I racconti del Bianco e del nero

[Altea]

Osservai ogni suo movimento, lento...forse ora più malinconico, quindi pure lui era mutevole.
Rimasi in silenzio alle sue parole, quasi incredula "Eppure si dice i tuoi antenati hanno tentato di sfidarla ma forse invano...e tu rischieresti tanto per me?Ne sono lusingata ma pure intimorita" scrollai quel pensiero dalla testa.
"Entriamo...vuoi...andiamo nella tua cabina o nella mia? Sai io amo lo stile orientale, sa anche di piratesco, e tu...tu...sembri abbia preso dalla tua stirpe questa indole romantica. A mio avviso, tu mostri spavalderia ma vi è qualcosa di malinconico pure in te" toccando la sua mano "Andiamo a trovare un rifugio da tutti" sorridendogli e guardandolo..."Ma bada io odio i dongiovanni, potrei prenderti a ceffoni se ci provi con me come con una qualsiasi donnetta del popolo" lo avevo detto? Si lo avevo detto ma il concetto era chiaro...pure della Corte ma era fuori luogo dirlo in quel posto.

[Guisgard]

Gwen si addormentò anche lei e la notte trascorse senza sogni o problemi.
Al mattino un vaga foschia, umida e lenta, saliva dalle scogliere concave che circondavano la baia dell'isola, avvolgendo quello scenario tropicale.
La ragazza fu svegliata da altre urla, sempre più strazianti, che giungevano dai canneti.
Elv però non era nella sua brandina.

[Guisgard]

Milo guardò Altea negli occhi, qusi sorpreso.
Anche lui, sempre sicuro di sè, non si aspettava quell'invito.
"Io non ti tratterei mai come le altre..." disse, per poi prendere la mano di lei.
Percorsero un tratto del ponte, fino a raggiungere le scalette che scendevano dove c'erano le cabine.
"Vieni, andremo nella mia..." e la portò nella sua cabina "... faccio portare da bere? Di cosa hai voglia?" Fissandola.

[Lady Gwen]

Dormii serenamente tutta la notte, ma al mattino fui svegliata dalle solite urla strazianti.
Ogni volta era sempre peggio, non riuscivo a sostenerla questa cosa.
Notai che Elv non c'era.
Mi alzai allora ed uscii dal capanno, notando che tutto era avvolto dalla foschia, l'umidità rendeva l'aria satura di acqua, sembrava che più che respirarla si dovesse berla.

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[Altea]

Afferrai la mano di Milo e lo seguii e raggiungemmo la sua cabina.
"Cosa vorrei da bere?Immagino tu penserai del tè caldo...no, vorrei un buon vino d' annata, meglio se accompagnato da un dolce".
Guardai la stanza, finalmente un pò di tranquillità, vi era troppo chiasso tra la troupe e io detestavo il rumore.
"Posso farti una domanda indiscreta?Sempre tu voglia rispondere...tutti parlano di tuo padre" dirlo ancora mi scioccava "Ma tua madre chi era?"...oh si, volevo proprio sapere chi era la donna che aveva concepito il figlio di Guisgard.
Mi avvicinai a lui con fare intimo, mi trovavo a mio agio con Milo, a volte le apparenze ingannavano.

[Destresya]

Guardai i due uomini, ma visto che Roan non aveva spiccicato parola, non mi offrii di farmi accompagnare.
Se c'era una cosa che mi indisponeva erano le persone così.
"Con permesso!" dissi solo e me ne andai nella mia cabina.
Ci voleva un bel caffè, prima che mi svegliassi chissà quando e dopo chissà quale incubo.
Così, aprii il mio portatile e mi misi a dare una ripassata alle mie ricerche, alle testimonianze, così da poter affrontare a mente lucida quello che stava accadendo.
Non perchè non mi ricordassi quelle cose che avevo non solo scritto io ma riletto cento volte, ma perchè farlo mi dava sicurezza, mi permetteva di immergermi in un mondo che era solo mio.
Presi la tavoletta dei Geniti che custodivo gelosamente in una borsa perchè non si sgualcisse e la osservai per l'ennesima volta, accarezzandola.
"Forse ci siamo..." mormorai al manufatto, l'unico probabilmente in grado di capirmi davvero "Sto arrivando!".
Avevo il cuore che batteva a mille, dovevo concentrarmi solo su quello, tutto il resto non aveva importanza, i miei timori, le mie antipatie, contava solo che finalmente avrei potuto scendere laggiù e dimostrare al mondo che i Geniti esistevano davvero, che l'isola di Genito non era solo una follia strampalata di una professoressa con troppa immaginazione, come aveva detto qualcuno commentando le mie ricerche.
Eravamo lì e ce la stavamo facendo davvero.

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[Guisgard]

Gwen uscì dal capanno e fu avvolta dall'umidità di quel luogo.
Non vide Elv ma notò delle orme sul terreno reso molle dall'umidità.
Le orme dal capanno si addentravano nella foresta.

[Guisgard]

Milo annuì ad Altea e poi prese il telefono interno della cabina, con il quale chiamò il bar a bordo per ordinare una bottiglia del miglior vino che c'era sul panfilo.
Poi guardò la dama giunta dal passato negli occhi.
"Non so..." disse voltandosi verso l'oblò, dal quale si intravedeva un cielo rso più cubo dalle nuvole scure "... mio padre non ne parlava mai... credo fosse una storia complicata... si erano conosciuti da poco e si separarono presto... nessuno in famiglia penso l'abbia mai conosciuta, fino ad ora..." con tono basso.

[Lady Gwen]

Non vidi Elv, ma c'erano delle orme che portavano nella vegetazione.
Ricordai l'avvertimento di Ludwig, di non addentrarsi in certe zone dell'isola.
Seguii le orme per un po'.
"Elv" lo chiamai, un paio di volte, al limitare della foresta.

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[Guisgard]

I pensieri di Destresya furono interrotti da qualcuno che bussava alla porta della sua cabina.
"Professoressa, siamo arrivati..." disse da fuori Roan.
Infatti l'Ipazia era giunta a circa 30° di latitudine da Capo Miseus, la punta più occidentale del Mar delle Flegee, dove secondo i miti sorgeva un tempo l'isola dei Geniti, i primi civilizzatori di quelle acque.
Sul ponte tutto fu preparato per permettere l'immersione ai 2 sub, che sarebbero stati Destresya e Roan.

[Guisgard]

Gwen si addentrò appena nella foresta, chiamando Elv, ma nessuno rispose.
Tuttavia sentiva lo scroscio dell'acqua, come se ci fosse una cascata non lontana da lì.

[Destresya]

A quelle parole sussultai, strinsi la tavoletta e la rimisi a posto con cura.
Mi alzai e raggiunsi in fretta il ponte, dove trovai tutti ad aspettarci.
"Nervoso, signor rettore?" divertita a Roan mentre iniziavo a prepararmi per l'immersione.

