I racconti del Bianco e del nero

[Guisgard]

"No, io preferisco stendermi un pò." Disse Gan a Gwen. "Magari le vedrò più tardi o domani."
Il maggiordomo allora accompagnò i 2 agenti al primo piano, mostrando loro le 2 camere a loro destinate.

[Lady Gwen]

"Oh, okay, d'accordo" annuii a Gan.
Non aveva torto, ero distrutta anch'io, ma avevo ancora troppa adrenalina in corpo per stendermi e riposare.
A quel punto, il maggiordomo ci accompagnò in camera.
Lì, mi diedi una rinfrescata, mi cambiai indossando qualcosa di più comodo, abbandonando pistola, distintivo e ogni altra cosa legata al lavoro e scesi nuovamente giù dove il padrone di casa ci aveva accolti.

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[Guisgard]

Gwen lasciò la sua camera e scese di nuovo al pianterreno, dove trovò Elv seduto a finire il suo vino.
"Ti stavo aspettando..." disse lui sorridendole "... un altro bicchiere?" Mostrandole il vino.

[Lady Gwen]

Al pianterreno, Elv era ancora lì tranquillamente seduto a bere.
Si era subito concesso una buona dose di confidenza, c'era da ammetterlo...
Accennai un sorriso e mi sedetti anch'io.
"Sì, grazie" accettai di buon grado, volendo sentirmi un po' più leggera dopo il malumore e la pesantezza delle indagini.

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[Guisgard]

Elv guardò Gwen e le sorrise.
Si alzò, riempì un bicchiere, per poi offrirlo alla ragazza.
"Ti vedo stanca, stressata..." disse avvicinandosi alle sue spalle "... non deve essere piacevole il tuo lavoro..." restando dietro di lei "... occuparsi di omicidi e di assassini... io impazzirei..." spostando i lunghi capelli rossi di lei ed iniziando a sfiorarle il collo con le dita "... non smetterò di chiedermi del perchè una bella ragazza abbia scelto una simile vita..." cominciando a massaggiarle pianissimo il collo "... ora però rilassati... allontana per un attimo quei pensieri..." massaggiandola in modo anche ensuale.

[Lady Gwen]

Mi offrì un altro bicchiere di vino, io ne presi un sorso, ma poi sentii di nuovo la sua presenza dietro di me, quasi come prima.
Mi bloccai quanto sentii le sue mani fra i capelli e sul collo.
Non ero abituata ad un contatto così ravvicinato, da chi conoscevo appena e non sapevo se mi sarei sentita a mio agio.
Presi un altro sorso di vino, che contribuì a rilassare le braccia, mentre il suo massaggio agiva sulle spalle.
"Ed io non vedo perchè non avrei dovuto, le belle ragazze non devono fare solo le modelle per farsi guardare" risposi con tono sornione, ma sicura delle mie parole.
"Io amo il mio lavoro, non potrei fare nient'altro."

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[Guisgard]

"Giusto, ottima politica..." disse Elv con la voce bassa, quasi seguendo il titmo lento delle sue mani sul collo d Gwen per quel massaggio così sensuale "... e dimmi... pensi di acciuffare l'assassino?"

[Lady Gwen]

Accennai un sorriso sarcastico, mentre mi imponevo di iniziare a rilassarmi.
"Considerando che probabilmente è un maniaco che adesca bambini per farli diventare bambole di pezza, direi che devo, sono qui apposta" risposi, senza un tono definito.

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[Guisgard]

"Bambole di pezza..." disse Elv, mantenendo quel tono basso e caldo "... non so ma mi da l'idea di un richiamo sessuale... credi quindi che l'assassino sia un pervertito? Un pedofilo?" Massaggiando Gwen.

[Lady Gwen]

Rimasi in silenzio, a riflettere.
"No, non credo, almeno non al momento. Credo potrebbe essere una sorta di vendetta, di ripicca contro qualcuno..." commentai, lentamente, poi sospirai e scossi la testa "Ma abbiamo appena iniziato e non c'è molto altro da dire, sul caso..."

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[Guisgard]

"Si, hai ragione..." disse Elv continuando quel massaggio così sensuale, cominciando a scendere piano sulle spalle di Gwen, con le dita che sfilavano appena sotto la sua camicetta "... parliamo d'altro... vuoi venire?" Senza smettere di massaggiarla.

[Lady Gwen]

Quel massaggio continuava e stavo per rilassarmi sul serio, quando scivolò appena sotto la camicia e lì mi irrigidii sul serio, stringendomi di poco nelle spalle.
"Avevamo un giro delle cantine in sospeso, no?" con un sorriso un po' teso.

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[Guisgard]

Lui sorrise piano e premette piano sulle spalle di Gwen per farla rilassare.
"Quello intendevo..." disse Elv "... venire con me a visitare le nostre cantine... sei nervosa? Ti sento tesa... ti ho messa a disagio?" accarezzandole piano il collo.

[Lady Gwen]

Ricambiai il sorriso, anche se quella sensazione non mi abbandonava del tutto.
Poi, mi chiese se mi aveva messa a disagio.
"Non ho familiarità con tale vicinanza, con chi conosco da poco" mormorai, parlando diretta, ma con tono pacato.
"E ho affrontato fin troppi addestramenti da non sopportare con facilità chi mi sta alle spalle" aggiunsi poi.
Era qualcosa di cui probabilmente non mi sarei mai liberata, era una sensazione di allerta costante che non mi piaceva, non mi piaceva pensare di dovermi sempre guardare la pelle, di dover essere pronta a difendermi, anche quando non ve ne era bisogno, era una sensazione che ormai mi apparteneva.

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[Guisgard]

Elv rise piano e arrivò davanti a Gwen, porgendole la mano.
"Anche preferisco guardarti così che restare alle tue spalle." Disse sorridendole. "Vieni, andiamo a vedere le cantine."

[Lady Gwen]

Lo sentii ridere piano, mentre arrivava davanti a me.
Decisamente meglio.
Ridacchiai, perchè anch'io lo preferivo, sarei stata cieca a non dire che mi avevano colpita i suoi occhi neri ed i suoi lineamenti simmetrici e regolari, di quella regolarità che ti fa pensare che tutto nel mondo sia finalmente giusto, perfetto, anche se sai perfettamente che non è così, specie per la mia pistola ed il mio distintivo sul tavolino della mia camera.
Annuii con un sorriso e presi la sua mano, un contatto più che accettabile, per il momento.

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[Guisgard]

Elv aiutò Gwen ad alzarsi e la condusse ad una scalinata interna, dalla quale scesero nelle cantine.
Era una serie di ambienti rettangolari, colmi di botti molto vecchie e decine di bottiglie impolverate.
"Mio fratello ha acquistato questa villa proprio per le cantine." Disse lui a lei. "Pare siano molto antiche. Qui infatti, a sentire le tradizioni di questo posto, secoli fa sorgeva una chiesa che fu poi sconsacrata." Ridacchiò. "Questo però non so in che modo possa favorire un vino più buono." Divertito.

[Lady Gwen]

Mi condusse nelle cantine, che erano un ambiente regolare e ben disposto circa le botti a contenere il vino.
Ascoltai la storia interessata e alla fine scoppiai a ridere.
"Sì sarà certamente quello..." scuotendo la testa con sarcasmo, ancora divertita "E dunque, non facevate questo prima? Voglio dire, è un'attività recente la vostra?" gli chiesi, mentre osservavo le botti e le bottiglie sugli scaffali alle pareti.

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[Guisgard]

"Mio fratello in verità è sempre stato un appassionato del buon vino." Disse Elv a Gwen. "E' capace di spendere persino centinaia di Taddei per una singola bottiglia. A volte anche migliaia. Per me sono soldi buttati. Però l'attività rende ed io sinceramente non ho avuto difficoltà a trasferirmi qui con lui." Sorridendo. "Mi giudicherai cinico, vero?" Fissandola.

[Lady Gwen]

"È una fortuna che lui possa fare ciò che gli piace"commentai "Riguardo le bottiglie, beh, ognuno ha le proprie passioni, no?" commentai solo.
Poi ridacchiai alla sua domanda.
"E anche fosse, che male ci sarebbe?"

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[Guisgard]

Elv guardò Gwen negli occhi con un'espressione indefinita.
"Già..." disse lui, per poi avvicinarsi.
In un attimo furono vicinissimi.
"Quelli cinici come me, pare, quando una cosa è bella se la prendono..." mormorò vicinissimo al viso di lei "... si, sembra che quelli cinici così facciano..." accarezzandole il viso.

[Lady Gwen]

Il sorriso sulle mie labbra poco a poco svanì, mentre vedevo che si avvicinava, troppo e quella sensazione tornava.
Beh, evidentemente, il mio precedente avviso non era stato abbastanza chiaro.
Mi accarezzò il viso e fu anche peggio.
"I cinici ignorano anche gli avvertimenti che gli vengono dati?" mormorai calma ed impassibile, fissandolo, mentre non arretravo di un passo.
Se c'era una cosa che mi era stata insegnata, ed anche non toccava a me indietreggiare, mostrarmi vulnerabile, no di certo.
E di sicuro toccava a lui comprendere quale fosse il limite da non superare.

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[Guisgard]

Elv guardò Gwen e sorrise.
"In verità" disse "noi cinici non seguiamo alcun avvertimento..." con malizia e senza indietreggiare neanche lui.
Ma proprio in quel momento si sentì qualcosa giungere dall'ultimo ambiente delle cantine.
Come una risata, di un bambino.
"Chi è là?" Voltandosi di scatto. "Chi c'è?"
Tutto era silenzio.
"Aspetta qui..." lui a Gwen, per poi avviarsi verso l'ultimo ambiente.
Cercò di accendere la luce, ma l'interruttore di quell'ambiente non funzionava.
Elv allora si avviò a controllare nonostante il buio pesto, svanendo in quella silenziosa oscurità.

[Lady Gwen]

Non seppi se la sua reazione mi infastidì o mi sorprese.
In ogni caso, non la gradii molto.
"Dovreste, invece" con tono secco.
Poi, qualcosa.
Qualcosa che mi fece gelare il sangue nelle vene.
Una risata di un bambino.
Mi bastò vedere l'espressione di Elv per capire che non era normale.
Magari dei bambini si erano intrufolati per giocare?
Molto probabile.
Non riuscì ad accendere la luce e così si immerse in quel buio che sembrava ingoiare ogni cosa.
Subito, la mia mano andò alla pistola... Che non c'era.
"Maledizione!" imprecai a voce alta.
Possibile che l'avrei dovuta portare fin quasi sotto la doccia?
Dannazione...
Fui tentata di salire a prenderla, ma Elv era lì, non avevamo idea di cosa stesse succedendo...
Rimasi lunghi istanti in un limbo, fra la scala ed il buio, alla fine scelsi di seguirlo, volevo capire cosa accidenti fosse accaduto e per l'amor del cielo, queste cantine non potevano certo essere infinite.

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[Guisgard]

Gwen decise di seguire Elv, avviandosi verso la parte buia e silenziosa delle cantine.
Ad un tratto una delle luci si accese, ma l'illuminazione era irregolare, come se ci fosse un cortocircuito al sistema di illuminazione delle cantine.
Poi un rumore di passi che si avvicinava.
Poi una voce bassa lenta.
"Ave o Maria, piena di Grazia, il Signore è con te..." mormorava una voce rauca di donna.
Una voce strana, insolita, quasi irreale.
All'improvviso Gwen vide qualcuno che dal fondo dell'ultimo ambiente si avvicinava.
https://media4.giphy.com/media/42G7Ud4kD2CEtP2dNa/giphy-downsized-large.gif

[Lady Gwen]

Cercai Elv, ma l'illuminazione era fioca, scarsa e non riuscivo a vedere, man mano che avanzavo con cautela.
Ad un certo punto, una voce di donna.
Anch'essa irregolare, rauca.
"Chi c'è?" dissi subito, scattando.
Poi, vidi una figura che si avvicinava, ma non riuscivo a distinguerla bene.
"Elv, sei tu?"
Era tutto strano, decisamente molto molto strano.

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[Guisgard]

Era una suora.
Pregava ed avanzava dal buio verso Gwen.
Pochi passi, poi la luce si spense di nuovo e l'immagine di dissolse.
Un attimo dopo apparve Elv.
"Era saltata una luce..." disse "... ecco il rumore che avevamo sentito..." fissando la ragazza "... vieni, torniamo di sopra."

[Lady Gwen]

Strizzai gli occhi pensando che il buio ed il vino mi stessero giocando davvero un brutto scherzo.
Non avevo mai avuto di questi problemi col vino, in vita mia, ma che fosse giunto il momento?
Intanto, quella che avanzava verso di me era decisamente una suora e camminava pregando, con quella voce roca.
Poi, la luce si spense di nuovo ed apparve Elv.
Feci uno sforzo sovrumano per non sobbalzare sentendolo arrivare dopo quella strana vista davanti a me.
Annuii alla sua considerazione, liquidando la cosa nella mia mente come una brutta suggestione.

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[Guisgard]

Dopo quell'assurda visione, Gwen tornò al pianterreno con Elv.
"Ora conosci il segreto di questa villa." Disse lui. "L'orgoglio di mio fratello ed il vero patrimonio di famiglia... il nostro vino." Divertito. "Ora sai, vero, che non potrai più uscire viva da qui?" Facendole l'occhiolino.

[Lady Gwen]

Salimmo su e alla sua frase mi tornò in mente la scena che avevo visto.
"Almeno, avrò avuto una vita da onorevole poliziotto..." commentai sarcasticamente e sorniona.

