, si faceva sempre più pressante.
Ci guardammo e restammo vicini finchè il Generale non aprì la porta dietro la quale avrebbe dovuto esserci la moglie del contadino.
O lei o un cadavere in putrefazione, a giudicare dall'odore.
Così, lo seguii all'interno della stanza.

[Guisgard]

Herbert guardò Gwen e sorrise.
"Sarà meglio andare." Disse lui a lei. "Vieni..." porgendole la mano.
Intanto, alla fattoria, Destresya e il Generale erano davant alla porta aperta.
Si ritrovaron in una camera illuminata a stento dal lapadario.
Seduta di spalle, su una sedia, c'era una donna.
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[Destresya]

"Accidenti, sembra di essere in un racconto del terrore, non pensi?" dissi al Generale, sorridendo nervosamente, per poi nascondere una leggera risata, sempre nervosa.
"Certo, tu non sai nemmeno cosa sia un racconto del terrore, dico bene?" stringendo più forte la sua mano.
"Forza, ormai siamo qui, andiamo a conoscere questa simpatica vecchietta!" avvicinandomi piano piano, lentamente.
"Buonasera signora.." sorrisi, anche se sapevo che era inutile parlarle.
Così, mi avvicinai sempre tenendo la mano del Generale.

[Lady Gwen]

Ricambiai il suo sorriso alla mia considerazione, poi mi porse la mano e mentre la prendevo mi chiesi cosa sarebbe successo se avessi sposato lui, invece di Stefan, qualche anno fa.
Sarebbe stato certamente molto diverso, tutto, ma tutto tutto, probabilmente non sarei stata quella che ero ora, nel bene e nel male.
Ma non era questo il momento per pensarci.

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[Guisgard]

Gwen prese la mano di Herbert e insieme lasciarono la cabina.
attraversarono un corridoio in metallo e raggiunsero quella che doveva essere la mensa degli ufficiali.
In tavola il cuoco stava già servendo il pasto.
"A breve il capitano Raspon sarà qui." Disse Herbert a Gwen.
Intanto, alla fattoria, Destresya e il Generale erano entrati in quella camera.
Era fitta di un chiaroscuro sinistro, intrisa di una puzza insopportabile e illuminata da poche candele. Probabilmente l'elettricità non era stata più pagata da giorni.
Quando Destresya rivolse quelle parole alla donna seduta, quella cominciò a canticchiare una sorta di nenia indecifrabile, come se fosse in una lingua straniera.
Il Generale fece segno a Destresya di seguirlo piano.
Si spostarono e arrivarono di lato alla sedia, vedendo che la donna era coperta da un lungo velo chiaro.
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[Lady Gwen]

Quella nave era peggio che stare dentro una di quelle enormi cassaforti.
Metallo ovunque.
Decisamente troppo.
Ci dirigemmo verso la mensa degli ufficiali e al nostro arrivo il cuoco stava già servendo la cena.
"Sono davvero entusiasta..." con tono sarcastico e beffardo, sapendo già che soggetto era il capitano.

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[Destresya]

La donna aveva un che di spettrale.
Non solo la risata, la postura... ora quel velo!
Strinsi sempre di più la mano del Generale accanto a me mentre ci avvicinavamo.
Lo guardai, non sapevo cosa dire.
"Grazie dell'ospitalità signora.." balbettai, per quanto sembrasse letteralmente assurdo in quel momento.
Ma d'altronde "Com'è terrificante, signora" non mi sembrava granchè educato.
Lanciai un'occhiata al generale in cerca di aiuto.
Che cosa poteva essere successo a quei due contadini?
Poteva davvero c'entrare il meteorite?

[Guisgard]

Quel velo la copriva interamente e lei non smetteva di canticchiare in quell'idioma incomprensibile.
"Signora..." disse il Generale "... capisce ciò che diciamo?"
Lei scoppiò a ridere.
Una lunga risata grottesa ed isterica che metteva quasi i brividi.
Il Generale allora guardò Destresya.
"Non dall'alto, ma dal basso..." mormorò ad un tratto la donna, per poi ridere di nuovo.
Intanto, sulla nave pirata, Gwen e Herbert attendevano quel Raspon.
All'improvviso la porta si aprì ed entrò un uomo.
Era alto e grosso, dall'aspetto poco raccomandabile.
"Bentrovato, vecchio mio." A lui Herbert.
Ma Raspon fissava Gwen.
"Lei è mia moglie Gwen." Indicandola Herbert, per poi guardare Raspon.
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[Destresya]

Quella melodia, così inquietante, letteralmente inquietante.
Dava i brividi.
Ma sul serio, avevo la pelle d'oca.
Guardai il generale accanto a me e mi accorsi che la sua presenza mi dava sicurezza.
Poi quelle parole, quelle parole apparentemente assurde.
"Che cosa avrà voluto dire?" sussurrai pianissimo al Genrale.
Se non fosse che la donna sembrava completamente pazza, mi sarebbe venuto da pensare che intendesse dire che il meteorite non proveniva dal cielo ma dalle profondità della terra.
Ma perchè continuavo a pensare al meteorite?
Beh forse perchè era il centro di tutti quegli strani fenomeni.

[Lady Gwen]

Ad un certo punto, una figura massiccia e sgradevole entrò alla mensa.
Era Raspon e già solo guardandolo non mi piaceva, figurarsi rivolgergli la parola...
Arrivò da noi, Herbert lo salutò, ma lui rimase a fissare me.
Molto bene, come inizio...
"Buonasera, capitano" lo salutai, con più educazione di quanto avrebbe meritato, visto che si vedeva che era un pessimo soggetto.

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[Guisgard]

La donna rise ancora e continuò a recitare chissà cosa in quel suo idioma indecifrabile.
"Credo sia meglio andare..." disse il Generale a Destresya.
Lasciarono la camera e scesero al pianterreno, dove trovarono il marito impiccato.
Nel frattempo, sulla nave pirata, i falsi coniugi avevano conosciuto Raspon.
"E da quando hai una moglie?" Questi a Herbert guardando però Gwen.
"Ci siamo sposati da una settimana."
"Sei sempre stato un inguaribile Don Giovanni..." Raspon "... come mai hai deciso di metterti una palla al piede?"
"Forse perchè Gwen mi ha mostrato che è unica, no?" Hebert prendendo Gen per mano davanti a lui.

[Lady Gwen]

Alla domanda di Raspon, anzi le domande, mi si gelò il sangue.
Temevo che non se la sarebbe bevuta...
Sorrisi poi, avvalorando le parole di Herbert, mentre mi prendeva per mano ed io mi stringevo al suo braccio con tenerezza.
Dopotutto, non ero nuova alla recita della moglie felice.
Il fatto che con Herbert fosse più semplice, era solo un dettaglio.
"Sapete com'è, capitano, ogni donna è convinta di riuscire a cambiare in meglio il proprio uomo e chissà che io non abbia ragione, col mio Herbert..." con tono civettuolo, mentre esibivo strategicamente la fede nuziale, che ora cadeva proprio a fagiolo.

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[Destresya]

"Sì, lo credo anche io!" sospirai, e seguii il Generale al piano di sotto.
Non vedevo l'ora di andarmene da quella casa.
Come arrivammo all'inizio della scala, però, mi accorsi che c'era qualcosa che non andava.
E immediatamente cacciai un grido.
Era lì.
L'uomo era lì che penzolava.
Morto, impiccato, in mezzo alla stanza.
"Andiamo via, andiamo via, presto!" presi la mano del Generale e senza guardarmi indietro, corsi a perdifiato fino alla macchina.

[Guisgard]

Raspon rise forte.
"Siete romantici vedo..." disse divertito "... non me l'aspettavo da te!" A Herbert.
"Gwen mi ha cambiato." Questi.
"Si, ma voglio sapere di più..." sedendosi a tavola Raspon "... a letto? Com'è a letto?" Ridendo ancora, metre Herbrt spostava la sedia per far sedere Gwen. "Avanti voglio sapere com'è il sesso tra voi!" Gurdando Gwen.
Intanto, alla fattoria, davanti a quello spettacolo Destresya corse via tirandosi dietro il Generale.
Salirono in auto e partirono.
"Quel posto era un Inferno..." il Generale "... la follia a volte è inesorabile..."

[Lady Gwen]

Nel mentre che ci sedevamo a tavola, la domanda di Raspon mi infastidì come avevano fatto ben poche cosa, fin'ora.
Avrei voluto infilzarlo con tutte le posate che c'erano a tavola.
Guardai Herbert, poi di nuovo Raspon.
"Beh all'inizio di un matrimonio è sempre tutto più bello, resta da vedere se lo rimane anche dopo, no?" con un sorriso divertito.
"Dunque, essendo la prima settimana, non possiamo proprio lamentarci..." dissi senza problemi.
Se mi fossi scandalizzata per la sua domanda, probabilmente Raspon avrebbe insistito ancora, dunque speravo che si fermasse qui senza andare oltre.

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[Destresya]

Iniziai a guidare, restando in silenzio per lunghi minuti, incapace di togliermi quelle scene dalla testa.
"Sì, è vero.." annuii poi "...speriamo solo che non sia contagiosa!" sospirai.
Continuai a guidare, ancora e ancora.
Volevo andare via, mettere più strada possibile tra noi e la casa.
"Andiamo al meterorite!" dissi poi.
Non avevo fatto che pensarci, tanto valeva andare a vederlo.

[Guisgard]

Raspon rise in modo volgare e Herbert, capendo come la stuazione mettesse a disagio Gwen, temendo che lei potesse tradire la loro copertura prese una bottiglia da un grosso baule e la stappò.
"Questo è un vino unico..." disse riempiendo i loro 3 bicchieri "... brindo al nostro incontro.. ed alla nostra meta... a proposito... dove siamo diretti?"
Raspon rise ancora una volta.
"All'inseguimento di una nave!" Esclamò.
Nello stesso momento l'auto di destresya e del Generale sfrecciava lungo il sentiero, sempre più lontana dalla fattoria degli orrori.
"Si, andiamo a vedere quel meteorite."
Arrivarono dopo un'ora alla caserma dei militari.
Ma qui c'era confusione.
Dopo un pò capirono il perchè: il meteorite era scomparso, forse rubato.