[Altea]

Compresi di aver toccato un tasto dolente, e guardai il mare di un colore diverso, speravo proprio quelle nubi non portassero tempesta.
"Mi spiace averti turbato...in che senso fino ad ora, vuoi dire ora tua madre è uscita allo scoperto?" posai la mia mano sopra il dorso della sua mano, non volevo pettegolezzi ma davvero mi interessava la storia di Milo, d' altronde non doveva avere avuto una vita facile.

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[Guisgard]

Destresya arrivarono sul ponte e si prepararono.
Dopo diversi minuti si immersero in acqua.
Discesero diversi metri, arrivando quasi sul fondale ricoperto dalla fitta vegetazione marina.
Cercarono con l'aiuto di torce ad infrarossi, fino a quando la professoressa riuscì a scorgere qualcosa sul fondale.
Sembravano i resti di una struttura sommersa e consumata.
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[Guisgard]

"No, il contrario..." disse Milo ad Altea "... non credo che qualcuna l'abbia mai conosciuta... a parte mio padre." Stringendo la mano di lei.

[Altea]

Sentii la sua mano stringermi "Non ha importanza, mi auguro il loro breve amore sia stato intenso, d' altronde lui pure ha sfidato la Gioia dei Taddei e sei nato tu...hai mai visto la foto dei tuoi antenati? Guarda, ne ho una...questa è il Duca Guisgard de Taddei" tolsi il bracciale di perle e aprii il medaglione dove stava un ritratto di lui, per mostrare l' impressionante somiglianza, quasi fossero gemelli. Era giusto Milo avesse il suo posto, qualsiasi cosa fosse accaduto, ovunque io mi trovassi ora Milo era un erede...poi lo scrutai con fare malizioso "E tu quindi sfideresti la maledizione per me? E perchè mai? Cosa ti ha colpito di me, non sei tipo di Amore a prima vista".

[Destresya]

Non ebbi nessuna risposata dal rettore, anche se non ne comprendevo il motivo. La sua apatia era sempre più incomprensibile.
Mi regolai di conseguenza e restai in silenzio anche io mentre mi vestivo.
Poco dopo eravamo pronti per scendere nel fondale.
Mi inabissai, cercando di pensare solo ai Geniti e alla scoperta che stavo per fare.
Era da molto che non dirigevo uno scavo subacqueo, anche se quello certo era diverso da tutti gli altri.
Dopo un po' avvistammo una costruzione, e inizai a registrare il tutto, mentre osservavo più da vicino.
C'era davvero qualcosa.
C'era davvero!
Ma questo era niente, non era ancora sufficiente.
Così mi inabissai ancora di più per osservare meglio l'edificio in pietra.

[Lady Gwen]

Sbuffai quando non ricevetti alcuna risposta.
Sentivo lo scroscio dell'acqua e pensai di essere vicina al corso d'acqua a cui mi ero avvicinata ieri.
Sospirando, continuai a seguire quelle tracce nel terreno umido e l'acqua e mi inoltrai, mancando alla promessa fatta a Ludwig.

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[Guisgard]

Sotto uno strato di alghe, fra le rocce del fondale, emergevano blocchi di pietra consumati dal tempo ma con una forma vagamente regolare, segno che si trattava di opere artificiali e non naturali.
Destresya e Roan scesero ancor più in profondità, nuotando fra quelle pietre sommerse probabilmente da millenni sotto le acque salate.
E cercando la dottoressa notò qualcosa.
Una lapide che per metà emergeva dal fondale.

[Guisgard]

Gwen seguendo il rumore dello scroscio d'acqua si addentrò ancor più in quella foresta.
La vegetazione era gigantesca e sembrava avvolgere ogni cosa.
Fra i rami intrecciati di alberi dalle dimensioni colossali a stento filtrava la luce del Sole.
Frutti dalle dimensioni incredibili e dai colori vivissimi pendevano fra rampicanti fittissimi, dando alla vaga foschia riflessi policromi dagli effetti fantastici.
Gewen arrivò infine ad una sorta di laguna dove una cascatella si gettava da alcune rocce levigatissime.
Fra gli infiniti schizzi d'acqua ed il vapore generato dalla calura la ragazza notò una figura.
Era suo zio Elv, completamente nudo, che si lavava sotto quel getto fresco e rigenerante, massaggiandosi i muscoli resi asciutti e compatti dalla sua attività di cacciatore di squali.
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[Guisgard]

Milo guardò Altea negli occhi, senza però dire nulla a ciò che lei aveva detto.
Per tutta risposta le si avvicinò, accarezzandole il viso liscio, poi una ciocca di capelli chiari, spostandola e portandola sull'orecchio di lei.
I suoi occhi azzurri si fecero grandi, come il cielo o il mare, avvolgendo lo sguardo di Altea.
Un attimo dopo la dama sentì le calde labbra di lui sulle sue, che cominciarono a premere, ad assaporare e a succhiare.
Un bacio lento, dolce, inebriante.
Un contatto intimo delle loro bocche e delle loro lingue.

[Lady Gwen]

Mi immersi ancora una volta in quell'ambiente meraviglioso, fantastico, come un romanzo fantasy.
Toglieva davvero il fiato, ogni angolo di quella foresta riusciva a sorprendere, per diversità di frutti, piante e colori.
Lo scroscio dell'acqua si fece più vicino, lo seguii, fino ad arrivare dove intravidi Elv intento a fare il bagno.
Distolsi immediatamente lo sguardo, perchè mi sembrava tutto fuorché corretto, appoggiandomi ad un albero con la schiena.
"Potevi almeno avvisare, quando sei uscito stamattina" dissi, guardando altrove.

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[Guisgard]

Elv riconobbe la voce di Gwen e si voltò di scatto, cercando di vedere dove fosse, mentre il getto dell'acqua pioveva ovunque su di lui.
Infine la vide, appoggiata contro un albero, guardando altrove.
"Ehi..." disse portandosi i lunghi capelli bagnati dietro "... pensavo dormissi ancora..." restando nudo sotto la cascata.

[Lady Gwen]

"E invece eccomi qua..." con un tono ed un sorriso sarcastico.
"Ne hai per molto? Ludwig ha detto che è meglio non allontanarsi troppo dai capanni" dissi, con una certa urgenza.

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[Altea]

Silenzio che diceva più di mille parole, il contatto fisico dei nostri corpi e il mio sguardo che non si staccava dal suo con fare sicuro. Il cedimento accadde a quella carezza inaspettata sul mio viso diafano e candido, ancora fresco per la brezza marina ma che avvampo' per quel contatto, quel gesto che seguii con lo sguardo sui miei capelli.
I suoi occhi divennero cielo e mare, e naufraii..si..dolcemente in quell'azzurro mare quando la sua bocca avvinghio' la mia serrando le labbra in un bacio sincero e passionale. Mi abbandonai totalmente, posai delicatamente le mani sulle sue spalle assaporando quelle labbra come un frutto proibito. Poi serrai di più le labbra e quel bacio sembrava non voler finire ed era ciò che desideravo.

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[Guisgard]

"Magari il tuo amico ha la doccia in camera" disse sarcastico Elv a Gwen, continuando a lavarsi sotto la cascata "ma io no e avevo un bisogno matto di una doccia... se non ti piace star qui puoi torare al capanno ed aspettarmi lì..." guardandola.