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[Guisgard]

Elv rise.
"Magari ti piacerebbe restare qui..." disse divertito a Gwen "... e forse dovresti già pensare a quele incarico assumere stando in questa villa... non so... cameriera? Segretaria? O hai altre qualità celate?" Malizioso lui.

[Lady Gwen]

Alzai un sopracciglio mentre lo guardavo.
Era serio?
No ma davvero?
"Di certo, dispiacerebbe più a me lasciare tutto e venire qui piuttosto che il contrario, visto che sembra tu abbia una vita fin troppo comoda da quando tuo fratello ha rilevato questo posto, che dici?" ribattei allora, diventando volutamente pungente come lo era lui.
"Lo hai fatto intendere tu, che ti piaccia più la pacchia del vino, no?" aggiunsi, piegando appena il capo, con sorriso serafico ma sguardo attento.

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[Guisgard]

"In realtà a me piaci tu..." disse Elv facendo l'occhiolino a Gwen "... e anche tanto direi." Sorridendole.
Era sicuro di se, del suo fascino.

[Lady Gwen]

Rimasi a guardarlo al contempo sinceramente interdetta e stupita da quanto fosse sicuro di sè, probabilmente come raramente lo avevo notato in altre persone e davvero avrei voluto essere nella sua testa.
"È tutto nella norma, è un pensiero tipicamente maschile ritenere che la gente cada ai propri piedi solo perchè si è sicuri di sè e del proprio fascino, nulla di atipico" commentai, con un sorriso sornione e laconico.
Avevo tenuto testa a quello psicotico di Goz, non mi sarei impressionata per lui.

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[Guisgard]

Elv rise.
"Ottima risposta." Disse divertito a Gwen.
In quel momento arrivò Gan.
"Accidenti, questa villa è davvero grande." Sorridendo. "Sono uscito dalla mia camera e praticamente ho girato in tondo prima di ricordarmi dove fosse il salotto. Mi sarò lasciato suggestionare dalla lettura trovata sul tavolino della mia camera... La fanciulla che parlava agli alberi e li ascoltava... titolo interessante, ma storia inquietante." Ridacchiando.
"Si, qui tutto pullula di quelle antiche credenze..." fece Elv "... secoli fa qui c'era una chiesa che poi fu sconsacrata... prima ancora una donna fu bruciata sul rogo... insomma, storie di dubbio gusto." Scuotendo la testa Elv.

[Lady Gwen]

Sorrisi in risposta, ma poi scese Gan e ridacchiai alla sua frase.
"Mi sa che il senso dell'orientamento non è il tuo forte..." sorniona.
Poi parlò di un libro alquanto strano ed Elv ripropose la storia della chiesa, ma con un dettaglio in più.
Una donna bruciata sul rogo.
Oh.
Oh, beh.
Questo era più che un indizio.
"Era una suora, per caso?" chiesi, senza un tono specifico.

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[Guisgard]

"No, mi sembra fosse una vecchia che viveva da sola in una capanna..." disse Elv a Gwen, col tono di chi presta poca attenzione all'argomento che tratta "... le suore stavano qui successivamente, quando fu costruita la chiesa... almeno così credo..."
"Che cosa curiosa..." fece Gan "... perchè hai chiesto di una suora? In quel libro che stavo leggendo si citava una suora..." a Gwen.

[Lady Gwen]

Beh, buco nell'acqua, poteva capitare.
Fino all'intervento di Gan.
Beh.
Ora?
"Ne avrò sentito parlare, probabilmente" con tono tranquillo.
Di certo, ora ero parecchio curiosa e magari gli avrei chiesto di farmi leggere quel libro.

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[Guisgard]

"Beh, direi di parlare di cose più rilassanti e piacevoli..." disse Elv "... o voi poliziotti amate parlare solo di morti?" Ridacchiando.
In quel momento arrivò il maggiordomo.
"Signor Elv..."
"Si?"
"Ha chiamato il signor Montes, chiedeva quando avrebbe potuto ritirare il suo vino."
"Ah, già, quello scrittore..." annuì Elv "... beh, deve attendere ritorni mio fratello... è lui che si occupa di queste cose."
Ad un tratto squillò il telefonino di Gan.
"Si, pronto?" Lui. "Cosa? Quando? E dove? Ho capito... ok, io e l'agente Ygral saremo subito sul posto." Staccò e guardò Gwen.

[Lady Gwen]

Non ebbi il tempo di rispondergli ché arrivò il maggiordomo, parlando di un ordine di vino per uno scrittore.
In quel momento, squillò il telefono di Gan.
Già dalle sue parole capii.
"Non dirmi che hanno trovato un altro bambino..." dissi sospirando e reggendomi la testa con una mano.

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[Guisgard]

"Si..." disse Gan a Gwen "... in una campagna qui vicino... pare ucciso con le stesse modalità usate per la bambina... ora è ufficiale... si tratta di un serial killer."
"Allora è vero..." mormorò Elv "... c'è un pazzo a piede libero per queste campagne..."

[Lady Gwen]

Sospirai e passai le mani ai capelli, senza rispondere né ad uno né all'altro.
Cosa c'era da dire, dopotutto?
Andai allora al piano di sopra, presi giubbotto, distintivo e pistola e scesi al piano di sotto da Gan, pronta ad andare sull'ennesima scena del delitto, che in questo caso era solo la seconda e ce ne sarebbero state altre se non ci fossimo sbrigati.https://uploads.tapatalk-cdn.com/20201027/92944434d4c0ea0f795e2615c4079f2e.jpg

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[Guisgard]

Con l'auto Gwen e Gan lasciarono la villa e si diressero sul luogo del delitto.
Qui trovarono un'auto della polizia locale, dalla quale scesero Sard e Lion, un'ambulanza e qualche contadino, tra cui quello che aveva scoperto il cadavere del bambino.
"Ehi..." disse Gan avvicinandosi ai 2 poliziotti "... allora?"
"E' un bambino..." mormorò Sard "... poco più grande di mio figlio... la dinamica dell'omicidio però sembra diversa... l'hanno sventrato e portato via alcuni organi interni, per poi appenderlo a testa in giù da un albero..."
Lion si era allontanato per dare di stomaco.
In effetti lo spettacolo, com'era facile immaginare, era davvero terribile.
"Quindi l'assassino è diverso?" Chiese Gan.
"Si, forse qualcuno che ha voluto emulare l'assassino della bambina, accanendosi anche lui su un bambino..." annuì Sard.

[Lady Gwen]

Arrivati sul posto, c'era già una bella folla, fra cui Lion e Sard e il contadino che aveva rinvenuto il corpo.
Ci facemmo aggiornare da Sard e certamente era ancor peggio del primo omicidio, tanto che Lion era andato a dare di stomaco.
Beh...
"Oppure, il primo omicidio potrebbe essere stato una sorta di "tentativo", come un test su se stesso, se fosse stato capace di uccidere e magari di farlo ancora. Molti assassini lo fanno, specie i seriali" pronunciai diretta a Sard, mentre il mio sguardo vagava sulla scena.
"Specie se l'asportazione degli organi non è avvenuta con particolare precisione e dunque non si tratta di uno specialista, ma solamente di uno psicopatico che si rifà sui bambini forse per ripicca o vendetta" aggiunsi poi.

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[Guisgard]

"Si, potrebbe essere una pista..." disse ard a Gwen "... da ciò che ho visto non mi sembra sia stata l'opera di un chirurgo... forse potresti aver ragione..." massaggiandosi il viso "... ma come si fa a fare questo ad un bambino?"
"Ti stupiresti del male di cui può macchiarsi l'essere umano." Mormorò Gan.
"Scusate..." Lion tornato e col viso ancora pallido "... bisogna avvertire l'ispettore Goz..."
"Già..." fissandolo Sard.
"Sapete già chi era il piccolo?" Chiese Gan.
"Si... si chiamava Vald..." rispose Sard "... ho mandato ad avvertire i genitori... sembra fosse diretto da alcuni amichetti che facevano Catechismo... ma alla chiesetta non è mai arrivato..."

[Lady Gwen]

Annuii quando Sard convenne con ciò che dicevo.
Pareva che avesse imparato a comportarsi in modo decente con noi due, il ché era sicuramente ben accetto.
"Continuo a chiedermelo anche io, ma non credo ci sarà mai una risposta..." sospirando amaramente.
Per quanto avessi analizzato la psiche di parecchi criminali, col mio lavoro, tutto ciò che avevo visto loro fare era comunque insondabile ed inconcepibile, per me e per chiunque altro.
Lion tornò, ancora pallido, dicendo che bisognava avvertire Goz e per fortuna questo era compito loro.
Dissero poi che i genitori erano stati avvisati e il ragazzino non era mai arrivato alla chiesa dove aveva appuntamento.
"Parleremo allora coi genitori quando arriveranno e poi andremo in chiesa" dissi a Gan, massaggiandomi le tempie.
Nel frattempo, io mi allontanai per perlustrare la zona e cercare qualche indizio o qualcosa che potesse darci un aiuto.

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[Guisgard]

Gwen cominciò a vagare per quelle zone.
Era aperta campagna e qualcosa di sinistro sembrava attraversare l'aria.
Tuttavia la poliziotta dai capelli rossi non trovò di nulla che potesse riguardare l'omicidio del bambino.
Neanche intorno all'albero dove era stato appeso il cadavere del piccolo a testa in giù non c'era niente di rilevante.

[Lady Gwen]

Non trovai niente.
Niente di niente.
Di sicuro faceva sempre un lavoro pulito, non c'era che dire.
Molto accorto, pur essendo poco esperto?
Bah, probabile, anche se ero davvero poco convinta.
Tornai allora da Gan.
"Non ho trovato nulla, qui intorno, se non capire che c'è davvero un'atmosfera pesante e soffocante, in questa campagna. È possibile che una persona manualmente inesperta 0ossa lasciare una scena del crimine praticamente intatta?" chiesi al mio partner, più in una considerazione che una domanda.


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[Guisgard]

"Allora forse non è così inesperto il nostro uomo." Disse Gan a Gwen. "Ora che ci penso... una cosa che mi ha colpito c'è... magari è una sciocchezza... nel libro che ho letto alla villa di 2 fratelli... beh, c'era scritto che tra le accuse alla presunta strega vi era quella di appendere a testa in giù i bambini una volta uccisi e mangiati i loro organi..."

[Lady Gwen]

"Non so davvero che pensare..." scuotendo la testa.
Poi, lo ascoltai con attenzione.
"Dal pifferaio magico siamo arrivati ad Hansel e Gretel..." dissi sarcasticamente.
"A questo punto, è più che chiaro che si tratta davvero di un emulatore, che vuole riportare in auge questa leggenda macabra e terribile, terrorizzando questi luoghi e sfruttando le paure della gente, in un modo più che ignobile" ipotizzai.
"Credo che leggerò questo libro, stasera, se può essermi d'aiuto..."

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[Guisgard]

"Il maniaco delle favole." Disse sarcastico Sard guardando Gwen e Gad.
"Già, per ora sembra un nome perfetto per quel bastardo." Annuì questi.
"Vedremo se quelli della scientifica sapranno dirci qualcosa." Fece Sard.
"e domani interrogheremo i genitori del bambino." Lion. "Oggi non saranno in grado di risponderci."

[Lady Gwen]

"Vorrei non ammetterlo, ma è un nome fin troppo adatto..." sospirai.
Lion poi disse che non era il caso di avvicinare in quel momento i genitori.
"Sì, forse hai ragione" gli dissi "Potremmo sempre andare alla chiesa, però, dove lo conoscevano."

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[Guisgard]

"Si, buona idea." Disse Gan a Gwen.
Allora Lion spiegò ai 2 dove si trovava la chiesa.
Era poco distante e si trattava di una chiesetta isolata.
Qui i 2 trovarono il vecchio parroco, visibilmente sconvolto per l'accaduto.
"Era un bambino come tanti..." disse "... faceva ciò che fanno tutti i bambini della sua età."

[Lady Gwen]

Lion ci spiegò come arrivare al chiesetta e lì naturalmente il parroco era sconvolto.
"Le sembra che abbia mai nominato un uomo che aveva conosciuto, qualcuno che poteva averlo avvicinato, specie negli ultimi giorni?" gli chiesi.

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[Guisgard]

"Non so..." disse il parroco a Gwen "... non mi pare... no, un momento... ricordo di aver sentito parlare il bambino di una certa... donna... che parlava con gli alberi e gli animali... però ho pensato si riferisse ad un gioco... uno di quei tanti videogiochi che si vedono ovunque..."

[Lady Gwen]

Lo ascoltai e ricollegai con le parole che aveva detto Gan su quel libro.
"È come la storia di quel libro..." dissi al mio partner.
Poi, guardai il prete.
"So che c'è una leggenda qui, che parla di una donna simile, il bambino può averla sentita?" gli chiesi, più per conferma che altro.
"Pensiamo comunque che le due morti siano fin'ora collegate e che dietro ci sia un serial killer che si dirige appositamente verso i bambini."

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[Guisgard]

"Mah, questi posti sono pieni di vecchie storie, ma oggi i ragazzini non vi prestano più attenzione." Disse il prete a Gwen. "In tv e su Internet ci sono tante cose ben più interessanti agli occhi dei bambini di oggi." Annuì.

[Lady Gwen]

"Lei ha ragione, tuttavia molti elementi ci riportano a quella leggenda, anche il modo in cui è stato assassinato ci fa capire che, probabilmente, il killer è un emulatore di quella vecchia leggenda" replicai ed in quell'istante un'idea iniziò ad insinuarsi nella mia mente, mentre mi ripromettevo di parlarne poi con Gan.