[Lady Gwen]

Herbert pensò bene di concentrare l'attenzione su un brindisi e la risposta di Raspon mi lasciò perplessa.
Inseguimento di una nave, decisamente un programma niente male, non c'era di che.
A quel punto, mi estromisi dalla conversazione, lasciando che fossero loro a parlare.

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[Guisgard]

"Una nave..." disse perplesso Herbert "... che nave? E perchè?"
"Quante domande..." mangiando Raspun, insozzandosi tutte le mani mentre puliva il pesce "... una nave... non ha bandiere, nè un nome..."
"E' uno scherzo?"
"Ti pare io sia uno che scherza?" Fissandolo Raspun. "A te sembra che io ami gli scherzi, ragazza?" Rivolto a Gwen.

[Destresya]

"Rubato.." sussurrai, quando compresi che cosa era successo.
"Come possono rubare un meteorite!!! Voglio dire, non è certo un gioiello che lo metti in tasca!" sconvolta.
Eravamo in machina, nascosti i più possibile dal via vai di gente.
"E ora che facciamo?" guardandolo "Dobbiamo avvicinarci per trovare la chiave!" mormorai "Serve un piano!".

[Lady Gwen]

Anche Herbert cadeva dalle nuvole.
Anche lui era rimasto sorpreso dal programma di Raspon, il quale sembrò avere altro per la testa, più che rispondergli.
Poi, si girò verso di me.
"Perdonatemi, non sono una donna di mare, così da definirlo" risposi solo.

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[Guisgard]

"Bisogna capire" disse il Generale a Destresya "chi ha rubato il meteorite. Aspetteremo faccia buio..."
Rstarono cosìa lungo, in auto, nascosti verso uno dei mgazzini abbandonati de porto.
Il pomeriggio trascorse lento.
"So che ti annoi, ma è il solo modo..." lui a lei.
Intanto, sulla nave, Raspon rise forte al quella risposta di Gwen.
"Sono certo che Herbert ti insegnarà a navigare!" Ridendo ancora.
"Insomma, mi stai trascinando in un inseguimento di cui non so nulla." Herbert. "Perchè tanto segreto?"
"Lo scoprirai a tempo debito." Annuendo Raspon.

[Lady Gwen]

Sorrisi per circostanza, continuando tranquillamente a mangiare.
Però Herbert aveva ragione.
Era stato trascinato in qualcosa di cui non aveva idea e ovviamente lui, visto che soggetto era, non se ne stava preoccupando, anzi.
Non aveva nemmeno intenzione di spiegarsi, rimandando tutto a "tempo debito".
Bell'affare davvero...

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[Destresya]

Lo guardai sorridendo.
"Annoiarmi, scherzi? Guarda che è tutto così decisamente poco noioso quando sono con te..." mi voltai verso di lui e allungai una mano per sfiorare la sua, guardandolo con un sorriso.
"Non faccio che pensare a quelle parole della donna... secondo te che cosa avrà voluto dire? Non dall'alto ma dal basso? Non riesco a darmi pace!" pensierosa.

[Guisgard]

La cena proseguì tra una portata e l'altra, con Raspon tutto intento a narrare delle sue imprese piratesche e romantiche, sebbene i suoi rapporti con le donne erano più che altro abusi e stupri.
Verso la fine del pasto si scolò un paio di bottiglie e ubriaco se ne andò sul ponte, dopo aver rivolto a Gwen diverse occhiate lascive.
Nel frattempo, in una zona isolata tra il porto e la caserma dei militari, Destresya e il Generale avevano parcheggiato in attesa di poter agire.
"Non lo so..." disse lui mentre lei sfiorava la sua mano "... sono stato molto tempo rinchiuso nella Zona Atea e lì cncetti di basso ed alto, lontano e vicino, giorno e notte sono del tutto irrilevanti..." fissando le loro mani "... è un gesto d'affetto, vero? O significa altro?" Guardandola.

[Lady Gwen]

Mandai giù il cibo a fatica, i discorsi di Raspon erano rivoltanti e insostenibili.
Avrei davvero voluto vederlo penzolare da qualche forca...
Finalmente se ne andò, quasi del tutto ubriaco ed evitai di soffermarmi sulle occhiate che mi lanciò.
"Pensavo non avremmo finito mai, stasera..." mormorai ad Herbert, sospirando.

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[Guisgard]

"Si, credo sarà un lungo viaggio..." disse accigliato Herbert guardando la porta da dove era uscito Raspon "... mi chiedo solo dove ci condurrà... detesto navigare senza una meta..." fissando Gwen "... tu come stai? Essere allo stesso tavolo di Raspon deve essere disgustoso per una donna... immagino ti sia pentita di essere rimasta a bordo... come darti torto..." bevendo.

[Lady Gwen]

"Sì, capisco che sia stato un tiro mancino per te..." commentai.
Poi, riflettei sulla sua domanda.
"C'è tanta gente pessima al mondo, ma non dobbiamo pentirci di essere su questa Terra... Non per questo, almeno..." risposi, guardandolo.
"E comunque stavo di certo meglio in cabina..." sarcasticamente.

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[Destresya]

Gli sorrisi a quelle parole, era la seconda volta che provava a chiedere il significato di prendersi per mano.
Lo fissai intensamente e poi mi sporsi verso di lui.
"Sbaglio o ti avevo detto che avresti dovuto scoprirlo da solo?" guardandolo intensamente negli occhi "Secondo te che cosa significa?" accarezzandogli dolcemente la mano con un sorrisetto enigmatico.

[Guisgard]

"Ah, ti ringrazio..." disse sarcastico Herbert "... almeno so che la mia compagnia vale più di quella di Raspon..." fissando sarcastico Gwen.
Nello stesso momento, Destresya e il Generale erano ancora in auto.
Lui non dise altro e prese la mano di lei, cominciando ad accarezzarla, lentamente, risalendo poi lungo il braccio, quasi facendole dei grattini, lasciando lunghi brividi sulla sua pelle.

[Lady Gwen]

Lo guardai divertita, mentre gli punzecchiavo affettuosamente il braccio.
"E come mai lo dici con quel tono? Ti sorprende?" con tono sornione.
"Bah..." aggiunsi, con altezzosità.

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[Guisgard]

"Beh, ma è normale..." disse lui fissando Gwen "... no? Dopotutto tu sei la ricca signora, l'ostaggio conteso ed io solo un criminale che ti ha rapito e che tu disprezzi, giusto?" Pizzicandole il braccio per farle il verso.

[Destresya]

Lo fissai negli occhi, intensamente, seguendo ogni gesto della sua mano, ogni movimento, tutto.
Era un tocco dolce, delicato, leggero, così complice.
Sentivo un lungo fremito lungo tutta la schiena a quel tocco.
"Ti piace?" sussurrai, pianissimo, guardandolo negli occhi.

[Lady Gwen]

Ridacchiai spontaneamente quando mi restituì il pizzico al braccio.
"Io insisto a dire che mi sembra una trama da romanzo..." commentai sorridendo, mentre avvicinavo un po' il mio viso al suo.

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[Guisgard]

"Si..." disse il Generale continuando ad accarezzare lentamente il braccio di Destresya "... hai la pelle liscia... morbida... così fate voi terrestri quando vi piacete?" Fissandola. "E poi? Come continuate?" Senza smettere.
Nel frattempo sulla nave Gwen era rimmasta sola con Herbert.
"Davvero?" Lui. "anche se io non sono affatto il tipico Eroe da Romanzo? Come i tanti divi che vanno tanto al Cinema oggi? Come Clark Gable, Errol Flynn e Guigard?" Divertito e con tono provocatorio.

[Lady Gwen]

Sorrisi divertita.
"Io invece ti ci vedrei bene..." risposi "Lo pagherei di sicuro il biglietto per vederti al cinematografo..." Aggiunsi poi, sfiorandogli il mento e osservando i suoi occhi scuri, così diversi da quelli di Elv, più "limpidi" e onesti dei suoi, meno nebulosi e di sicuro più morbidi delle iridi sbeccate, frastagliate del capitano pirata.

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[Destresya]

"Generale..." ridacchiai divertita mente continuava ad accarezzarmi il braccio "Mi stai dicendo che ti piaccio?" guardandolo negli occhi mentre lui continuava ad accarezzarmi il braccio con una mano e io con l'altra cercavo la sua rimasta sola per accarezzarla con le dita.

[Guisgard]

Herbert restò a fissare Gwen mentre gli parlava e gli sfiorava il mento.
"Beh..." disse pianissimo Herbert "... allora potremmo andarcene in cabina... e giocare a quel romanzo magari..." guardandola negli occhi.
Nello stesso momento Destresya e il Generale erano ancora in auto.
"Si... mi piaci..." lui senza smettere di sfiorarle il braccio.
Poi si portò quel braccio alla bocca e cominciò a baciarlo piano, delicatamente.
Iniziò allora a sfiorarlo con la punta della lingua, guardando Destresya negli occhi.

[Destresya]

L'atmosfera si faceva sempre più calda e intrigante.
Quelle carezze mi provocavano lunghi brividi intensi, e poi quei baci, quella lingua sulla mia pelle, per poco non mi fece sussultare di piacere.
Alle sue parole, però, i miei occhi si spalancarono e sorrisi, fissandolo intensamente.
Per tutta risposta mi chinai su di lui, sfiorai la maschera e poi lo baciai, dolcemente, sulle labbra, socchiudendo gli occhi per trattenere quell'emozione improvvisa.
"Anche tu.." sussurrai poi, con le labbra sulle sue.

[Lady Gwen]

Il mio sorriso si tinse di rinnovata malizia, sentendo le sue parole ed il tono con cui le pronunciava.
Beh, dovevo averlo cambiato per davvero, alcune ore fa non si sarebbe mai sognato di trovarsi in tali circostanze con me, o forse sì ma non lo ammetteva.
Ora, invece, era tutto decisamente alla luce del Sole, anzi della Luna, nel nostro caso.
Meglio così, in ogni caso.
"Direi che è un'ottima idea..." risposi, col medesimo tono, resistendo alla tentazione di baciarlo per non rovinare ciò che mi aspettava una volta tornati in cabina.