[Guisgard]

Si baciarono a lungo, l'una fra le braccia dell'altro.
Quel contatto intimo e confidenziale, quel gioco di lingue che si rincorrevano che si cercavano e si scioglievano insieme.
Il panfilo procedeva sulle onde appena increspate, oscillando appena e cullando così Altea e Milo in quella reciproca carezza di labbra e sapori proibiti.
"Wow..." disse lui in un sospiro, appena le loro bocche si lasciarono "... siamo affondati e sono già perso negli abissi marini?" Sorridendo piano. "Hai un sapore meraviglioso..." mentre i loro occhi erano vicinissimi.

[Lady Gwen]

"Ma quanto sei spiritoso..." con sarcasmo.
Poi, mi disse che potevo andarmene se non volevo stare lì.
"Beh, conto sul tuo essere un avventuriero e cacciatore intrepido e tutte quelle cose lì, quindi cosa potrà mai succedermi, dico io..." con sempre maggior sarcasmo.

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[Altea]

Quel bacio non voleva finire perché noi non volevamo staccarci l'uno dall'altro. Un senso di protezione e calore mi pervase, una sensazione che da molto avevo cercato da un uomo.
Milo lentamente staccò le sue labbra.."Si" sottovoce "Sei affondato ma da buona sirena ti ho graziato e ti ho incantato col mio profumo" mentre le mie mani giocavano con le sue ciocche scure..."E tu..sai far sentire una donna protetta".baciando dolcemente le labbra.

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[Guisgard]

Milo si godette quell'altro, dolce bacio sulle labbra che gli lasciò Altea.
Prima però che lui potesse dire qualcosa, bussarono alla porta.
Lui fissò di nuovo la dama, poi sbuffò.
"Che seccatura..." disse sottovoce "... chi è?"
"Milo, vieni sul ponte..." il regista da fuori.
"E' così importante?" Il divo.
"Si, ti aspettiamo." Il regista.

[Guisgard]

"Se resti così lontana" disse vagamente divertito Elv continuando a lavarsi sotto quell'inebriante getto d'acqua fresco "difficilmente potrei proteggerti, no?" Rivolto a Gwen.

[Lady Gwen]

Sgranai gli occhi e scossi la testa.
"Che scemo sei... Molto divertente davvero" con tono secco, rimanendo dov'ero.
In realtà, dopo l'esperienza del giorno prima, non volevo avventurarmi al ritorno da sola e preferivo aspettare.

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[Guisgard]

Elv rise.
"Non dirmi che hai pudore per tuo zio..." disse divertito a Gwen "... ieri dicevi di non essere una ragazzina e oggi ti vergogni?"
Si tuffò allora nella laguna e nuotò fino alla sponda, dove aveva lasciato i suoi abiti.
Si rivestì e poi raggiunse sua nipote.
"Eccomi." Arrivando da lei.

[Lady Gwen]

Scossi la testa e non risposi, tanto era inutile discutere con lui, avrebbe continuato ad insistere.
Alla fine si decise, uscì, si rivestì e arrivò da me.
Accennai un sorriso stirato e molto finto e mi incamminai per tornare al capanno, visto che eravamo rimasti qui anche troppo.

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[Guisgard]

Gli abiti di Elv erano tutti zuppi, ma con quella calura e l'umidità lui non avvertì alcun fastidio.
"Che silenzio..." disse lui guardando Gwen mentre tornavano al capanno attraverso quella foresta.

[Lady Gwen]

Mi schiarii la gola mentre ci incamminavamo verso il capanno.
Poi, lo guardai, perplessa alla sua frase.
"Che dovrei fare, declamare una poesia?" sorniona, con le mani in tasca.

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[Destresya]

Ci immergemmo sempre di più nel fondale marino, esplorando quella struttura sommersa, che sembrava sempre più maestosa.
Ma poi scorsi qualcosa, una lapide che spuntava, più in basso.
Scesi di quota ancora un po' per arrivarle davanti e la illuminai con la torcia del casco.
Intanto, cercai di leggere che cosa c'era scritto.

[Guisgard]

"Insomma..." disse Elv fermandos ed appoggiandosi ad un albero "... che hai? Hai dormito dal lato sbagliato del letto?" A Gwen. "Sarai acida fino alla fine di questa... vacanza?"

[Guisgard]

Leggere cosa c'era sulla lapide era impossibile, poichè metà era ancora conficcata nel fondale e fitte alghe erano ammassate intorno.
Roan si avvicinò fece segno alla professoressa di tirare fuori quella lapide.
In 2 ci riuscirono e quindi risalirono in superficie, per poi essere issati a bordo dell'Ipazia.

[Destresya]

Purtroppo leggerla non era possibile, avevo avuto troppe belle speranze.
Per fortuna Roan si rese utile e mi aiutò a sollevarla.
In due ci riuscimmo e la portammo a bordo dell'Ipazia.
Subito andai a prendere la mia valigetta con tutti gli atrezzi da scavo e, ancora tutta bagnata e vestita con la tuta da sub, ad eccezione della maschera, mi misi a lavorarci su.
La smania di riuscire a vedere l'iscrizione era troppa.
Se poi era una semplice lapide romana come mille altre?
Perchè doveva essere per forza importante.
Cercavo di frenare l'entusiasmo per non restare delusa, ma era difficile.
Sentivo il cuore battere fortissimo.

[Lady Gwen]

Lo guardai quando si appoggiò ad un albero e quasi quasi mi diede dell'acida.
Anzi, lo fece e basta.
"Sei tu quello che fin ora mi ha dato continuamente addosso e dici a me che sono acida? Ma ti senti? Ieri hai dato di matto tutto il giorno" replicai, fissandolo negli occhi neri e lucidi al Sole e piazzandomi davanti a lui.
Poi, incrociai le braccia al petto.
"Bene. Dimmi tu allora come vuoi gestire la cosa d'ora in poi" con un tono che si sforzava di essere conciliante.

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[Guisgard]

La lapide fu pulita e poi Destresya e Roan cominciarono ad esaminarla.
"Sono incise delle parole..." disse lui "... guardi... sono geroglifici molto similiall'alfabeto della lingua coopta-flegeese... una sorta di versione arcaica... credo si possa decifrare, professoressa..."

[Guisgard]

Semplice..." disse Elv avvicinandosi a Gwen "... io sono tuo zio, tu mia nipote. Sei sotto la mia responsabilità. Non credi?" Guardandola negli occhi, con vaga severità.

[Destresya]

Annuii a quelle parole di Roan.
"Sì, certo che si può decifrare!" esclamai, ravanando nella borsa.
"Ci vorrebbe la professoressa di Antichità Flegeesi, ah no aspetta, c'è già!" ridacchiai, prendendo un quadernino pieno di appunti e aprendolo a una pagina bianca.
Conoscevo quei simboli, almeno, una versione più recente, certo, ma avevo passato anni e anni a studiarli e a decifrare iscrizioni.
Cercai di concentrarmi su di loro, di mettere insieme tutti i pezzi che conoscevo, un po' digitando sul telefono, che nel frattempo avevo tirato fuori, sia scrivendo sul taccuino, sperando di riuscire a risolvere il più importante enigma della mia vita.
O almeno, così speravo!

