I racconti del Bianco e del nero

[Guisgard]

"Buona idea." Disse Gan a Gwen.
Parcheggiarono così l'auto fra alcuni alberi, per poi avvicinarsi a piedi alla villa.
Era molto grande, ma anche avvolta da un cupo silenzio e da una vaga solitudine.
Non c'era nessuna macchina nel vasto cortile ed il sibilo del vento sembrava generare un alito di sinistra disperazione.
"Proviamo dal retro..." Gan a Gwen.
E qui trovarono il garage aperto.
Nello stesso istante Ester aveva staccato la telefonata.
All'ora stabilita si recò sul luogo dell'appuntamento.
Qui trovò uno scooter parcheggiato sotto un albero, senza nessuno accanto.

[Lady Gwen]

La casa era macabra, silenziosa, anzi davvero immobile.
Di quella immobilità sinistra che preannunciava davvero pessime cose.
Annuii Gan e lo seguii sul retro, dove trovammo il garage aperto.
"Dobbiamo fare più attenzione possibile" dissi piano.

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[Guisgard]

Gan annuì a Gwen.
Così entrarono e si ritrovarono nel grande garage della villa, attraverso il quale giunsero ad un corridoio che li portò ad una porta di ferro chiusa.
"E' chiusa..." disse lui "... bisogna cercare di aprirla o cercare un altro ingresso..."
Tirò allora fuori un taglierino e iniziò a lavorare sulla serratura, riuscendo infine ad aprila.
Qui c'erano alcune scale.
Presumibilmente portano al pianterreno della villa..." mormorò "... saliamo..."

[Destresya]

Non usavo mai la mia macchina per certe uscite, ma una apposita, non rintracciabile. O meglio, che era quasi impossibile far risalire a me.
Servivano a questo i prestanome e le diverse identità no?
Anche questa casa era mia ma tecnicamente non era mia.
Vabbè ma queste sono quisquilie, quello che conta è che è un luogo sicuro, dove posso uccidere in santa pace.
E dove c'è la mia vasca, ovviamente.
Poi è talmente isolato qui, che non ci passa nessuno.
Vidi lo scuter ma non c'era nessuno.
Ovvio che invece era lì, sicuramente.
Beh, poco male, ero lì per questo, per ucciderlo.
Parcheggiai la macchina in garage, in modo che non fosse visibile a eventuali improbabili passanti ed entrai in casa.

[Lady Gwen]

Entrammo, ma vedemmo che c'era una porta di ferro chiusa.
A quel punto, Gan si attivò per aprirla e notammo che le scale al di là salivano.
Annuii mentre lo seguivo su per la rampa facendo il massimo silenzio possibile.
Non potevamo bruciare questa opportunità commettendo anche il più piccolo errore.

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[Guisgard]

Ester entrò in casa e poco dopo qualcuno bussò alla porta di casa.

[Destresya]

Mi avvicinai alla porta, prontissima per tutto quello che dovevo fare, con annessi e connessi e andai a sbirciare dallo spioncino.
"Sì, chi è?" chiesi, prima di aprire.
Metti mai che era un testimone di Geova passato di lì per caso!
Beh, ammazzavo anche lui che problema c'era!

[Guisgard]

Attraverso una porticina si ritrovarono in un corridoio.
Erano al pianterreno.
"Ad agio..." disse raccomandandosi Gan a Gwen "... nessun rumore ed occhi aperti..." mormorò.
Dal fondo del corridoio giungevano delle voci.

[Lady Gwen]

Imboccammo un corridoio e dal fondo provenivano delle voci, presumibilmente quelle di Erbert e Montes.
Annuii a Gan e gli feci cenno di seguirmi, mentre mi avvicinavo in punta di piedi alla porta, per ascoltare.
Il mio sesto senso mi suggeriva che il discorso fosse ben oltre le bottiglie di vino che lo scrittore comprava alla villa.
Magari mi sbagliavo, ma sempre meglio controllare.

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[Guisgard]

Gwen e Gan si avvicinarono alla camera da dove provenivano quelle voci.
Si accorsero, con loro stupore, che le 2 voci erano di mOntes e del giornalista Guerin.
"Direi che la sperimentazione ha dato ottimi risultati." Disse Montes.
"Si, direi di si." Soddisfatto il giornalista.
"Allora può essere venduto." Montes.
"No, è ancora presto." Fece Guerin. "Voglio ricavarci un articolo con i fiocchi."

[Guisgard]

"Sono io, dottoressa..." disse una voce da fuori.
Ester la riconobbe: era quella del presunto maniaco.

[Lady Gwen]

Sgranai gli occhi sentendo che l'altra voce non era di Erbert, ma del maledetto giornalista.
Parlarono di sperimentazioni, articoli, infatti guardai Gan senza parole.
Continuai ad ascoltare, curiosa di sapere fin dove quei due criminali sarebbero arrivati.
Avevo avuto delle pessime impressioni su entrambi ed ora capivo perchè, ancora una volta il mio sesto senso non aveva fallito.

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[Guisgard]

"Non abbiamo tutto questo tempo, dannazione." Disse nervoso Montes.
"Solo un'altra settimana." Guerin. "Cosa sono 7 giorni? Altre due volte in 7 giorni e poi la chiudiamo."
"Quella gente non scherza." Replicò Montes. "Dobbiamo dare loro ciò che hanno già pagato."
Gwen e Gan ascoltavano in silenzio.

[Lady Gwen]

Pagato?
Ma chi?
E cosa?
Di che accidenti stavano parlando?
Guardai il mio collega confusa, perchè davvero non si poteva immaginare cosa ci fosse in pentola.
Cosa potevano avere in comune loro e gli omicidi e soprattutto in base a quale genere di affari?

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[Guisgard]

Mentre Gwen e Gan cercavano di capire cosa stesse accadendo, ad un tratto si sentì un'auto giungere nel cortile della villa.
"Ecco il vino per brindare." Disse Montes a Guerin.
Lo scrittore aprì la porta e fece entrare il nuovo arrivato.
"Ho portato alcune bottiglie fra le quali farla scegliere, signor Montes." Disse Erbert.
"Benissimo." Annuì Montes. "Ho preparato dei salumie del formaggio con cui goderci il vino."

[Lady Gwen]

Quasi sobbalzai sentendo un'auto arrivare alla villa.
Poco dopo, un'altra persona era stata accolta.
Ed era naturalmente Erbert.
Il vino, certo.
Solo quello?
Ormai non mi sentivo di escludere nessuno e lui era nel mezzo, specialmente dopo che Goz mi aveva messo la pulce nell'orecchio.

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[Guisgard]

Gwen e Gan restarono ben nascosti, ascoltando ogni parola.
I 3 però stapparono il vino e mangiarono, parlando perlopiù delle migliori annate di vino degli ultimi anni.
"Ah, signor Erbert..." disse Montes "... le avevo chiesto quelle erbe... come si chiamavano?"
"Sono bacche selvatiche, molto rare." Soiegò Erbert. "Si, domani mi arriveranno e le potrà avere."
"Perfetto." Ridendo Montes.
"Ma per cosa le occorrono'" Chiese Erbert.
"Oh, nulla... un amaro che la mia famiglia produce da generazioni." Mormorò lo scrittore.

[Destresya]

Oh eccolo il nostro misterioso assassino.
Ma per favore.
Lo sai di essere un agnellino al macello, caro il mio svitato?
Poverino, mi fai quasi pena.
Poi mi ricordo dell'oscenità e... no, niente pena.
Così, aprii la porta.
Chissà che faccia aveva questo maniaco.
Cominciavo a essere curiosa.

[Lady Gwen]

Ebbi modo di ricevere numerose conferme dopo l'arrivo di Erbert.
Smisero improvvisamente di parlare dei loro complotti e si diedero al vino, le annate e Montes disse che le bacche servivano per un amaro, ma dubitavo che fosse così e con ogni probabilità Erbert era fuori dai giochi.
Guardai Gan capendo che avevamo raccolto parecchie informazioni, senza nemmeno aspettarcelo ed era tanta roba.
Ma davvero tanta.
Feci poi un cenno per fargli capire che probabilmente ora era il momento di andare, perchè dubitavo che avrebbero continuato a parlare fra loro, visto il terzo ospite.

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[Guisgard]

Gan annuì a Gwen e i 2 agenti dell'Afrapol sgattaiolarono via.
Lasciarono la villa e raggiunsero l'auto poco distante.
Poco dopo erano già sulla strada per tornare all'abitazione dei 2 fratelli.
"Darei non so cosa per sapere di quale merce parlavano Montes e Guerin..." disse guidando Gan.
Nel frattempo, nel luogo dell'appuntamento, Ester stava per scoprire il presunto assassino.
Aprì la porta e si trovò davanti un giovane con una maschera sul viso.
La guardava con curiosità ed una strana intensità.
La dottoressa senti lo sguardo chiaro di lui scendere su di lei, poi tornare ai suoi occhi.
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[Lady Gwen]

Andammo via silenziosi come eravamo arrivati e poco dopo eravamo già sulla strada per tornare alla villa.
"Ma soprattutto, ritengo che Erbert sia innocente, è chiaro che abbiano cambiato discorso quando è arrivato, segno che lui non c'entra nulla. E soprattutto, di che sperimentazioni parlavano? Possibile che quella strana ombra fosse una sorta di allucinogeno, o qualcosa di simile?" ipotizzai.
"Pensiamo alle ragazze. Loro due sono state da Montes, lui ha dato loro il libro ed entrambe hanno visto quell'ombra. Inoltre, le bacche. Se servissero per produrre quel qualcosa che vogliono vendere?"

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[Guisgard]

"Forse le ombre sono allucinazioni" disse Gan a Gwen "ma i morti sono reali, Gwen." Guidando.

[Lady Gwen]

"E se loro avessero drogato qualcuno per spingerlo a commettere gli omicidi?" ipotizzai.
"Magari hanno fatto la stessa cosa con la vecchia donna, solo che lei si è uccisa. Ricorda pure quello che ha detto il marito."

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[Guisgard]

"Mi sembra un'ipotesi un pò forzata..." disse guidando Gan "... ma se anche fosse, come possiamo provare una simile teoria? Quale magistrato firmerebbe un interrogatorio per Montes e per Guerin? Servono prove, Gwen... e lo sai anche tu."
Era ormai buio e la campagna appariva silenziosa.
Imboccarono la stradina isolata che conduceva alla villa dei 2 fratelli.
Ad un tratto spuntarono 2 fanali alle spalle dell'auto dei 2 agenti dell'Afrapol.
"Chi percorre a quest'ora questa stradina isolata?" Stupito Gan.

[Lady Gwen]

"Ovviamente, ora che sappiamo queste cose possiamo fare indagini più mirate e magari raccogliere prove. Potresti essere più ottimista..." sarcasticamente.
Imboccammo la stradina, ma vedemmo poi due fanali illuminare tutto.
Guardai allora indietro per capire di chi si trattasse.

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[Guisgard]

Era buio e si vedevano solo 2 fanali.
Sembrava un'auto di grossa cilindrata e probabilmente con il motore truccato.
"Mi sa ci stanno insuendo..." disse Gan, aumentando la velocità.
Ma l'auto dietro si avvicinava.
"Si, ce l'hanno con noi, Gwen!" Nervoso Gan, estraendo la pistola e passandola alla collega.

[Lady Gwen]

La macchina sembrava di grossa cilindrata.
E non preannunciava nulla di buono.
"Maledizione, devono averci visto a casa di Montes..." sibilai, prendendo la pistola per prepararmi a colpire ed ero certa che si sarebbe reso necessario, purtroppo.

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[Guisgard]

"Prima dovranno prenderci..." disse Gan a Gwen.
Inserì la marcia e l'autò aumentò di colpo la velocità, sfrecciando nella sera fra le campagne.
Quando sembrò che la loro auto avesse seminato gli inseguitori, ad un tratto davanti a loro apparvero 2 luci, come 2 fanali.
Un attimo dopo Gan e Gwen si accorsero che non era una macchina, ma gli occhi di un animale gigantesco, simile ad un grosso lupo.
https://img.particlenews.com/img/id/2uIivF_0PafKiWN00?type=thumbnail_512x288

[Lady Gwen]

Gan diede gas, sfrecciando nella campagna serale, mentre io avevo ben salda la pistola in mano.
Pareva che avessimo seminato i nostri inseguitori, ma vedemmo altre due luci davanti a noi.
Stavo per commentare, quando notai che non erano affatto fanali.
Ma occhi.
Occhi grossi ed enormi appartenenti a chissà quale assurdo animale.
"Ma cosa diavolo è quello?!" imprecai, sito shock, gli occhi sgranati che osservavano con terrore la strada e l'immagine di fronte a me.

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[Guisgard]

Gan frenò di colpo, ma l'impatto con quell'aimale fu inevitabile.
L'auto urtò violentemente contro quel lupo e poi finì con le ruote della ghiaia.
"Gwen..." disse lui "... Gwen, come stai?" Sincerandosi delle condizioni di lei.
L'urto fu forte, ma i 2 agenti dell'Afrapol avevano solo qualche livido e lievi contusioni.

[Lady Gwen]

L'impatto fu inevitabile, andavamo troppo veloce perchè la si potesse avere il tempo di frenare e fermarci prima.
L'auto sbandò e noi fummo sballottati da tutte le parti dentro l'abitacolo, fortunatamente le cinture di sicurezza ci tennero un po' saldi.
Attesi che tutto si fermasse, prima di pensare a cosa Gan mi aveva chiesto e rispondere.
"Sto bene, credo..." mormorai, ancora confusa e frastornata.
"Ma cosa è successo? Cos'era quel coso?" stranita e spaventata.

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[Guisgard]

"Aspetta qui..." disse Gan a Gwen, scendendo dall'auto con una torcia e la pistola.
Si guardò intorno guardingo, con l'arma puntata, illuminando ogni angolo intorno all'auto bloccata nella ghiaia.
Erano finiti anche contro un tronco cavo.
Però di quel grosso lupo visto ed investito non c'era traccia.
"Deve essere scappato..." lui tornando da Gwen "... l'impatto evidentemente non l'ha ucciso ed è fuggito via..."
Anche la macchina che li stava inseguendo era sparita.

[Lady Gwen]

Gan scese dalla macchina, studiando la zona, armato e con la luce accesa.
Tornò senza trovare nulla, probabilmente quella cosa era scappata via e per fortuna anche la macchina che ci inseguiva era svanita.
"Incredibile... Senza parole..." scuotendo la testa.

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[Guisgard]

"Beh, l'omportante è non esserci fatti nulla..." disse Gan "... l'auto però ha tutta la parte anteriore graffiata e in buona parte ammaccata..." scuotendo la testa "... mi chiedo chi fossero quelli che ci stavano inseguendo... e dove sia finito quell'animale... sembrava un lupo, no?" Salendo in auto e cercando di riavviare il motere per andare via da lì.

[Lady Gwen]

"Basta che si riesca ad andare via, non voglio restare qui un minuto di più..." sospirando.
"Non so cosa pensare, quell'animale era enorme e gli occhi si vedevano fin da lontano, non era un lupo normale... Un comune animale non ci avrebbe fatto finire fuori strada così..."