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[Guisgard]

Destresya si avvicinò e lo baciò attraverso la maschera.
Lui allora la guardò e senza dire nulla la prese fra le braccia e la baciò a sua volta.
Ma durò solo un attimo quel bacio.
"Questa dannata maschera..." disse "... mi impedisce di sentire il tuo sapore... quello delle tue labbra..." fissando Destreya.
Intanto, sulla nave, Gen aveva accettato la provocante e maliziosa proposta di Herbet.
Lui la prese per mano e si avviarono verso la cabina del capitano.
Qui lui accese una lampada, dalla luce calda, opace e bassa, mentre dall'oblò si vedeva il riflesso della Luna sulle onde del mare calmo.
"Che titolo diamo a questo romanzo?" Herbert sorridendo a Gwen.

[Destresya]

Quel bacio, rubato, velato, sembrava quasi proibito, vista la maschera che lo ricopriva.
Sospirai, guardandolo negli occhi.
"Lo so..." accarezzandogli il viso "Ma troveremo la chiave, ormai siamo così vicini.. il meteorite era qui, tu sei arrivato da qui, non può essere lontana!".
Lo guardai negli occhi per un altro istante, e poi mi rifugiai tra le sue braccia, che per lo meno non erano coperte da niente.
"La troveremo..." mormorai, cercando di pensare a un piano.

[Lady Gwen]

Mi prese per mano e ci dirigemmo verso la cabina.
Lì, lui accese una lampada, dalla luce soffusa, mentre fuori il riflesso della Luna illuminava le onde.
Sorrisi mentre mi poneva quella domanda.
"Sorprese " risposi "Come le tante che ci sono state da quando sono qui..." con divertita e civettuola malizia.

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[Guisgard]

Destresya si lanciò fra le braccia del Generale e lui la strinse al suo petto.
Restarono così per un lungo istante, fino a quando dei passili destarono.
"Aspetta qui..." disse lui a lei.
Allora l'alieno scese silenziosamente dall'auto e si nascose dietro un'alta palma.
Da qui vide arrivare un soldato.
Rapidissimo lo raggiunse alle spalle, immobilizzandolo e disarmandolo.
Lo portò contro un muro e lo interrogò, riuscendo a strappargli le informazioni che voleva. Poi lo accoppò e lo abbandonò in quella viuzza isolata.
Tornò allora in auto da Destresya e le fece cenno di andare.
Nel frattempo, sulla nave, Gwen e Herbert erano tornati nella cabina di lui.
Il capitano prese una bottiglia di vino e la stappò.
"Questo vino..." ripempiendo 2 bicchieri "... mi fu donato da una vecchia zingara... credeva avessi salvato sua nipote da dei negrieri..." porgendo un bicchiere alla ragazza "... in realtà la ragazza era fuggita da sola tuffandosi in mare... chissà se raggiunse mai la terraferma..." guardando Gwen "... pare però che questo vino sia stato fatto con il sangue di un antico tiranno... magari è vero..." intingendo 2 dita nel suo bicchiere, per poi passarle sul collo di lei "... e forse è un vino maledetto, proibito..." massanggiando la pelle bagnata di lei lungo il collo, scendendo poi a sfiorare la scollatura del suo abito "... chissà che non renda davvero folli gli uomini ele donne..." senza smettere quel massaggio.

[Lady Gwen]

Stappò una bottiglia di vino e tutta la storia che mi raccontò mi sembrò ancora più assurda di quella di Bert, quella sera a cena.
Presi un sorso dal bicchiere che mi porse, poi mi voltai a guardarlo sentendo una strana sensazione.
Aveva intinto due dita nel liquido scarlatto e lo aveva sparso sul mio collo e sulla scollatura.
Guardai la sua mano che si muoveva sulla mia pelle e guardai lui, il bicchiere fermo a mezz'aria.
Era decisamente una prima volta interessante, non mi era mai capitato qualcuno che facesse una cosa così, ma ero curiosa di vedere fin dove sarebbe arrivato.
Oltretutto, le sue mani sul mio collo, intinte in quel liquido, mandavano alla mia pelle e la mia schiena forti brividi e non avevo intenzione di farlo smettere.
"E tu, hai bisogno di diventare folle, stanotte?" mormorai, un sopracciglio inarcato e alcun segno di timore o pudore sul viso e nello sguardo.

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[Guisgard]

La mano di Herbert, con le dita bagnate di quel vino rosso scuro, continuava a sfiorare il collo nudo di Gwen, scivolando poi piano, lenta lungo il petto scoperto fino alla scollatura, lambendo, ma senza insistere, la piega fra i seni di lei.
Lui la guardava negli occhi, con il suo sguardo scuro, lucido, profondo e misterioso.
"Magari mi riferivo a te..." disse pianissimo.

[Lady Gwen]

Le sue dita bagnate di vino continuarono ad accarezzare la mia pelle, fino ad inoltrarsi nella scollatura, provocandomi altri brividi.
"Beh siamo comunque in due qui, no?" con sorriso sornione, mentre i suoi occhi lucidissimi bruciavano alla luce della lampada.

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[Guisgard]

Herbert la guardò e non disse nulla.
Allora portò, lentamente, il dito lungo la piega della scollatura di Gwen, per poi spingerlo più giù, scendendo fin tra i suoi seni, senza mai spostare i suoi occhi da quelli della ragazza.
"Si, siamo in due..." disse e la baciò.
In un attimo le sue labbra intrappolarono con ardore quelle di Gwen, cominciando a succhiarle, ad avvolgerle, ad assaporarle con bramosia.
Gwen si ritrovò incatenata alle forti braccia di lui, contro il suo petto forte e robusto, mentre le loro labbra prendevano fuoco, confondendosi le une nelle altre, in modo sempre più sfrenato.
"Se vuoi vedermi pazzo..." lui sulla bocca e contro la lingua di lei "... allora perchè non ti spogli?" Senza smettere di baciarla con impeto e trasporto.
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[Destresya]

Restai a guardare tutta la scena in macchina.
Il Generale si muoveva con rapidità, sapeva il fatto suo, come se avesse fatto quelle cose decine di volte.
E probabilmente era così.
Dopotutto mi aveva detto di avere un passato discutibile.
E io non ne avevo uno altrettanto torbido?
Ah no, era il mio presente, ma dettagli.
Quando tornò in macchina e mi disse di partire obbedii immediatamente.
"Ma dove stiamo andando?" chiesi poi, perplessa, guardandolo "Che hai scoperto?".

[Lady Gwen]

Continuò ancora, andando in fondo e facendomi sospirare.
Quelle parole e poi mi baciò.
Avevo aspettato quel momento da quando era uscito prima della cena e ora potevo sfogare in quel bacio tutto il desiderio che sentivo.
Mi sentii totalmente avvolta dalle sue braccia e dalle sue labbra e quel desiderio si faceva sempre più sfrenato, tanto che quel bacio mi portò spesso a gemere, tanto era il godimento che ne ricavavo.
La sua richiesta suonava invitante, sì, ma in quel momento il pensiero di dover mettere un freno a tutto quello mi sembrava una follia.
Mi dissi comunque che ciò avrebbe dato il via a giochi ben più interessanti e fu l'unica motivazione che mi convinse ad accontentarlo.
Mi staccai allora da lui, cercando i suoi occhi neri nella penombra.
Iniziai a sbottonare il vestito sulla schiena, prendendomi il tempo necessario per farlo.
Lo tolsi del tutto e rimasi in intimo.
Alla fine, tolsi anche quello e raggiunsi il letto, rimanendo a guardarlo.

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[Guisgard]

L'auto partì rapidamente.
"Più lontano possibile da qui..." disse il Generale a Destresya "... la chiave non è più qui..." lui a lei "... hanno studiato il meteorite e quello si è disghegrato... era prevedibile, non poteva resistere alla densità dell'atmosfera terrestre... la chiave invece è stata sottratta... rubata..."
Nel frattempo, nella cabina di Herbert, lui e Gwen erano insieme.
Lei cominciò a spogliarsi piano, mentre il bel capitano la fissava sorseggiando un pò di quel vino da un bicchiere.
Gen man mano si spogliava sentiva lo sguardo caldo di lui su tutto il suo corpo.
La fissava con un'spressione che sembrava non conoscere pudore, morale.
Quando lei restò completamente nuda lui posò il bicchiere e si avvinò, continuando a guardarla.
Allora posò una mano sul seno di lei, piccolo ma sodo e perfetto, accarezzandolo piano e stringendolo piano fra le dita.
La baciò di nuovo, stringendola a sè, con tutto l'ardore che le sue labbra conoscevano, mentre la sua mano scivolava fra le cosce di Gwen, cominciando a toccarla, piano, dove era più sensibile e calda.

[Lady Gwen]

Avevo sentito per tutto il tempo il suo sguardo su di me, mentre sorseggiava il vino.
Poi, mi aveva raggiunta, aveva iniziato ad accarezzare il mio seno, aveva ripreso a baciarmi, ristabilendo finalmente quel contatto e la sua mano era scivolata fra le gambe.
Gemetti sulle sue labbra, mentre non smettevo mai di assaporarle e stringevo forte i suoi capelli per dare sfogo al piacere.
Dovevo ammettere che, stranamente, con lui era stato diverso.
Era stata una circostanza ben strana, rispetto alle mie usuali conquiste, non mi aveva sfiorata parecchio il pensiero di noi due insieme, ma forse era questo a renderlo particolare.
Il fatto che fosse stato inatteso, improvviso, il fatto che lui mi detestasse così tanto.
O forse, detestava di desiderarmi già.
Era possibile?
Chi poteva dirlo...
Sapevo solo che non mi sarei risparmiata, questa notte.