[Lady Gwen]

Non mi intimidiva per niente la sua tentata severità.
"Sotto la tua responsabilità, forse, non certo ai tuoi ordini, visto che non siamo nell'esercito e come ho già detto non ho cinque anni. Forse devo ribadirlo ancora" con tono pacato, ma fermo.
"Vogliamo portare avanti ancora a lungo questa sceneggiata, o ci comportiamo semplicemente da persone adulte?"

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[Guisgard]

Alla fine gli sforzi di Destresya, aiutata da Roan, diedero i loro frutti.
Decifrarono così l'incisione sulla lapide, che così recitava:

"Quando Venere vorrà salire di nuovo in Cielo, dovrà conquistare un altro Angelo."

[Guisgard]

"Sei impossibile..." disse Elv a Gwen scuotendo la testa.
In quel momento però si sentì un fruscio.
Dalla vegetazione apparve qualcuno.
Era uno di quegli strani abitanti dell'isola, alto quanto un bambino, con occhi scuri ed impenetrabili.
Se ne stava all'ombra di un grosso albero.
https://thumbs.gfycat.com/LegitimateScratchyCrocodile-mobile.jpg

[Lady Gwen]

"Siamo in due" dissi secca.
Scattai poi quando sentii un fruscio, mi voltai ed era un indigeno, alto quanto un bambino, ma non ero sicura che lo fosse, intento a fissarci.
"Vieni, ci conviene tornare sul serio, muoviamoci."

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[Destresya]

Ce l'avevo fatta, anche Roan era stato incredibilmente d'aiuto.
Finalmente, riuscii a leggere l'iscrizione, e mi tremava la voce.
Sgranai gli occhi.
"Ma è incredibile..." mormorai, accarezzandola "Una commistione di tradizioni così diverse e di un linguaggio tardo, che attraversa i secoli!".
Sai cosa significa?
Sospirai.
"Beh, dovremmo farla analizzare in laboratorio per datarla, perchè dall'analisi stilistica non sembra poi così antica a quando dovrebbero risalire i Geniti.." pensai.
Poi cercai di soffermarmi sul significato.
"Proviamo in ogni modo a capire che significa..." pensierosa.
"Venere e gli angeli insieme, salire in cielo, è un'accozzaglia di culture diverse ma qualcosa dovrà voler dire!" pensierosa.
"Ci servono delle carte stellari, forse si riferisce al corso di Venere, il pianeta..." mormorai "Ma no è escluso che lo chiamassero già così, la divinità può essere più antica di come la conosciamo ma il nome del pianeta..." mormorai "Mi sembra azzardato... Poi gli angeli... Non ci sono miti di Venere e angeli a meno di non considerare Eros tipo puttino nelle verisioni cinquecentesche, ma andiamo decisamente troppo tardi e fuori strada...".
Sospirai.
"Non mi muovo di qui finchè non ho capito che vuol dire!" mormorai, continuando a fissare la lapide.
"Lei ha qualche idea più brillante della mia professore?".

[Guisgard]

Quella strana creatura guardava come incuriosito sia Gwen che Elv, restando fermo.
"Si, torniamo al capanno..." disse Elv, prendendo sua nipote per mano.
"La legge..." mormorò quella piccola creatura con la sua voce piatta "... la legge..."

[Lady Gwen]

Non sembrava particolarmente pericoloso, più che altro incuriosito, ma non potevamo comunque saperlo.
Elv mi prese per mano ed io lo seguii senza esitare.
Guardai l'indigeno alle sue parole.
La legge?
Cosa voleva dire?

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[Guisgard]

"Non ne ho idea..." disse Roan pensieroso "... Venere e un Angelo... non c'è assonanza, non c'è legame... a meno che questa lapide non sia tardoantica, quando l'arte Cristiana adoperava le immagini della religione pagana... non so trovare spunti..." fissando Destresya.
Intanto, sull'isola misteriosa, Gwen ed Elv si erano imbattuti in quello strano individuo.
Elv fece per andare, portandosi dietro la nipote, ma quella creatura pronunciò quelle parole.
"La legge..." Elv "... che legge?"
"Lui da la legge..." mormorò il piccolo "... lui è la legge... non mangiare carne... questa è la legge... non entrare nel capanno... questa è la legge... segui la legge, dice lui..."

[Lady Gwen]

Anche Elv si fermò ad ascoltarlo.
Aggrottai la fronte, perchè ero sempre più perplessa.
"Non capisco un accidente di ciò che dice... Cosa vorrà significare?" inquieta.
Onestamente, la cosa mi spaventava a dir poco e non riuscivo a dare una spiegazione.

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[Guisgard]

"Non credo sia normale..." disse sottovoce Elv a Gwen "... vieni, torniamo al capanno..." tenendola per mano.
"La legge..." il piccolo individuo bianco "... lui da la legge... non cantare, èla legge..."

[Destresya]

Sospirai, annuendo.
"Sì, natualmente..." con aria mesta "Se la stele fosse tardoantica tutto coinciderebbe ma non il nostro essere qui, perchè i Geniti sono molto più antichi, di steli tardoantihe ce ne sono moltissime...".
Non riuscivo ancora a rassegnarmi.
"Ma se è tardoantica perchè non usare il latino, perchè questa lingua scomparsa?" chiesi, quasi a me stessa.
"Non ha senso.." pensierosa. "Ma troveremo il modo!".

[Guisgard]

"Si, ha ragione..." disse Roan a Destresya "... avrebbero dovuto usare il latino... o anche il greco... questa lingua arcaica invece non ha senso, a meno che non risalga a diversi secoli prima della storia conosciuta..."

[Lady Gwen]

Il ragazzino continuò a parlare, ma mi sforzai di non ascoltarlo e seguii Elv, sperando di arrivare al capanno prima possibile.
Ludwig aveva decisamente ragione a dire che non avremmo dovuto inoltrarci nella foresta, era strano, inquietante, non aspettavo altro che entrare al capanno e sentirmi al sicuro.

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[Destresya]

"Che è dove vogliamo collocarla noi..." spiegai "Ovviamente se è lì che risale, non forzerei mai le ricerche, e allora questi riferimenti tardi?" sospirai.
"Visto così sembra un falso..." mormorai "Se non lo avessi tirato io fuori da là sotto lo sospetterei, ma naturalmente non è possibile, ne sono consapevole!".
"Concentriamoci sul significato, dobbiamo capire chi è Venere e chi è l'Angelo..." pensierosa.

[Riku966]

"Perfetto, allora conterò sul tuo aiuto." risposi cercando di celare il mio disappunto "Grazie." dissi per poi andarmene e consentigli di riposare.