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[Guisgard]

"Niente, l'auto non parte..." disse Gan a Gwen "... siamo bloccati..." tirando fuori il cellulare "... ecco, dannazione!" Inveì. "Non c'è neanche campo in qusto schifo di posto!"
Ad un tratto sentirono una macchina che si avvicinava.

[Lady Gwen]

"No! No no!" imprecai, ricadendo pesantemente con la schiena sul sedile.
Neanche i maledetti telefoni prendevano, perchè i problemi non venivano mai da soli.
"Possiamo solo sperare che ad esempio Erbert torni alla villa..." dissi.
"Oh ecco, c'è qualcuno, speriamo sia lui" notando i fari dell'auto che arrivava.

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[Guisgard]

Era infatti l'auto di Eerbert che arrivava.
Gan si parò davanti facendogli segno di fermarsi.
"Siete voi..." disse ERbert scendendo dalla macchina "... siete finiti fuori strada... come è accaduto?" Chiese.
Gan guardò Gwen e gli raccontò tutto.
"Non ci sono lupi da queste parti." Fece Erbert. "Non ci sono mai stati. Su, salite in macchina, domattina manderò il mio meccanico a recuperare la vostra."

[Lady Gwen]

"Per fortuna è lui, almeno non passeremo tutta la notte qui, dopo quello che è successo..." sospirando.
Quando ci vide, si fermò per aiutarci e Gan gli spiegò cos'era accaduto.
"Dissento. Quel maledetto animale era enorme, gli occhi si vedevano in lontananza ed aveva tutte le fattezze di un grosso lupo, sappiamo cosa abbiamo visto" insistetti, sostenendo a tesi de collega senza indugio.

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[Guisgard]

"Magari era solo un grosso cane." Disse Erbert a Gwen. "Qui ce ne sono parecchi randagi. Forse col buio vi sarà sembrato un lupo."
"La cosa strana è che è sopravvissuto all'urto." Fece Gan.
"Probabilmente sarà ferito." Erbert. Beh, direi di tornare alla villa."

[Lady Gwen]

Sbuffi ed evitano di replicare.
Ero ancora parecchio scossa e rischiavo di esplodere se continuavo a commentare, oltre a farci, se era il caso, pure la figura dell'ingrata, visto che ci stava portando a casa.
Infatti, preferii chiudermi nel mio silenzio, mentre guardavo la campagna buia fuori dal finestrino.
Sapevamo bene entrambi cosa avevamo visto e questo era abbastanza.

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[Guisgard]

Tornarono alla villa, quando ormai era Mezzamotte passata.
Qui trovarono Elv a guardare la tv.
A lui suo fratello raccontò l'accaduto, poi salutò ed andò a letto.
"Potrei" disse Gan ad Elv "avere da bere? Un goccio mi aiuterà a calmarmi."
"Certamente." Annuì Elv. "E tu? Bevi qualcosa anche tu?" A Gwen.

[Lady Gwen]

Era già oltre Mezzanotte quando arrivammo alla villa ed Elv era lì a guardare la tv.
Era strano come la sua presenza riuscisse a farmi stare meglio.
Gli spiegammo l'accaduto ed annuii, ancora frastornata, quando mi chiese se volessi bere qualcosa.
Di certo, oltre ad una dormita, ciò di cui avevo bisogno era certamente qualcosa da bere.
Non riuscivo a togliermi dagli occhi l'immagine di quell'animale e speravo che un bicchiere facesse effetto.

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[Guisgard]

Elv preparò da bere per Gwen e Gan, offrendo poi loro i 2 bicchieri.
"Si, mi ci voleva..." disse bevendo Gan.
"Però mio fratello ha ragione..." mormorò Elv "... non ci sono lupi in queste campagne... probabilmente avete investito un grosso cane. Dopotutto non sono così diversi dai lupi i cani."
Gan mostrò una smorfia di perplessità e finì il suo bicchiere.

[Lady Gwen]

Presi ampi sorsi dal bicchiere quando Elv ne diede uno a me ed uno a Gan.
Anche lui era dello stesso parere di Erbert, che era andato già a dormire.
Gan non era d'accordo e nemmeno io.
Finii allora il bicchiere e lo misi via avvicinandomi ad Elv.
"Lo era, fidati, devi crederci. Non era un normale animale, lo abbiamo visto bene, eravamo tutti e due molto lucidi" lo fissai con insistenza negli occhi neri, sperando che almeno lui avesse un po' di giudizio.

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[Guisgard]

"Beh, se mi guardi così puoi convincermi di tutto." Disse Elv facendo l'occhiolino a Gwen.
"Io credo che andrò a letto ora..." alzandosi Gan "... ho bisogno di chiudere un pò gli occhi. Buonanotte." Ai 2, per poi rivolgere uno sguardo divertito a Gwen, come se avesse capito di essere di troppo.
"Buonanotte." Rispose Elv.

[Lady Gwen]

Alzai gli occhi in su, spingendogli scherzosamente la faccia.
Era sempre il solito...
E poi anche Gan ci mise il carico con quel sorriso divertito, prima di andare a dormire.
Soprattutto per sgomberare il campo, ecco.
"E dunque, stavi dicendo di come ti guardo?" divertita, ad Elv, guardandolo fintamente seriosa.

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[Guisgard]

"Si, mi guardi in un certo modo" disse divertito Elv a Gwen "e ti avverto, non sono responsabile degli effetti che mi causerà il tuo sguardo." Facendole l'occhiolino.

[Lady Gwen]

"Ah, ecco..." mormorai "E com'è questo modo? Spiegamelo, sono curiosa..." insistetti ancora, divertita, mentre ancora lo guardavo e mi lasciavo ammaliare dai suoi occhi neri, grandi, profondi.
Luminosi come rare volte gli occhi scuri sapevano essere, ma i suoi erano diversi e bastava guardarli anche solo un istante per capirlo.https://uploads.tapatalk-cdn.com/20201120/ea882ea5be8dce977baf5674ac5828e6.jpg

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[Guisgard]

"Beh, diciamo che..." disse Elv con un sorriso malizioso, per poi girare intorno a Gwen, arrivando alle sue spalle e cominciando ad accarezzarle i lunghi capelli rossi "... mi causa un effetto di..." rise piano spostandole i capelli dal collo "... vuoi la risposta sfacciata da cattivo ragazzo o quella poetica da romantico d'altri tempi?"

[Lady Gwen]

Assunse un tono più malizioso e mi girò intorno, fermandosi alle mie spalle ed era incredibile come quel gesto che normalmente mi innervosiva e mi metteva sulle difensive fosse diventato tipico, per lui.
Sorrisi altrettanto maliziosa alla sua contro-domanda, mentre mi spostava i capelli dal collo e sentivo il suo respiro caldi sulla pelle.
"Visto che io non mi accontento e voglio metterti alla prova, beh, una via di mezzo..." risposi con divertimento.

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[Guisgard]

Elv rise, cominciando a massaggiare piano, pianissimo le spalle di Gwen.
"Eh, sempre le cose complicate, agente Gwen..." disse divertito "... ma ci vuole ben altro per scoraggiarmi..." senza smettere quel massaggio "... allora diciamo che l'effetto... mi causa un turbunio di passioni, sensazioni e stati d'animo... e accende in me una gran voglia fartele provare tutte, queste cose..." vicinissimo al suo orecchio.

[Lady Gwen]

La sua risata calda e spontanea fu seguita da un massaggio leggero, ma intenso, sulle mie spalle ed il suo sussurro nel mio orecchio.
La risposta mi divertì, facendomi ridacchiare quasi sottovoce.
"La tua risposta mi ha soddisfatta abbastanza ché potrei quasi accontentarti..." mormorai, con divertimento, senza comunque sbilanciarmi del tutto.

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[Guisgard]

"Meno male, altrimenti mi avresti costretto ad usare il mio infallibile piano b." Disse divertito Elv, senza smettere di massaggiare le spalle ed il collo di Gwen.

[Lady Gwen]

Sbattei un paio di volte le palpebre.
"Hey hey, io però voglio sapere qual è!" improvvisamente curiosa.
"E quale che sia, ti conviene dirmelo, se non vuoi davvero usarlo come ultima spiaggia..." Lo minacciai, con un sorriso divertito e malizioso.

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[Guisgard]

"Beh, il piano b è svelarti che sono un pericoloso criminale e che perciò sarei costretta ad... interrogarmi ed a sorvegliarmi tutta la notte, agente Gwen." Disse ridendo Elv, continuando a massaggiarle spalle e collo, con fare lento, sensuale, provocante.

[Lady Gwen]

Risi di cuore alla grande rivelazione.
"Il mio bisogno di staccarmi dal mio benedetto lavoro supera l'interesse che avrei nei confronti di questa tua idea, ma credo che un approccio più semplice e diretto sia decisamente migliore..." commentai, sorniona, rilassandomi totalmente al suo tocco languido e sensuale sulle mie spalle.
Dopo gli acciacchi del colpo in auto, quel massaggio era un toccasana, specie se fatto da lui.

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[Guisgard]

Elv rise e continuò a massaggiarle le spalle ed il collo.
"Allora toccherà a me farti rilassare stanotte..." disse Elv con un tono basso della voce, caldo come il tocco delle sue mani "... non credi?" E fece voltare delicatamente Gwen, guardandola negli occhi ed accarezzandole il viso.
Per un attimo smise di ridere e si avvicinò col viso a quello di lei.
Un attimo dopo la baciò con passione.

[Lady Gwen]

La sua voce era calda come il tocco delle sue mani ed io mi scioglievo come burro, né più né meno.
Mi voltai seguendo il suo delicato invito e lui mi accarezzò dolcemente il viso, avvicinandosi poi ad esso con improvvisa serietà.
Quel bacio fu come tutti gli altri.
Non potevano fare a meno di essere appassionati, travolgenti, lì c'era tutta la sua essenza, la percepivo e non mi bastava mai.
Da quando tutto era iniziato, era come una droga.
"Non vedo l'ora..." sussurrai, intrecciando le dita con le sue.

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[Guisgard]

Le loro labbra si intrecciarono e si schiusero più volte, le une sulle altre, accarezzate dal tocco delle loro lingue calde ed avide di passione.
"Vieni..." disse Elv pianissimo, intrecciando le sue dita con quelle di Gwen "... andiamo nella mia camera..." guardandola negli occhi.

[Lady Gwen]

Mi piaceva l'intensità della chimica che ci univa, era confortevole.
Paradossalmente, l'unico punto fermo in tutto questo gigantesco e assurdo garbuglio.
Lo guardai, fermandomi temporaneamente da quella frenesia ed annuii in silenzio, stringendo la sua mano.
Volevo che questa notte fosse finalmente nostra, lontana da tutti e da tutto.

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[Guisgard]

Elv le sorrise, la prese per mano ed insieme, con passi silenziosi, salirono fino in camera di lui.
Una dolce e frivola penombra accarezzava quell'ambiente, con il lieve bagliore della sera illuminata dalla Luna che filtrava dai vetri della finestra.
"Mettiti comoda..." disse a Gwen, per poi sbottonarsi la camicia, sfilandosela e togliendosi infine anche i pantaloni.
Riempì 2 bicchieri di vino con una bottiglia che aveva nel frigobar in camera.
"Brindiamo..." offrendo un bicchiere a lei "... a stanotte... per dimenticare tutto il mondo... per scoprire fin dove ci porterà..." sorridendole e guardandola negli occhi.

[Lady Gwen]

Ricambiai il sorriso e ci avviammo su per le scale, muovendoci con silenziosa calma nella penombra che ci accompagnava.
Entrammo in camera, anch'essa fiocamente illuminata dalla Luna.
Lo vidi spogliarsi quasi del tutto prima di prendere una bottiglia di vino dal frigobar, osservando con curioso stupore nel sopracciglio inarcato, pur ammirando il suo corpo tonico e asciutto.
"Ah, dunque è così che funziona da queste parti..." mormorai sorniona.
A quel punto, anch'io rimasi in intimo e feci tintinnare con un sorriso i nostri bicchieri, andando a bere tranquillamente il mio rosso stesa su un fianco, a letto.

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[Guisgard]

"E vedo ti ci abitui subito a come funziona qui..." disse con divertita malizia Elv a Gwen.
Sorseggiò allora il suo vino, per poi finirlo tutto.
Allora versò un'ultima goccia sull coscia di lei, comnciando a spargerla con le dita, accarezzando in moodo sensuale e seducente la pelle nuda e calda della sua gamba.
Tutto ciò mentre la guardava negli occhi.

[Lady Gwen]

"Come si dice, paese che vai, usanza che trovi..." dissi, con un vago sorriso, finendo il vino.
Misi via il bicchiere e in quel momento lui fece scivolare sulla mia gamba l'ultima goccia che non aveva bevuto.
La sparse con sensualità sulla mia pelle chiara ed io ricambiai il suo sguardo, curiosa di vedere dove sarebbe arrivato.
Dovevo ammettere di star scoprendo me stessa, con lui e man mano che si andava avanti, avevo sempre più voglia di sapere quale sarebbe stata la mossa successiva ed era una bella sensazione.

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[Guisgard]

Gwen era stesa sul fianco, sul letto accanto ad Elv che continuava ad accarezzarle la coscia bagnandola con quella occia di vino.
"Forse sarà questa notte" disse lui piano senza smettere "o forse la tua pelle... ma sento il profumo delle bacche selvatiche, della lavanda, del mirto e dell'uva matura di Settembre..." guardandola negli occhi, continuando a tingere la pelle di Gwen con le sue dita inumidite dal vino.
La fissò ancora per un istante e poi si portò le dita alla bocca, succhiandole.
"Nessun vino è come il sapore della tua pelle..." sussurrò.
Allora si spostò in avanti, avvicinandosi verso di lei.

[Lady Gwen]

Continuò ancora ad accarezzare la coscia spargendo sempre più il residuo di vino.
Sorrisi enigmaticamente ascoltando quella descrizione e poi la mia espressione si tinse di malizia quando parlò della mia pelle.
Si avvicinò allora a me ed io avvicinai il suo viso al mio, pungendomi appena con la barba, che però mi stuzzicava dolcemente e lo baciai, sentendo il suo sapore misto al vino.
Accarezzai i suoi capelli neri, le spalle, il petto, per iniziare a scoprire quel corpo che mi era totalmente nuovo.

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[Destresya]

Aprii la porta, con lentezza che indicava noncuranza, mentre io ero ansiosa di conoscere la mia preda.
Oh, un ragazzino, ma guarda che carino si è anche mascherato.
Cosa siamo, ad Halloween?
Ti sei vestito a festa per morire?
Ma tu guarda uno che cosa di riduce a fare per uccidere in fretta.
Sì, la prossima sarà una bella preda come si deve, promesso.
Ma mi aspettavo un vecchio ciccione, almeno non è poi così male.
Il suo sangue non sarà pieno di colesterolo, per lo meno.
"Avanti.." lo invito a entrare con un cenno della mano.
E celo ben bene le mie armi nascoste.
Oh mi piace troppo l'effetto sorpresa.

[Guisgard]

Gwen ed Elv si baciarono in modo caldo, audace, appagante.
Nel baciarla lui continuava ad accarezzarle la pelle con fare sensuale, arrivando al reggiseno di lei, iniziando a sganciarlo, fino a farlo scivolare fra le lenzuola e scoprire così i seni della ragazza.
Nel frattempo, sul luogo dell'appuntamento, Ester aveva incontrato il presunto maniaco.
Era un giovane uomo bruno, con un cappotto scuro ed una mascerina sul viso, sotto la quale si celavano 2 occhi chiari che scintillavano misteriosi.
"Buonasera, dottoressa." Disse guardandola con un leggero sorriso.