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[Destresya]

Ascoltavo quell'uomo cercando di mantenere un'espressione interessata e assorta.
Non dovevano trapelare i miei veri pensieri riguardo quella storia, nè il motivo per cui ero tanto interessata a quella storia.
"Un maniaco su internet..." pensierosa "Interessante, dunque la piccola aveva un suo computer su cui avete trovato tracce di questo maniaco?".

[Guisgard]

Il parroco altro non seppe dire e i 2 agenti andarono via.
"E' tutto molto misterioso in questo dannato caso..." disse Gan a Gwen mentre guidava.
Intanto, a casa di Ester, Goz era con la dottoressa.
"In verità usava il computer di suo padre, dottoressa." L'ispettore a lei. "Ogni tanto permetteva a sua figlia di usarlo."
In quel momento suonò il suo cellulare e fu avvertito del secondo bambino asassinato.

[Lady Gwen]

Il parroco non seppe dirci altro, così andammo via.
"Poco fa, mi è passato per la mente che questo killer potrebbe prendere ispirazione da tante storie diverse. Prima il pifferaio magico, ora questo libro o leggenda che sia... Mi chiedo se sia la strada giusta e quale potrebbe essere la prossima, anche se spero con tutta me stessa che si fermi..." Sospirando avvilita.

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[Destresya]

"Beh, mi sembra logico vista l'età, ma ormai questi bambini sono sempre più spesso lasciati da soli davanti ai computer!" sentenziai.
"Ad ogni modo, se mi farà avere tutta la documentazione e mi terrà aggiornata sul caso, cercherò di elaborare un profilo che possa aiutarvi, ma la prego di non tralasciare nessun dettaglio, perchè tutto può essere importante per entrare nella mente del killer!" spiegai.

[Guisgard]

"Non si fermerà." Disse Gan guidando. "Lo sappiamo entrambi." A Gwen. "Però la tua idea mi piace... ma come facciamo a capire quale sarà la prossima favola o leggenda a cui si ispirerà il bastardo?"

[Guisgard]

Goz staccò la chiamata.
"Hanno trovato il cadavere di un altro bambino, dottoressa..." disse lui a Ester "... gli hanno aperto lo stomaco, tirato fuori qualche organo e poi appeso ad un albero con la testa in giù..."

[Lady Gwen]

Almeno Gan pensava che fossimo sulla buona strada.
"È una delle innumerevoli domande che affollano questo caso... È imprevedibile, non abbiamo la minima indicazione e possiamo solo diffondere una sorta di bollettino per far sì che la gente tenga i propri figli in casa, mentre recuperiamo tempo e cerchiamo di capirci qualcosa..."

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[Guisgard]

"Si, vero." Disse annuendo Gan a Gwen. "Torniamo alla villa a questo punto?" Guidando.

[Lady Gwen]

"Sì, decisamente, ho bisogno di..." mi interruppi e sospirai "Accidenti, non lo so nemmeno io di cosa ho bisogno, mi sento svuotata..." passando le mani fra le ciocche rosse che mi arrivavano poco sopra le spalle.
"Vorrei un caffè, ma anche una camomilla, vorrei riposare a letto, ma sento di avere l'adrenalina per una maratona intera, sono una contraddizione vivente..."

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[Destresya]

Oh interessante.
Gli sbudellamenti di solito erano privi di classe, ma avrei dovuto vederlo per capire meglio se il collega era degno del mio interesse.
"Ma è terribile!" proruppi nell'esclamazione che normalmente la gente si aspettava di sentire in circostanze di quel tipo.
"Posso seguirla sulla scena del delitto, ispettore? Sarebbe davvero molto utile per il mio lavoro, prometto che non sarò d'intralcio alle indagini!" con un sorriso rassicurante.

[Guisgard]

"Alla villa potrai rilassarti, Gwen." Disse Gan guidando. "E da quanto ho visto uno dei padroni di casa ti fa il filo." Divertito.
Nello stesso istante Goz era ancora da Ester.
"Si, certo." Annuì l'ispettore. "Magari mi sarà utile sulla scena del crimine, dottoressa."
E con l'auto di lui giunsero dove era stato ritrovato il cadavere del bambino.
Qui però non trovarono nessun indizio.
"Mai visto un assassino così abile a non lasciare tracce..." mormorò Goz.

[Lady Gwen]

Annuii alla prospettiva del relax e poi alla sua considerazione emisi un risolino quasi silenzioso, scuotendo la testa.
"Non ti sfugge niente, da bravo sbirro..." Gli dissi, sorniona.
"Che tipo..." stavolta però riferita ad Elv.
Quasi mi urtava che fosse così sfacciato, perchè era innegabile il fascino che emanasse, piuttosto consapevolmente, specie con lo sguardo nero e intenso che avevo avuto molto molto vicino al mio, ma era altrettanto innegabile che avrei potuto gestire meglio tutto ciò senza il suo essere impunito.


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[Guisgard]

Gan rise.
Arrivarono alla villa e parcheggiarono nel cortile.
Il maggiordomo venne ad accoglierli e li accompagnò in casa.
Qui trovarono un uomo ad attendere uno dei 2 padroni.
"Il signor Montes, uno scrittore, sta attendendo uno dei padroni." Disse il maggiordomo ai 2 agenti dell'Afrapol.
"Buongiorno." Salutò Montes. "Siete nuovi? Non vi ho mai visti da queste parti." Ai 2 poliziotti.
Era grasso e dall'aspetto burbero.
https://cinepassion34.fr/wp-content/uploads/2016/11/Rick-Zumwalt-cinepassion34.jpg

[Lady Gwen]

Scossi la testa ancora divertita, mentre arrivavano alla villa.
Entrammo ed il maggiordomo ci presentò un uomo pingue e dallo sguardo apparentemente burbero, che aspettava uno dei padroni di casa.
Era lo scrittore, Montes, ricordavo che fosse in attesa di una consegna di vino ed Elv aveva demandato la cosa al fratello, mentre era con noi.
Aveva poco la faccia dello scrittore e molto quella del classico tipo che trovavi la domenica allo stadio di baseball, hot dog in un amano e birra da 66 nell'altra, ma chi ero io per giudicare le apparenze?
"Salve, signor Montes. Io sono l'agente Gwen Ygraal e lui è l'agente Gan Luk, siamo venuti qui dall'Afrapol per indagare sulle morti di questi bambini" presentai entrambi all'uomo, con tono professionale.

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[Guisgard]

"Molto lieto." Disse Montes stringendo la mano a Gen e poi a Gan. "Si, i due omicidi che hanno gettato queste campagne nell'orrore." Annuì.
"Lei abita molto lontano da qui?" Chiese Gan.
"Ho affittato una villa a qualche chilometro da qui." Rispose lo scrittore. "Sono arrivato da poco, mi serviva un luogo tranquillo in cui scrivere il mio nuovo romanzo. Ma pare che abbia scelto il posto ed il momento sbagliato." Fissando i 2 agenti di polizia.

[Lady Gwen]

"Orrore è dire poco..." annuendo.
Pareva fosse arrivato anche lui da poco.
"Sì, mi sa di sì, signor Montes... Decisamente il periodo sbagliato..." con una smorfia.
"Spero che si riesca comunque a far luce prima possibile su questa faccenda, voglio fermare quel bastardo e andar via da qui... Sarà per ciò che è successo, ma pare che in queste campagne vi sia un'atmosfera così cupa..."

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[Guisgard]

"Non vorrei sembrarvi pessimista o mancare di fiducia verso il vostrolavoro..." disse Montes a Gwen, per poi tirare fuori un pacchetto di sigarette ed offrirne ai 2 agenti "... ma dubito fortemente che questo assassino verrà catturato..." accendendosi una sigaretta "... questi omicidi resteranno irrisolti temo..."
"E cosa ve lo fa credere?" Gan. "Voglio dire, io e la mia collega siamo anche in gamba e magari qualcosa caveremo dal buco, no?"
"Non dubito che siate bravi" fumando Montes "ma questo genere di assassini non agiscono secondo una logica comune... intendo dire che non seguono il caso, ma ossessioni tutte loro."
"Noi stiamo ancora cercando di capire se si tratti di uno o più assassini..." fece Gan.
"Io ho una mia ipotesi." Mormorò Montes.
"Sono curioso di sentirla." Gan a lui.
"Penso si tratti di una banda." Spiegò Montes. "Anzi, di un branco per meglio dire." Finendo la sua sigaretta.

[Lady Gwen]

Erano questi i discorsi che mi facevano andare fuori di testa, mentre lo ascoltavo senza prendere la sigaretta che mi offriva.
"Buona fortuna a trovare un assassino che ragioni secondo la logica comune..." sarcasticamente "Fosse così, il nostro ruolo non ci sarebbe..." con un sorriso candido ed enigmatico al contempo.
"E cosa c'è alla base della sua ipotesi?" chiesi, a quel punto curiosa di capire cosa gli facesse dire che potesse trattarsi di una banda, cosa che onestamente mi lasciava molto perplessa.

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[Guisgard]

"Sono zone rurali queste..." disse Montes a Gwen "... c'è poca cultura e pochi controlli... inoltre sono posti carichi di superstizione ed ignoranza... i giornali hanno parlato del ritrovamento del primo bambino... sembrava quasi ucciso come in un rituale. E siccome non credo che il diavolo si aggiri in questi posti in cerca di bambini, mi pare chiaro che il fanatismo regni sovrano."
"Quindi lei crede ci sia una specie di banda, tipo una setta o qualcosa del genere?" Gan.
"Si, ne sono convinto." Annuì Montes.

[Lady Gwen]

Beh, al fanatismo ci eravamo arrivati anche noi, nulla di epocale.
"Io invece sono portata a pensare che una sola persona si avvalga de fanatismo di questo posto, sembra un atto di vendetta e sono portata a pensare che un branco avrebbe agito in modo ben peggiore, più in grande."

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[Guisgard]

"Beh, i poliziotti siete voi." Disse Monties a Gwen. "Siete voi che dovete risolvere questo caso. E mi auguro ci riusciate, naturalmente."
In quel momento arrivò Elv.
"Vedo che vi siete già conosciuti tutti." Divertito. "Signor Monties,ho chiamato mio fratello ed il suo vino è pronto. Ora un operaio lo caricherà sulla sua auto."

[Lady Gwen]

"Ce lo auguriamo anche noi" annuii sinceramente.
Poi, arrivò Elv, con la solita goliardia che probabilmente non lo abbandonava mai.
A quanto pareva, il vino per Montes era arrivato e notai che l'identità del fratello rimaneva ancora celata.
Quanto mistero...
Continuavo a chiedermi come mai, mentre attendevo che si presentasse.

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[Guisgard]

Monties pagò per il vino, salutò i presenti ed andò via.
"Tipo eccentrico il nostro scrittore." Disse Gan.
"E' uno che si è fatto da sè..." fece Elv "... autodidatta in tutto... io lo vedo un pò grezzo... ma tant'è." E rise. "E voi, scoperto qualcosa?" a Gwen e a Gan.

[Lady Gwen]

Montes andò via e le parole di Elv su di lui mi fecero ridacchiare, pur senza troppa voglia, ma era né più né meno ciò che avevo pensato io.
Poi, chiese del caso.
"Lo vuoi davvero sapere?" gli chiesi allora io, guardandolo con amaro sarcasmo, perchè c'era poco da fare, i dettagli erano decisamente infelici e anche io me lo sarei risparmiati.

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[Guisgard]

"Beh, la tua faccia è tutto un programma..." disse Elv a Gwen "... facciamo così.. stasera vi offrirò una cena per cercare di farvi rilassare un pò... sono un cuoco provetto, sapete?" Divertito. "Ditemi solo la parolina magica... carne o pesce?" Ridendo.

[Lady Gwen]

Per fortuna, Elv capì, segno che quello sguardo scuro era decisamente profondo come appariva, dietro il suo essere così impunito e sfacciato.
Sollevai un sopracciglio quando disse che avrebbe cucinato.
Beh, questa era una scoperta.
"Dato che siamo nel bel mezzo della campagna e il mare non si vede nemmeno col binocolo, scelgo pesce" con un sorriso furbo, volendo metterlo alla prova.

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[Guisgard]

"Si, vada per il pesce." Disse Gan annuuendo a Gwen.
"Perfetto." Divertito Elv. "Il pesce è la mia specialità. Bene, ora comincerò a darmi da fare. A più tardi." E andò via.
"Beato lui cheè sempre allegro." Fece Gan.
In quel momento si aprì una porta che era era rimasta sempre chiusa fino a quel momento e attraverso essa arrivò il maggiordomo.
L'uomo la richiuse subito, ma Gwen ebbe il tempo di vedere un grande ritratto appeso alla parete.
Sulla tela era raffigurato un uomo dall'aspetto grottesco e spaventoso.
https://www.ilpattosociale.it/wp-content/uploads/2019/06/dorian-640x405.jpg

[Lady Gwen]

"Siamo davvero molto curiosi" risposi divertita, prima che andasse via.
"Con tutto quello che stiamo passando, onestamente non mi dispiace..." dissi a Gan.
Notai poi una porta che non era ancora stata aperta.
Ne uscì il maggiordomo e pur nel movimento rapido nel richiuderla, notai un quadro che mostrava un'immagine orripilante.
Cosa poteva mai essere?
Di certo, in questo posto ce n'erano molte di stranezze...

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[Guisgard]

Il maggiordomo chiuse subito la porta, salutò cortesemente i 2 agenti dell'Afrapol e tornò verso la cucina.
"Io ho bisogna di prendere un pò d'aria..." disse Gan a Gwen "... vado a fare un giro in giardino."