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[Destresya]

"Rubata?" non potei che essere sconvolta a quelle parole.
"E chi diavolo ruba una chiave aliena??" dovevo pensare, pensare! E intanto continuavo a guidare.
"Insomma, cosa se ne fanno!" sospiravo, scuotendo la testa.
Poi assimilai l'informazione forse ancora più assurda.
No, senza forse.
"Un momento, il meteorite scomparso hai detto? Disintegrato?" spalancai gli occhi "Non capisco, com'è possibile???" non capivo più un accidenti di niente di quella storia.
Continuavo a guidare, guidare.
"E noi che diavolo facciamo adesso?" avevo solo domande e nessuna risposta.

[Guisgard]

"Il meteorite" disse il Generale a Destresya "era solo un involucro, una copertura... normale si disintegrasse una volta giunto sulla Terra... ma ora dobbiamo penare alla chiave... essa arrivando qui avrà assunto una forma particolare, che di certo ha attirato i ladri... quindi qualcosa che qui è ritenuto prezioso..."
Nelllo stesso istante, in quella cabina, Gwen e Herbert si stavano abbandonando ad un reciproco piacere che sembrava destinato a farli davvero impazzire.
Lei era tutta nuda, stretta a lui che la baciava, toccandole il seno con una mano, quasi massaggiandolo piano e in modo sensuale, mentre teneva l'altra mano fra le gambe della ragazza.
Lei era come in una morsa di puro piacere.
Le sue labbra e la sua lingua erano incatenate all'ardente bocca di Herbert e in basso la mano di lui, con le sue dita affusolate e audaci cominciavano a farla impazzire sempre di più.
Ad un tratto Gen si sentì sollevata di colpo.
Herbert la prese in braccio, senza smettere di baciarla, per poi metterla sul letto.
Le divaricò le gambe e iniziò ad accarezzarle l'interno cosce.
Allora si chinò fra le sue gambe, cominciando a baciarle il sesso.

[Lady Gwen]

Era una morsa, questo era il termine perfetto per descrivere ciò che stavo provando in quel momento.
Il godimento mi reclamava da ogni parte, lui puntava a farmi impazzire sempre di più, ce aveva già detto e non c'era alternativa se non quella di cedere.
All'improvviso, mi fece stendere sul letto, mettendo fine a quell'assaggio di ciò che sarebbe presto nato fra noi.
E il prosieguo non si fece attendere.
Sentii all'inizio le sue carezze sulla pelle sensibile, poi persi definitivamente la testa ai suoi baci peccaminosi e lussuriosi.
Mi sentii me stessa di nuovo, ancora una volta, non avrei mai potuto rinunciare al piacere, al godimento, mai.
Ed espresso ogni singola sensazione attraverso i gemiti che fuoriuscivano spontaneamente dalle mie labbra, mentre stringevo forte le coperte ed il fuoco mi avvampava con violenza il volto.

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[Guisgard]

Lei era stesa sul letto, stringendo le lenzuola nelle mani per cercare di resistere e sopportare quel piacere sempre più crescente, più caldo e profondo.
Lui era chino fra le sue gambe, facendola impazzire con la bocca e con la lingua.
Si erano scontrati, punzecchiati, provocati e forse disprezzati.
Ma ora erano uniti in quell'intimità assoluta.
"Gwen..." disse lui senza smettere di assaporare il sesso di lei "... mi fai impazzire... sei un'ossessione..." senza smettere, col rumore della sua lingua umidache svelta tormentava la ragazza dove non aveva difese "... parlami... di qualcosa... fammi sentire come godi..." senza smettere e tenendo con le mani salde e robuste le gambe di lei ben aparte.
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[Lady Gwen]

Era insopportabile, ma ne volevo sempre di più, ancora.
Rischiavo quasi di strappare le lenzuola, per quanto stringevo e tiravo con le dita e le unghie, in preda a quel furore folle che ci assaliva.
Non capivo davvero cosa fosse scattato fra noi, all'improvviso, ma non volevo fermarlo.
Nel bel mezzo di quell'estasi, riuscii ad afferrare e sorridere per quelle parole.
Già, un'ossessione.
Spesso mi era stato detto, al termine di folli notti di ardore da visi e labbra diversi e ogni volta era splendido, come fosse stata la prima.
Ciò che uscì dalle mie labbra poco dopo, invece, furono calde e soffuse parole di passione a lui rivolte, ma fu soprattutto il suo nome, che pronunciai infinite volte e che, ero certa, avrei pronunciato ancora, quella notte.

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[Destresya]

Non risposi per lunghi istanti, restando in silenzio a pensare.
"Qualcosa di prezioso che ha valore per gli uomini..." continuavo a ripetere nella mia mente.
Poi ebbi un'intuizione.
"L'occhio del Coguaro!" esclamai!
"Ma certo, è apparso quando è apparso il meteorite, no?" parlando a me stessa più che al Generale.
"C'è qualcosa di me che non ti ho raccontato, ricordi quando ti ho detto che dovevi fidarti di me ciecamente senza fare domande, ecco c'era un motivo, non sono una semplice governante, sono in missione segreta per conto di un'organizzazione e sto cercando proprio questo manufatto. Non so, magari è solo una coincidenza, ma magari invece no e vale la pena indagare. È l'unica cosa che mi viene in mente, altrimenti potrebbe davvero essere qualunque cosa!" sospirai.
Poi corrucciai la fronte e mi voltai verso di lui.
"Ma adesso perchè stiamo scappando il più lontano possibile dalla base?" avevo eseguito quel comando senza riflettere ma ora non mi sembrava molto sensato, a meno che non mi sfuggisse qualcosa.

[Guisgard]

L'auto correva via nella notte, lontano dalla caserma e dal villaggio.
"Perchè ho accoppato un militare e presto lo troveranno." Disse il generale a Destresya. "L'Occhio del Coguaro..." ripetè "... non immaginavo avessi una doppia vita..." sorridendo "... forse questo manufatto di cui parli potrebbe essere la chiave..."
Nel frattempo, della cabina di Herbert, lui e Gwen si erano abbandonati ai fiumi della passione.
Lei era completamente nuda sul letto, mentre il bel capitano, inginocchiato, stava chino fra le gambe della ragazza, facendola letteralmente impazzire.
Più volte Gwen pronunciò, fra sussurri e gemiti soffocati, il nome di lui, mentre Herbert non cessava di farle sentire la sua lingua calda ed ardita detro di lei.
Ogni volta era un lungo brivido, sempre più veloce, più ardente, più profondo.
Vampate di fuoco avvolgevano il volto di lei, mentre nel basso ventre sentiva come una guerra, un tumulto,un sussulto.
Si sentì sciogliersi letterlamente, perdere ogni controllo e difesa, come se stesse per impazzire davvero.
Fino a quando non potè più resistere e la voglia, il bisogno disperato di avere quell'uomo interamente dentro di lei fu insopportabile.

[Lady Gwen]

Non ero più me stessa.
Ero puro piacere, pura follia, totale e disarmante.
Non opponevo alcuna resistenza a quella pazzia che mi stava trascinando nell'oblio.
Il fuoco mi stava consumando interamente, non c'era una sola parte di me che non fosse ormai bruciata, partendo dal basso ventre fino al mio viso incandescente.
Ed era meraviglioso, ma insostenibile, temevo davvero di andare a fuoco e non sarei riuscita a resistere.
Quel desiderio si era fatto troppo urgente per trattenerlo ancora.
Cercai infatti il viso di Herbert, aspettandomi di trovarlo stravolto esattamente come il mio e in un attimo iniziai a spogliarlo, senza aspettare.
"Ti voglio, ora" ansimai, vicinissima al suo volto, impaziente e ormai fuori controllo, come fosse un ordine.

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[Destresya]

Schioccai le dita, ridacchiando.
Mi era sfuggito quel "piccolo" dettaglio.
"Oh giusto, in effetti è un buon motivo per scappare!" ridacchiai.
"Sì, ho una doppia vita.." lanciandogli un'occhiata divertita.
Mi piaceva che lo sapesse, a dirla tutta.
"Non ho molte indicazioni su questo manufatto, ma è l'unica cosa che mi viene in mente ma non saprei da dove cominciare a cercare, tu hai qualche idea? La tua chiave non ha un localizzatore alieno o qualcosa del genere?" azzardai, con un lieve sorrisetto.

[Guisgard]

Gwen perse ogni controllo e si alzò verso di lui, cominciando a spogliarlo in modo frenetico.
Anche Herbert era ormai al limite e aiutò la ragazza a levarle i vestiti.
In breve furono così entrambi nudi.
Lui si stese sopra di lei, baciandola con passione e stringendole con una mano il seno sodo, con l'altra mano invece accarezzava fra le sue gambe.
Allora portò le cosce della giovane a congervi i fianchi, senza smettere di baciarla con impeto, cominciando a possederla.
In un attimo furono una cosa sola, rigirandosi fra le lenzuola, godendo l'uno dell'altra e facendo l'amore forte, a lungo.
Intanto, l'auto di Destresya e del Generale, percorreva rapida la distanza fra il villaggio e la villa di Barber.
"Se sono stato trasportato qui dalla Zona Atea" disse lui "allora significa che la chiave si trova su quest'isola. Probabile che possa trattarsi del manufatto di cui parli. Dobbiamo rivoltare la villa come un guanto."
Dopo un pò arrivarono alla villa.

[Lady Gwen]

Mi agevolò mentre lo spogliavo, essendo anche lui ormai al limite.
Un attimo dopo, finalmente ci ritrovammo insieme nudi fra le lenzuola, avevo atteso questo momento tutto il tempo disperatamente e benchè non fosse una condizione nuova per me, fu una delle sensazioni più belle e liberatorie mai provate prima.
La sensazione delle sue mani su di me, del suo corpo statuario che veniva accolto dal mio e poi insieme ci univamo, con passione ardente, per tutta la notte.
Era tutto più intenso, più travolgente e non sapevo spiegare perchè, ma sapevo che mi piaceva da impazzire.