[Lady Gwen]

Anche le sue mani erano su di me, come le mie ad esplorare il suo corpo.
E mi sorprendeva sempre di più l'intimità che nasceva fra noi, sebbene all'inizio nutrissi i miei dubbi.
Sentii le sue mani slacciare il mio reggiseno e circondai il suo collo con le braccia, stringendolo di più a me e sentendo il contatto della sua pelle sulla mia.
Era una sensazione bellissima e inebriante che stavo guardando e assaporando poco a poco.

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[Guisgard]

Elv strinse a sè Gwen e la baciò.
Ad un tratto la ragazza sentì il suo cellulare squillare.
"Ignoralo..." disse Elv baciandola.

[Lady Gwen]

Ricambiò la stretta e quel contatto fu ancor più pieno di desiderio.
Poi, com'era ovvio che accadesse, squillò il telefono.
Non mi ero davvero illusa di poter passare una notte normale e infatti non avevo sbagliato.
Fui tentata di seguire l'invito di Elv e dei suoi baci e per un paio di istanti ci riuscii.
Ma non a lungo.
"Non posso..." mormorai piano, scuotendo la testa e staccandomi da lui.
Presi poi il telefono, cercando di tornare lucida.
"Agente Ygraal" risposi, fingendo il tono più professionale che riuscii a trovare.

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[Guisgard]

"Gwen..." disse Gan al cellulare "... sono qui, nelle cantine, dovresti venire anche tu... ho trovato qualcosa..." parlando piano.

[Lady Gwen]

Gan?
Mi ero aspettata Goz, Sand, un altro omicidio, ma questo mi lasciava davvero sorpresa.
Infatti, il mio sguardo si adombrò.
Chiusi la telefonata senza nemmeno rispondere.
"Devo andare da Gan, per il caso, per che abbia delle novità..." dissi frettolosamente ad Elv, mentre mi vestivo.
Mi sistemai e raggiunsi il collega nelle cantine, curiosa ma anche vagamente timorosa.

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[Destresya]

Squadrai per un momento il giovane maniaco.
Era giovane, appunto, più giovane di quanto mi aspettassi dalla voce e dalle assurdità che diceva.
"Addirittura una maschera, non ti sembra un po' azzardato?" con un sorriso divertito.
Ragazzo mio, io porto una maschera da più di vent'anni e nessuno se n'è accorto.
Sì beh, quando mi hanno preso... ma non mi piace parlare di quel periodo.
Gli feci cenno di entrare con un gesto della mano, indicando la stanza alle mie spalle.
"Posso offrirti qualcosa da bere?" con voce calda e rassicurante.
Oh mi piace sempre fingere di mettere a suo agio la mia vittima prima di agire.
C'è un brivido lungo la schiena di eccitazione.
Come aspettare di mangiare una torta appena uscita dal forno, mentre il profumo però si disperde tutto intorno a noi.

[Guisgard]

"Ehi, aspetta..." disse Elv "... non puoi mollarmi così... ehi!" Frustrato ed eccitato.
Ma Gwen non lo ascoltò ed in poco tempo scese nelle cantine.
Ma qui di Gan neanche l'ombra.
Intanto Ester era con quel giovane mascherato.
"Si, grazie..." lui annuendo "... ma solo se beviamo in 2. Io da solo non bevo." Guardandola.

[Lady Gwen]

La voce di Elv era risuonata dietro di me, ma non potevo ascoltarlo, così mi ero diretta subito alle cantine.
Ricordavo la strada e mi ci volle poco per arrivare.
Ma lì, Gan non c'era.
"Gan?" chiamai "Gan, ci sei ancora? Gan?"

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[Destresya]

"Mi sembra logico, nessuno vorrebbe mai bere da solo.." con tono affabile.
Sbagliato.
Io adoro bere da sola.
Non capisco perchè ci sia bisogno delle altre persone per fare una qualunque delle attività umane.
Uccidere, ecco qualcosa per cui ti serve necessariamente un altro essere umano.
Ma non bere, che assurdità.
Ad ogni modo, verso due bicchieri di vino, un corposo gutturnio che in questa atmosfera campagnola è l'ideale, e ne porgo uno al mio giovane amico.
È il tuo ultimo pasto, goditelo.
"Sembra molto più calmo di persona..." guardandolo negli occhi "le voci dei bambini non la tormentano in questo momento?" cercando di reprimere un sorrisetto beffardo.

[Guisgard]

Gwen chiamò Gan, ma senza ricevere risposta.
La cantina era avvolta in buona parte da una cupa penombra, generata dalle poche luci che pedevano dal soffitto a volta di quell'ambiente.
Ad un tratto la ragazza vide qualcosa in terra.
Era il cellulare di Gan.
In quello stesso momento, ma in un luogo appartato nella campagna, Ester stava porgendo da bere al misterioso ragazzo mascherato.
"In verità" disse lui prendendo il bicchiere "io non ho ucciso nessuno. Anzi, sono deciso a catturare il vero assassino, dottoressa." Fissandola.

[Lady Gwen]

Gan non c'era da nessuna parte ed era una cosa assurda, visto che fino ad un attimo prima mi aveva detto di raggiungerlo.
Continuai a chiamarlo, ma non ricevetti risposta.
Ad un certo punto, vidi in terra il suo cellulare e fu lì che mi preoccupai.
Lo raccolsi e cominciai a cercarlo in maniera allarmata in giro per la cantina, perchè adesso ero davvero tesa e nervosa e non capivo cosa fosse successo.

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[Guisgard]

Gen cercò per tutta la cantina il suo collega Gan, senza però riuscire a trovarlo. Sembrava sparito nel nulla.
Ad un tratto sentì dei rumori.
Provenivano da dietro una porta di ferro chiusa dall'interno.

[Lady Gwen]

Niente, sembrava essere sparito nel nulla e ora davvero ero preoccupata da morire.
Cosa poteva essere successo?
Poi, sentii dei rumori provenire da una pronta di ferro, che sembrava essere chiusa.
Mi avvicinai comunque e cercai di sentire se potevo capire qualcosa attraverso.

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[Guisgard]

Accostandosi a quella porta, Gwen sentiva vari rumori, confusi e vaghi, come se diversi macchinari fossero in funzione.
Di nuovo avvertì quell'odore chimico, di anestetico che sembrava provenire da ciò che si celava dietro quella porta.

[Lady Gwen]

C'erano vari rumori, tutti molto meccanici, come di macchinari e di nuovo quell'odore di chimico, come degli anestetici.
E ciò mi fece tremare.
Se veramente Erbert fosse stato coinvolto e avesse preso Gan?
Avevo davvero paura e non sapevo che fare.
Dovevo comunque pensare in fretta, perchè a Gan poteva essere successo qualcosa e io dovevo scoprirlo.

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[Guisgard]

Gwen doveva pensare in fretta.
Ad un tratto sentì dei passi.
Ebbe solo il tempo di voltarsi, vedere un uomo alto e grosso che si apprestava a colpirla.
Poi più nulla.
Si svegliò dopo un tempo indefinito, sotto una luce bianca e sopra un lettino freddo.

[Lady Gwen]

Sentii dei passi.
Ebbi solo il tempo di girarmi, vedendo qualcuno di alto che stava per colpirmi, un uomo che non riuscii ad identificare.
Poi, tutto divenne buio e negli ultimi attimi di coscienza maledissi la mia disattenzione.
Mi risvegliai su un lettino rigido, freddo, la luce era forte e non avevo idea di cosa stesse succedendo.
"Dove sono?" cercai di dire.

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[Guisgard]

Pian piano Gwen realizzò di essere legata a quel letto.
Polsi e caviglie, da stretti lacci di gomma.
Accanto a lei c'era un altro lettino, dove Gan era steso sensa conoscenza.
Ad un tratto apparve qualcuno.
Un uomo in un abito blu e con una maschera di gomma sul viso.
"Si è spinta un pò troppo in là." Disse lui fissandola con i suoi occhi misteriosi.
https://rudighedini.files.wordpress.com/2020/10/122-fantomas-70-andre-hunebelle-1964.jpg

[Lady Gwen]

Come se tutto quello non fosse già abbastanza, scoprii che ero legata a quel letto.
E dopotutto, perchè non avrei dovuto?
Mi avevano stordita, era chiaro che volessero mettermi fuori gioco.
"Gan..." mormorai, vedendolo senza sensi accanto a me.
Maledizione...
Avevamo temporeggiato ed era andato a finire così.
Con ogni probabilità saremmo morti qui e quello psicopatico avrebbe ucciso ancora...
Sobbalzai quando entrò un uomo, dal volto coperto con una strana maschera.
"È per aver ascoltato la conversazione fra Montes e Guerin, vero? I loro loschi affari..." commentai "Cosa c'è in ballo? Una sorta di strano siero da distribuire inconsapevolmente alla popolazione? Era tutto un test?" dissi, fra il sarcastico ed il sincero, comprenderne il confine era veramente difficile.

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[Guisgard]

"Montes e Guerin sono solo pedine." Disse lui a Gwen. "Io comprerò il siero e lo venderò al governo di Uaarania, facendo una fortuna." Con un tono soddisfatto. "Ovviamente eliminerò ogni testimone, partendo da lei e dal suo collega."

[Lady Gwen]

Chiaro.
Insomma, quei due erano uno peggio dell'altro, ovviamente doveva esserci qualcuno altro dietro di loro.
"Uaarania..." ripetei, a bassa voce "Ho già sentito questo nome, indagando in passato... L'ennesima battaglia alla religione?" ipotizzai.
"Volete spingere tutti i credenti a suicidarsi, come avete fatto con quella donna? Buona fortuna, visto quanti sono..." con beffardo sarcasmo.
"E i bambini? Loro non possono averlo fatto. Chi avete convinto?" chiesi allora.
Con ogni probabilità, io e Gan stavamo per morire, tanto valeva concludere in bellezza, fine di indagare e rivolgendo ad Elv i miei ultimi pensieri.

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[Guisgard]

Lui rise.
"Non penserà" disse a Gwen "che io resti qui a spiegarle cose inconcepibili per una mente semplice come la sua, vero?" Fissandola. "Ci ono valori e segreti troppo grandi per una vita misera e breve come la sua. Ma in parte soddisferò la sua curiosità." Mostrandole 2 siringhe. "Ora lei ed il suo collega sperimenterete l'efficacia del mio siero..."

[Lady Gwen]

"Oh no, certo, lei è geniale... È per 1uesto che noi della polizia abbiamo capito cosa stava succedendo..." dissi sarcasticamente, con tono laconico.
Poi, prese una siringa per ognuno e già lì iniziavo davvero a sudare freddo.
Avevo sempre tenuto in conto che il mio lavoro potesse essere rischioso e che rischiavo di non tornare a casa a fine giornata, ma non mi ero aspettata che finisse così.
Decisamente no.
"Dimmi, avrò modo di sbranarti almeno, dopo che mi avrai iniettato quella roba?" sarcasticamente.
Poteva fare quello che voleva, ma non avrei ceduto, fino all'ultimo.

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[Guisgard]

"Le concederò una sola domanda..." disse l'uomo un maschera a Gwen mentre preparava le 2 siringhe "... una ed una soltanto... non la sprechi e non mi deluda, o penserò che l'Afrapol sia davvero disperata per arruolare gente come lei..."

[Lady Gwen]

Una sola domanda.
Dovevo giocarmela bene.
Non sapevo se quella che avevo in mente lo fosse, ma era ciò che avevo pensato e tanto mi avrebbe uccisa comunque, no?
Insomma, poco male.
"Perchè i bambini?"

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[Guisgard]

"Perchè rappresentano il futuro." Disse lui preprando le 2 siringhe. "Colpire loro equivale a colpire la società insana di oggi." Mostrò un ghigno. "Non è così malvagia come sembra. E' solo propaganda."
Prese una delle siringhe e si avvicinò al lettino di Gan.
Un attimo dopo iniziò ad iniettare il tutto nelle sue vene.
Poi si avvicinò al lettino di Gwen.

[Lady Gwen]

Davvero non potevo credere alle mie orecchie.
Ne avevo visti di psicopatici, ma così era davvero assurdo e surreale.
Mi sentii davvero impotente vedendo che iniettava quella cosa a Gan.
Poi si avvicinò a me.
"Sei così sicuro di quello che farai, che non hai nemmeno il coraggio di farti vedere in faccia" mormorai, con tono tranquillo.
Perchè non avevo dimenticato ciò che Goz aveva detto e quella vocina era sempre lì da qualche parte a sussurrare.

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[Guisgard]

"Poteva chiedere questo..." disse lui a Gwen "... chiedere di me, del mio nome, del mio volto..." fissandola.
Un attimo dopo iniettò il tutto nelle sue vene.
Poi, solo il buio.

[Lady Gwen]

Lo guardai battendo le palpebre incredula.
Sì certo, lo diceva ora perchè non avrei potuto chiederglielo, ma dubitavo che avrebbe accettato.
Mi iniettò quel siero nelle vene e il mio ultimo pensiero fu rivolto ad Elv.
Poi, scivolai nuovamente nel buio e davvero non avevo la più pallida idea di come sarebbe andata e se mi sarei mai svegliata.

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[Guisgard]

Le mattine erano tutte uguali.
I muri bianchi, le lenzuola intrise di quell'odore di sitetico, la luce del Sole che invadeva gli stanzoni dagli altissimi soffitti.
Gli infermieri non erano cattivi e neanche il cibo era male.
Però la sofferenza si poteva toccare con mano.
Erano diversi giorni che i bagni freddi non erano più stati usati e neanche la camicia di forza.
Gwen col tempo aveva come smarrito il vigore e si era lasciata andare in quell'angoscia, in quel luogo di follia.
La porta si aprì ed entrarono 2 infermieri.
"Buongiorno, Gwen." Disse uno di loro. "Come stai oggi?"
"Scommetto benissimo, vero?" L'altro. "Ormai sono giorni che non vedi più bambini sgozzati. Significa che le medicine stanno facendo effetto."
"Su, andiamo all'aria aperta." Il primo infermiere prendendo la sedia a rotelle. "Un bel giro in cortile ti farà bene. Te lo sei meritato."

[Lady Gwen]

I giorni erano divenuti solo dei numeri sul calendario.
Nulla a distinguerli, a caratterizzarli, niente.
Anche i giorni delle punizioni, via via, avevano iniziato a sbiadire, perlomeno nella mia testa, il ché era comunque abbastanza.
La mia vita era diventata bianca, pallida e vuota esattamente come quelle stanze, nemmeno le urla strazianti, mie e degli altri, riuscivano a riempirle.
Entrarono degli infermieri chiedendomi come stessi, ma la verità era che i bambini non erano spariti.
Erano sempre lì, erano stati brutalmente assassinati ed io non ero riuscita a fare nulla per salvarli.
Quella era la verità.
Raggiunsi la sedia in silenzio, senza dire o fare alcunché, perchè non sarebbe servito a salvare quei ragazzini.