[Lady Gwen]

Il maggiordomo chiuse svelto la porta e andò in cucina, mentre Gan usciva a prendere un po' d'aria.
Mi guardai attorno e curiosa come un gatto, come solo io potevo essere, assicurandomi che non ci fosse nessuno nei paraggi, aprii appena appena la porta per sbirciare dentro la stanza.

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[Guisgard]

Gwen aprì la porta e si ritrovò davanti quel ritratto terrificante.
Raffigurava un uomo anziato, dall'aspetto grottesco, col volto simile ad una maschera di rughe e piaghe, gli occhi infossati e spettrali, la bocca deformata da un ghigno di folle sofferenza.
Attorno a lui nel ritratto comparivano misteriose ed inquietanti figure.

[Lady Gwen]

Era terrificante.
Davvero.
Mai nella mia vita avevo visto qualcosa di simile, era agghiacciante, i suoi occhi crudeli ed infossati sembravano entrarmi fin dentro l'anima, era una sensazione terribile, come quella provocata dalle figure che gli aleggiavano attorno.
Mi chiedevo chi mai potesse raffigurare e per quale accidenti di motivo lo tenessero in casa, cosa mai potevano farci?
Pensavo questo, mentre prestavo attenzione a che nessuno arrivasse nei paraggi.

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[Guisgard]

Guardando quel ritratto grottesco e spaventoso, Gwen si accorse che la tela era molto vecchia, consumata oltre che dal Tempo anche dalla muffa e dai tarli sulla cornice.
Inoltre molte delle rughe non erano dipinte sul volto del vecchio raffigurato, ma generate proprio dalla tela troppo rovinata.
Come se quel ritratto fosse in quello stato anche per il tempo trascorso.

[Lady Gwen]

La tela era davvero vecchia.
Nel senso di consunta, consumata all'inverosimile, come fosse stata lì da secoli innumerevoli, preda di tarli che avevano ormai saccheggiato la polpa lignea della cornice e la muffa che si era estesa a macchia d'olio.
Tutti quegli elementi, egualmente raccapriccianti, rendevano il tutto decisamente peggiore, come quelle rughe che gli deformavano il viso, rendendolo la peggior grottesca mai vista sulla terra.
Stanca e provata dalla giornata, e con poca intenzione a volermi far rovinare ulteriormente la giornata da un maledetto quadro vecchio e orripilante, richiusi la porta e rimasi lì a gironzolare.
Ero intenzionata a raggiungere la cucina e provai a ripercorrere la strada fatta prima dal maggiordomo.

[Destresya]

Arrivammo sulla scena del crimine, e io mi fermai a guardarmi attorno, attentamente.
La scena che mi si parò davanti agli occhi offriva molti spunti di riflessione e mi incuriosiva sempre più scoprire chi fosse questo assassino.
C'era uno schema, c'era come un disegno, solo che era fatto in una lingua che per ora comprendeva soltanto lui, eppure ero sicura che avesse messo, in quelle scene del crimine, tutti gli elementi per poterli identificare.
Come promesso restai in disparte ad osservare, non volendo essere d'intralcio.
Alzai un sopracciglio a quelle parole di Goz.
Ma veramente? E io che sono, scusa?
Mi trattenni dal fare il paragone, sarebbe stato un rischio inutile.
Oh ma come avrei voluto.
"Quale sarà la sua prossima mossa, ispettore?" chiesi invece, senza smettere di osservare tutto intorno a me.

[Guisgard]

Gwen chiuse la porta e cercò la cucina, arrivandovi e trovando Elv impegnato a cucinare fischiettando.
Intanto Ester era andata con Goz sul luogo del secondo delitto.
"A breve farà buio, meglio andare..." disse luia lei "... non lo so, devo rifletterci..." poi sorrise marpione "... perchè stasera non mi permette di invitarla a casa mia? Una cenetta e magari discutiamo del caso... che ne dice, dottoressa?" Divertito.

[Lady Gwen]

Stranamente riuscii a trovare la cucina senza perdermi ed Elv era lì a cucinare, gaio e tranquillo come al solito.
Accennai un sorriso divertito, rimanendo sulla soglia della porta in silenzio.
A passo felpato mi avvicinai, il mio incedere sovrastato dal soffriggere delle padelle.
"Le preparazioni promettono bene..." mormorai di punto in bianco, con aria divertita.

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[Guisgard]

Elv si voltò di scatto e guardò Gwen.
"Ehi, ciao, bellissima." Disse lui facendole l'occhiolino. "Ti ha attirato il profumino della mia cucina o la mancanza di me?" Divertito.

[Destresya]

Sì, anche io ci dovevo pensare, dovevo capire bene cosa avesse in mente l'assassino, studiare il caso.
Poi quello sfrontato di un ispettore mi invitò a cena.
A me? Oh mio caro, non mi tentare!
Non lo sai come finisce normalmente una cena con me?
Non ti piacerebbe! A me sì, questo è vero.
Ma non posso uccidere al mio solito modo un poliziotto.
Oh ma verrà il tuo momento, non preoccuparti.
Fammi escogitare un piano.
Uno sbirro in meno, dopotutto, perchè no?
"Lei è gentile, ispettore, ma ho già un impegno!" elegantemente "Mi faccia avere tutta la documentazione delle due scene del crimine e tutti gli elementi che avete trovato, in modo che possa cominciare a elaborare un profilo. A presto, ispettore!" salutandolo con un gesto della mano.
Avevo davvero da fare, e certo un ispettore tra i piedi era l'ultima cosa che mi serviva.

[Lady Gwen]

Ridacchiai vedendolo girarsi di scatto.
Sì, dovevo ammetterlo, arrivare di soppiatto era una soddisfazione tutta mia.
Sorrisi divertita alle sue parole.
Era davvero deciso a non mollare, caparbio e testardo, questo glielo si doveva riconoscere.
Tuttavia, sembrava lo facesse senza cattiveria o dubbia malizia.
Più del necessario, intendevo.
Di certo, era infinitamente migliore di Goz.
"Ti lascerò nel dubbio" con un sorriso candido.

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[Guisgard]

"Guarda che così mi lasci nel dubbio e mi invogli a fantasticare." Disse divertito Elv. "Dai, ammettilo... non ti sono indifferente." Facendo l'occhiolino a Gwen.
Nel frattempo Ester aveva trovato il modo di liquidare elegantemente i tentativi di lussuria di Goz.
Tornò infine a casa sua e qui poco dopo squillò ancora il telefono.

[Destresya]

Non feci in tempo a tornare a casa, e a prepararmi per la mia serata, che suonò il telefono.
Quella giornata sembrava non finire mai!
Così risposi.
"Pronto?" con un tono che non lasciava trasparire emozioni.

[Lady Gwen]

"Beh, l'intento era più o meno quello" commentai, divertita.
A quella constatazione, perchè questo era, non una domanda, guardai attentamente, seppur per pochi istanti, le sue iridi di ossidiana, i capelli corvini, la carnagione ambrata con quei tratti bruni.
No, decisamente non mi era indifferente.
Sorrisi furbescamente.
"Se voglio lasciarti nel dubbio, a fantasticare, perchè dovrei risponderti?"

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[Guisgard]

"Dottoressa, sono io..." disse la voce al telefono a Ester "... l'assassino... grazie per non avermi denunciato all'ispettore..." evidentemente li aveva seguiti.
Nel frattempo, alla villa, Gwen era in cucina con Elv.
"Guarda che poi fantastico, eh!" Lui divertito. "E magari... chissà... potrei farti bere uno degli antidoti segreti di famiglia, sai? Qualche elisir d'Amore!" Facendole l'occhiolino.

[Lady Gwen]

"Non mi è sembrato che da oggi pomeriggio ad ora tu abbia chiesto il permesso per farlo..." con sornione sarcasmo, perchè era vero che era partito all'attacco all'istante e ora, ad essere onesta, la cosa iniziava a divertirmi, a donarmi quel senso di leggerezza di cui sentivo di aver bisogno.
"Ah ecco di cosa ti occupi mentre tuo fratello fa il vino..." sempre con sarcasmo, sentendo di un ipotetico elisir magico.

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[Destresya]

Ah, di nuovo il mio misterioso amico.
Che carino, credeva che lo avessi fatto per lui di non denunciarlo alla polizia.
La verità era che non mi serviva più a quel punto.
L'idiota di Goz mi aveva chiamato prima che potessi farlo io.
Ma non c'era bisogno che ti dicessi queste cose, non è vero?
"Ti avevo detto che potevi fidarti di me..." con voce calma e rassicurante.
"Ho visto la tua opera stasera, ha tutta l'aria di voler lasciare un messaggio, lo sai?".

[Guisgard]

Elv rise.
"In verità il laboratio è di mio fratello." Disse a Gwen. "E' lì che lui mischia essenze, profumi e tipi di uve per il vino che produce. Io lo prenderei in prestito, ammesso che lui sappia farli gli elisir d'Amore." Divertito.
Intanto Ester era al telefono con il presunto assassino.
"Si..." farfugliò lui "... si... è... quello che volevo, si... e ucciderò ancora... ucciderò tutti i bambini!"

[Lady Gwen]

"Ah, interessante..." mormorai, per quel piccolo dietro le quinte "E se pensi di non essermi indifferente, perchè credi che io abbia bisogno di un elisir?" chiesi poi, guardandolo con un sorriso vago e divertito.

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[Guisgard]

Elv rise.
"E se io" disse "ti proporrei una scommessa?" Divertito. "Diciamo... se ti sorprendessi con la mia cena... pagheresti pegno?" Fissando Gwen.

[Destresya]

Lo ascoltavo, incuriosita, anche se non è che mi sembrasse proprio la persona in grado di fare quello che avevo visto.
Ma dovevo reggere il gioco per farlo parlare.
"Perchè l'hai messo in quel modo? Me lo stavo chiedendo da prima, lo sai?" fingendomi molto incuriosita.

[Lady Gwen]

Lo ascoltai, mentre ora c'era di più sul piatto.
Qualcosa ad un livello superiore.
"È innegabilmente rischioso..." constatai "E dipende dal pegno..." aggiunsi poi, con aria furba ed un sopracciglio alzato.

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[Guisgard]

"Ecco... ora devo andare... non ho tempo..." disse agitato lui al telefono ad Ester "... si, devo andare... ti chiamerò io, dottoressa..." e staccò.
Nel frattempo Gwen era sempre con Elv in cucina.
"Sbaglio o l'agente Gwen ha paura di scommetere?" Provocandola lui.

[Lady Gwen]

Mi sentivo punta sul vivo?
Beh di certo cercava di provocarmi.
"I poliziotti non fanno scommesse, non lo sai?" dissi con divertito sarcasmo, perchè di certo non si trattava di una scommessa illegale come quelle smantellavamo ogni giorno, ma proprio perchè non lo era mi divertivo a punzecchiarlo a mia volta.
"Ma siccome cerchi di colpirmi nell'orgoglio e nel mio amor proprio, voglio accontentarti" aggiunsi poi, come se stessi parlando con quei bambini che vanno accontentati nei giochi "Accetto."

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[Guisgard]

Elv guardò Gwen e rise piano.
"Bene." Disse lui. "Allora, se la cena ti conquisterà, io guadagnerò un diciamo appuntamento galante nei giardini nella villa." Facendole l'occhiolino.

[Lady Gwen]

Beh, non poteva essere così male, no?
"Ormai ho accettato, no?" con un sopracciglio inarcato, non potendo più tirarmi indietro.
Magari sarebbe stato interessante, chi poteva saperlo?

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[Guisgard]

"Già e un agente di polizia non può tirarsi indietro dopo aver dato la sua parola." Disse divertito Elv a Gwen. "Beh, ora smetti di distrarmi con i tuoi occhi verdi e quei capelli rossi. Ho una cena da preparare per conquistarti." facendole l'occhiolino.

[Lady Gwen]

"Già, pare proprio di no..." con una smorfia sorniona.
Poi, alzai scossi la testa con un sorriso divertito.
"Va bene, allora ti lascio all'opera..." con aria candida e sorniona, prima di andare via e sedermi nel salotto in cui ci aveva accolti questo pomeriggio, in attesa della cena che aveva preso una piega decisamente inaspettata.

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[Guisgard]

Gwen lasciò la cucina e andò nel salotto, attendendo che la cena fosse pronta.
Ma ad un tratto sentì dei rumori giungere dal pavimento.
Come se in un ambiente posto sotto la stanza ci fosse qualcuno ed anche parecchio impegnato con qualche lavoro.

[Lady Gwen]

Ero lì tranquilla seduta sul divano, quando sentii dei rumori.
Mi fermai all'istante e mi misi in ascolto, con più attenzione, guardandomi attorno.
I rumori venivano dal pavimento, come se sotto qualcuno stesse lavorando e sul momento pensai potesse essere il fratello di Elv impegnato nelle cantine, dopotutto non ci sarebbe stato nulla di strano.

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[Guisgard]

Gwen restò ad ascoltare e quei rumori si prolungarono per diversi minuti.
Ad un tratto nel salotto arrivò Gan.
"Eccoti, Gwen." Disse sorridendole.
Ma udita la voce del poliziotto chiunque stesse lavorando di sotto cessò immediatamente con quei rumori.

[Lady Gwen]

Quei rumori continuarono a lungo, tanto che fui tentata di seguirli per scoprire cosa fosse, ma quando arrivò Gan tutto tacque.
Beh, meglio così, non avevo gran voglia di alzarmi dal divano...
Gli sorrisi e gli feci spazio accanto a me.
"Ti senti meglio dopo la boccata d'aria? Immagino sia stata una giornata difficile per tutti..."