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[Destresya]

"Sì hai ragione..." pensierosa, mentre guidavo e pensavo agli assurdi intrecci di tutta quella storia.
"Forse so da dove iniziare a cercare!" gli dissi mentre parcheggiavamo la macchina.
"Vieni!" gli feci cenno di seguirmi mentre mi dirigevo verso la biblioteca.

[Guisgard]

Arrivarono alla villa.
"Si, allora cerchiamo nella biblioteca." Disse il Generale a Destresya.
Era ancora notte alta e la Luna scintillava pallida e silenziosa.
I 2 entrarono in casa e in silenzio raggiunsero la biblioteca.
Qui tra ampie mensole cariche di libri diogni genere cominciarono a cercare.
Per un'ora intera spostarono testi vecchi e nuovi, svuotando interelibrerie, ma senza trovare nulla.
"Non troveremo mai la chiave fra questi libri..." il Generale "... no, se è qui allora vi è un nascondiglio particolare, segreto..." guardandosi intorno "spostiamo le librerie, forse sulle pareti troveremo qualcosa..."
Cominciarono così a spostare le varie librerie, fino a mostrare le pareti adesso scoperte.
E Destresia notò un segno alla base di una parete, simile ad una forma rettangolare.
Intanto, nella cabina del capitano, Gwen e Herbert si erano abbandonati a quella notte di travolgente passione.
Fecero l'amore a lungo, in più modi, trovando ogni volta un godimento estremo.
Herbert fece inginocchiare Gwen contro la spalliera del letto, stringendola da dietro e tenendola per i seni, prendendola in questa posizione e facendole sentire tutta la sua virilità e il desiderio per lei.
Così, dopo lunghi sussulti, gemiti e grida dipiacere, raggiunsero insieme il piacere, folle e incontrollato, con lui che le stringeva i seni quasi a farle male, e donandole tutta la sua foga maschiolina.
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[Destresya]

"No, non è proprio la biblioteca!" gli dissi, divertita, mentre gli facevo strada.
Così gli raccontai ogni cosa, il mio arrivo alla villa, la scoperta del passaggio segreto e tutto quello che avevo sentito al suo interno.
"Non può certo essere un caso, non credi?" guardandolo intensamente, dopo avergli spiegato tutti i dettagli.
Una volta nella stanza, azionai lo stesso meccanismo e trascinai il generale all'interno del passaggio segreto.

[Lady Gwen]

Ogni secondo che passava, quella foga aumentava sempre di più, in modo estremo e folle.
Nessuno di noi due avrebbe facilmente dimenticato questa notte, né ora né in tutti gli anni a venire.
La sua passione ed il suo ardore erano impareggiabili e riuscivamo a fonderci come non avrei mai pensato.
Raggiungemmo più volte il massimo di quel godimento assoluto e la complicità fra noi arrivò letteralmente alle stesse.
Ogni problema, ogni affanno, ogni ansia o angoscia, spariva, come col tocco di una spugna ed io non riuscii a pensare ad altro, se non a noi e a lui.

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[Guisgard]

Destresya ignorò la forma rettangolare ai piedi della parete e azionò il passaggio segreto, portando così il Generale in quel posto.
Era buio e lo percorsero tutto, fino ad arrivare ad una porta di ferro chiusa.
"Non la smuoveremo mai..." disse lui a lei.
Intanto, nella cabina di Herbert, lui e Gwen avevano raggiunto ancora una volta il massimo piacere.
"Ohhhh... uhh..." col respiro rotto il bel capitano "... ohhh Gwen..." lui restando ancora dietro di lei stringendola al suo petto "... uhhhh..." per quell'orgasmo sfrenato.
Allora si lasciò cadere sul letto e la tirò a sè, baciandola dolcemente ora.

[Lady Gwen]

Quel gioco sfrenato continuò ancora a lungo, finché i nostri gemiti si fusero in uno solo e potemmo date sfogo al godimento più alto.
Non sapevo quanto tempo fosse passato, ad essere onesta non mi importava, potevano essere ore o secoli, non era importante.
Ciò che importante, era l'espressione sul suo viso, bellissimo adesso, ancor più di prima, mentre mi tirava a sè e mi baciava dolcemente.
Ricambiai quel bacio, stringendo sempre il suo volto fra le mani e beandoni del suo profumo.
"Sei ancora più bello, ora, capitano..." sussurrai, sorridendo.

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[Guisgard]

"Tu lo sei..." disse Herbert giocando piano con le labbra su quelle di Gwen "... tu..." guardandola negli occhi verdi.
Allora la strinse a sè, contro il suo petto, dove lei poteva sentire il respiro di lui ed il suo cuore che batteva ancora forte.
"Dimmi cosa pensi..." giocando con i capelli della ragazza.

[Destresya]

"No hai ragione..." mormorai davanti alla porta chiusa che non avevo notato la pirma volta che ero giunta lì.
"Ci serve la chiave..." sfiorando la serratura delicatamente "Deve pur essere da qualche parte!".
Mi lasciai cadere a terra, con la schiena lungo il muro e le ginocchia al petto, cercando di riflettere su ogni singolo dettaglio di quegli ultimi giorni.
Poi me ne tornò alla mente uno.
"Prima che gettassimo la spugna in biblioteca avevo visto una forma rettangolare vicino a una parete, ma lì per lì non le ho dato peso, come una stupida... magari invece era importante, e io sono una cretina. Dovremmo tornare a cotrollare?" guardandolo dal basso.
Mi sentivo davvero una stupida, ma che cavolo mi era preso?

[Lady Gwen]

Sorrisi con aria civettuola, mentre lui giocava sulle mie labbra ed io reclamavo un altro bacio.
Mi strinse ancora di più a sè e sentii il battito forte e rampante del suo cuore rimbombare dopo tutta quella foga.
Iniziò poi a giocare coi miei capelli.
"Non è stata male come prima notte di nozze, visto che siamo sposati solo stamattina..." mormorai, ridacchiando coi nostri visi vicini.

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[Guisgard]

Il Generale aiutò Destresya a rialzarsi einsieme tornarono nella biblioteca.
Guardarono allora la misteriosa forma rettangolare sul pavimento.
"Mi chiedo cosa significhi..." disse pensieroso lui "... è solo un caso, formatisi lì per l'umidità... o nasconde qualcosa?"
Nello stesso mento, in quella cabina, Gwen e herbert avevano sfogato quel desiderio forse accumulato da molto prima.
Lui rise.
"Si, come prima notte di nozze non è male..." divertito "... e non sarà neanche difficile divorziare, visto che tu sei già sposata." Facendole l'occhiolino.

[Destresya]

Presi la sua mano e tornai con lui nella biblioteca, per esaminare quella macchia.
"Vieni guardiamola meglio!" mormorai, chinandomi.
E iniziai a premerla, sperando che magari, come il quadro, nascondesse qualche nascondiglio segreto.
O magari era sperare troppo!

[Lady Gwen]

Ridacchiai.
"Beh, saremmo fuori legge, la bigamia non è concessa..." dissi sarcasticamente.
"Ma non voglio pensare a nulla di tutto ciò, adesso..." il mio tono di voce si abbassò gradualmente, nel frattempo che io rimanevo stretta a lui e mi godevo quella vicinanza inebriante che mi piaceva da impazzire.
"Pensavo che, forse, non mi è mai capitato di provare tutto questo, fin'ora... Era qualcosa che finiva lì, con l'appagamento di un orgasmo e tutto tornava buio, freddo, angosciante, come se ciò che c'era stato prima non fosse mai successo... Come se non riuscissi a sentirmi davvero "piena", ma solo tanto vuota..." decisi di esternare quelli che erano i miei veri pensieri, in quel momento.

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[Guisgard]

Destresya provò a premere su quella forma, ma non accadde nulla.
"Sembra un segno..." disse il Generale "... lasciato da qualcosa..." pensieroso "... si..." guardandosi intorno "... un libro..."
Nel frattempo Gwen e Herbert erano sempre insieme in quella cabina.
Erano stesi l'una sull'altro.
"Perchè mi dici queste cose?" Lui continuando ad intrecciare le sue dita nei lunghi capelli rossi di lei e guardandola negli occhi.

[Destresya]

"Un libro, giusto!!" annuii "Dobbiamo solo trovare il libro giusto tra i centinaia che ci sono qui!" risi, divertita.
Ma era vero, poteva essere il segno di un libro.
"Che libro potrebbe essere?" alzandomi e iniziando a guardare sui vari scaffali.
"Magari uno con un particolare significato..." e su quello il generale non mi poteva aiutare.
"Facciamo oosì!" proposi "Io cerco in base al significato, tu alla forma!".

[Lady Gwen]

"Tu volevi sapere cosa stessi pensando..." gli feci notare, mentre continuava ad intrecciare le sue dita nei miei capelli ed era sempre bello quando la gente lo faceva, sapevo che una delle cose di me che attirava maggiormente fosse proprio quella e non mi tiravo affatto indietro.
"O credevi che avessi passato tutto il tempo a pensare alla battuta della prima notte di nozze?" sarcasticamente, poi appoggiai il viso sul suo petto, accarezzandolo con le dita "Non me la ricordo, la mia prima notte di nozze..." notai, quasi pensando ad alta voce.

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[Guisgard]

Il Generale annuì a Destresya e si misero a cercare fra i libri.
Dopo un'altra ora, finalmente, il Generale trovò un libro molto vecchio, consmato e senza titolo.
Era però perfettamente adattabile alla forma sul pavimento.
Lui allora lo pose a terra, sulla forma e un attimo dopo si sentì uno scatto.
La porta di ferro nel passaggio segreto si era aperta.
Nello stesso istante, Gwen era fra le braccia di Herbert.
"Perchè" disse senza lasciare i suoi capelli rossi "lo hai sposato? Per i soldi?" Fissandola.
Un attimo dopo la baciò, stavolta con più passione.

[Destresya]

"Hai sentito questo rumore?" gli dissi, tutta eccitata "Dev'essere la porta nel passaggio segreto che si apre, avanti, andiamo!" prendendolo per mano e portandolo di nuovo al punto di partenza, dove avremmo scoperto cosa c'era oltre quella soglia.