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[Guisgard]

Erano tutte uguali le mattine per Gwen in quel posto.
Tutte uguali.
Come i muri bianchi di quel manicomio.
https://madtrip.co/uploads/photos/735f18933743495e1bbf813b60d58268.jpg
Fine episodio


+++

[Guisgard]

L'altro tipo

“Milioni di creature spirituali si muovono, non viste, sulla terra, quando siamo svegli come quando dormiamo.”
(https://www.frasicelebri.it/frasi-di/john-milton/)
(John Milton, Paradiso Perduto)


La cittadina di Bellion situata alle pendici del monte Raghet, appariva tranquilla, quasi assopita a chi vi giungeva dalla strada provinciale, tagliando, una volta lasciati i centri abitati più popolosi, attraverso boschi e vallate.
Eppure al crepuscolo, quando le ombre serali rendevano quello scenario montuoso così diverso da come lo si conosceva di giorno, gli alberi parevano infittirsi, dilatarsi e congiungersi, come a voler nascondere la terra agli occhi del cielo.
La vicina palude emanava e suoi miasmi che nelle tenebre notturne parevano animarsi in figure spettrali.
Molte leggende, sin dai tempi più antichi, venivano raccontate in questi luoghi e la tradizione racconta che da qualche parte, non ancora scoperta dai picconi degli archeologi, giace silenziosa una necropoli Longobarda.
La cittadina di Bellon invece, nelle sue case moderne, le villette usate da molti vacanzieri e i tanti luoghi per turismo culturale, visti resti risalenti al Medioevo di questa zona, sembra lontana dai misteri e dalle atmosfere gotiche dei boschi e delle valli circostanti.
Le sue stradine sono alquanto anonime, così diverse dagli altri luoghi più caratteristici di questa regione, ma ciò rende più sobria la vita dei suoi abitanti.
Le sue strade, sobrie e perlopiù regolari, quasi squadrate in uno stile geometrico rigoroso, corrono lungo la pianta cittadina, intorno agli edifici più importanti, perlopiù Religiosi.
Come se nelle sue forme razionali e comuni Bellion cercasse una fuga dal mondo dei misteri e delle leggende che infittisce i suoi boschi e le sue valli circostanti.
https://d9nx9s7zy9d04.cloudfront.net/sites/default/files/styles/city_area/public/gsh-images/greenville.jpg?itok=glO77evM


+++

[Lady Gwen]

L'usuale riunione settimanale, che si teneva tutti i venerdì come incontro riepilogativo della settimana, si era conclusa da poco.
Dopo la dipartita di mia nonna, mia madre non aveva voluto saperne letteralmente nulla.
Si era totalmente dissociata, utilizzando la scusa del non poter sopportare una responsabilità simile.
Come se per me potesse essere più facile, avendo meno esperienza di lei...
Era stato proposto ad una dei membri più anziani di prendere le redini della congrega, ma tutte quante avevano gridato a gran voce il mio nome ed anche se ora nutrivo ancora qualche riserva, avevo accettato.
Non mi sembrava affatto giusto deludere tutte loro, così mi ero rimboccata le maniche ed ero stata nominata nuova Rettrice della congrega.
Fortunatamente, il mio fiorente matrimonio mi permetteva di dedicarmi unicamente a questo, al mio studio, al gruppo, senza che un'occupazione lavorativa parallela mi portasse via del tempo.
Non che a prescindere ne avrei avuto bisogno, la congrega era sempre stata una cerchia ristretta e selettiva e mai era stata diretta da persone che si trovassero al di fuori di certi standard e la nostra famiglia era una di quelle, da generazioni.
Lasciai la bellissima villa edoardiana che da secoli era sede della congrega, saltai in moto, elemento che faceva storcere il naso di alcune fra le più conservatrici e tornai a casa.
Trovandola ancora vuota ed essendoci solo io, decisi di prepararmi un bagno caldo.
Rimasi dunque immersa nella schiuma e nei sali, rilassandomi con un bicchiere di rosso.https://uploads.tapatalk-cdn.com/20201204/1abc1868028164a02caff4600019704b.jpg

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[Guisgard]

Tornata a casa Gwen si concesse un bagno rilassante ed un buon bicchiere di vino.
Suo marito non era tornato ancora e lei poteva godersi la tranquillità della loro abitazione senza seccature.
Il pomeriggio aveva ceduto presto il passo al crepuscolo e le luci della cittadina di Bellion si erano accese.
Ad un tratto qualcuno bussò alla porta.

[Lady Gwen]

Restai lì a lungo, il calice di vino ormai vuoto sul largo bordo della vasca, a rilassarmi e godermi l'acqua calda e profumata.
Qualcuno poi decise che quel sollazzo non dovesse durare a lungo e bussò alla porta, facendomi sbuffare sonoramente.
Avremmo dovuto assumere una domestica, poco ma sicuro.
Uscii dalla vasca e mi asciugai alla svelta, indossando l'accappatoio e guardando chi fosse attraverso lo spioncino.

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[Guisgard]

Gwen guardò dallo spincino e si accorse che a bussare era stata una zingara, probabilmente in cerca di carità.

[Lady Gwen]

Sospirai vedendo che era una zingara.
Nutrivo qualche riserva nei confronti di queste persone, specialmente quando bazzicavano in questo genere di quartiere, come il nostro.
Tuttavia, non mi sembrava giusto lasciarla fuori, così aprii la porta, immaginando volesse chiedere l'elemosina.

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[Guisgard]

"Ciao, bella ragazza." Disse la zingara a Gwen. "Me le daresti poche monete? Se vuoi ti leggo la mano." Ride.
C'è un che di strano in lei.
https://tvseans.az/uploads/frame/RWbU8lIYLdAOerIWP-HJWcDxR7aIr1QF.jpg

[Lady Gwen]

Aprii e notai che c'era qualcosa di strano in lei, avevo delle strane vibrazioni.
Ridacchiai e presi un paio di monete da uno svuota tasche che tenevamo all'ingresso e le diedi alla donna.
Però ero curiosa.
Non volevo dirle nulla di me, perchè era decisamente più attendibile come responso.
"Dovrai impegnarti, però" le dissi divertita e le allungai la mano.

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[Guisgard]

La zingara sorrise e prese la mano di Gwen.
"Vedo..." disse soffiando sulla mano della ragazza "... vedo qualcuno... è un uomo... ma non uno comune... viene da lontano... un messaggero..."

[Lady Gwen]

La ascoltai con interesse, in silenzio.
Parlò di un messaggero.
Un uomo venuto da lontano.
Inarcai un sopracciglio.
"Un messaggero, dici?" ripetei "E quale messaggio dovrebbe portare?" fattami improvvisamente curiosa circa la faccenda.

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[Guisgard]

La zingara rise.
"Mi ci vuole un'atra moneta per saperlo, ragazza mia." Disse.
In quel momento si sentì un'auto arrivare nel viale.
Era il rumore del motore di quella del marito di Gwen.

[Lady Gwen]

Sospirai e guardai in su divertita.
Beh...
Presi allora la moneta e gliela diedi, mentre sentivo un'auto molto familiare arrivare nel cortile di casa.
Tuttavia, ormai ero curiosa e volevo andare avanti.

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[Guisgard]

La zingara prese la moneta da Gwen e sorrise.
"Bene, ragazza mia..." disse "... quel messaggio... è ciò che aspetti da una vita." Fissandola. "E poi posso anche dirti che..."
In quel momento arrivò qualcuno.
"Zingara, cosa ci fai qui?" Herbert, il marito di Gwen. "Su, vattene, noi non crediamo alle tue sciocchezze."
"Sicuro, bel signore?" Ridendo la zingara. "Sei sicuro di sapere già tutto? La tua stella di sceriffo non può proteggerti da tutto." Divertito.
"Si si..." lui sbuffando "... su, vai ora..." e la mandò via "... spero tu non le abbia dato del denaro per sentire le sue sciocchezze..." rivolto a Gwen mentre chiudeva la porta.
https://www.mengetpregnanttoo.com/.a/6a015432cb00d8970c0162fe5a351b970d-pi

[Lady Gwen]

Continuò a parlare e mi chiesi quale potesse essere il messaggio che aspettavo.
Da una vita, peraltro.
Cosa poteva mai essere?
La donna non ebbe modo di continuare a parlare, nonostante io fossi curiosa, perchè ovviamente Herbert arrivò e la mandò via.
Il solito tipo, insomma.
Mi stupivo?
Certo che no.
Sospirai silenziosamente e guardai on su, senza farmi notare.
"Beni tornato anche a te, tesoro..." dissi con sorriso ironico e beffardo.

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[Guisgard]

"Beh, tornare a casa e trovarsi una zingara che legge la mano di tua moglie non è il massimo..." disse Herbert a Gwen, per poi sedersi sulla poltrona e massaggiarsi le tempie "... altri mariti si ritrovano cenette romantiche, magari la moglie in lingerie..." sarcastico "... dai, non voglio sfogarmi su di te ora... per colpa dei problemi di oggi..." pensieroso "... a volte mi chiedo... cosa ci è successo, Gwen? Perchè siamo arrivati a questo punto?"

[Lady Gwen]

Roteai gli occhi in aria al commento sulla zingara, mentre si sedeva su una poltrona.
"Se fa lo stesso, io sono in accappatoio..." ironicamente.
Poi sospirai, sempre in silenzio, ma più gravemente.
Già, cos'era successo?
Probabilmente, nessuno di noi sapeva dirlo perchè nessuno se ne era accorto.
Era successo e basta.
"Cosa? Di accogliere le zingare in casa?" dissi sarcasticamente, versandomi da bere, eludendo la domanda.

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[Guisgard]

"Dai, parlami della cena..." disse Herbert "... almno magari il cibo mi tirerà su..." fissando Gwen "... oggi è stata una pessima giornata..."

[Lady Gwen]

Dubitavo, ma potevamo almeno provarci.
"Ho pensato che potessimo ordinare del giapponese" dissi, finendo il bicchiere "Potremmo mangiarlo qui sul divano, davanti ad un film" proposi, prendendo il telefono per ordinare "Che ne pensi?"

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[Guisgard]

"Si, certo..." disse lui a Gwen "... ordina pure... io cerco cosa danno in tv stasera... magari un buon film..." prendendo il telecomando.

[Lady Gwen]

Annuii con un leggero sorriso, vedendo che era d'accordo.
Era vero, ci eravamo parecchio allontanati, ma cercavo di sperare sempre che le cose potessero migliorare.
Ordinai allora il sushi dal giapponese mentre Herbert cercava qualcosa di interessante in tv e mi andai a vestire, dato che ero ancora in accappatoio, in attesa che arrivasse la cena.

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[Guisgard]

Ad un tratto squillò il telefono.
"Si..." disse rispondendo Herbert "... si, Paul, dimmi... cosa? Lo avete trovato? Arrivo subito." E mise giù. "Gwen, devo uscire..." a sua moglie.

[Lady Gwen]

Stavamo aspettando che l'ordine arrivasse, quando il telefono di Herbert squillò.
Già sapevo quale sarebbe stato l'esito della chiamata.
Infatti, quando me lo disse, non apparii molto sorpresa ed annuii.
"Ti metto da parte la cena" dissi solo.
Andava avanti così da tempo, ormai e forse la mia speranza che le cose potessero migliorare era solo un'illusione e non c'era proprio più niente da fare.

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[Guisgard]

"Si, mi spiace, Gwen..." disse lui prendendo distintivo e pistola "... oggi era sparito Mac, il figlio di Stewart il droghiere... il mio vice Paul mi ha detto che l'hanno trovato al vecchio casale... scusami..." e andò alla porta "... ah, per quel che può servire... ti amo." Fissandola, per poi uscire.

[Lady Gwen]

Annuii distrattamente, ascoltando poco o nulla di ciò che diceva.
Ma una cosa la sentii.
Mi disse che mi amava e infatti mi voltai a guardarlo, senza sapere cosa dire mentre andava via.
E l'assenza di una risposta, era già di per sè una risposta.
Il fatto che nessuno di noi riuscisse davvero a sentire per l'atro ciò che si sentiva all'inizio, nonostante i "ti amo" detti quando non rimaneva altro da dire, doveva valere più di mille discorsi.
Rimasi così da sola, di nuovo, per l'ennesima sera.

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[Guisgard]

Mentre Gwen attendeva il ritorno del marito, Herbert raggiunse il vecchio casale dove Paul ed altri cittadini aspettavano l'arrifo dello sceriffo.
"E' dentro, sceriffo." Disse Paul a Herbert.
Questi entrò e trovò Mac completamente nudo, in lacrime e con una pistola in mano.
"Ragazzo..." fece Herbert "... cerca di stare calmo, ok? Calmo... su, dammi la pistola..."
"No!" Gridò Mac. "No! Ho cercato di parlare, ma nessuno mi ha ascoltato! Lo scemo mi chiamavano! A scuola, per tutti, ero lo scemo della classe!" In lacrime.
"Io ti ascolterò..."
"No!" Urlò Mac. "Nessuno mi ascolta! Nessuno mi crede!"
"Io si!" Herbert al ragazzo.
"No, neanche lei, sceriffo!"
"Si, invece!"
"Nessuno mi crede!" Disperato Mac. "Nessuno le sente, solo io!"
"Cosa nessuno sente?"
"Le voci!"
"Quali voci?"
"Non lo so!" Fuori di sè Mac. "Sono intorno a me, ogni notte mi parlano! Mi sembra di impazzire!" E si portò la pistola alla tempia.
"No!" Cercando di fermarlo Herbert, ma Mac si sparò.

[Lady Gwen]

La serata trascorse lenta e pigra, immobile, mentre mangiavo il mio sushi davanti alla TV, sul divano.
Naturalmente da sola.
C'erano stati momenti in cui l'avevo anche aspettato prima di andare a dormire, ma avevo smesso da un po'.
Se mettevamo anche in conto che Herbert non aveva idea di ciò che facessi, del mio "impiego", sapeva solo che la mia fosse una famiglia benestante, in vista, non certo che facesse parte di una delle congreghe più antiche esistenti.
Ciò sicuramente aveva contribuito al nostro allontanamento, giorno dopo giorno e non c'era modo di rimediare.

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[Guisgard]

Verso le 4 del mattino Herbert tornò a casa.
Afflitto, scuro in volto, gettò sul tavolo distintivo e pistola, per poi farsi un drink.
Immaginava che Gwen dormisse.

[Lady Gwen]

Ero a letto già da un bel pezzo, quando lo sentii arrivare.
Guardai l'orologio e rimasi stranita vedendo che erano le quattro.
Sentii che rimaneva in salone, così mi alzai e lo raggiunsi, vedendo che si stava versando da bere.
"Com'è andata?" chiesi, con voce incolore.

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[Guisgard]

"Eh... fammi la domanda di riserva..." disse lui a Gwen "... si è ucciso... 16 anni... si è ucciso davanti a me... non sono riuscito a fermarlo... e ora sono qui a masticare ghiaccio..." fissando la moglie.

[Lady Gwen]

Notai la sua espressione cupa, buia e ciò che disse era agghiacciante.
Non riuscivo ad immaginare cosa potesse significare assistere ad una scena simile...
Infatti, mi avvicinai a lui e gli circondai le spalle col braccio, accarezzandogli i capelli.
"Mi dispiace..." mormorai "Mi dispiace che tu abbia dovuto assistere ad una scena di questo tipo... Deve essere stato orribile..."