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[Guisgard]

"Si, una pessima giornata..." disse Gan a Gwen "... fortuna sia finita, anche se i suoi incubi mi perseguiteranno stanotte..." scuotendo il capo "... e tu invece? Cosa hai fatto? Se hai una formula magica per nonpensare ti prego allora di insegnarmela."

[Lady Gwen]

Feci una smorfia dispiaciuta per il suo stato d'animo.
Era una situazione orribile, nessuno avrebbe dovuto farci incontri, nessuno, né noi né le vittime o tantomeno le loro famiglie, ma purtroppo qualcuno decideva diversamente...
Ridacchiai alla sua richiesta.
"Beh, sono passata a controllare l'operato del nostro ospite in cucina, ma non credo che a te farebbe lo stesso effetto..." con aria sorniona.

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[Guisgard]

"Aspetta un momento..." disse Gan "... stai cercando di dirmi che non avremo neanche una cena decente? Beh, io invece spero che in cucina il nostro ospite abbia la stessa dimestiche come quandoè davanti ad una bella ragazza." Ridendo e guardando Gwen.

[Lady Gwen]

Scoppiai a ridere dopo quelle parole.
"Non ho detto questo, accidenti..." ancora ridendo, mentre scuotevo la testa.
"Sembra che sappia il fatto suo, quindi voglio fidarmi..." divertita.
Col piccolo dettaglio che si sarebbe impegnato il doppio, visto il nostro ipotetico appuntamento in giardino.

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[Guisgard]

"Ah, ok..." disse ridendo Gan a Gwen "... avevo capito il contrario..." divertito.
Quando fu ora di cena il maggiordomo li informò e tutti presero posto nel salone per mangiare.
Elv appariva molto sicuro di se ed orgoglioso di ciò che aveva preparato.
E in effetti le varie pietanze che sfilarono in tavola all'apparenza erano molto invitanti.
Calamarata come primo, nasello al forno aromatizzato con menta e accompagnato da una crema di fagiolini e maionese fresca, zuppa di cozze e per chiudere una torta ricotta e pera che però con ogni probabilità proveniva da qualche pasticceria.

[Lady Gwen]

Ridacchiai ancora, mentre mi godevo quei minuti di tranquillità.
Dopo in po', il maggiordomo ci chiamò a tavola e dovevo ammettere di essere doppiamente curiosa.
Elv appariva molto sicuro di sè e in effetti, quando cominciammo a mangiare, capii perchè.
Era tutto oggettivamente buonissimo.
"C'è da ammettere che pure in campagna ve la cavate bene col pesce..." commentai, guardandolo con un sorriso enigmatico.

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[Guisgard]

"Il segreto è un ibrido." Disse soddisfatto Elv a Gwen. "Un buon fornitore per il pesce e la mia sensibilità culinaria." Divertito. "Quindi posso dedurre che tuttii miei ospiti hanno gradito?" Fissandola.

[Lady Gwen]

Ridacchiai silenziosamente, divertita dalla precisazione.
Poi sorrisi alla sua domanda.
"Direi di sì" confermando quella risposta che, in virtù del nostro "accordo", volendolo chiamare così, era indispensabile.
Ed ero certa che ci avesse provato parecchia soddisfazione nel chiedermelo, visto il tipo e visto che, alla fine, aveva avuto ragione, facendomi davvero apprezzare ciò che aveva preparato.

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[Guisgard]

La cena proseguì e finì con quella torta.
Poi il maggiordomo sparecchi, mentre tutti loro stapparono una bottiglia di vino in un salottino laterale.
Verso Mezzanotte Gan salutò tutti e andò a letto, lasciando soli Gwen e Elv.
"Pare che abbia vinto la scommessa..." disse lui divertito.

[Lady Gwen]

La cena finì, arrivando al buonissimo dessert, degna conclusione per la serata, mentre il maggiordomo sparecchiava e noi stappavamo una bottiglia in salotto.
A fine serata, Gan andò a letto.
Era già mezzanotte, in effetti, ma noi avevamo ancora una scommessa in ballo.
"Diciamo che sicuramente ti sei impegnato più del solito solo perchè c'è una scommessa di mezzo..." con sorriso di finta superiorità.

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[Guisgard]

"Beh, la posta in palio era importante..." disse Elv a Gwen "... dico bene?" Facendole l'occhiolino.

[Lady Gwen]

Sorrisi quasi pensierosa ed annuii.
"Dunque, il nostro appuntamento nei giardini?" dissi a quel punto, guardandolo, ormai incuriosita da quella prospettiva.
La parola era la parola e andava rispettata.
Senza troppo sforzo, dovevo ammetterlo, almeno adesso, che avevo avuto modo di osservarlo.

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[Guisgard]

"Esatto, agente Gwen." Disse Divertito Elv. "Poso avere l'onore di uscire in giardino con lei?" Fcendo il simpatico. "E' una splendida sera, no?" Facendole l'occhiolino.

[Lady Gwen]

Mi fece sorridere con divertimento, un sorriso ampio e spontaneo, che pensavo non potesse appartenermi quel giorno.
Eppure, era successo e dovevo essere onesta nell'ammettere che fosse stato merito suo.
"Con piacere" risposi poi, in attesa del nostro appuntamento, per questo era, a tutti gli effetti.

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[Guisgard]

"Prego allora." disse Elv sorridendo, porgendo la mano a Gwen.
Uscirono allora in giardino.
Era una notte umida, con piante e muretti bagnati, ma un profumo di muschio riempiva l'aria e il silenzio pareva assumere un che di incantato.
"Sai che non ho mai corteggiato un agente di polizia?" Divertito lui. "Credi servano parole particolari?" Volendo fare lo splendido.

[Lady Gwen]

Presi la sua mano ed uscimmo in giardino.
La sera era umida, na tutto sommato gradevole.
Sorrisi divertita a ciò che disse su di me.
"Ah io conto come agente di polizia? Fa punteggio?" chiesi sarcasticamente.
"Parole particolari?" ripetei "Mi hai stupita con la cena, prova a farlo di nuovo..." divertita, guardandolo.

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[Guisgard]

Tenne Gwen per mano ed insieme uscirono nel giardino.
Era una sera umida ma gradevole.
"Parole..." disse sorridendo Elv senza lasciae la mano di lei "... devo giocarmela bene allora... niente romanticismo ostentato, non troppo zucchero e miele... quindi devo dare il meglio di me..." facendole l'occhiolino "... non potrò rubare un fiore per te, nè improvvisare una serenata... qundi? Hai almeno una marca di cioccolatini preferità?" Divertito.

[Lady Gwen]

Lo ascoltai curiosa e divertita.
Poi ridacchiai.
"Decisamente, niente zucchero e miele..." ridacchiando.
"Non un marca, ma preferisco il fondente" guardandolo con un sorriso sornione, mentre osservavo i suoi occhi neri e lucidi ai raggi lunari.

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[Guisgard]

"Fondente..." disse lui guardando Gwen "... e se ora, malgrado l'ora, riuscissi a procurarti del cioccolato fondente tra i più buoni in circolazione... cosa mi daresti in cambio?" Facendole l'occhiolino.

[Lady Gwen]

Inarcai il sopracciglio a quella considerazione.
"Ho già accettato un pegno, chiamiamolo compromesso, e siamo qui, non credo di volerne accettare altri..." con una smorfia divertita, volendo vedere fin dove sarebbe arrivato.

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[Guisgard]

"Tecnicamente questa è una scommessa persa, un pegno è diverso." Disse divertito Elv. "E poi non ci credo che davvero ti lasceresti sfuggire il miglior cioccolato fondente della storia solo per fare un pò la difficile, no?" Facendo l'occhiolino a Gwen.

[Lady Gwen]

"E tecnicamente, io non ero obbligata ad accettare" ribatte subito "Ma credo di poter vivere senza cioccolato..." con un sorriso divertito e di sfida.
"Visto che ci tieni tanto a specificarlo, lo sai che stai cercando di ricattare o corrompere un poliziotto, vero?" sempre più divertita.

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[Guisgard]

"Si, lo ammetto..." disse Elv divertito a Gwen "... sto cercando di corromperti. Però potresti aiutarmi, no? Dopo tutto se dopo aver scartato fiori e serenate mi metti fuorigioco anche il cioccolato, beh, capirai che diventa difficile il poterti conquistare, no?" Facendole l'occhiolino.

[Lady Gwen]

Ridacchiai silenziosamente.
Già, ma che gusto ci sarebbe stato se non gli avessi reso le cose più divertenti?
"Io non ho mai detto che ti avrei agevolato. Forse sei tu ad essere troppo sicuro del tuo fascino e dunque lo dai per scontato, no?" avvicinandomi a lui di un paio di passi, mentre lo guardavo divertita e con furbizia.
"Chissà, magari ho deciso di metterti in difficoltà per vedere quanto ci impieghi a gettare la spugna, visto che voi uomini volete sempre le cose facili" calcai volutamente sulla fine della frase, curiosa di sapere cosa avrebbe detto.

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[Guisgard]

Elv rise di gusto.
"Avanti, ammettilo..." disse divertito a Gwen "...ti piaccio, lo so." Facendole l'occhiolino. "Vuoi fare la difficile, magari per farti corteggiare. Beh, sappi che non mi arrenderò e otterrò il tuo si." Avvicinandosi a lei, al punto da essere ormai vicinissimo alla giovane e furba poliziotta.

[Lady Gwen]

Mantenni quel sorriso furbo, mentre si avvicinava anche lui.
Era stato tutto più graduale di alcune ore fa e mi ero quasi abituata a quel punzecchiarsi.
"Ma tutto ciò funziona con le altre? I fiori, le serenate, i cioccolatini..." dissi divertita, per provocarlo.

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[Guisgard]

Lui guardò Gwen e rise piano.
"Quindi..." disse sfiorando i rossi capelli di Gwen "... tu sei come altre?"
In quel momento si sentì un rumore di passi.
"Non sapevo che stasera avessi ospiti, fratello." Arrivando un uomo nella penombra del giardino con una sigaretta in mano. "Sei diventato romantico? Da quando ti servono i fiori e la Luna per conquistare una ragazza?" Era un uomo dall'aspetto serio e distinto, con lo sguardo vagamente cupo e la vace bassa.
"Agente Gwen..." fece Elv ironico "... ti presento mio fratello Erbert." Indicando alla ragazza il nuovo arrivato.
"Non immaginavo che uno dei 2 agenti che attendevamo fosse una donna." Erbert a Gwen. "Mi scusi per lo spiacevole equivoco." Porgendo la mano alla ragazza per salutarla.
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[Lady Gwen]

Mi sfiorò i capelli, ma stavolta non mi allontanai.
"Non saprei, non mi pare che abbiano funzionato, fin'ora..." divertita.
Poi, sobbalzai appena sentendo un tono di voce più basso, non sapendo a chi potesse appartenere.
Sentendo poi la parola "fratello", capii.
Mi ero quasi dimenticata che questa persona esistesse, dato che si era mostrata solo ora.
Avevo comunque trattenuto un risolino al commento che aveva fatto su Elv.
Poi, lui ci presentò e scoprii che si chiamava Erbert.
"Non si preoccupi, piacere di conoscerla" sorridendo divertita e stringendogli la mano "Siamo arrivati oggi pomeriggio, ma per via delle indagini la nostra presenza è stata un po' vaga, qui alla villa..."

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[Guisgard]

"Si, mi perdoni per l'equivoco, ma mio fratello ha un indubbio ascendente sul gentil sesso." Disse con un sorriso di circostanza Erbert a Gwen.
"Te lo dico sempre, fratello mio..." dicertito Elv "... se tu pensassi un pò meno al tuo lavoro e più a goderti la vita allora ti accorgeresti che il denaro non è tutto."
"Dubito che tu potresti continuare a goderti la vita se io smettessi di lavorare, fratello." Replicò appena sarcastico Erbert.
"Mio fratello è un maestro del produrre ottimo vino, come già sai." Elv a Gwen. "Conosce ogni erba, frutto ed essenza di questi posti." Ridendo.
"Ora sarà meglio che vada a dormire." Erbert. "Vi ho già disturbato abbastanza." Guardando Gwen ed indicando suo fratello. "Le auguro una serena notte, agente." Alla ragazza, per poi andare via, svanendo nella penombra da cui era giunto.

[Lady Gwen]

Trattenni di nuovo a fatica un risolino, ma non potei trattenere un sorriso divertito, specie mentre assistetti al loro scambio di... "punti di vista".
Beh, non conoscevo la situazione, ma sembrava proprio che fossero davvero la formica e la cicala e non stentavo a comprendere le parole di Erbert.
Poi, lui andò via.
"Beh, non si sbaglia quando si dice che fratelli e sorelle sono sempre diversi fra loro..." con divertito sarcasmo, notando le differenze fra loro due anche nel carattere, nei modi e in tante cose, tranne che nelle tinte brune che li caratterizzavano entrambi.

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[Guisgard]

"Si..." disse annuendo Elv a Gwen "... in effetti siamo molto diversi... io impazzirei se vivessi come lui... che senso ha lavorare tanto se poi non ci diverte un pò? Sbaglio?" Divertito. "Ma tornando a noi... dove eravamo rimasti? Se ben ricordo eri pronta a cadere fra le mie braccia, giusto?" Ridendo.

[Lady Gwen]

"Potreste avere ragione entrambi... Sarà perchè anch'io lavoro troppo..." dissi, per poi ridacchiare divertita.
E lui tornò a dove la nostra discussione si era interrotta.
"Stando a come parlavi, in realtà, eri convinto che io lo avessi già fatto..." mormorai, riferita al cadere fra le sue braccia, mentre non ci eravamo separati di tanto durante l'interruzione di Erbert.