[Lady Gwen]

Questa era la domanda che costituiva il fulcro di tutto.
Ma prima che potessi rispondere, mi baciò ancora, ma con più passione e per un po' mi lasciai andare.
"Potevi farmi rispondere, almeno, prima..." ridacchiai.
"La mia famiglia aveva scelto accuratamente quella di Stefan e decise che lo avrei sposato. Io feci di tutto per oppormi, siamo pur sempre negli anni Trenta, non certo nel Medioevo. Ma non ci fu verso. Così, acconsentii. E fu la mia salute per prima a risentirne."

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[Guisgard]

"Si, la porta." Disse il Generale fissando Destresya.
I 2 allora tornarono ad attraversare il passaggio segreto, fino a raggiungere di nuovo la porta, che adesso era aperta.
Il Generale fece segno alla ragazza di seguirlo.
Oltrepassarono la porta e dopo un breve passamano giunsero in un ambiente segreto.
Era quasi tutto buio, fino a quando Destresya intravide una lampada su un tavolo.
Intanto Gwen era ancora con Herbert nella sua cabina.
"Una storia ahimè vecchia come il mondo..." mormorò lui "... eppure non credo che tu vglia fuggire, no?" Fissandola.

[Lady Gwen]

Lo guardai alla sua domanda retorica.
"Non lo so..." risposi "Fino a poco tempo fa, ti avrei detto che non ne avevo intenzione, ma ora, sento di non essere più sicura di nulla... Una piccola parte di me, molto strana, vorrebbe restare o comunque vorrebbe sapere se Stefan sentirebbe la mia mancanza, se vorrebbe che restassi o che andassi via... Ma dall'altra, sento questa come una boccata d'aria, la bocca d'aria di cui avevo bisogno..." risposi.

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[Destresya]

Tornammo alla porta segreta e la attraversammo.
Qui c'era un ambiente segreto, dove entrammo immediatamente.
Era tutto buio, ad eccezione di una lampada per terra.
Subito mi avvicinai per guardarla meglio.

[Guisgard]

Herbert gardò Gwen negli occhi, senza smettere di giocare con le sue dita fra i capelli rossi di lei.
"E come mai" disse lui "questo cambiamento?"

[Lady Gwen]

I suoi sguardi erano sempre profondi, silenziosi, pensierosi e mi sarebbe piaciuto indagare nella sua mente.
"Non so, ho sentito che era la cosa più giusta da fare... Non mi ascolto spesso, devo essere onesta..." ridacchiando "Come lessi tempo fa, so dare buoni consigli, salvo non seguirli mai..." con sornione sarcasmo.
"Ma ne ho sentito il bisogno... Sai, nel profondo... Come qualcosa di improvviso..." conclusi.

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[Guisgard]

Lui guardò Gwen e poi sorrise, sfiorandole la spalla nuda.
"Beh, se Raspon non ci porterà all'Inferno" disse divertito "allora forse questo viaggio sarà molto piacevole." Sarcastico e facendole l'occhiolino.

[Lady Gwen]

Mi sorrise, sfiorandomi la spalla e ridacchiai alla sua considerazione.
"Sì, lo credo anch'io..." divertita.
"Tu, invece, cosa pensi?" chiesi infine, curiosa, guardandolo negli occhi scuri.

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[Guisgard]

Il Generale accese la lampada e illuminò quell'ambiente.
"Sembra un laboratorio..." disse guardando quel luogo "... ci sono strumenti, alambicchi, fiale e bottigline ovunque..." rivolto a Destresya.
Nel frattempo, sulla nave pirata, Gwen era fra le braccia di Herbert.
"Riguardo a cosa?" Lui fissando lei, divertito e con tono provocatorio.

[Destresya]

"Beh la cosa non mi stupisce, questa è la casa di uno scienziato, ma perchè tenerle segrete? Significa che lavorava a qualcosa che voleva tenere nascosto, magari di illegale o comunque qualcosa di losco, vediamo se riusciamo a trovare qualche indizio..." annuii pensierosa, iniziando a cercare in giro, osservando ogni dettaglio di quella strana stanza.

[Lady Gwen]

Ridacchiai, rubandogli un bacio, avendo compreso la vena provocatoria nelle sue parole.
"Non so, mi hai fatto una seduta di psicoanalisi, visto che negli ultimi anni in Europa va così di moda..." sarcasticamente "Ma non dici nulla su ciò che stavo pensando tu..." continuando a guardarlo, in attesa di una risposta.
"Dico davvero."

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[Guisgard]

Il Generale annuì a Destresya e si misero a cercare in quel laboratorio.
Passò un'ora senza trovare nulla, ma poi lei, in un angolo di quel luogo, notò qualcosa.
Era una sorta di piccolo libricino.
Nello stesso momento, sulla nave pirata, Gwen era ancora con Herbert.
Lui rise piano.
"Beh, sto pensando che forse non sei poi antipatica ed insopportabile come crdevo..." facendole l'occhiolino, per poi avvicinarsi col viso al suo e la baciò.
Un bacio in cui catturrò le labbra di Gwen e le assaporò piano.

[Lady Gwen]

Risi spontaneamente a quelle parole su di me, poi mi baciò.
Nessuno dei due parlò più e decisi di godermi il momento in cui lui assaporava piano le mie labbra, in un modo che era tutto suo, profondo, intenso, travolgente.
Quasi avvertii una fitta al cuore, pensando che questa avrebbe potuto essere la mia vita.
Magari non su una nave pirata, ma certamente accanto ad una persona a cui importasse almeno un minimo di me.
Era così naturale stare qui, fra le sue braccia, solo noi due insieme e temevo che se fossi tornata a casa, non ne avrei sopportato il distacco.
Tendevo a prendere il massimo da ogni cosa, solo che, abitualmente, ciò si esauriva ben presto.
Ora invece non era così e mi chiedevo quanto tempo sarebbe passato prima che riuscissi a prendere il massimo da ciò che c'era con Herbert.

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[Destresya]

"Guarda, ho trovato qualcosa!" annunciai al Generale, mentre mi chinavo a raccogliere il libricino.
Lo presi in mano e iniziai a sfogliarlo mentre mi avvicinavo a lui perchè potesse leggerlo insieme a me.

[Guisgard]

Herbert la baciò a lungo, facendole sentire le sue labbra accoglienti e la sua lingua calda.
Poi accarezzò lentamente il suo viso, guardando Gwen negli occhi.
Poi la strinse a sè.
Restarono così e verso le prime luci dell'alba si addormentarono dopo la notte sfrenata e le sue sensazioni.
Intanto, al laboratorio di Barber, Destresya aveva trovato quel libricino.
Sfogliandolo si accorse che dentro c'era una specie di mappa.
Lei riconobbe che si riferiva ad un'isola non molto distante da Vivas.

[Lady Gwen]

La passionalità ed il calore dei suoi baci mi avvolsero ancora, portandomi in una dimensione suadente e seducente.
Restò poi ad accarezzarmi il viso e a guardarmi negli occhi, mentre io accarezzavo la sua mano e sorridevo appena, beata fra le sue braccia.
Quest'ultime mi strinsero forte e rimanemmo lì fino ad addormentarci, mentre io dormivo come mai avevo dormito fin'ora e avrei potuto continuare in quel modo anche all'infinito.

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[Destresya]

"Guarda, è la mappa di un'isola qui vicino, pensi che potrebbe essere improtante, che potrebbe voler dire qualcosa? Magari un nascondiglio segreto?" pensierosa.
"Potremmo noleggiare una barca e provare ad andarci domattina!" azzardai.

[Guisgard]

Quando Gwen si svegliò il nuovo giorno era già giunto.
Dall'oblò la luce del mattino, sebbene velato da nuvole, arrivava nella cabina.
La ragazza vide che Herbert era già sveglio e impegnato a consulatare alcune mappe di navigazione.
Intanto, alla villa di Barber, Destresya e il Generale avevano trovato quella mappa.
"Se era qui un motivo deve esserci." Disse lui. "Non lasciamo nulla di intentato. Troviamo una barca e raggiungiamo quest'isola. Tu puoi procurarne una?" A lei.

[Lady Gwen]

Mi svegliai che il pallido Sole velato era già arrivato nella cabina.
Vidi che Herbert era già sveglio, occupato con delle mappe, così mi alzai e mi rivestii.
"Buongiorno..." avvicinandomi al tavolo con un sorriso.

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[Guisgard]

"Buongiorno." Voltandosi lui e sorridendo a Gwen, facendo poi segno alla ragazza di sedersi sulle sue gambe, visto che era al tavolo per consultare quelle mappe nautiche. "Guardavo un pò la rotta imposta da Raspon... ci sta portando non si sa bene dove... sono mari poco battuti questi... qualche aereo è pure sparito nel nulla sorvolandoli..." pensieroso.

[Destresya]

Gli sorrisi.
"Ovvio, andiamo al porto e ne noleggiamo una, diremo di voler fare una romantica gita al largo..." ridacchiai.
"Su, muoviamoci!" prendendogli la mano e conducendolo fuori, verso la machina, per poi dirigerci verso il porto.

[Lady Gwen]

Mi fece segno di sedermi sulle sue gambe e così feci, iniziando ad accarezzare lentamente i suoi capelli al di sopra dell'attaccatura sulla nuca e diedi un'occhiata veloce alle carte.
"Sembra un postaccio..." commentai "Ma cosa ci si aspetta da uno come Ruspon?" con aspro sarcasmo.
Si vedeva che era davvero un criminale e un individuo pessimo, dunque mettersi nelle sue mani doveva equivalere a rischio sicuro.

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[Guisgard]

Il Generale annuì a Destresya.
"Si, andiamo subito al porto, ma facendo attenzione." Disse lui. "I militari avranno trovato il cadavere e quindi saranno tutti in allarme."
Nel frattempo, sulla nave, Gwen e Herbert ragionnavano sulla misteriosa rotta scelta da Raspon.
"Mi chiedo dove diavolo ci stia portando Raspon..." perplesso il capitano, mentre Gwen gli stava sulle gambe accarezzandogli i capelli "... non voglio rischiare di perdere la mia nave ed il mio equipaggio..." poi rise "... e speraperare così tutto il tuo riscatto." Facendo l'occhiolino alla ragazza.