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[Guisgard]

"Sarà peggio per i genitori..." disse Herbert bevendo "... credo si tratti di un caso di bullismo... finito tragicamente..." guardando Gwen che gli accarezzava i capelli.

[Lady Gwen]

Sospirai scuotendo la testa.
"È un pensiero terribile..." dissi, continuando ad accarezzargli i capelli e sperando che lo facesse stare meglio.
"Vieni a dormire, non ti farà bene stare qui a rimuginare ed è molto tardi..." porgendogli la mano.

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[Guisgard]

"Gwen..." disse lui strigendole la mano "... stanotte non voglio stare solo... ho bisogno di te... facciamo l'Amore..." fissandola negli occhi.

[Lady Gwen]

Mi voltai a guardarlo, mentre stringeva la mia mano.
Mi sentii spiazzata da quella richiesta e lo guardai alcuni istanti in silenzio.
Ci guardavamo a malapena in faccia e ora lui arrivava così?
"Herbert, non credo sia una buona idea, hai avuto una brutta serata... Nessuno dei due è in condizioni per farlo." mormorai.

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[Destresya]

Continuavo a ripetere a me stessa che era troppo bello per essere vero.
Insomma, come poteva quella villetta costare così poco?
Certo, non era propriamente in paese, era un po' fuori, ma era quello che volevo, no?
Scappare da tutto e da tutti, dimenticare ogni cosa, lasciarmi tutto alle spalle e pensare solo al mio libro.
Già, il libro che era arenato da mesi ormai, sempre allo stesso punto e io non riuscivo ad andare avanti.
Ad ogni modo, poteva essere una fregatura, che altro?
Ma poi mi ero decisa a telefonare e andare a vedere la villetta.
E niente... mi ero innamorata di quel balconcino.
In realtà di tutta la casa, ma di quel balconcino in particolare.
Mi ci ero subito vista lì a scrivere, con il rumore della natura poco distante, quel tavolino perfetto per le cene d'estate.
Sì, era davvero perfetta.
L'avevo sentita subito mia.
Forse era proprio destino, era un segno, dopotutto era quello che cercavo, qualcosa che mi facesse uscire dalla routine in cui ero intrappolata da troppo e in cui era arenato anche il mio libro.
Li potevo sentire i miei personaggi intrappolati in un pantano che mi pregavano (o insultavano, a seconda) perchè riuscissi a liberarli.
Ma io non potevo, ancora non ci ero riuscita.
Chissà se quella casa avrebbe fatto il miracolo.
Non lo sapevo, ma ci speravo davvero moltissimo.
E ora eccomi qui, ancora sommersa dagli scatoloni del trasloco, a sperare di avere l'ispirazione mentre in realtà aspetto che mi suonino per consegnarmi la pizza a domiclio.
Eh, le pentole sono ancora imballate, che ci posso fare?

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[Guisgard]

"Io si." Disse Herbert guardando Gwen negli occhi. "Ho bisogno di te, di sentirti vicino. E ho bisogno di fare l'Amore con te." Avvicinandosi a lei. "Ma forse sei tu che non vuoi, vero?"

[Guisgard]

Era un cottage molto vecchio, praticamente a memoria degli abitanti più anziani di Bellion era sempre stato lì.
Di colui o coloro che lo costruirono nessuno sapeva nulla.
Per qualcuno era stato costruito da un politico del posto, per altri da un militare in pensione e per altri ancora da un facoltoso turista giunto dall'estero.
Chiunque però avesse voluto erigere quel cottage, di sicuro l'aveva fatto molto tempo fa.
Oggi appartiene ad una compagnia di immobili che affitta il cottage a villeggianti o turisti di passaggio.
Destresya l'aveva visto sul sito dell'agenzia immobiliare e attratta dal bassissimo prezzo si era decisa a sceglierla come suo soggiorno a Bellion.
Era un edificio grande, dalle forme regolari e avvolta da una curiosa atmosfera di apatia.
Si trovava appena fuori dalla cittadina, raggiungibile attraverso un sentiero che zigzagava tra olmi, aceri e castagni.
Insomma il posto ideale per potersi ritirare in cerca di tranquillità e concentrazione.
Poco dopo il tramonto il ragazzo delle pizze arrivò a bussare per consegnare la pizza alla scrittrice.
Però avvertì Destresya che non sarebbe più potuto passare per portarle il cibo, poichè quel cottage era troppo isolato ed il padrone della pizzeria non intendeva perderci il guadagno.
https://lh3.googleusercontent.com/proxy/kIvAvbPTHhGLew-TpIFd-jdzhHBNuEtmdYDJgJAIQjqtInJnIshcnsmyjwr-dFNmIQK3rxdjP9PK5FRj9YFpNRxRku6a_5ICeWLmkX7bryLceA 0RyfDbeceXUsatS0Kc2ZHu1zpTgpyy7Bt6hmHZ1S2S6kAF4fBK Qqyfv35YdjZ0hlmgNnL-FSVqZUHQLA

[Lady Gwen]

Si avvicinò a me ed io rimasi ferma ad osservarlo.
"Come puoi chiedermi una cosa simile quando non ci guardiamo nemmeno più in faccia?" mormorai quasi a me stessa, con tono laconico, mentre lo guardavo.
Scossi poi la testa e tornai in camera, raggomitolandomi su un fianco sotto le coperte.
Era più forte di noi, quell'intimità che per un po' ci aveva legati era svanita, da un giorno all'altro e non poteva essere recuperata, per quanto potessimo sforzarci e di certo non così.

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[Guisgard]

"Sei tu che sei sempre assente, distante, fredda." Disse lui a Gwen mentre lei andava via. "Forse fantastichi di poter aver di meglio, ma sognare un conto e vivere poi è tutt'altra cosa." Alzandosi e prendendo il giubbotto. "A volte mi fai pena, sai? Potresti essere felice, con me... ed invece butti tutti all'aria... per cosa? Beh, ti auguro di trovare ciò che cerchi." Uscì sbattendo la porta.

[Lady Gwen]

Ascoltai ciò che disse e tutto fu come una stilettata nel petto.
Era colpa mia, era colpa sua, forse era colpa di entrambi e basta, senza che si facesse una continua caccia alle streghe.
Non capivo come pensasse che potessi essere felice con chi non c'era praticamente mai, ma naturalmente non l'avrebbe mai compreso.
Iniziai silenziosamente a piangere mentre mi stringevo sotto le coperte, sentendo che andava via nel cuore della notte e chiedendomi se sarebbe tornato, o forse non volevo più pensare alla risposta.

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[Guisgard]

Gwen rimase sola.
La casa ora sembrava avvolta da un vuoto infinito.
Ad un tratto il suo telefono squillò.
Era il numero di Clemia, una delle anziane della congrega.

[Lady Gwen]

Tutto era vuoto.
Il letto.
La casa.
Il mio animo.
Ogni cosa.
Ed era desolante, assordante e non mi piaceva.
Sobbalzai ed il cuore mi arrivò in gola, battendo all'impazzata, sentendo lo squillo del cellulare.
Tanto non avrei chiuso occhio comunque, inutile illudersi di continuare a dormire.
Era Clemia, dal nome che lessi sullo schermo nella totale ombra della stanza.
Così, risposi.
"Clemia, è successo qualcosa?" chiesi con tono assente, domandandomi come mai chiamasse a quest'ora, dato che erano le quattro del mattino.

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[Guisgard]

"Scusami, spero di non averti svegliato." Disse Clemia a Gwen. "Ma speravo che avessi il cellulare acceso. Domattina sarei dovuta andare alla stazione, poichè arriva a Bellion una nuova adepta. Ma sfortunatamente non posso, visto dovrò andare ai funerali del povero Mac, quel ragazzo era un mio studente. Andrai tu alla stazione domattina, Gwen?"

[Lady Gwen]

Sentii il motivo e alzai gli occhi in su.
Mi aveva davvero chiamata del quattro del mattino per questo?
Specie in questo momento, in cui stavo tutt'altro che bene...
"Sì... Sì, va bene... Ci vado io..." risposi, asciugandomi le lacrime dal viso "Non preoccuparti..."

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[Destresya]

Oh ecco qual era la fregatura: niente pizza a domicilio!
Ma guarda un po' questi, che razza di modi, prima scrivono che si consegna in tutta Bellion e poi invece mi rifilano questa sola.
Vabbè, mi dovrò attrezzare con la pizza fatta in casa, che è anche più buona, scommetto di questa qui.
Mi piace l'idea di ritirarmi e non pensare ad altro che a scrivere.
Dopotutto, è per questo che sono venuta fin qui e tengo il cellulare praticamente sempre spento.
Decido di mettermi in veranda, davanti alla vetrata che dà sul nulla, a scrivere un po'.
Magari oggi è la volta buona che quella pagina bianca si riempie un pochino, chissà...
Accendo il computer e mi connetto con il mondo.

[Guisgard]

Dopo la telefonata Gwen provò a dormire, per quel che restava di quella notte.
Nel frattempo Destresya era al cottage nelle campagne, navigando in Rete col suo computer.
Così apprese che un ragazzo, Mac, si era tolto la vita poco fa, forse vittima di bullismo.
L'alba sorse presto per entrambe.

[Lady Gwen]

Chiusi la telefonata con Clemia e provai a dormire.
Mi addormentai, ma il mio sonno fu confuso, agitato, mi svegliavo spesso per riaddormentarmi subito dopo e ricominciare tutto da capo subito dopo.
Speravo solo che arrivasse presto il mattino per un nuovo giorno e per capire cosa fare.

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[Guisgard]

Il mattino arrivò, velato da nuvole, umido e apatico.
Gwen si accorse che Herbert non era rientrato.
Poi sentì la sua autò arrivare nel viale.
Un minuto dopo lui entrò in casa con un sacchetto.
"Buongiorno..." disse guardandola "... mi spiace per prima, non volevo alzare la voce... ti ho portato una sfogliatella calda... spero tu non abbia fatto già colazione." Fissandola.

[Lady Gwen]

Mi svegliai ed il tempo, fuori dalla finestra, era un po' come me.
Grigio, apatico, senza alcuna voglia di ingranare.
Mi alzai e stavo per fare colazione quando Herbert tornò, mi ero accorta subito che al mio risveglio non c'era.
"Buongiorno..." mormorai, con voce assonnata.
Accennai un sorriso e scossi la testa alla sua domanda.
Feci poi il caffè per entrambi e mangiai tranquillamente la sfogliatella che aveva portato.

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[Guisgard]

Fecero colazione insieme, Herbert però prese solo un caffè.
"Dimmi, Gwen..." disse lui bevendo e guardando le notizie al TG "... programmi per oggi?"
Fuori cominciò a piovere.

[Destresya]

Come di consueto, mi feci un giro nella rete prima di aprire il mio programma di videoscrittura.
E come di consueto non vi trovavo niente di buono. O forse sì, ma dipende dai punti di vista.
Ecco, questo è il motivo per cui una scrittrice di thriller non è esattamente la persona più indicata con cui discutere di attualità, nonostante tutti sembrino morire dalla voglia di farlo.
Poi ci sono quelli che ti chiedono cosa ci sarà mai di tanto divertente nello scrivere di cose tanto macabre.
Ecco, non c'è.
Non è divertente, scrivere quello che scrivo.
Ma è affascinante, ipnotico e appagante.
E forse avrei fatto meglio a continuare a farlo invece di intestardirmi in questo nuovo progetto che mi sta portando solo guai.
Ma che cosa mi è saltato in testa?
Eppure sento che devo farlo, che devo scrivere questa storia che vuole esplodere anche se non si è ancora degnata di dirmi come diavolo dovrei fare.
Ma leggere le notizie di cronaca nera è rincuorante, mi riporta in un territorio che conosco bene, che comunque continua ad appassionarmi.
Così, mi ritrovo a leggere di più sul bambino e... com'era prevedibile, non scrivo una parola!
L'alba mi trova addormentata sul divano senza che ricordi nemmeno di essermi appisolata.
Ma ormai non mi stupisco più di queste cose!
Ormai sono sveglia e tanto vale alzarmi e farmi un caffè.
Oh com'è bello questo silenzio.
Scendo in cucina e mi preparo una bella colazione.
Che oggi sia la volta buona che combino qualcosa?
Chissà...

[Lady Gwen]

Facemmo colazione insieme, in un clima un po' più rilassato.
Sentimmo le notizie del TG, mentre fuori pioveva.
"Devo andare a prendere in stazione una ragazza e accompagnarla da un'amica di famiglia... Lei non può, deve andare ai funerali del ragazzo..." risposi sparecchiando.

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[Guisgard]

"Ok..." disse annuendo Herbert "... allora accompagnami al mio ufficio e poi puoi tenerti l'auto. Mi farò accompagnare stasera da Paul." Fissando Gwen.
Poi si alzò e aiutò sua moglie a sparecchiare.

[Lady Gwen]

"Okay..." annuii, mentre mi aiutava a sparecchiare.
"State lavorando a qualcosa, al momento? Qualche caso?" gli chiesi, più per non rimanere nell'imbarazzo del vicendevole silenzio che per altro.

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[Guisgard]

Era un mattino umido e piovoso quello che avvolgeva il cottage di Destresya.
La campagna era silenziosa, cupa ed il cielo veniva attraversato da nuvole inquiete.
Ad un tratto lei vide una sagoma spuntare dal fogliame circostante.
Dopo un pò fu in grado di capire che era un uomo e si avvicinava alla casa.
Poi si sedette su un tronco cavo ed iniziò ad annotare qualcosa su dei fogli.
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[Guisgard]

"Indagine dovuta..." disse Herbert a Gwen "... stiamo indagando per il suicidio del ragazzo... magari se qualcuno lo ha spinto a fare quel gesto... ma dubito troveremo qualcosa... la perizia psichiatrica ha già detto che il povero Mac non ci stava con la testa..."
Poi insieme andarono all'ufficio dello sceriffo, dove Gwen lasciò suo marito, per poi recarsi alla stazione di Bellion.

[Lady Gwen]

"Spero troviate qualcosa, ci deve essere un motivo alla base di un gesto simile..." commentai, stranita.
Poi, alla fine uscimmo, io lo accompagnai in ufficio e andai subito diretta in stazione, aspettando che la nuova adepta arrivasse.
Non ve ne erano state molte, di nuove ragazze, da quando io ero responsabile della congrega, ma era sempre interessante sapere che qualcuno si univa a noi.

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[Guisgard]

Gwen arrivò alla stazione.
Era piccola, per niente affollata, specialmente oggi che pioveva.
Allora Gwen ad un tratto vide la donna che attendeva.
Stava al di là di un vetro, dove c'era la sala d'attesa.
Ma non sembrava essere sola.
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[Destresya]

La cosa bella di non avere orari?
Potersi permettere una colazione coi fiocchi!
Di norma avrei risposto "dormire fino a mezzogiorno" ma dato che stamattina mi ero svegliata di buon'ora ne avevo approfittato per mettermi a cucinare.
Dei soffici pancake con lo sciroppo d'acero.
Dicono che servono per aumentare l'ispirazione!
Ah no? Vabbè, sono buoni lo stesso!
Me ne stavo giusto giusto andando verso il mio balconcino preferito a mangiare, quando vidi qualcosa che si avvicinava.
No, non era qualcosa, ma qualcuno.
Ma guarda un po', e si era anche messo a fissare la casa e prendere appunti.
Cos'era un concorrente che voleva usare la mia casa per qualche libro?
Accidenti era un'idea, perchè non ci avevo pensato prima!
Presi il telefono e me l'appuntai. Ancora non sapevo se per i miei soliti romanzi o se per il nuovo progetto.
Ci avrei pensato più in là...
Quando rialzai la testa dal piccolo schermo, era ancora lì.
Ma che accidenti voleva?
Senza rendermene conto, uscii in veranda con ancora il piatto di pancake in mano.
“Buongiorno!” salutai l’uomo poco distante.
Dopotutto si fa così nei piccoli centri, no?
“Le serve qualcosa?” con aria volutamente cortese ma interdetta.