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[Guisgard]

Elv rise e fece l'occhiolino a Gwen.
Un attimo dopo però qualcuno suonò al citofono della villa.
"E' Mezzanotte..." disse Elv "... chi diavolo sarà?"
Il maggiordomo andò ad aprire e fece entrare una ragazza ancora adolescente che chiedeva di parlare con i 2 agenti.
"Non è un pò tardi per andare in giro, ragazzina?" Chiese sarcastico Elv.
"Sono uscita di casa di nascosto..." mormorò lei "... volevo... ecco... volevo parlare con i 2 poliziotti arrivati qui..."
"A Mezzanotte?" Elv.
"Ho aspettato che i miei genitori andassero a letto..." la ragazza.

[Lady Gwen]

Improvvisamente, sobbalzai di nuovo, stavolta però al suono del citofono.
In effetti era tardi e proprio per questo mi ero irrigidita.
Certo, ci fosse stata un'emergenza, ci avrebbero telefonato, ma non stavo tranquilla.
Era una ragazzina adolescente, che affermò di essere uscita di nascosto per parlare con noi
Dissi allora al maggiordomo di chiamare Gan.
"Io sono l'agente Gwen Ygraal, come ti chiami?" chiesi gentilmente.

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[Guisgard]

"Mi chiamo Marika..." disse la ragazzina a Gwen "... ma... ma forse ho sbagliato a venire qui... ho provato a parlare con l'ispettore Goz... ma non mi ha creduta... e forse neanche voi mi crederete..."

[Lady Gwen]

"Bene, Marika, noi siamo qui per aiutare, quindi ti ascolteremo, ti prometto che saremo diversi da Goz" con un sorriso più affabile.
"Di cosa volevi parlarci?" curiosa e inquieta al contempo.

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[Guisgard]

"Oggi ero al funerale del bambino ucciso..." disse Marika a Gwen "... sono in classe con sua sorella maggiore e siiamo buone amiche... mentre il prete recitava le preghiere...io... si, io mi sono allontanata... ero triste... e mi sentivo male... ho... ho visto lo spiazzo del Cimitero... e ci sono andata, per passeggiare un pò... e allora... allora l'ho visto..."
In quel momento arrivò Gan, chiamato dal maggiordomo.

[Lady Gwen]

Ascoltai attentamente l'inizio del racconto della ragazzina e quando arrivò al culmine della storia, arrivò Gan.
"Chi? Chi hai visto, Marika?" chiesi allora.
Speravo ci desse indizi sul presunto colpevole di cui avevamo provato a costruire l'identikit, fallendo o riuscendoci ancora non lo sapevamo con certezza, ma forse lei poteva darci una grossa mano.
Non solo per individuarlo, ma magari anche per anticipare una sua eventuale prossima mossa, il ché non sarebbe stato poco, se fossimo riusciti a salvare altri bambini e mettere finalmente il bastardo dietro le sbarre come meritava.

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[Guisgard]

La ragazzina guardò Gan e sembrò come bloccarsi.
Poi Gwen la spronò a continuare ed a svelare cosa avesse visto al Cimitero.
"Era... era fra gli alberi, credo..." disse Marika "... c'era il Sole... ma... fra quegli alberi... no... era una sensazione... di sbagliato, si spiacevole, di cattivo... come... come un'ombra... ma si muoveva... non però come fanno tutti... era diversa..."
"Cosa era diversa?" Chiese Gan.
"Non lo so..." Marika "... l'ispettore Goz dice... dice che ero sconvolta e impressionabile..."

[Lady Gwen]

La ragazzina si era bloccata, guardando Gan, ma alla fine proseguì.
E non fu tanto meglio.
Parlava di sensazioni, impressioni, ma era davvero poco su cui basarsi.
Dovevo convincerla a ricordare qualcosa in più.
"Ricordi qualcos'altro che potrebbe essere più preciso, più definito?" cercai di spronarla ancora, per ricavare più informazioni possibili.

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[Guisgard]

"Si, cerca di essere più chiara." Disse Gan a Marika, dopo aver annuito alle parole di Gwen.
"Non lo so... forse stavo solo sognando..." la ragazzina "... mi ero seduta ai piedi di un albero, ero triste... si, forse l'ispettore Goz ha ragione..."
"E sei venuta fin qui a quest'ora solo per un sogno?" Gan a lei. "Io non credo..."

[Lady Gwen]

Come mai da che era venuta qui, lanciatissima sul voler parlare, ora ritrattava?
In un paio di minuti?
"Se hai avvertito quelle sensazioni, e puoi descriverle così chiaramente, allora dubito tu stessi sognando" la incoraggiai "Secondo me puoi farcela" con un sorriso incoraggiante e la mano sulla sua spalla.
"Magari, prima o dopo del funerale hai visto qualcuno di sospetto o "estraneo" aggirarsi lì nei paraggi?"

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[Guisgard]

"Questo... questo è il problema..." disse Marika a Gwen e a Gan "... io... io ho visto... un'ombra... scura... e si muoveva in modo assurdo... non era una persona... sembrava... finta... ma mi trasmetteva angoscia, paura, disperazione..." agitata lei.

[Destresya]

"Che strano tipo!" pensai, dopo che aveva staccato.
Se non altro il fatto che mi fossi dimenticata di lui mi aveva fatto guadagnare la sua fiducia, dovevo capire come sfruttare quella situazione.
Ma ormai era tardi, ci avrei pensato l'indomani.
Così, scelsi un buon libro dalla mia libreria, mi versai del buon vino e mi stesi sul divano, dopotutto uno dei piaceri della vita era proprio addormentarsi su quei morbidi cuscini.

[Lady Gwen]

Un'ombra...
Cosa potevamo farcene di un'ombra?
Peraltro che diceva muoversi in modo strano.
"Terremo in considerazione ciò che hai detto e vedremo di farlo quadrare con le indagini" le dissi, poichè non mi sembrava giusto comportarmi come quella bestia di Goz, ferendola e facendola passare per pazza.
Magari non ne avremmo ricavato nulla, o magari sì, non potevamo saperlo.
"Ora però è meglio se torni a casa, è molto tardi" le dissi, con apprensione, poi guardai Gan "Non so se sia il caso di farla girare da sola a quest'ora... Potresti accompagnarla a casa..."

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[Guisgard]

Ester si dedicò alla lettura, ma non durò molto quel momento di tranquillità.
Infatti il telefono squillò.
Nel frattempo alla villa dei 2 fratelli, Gwen aveva chiesto a Gan ti accompagnare Marika a casa.
Lui annuì e portò la ragazzina a casa sua.
"Spero che la ragazzina non abbia rovinato la nostra serata." Sorroidendo Elv a Gwen.

[Lady Gwen]

Gan andò via con Marika ed io sorrisi ad Elv.
Un sorriso stanco, mentre stavo seduta sul bracciolo della poltrona.
Bella domanda...
"Non mi aspettavo che il lavoro mi seguisse qui anche di notte..." mormorai, con disappunto nel tono, mentre muovevo casualmente il dito sulla sua maglietta.

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[Guisgard]

Lui fissava Gwen mentre muoveva quel dito sulla maglia di lui.
Elv le sorrideva, sentendosi orgoglioso di come la ragazza potesse sentire i suoi muscoli sotto la stoffa.
"Allora tocca a me distrarti..." disse lui acarezzandocle il viso "... no?"

[Lady Gwen]

Sotto la stoffa, sentivo appena i dolci avvallamenti dei muscoli sul corpo asciutto di Elv ed era una sensazione in un certo senso rinvigorente.
Sorrisi mentre mi accarezzava il viso ed annuii.
Mi piaceva l'intimità che si stava creando e che era quella su cui si basava tutto il resto.

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[Destresya]

Ma possibile che non potessi restare tranquilla per qualche minuto?
Sbuffai, alzando gli occhi al cielo.
Ma presi il telefono e risposi.
"Pronto?".

[Guisgard]

Elv continuava a sfiorare il volto di Gwen, mentre non smetteva di muovere il dito sulla maglietta di lui.
Ad un tratto gli occhi scuri di Elv si fecero vicinissimi e più grandi, per poi baciarla con passione.
Intanto il telefono era squillato a casa di Ester.
"Pronto..." disse una voce femminile "... parlo con la dottoressa? Mi chiamo Grassia Musut e le chiedo scusa per l'ora... ma vorrei prenotare un appuntamento per domani, se è possibile..."

[Destresya]

Sospirai e sorrisi, perchè sapevo che dall'altra parte del telefono queste sfumature si percepivano.
"Ma certo, mi faccia vedere se ho un momento libero..." prendendo l'agenda "Le va bene verso le 11.30?" con fare rassicurante.

[Guisgard]

"Grazie, dottoressa." Disse sinceramente grata Grassia ad Ester. "Grazie, davvero. a Domani, dottoressa." E stacca.
Qella ragazza sembrava davvero disperata.

[Lady Gwen]

Seguirono alcuni istanti sospesi di silenzio, in cui lui accarezzò il mio viso allo stesso ritmo con cui io facevo scorrere il dito sulla stoffa.
Trascorsero rapidissimi altri frangenti in cui i suoi occhi si fecero ancora più scuri, grandi e vicini.
Un attimo dopo, con un movimento quasi impercettibile, le sue labbra furono sulle mie.
Fu la sintesi di tutta quella serata che avevamo trascorso insieme e mi piaceva ancor più di quanto potessi immaginare.
Fui io ad avvicinarmi di più a lui, accarezzando ora il suo petto a mano piena, mentre gli accarezzavo il bel viso dai tratti marcati, bruni e definiti.
Volevo mettere da parte tutte le pesanti emozioni che mi avevano assalita tutta la giornata e pensai di poterlo fare con lui, in quegli istanti congelati.

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[Guisgard]

Nell'incanto di quella sera fattasi improvvisamente silenziosa ed intima, quel bacio incatenò le labbra di Gwen a quelle calde di Elv.
Restarono a baciarsi a lungo, ritrovandosi l'una fra le braccia dell'altro.
Ma ad un tratto qualcosa li nterruppe.
"Gwen, scusami..." disse Gan apparendo dal silenzio e dalle ombre della sera "... ho riportato la ragazzina a casa e ho dovuto spiegare ai suoi genitori perchè fosse uscita di nascosto a quest'ora."

[Lady Gwen]

Le sue labbra erano calde, morbide, invitanti come poche altre cose ed io continuavo ancora a seguirle, mentre mi sentivo inaspettatamente bene fra le sue braccia.
Sobbalzai che quasi mi venne un colpo, sentendo la voce di Gan.
In quel momento aveva cancellato ogni cosa e quasi dovetti fare uno sforzo per capire.
"Bene..." mormorai, per poi annuire appena "E loro, cosa... Cosa hanno detto?"

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[Guisgard]

"Se la sono presa con la ragazza, accusandola di voler attirare l'attenzione." Disse Gan a Gwen. "E' inutile dire che loro non prestano asslutamente fede a ciò che dice la loro figlia."

[Lady Gwen]

"Non mi stupisce allora che lei sia uscita di nascosto..." sarcasticamente.
"Beh, comunque sia, l'importante è che ci crediamo noi, abbastanza per trovare qualche corrispondenza... Soprattutto dopo aver parlato con la famiglia del bambino..."

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[Guisgard]

"Io invece sono più sulla posizione dei genitori..." disse Gam a Gwen "... sono ateo convinto e di certo non credo che dietro questi omicidi si nascondino spettri e demoni." Accendendosi una sigaretta.

[Lady Gwen]

"Non si parla certo di essere atei o meno, magari la ragazza ha avuto una strana percezione di chiunque fosse lì nei paraggi, magari lo stesso assassino e potremmo anche scoprire qualcosa, senza saltare a conclusioni affrettate" dissi allora io, la stanchezza dell'intera giornata che iniziava a pesarmi addosso.

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[Destresya]

Segnai l'appuntamento con la nuova paziente sull'agenda e tornai al mio libro e al mio vino.
Dopotutto era uno dei pochi piaceri della vita.
Dopo un po', quasi senza accorgermene, mi addormentai sul divano.

[Guisgard]

"Si, forse hai ragione..." disse Gan a Gwen "... magari un pò di riposo ci farà bene... qualche ora di sonno ci metterà tutti in sesto..."
Nel frattempo Ester, dopo aver letto un pò, si addormentò sul divano, risvegliandosi direttamente al mattino.

[Lady Gwen]

Annuii sospirando.
Già, decisamente.
"Allora, buonanotte" dissi ad entrambi, guardando però poi Elv e accennando un sorriso, prima di andare in camera per mettermi a letto.
Non mi era andato a genio il modo in cui quel momento nostro era stato bruscamente interrotto da Gan, e già mi sembrava assurdo che fosse successo solo dopo alcune ore dal nostro arrivo, ma avevo comunque bisogno di riposare dopo tutto ciò che era successo in un solo giorno.

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[Guisgard]

Gwen tornò in camera e si coricò, sebbene un pò seccata per la piega che aveva preso la serata.
Si adormentò, per poi risvegliarsi direttamente al mattino.