[Lady Gwen]

"È comprensibile..." annuii, mentre continuavo ad accarezzargli i capelli.
Poi accennai un risolino beffardo e scossi la testa.
"Con un po' di allenamento, potresti quasi diventare cinico come me, sai?" divertita, prima di baciarlo.
"Ora è un degno buongiorno" mormorai, sempre con tono divertito.

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[Destresya]

"Sì, vero..." annuii mentre ci dirigevamo al porto.
"Dovremo stare molto attenti, tu sopratutto, anche se tecnicamente nessuno ti ha visto quindi non dovrebbero sospettare di te.." poi lo guardai e sorrisi.
"Ma effettivamente hai l'aria sospetta in ogni caso!" sospirai.
Così, prendemmo la macchina per dirigerci al porto.

[Guisgard]

Lui rispose al bacio di Gwen in modo caldo, per poi sorriderle.
"Tu però mi stai diventando troppo romantica." Disse divertito, facendole l'occhiolino.
Guardò allora di nuovo le mappe nautiche, tornando serio.
"Comunque questo viaggio mi convince poco..." mormorò.
Nello stesso momento Destresya ed il Generale stavano andando al porto.
Lui in auto indossò un cappello, un paio di occhiali scuri ed una sciarpa intorno alla bocca per coprire la maschera.
"Così dovrei attirare meno i sospetti..." rivolto a Destresya.

[Lady Gwen]

Rispose al mio bacio e poi alzai gli occhi in su.
"Questo non è possibile" sentenziai, con nonchalance.
"E visto che per te sono "troppo romantica" e stai lavorando..." sempre con nonchalance, mentre mi alzavo dalle sue gambe per sedermi sulla sedia accanto.

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[Destresya]

"Ehi, sei irriconoscibile!" ridacchiai, osservando quel travestimento.
Ma era una buona idea.
Gli accarezzai dolcemente una mano mentre guidavo verso il porto.
"La troveremo, vedrai!" con aria rassicurante.
Una volta giunti al porto, mi misi a cercare qualcuno che noleggiasse barche.
Non avrebbe dovuto essere poi tanto difficile, dopotutto.

[Guisgard]

Herbert rise, per poi fare alzare Gwen e portarla con la schiena verso di lui.
"Dimmelo tu..." disse tenendola stretta da dietro "... non stai diventando troppo romantica?" Divertito.
Nel frattempo Destresya e il Generale erano in auto.
Lui strinse istintivamente la mano di lei.
"Andrà bene, vedrai." Mormorò.
Arrivarono al porto e da lontano videro un posto di blocco messo su dai militari.

[Lady Gwen]

Ad un tratto, mi sentii letteralmente sollevata da lui, che mi portò contro il suo petto robusto e mi strinse a sè.
Quella stretta mi fece sentire desiderata, voluta e mi piaceva da impazzire.
"Confondere il desiderio col romanticismo è un grave peccato..." commentai "Ed io non credo affatto nel romanticismo..."

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[Destresya]

Gli sorrisi, dolcemente, e annuii.
Poi guardai di nuovo la strada e mi accorsi che poco lontano c'era un posto di blocco dei militari.
"Sii naturale e lascia parlare me..." gli dissi, mentre ci avvicinavamo.
Mi guardai intorno per vedere se ci fosse un modo per evitarlo, qualche stradina alternativa o la possibilità di parcheggiare e proseguire a piedi.

[Guisgard]

"Ah, ecco..." disse Herbert tenendo Gwen stretta con la schiena contro il suo petto "... allora non sei romantica, ma solo molto attratta da me, no?" Guardandola fra i suoi stessi capelli rossi, mentre la sua mano cominciò a scivolare piano lungo il petto di lei, fino arrivare sulla gonna, all'altezza delle sue gambe, con tono molto malizioso e provocante.
In quello stesso momento l'auto di Destresya e del Generale arrivò al posto di blocco, visto non c'erano altre stradine per evitarlo.
E i militari fermarono l'auto.
"Buongiorno." Uno di quelli avvicinandosi al finestrino. "Documenti, prego." A Destresya.

[Lady Gwen]

Accennai un sorriso divertito.
"Potremmo riassumere il concetto così, sì..." mormorai, mentre sentivo la sua mano scendere.
Arrivò sulla gonna, accarezzando le mie gambe e facendomi chiudere gli occhi come ad aumentare quel piacere.
"Tu non sei d'accordo?"

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[Guisgard]

"Dimmelo tu..." disse Herbert senza lasciare Gwen e facendo scendere la mano sotto la gonna di lei, per poi risalire lungo la coscia, fino al suo intimo.

[Lady Gwen]

Accennai un risolino silenzioso, mentre sentivo la sua mano accarezzarmi la gamba sotto la gonna salendo progressivamente.
"Secondo me non sei d'accordo, tendenzialmente, anche se Raspon ti ha definito Don Giovanni. Ti ci vedo a tenere al corteggiamento, l'amore e tutte quelle cose lì. Ma io ti piaccio troppo e non puoi resistermi, ecco" dissi, simulando un'aria saccente e divertita.

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[Guisgard]

"Ah, bene... hai sempre una risposta a tutto..." disse erbert divertito tenendo Gwen stretta a lui, mentre la sua mano arrivò sul suo intimo "... e ora cosa mi dici, signoa saccente?" Cominciando a toccarla attraverso la stoffa delle mutandine.
Movimenti intensi, continui, volta a farla eccitare, a farla bagnare di desiderio.
Ma ad un tratto qualcuno cercò di entrare.
Ma la porta era chiusa a chiave.
"Chi è?" Lesto Herbert.
"Sono io." Raspon da fuori. "Posso entrare o disturbo gli sposini?" Ridendo.

[Lady Gwen]

"Ovviamente" dissi subito, quando mi fece notare che avevo una risposta a tutto.
Poi, la sua mano salì ancora, fino ad arrivare al mio intimo.
"Dicoche avevo ragione io..." risposi e ridacchiai fra i sospiri che i suoi movimenti mi provocavano, lenti e intensi da perdere il senno.
Ma all'improvviso, sentimmo un violento bussare alla porta, che per fortuna era chiusa, visto che dall'altro lato c'era il maledetto Raspon.
Sbuffai staccandomi da Herbert, scocciata dall'interruzione e dalla presenza ingombrante e fastidiosa di quello lì.

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[Guisgard]

Herbert guardò Gen ed attese che lei si sistemasse, per poi aprire la porta.
"Finalmente." Disse Raspon entrando. "Allora? tanotte avete fatto follie?" Fumando il suo sigaro nonostante l'ora mattutina. "Se volte una cosa a 3 sono qui, eh!" Ridendo con fare volgare.

[Lady Gwen]

Herbert aprì la porta e onestamente, quel piccolo spiraglio di buonumore che sembrava avermi graziata mi era totalmente scivolato di dosso.
Mi trasmetteva sensazioni orrende, sgradevoli, soffocanti, era una presenza davvero ignobile e indecente.
Ciò che disse poi, tutto ciò che disse, peggiorò esponenzialmente la situazione.
"Non credo che siate venuto qui per questo" constatai, con tono pacato e piatto, praticamente glaciale ed impersonale.

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[Guisgard]

Raspon guardò Gwen, la guardò tutta e lei si sentì sporca.
Poi rise forte.
"A cosa dobbiamo..." disse Herbert, ma la risata ancor più fragorosa di Raspon lo interruppe.
"Avanti, non vorrete trascorrere tutto il tempo a fare sesso, no?" Divertito il nuovo arrivato.
"Dove stiamo andando?" Herbert.
"In un bel posto." Rispose Raspon.
"I miei uomini fanno domande..." mormorò Herbert "... cosa devo dire loro?"
"In un bel posto." Sorrise Raspon.

[Lady Gwen]

Cercai di distogliere lo sguardo per non incontrare il suo su di me.
Mi toccai una tempia con la mano, mentre la sua risata invadente e volgare sovrastava Herbert.
Non seppi davvero chi mi diede la forza di rimanere lì immobile sul posto, l'istinto di scappare c'era, ma mi imposi di rimanere immobile.
Intanto, la segretezza sul piano mi impensieriva, infatti guardai Herbert preoccupata, sperando che il campo venisse sgomberato presto, o sarei impazzita.

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[Guisgard]

Raspon rise di nuovo, stavolta senza un motivo apparente, per poi prendere una bottiglia di vino e stapparla senza motivo, nonostante l'ora mattutina.
"Non posso chiedere ai miei uomini" disse Herbert "di navigare per giorni senza una rotta ed una meta certa."
"Davvero?" Fissandolo Raspon.
"Già."
"Glielo chiederò allora io, togliendoti dall'impaccio!" Divertito Raspon, guardando Gwen. "Tu che ne pensi, bella? Ti secca navigare senza meta? Dillo al tuo bel maritino che cipenserò io a condurre questa nave, così lui potrà restarsene chiuso qui dentro a deliziarti in tanti modi." Con tono volgare.

[Lady Gwen]

Ogni cosa che faceva, anche la sua sola esistenza, era per me motivo di urto profondo.
Se avrei preferito vederlo morto?
Oh sì, decisamente.
Ci speravo davvero con tutta me stessa.
Mi interpellò poi nella discussione.
"Io credo che Herbert abbia ragione" risposi, con tono piatto.