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[Lady Gwen]

Trovai la sala d'attesa, che era vuota e non stentavo a crederlo, visto il tempo.
Notai una donna e molto probabilmente era lei che cercavo.
Stavo per muovermi e raggiungerla, quando mi bloccai.
Non sembrava essere affatto sola.
Vidi infatti un'ombra vicino a lei e forse iniziai a capire perchè avesse deciso di unirsi a noi.
E non mi piaceva.
Comunque fosse, la raggiunsi per capirci qualcosa.
"Ciao, io sono Gwen. Aspettavi Clemia, giusto?" le chiesi sorridendo.

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[Guisgard]

L'uomo si accorse di Destresya e le sorrise.
"Buongiorno." Disse. "Questa è sempre stata disabitata, non pensavo di trovarci qualcuno. Spero di non averla disturbata. Sto facendo un lavoro per il centro Metereologico."
Nel frattempo, alla stazione, Gwen aveva trovato la ragazza che aspettavano.
"Si, aspettavo lei." Annuendo. "Io mi chiamo Henty, molto lieta." Porgendole la mano.
Quell'ombra era svanita.
E cosa strana Gwen non percepiva nulla di anormale.
Nulla di misterioso intorno alla nuova arrivata.

[Lady Gwen]

Stranamente, quell'ombra era svanita al mio arrivo e non percepivo più nulla di strano.
Sorrisi ad Henty e le strinsi la mano.
"In quanto Rettrice, ti dò il benvenuto nella Congrega degli Arcani" le dissi, con un sorriso solenne "Vieni, ti accompagno alla villa" facendole un gesto per invitarla a seguirmi fuori da lì, fino alla macchina.

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[Destresya]

Sorrisi all'uomo, che non sembrava particolarmente pericoloso.
Ma diamine, mi guadagnavo da vivere scrivendo thriller truculenti e macabri, non avevo imparato niente dalle povere vittime che sacrificavo ogni dieci pagine?
Suvvia, quella era la vita vera!
Fare il mio lavoro rende asociali e scorbutici a volte.
"Sì, in effetti l'ho appena affittata, sono ancora sommersa dagli scatoloni!" gli sorrisi, gentile.
"Non mi dirà che ho affittato una casa che ha qualche strana posizione atmosferica, vero?" con aria divertita, guardando il cielo.

[Guisgard]

Henty sorrise a Gwen e la seguì in auto.
Nulla, lei non percepiva nulla di strano intorno alla nuova arrivata.
Niente di niente.
E quell'ombra?
Gwen aveva sempre avuto una certa sensibilità nel percepire presenze.
"Cittadina tranquilla questa." Disse guardando dai vetri dell'auto.
Nel frattempo, in campagna, Destresya parlava con quello studioso.
"Oh no..." lui divertito "... affatto, signorina. E' la campagna ed il sottobosco che interessano i miei studi. La sua casa è tranquilla per quanto mi riguarda. Anche se è un pò isolata, non trova?"

[Lady Gwen]

Più ci pensavo, più era strano.
Avevo sempre avuto una spiccata sensibilità per le presenze, una sorta di sesto senso, che pure nel nostro ambiente era davvero poco comune e la nonna me lo ripeteva sempre.
Tuttavia, dopo quell'impressione iniziale, tutto era svanito ed iniziavo a chiedermi se non fosse il risultato di una notte insonne e disastrata.
Avevo passato una serata ed una nottata orribili, avevo dormito forse un paio d'ore e questi erano i risultati, ottimo.
"Sì, è sempre stato così, qui a Bellion, da che ne ho memoria e credo sia stata questa la ragione per cui la cittadina è diventata la sede della congrega. Non è mai cambiata, in tanti secoli" sorridendo.
"Come mai hai scelto di unirti a noi?" chiesi curiosa, volendo conoscerla meglio.

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[Guisgard]

"Ecco..." disse Hentya a Gwen "... non so, magari mi prenderai per una sciocca..." ridendo imbarazzata.

[Lady Gwen]

Feci un sorriso curioso.
"Certo che no, dimmi pure" la incoraggiai "Alla congrega nessuno giudica, puoi stare tranquilla e fidarti sua di me che di tutte le altre che conoscerai a breve. Voi adepte siete tutte diverse, sia per età, che per provenienza, storia personale e nessuna viene giudicata o lasciata fuori, te lo prometto" annuii poi.
Volevo che si fidasse di me e volevo capire se anche lei avesse contezza di ciò che sembrava perseguitarla.
Perchè nessuno mi toglieva dalla testa che fosse così.

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[Guisgard]

Lei sorrise a Gwen ed annuì.
"Si, hai ragione, dobbiamo fidarci noi della congrega..." disse "... sai, io mi sono avvicinata al mondo dell'occulto da giovanissima... frequentavo un gruppo, anzi una setta... loro mi fecero avvicinare a qualcosa di nuovo, che non conoscevo, anzi del quale non concepivo neanche l'esistenza... ho scoperto così che sin da piccoli siamo traviati, ingannati, forgiati... non esiste il diavolo, il demonio di Faust con corna e forcone... io l'ho visto... ho visto Lucifero... la cosa più bella che esiste... e mi sono consacrata a lui... e lui mi ha detto la verità... non esistono i diavoli, l'Inferno il male ed il peccato... nulla di ciò che ci raccontano..." chinò un attimo lo sguardo "... ed io lo amo... amo Lucifero..." tornando a guardare Gwen.

[Lady Gwen]

Iniziò a parlare e man mano che la ascoltavo, sinceramente comprendevo ben poco.
Cosa stava a significare un discorso simile?
Mi sembrava non avesse né capo né coda.
Ma volevo indagare.
"E come mai ti sei rivolta a noi, invece di restare in quella setta?" chiesi spontaneamente "Voglio dire, ciò di cui noi ci occupiamo è totalmente diverso da... Beh, quello che mi hai raccontato..."

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[Destresya]

"Meglio così!" sorrisi cordialmente, per poi annuire, "oh ed è precisamente per questo che l'ho affittata, per poter stare lontano da tutto e tutti!".
Poi mi voltai a guardare il bosco.
"E questi boschi che cos'hanno di strano, se non sono indiscreta?".

[Guisgard]

"Perchè quella setta non poteva andare oltre, i suoi adepti non erano all'altezza." Disse Henty a Gwen. "Volevo arrivare oltre, superare le barriere che per quella setta erano invalicabili. Lucifero stesso mi ha portata qui, fra voi."
Nello stesso istante Destresya parlava con quelo studioso.
"Nulla che non abbiano altre campagne disseminate sul pianeta." Sorridendo lui. "Faccio spesso il giro di boschi, foreste e vallate per raccogliee informazioni sul clima. Si, lo so, un lavoro un pò noioso ma qualcuno deve pur farlo, no? E poi mi piace stare all'aria aperta." Divertito.

[Lady Gwen]

Era tutto molto strano, davvero.
Ne avrei parlato per bene con Clemia, se fossi riuscita ad incontrarla alla villa.
"Oh, capisco... E come mai proprio noi, dunque?" chiesi allora, perchè non capivo se ero più curiosa o inquietata, per meglio dire stranita.

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[Guisgard]

"Non lo so." Disse Henty a Gwen, guardando dal vetro del finestrino. "Lui me l'ha detto. Lui mi ha portata qui, da voi."

[Lady Gwen]

Questo era davvero surreale e assurdo, non capivo con chi o cosa avevo a che fare.
Una tizia arrivava e mi parlava di setta, di Lucifero e di cose oltre ogni logica.
Oh e ovviamente, aveva un'ombra a perseguitarla.
E dubitavo si trattasse del Diavolo, ad essere sinceri.
"Hai mai la sensazione di avere qualcosa di strano intorno?" chiesi, con tono disinteressato, mentre imboccavo la strada per la campagna diretta alla sede della congrega.

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[Guisgard]

"Strano..." disse Henty a Gwen "... in che senso, scusa? Io da quando ho conosciuto l'angelo vivo in un costante stato di felicità, di appagamento. Non mi manca nulla. Anzi, credo che lo scopo della mia esistenza sia quella di diffondere a tutti gli altri la mia felicità."

[Lady Gwen]

Annuii lentamente alla sua risposta.
Davvero mi ero immaginata tutto?
Non sapevo dirlo, non sapevo cosa pensare...
"Beh, è una cosa buona..." le risposi, sorridendo.
Avevo la sensazione che continuare non avrebbe portato a nulla ed ero convinta sempre più che avrei dovuto parlarne con Clemia.
Alla fine, la villa fu finalmente visibile ed io parcheggia nel grande cortile che anticipava il parco, proprio di fronte all'ingresso.
"Ufficialmente, ben arrivata" sorridendo, la villa che appariva ancora più vetustà ed imponente nella pioggia.https://uploads.tapatalk-cdn.com/20201209/155fed07a4551d21e9263339026c3adf.jpg

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[Destresya]

Ridacchiai a quelle parole dell'uomo.
"Ah beh, mi ero già immaginata qualcosa come strane convergenze sismiche o quant'altro... ma sono una scrittrice, non ci faccia caso, a volte immaginiamo un po' troppo!" divertita.
"Beh allora la lascio lavorare, se ha bisogno di qualcosa qui in mezzo al nulla, bussi pure!" gentile "Ah, io sono Destresya!".

[Guisgard]

"Wow, bellissimo..." disse Henty vedendo la sede della congrega.
In breve Gwen e la nuova arrivata entrarono nell'edifico, venendo subito ricevute da Froiden, il vecchio maggiordomo di Clemia.
Questa si trovava in uno dei saloni ed accolse con calore le 2 ragazze, facendo subito preparare per loro del tè caldo e qualche pasticcino.
Scambiò poi alcune parole con Henty, la quale raccontò le stesse cose dette a Gwen circa la sua venerazione per Lucifero, non più visto come il tradizionale diavolo munito di corna e forcone, ma come una sorta di divinità pagana vittima, a suo dire, della propaganda Cristiana.
Nel frattempo Destresya si era presentata allo studioso di metereologia.
"Molto lieto." Lui a lei. "Il sono il dottor Roan, ma anche solo Roan va più che bene." Divertito.

[Lady Gwen]

"Sì, lo è davvero!" convenni con lei, annuendo.
Era certamente un luogo pieno del misticismo che intendeva suscitare in chiunque si unisse alla congrega ed era sempre stato il mio posto preferito.
Entrammo dentro, dove Froiden subito ci accolse e ci condusse poi nel grande salone da Clemia, che ci fece servire del tè con dei pasticcini.
Iniziò poi a chiacchierare con Henty e mi sarebbe davvero piaciuto sapere cosa pensava di tutto ciò che lei aveva raccontato a me e che ora stava raccontando anche a lei.
Avrei certamente aspettato di trovarla da sola per consultarmi.

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[Guisgard]

Arrivò il tè, insieme ai pasticcini.
Le tre donne conversarono ora di cose più piacevoli, come il tempo, l'imminente Natale e i posti più carini di Bellion.
Alla fine Clemia chiese a Froiden di accompagnare Henty nella camera in cui avrebbe alloggiato.
Così restarono solo Gwen e la stessa Clemia nel salone.

[Lady Gwen]

Continuammo a parlare del più e del meno, finché Henty fu accompagnata nei suoi alloggi.
Allora rimanemmo solo io e Clemia ed io rimasi a guardarla alcuni istanti.
"Cosa ne pensi, di lei? Della sua storia, di cosa ha fatto, di cosa pensa..." le chiesi, curiosa, osservando l'anziana della congrega.https://uploads.tapatalk-cdn.com/20201209/d72f617354dc931f3f21653308830393.jpg

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[Destresya]

Gli sorrisi.
"Piacere, dottor Roan!" con aria divertita, per poi avviarmi verso la casa "Buon lavoro all'aria aperta allora!".
Entrai in casa, lanciando un'ultima occhiata allo strano uomo che se ne stava a pochi metri fuori da casa mia.
Poteva sembrare davvero la scena di un libro.
Beh, solo che se fosse il mio libro, tra poche pagine io sarei morta, come minimo, e sepolta in giardino.
Controllai il cellulare e ridacchiai tra me e me, divertita, per la vignetta che mi aveva inviato una mia amica e collega: si vedeva la polizia cibernetica che pensava di aver trovato dei serial killer in erba ma poi si accorgeva che erano solo degli scrittori.
Mi guardai attorno, e mi resi conto che se l'ispirazione non arrivava, potevo per lo meno mettermi a mettere a posto un po' di cose e approfittarne per esplorare un po' la mia nuova casa! C'erano così tante stanze che non conoscevo!

[Guisgard]

"La ragazza è un pò confusa." Disse ridendo Clemia a Gwen. "Temo che per lei sia più una moda, un gioco, una tendenza. Non credo durerà molto nella nostra congrega. Vorrei la tenessi d'occhio, Gwen. Io sono parecchia impegnata in questi giorni."
Intanto Destresya si era messa a girare per la casa.
Era molto grande, articolata su 3 piani, con ampio giardino, garage e persino una serra, sebbene poco curata per mancanza di inquilini.
Era spaziosa, ben arredata ma avvolta da un vago silenzio interrotto solo dagli scricchiolii, essendo una struttura abbastanza vecchia.
Ad un tratto una strana sensazione la prese.
Destresya avvertiva all'improvviso un senso di angoscia, di ansia, come se qualcuno la stesse osservando.
In quel momento una porta si aprì.
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[Lady Gwen]

"È quello che temevo, l'ho pensato anch'io, anche se al momento insiste ancora sulle sue idee..." commentai.
"A questo proposito, ho notato qualcosa, quando l'ho vista. Ho visto come un'ombra accanto a lei, che poi però è svanita. Ho cercato di indagare un po', ma lei afferma di essere tranquilla, felice e probabilmente non si è accorta di nulla. Non ho ancora capito cosa potrebbe essere..." dissi, con tono perplesso.

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[Destresya]

La casa era davvero bellissima e immensa, decisamente la più grande in cui avessi mai abitato.
Non che io avessi bisogno di tutto quello spazio, ma il prezzo era quello di un monolocale, tanto valeva vivere da regina, no?
Mi misi a girovagare, cercando di immaginare come poter sistemare le mie cose nelle varie stanze, volevo godermela il più possibile e non ridurmi a usare solo due stanze, altrimenti tanto valeva!
Però c'era qualcosa di strano, una strana angoscia che iniziò a pervadermi ovunque.
Come se ci fosse qualcosa che mi osservava.
Probabilmente mi stavo suggestionando perchè il mio inconscio stava immaginando una bellissima scena da mettere in un libro.
Poi però sentii distintamente una porta che si apriva e sobbalzai! Immediatamente mi venne da ridere, ricordando con che aggettivi poco lusinghieri avevo descritto la povera Kate che aveva fatto la stessa cosa in un mio romanzo di qualche anno prima.
Ad ogni modo, presi un bel respiro, e andai a vedere cosa fosse successo.
Probabilmente era il vento.
Sì, doveva essere il vento.