[Lady Gwen]

Mi svegliai direttamente al mattino, per fortuna, avendo così modo di riposare e di trascorrere una notte tranquilla e serena.
Con calma mi alzai, mi preparai e scesi giù per fare colazione, vedendo anche se Gan fosse già sveglio oppure no.
Che fosse stato per la lunga dormita forse, non sapevo dirlo, ma mi sentivo molto più motivata al pensiero di affrontare un'altra giornata lavorativa.
Certamente, il viaggio in macchina non aveva giovato all'inizio delle indagini e lavorare a mente fresca sarebbe stato decisamente meglio.https://uploads.tapatalk-cdn.com/20201103/a977e0b5639bc6bc09b5bfcc1a6a5be8.jpg

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[Guisgard]

Gwen scese per la colazione, trovando Gan seduto a bere un caffè e a guardare il suo cellulare.
"Buongiorno." Disse lui sorridendole.
La tavola era imbandita con cornetti, biscotti, confetture varie, burro, latte, caffè e tè.

[Destresya]

La mattina giunse senza quasi che me ne accorgessi.
Quando poi mi svegliai, ancora rattrappita sul divano, ci misi un po' a svegliarmi del tutto.
Quando poi lo feci, mi presi il mio tempo per prepararmi e mi concessi una bella colazione in giardino, già pronta di tutto punto per la giornata che mi aspettava.
Dopodichè, dritta in studio a lavorare, osservando la mia agenda.

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[Lady Gwen]

Gan era già a tavola, a bere caffè e guardare il cellulare.
Ricambiai il sorriso con un tocco sulla sua spalla, mentre mi sedevo.
Riempii allora una tazza di caffè, senza il quale sarebbe stato impensabile affrontare la giornata.
"Ho dormito decisamente bene, stanotte. Tu?" gli chiesi, mentre riempivo un cornetto con burro e marmellata.

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[Guisgard]

"Anche io sono riuscito a riposare." Disse sorridendo Gan a Gwen. "Ora mi sento in forma." Annuendo. "Dopotutto ci vuole garra oggi." Rise. "Il bel padrone di casa mi sa dorme ancora..."
Nel frattempo Ester si era svegliata, aveva fatto colazione e si appretava a cominciare la sua giornata tutta in tiro.
all'ora stabilità arrivò Grassia, la paziente che aveva prenotato il giorno prima.
Era una giovane donna, dall'aspetto appariscente ma con lo sguardo spento.
Una volta nello studio della bella psicologa si guardò un pò intorno, poi fissò Ester.
"Sono qui perchè forse sono pazza..." mormorò "... ma credo che mio figlio... beh... sia un impostore, dottoressa..."

[Lady Gwen]

"Sì, anch'io mi sento parecchio motivata, stamattina" annuii, bevendo poi il caffè.
Accennai poi un sorriso divertito, quando disse che probabilmente Elv dormiva ancora.
"Beh, vorrà dire che questo sarà un fiacco e poco brioso buongiorno..." con divertito sarcasmo, mentre finivo di mangiare il mio cornetto con tutta calma.

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[Guisgard]

"Si, ho notato il feeling che c'è tra voi 2..." disse divertito Gan a Gwen, finendo il suo caffè.

[Lady Gwen]

Accennai un risolino silenzioso, scuotendo la testa e finendo anche il caffè.
Poi alzai le spalle.
"Beh, insomma, finché dura... Ogni tanto è soddisfacente fare qualcosa solo perchè ci piace e ci va di farlo, senza fare troppi progetti o starci a pensare troppo su..." commentai, senza un tono preciso.

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[Guisgard]

"Bene." Disse sorridendo Gan a Gwen. "Da dove cominciamo stamattina? Hai idee?" Cambiando discorso.

[Lady Gwen]

Sorrisi anch'io e Gan cambiò argomento, passando alle indagini.
"Ieri non abbiamo interrogato la famiglia, ma lo faremo stamattina, è fondamentale, non possiamo evitarlo, anche se sarà spiacevole" risposi, con tono distaccato e professionale.
"Cercheremo anche di capire se quella ragazzina ieri era totalmente fuori oppure ha visto davvero qualcosa di sensato."

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[Destresya]

Arrivò la paziente delle 11, la ragazza nuova che mi aveva telefonato la sera prima.
"Prego, signora, si sieda e mi racconti tutto!" indicandole la poltrona davanti alla mia.
Di certo era un inizio decisamente interessante.

[Guisgard]

"Si, concordo." Disse annuendo Gan a Gwen. "Ci aspetta una giornata lunga e piena."
Finirono la colazione e si prepararono per uscire.
Nel frattempo Ester aveva ricevuto Grassia.
"Non lo so..." lei alla dottoressa "... ma una madre queste cose le sente... ed io sento... so che quello non è mio figlio, dottoressa..."

[Lady Gwen]

"Sì, infatti, decisamente piena. Meglio cominciare subito..." alzandomi da tavola.
Eravamo già pronti per uscire e dovevo ammettere che la motivazione per la giornata era assolutamente la stessa, anzi probabilmente era cresciuta, vedendo anche Gan molto lanciato.

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[Guisgard]

I 2 agenti dell'Afrapol lasciarono la villa in auto e lungo il tragitto Gan indicò a Gwen una casa isolata nella campagna.
Era quella della ragazzina che affermava di aver visto una strana ombra al funerale del bambino.
Poco distante c'era un'altra abitazione: era quella dello scrittore Montes.

[Lady Gwen]

Mentre eravamo in macchina, Gan mi indicò la casa della ragazzina.
"Certo che la zona è davvero isolata, ammiro il coraggio della ragazza di essersi incamminata da sola di notte da queste parti..." ammisi con onestà.

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[Guisgard]

"Si, da queste parti le case sono perlopiù isolate..." disse Gan a Gwen "... la ragazzina ora immagino sia a scuola... l'edificio scolastico si trova a 5 chilometri da qui..."

[Lady Gwen]

"Non mi stupisce che il colpevole sua riuscito così bene ad irretire quei bambini... Qualsiasi cosa succeda qui, svanisce all'istante, ci si perderebbe pure con tutti i GPS e strumenti di questo mondo..." sospirai "Ed è terribile che qualcuno sfrutti questa cosa..."

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[Guisgard]

"Quindi" disse Gan "che proponi di fare?" A Gwen.
Ad un tratto i2 poliziotti videro qualuno sulla strada.
"Sembra una vecchia..." indicò Gan.
https://m.media-amazon.com/images/M/MV5BYmJmNDQ2ODktN2Q0My00YzE0LWIzMGYtNTdlMTUyNWVlNz ZkXkEyXkFqcGdeQXVyODQzOTU3MDA@._V1_SX888_CR0,0,888 ,499_AL_.jpg

[Lady Gwen]

"Avevamo concordato che saremmo andati dai genitori del bambino, no?" chiesi, con tono ovvio.
Poi, vedemmo una figura che sembrava quella di una donna anziana.
"Chissà chi sarà..." chiesi retoricamente, con curiosità.

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[Guisgard]

Ad un tratto la vecchia si fermò e si voltò indietro, vedendo l'auto dei 2 poliziotti.
Allora iniziò a camminare nella loro direzione, fino a raggiungere la macchina e a fermarsi davanti ad essa.
"Signora..." disse Gan abbassando il finestrino "... le occorre qualcosa?"
"Non era più un bambino..." mormorò la vecchia a Gwen e a Gan.
https://i2-prod.hulldailymail.co.uk/news/uk-world-news/article3604022.ece/ALTERNATES/s615b/2_HoleInTheGround1.png

[Lady Gwen]

Ad un certo punto, la donna ci vide e ci venne incontro.
La sua figura era piuttosto inquietante, dovevo ammetterlo, col volto appena scoperto e quell'espressione.
Disse una frase strana.
"Di chi parla? Del bambino morto? Cosa vuol dire?"

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[Guisgard]

"Non era più un bambino..." disse di nuovo la vecchia a Gwen e a Gan "... succederà ancora..."
Gan allora scese dall'auto.
"Di chi parla, signora?" Chiese. "Del bambino morto? E cosa succederà ancora?"

[Lady Gwen]

Okay, adesso la situazione era davvero strana, per non dire che avevo quasi i brividi.
Continuava a ripeterlo senza dare una spiegazione.
Infatti, Gan scese dalla macchina ed io lo seguii.
"C'è qualcosa che sa di qualche altro bambino? Deve dircelo, siamo poliziotti."

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[Guisgard]

"Succederà ancora..." disse la vecchia fissando quasi con rabbia Gwen negli occhi "... e tu non potrai fermarlo!" E si lanciò sulla ragazza, avventandosi sul suo collo e stringendolo forte per soffocarla.

[Lady Gwen]

Il tempo di sentire quelle parole, senza poter chiedere altro, che quella si avventò su di me, stringendomi il collo.
"Gan... Aiutami..." annaspai nel panico, facendo anche leva sul mio addestramento militare per togliermi la vecchia di dosso.

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[Guisgard]

Gwen cercò di liberarsi dalla morsa, di togliersi la vecchia di dosso, ma quella sembrava animata da una forza incredibile e ormai stava davvero sul punto di strangolare la poliziotta.
Intervenne però Gan, afferrando la vecchia per le braccia e cercando di tirarla via.
Ma sembrava inutile, quella pareva mossa da una forza assolutamente non comune.
"Fermati..." disse ad un tratto una voce "... Clara, fermati!" Era un uomo anziano che subito aiutò Gan, così che in 2 riuscirono, finalmente a togliere la vecchia da dosso a Gwen.
La poliziotta tossiva col fiato rotto e aveva gli occhi che lacrimavano.

[Lady Gwen]

Io e Gan cercammo entrambi di toglierla da me, ma era tutto inutile, era animata da una forza incredibile ed io sentivo il fiato mancarmi sempre di più.
I polmoni erano totalmente chiusi, non entrava più aria ed io sentivo mancarmi le forze.
Era subentrato il panico, che di certo non mi aiutava a ben sperare, anzi tutt'altro.
Non avrei voluto usare la pistola, ma l'avrei fatto se un uomo anziano non fosse intervenuto ad allontanarla.
Quando finalmente mi lasciò, non mi sembrò vero di poter di nuovo respirare.
Ogni grammo di fiato che rientrava nei polmoni era come una coltellata, non riuscivo a smettere di tossire e gli occhi erano appannati dalle lacrime, tanti che dovetti aggrapparmi a Gan per sostenermi.

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[Guisgard]

L'uomo anziano riuscì a tenere ferma la vecchia, che gridava e si dimenava come se fosse in preda ad un raptus.
Gan invece soccorse subito Gwen.
"Gwen..." disse "... come stai? Aspeta, in auto ho una bibita..." corse a prenderla "... butta giù qualche sorso, ti farà bene..."
"Calmati, Clara!" Urlò l'uomo alla vecchia. "Calmati!" Tenendola ferma. "Perdonatela, vi prego... non è più in sè... perdonatela, non è cattiva, solo pazza..." e la trascinò via, scomparendo entrambi nella campagna.

[Lady Gwen]

Non mi curai di ciò che successe con quella donna, sentii che urlava, ma non riuscii a pensarci.
Gan mi diede da bere, mentre l'uomo spariva con la donna nella campagna.
Presi qualche sorso della bibita e per poco non sputai anche quella, il petto ancora scosso da violenti colpi di tosse che mi squassavano.
Chi lo avrebbe immaginato che venire qui avrebbe avuto simili risvolti?
Non vedevo l'ora di andarmene e tornare in città, dove di certo non si sarebbe incontrato nessuno con tali velleità.

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[Guisgard]

Passarono lunghi istanti, poi lentamente Gwen cominciò a riprendersi.
"Gwen..." disse Gan guardandola "... va meglio? Vuoi che ti accompagni da qualche dottore?"

[Lady Gwen]

Non seppi quanto tempo impiegai a riprendermi, anche se probabilmente ne avrei impiegato un bel po' per riprendermi del tutto.
Ma cercando di bere e facendo molto respiri profondi andava già meglio di prima.
"No... Sto bene... Non possiamo perdere tempo..." mormorai, con voce rauca e stentata.

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[Guisgard]

"Ok... va bene..." disse annuendo Gan a Gwen "... risaliamo in auto e andiamo dalla famiglia del babino..."
Così l'auto ripartì e poco dopo arrivò a casa della famiglia del bambino assassinato.
Si trattava di un'abitazione poco lontana da un altro gruppo di casette.
I 2 poliziotti furono accolti dai genitori del bambino, visibilmente stravolti dalla tragedia.
Non seppero dire molto.
Lavoravano entrambi e i figli si dividevano tra scuola e nonni.
Avevano infatti anche una figlia, più grande, chiusa in camera dalla morte del fratello.

[Lady Gwen]

Annuii un po' stancamente e salimmo in macchina.
Arrivammo a casa dei genitori e non ci seppero dire molto, se non che conduceva la vita normale di tutti i bambini della sua età.
La sorella però era, secondo me, il punto su cui dovevamo insistere di più, solo che non era uscita dalla sua stanza dalla morte del fratello.
"Posso provare a parlarci?" Dissi, cercando di avere un tono di voce per quanto possibile comprensibile.

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[Guisgard]

Il padre della ragazza annuì a Gwen e poi accompagnò di sopra la poliziotta.
Gwen la trovò seduta sul letto, pallida, ad ascoltare musica senza entusiasmo.
"L'agente qui vuol parlare con te, Eline..." disse il padre alla figlia e andò via, lasciandola sola con Gwen.

[Lady Gwen]

Il padre mi accompagnò in camera, dove la ragazza era ad ascoltare musica nell'apatia più totale, ma non potevo giudicarla, nessuno poteva.
Si chiamava Eline e subito dopo il padre ci lasciò sole.
Mi sedetti allora alla scrivania, senza avvicinarmi troppo per non invadere il suo spazio.
Era indispensabile che si fidasse di me per aprirsi.
"Ciao Eline, io mi chiamo Gwen" iniziai, con tono rassicurante, per quanto la voce permetteva "Posso solo immaginare quale sia il tuo stato d'animo attuale..." aggiunsi.
Volevo procedere a piccoli passi.
"Tu pensi di poterci essere d'aiuto? Sarebbe una cosa importante, per tuo fratello e anche per noi..."