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[Guisgard]

Raspon guardò Gwen e rise forte.
"Comunque..." disse dopo un lungo sorso di vino "... se proprio ci tieni a saperlo..." a Herbert mentre si asciugava il muso per le bave di vino "... siamo diretti su un'isola."
In quel momento qualcuno bussò.
"Avanti." Fece Herbert.
Eano 3 dei suoi uomini.
"Capitano Herbert..." uno dei 3 "... noi rappresentiamo l'intero equipaggio e parliamo a nome di tutti. Nessuno di noi vuol portare la nave in questi mari. Sono maledetti. Chiediamo che lei ascolti le nostre richieste."
"Vi capisco." Annuì Herbet.
Ma prima che potesse aggiungere altro, Raspon estrasse la pistola e freddò a sangue freddo l'uomo che aveva parlato. "E ora sparite voi 2...2 ai 2 rimasti "... o sparerò anche a voi. Fuori dai piedi." E i 2 uomini scapparono.
"Non puoi ucciderei miei uomini come fossero dei cani!" Herbert con rabbia.
"No? Eppure l'ho appena fatto!" Esclamò contento Raspon.

[Lady Gwen]

Sospirai avvilita distogliendo lo sguardo da Raspon.
Ma almeno ora c'era più o meno una meta.
Un'isola.
Poi, arrivarono tre uomini di Herbert, esprimendo la loro intenzione di non voler proseguire verso una meta sconosciuta.
All'improvviso, uno sparo.
Lo sentii rimbombare come un cannone dentro di me, lasciandomi senza fiato, lo sconvolgimento sul viso e gli occhi fuori dalle orbite.
I miei polmoni erano costretti, non vi entrava più aria dentro, non sapevo più come respirare e cercai subito la mano di Herbert, terrorizzata.
Quel folle andava fermato, prima che facesse fuori tutta la nave.

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[Guisgard]

La mano di Gwen cercò quella di Herbert, trovandola e stringendosi ad essa.
Raspon continuava a ridere, mentre si scolava la bottiglia di vino.
"Credo che adesso la tua ciurma non si farà più tanti problemi se continuare o meno questo viaggio, vecchio mio." Disse a Herbert. "Stammi bene, bellezza." Rivolto poi a Gwen.
Aprì la porta ed andò via.

[Lady Gwen]

Herbert strinse la mia mano e poco dopo per fortuna Raspon uscì.
Io rimasi freddata senza muovermi.
Avevo appena ripreso a respirare, ma benchè non volessi farlo a vedere ero ancora sconvolta e sotto shock.
L'immagine dell'uomo che avevo ucciso, anche lui membro dell'equipaggio di Herbert, tornò nella mia mente e mi sentii male esattamente come quella volta.
Era stato orribile per me, non l'avrei mai fatto se fossi stata in pericolo, ma ancora non riuscivo ad accettarlo.

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[Guisgard]

"Non guardare, non è uno spettacolo bello a vedersi." Disse Herbert a Gwen.
Poi il capitano chiamò alcuni dei suoi e fece portare via il cadavere dell'uomo ucciso da Raspon.

[Lady Gwen]

Respirai a fondo e distolsi lo sguardo, mentre Herbert chiama qualcuno per farlo portare via.
Non riuscivo ancora a credere a cosa si fosse appena consumato davanti ai nostri occhi, na speravo che fosse l'unica volta, non ne avrei detto una seconda.

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[Guisgard]

"Ti avevo messa in guardia sul fatto che questo viaggio non sarebbe stato piacevole." Disse Herbert avvicinandosi a lei, dopo che furono rimsti di nuovo soli nella cabina. "Raspon è un animale e come vedi non rispetta la vita umana." Facendole una carezza, per poi abbracciarla nel tentativo di rassicurarla nonostante tutto.

[Lady Gwen]

Non risposi a ciò che disse, mentre mi accarezzava il viso e mi abbracciava.
Non avrei mai ammesso che ero davvero pesantemente sconvolta, ero troppo troppo orgogliosa per farlo.
"Sto bene" dissi, senza tono, mentre lui mi stringeva.

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[Destresya]

Arrivammo al posto di blocco.
Era inevitabile.
Mi chiesero i documenti e dovetti fare affidamento a tutta la mia esperienza e sangue freddo per rispondere con calma.
Ecco perchè lavoravo da sola. Sempre.
Potevo rischiare per me stessa, ma mai per gli altri.
E mai e poi mai per qualcuno a cui tenevo.
"Buonasera..." con un sorriso caldo e gentile.
Così, presi con calma la borsetta e ne estrassi il documento che mi aveva fornito Damb per la missione.
Perchè non avevo pensato a darne uno anche al Generale?
Mi sarei inventata qualcosa!
Porsi con fare elegante e sicuro il mio documento al soldato, guardandolo negli occhi con un sorriso mellifluo.

[Guisgard]

"Lo so, sei forte." Disse Herbert guardando Gwen. "Su, ora stenditi un pò e cerca di riposare. Io andò sul ponte a cercare di capire quando arriveremo a destinazione. Tornerò più tardi con qualcosa da mangiare. Riposa, qui sarai al sicuro."

[Lady Gwen]

"Almeno tu lo pensi..." dissi sarcasticamente, alla sua considerazione su di me.
Riflettei un paio di istanti, poi annuii piano e mi stesi a letto senza aggiungere altro.
Era strano.
Quella sensazione di apatia era tornata, probabilmente a seguito dello shock emotivo e non seppi se fosse più desolante o confortante, quella sensazione di vuoto dentro.
Erano almeno un paio di giorni che non si faceva più sentire e mi sembrò come se fosse passata una vita intera dall'ultima volta.

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[Guisgard]

Herbert guardò Gwen e non dise nulla, per poi annuire mentre lei si metteva a letto.
Poi uscì e poco dopo, un pò per lo shock e un pò per il lento sobbalzare della nave, la ragazza si addormentò.
Il suo sonno però non fu tranquillo.
Sognò la nave che vagava lenta, fra onde sempre più minacciose, vento e pioggia.
Da lontano si vedeva un'isola, ma per quanto la nave navigasse, non riusciva mai a raggiungerla.
Poi Gwen si svegliò di colpo.
Nello stesso momento l'auto di Destresya e del Generale era al posto di blocco.
Il militare controllò i documenti di lei, poi notò la sciarpa che avvolgeva il volto del Generale.
"Lei..." disse il militare all'alieno "... perchè ha quella sciarpa a coprirle il volto? Non è freddo oggi."

[Lady Gwen]

Mi addormentai quasi subito, ma il mio sonno non fu tranquillo.
Il sogno che feci fu minaccioso, inquietante, tanto che mi vede svegliare all'improvviso.
Dopo ciò che era successo, un altro trauma non era il massimo, ma non mi sarei comunque aspettata nulla di diverso.
Rimasi comunque a letto, per provare a riposare ancora, in attesa che Herbert tornasse.

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[Destresya]

Il soldato prese i miei documenti senza fare storie.
Ma poi si accorse della sciarpa del Generale.
E io sbuffai.
"È inutile che ci si metta anche lei adesso!" iniziai a starnazzare.
"Non mi interessa se non fa freddo, io in giro con uno con quelle pustole in faccia non ci vado e non mi interessa se è per la mia sicurezza, sono pruriginose, mi fanno schifo!" da ragazza viziata.
Poi presi un profondo respiro, come se cercassi di controllarmi.
"Il signore freddoloso qui è la mia guardia del corpo ma ha avuto un piccolo incidente allergico con non ho capito quale frutto di mare, e si è coperto di pustole disgustose. Così ho accettato che mi accompagnasse solo se si copriva la faccia in ogni modo possibile!". Con il tono di chi ha già ripetuto quella cosa più volte per convincere qualcun altro.
"Insomma, le sembro il tipo che può andarsene in giro con un mostro?" guardando il soldato con aria civettuola!

[Guisgard]

Il militare guardò Destresya, non senza notare la sua avvenenza e quel suo fare civettuolo.
"Immagino, signora." Disse sorridendo il soldato. "Beh, se vuole una guardia del corpo più piacente allora mi tenga presenta, così che mi congeda e corra da lei." Divertito e credendo di fare il galletto.
Intanto sulla nave Gwen si era svegliata.
Da fuori provenivano voci e grida per le normali manovre.
Tuttavia la nave cominciava a sussultare poichè il mare si stava gonfiando ed il tempo volgeva al peggio.
Poco dopo tornò Herber con un vassoio.
"Riposato?" A Gwen. "Hai fame?"

[Lady Gwen]

Vedevo dall'oblò che il vento si alzava e il mare peggiorava.
Le immagini di quel sogno tornarono, ma cercai di non pensarci.
Tornò poi Herbert con un vassoio ed annuii quando mi chiese se avessi fame.
Mettere qualcosa dentro lo stomaco mi avrebbe certamente aiutata a sentirmi meglio, nel momento in cui l'apatia minacciava di tirarmi in basso ancora una volta.

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[Destresya]

Ecco spiegato perchè è pieno di donne che fanno le spie.
È molto più semplice far fesso un uomo con due moine che non il contrario.
Lanciai al soldato un'occhiata divertita e vagamente maliziosa.
"Oh ci conto!" con aria civettuola, lanciandogli un'occhiata dalla testa ai piedi.
"Possiamo andare ora?" con un sorriso gentile.

[Guisgard]

Herbert si avvicinò al letto e vi appoggiò il vassoio.
"Ti vedo parecchio giù..." disse lui a Gwen "... ti ha scosso l'omicidio del mio nostromo, lo so... ma devi reagire o ti sentirai ancora male..." fissandola.
Intanto Destresya veva sistemato ben bene il militare grazie alla sua avvenenza.
Ed infatti li fecero passare.
"Sei davvero in gamba." Il Generale a lei. "Si vedeva che voleva il tuo corpo. Ti capita spesso di suscitare questo nei maschi?" Chiese l'alieno.

[Lady Gwen]

Portò il vassoio da me, per farmi rimanere a letto.
E le sue parole mi fecero tenerezza.
Probabilmente, ora avrebbe avuto un assaggio di cosa significava starmi accanto.
Mentre la mia emotività veniva incatenata dall'apatia senza possibilità di liberarsi.
"È sempre così. Poi passa" mormorai, con tono piatto, poi iniziai a mangiare.

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[Guisgard]

"Io invece credo che questa vita non sia adatta a te..." disse lui a Gwen "... no, non ce la farai... al primo porto libero troverò il modo di farti scendere a terra e imbarcarti per tornare a Vivas..." fissandola.