[Guisgard]

"Tu hai sempre avuto una certa sensibilità nell'avvertire delle pesenze, Gwen..." disse Clemia "... non hai percepito nulla quando eri con quella ragazza?"
Nello stesso momento Destresya era nella sua nuova casa in affitto, però con una strana inquietudine.
Controllò quella porta che si era aperta da sola, ma non c'era ovviamente nessuno.
Era stato probabilmente il vento.
"Non voglio... bzzzzzzzzzz..." ad un tratto la voce di un bambino "... non voglio dormire da solo... bbbzzzzzzzzzzzzzzzzzzz... loro sono qui... bzzzzzzz... bbbbbbbbbzzzzzzzzzzzzzzzzzzz..."

[Lady Gwen]

"No, non dopo che è svanita. Insomma, dubito di averla immaginata, era lì e l'ho vista immediatamente. E non vorrei che avesse "portato" qualcosa qui, da noi. L'idea non mi piace affatto..." Scuotendo la testa con convinzione.

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[Guisgard]

"Se quella ragazza fosse posseduta o perseguitata da un'entità spirituale" disse Clemia a Gwen "tu di certo l'avresti percepita. Sei sempre stata sensibile a presenze di questo genere, come tua nonna, Gwen. Non credi?"

[Lady Gwen]

Riflettei su ciò che mi disse e non aveva del tutto torto.
"Non lo so, è probabile, la terrò d'occhio..." risposi "Non ci sto molto con la testa, ultimamente..." mormorai poi, passando la mano fra i capelli.

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[Guisgard]

"Gwen..." disse Clemia "... cos'hai? Cosa ti sta succedendo?"
In quel momento squillò il cellulare della ragazza.
Era suo marito Herbert.

[Lady Gwen]

Da dove dovevo cominciare a rispondere?
Era tutto talmente complicato e difficile...
Tuttavia, lei mi era stata accanto sempre, in tutti questi anni.
Prima che potessi rispondere, il mio cellulare squillò ed era mio marito.
"Herbert?" dissi, rispondendo al telefono.
Maledettamente puntuale, dato che ogni singolo problema che avvertivo nella mia vita era legato a lui.

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[Guisgard]

"Ciao, Gwen..." disse Herbert al telefono "... oggi riesco a fare pausa per l'ora di pranzo... ti va di mangiare insieme?"

[Lady Gwen]

"Ma sì, certo... Arrivo da te più tardi... Possiamo andare al nostro solito posto..." proposi.
Avevo un po' di tempo fino all'ora di pranzo per scambiare qualche parola con Clemia, al momento ne avevo bisogno, ma non mi andava comunque di lasciare solo Herbert.

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[Guisgard]

"Bene, allora ci vediamo lì, al solito posto, Gwen." Disse Herbert, per poi staccare.
Ora poteva parlare con Clemia tranquillamente.

[Lady Gwen]

"A dopo..." staccai la telefonata e riposi il cellulare in borsa, libera di parlare con Clemia.
Mi presi il mio tempo prima di iniziare, facendo scorrere le dita fra i capelli ramati.
"È tutto così teso, ultimamente... Siamo sempre così distanti, così lontani e quelle poche volte che siamo insieme, le passiamo a discutere, a litigare... È come se non ci fosse più nulla ad unirci, come se non avessimo alcun motivo per stare insieme..." mormorai, interrompendomi poi.

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[Guisgard]

"L'Amore ha il compito di farci stare bene, Gwen." Disse Clemia. "Forse tu e tuo marito dovreste riflettere su questo. Andare avanti ed essere infelici potrebbe non essere la soluzione più giusta, non credi?"

[Destresya]

Non c'era nessuno, ovviamente.
Lo dicevo io che doveva essere stato il vento, che altro?
Una scrittrice di thriller uccisa da un serial killer, sarebbe troppo scontato, andiamo!
Però è un'idea per un futuro romanzo, devo proporlo all'editore!
Ma poi quella voce, quella voce mi gelò il sangue!
Se era uno scherzo, non era divertente.
Un bambino???
Non c'era nessun bambino in casa!!!
Dovevo essere impazzita!!!!
Restai per un momento completamente paralizzata dalla paura, lì, in mezzo alla stanza.
Dovevo essermelo immaginato.
Sì, doveva essere così.

[Lady Gwen]

Le parole di Clemia erano del tutto vere, ma era quella verità che si cercava sempre di nascondere.
Per paura, per poco coraggio.
Annuii appena.
"Lo so..." mormorai "Forse entrambi ci speriamo ancora che le cose possano cambiare, forse più Herbert di me, in realtà..." ammisi.
"Ammetto di aver evitato la questione, ultimamente, ma so che prima o poi ne parleremo..."

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[Guisgard]

"E' evidente che non ami più tuo marito, Gwen." Disse Clemia. "Inutile trascinarvi questo matrimonio finito."
Nello stesso istante Destresya era nella casa che aveva affittato.
"Non voglio, ho paura... bzzzzzz... bbbbzzzzzzz..." ancora la voce del bambino "... loro sono qui... bzzzzzzzzzzzzzzzz... li sento... bzzzzzz..." proveniva dal pianterreno.

[Lady Gwen]

Quelle parole semplici ma incisive furono il colpo finale da incassare.
Non potevo darle torto su nulla, anche se non capivo come si potesse smettere di amare qualcuno, forse perchè non lo si era mai amato davvero, fin dall'inizio.
"Sì, hai ragione..." mormorai "Probabilmente, è meglio che gliene parli oggi..." convenni poi.

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[Guisgard]

"si, ragazza mia." Disse annuendo Clemia. "E' meglio per entrambi, credimi."
Ad un tratto da fuori si udì un furgoncino che attraversava le strade cittadine.
"Venghino, signore e signori!" Dal megafono del furgoncino. "E' giunto in città il più grande illusionista del mondo! Venghino, signore e signori! Il Favoloso Mago Elv è giunto in città!"

[Lady Gwen]

"Lo spero... Non penso di poter andare avanti così..." sospirando stancamente.
Poi, quasi sussultai sentendo la voce di un furgoncino fuori.
Parlava di un certo mago Elv, che sembrava fosse un illusionista.
"Ma chi è ora?" borbottai un po'contrariata, per la discussione appena avvenuta.
A quel punto, curiosa, uscii fuori per vedere chi fosse.

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[Destresya]

Presi un profondo respiro.
La voce c'era ancora, era la voce di un bambino e veniva dal piano di sotto.
Benissimo, adesso mi sarei mossa dalla mia paralisi e sarei andata a controllare, da brava.
Magari era un bimbo che era venuto qui a giocare.
Un nuovo bellissimo gioco che si chiama "spaventa a morte la nuova vicina", scommetto che va super di moda tra i teppistelli.
Così, pian pianino, scesi al pianterreno per andare a vedere che cosa stesse succedendo.

[Guisgard]

Gwen si affacciò e vide un furgoncino bianco, pieno di immagini e luci, mentre il megafono continuava a pubblicizzare le qualità del sedicente mago Elv.
"Il solito illusionista." Disse Clemia. "Solitamente arrivano durante qualche festa o sagra, ma questo invece si vede vuol far soldi per le Feste Natalizie." Con vago disprezzo la donna.
In quel momento, nella casa in campagna affittata da Destresya, l'atmosfera non era delle più tranquille.
La scrittrice si fece coraggio e scese al pianterreno per capire chi fosse il bambino.
"Bzzzzzzzzz... bzzzzzzzzzzzzzzz... bzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz..." si sentivano ora solo questi strani rumori.
Si accorse allora che la tv era stranamente accesa e trasmettevano un film dell'orrore, dove un bambino chiedeva aiuto.
https://i.imgur.com/8txpILO.gif

[Lady Gwen]

Il pulmino era, come dire... Appariscente?
No, non rendeva l'idea abbastanza.
"Bah..." dissi con perplessità, al commento sensato di Clemia.
"Beh ad ogni modo, devo andare, ho appuntamento con Herbert... Sperando non sia un completo disastro..." scuotendo la testa.
Salutai allora la donna e andai via sospirando.

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[Guisgard]

"Mi raccomando, sii decisa." Disse Clemia a Gwen.
La ragazza così lasciò l'edificio, mentre sulla strada il furgoncino del sedicente mago andava via.
Dopo circa un quarto d'ora Gwen arrivò al locale in cui spesso aveva pranzato con Herbert.
Lui si presentò 5 minuti dopo, avendo scroccato un passaggio dal sindaco.
"Eccoti." Herbert sedendosi al tavolo con sua moglie. "Devo dire di avere parecchia fame oggi..." prendendo il menù "... tu hai già scelto?"

[Lady Gwen]

Sì, dovevo essere decisa, certo, come se fosse stato facile...
Arrivai al ristorante circa un quarto d'ora dopo ed Herbert arrivò poco dopo.
Lo salutai accennando un sorriso e mi sentii ancora peggio.
Sentivo che dovevo farlo, ma non sarebbe stato semplice.
"Non ancora..." mormorai.

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[Guisgard]

"Bene, allora mgari possiamo prendere 2 cose diverse e poi dividercele, come facevamo un tempo..." disse Herbert a Gwen "... ti va?" Sfogliando il menù.

[Lady Gwen]

"Io prenderò un'insalata..." risposi solo "Non ho molta fame oggi..."
Sembrava stupido fare un discorso simile per i piatti di un pranzo, ma non potevo avvicinarmi se avevo intenzione di dirgli che, per quel che mi riguardava, il nostro matrimonio finiva qui.
"In realtà, credo che dovremmo parlare" aggiunsi poi, con tono piatto.

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[Guisgard]

"Un'insalata..." disse Herbert "... non dirmi sei a dieta... io ti trovo perfetta..." poi lei che confidò di voler parlare "... parlare di cosa?" Fissando Gwen.

[Lady Gwen]

Sospirai appena mettendo via il menù.
Non sapevo cosa dire, o meglio come dirlo, da dove cominciare.
Ma dovevo, non potevamo andare avanti in questo modo.
Passai stancamente la mano fra i capelli e respirai a fondo, lo stomaco chiuso in una morsa che faceva male, troppo male, come tutta quella situazione.
"Non penso ci sia un modo giusto, né tantomeno sbagliato di dirlo, ma la realtà è che le cose non sono più come prima" iniziai e non mi sentii meglio, anzi, forse pure peggio.
"È come se non ci fosse più nulla ad unirci, a legarci. Qualcosa che ci dia la ragione per stare ancora uno accanto all'altro giorno per giorno..." lo guardai, spostai lo sguardo altrove in un sospiro, poi guardi di nuovo Herbert scuotendo la testa.
"Potremmo provarci a continuare come se nulla fosse successo, ogni singolo giorno. A chiedere scusa dopo che continuiamo a litigare ogni volta, ma cosa resta?" chiesi, incerta se ciò presupponesse una risposta.

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[Guisgard]

Lui ascoltò Gwen fissandola negli occhi.
"Quindi..." disse infine "... vuoi lasciarmi? E' questo che mi stai dicendo? Vogliamo buttare via tutto così? Davvero, Gen?"

[Destresya]

Allora, ringraziamo che era del propietario, che mi aveva permesso di non dovermela comprare di tasca mia, ma altrimenti avrei sicuramente tirato contro la tv qualcosa e l'avrei mandata in frantumi.
Non sapevo esattamente che pensare, decisamente!
Ma che diavolo??????
Possibile che mi fossi così suggestionata da credere che potesse esserci un fantasma in casa?
Ammettilo, Des, ci hai pensato, non è vero?
Forse un pochino, ma andiamo, io scrivo roba truculenta, di solito quando si sento dei rumori c'è un assassino con un'ascia non un fantasma.
E se sembra un fantasma... non lo è!
Però il mistero restava, chi aveva acceso la tv? Io no, ne ero sicurissima.
E quello strano suono, quel sibilo, da dove veniva.
Spensi immediatamente la tv che mi dava i brividi per capire se il suono provenisse dal film o se invece ci fosse altro.
Ma prima di farlo, scattai al bambino inquietantissimo della tv una foto, giusto per essere sicura di non essermelo immaginata.
E poi così potevo risalire al film.

[Lady Gwen]

Sospirai con svilimento.
Non capivo se quel peso dentro di me si affievolisse o aumentasse, di sicuro stavo male come mi aspettavo, mi sentivo scombussolata, sottosopra, quel dolore allo stomaco era così forte da provocarmi quasi un vago senso di nausea e non mi sarei potuta sentire peggio.
"Lo faccio per entrambi, Herbert" risposi "Tu pensi di poter essere felice con me, ma non è così. Ed io voglio che tu lo sia" dissi con onestà, guardandolo.
"Cosa penseresti se io accettassi di andare avanti come se niente fosse e ti impedissi di essere felice come meriti, quando invece vorrei fare tutt'altro?" gli chiesi, ancor più onestamente.

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[Guisgard]

Destrsya scattò una foto al film e poi spense la tv.
Tutti i rumori e la voce cessarono di colpo, confermando che ciò che Destresya aveva sentito proveniva dalla televisione.
Ovviamente la foto era ben visbile sul suo cellulare.
Nel frattempo Gwen era con Herbert.
"Dimmi la verità..." disse fissandola "... c'è qualcun altro? Dimmelo."

[Lady Gwen]

"No" dissi subito "Non c'è nessun altro. Solo il semplice fatto che non possiamo più renderci felici a vicenda ed è inutile sforzarsi di pensare il contrario, rischiamo solo di rovinarci giorno dopo giorno e non è giusto. Né per te né per me" aggiunsi, guardandolo, stavolta con intenzione più ferma.

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[Guisgard]

"Dillo che è una tua idea." Disse lui a Gwen. "Dillo che non riesci ad essere felice con me. Ma senza coinvolgermi, senza parlare al plurale. Sei mia moglie e ti amo e solo standoti vicino, non mi interessa come, io posso essere felice. Quindi se tu non lo sei parla per te sola." Alzandosi. "Vuoi il divorzio? E' questo che vuoi, vero? Bene, lo avrai. Ma non parlare più al plurale. Non sai cosa voglio io. Perchè ho già tutto ciò che desidero e volevo battermi per difenderlo. Per te. Per averti vicina." Lasciò dei soldi sul tavolo ed andò via.

[Destresya]

Una volta spenta la tv, tutto tornò alla normalità, facendomi sentire ancora più pazza. No dico, veramente pazza.
Ma sul serio avevo creduto potesse esserci.. qualocosa?
Avevo bisogno d'aria.
Decisamente.
Mi misi il cellulare in tasca e uscii immediatamente di casa, andandomi a sedere sul dondolo del porticato.
Chissà, magari era un segno per dirmi che invece del mio progetto avrei fatto meglio a passare dal thriller all'horror?
Inspirai a pieni polmoni l'aria frizzantina che si respirava in quel posto, era così rilassante.