[Guisgard]

"Sembra un bell'enigma..." disse Roan perplesso, mentre Destesya continuava a studiare la misteriosa lapide.
Ad un trattosi avvicinò Pico.
"Credo esista un solo uomo al mondo capace di aiutarci..." mormorò, per poi fissare i 2 studiosi.
Nello stesso istante, ma a diverse miglia di distanza, la barca di Van Niel scivola sul pare un pò più mosso per via di un deciso vento che si saliva da levante.
Queennie si era congedata da Gobbo ed il naufrago mangiò del cibo che gli portò uno dei marinai.
Dopo circa un paio d'ore di navigazione, la vedetta annunciò la terraferma.
Gobbo Maltese si avvicinò al parepetto e scorse un'isola apparentemente sconosciuta, avvolta da una vaga e cupa foschia.

[Guisgard]

Elv trascinò via Gwen, così che zio e nipote raggiunsero poco dopo il loro capanno.
Alte e dense nuvole si erano addensate intorno all'isola ed il cielo si era fatto scuro.
"Questa maledetta isola mi piace sempre meno..." disse lui chiudendo la porta.
Guardò poi dall'unica finestra di quell'ambiente, senza vetri e protetta solo da 2 spranghe di ferro messe a forma di x.

[Destresya]

Sapevo che quell'enigma mi avrebbe tormentato a lungo.
Ma non sapevo bene come affrontarlo.
Certo non erano cose che risolvevi su due piedi.
O meglio, o lo facevi immediatamente come intuizione, o ci voleva del tempo.
Mi accorsi dopo un po' che aveva parlato Pico.
"Sì?" incuriosita dalle sue parole.
Ma anche un po' piccata, perché avrei voluto risolverlo da sola.
"E chi sarebbe?" cercando di apparire meno ostile possibile.

[Guisgard]

"Uno dei più grand scienziati viventi, professoressa Destresya." Disse Pico attraverso le sue impenetrabili bende. "Mi riferisco al professor Barber. Lei sicuramente lo conoscerà di fama, vero?"

[Destresya]

Adesso, non esageriamo.
Barber è simpatico e sa come spiegare certe cose ai convegni, gli studenti lo adorano, ma il più grande del mondo mi sembra esagerato.
"Ma certo che conosco Barber, abbiamo anche partecipato a diversi seminari insieme, ma al momento è sparito dalla circolazione, anche volendo..." spiegai.

[Altea]

Quel momento così particolare ed intimo fu rovinato dal regista.
Milo era molto seccato "Speriamo non sia accaduto nulla di grave" osservando i suoi bellissimi occhi.

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[Guisgard]

"Forse perchè lei non è informata sugli ultimi accadimenti che lo riguardarono, professoressa." Disse Pico a Destresya. "Il professor Barber fu cacciato dal mondo accademico. Ma la storia ci insegna che i grandi geni abbiano da sempre cozzato con l'ignoranza dei propri simili... basti ricordare Socrate, Galilei, Giordano Bruno..."
"Ma anche però Dante Alighieri" intervene Roan "e se non sono blasfemo citerei poi i vari gDirei di decrandi Profeti Biblici, quasi tutti mal visti dai propri simili." Con un filo di sarcasmo il rettore.
"Io parlo solo di personaggi storicamente esistiti, professore." Replicò Pico.
"Beh, gli scritti Bibilici sono attribuiti comunque a quegli autori." Fissandolo Roan. "Poi che lei creda o meno al loro Contenuto è un altro discorso. Gli scritti sono riconosciuti sia filologicamente che storicamente a quegli autori."
"Direi di dedicarv alla lapide, cari professori." Pico con tono secco. "Vi pago per il bene dell'archeologia, non del Vaticano."

[Destresya]

"Sono perfettamente informata che è stato cacciato dal mondo accademico, ma so anche che da quel momento si è reso irreperibile, poi se lei è un suo amico e può arrivare a lui è un altro discorso!" spiegai.
Se c'era qualcosa che non sopportavo era chi mi accusava di non sapere le cose per partito preso.
Avevo capito che era uno di quelli che veneravano Barber, quindi c'era poco da dire.
Volevo rispondergi che ci pagava perchè aveva sicuramente un tornaconto personale, ma evitai.
Quei soldi ci servivano.
Non mi andava però che qualcun altro mettesse le mani sulla mia ricerca.
"Una volta in una conferenza Barber ha detto che gli studiosi sono gelosi delle sue ricerche, quindi sono sicuro che il suo eroe stesso capirà che prima faremo un tentativo noi di decifrarla, non sono cose che si decifrano in dieci minuti, signor Pico!" spiegai, sostenendo il suo sugardo.
"Consulterò alcuni testi e ci faremo venire qualche idee, giusto, rettore?" guardando Roan, che sembrava improvvisamente aver ottenuto il dono della parola.

[Guisgard]

"Si, sennò finisce che affondo io questa nave..." disse seccato Milo a bassa voce, passando accanto ad Altea e sfiorandole la mano con una carezza intima.
Era parecchio seccato per l'interruzione.
Così il divo e la dama giunta dal passato salirono sul ponte, dove c'erano tutti gli altri, compreso il capitano.
"Signori, nel raggio di diverse miglia" fece questi "le carte nautiche non segnalano presenza di terraferma. Continuando ci spingeremo solo più in là, in mare aperto."
"Quindi ci dite che bisogna tornare indietro, capitano?" L'avvocato.
"Capitano, terra in vista!" Urlò ad un tratto uno dell'equipaggio.
Ed un'isola apparve all'orizzonte.
https://e3.365dm.com/20/11/768x432/2372011120199584707_5170064.jpg?20201112162318

[Guisgard]

"Si, professoressa." Disse Roan a Destresya, mentre Pico era appena tornato nella sua cabina. "Professoressa..." il rettore a bassa voce "... lei non trova nulla di strano in tutto ciò? Non ha sospetti? Il modo in cui Pico difende Barber? Poi quelle bende quasi come fossero una maschera?"

[Destresya]

Alzai gli occhi al cielo a quelle parole.
"No, io pranzo tutti i giovedì con qualcuno che ha le bende così sulla faccia, è normalissimo!" sarcastica, mentre sistemavo la lapide per portarmela in cabina.
"Certo che ci trovo qualcosa di strano, è dall'inizio del viaggio che cerco di dirglielo!" guardandolo negli occhi.
"Sul difendere Barber non mi stupisco perchè so che ha una cerchia di scienziati suoi fedelissimi e anche appassionati che lo vedono come un eroe senza macchia!" alzando le spalle.
"Ma non voglio che mettano le mani sulla mia ricerca, chiaro?" gli dissi, guardandolo negli occhi.
"Su, andiamo a studiare la lapide nella mia cabina!" ordinai.

[Guisgard]

"Ma non capisce..." disse Roan a Destresya "... non capisce, professoressa? Pico è Barber sotto mentite spoglie..." sottovoce.

[Destresya]

Trasalii a quelle parole.
"Oh accidenti, non ci avevo pensato!" ammisi.
"Otre ad aver ritrovato la parola sta iniziando a sorprendermi signor rettore!" sorrisi, divertita.
"Su, vediamo di risolvere questo mistero!" ribadii.