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[Guisgard]

Eline si tolse le cuffie e chiuse il cellulare.
"Mi sembra di impazzire..." disse guardando Gwen "... i parenti che vanno e vengono... i miei genitori che non vivono più... e poi... poi lo vedo..." mormorò.

[Lady Gwen]

La ascoltai, dopo che si tolse le cuffie.
Aggrottai la fronte.
"Lo vedi?" ripetei "Cosa intendi? Spiegati meglio..." divenendo ora più attenta.
Che la sua spiegazione coincidesse in qualche modo con quella della sua amica?
Onestamente lo speravo.

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[Guisgard]

"Non so... non so come chiamarlo... mi segue ovunque..." disse Eline a Gwen "... prima lo vedevo soltanto... ora... ora invece sento che mi odia... percepisco che è arrabbiato con me..."

[Lady Gwen]

C'erano molti punti in comune, in effetti, dovevo solo fare qualche controllo incrociato.
"È come un'ombra indefinita che ti provoca sensazioni negative?" Le chiesi, usando più o meno le parole della sua amica.

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[Destresya]

Ma la gente che cosa ha nel cervello, segatura?
No dico io, che bisogno c’è di ripetere le cose venti volte senza andare avanti?
Oh io lo so che per fare questo mestiere ci vuole pazienza, ed è una virtù che a me spesso (sempre) manca. Ma diamine, questi pazienti mi fanno davvero uscire dai gangheri, e si pretende anche che io me ne stia qui a sorridere mentre lei non mi ascolta e ripete come un pappagallo quello che nella sua testa evidentemente è un dettaglio importante?
Bah, non li capirò mai.
E dire che mi sembravi una paziente interessante, su, non mi deludere!
Se anche tu mi annoi, siamo messi bene!
Cercai di sfoderare il mio sorriso professionale, quello che metteva tutti a loro agio, belli tranquillini.
“Adesso voglio che chiuda gli occhi, faccia un bel respiro profondo…” con voce calma e pacata.
Si vada a cambiare il profumo che indossa perché è davvero da quattro soldi… ah no, questo non posso dirlo!
“E ripercorra con la mente tutti i momenti che le hanno fatto sorgere queste sensazioni, questi pensieri riguardo a suo figlio, voglio che mi descriva ogni cosa, dove si trova, cosa sta facendo, vedrà che i ricordi torneranno come se stesse vivendo di nuovo la scena!”.

[Guisgard]

"Si..." disse stupita Eline a Gwen "... si... come fa lei a saperlo?" Impressionata.
Nel frattempo Ester nel suo studio era con Grassia.
"Non so..." lei alla dottoressa "... piccole cose... sguardi... tono della voce che cambia... a volte mi alzo in piena notte e lui è a fissarmi nella penombra... un bambino che non ha paura del buio... io... io davvero credo che lui... si... che possa non essere il mio bambino, dottoressa..."

[Lady Gwen]

Accennai un vago sorriso.
"Ho parlato con Marika. È venuta da noi, alla villa dove alloggiamo, stanotte. Ci ha parlato proprio di questo. Naturalmente, l'ispettore ed i suoi genitori non le hanno creduto, nemmeno il mio collega ad essere onesta, ma io voglio darle un po' di fiducia. Specie perchè ora ho anche la tua testimonianza e ciò ci dà un valido motivo per indagare a fondo."

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[Destresya]

Presi un profondo respiro, cercando di non prendere lei a schiaffi.
Ma avevo parlato difficile?
Non so, avevo usato una lingua arcaica che la povera e piccola mente di questa donna non riusciva a capire?
Ma cosa me ne fregava a me di quelle cose vaghe.
L'intervista cognitiva aveva bisogno della collaborazone del paziente e questa era una troglodita che nemmeno capiva che cosa le dicevo.
Ma se l'avessi aggredita non avrei ottenuto nulla.
Così feci finta di niente e le sorrisi, cercando di essere accondiscendente.
Ormai avevo anni di pratica, i clienti idioti erano molto più di quelli interessanti, ahimè.
"Perchè allora non mi porta qui il bambino, così posso parlare con lui e capire che cosa può essere successo?" cercando di essere rassicurante.
"Da quanto tempo nota questo cambiamento?" mi venne in mente di chiedere poi.

[Guisgard]

"Si, Marica è come una sorella per me..." disse Eline a Gwen "... ma..." guardandola poi con sospetto "... la polizia indagherà sulle ombre che 2 ragazzine vedono? Davvero?" Quasi provocatoria.
Nello stesso momento Ester era con la paziente.
"Questo cambiamento l'ho notato da un mese circa..." lei "... dopo la nostra passeggiata nella campagna... lui... si allontanò... lo persi di vista, fu solo un momento ma andai in panico... poi spuntò fra gli alberi... si, da quel giorno è cambiato... piccole cose, dettagli, ma una madre lo sa, dottoressa... vuole lo porti qui? Certo." Annuì.

[Lady Gwen]

"Sì, mi ha detto anche questo" sorridendole.
Era stato più facile del previsto, non me l'ero davvero aspettato.
Poi, ascoltai il suo dubbio.
O meglio, la sua provocazione.
Perchè questo era.
"Diciamo che voglio capire quale sia la base comune che unisce queste vostre esperienze. Perchè qualcosa deve esserci, se entrambe l'avete detto. Lei dice di averlo notato al funerale di tuo fratello. Non so se possa essere un elemento importante, ma cercherò di scoprirlo" annuii, per poi tossicchiare ancora.
Decisamente troppo.
Non sarei stata teoricamente in grado di sostenere un colloquio, ma non potevo farne a meno.

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[Guisgard]

"Va bene, allora..." disse Eline a Gwen "... vedremo cosa scoprirà..." quasi con sfida "... c'è altro? Vorrei restare sola... devo finire un compito per la settimana prossima..." tenendo un libro in mano.
https://images-na.ssl-images-amazon.com/images/I/31m-Vw0hdrL._BO1,204,203,200_.jpg

[Destresya]

La signora era noiosa e poco sveglia, ma la faccenda forse poteva essere interessante.
Dopotutto in quel momento i bambini morivano come mosche e c'era qualcosa di oscuro che li cercava.
Magari era collegato.
La cosa mi incuriosiva, quindi avrei dovuto sopportare il pessimo profumo della mia nuova paziente ancora una volta e conoscere questo figlioletto.
"Sì, mi sarebbe molto utile parlare con lui, potrei capire molte cose, riuscire a penetrare nella sua mente per capire che cosa può essere successo in quel bosco da cambiarlo, magari c'è qualcuno che lo sta manipolando, qualcosa che l'ha spaventato, ma senza parlare con lui possiamo fare solo ipotesi e l'ipotesi sbagliata rischia di farle solo del male...".

[Lady Gwen]

"Accetto la sfida" commentai, con vaga aria divertita "Specie perchè lo devo a tuo fratello, e all'altra bambina" sorrisi annuendo.
Poi, parlò di un compito per la scuola e vidi il libro che teneva in mano.
"È un libro particolare. Posso chiederti di che compito si tratta?" con curiosità, ma anche questo faceva parte del gioco.

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[Guisgard]

"Si, lei ha ragione, dottoressa." Disse Grassia ad Ester. "Domani va bene? O preferisce magari oggi stesso per vedere..." esitò "... mio figlio?"
Nel frattempo Gwen era con Eline.
"La professoressa ci ha assegnato il commento di un testo a piacere... io e Marica abbiamo scelto questo..." indicando il libro.

[Lady Gwen]

Annuii lentamente, guardando il libro.
"So che ci sono molte leggende e superstizioni, qui. È per questo che avete scelto questo libro?" chiesi a quel punto.
"Posso?" allungando la mano verso il libro.

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[Guisgard]

"Si, l'occulto è eccitante." Disse Eline, per poi passare il libro a Gwen.

[Destresya]

"Prima me lo porta e prima riusciremo a risolvere questa faccenda..." le sorrisi gentilmente "Vedrà che troveremo una soluzione, non tema!".
Cercai di essere gentile e rassicurante.
"Passi pure oggi stesso, vi aspetto!".

[Lady Gwen]

"Sì, posso immaginarlo" sorridendole, mentre prendevo il libro e lo sfogliavo.
Non sapevo cosa volevo o mi aspettavo di trovare lì dentro.
Un indizio, forse.
Più simile ad un'illuminazione divina, in realtà, perchè ce ne sarebbe stato davvero molto bisogno.
Specie ora che non avevo Gan proprio dalla mia parte, almeno sulla questione delle ragazze, ma contavo di fargli cambiare idea.

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[Guisgard]

Gwen sfogliò il libro ma non trovò nulla di che.
Gan era con i genitori di Eline, aveva fatto loro altre domande, guardato un pò in giro, controllto il PC di casa, per poi attendere che Gwen tornasse.
Ester, intanto, aveva visto andare via Grassia.
La donna tornò un'ora dopo, con suo figlio.
Era un bambino normale, educato, gentile ed anche vispo.

[Lady Gwen]

Non trovai nulla di interessante, ma pazienza.
Non sempre la pesca era proficua e questo incontro mi aveva comunque dato tanto.
"Davvero molto interessante, un'ottima scelta. Buona fortuna per il compito" restituendole il libro con un sorriso "E ti prometto che farò il possibile per fare chiarezza, hai la mia parola" aggiunsi, parlando stavolta non con sfida, ma con onestà.
Tornai poi da Gan per andare via.

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[Guisgard]

Gwen tornò da Gan e dai genitori di Eline.
"Ditemi..." disse la madre della ragazza "... troverete il colpevole?"
"Faremo del nostro meglio, signora." Gan.
"Ne sono sicuro." Annuì senza entusiasmo il padre di Eline. "Ora devo accompagnare Eline in biblioteca... è giusto che la nostra figlia riprenda a studiare."
"Per il libro per quel compito?" La madre al marito. "Non occorre più andare in biblioteca... ha detto che lei e Marica hanno preso un libro a casa di quello scrittore giunto da pochi giorni qui..."

[Lady Gwen]

La donna ci chiese ovviamente riguardo le indagini.
"Le assicuro che faremo tutto ciò che è in nostro potere ed è giusto che torniate alla vita di sempre" annuii.

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[Guisgard]

"Credo che possiamo andare ora." Disse Gan a Gwen.
I 2 agenti salutarono e andarono via.
"Non è che abbia fruttato molto questa visita..." guidando Gan.

[Lady Gwen]

Annuii a Gan ed uscimmo.
"Io non sarei dello stesso avviso..." commentai e gli raccontai ciò che mi aveva detto riguardo l'ombra, come la sua amica.

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[Guisgard]

"Qui sembrano tutte fissate con spettri e demoni." Disse sarcastico Gan a Gwen. "E in cosa potrebbe esserci utile questa cosa, Gwen?" Guidando.

[Lady Gwen]

"Non so, ma sono state in due a dircelo, potrebbe esserci una verità di base e potrebbe essere meno sovrannaturale di quanto sembra" annuii.
"Devo solo trovare le prove giuste."

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[Guisgard]

"Chissà, vedremo..." disse pensieroso Gan a Gwen.
Ad un tratto vidro qualcosa lungo la strada.
C'era un bambino che tutto solo camminava sul ciglio della strada, in piena campagna.

[Lady Gwen]

Annuii mentre continuavamo a camminare.
Poi, ad un certo punto, vedemmo un bambino che camminava tutto solo in piena campagna.
"Accosta, cerchiamo di capire cosa fa quel bambino tutto solo" dissi a Gan, perplessa.

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[Destresya]

La donna tornò subito con il bambino.
A vederlo non dava segni strani, ma non è che mi aspettassi che si mettesse a urlare con la bava alla bocca, a dire il vero.
"Ma ciao, io sono la dottoressa Ester, come ti chiami?" gli chiesi, in modo gentile, con un sorriso rassicurante.
Non amavo lavorare coi bambini, quei pochi che accettavo di curare avevano menti infinitamente complesse!
"Lo vuoi un cioccolatino?" porgendogli una scatola piena che avevo preparato per l'occasione.

[Guisgard]

"Si sarà perso." Disse stupito Gan, per poi avvicinarsi ed accostare.
Tuttavia appena l'auto fu vicno, Gwen e Gan si accorsero che non si trattava di un bambino.
Si trattava di un uomo di bassa statira, magro e dal pallore quasi sinistro.
"Eppue avrei giurato fosse un bambino..." mormorò Gan.
L'uomo si voltò e fissò in modo strano, inquietante, i 2 agenti.
https://photos1.blogger.com/blogger/2163/561/400/lost-highway-2.jpg

[Guisgard]

"Grazie, dottoressa." Disse sorridendo il bambino ad Ester. "tutti i bambini amano i dolci. Certo, lo gradisco con molto piacere." Annuendo. "Lei è una donna molto bella, dottoressa." Entusiasta.

[Lady Gwen]

Annuii mentre ci avvicinavamo, ma dovevo essere onesta ad ammettere che sobbalzai vedendo chi era.
Un uomo bassino e pallido, inquietante, che ci guardava in modo dubbio.
Bah, che tipo strano...
Infatti, guardai Gan dubbiosa e perplessa, incerta sul da farsi.
Sembrava fuori contesto, in questa cittadina e questa campagna e non riuscivo ad immaginare chi potesse essere.

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