[Lady Gwen]

Lo ascoltai senza interromperlo, non che potessi farlo e sentendo distintamente ciò che diceva.
Davvero riteneva che io dovessi accettare semplicemente la sua felicità, pur se minava la mia?
Era davvero questo che pensava?
Lo guardai andare via senza controbattere, mentre lasciava i soldi sul tavolo e andava via.
Rimasi come incantata a lungo, senza muovermi, quasi senza respirare.
Poi, dopo un tempo che mi parve infinito, lasciai il ristorante ed andai via in macchina, senza nemmeno sapere dove andavo, distrutta sotto ogni aspetto.

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[Guisgard]

Destresya uscì dalla casa per stare un pò all'aria aperta.
Vide allora di nuovo Roan, impegnato nel suo studio del clima e del territorio.
Intanto Gwen era andata via dal locale, in auto, senza sapere bene dove andare ora.
Ad un tratto vide parcheggiato il furgoncino del mago Elv.

[Lady Gwen]

Continuai a guidare senza meta, con la testa altrove e l'attenzione indispensabile per non combinare casini per strada, quando in realtà pensavo ad altro.
Pensavo a tutto quello che c'era appena stato con Herbert, a come quel paio di anni insieme si fossero totalmente sgretolati, ora che non vi era più alcun legante fra noi.
Pensavo all'egoismo mostrato sa lui, che pretendeva di avermi vicina per la sua arroganza, fregandosene se ciò mi faceva star male e probabilmente era un bene che fosse finita.
Fu solo perchè era davvero impossibile non vederlo per strada, ché notai il furgoncino di quel fantomatico Elv, mentre ci passavo accanto con la macchina.
Di certo, ora avrei voluto almeno un centesimo del suo ottimismo, viste le condizioni in cui stavo.

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[Destresya]

L'aria era davvero bella frizzante e legera, capace di dissipare tutti i pensieri cupi che mi stavano attanagliando in quel momento.
Vidi ancora Roan che studiava il territorio davanti a casa mia.
Che strano mestiere doveva essere il suo.
Però affascinante... il mestiere, dico!
Mi scappò un sorrisetto divertito.
Allora decisi di avvicinarmi un po' a lui.
"Cosa ne dice di fare una pausa? Posso offrirle un caffè?" gli dissi, gentilmente.

[Guisgard]

Gwen notò ancora il pittoresco furgoncino di quel mago.
Era perlopiù bianco, pieno di adesivi e disegni, vari gadget e un grosso megafono in cui si annunciavano le brillanti esibizioni del favoloso Elv.
La sua prima esibizione si sarebbe tenuta nel teatro comunale.
Nel frattempo, dopo aver trovato la TV accesa e presasi un bello spavento, Destresya era uscita all'aria aperta.
Oggi, dopo giorni di nuvole e pioggia era finalmente spuntato il Sole.
La natura intorno al cottage era verdeggiante e rigogliosa, con l'aria limpida che rendeva i monti vicini in tutta la loro selvaggia bellzza.
"Grazie." Disse sorridendo Roan. "Un caffè mi andrebbe proprio, signora!" A Destresya.

[Lady Gwen]

Sembrava davvero uno di quei furgoncini che andavano in giro a sponsorizzare l'arrivo del circo con tanto di manifesti, adesivi e perfino un megafono.
C'era scritto che il suo spettacolo si sarebbe tenuto nel teatro comunale.
Non sapevo se fossi in vena di partecipare a simili eventi e non solo perchè sembrava tutto una fantasia di un megalomane, ma perchè oggettivamente non ero affatto dell'umore giusto per farlo.
Tuttavia, una parte di me pensava di aver bisogno di una distrazione, per non pensare, per non sentire e forse questa poteva davvero rappresentare l'occasione giusta.

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[Guisgard]

Mentre Gwen si interrogava sul da farsi, per capire se le fosse stato d'aiuto andare o meno a quello spettacolo, ad un tratto si udì la sirena giungere sulla strada.
La ragazza riconobbe subito l'auto dello sceriffo, al cui volante c'era Paul, il vice di Herbert.
E sembrava avere molta fretta.

[Lady Gwen]

Stavo ancora pensando se assistere o meno a quello spettacolo, quando una macchina della polizia mi sfrecciò accanto.
C'era Paul al volante, il vice di Herbert e sembrava che stesse letteralmente correndo, con tanto di sirena.
Già tesa e preoccupata di mio, deciso di seguirlo, certa che ormai non sarei stata tranquilla se non avessi capito cosa stava succedendo.

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[Guisgard]

Gwen decise di seguire l'auto dello sceriffo.
Scoprì così che era diretta ad uno degli edifici poco fuori dal centro cittadino.
Qui viveva la famiglia di un noto architetto, il cui figlio frequentava la stessa classe del giovane che si era suicidato davanti agli occhi di Herbert.
Da alcuni vicini accorsi a controllare, Gwen scoprì che il ragazzo, di nome Fash, era scomparso da diverse ore senza lasciare tracce.

[Lady Gwen]

Seguii la macchina e vidi che si dirigeva ai palazzi che sorgevano nella zona periferica di Bellion.
Scoprii che un ragazzo, Fash, era sparito da alcune ore ed era una curiosa coincidenza, subito dopo la morte dell'altro ragazzo che risaliva solo a ieri.
Era davvero strano.
Possibile che fossero stati vittime del medesimo atto di bullismo?
Veramente troppo per essere un normale caso.
Ciò mi riportò alla mente la discussione che avevo avuto in quel momento con Herbert dopo che elio era tornato e sentii nuovamente quell'odioso nodo allo stomaco ripresentarsi per tormentarmi.

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[Guisgard]

Gwen era davanti all'abitazione di Fash, insieme a molti altri vicini accorsi dopo l'arrivo del vice sceriffo Paul.
Dopo circa una mezz'ora la ragazza vide uscire Paul dalla casa.

[Lady Gwen]

Ero ancora fuori da casa del ragazzo, insieme ai vicini e ascoltavo ancora il chiacchiericcio dei presenti, quando vidi uscire Paul e gli andai incontro.
"Hey..." accennando un debole sorriso "Ho sentito di quel ragazzo... Pensi sia collegato alla morte dell'altro ragazzo?"

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[Guisgard]

"Ciao, Gwen." Disse Paul. "Non lo so... di certo è come minimo curioso che sia scomparso dopo il suicidio di Mac. Forse Fash si è sentito in colpa essendo stato lui a guidare i bulli contro il povero Mac. Cercherò in città sperando di trovarlo, altrimenti con Herbert decideremo di fare qualche controllo nelle campagne e magari anche nel bosco." Pensieroso.

[Destresya]

Dovevo ammetterlo, abitare in mezzo alla natura così sperduta era davvero rilassante, nessun pensiero, nessun rumore.
Bambini inquietanti che spuntano dalla tv... dettagli!
Sorrisi a Roan.
"Lo immaginavo, ci vuole una pausa!" facendogli cenno di avvicinarsi.
"Venga pure, glielo preparo, così mi racconterà di questo suo lavoro così interessante...".

[Lady Gwen]

"Così è ancora peggio di quanto si pensasse..." sospirando e scuotendo la testa.."Beh, spero vivace lo troviate... Sarebbe un dramma perdere anche lui..." con tono affranto.
"Ti lascio al tuo lavoro, allora... Buona giornata..." col sorriso di poco prima.

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[Guisgard]

"Certamente." Disse sorridendo Roan.
Così entrò in casa con Destresya, che gli offrì un buon caffè.
"In verità" disse lui parlando del suo lavoro "sto svolgendo delle ricerche, come detto, per l'istituto Metereologico. Studiando il territorio è possibile capire come nel corso dei secoli e poi dei millenni il clima sia cambiato in queste regioni." Rise. "Ammetto che non è il massimo dell'eccitazione ascoltare questo genere di discorsi, ma è il mio lavoro e quindi faccia finta che sia interessante." Sarcastico.
Intanto Gwen era con Paul.
"Si, speramo." annuì lui, per poi salutarla ed andare via.
La scomparsa di Fash, dopo il suicido di Mac, gettò l'intera cittadina nell'angoscia e nella paura.
Le ricerche riguardarono l'intera Bellion e poi si spostarono anche nelle campagne e nel bosco, senza tuttavia alcun risultato.
Fash era svanito nel nulla.

[Lady Gwen]

Andai via da lì, ma l'intera Bellion era già stata gettata nel più totale sconforto, Fash era sparito nel nulla ed io sentivo come un ulteriore peso aggiungersi sulle mie spalle, come se non avessi già avuto i miei problemi.
Una volta tornata in città in macchina, avevo subito percepito questo clima pesante, greve ed era davvero insostenibile.

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[Guisgard]

Tornata a casa Gwen notò qualcuno davanti al portico d'ingresso.
Era un tipo dall'aspetto comune, ma vestito con un'unifrme da circo.

[Destresya]

Feci accomodare Roan nella grande cucina, dove mi misi a preparare un buon caffè e ascoltai i suoi racconti.
"Oh invece sembra molto interessante, certo, ci capisco molto poco è vero, ma non mi sembra affatto noioso.." divertita "Soprattutto se si parla dei posti dietro casa mia, la cosa si fa ancora più appassionante, non crede?".
La caffettiera iniziò a borbottare e versai due tazze di caffè che servii accompagnate da dei biscotti che avevo portato in casa la sera prima.
"Non ho moltissimo in casa, devo ancora fare una spesa come si deve!" sorrisi.

[Lady Gwen]

Avevo pensato a lungo sul passo successivo da compiere ed era stato uno.
Andare a casa e prendere un paio di cose da portare, per andare poi alla villa.
Avevo bisogno di stare lontana da casa mia, da Herbert e da tutto.
Inoltre, avrei potuto controllare meglio Henty standole accanto.
Arrivata a casa, vidi che c'era un tipo vestito in modo strano.
Allora parcheggiai e lo raggiunsi.
"Mi scusi. Buongiorno, le serve qualcosa?"

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[Guisgard]

"Non si preoccupi, un caffè è più che sufficiente, signora." Disse Roan a Destresya. "Ma mi dica di lei... se ho ben capito è nuova di qui, vero? come mai è venuta a Bellion? Per lavoro? Se posso chiedere..."
Nello stesso istante Gwen era giunta a casa.
"Si, sto distribuendo volantini per lo spettacolo del Mago Elv." Il tipo a lei. "Io sono Garo, assistente del mago."

[Lady Gwen]

"Ah..." annuii, prendendo i volantini "Sì, ho visto che il vostro spettacolo sarà al teatro comunale..." commentai.
Questa cosa continuava a capitarmi davanti agli occhi, che fosse un segno?
Beh, poteva non essere del tutto male e avrei potuto pure dargli una chance, non ci sarebbe stato nulla di male.

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[Destresya]

"Sì, per lavoro, diciamo così, sono una scrittrice e mi serviva un nuovo scenario per iniziare un nuovo libro..." sorrisi, guardandomi attorno "questa casa è davvero più di quanto desiderassi, ma era un affare ed era perfetta per stare in tranquilità a scrivere, così, eccomi qui, sperando che l'ispirazione non tardi ad arrivare!" ridacchiai, sorseggiando il mio caffè.

[Guisgard]

"Grazie e buona giornata." Disse Garo a Gwen, per poi andare via.
Intanto Destresya era con Roan.
"Beh, ha scelto il posto adatto." Lui a lei. "Questa regione infatti è molto particolare. C'è stata una scoperta che ancora oggi si contendono da un lato i geologi e dall'altro gli archeologi, sa?"

[Destresya]

A quelle parole di Roan mi illuminai.
"Davvero?" incuriosita "No, non ne so niente, di cosa si tratta?".

[Lady Gwen]

"Anche a lei..." risposi educatamente.
E trai allora dentro e dopo un sospiro iniziai a sistemare le mie cose.
Mi sembrava una cosa surreale, anni fa non avrei creduto che potesse essere possibile una simile circostanza, ma a quanto pareva nessuno di noi aveva il potere di prevedere ciò che sarebbe successo, proprio nessuno e non sapevo se ciò fosse un bene o un male.

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[Guisgard]

Gwen restò così da sola tutto il pomeriggio.
Herbert tardò ad arrivare e prima de tramonto passò di nuovo il furgoncino del mago, annunciando lo spettacolo per il giorno seguente.
Intanto Destresya era con Roan.
"Si, qualce mese, poco lontano da qui, è stata fatta una scoperta. Secondo il team di archeologi che l'ha scoperta si tratterebbe di una piramide, tutta ricoperta dalla vegetazione. Se così fosse sarebbe sensazionale, visto che qui nn c'è traccia di nessuna civiltà capace di erigere una cosa simile. Se si trattasse di una piramide allora la datazione sarebbe molto più antica di quelle egiziane. Ma i geologi hanno smontato tale ipotesi, affermando che è solo una montagna."

[Lady Gwen]

Fu un bene che passai da sola tutto il pomeriggio, senza Herbert.
Ebbi modo di ripensare a freddo a tutto quello che ci eravamo detti, al fatto che fosse stato più arrogante ed egoista di quanto pensassi e che forse non era un male che avessi preso questa decisione.
Col senno di poi, non volevo rinunciare alla mia felicità solo per quell'egoismo che lo portava a voler tenere la gente avvinta a sè, senza preoccuparsi di ciò che io sentivo, nonostante volesse fare credere il contrario.
Il pomeriggio era passato più in fretta di quanto sembrasse, avevo sistemato tutto il necessario ed ero pronta ad andare alla villa.
Sentii nuovamente passare il furgoncino del mago e stava davvero diventando una persecuzione.
Lo spettacolo era fissato per il giorno dopo ed ormai ero a metà fra la curiosità e l'insofferenza.

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[Destresya]

Lo ascoltavo decisamente affascinata.
"Davvero??? Ma è una scoperta incredibile, in entrambi i casi!" esclamai.
"Ed è vicina? Voglio dire, potrei andarla a vedere io stessa???" interessata "Oh sarebbe sicuramente un elemento interessantissimo da mettere in un libro, lei non crede??".

[Guisgard]

Mentre pensieri di ogni genere angosciavano Gwen ad un tratto il rumore dell'auto di Herbert la destò da tutto.
un minuto dopo lui entrò in casa.
"Ciao." Disse soltanto. "Stasera non ho fame, farò una doccia e poi andrò a letto." Guardandola. "Ah, domattina prenderò le mie cose ed andò in albergo, così non mi avrai intorno." onostante la casa fosse di sua proprietà. "Ti auguro una serena notte." E andò a farsi la doccia.
Nel frattempo Destresya era con Roan.
"Beh, ormai sta facendo buio." Lui a lei. "Meglio domattina e se vuole la potrò accompagnare, visto devo andarci anche io."

[Lady Gwen]

Dopo un po', in serata, Herbert arrivò e non mi diede nemmeno il tempo di parlare che subito andò a fare la doccia.
Sospirai avvilita per la pesantezza di quella situazione.
Allora entrai in bagno per rispondere, visto che non me ne aveva dato modo.
"Io vado via stasera, alla villa di mia madre, ho già preparato le mie cose, ero qui apposta" gli dissi, attraverso la tenda della doccia "La situazione è quella che è, ma non voglio che tu vada in albergo, quando puoi rimanere a casa tua" aggiunsi poi, stretta nelle spalle e le braccia incrociate al petto.

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