[Altea]

Volevo prendere la mano a Milo ma era meglio non dare nell' occhio.
Salimmo e ascoltai il tutto preoccupata..quindi eravamo persi in mezzo al mare? No..improvvisamente apparve un'isola o della terraferma "Ma come è possibile se il rilevatore non avvistatava nessuna isola nei paraggi?" osservando quel lembo di terra in lontananza.

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[Lady Gwen]

Mi trascinò letteralmente via, arrivando al nostro capanno poco dopo.
Sospirai in silenzio e rimasi in mezzo alla stanza senza sapere cosa fare o cosa dire.
Fuori, il cielo era grigio, pessimo, veramente pessimo, di certo non invogliava ad uscire ed immaginavo che, a questo punto, la proposta di Ludwig di mostrarmi qualche paesaggio qui intorno fosse scemata.

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[Riku966]

Trascorsero un paio d’ore, mangiando cibo non troppo elaborato e recuperando le forze che, con totale certezza, mi sarebbero servite per la mia avventura.
Dopo aver finito i preparativi, i marinai annunciarono di aver avvistato l’isola, che si presentò avvolta da una cappa di foschia.
“Tra quanto mi scaricherete in mare?” domandai a Van Niel.

[Guisgard]

"In effetti lì non dovrebbe esserci nulla, se non il mare aperto..." disse perplesso il capitano, mentre i suoi occhi andavano dalla cartina che stringeva in mano all'isola sbucata da nulla davanti a loro "... possibile che non fosse riportata da nessuna mappa nautica?"
"Alcune isole" fece Milo "ho letto che vengono sommerse e poi riemergono dalle acque per brevi periodi... forse quell'isola è una di esse." Con Altea accanto a lui.
"Beh, comunque è un buon colpo di fortuna" Euforico l'avvocato. "Un'isola non segnata dalle cartine è sicuramente sconosciuta ai più, quindi l'ideale per le riprese del nostro film, senza che nessuno possa disturbarci!" Già immaginando i grandi incassi al botteghino.
"E se fosse abitata da indigeni ostili?" Un pò preoccupata una delle truccatrici. "Ho letto che esisterebbero ancora tribù cannibali in questi mari..."
"Ora non esageriamo." Il regista. "Non siamo in un romanzo d'avventura dell'800." Guardò il capitano. "Ci conduca su quell'isola."
"Si, signore." Annuì il capitano del panfilo.

[Guisgard]

Il cielo era nuvoloso, ma non sembrava minacciare pioggia.
Un vento caldo ed umido prese a soffiare dai monti che ricoperti da una fitta vegetazione, scendevano a picco verso la biaia.
Elv gettò uno sguardo dalla finestra senza vetri e poi si lasciò cadere sulla brandina, sbottonandosi la camicia per il caldo.
Pochi minuti dopo qualcuno bussò alla porta del capanno.
Elv allora guardò Gwen.

[Altea]

"La signora ha ragione...questa Isola è sperduta e dimenticata dal Signore, non sottovalutate mai la Natura e soprattutto chi possa abitarci" presi Milo per mano perplessa ma il regista era avido di successo.

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[Lady Gwen]

Il tempo non sembrava promettere pioggia, ma il cielo era carico, umido ed invogliava ben poco.
Vidi Elv buttarsi di peso sulla brandina con la camicia aperta per il caldo e non lo biasimavo.
Poi, sentimmo bussare.
Immaginavo fosse Ludwig.
Così andai ad aprire.

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[Guisgard]

"Prestissimo." Disse Van Niel con il suo sguardo ottuso ed il tibro di voce sgraziato. "Non voglio restare a tiro di quel posto infernale neanche un minuto più del necessario." A Queennie, per poi indicare l'isola avvistata all'orizzonte.
"Perchè mai detesta tanto quell'isola, capitano?" Chiese Gobbo.
"Perchè è un'isola maledetta!" Sputando in mare Van Niel. "Abitata da anime dannate! Il demonio ed altri mostri viviono su quello scoglio sacrilego! Il diavolo mi porti se mi faccio convincere ad avvicinarmi un metro di più!" Esclamò con espressione ebete.
Queennie si preparata per scendere a terra, con la sua tenuta d'avventura.
"A quanto pare io e lei siamo gli unici temerari..." Gobbo divertito a Queennie "... o gli unici folli." Ridendo.

[Guisgard]

Il panfilo puntò verso l'isola misteriosa, per l'eccitazione dell'avvocato e del regista.
Milo allora, avvertendo le preoccupazioni di Altea, le strinse la mano.
"Non temere, sei accanto all'eroe di grandi e piccini." Disse, per poi farle l'occhiolino. "Io per contratto non perdo mai." Divertito.

[Guisgard]

Gwen aprì e trovò Ludwing sulla soglia.
"Salve." Disse lui sorridendole. "Sono qui per la nostra passeggiata." Con tono gentile.
Elv allora si sedette sulla brandina e guardò sua nipote.

[Lady Gwen]

"Salve" sorridendo, vedendo Ludwig e sentendo Elv agitarsi sulla branda.
"Oh, sì..." dissi "Il fatto è che il tempo non mi invoglia particolarmente, ecco..." ridacchiando "E sono stati giorni abbastanza difficili, senti di dovermi fermare un po'... Magari facciamo un altro giorno..." con un sorriso conciliante.

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[Guisgard]

"Noto che è molto spirtosa, professoressa..." disse con un mezzo sorriso Roan a Destresya "... si..." per poi annuire "... vediamo di capire cosa nasconde questa lapide..."
Così il rettore fece una veloce indagine sullo stato della pietra, constatando che era rimasta sommersa per moltissimo tempo, probabilmente millenni.
Inoltre fece poi notare alla professoressa che la forma delle lettere incise era stata fatta con qualche strumento molto simile alla scrittura cuneiforme del Vicino Oriente, quindi si trattava di una cultura apparentemente molto antica.

[Guisgard]

Ludwing istintivamente guardò Elv seduto sulla brandina, poi di nuovo Gwen.
"Ma certo, non si preoccupi." Disse allora accennando un tiepido sorriso. "Quando vorrà. Le auguro una buona giornata. Arrivederla anche a lei." ivolto poi a suo zio, prima di andare via.
"Ce ne siamo liberati..." mormorò Elv, tornando a stendersi.

[Lady Gwen]

Alzai appena le sopracciglia, in uno scatto rapido, quando guardò Elv.
Ma cosa...
Poi sorrisi come prima quando mi si rivolse.
"Arrivederci anche a lei, dottore" lo salutai.
Alzai gli occhi in su, stendendomi anche io sulla brandina.
"Gli ho detto che non volevo andare ora, ma nulla mi vieta di farlo la prossima settimana" gli feci notare.

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[Altea]

"Per contratto..ma nella realtà non penso tu sia un eroe..credo almeno. Credimi è una pazzia, tra l'altro non potremmo nemmeno chiedere aiuto visto questa isola non si trova nelle rotte".

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[Guisgard]

"Si, certo..." disse Elv chiudeo gli occhi come per rilassarsi "... dopotutto sei adulta e vaccinata, no? Puoi fare ciò che vuoi, giusto? Io poi chi cavolo sono per dirti cosa fare o non fare, è così?" Riaprendo gli occhi neri e guardando in quelli verdi di sua nipote.



Milo guardò Altea nei suoi occhi verdi.
"Ehi, tesoro..." disse sottovoce, sfiorandole appena i lunghi capelli biondi "... stai tranquilla, ci sono io. E poi siamo in tanti qui, non correremo rischi, promesso."
"Vedo siete già intimi." Ridendo una delle costumiste. "anche questa è già conquistata, Casanova?" Ridendo.
"Che spiritosa sei!" Milo a quella. "he c'entra? Saremo partners sulla scena e c'è già un certo feeling tra noi." Si voltò allora verso Altea. "Dico bene?" Facendole un occhiolino complice.

[Destresya]

Ci spostammo nella mia cabina ad analizzare la lapide.
Ridacchiai a quelle parole di Roan.
"Non è colpa mia se sembra essersi risvegliato da un lungo sonno!" divertita.
Poi mi misi ad analizzare la lapide.
"Ottima intuizione!" mormorai, guardandolo "Quindi è davvero antica, ma questa semantica non ha senso... a meno che non sia una scoperta rivoluzionaria! Dobbiamo trovare il modo di capire che cosa vuol dire!".
Pensierosa, molto pensierosa.
"Poniamo caso che sia possibile, che le incongruenze temporali non esistano e possano usare parole greche e latine anche così tanto antecedenti, che cosa potrebbe voler dire?" guardando Roan.

[Lady Gwen]

"Sì, esattamente, è così" dissi, con tono pacato.
Poi, scossi la testa e guardai il soffitto.
"Siete assurdi, sembrate i galli nel pollaio..." commentai, con tono laconico.
Avevano un modo di comportarsi assurdo l'uno con l'altro e mi urtava il pensiero di essere in mezzo, fra l'incudine e il martello.

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[Guisgard]

"Non so..." disse penseroso Roan a Destresya "... a me la parola Angelo fa pensare al Cristianesimo però..." fissando la lapide.
Intanto, a ben altre latitudini, Gwen era nel capanno con Elv.
"Galli?" Perplesso lui. "Pollaio? Che intendi dire, ragazzina?" Fissandola.

[Lady Gwen]

"Vuol dire esattamente quello che ho detto" dissi solo.
"E mi sono sinceramente stufata di stare nel mezzo" aggiunsi poi, guardando ancora il soffitto, sempre con tono pacato.
"Poi mi sembri mio padre, per l'amor del cielo..." scuotendo la testa, scocciata

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[Guisgard]

"Magari lo fossi." Disse Elv a Gwen. "Potrei darti una bella lezione. Sei irresponabile, sai? Non capisci che questo posto nasconde qualcosa? E quel tipo che ti ronza intorno ne è dentro fino al collo, Gwen? Sei così ingenua?"

[Destresya]

"All'ebraismo più che altro, ma mettere insieme ambienti giudaici e pre romani in queste zone sembra davvero impensabile!" sospirai.
"Però sì, a meno che non vogliamo pensare di aver tradotto male e che si tratti unicamente di messgero e non di angelo come lo intendiamo ora, sì, ovvio che il riferimento è quello!" sospirai.
Mi sedetti sul letto a riflettere.
"L'ho detto che se non l'avessi tirato fuori io da laggiù penserei a un falso?" sospirai "Sì, l'ho detto e non ci aiuta!".
Tornando a guardare la lapide.
"Quando Venere vorrà salire di nuovo in Cielo, dovrà conquistare un altro Angelo" mormorai.
"Anche salire in cielo è un concetto cristiano..." mormorai.
"Momento!" tirandomi a sedere.
"Venere, la stella del mattino, in greco come viene chiamata? Lucifero!" esclamai.
"Si parla solo di angeli, è un'iscrizione prettamente giudaica anche se il linguaggio è greco! Parla del ritorno del Demonio sulla terra, o comunque della sua conquista dei cieli!" esclamai.
"E allora ha senso che lucifero, per prendere il potere dovrà conquistare un altro angelo, nel senso di corrompere un angelo rimasto fedele a Dio, no?" guardando Roan.
"Come ho fatto a non pensarci subito!" esclamai.

[Riku966]

Le motivazioni che spingevano Van Niel a non avvicinarsi troppo all’isola, erano alquanto assurde, dettata da una carenza di prove.
Se l’isola era davvero maledetta, allora avrei scoperto il motivo. Niente supposizioni, niente teoria campate per aria.
Mi vestii con un paio di pantaloncini corti, una canottiera aderente e dei pratici stivali, pronta a quella che sarebbe stata un’interessante avventura.
“La follia ripaga sempre.” risposi ironica “E se così non fosse, speriamo che la maledizione abbia pietà di noi!” risposi pronta a partire.

[Lady Gwen]

Roteai gli occhi.
"Ma mica mi ha chiesto di sposarmi, quanto la fai lunga" dissi.
Poi rotolai sul fianco e lo fissai.
"Sei esagerato, lo sai?" considerai.
"Parli come se ci stessi insieme da una vita o come se avessi intenzione di farlo."

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[Guisgard]

Elv si alzò e si avvicinò a Gwen.
"Fin quando saremo qui sei sotto la mia responsabilità." Con tono basso, ma chiaro, netto. "Quindi io baderò a te, intesi?"
Nel frattempo, sull'Ipazia, Destresya e Roan ragionavano su varie ipotesi, circa la misteriosa lapide.
A quella spiegazione di lei, il rettore sgranò gli occhi e tornò a fissare la lapide.
"Wow..." mormorò "... per assurdo che possa sembrare... ha però un filo logico..." sorpreso "... io... credo che potrebbe essere così, dottoressa..."
In quello stesso istante, ma in un altro punto ancora di quel mare, la nave di Van Niel si apprestava a far scendere Gobbo e Queennie.
I marinai gettarono nell'aqua schiumosa un canotto.
"Mi paghi e poi sbarcate!" Van Niel a Queennie, indicando anche Gobbo.

[Lady Gwen]

Lo guardai mentre si avvicinava.
"L'hai ripetuto venti volte fin ora, quante altre volte hai intenzione di ripeterlo?" con un sopracciglio inarcato ed un vago sorriso candido, appositamente per urtarlo.

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[Riku966]

Era arrivato il momento di sbarcare, affrontare quella temuta isola scoprirne i segreti.
Osservai il canotto venir liberato in mare, pronta a scendere.
Sarebbe stato molto semplice, non fosse che Van Niel, purtroppo, ricordò che dovessi pagarlo.
“Giusto!” risposi rapida. Sistemai lo zaino sulle spalle e mi tastai le tasche dei pantaloni. Persi ancora un po’ di tempo, per poi prendere la rincorsa e saltare cercando di finire direttamente sopra al canotto.

[Destresya]

"Sì è assurdo e sarebbe rivoluzionario, ma potrebbe anche voler dire che i Geniti hanno comunque un qualcosa di semitico e il che lo renderebbe più plausibile, dopotutto le scarse informazioni che ho raccolto finora non possono né confermare né smentire una tale comunanza. Non è detto che siano giunti qui in una sorta di diaspora ante-litteram, o che semplicemente abbiano mantenuto uno stesso patrimonio culturale e storico..." pensierosa.
"A meno che non vogliamo invece pensare che sia l'opposto, ovvero che i Geniti siano una sorta di antichi progenitori anche degli ebrei, dove quindi la narrazione biblica oralmente era già presente.." pensierosa.
"Mi incarta di più l'aspetto linguistico, Venere per indicare lucifero e la parola angelo sono proprie del mondo classico... ma bisognerebbe consultare uno di quei noiosi filologi o un linguista per queste cose! Magari è più possibile di quanto sembri...".

[Guisgard]

Elv guardò Gwen per un lungo istante, come se cercasse di tratteere la rabbia.
Poi, in modo improvviso, con gesto che spiazzò la ragazza, afferrò le sue braccia, la strinse a sè e la baciò.



Tutto accadde velocemente.
Un attimo per sistemarsi, poi queennie, con un'agilità inviadiabile, saltò sul parapetto e balzò nel canotto che sollevò un bel pò di schiuma.
Uno dei marinai gridò, seguito da un'imprecazione di Van Niel.
Gobbo allora, capendo come stavano le cose, raggiunse anche lui il parapetto e saltò giù dalla nave, arrivando nel canotto, sollevando ancora più acqua di quanto avesse fatto Queennie.
"Presto..." disse alla ragazza afferrando l'unico remo, mettendolo in acqua e cominciando a remare.

[Lady Gwen]

Per un attimo, temetti che sarebbe esploso per la rabbia.
Ma non successe questo.
Successe qualcosa che non avrei mai, mai pensato.
Rimasi congelata sul posto, sulla branda.
In quel frangente, pensai che l'esempio che avevo fatto, dei galli e del pollaio, fosse il peggiore che potessi fare.
"Elv cosa fai" mormorai, con voce stentorea, cercando di guardarlo negli occhi.

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[Altea]

Osservai la costumista con occhi di fuoco, in altre circostanze sarebbe stata punita severamente "Giusto" voltandomi verso Milo " E odio i pettegolezzi, d'altronde è ovvio che per essere partner in un set si debba anche andare d'accordo, ma ignoro i pettegolezzidi donnette futili" finendo di disintegrare la costumista con un'altra occhiataccia.
Milo era sempre positivo, speravo avesse ragione, ovviamente io non lo ero visto mi ero pure trovata in questo Mondo strano.

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[Riku966]

Forte dei miei allenamenti in palestra, delle gare di atletica leggera sostenute fino a quando avevo diciotto anni, riuscii a balzare sul parapetto e a saltare sul canotto.
Il mio improbabile compagno di avventure, forse intuendo cosa ci fosse di mezzo, mi raggiunse.
Imprechi di sdegno e frasi poco cortesi, a cui risposi con un ampio sorriso, giunsero alle mie orecchie.
Il ragazzo afferrò l'uni remo, cominciando a darsi da fare.
"Non eri costretto a seguirmi in questa follia!" esclamai sinceramente stupita.

[Guisgard]

"Beh, potrebe esserci davvero tanta carne al fuoco..." disse Roan pensieroso dopo le varie possibili ipotesi elencate da Destresya "... purtroppo tutto ciò che si è scritto sui Geniti è perlopiù mito, se non addirittura fantasia... ossia un civiltà evolutissima, probabilmente risalente al periodo del Biblico Diluvio Universale, quindi un continente perduto nei mari Flegeesi, sorta in un periodo imprecisato tra la fine di Mu e quella di Atlantide..."

[Guisgard]

Il canotto cominciò a scivolare sull'acqua giallastra e schiumosa, con Gobbo che a vigorosi colpi di remo lo spingeva verso quell'isola sconosciuta.
"Beh, non avevo molto scelta..." disse lui a Queennie "... tra finire davanti ad un tribunale della Marina... o ritrovarmi su un'isola trpicale in compagnia di una bella ragazza, beh, non credo ci fossero molti dubbi da parte mia." Facendole l'occhiolino.

[Guisgard]

Quel bacio.
Poi le labbra calde di Elv che indugiarono su quelle morbide di Gwen cominciarono a scivolare sul mento ed il collo di lei.
Allora la voce forte della della ragazza risuonò nel capanno.
Per un lungo istante, tenendola ancora stretta a lui, lo zio guardò negli occhi di sua nipote senza dire nulla.
Infine la lasciò ed uscì dal capanno, mentre il monsone sembrava annunciare un suo prossimo arrivo nell'eco lontano delle nubi all'orizzonte.
https://images.centrometeoitaliano.it/wp-content/uploads/2014/10/31/tempesta-maldive.jpg

[Guisgard]

Altea fulminò con lo sguardo quella ragazza, indirizzandole poi quelle parole sdegnate.
Lei allora si allontanò, lasciando la dama e Milo accanto al parapetto del panfilo.
L'imbarcazione continuava ad avvicinarsi all'isola sconosciuta, mentre lontani banchi nuvolosi venivano spinti in avanti dai venti tropicali.

[Altea]

La costumista se ne andò e rimasi ad osservare l' Isola "Ha un chè di selvaggio, magari un tempo i pirati nascondevano laggiù i loro tesori...che ne pensi?" osservandolo "Tu cosa pensi di tutto questo, dimmi la verità, intendo dell' Isola".

[Lady Gwen]

La mia voce lo riscosse, fermando le sue labbra sul mento e sul collo, che mi avevano provocato mille sensazioni indefinite.
Mi guardò per lunghi istanti, finché mi lasciò ed uscì dal capanno.
Fuori, il tempo non prometteva nulla di buono, ma mi sentivo troppo scossa per preoccuparmene.
Rimasi bloccata sulla branda, il fiato corto, poi rotolai sul fianco e rimasi in silenzio sotto la sottile coperta, senza sapere cosa fare.
Era davvero un casino, non capivo da dove fosse nato il gesto di Elv e non riuscivo a pensare a quali conseguenze avrebbe avuto.

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[Guisgard]

"Beh, a me sembra una fantastica meta per una vacanza da sogno." Disse Milo ad Altea, facendole l'occhiolino. "Le isole tropicali sono angoli incantati di questo mondo." Sorridendole. "Però mi sembri tesa... cosa c'è?" Fissandola, mentre il panfilo si avvicinava all'isola sconosciuta, circondata da alti e dense nuvole mnacciose.
Proprio su quell'isola, nello stesso istante, Gwen era rimasta sola nel capanno, ancora scossa da quel bacio improvviso di suo zio.
Intanto le grandi nuvole da ponente si avvicinavano sempre più all'isola.

[Riku966]

"Tribunale?" domandai incerta mentre il canotto si avvicinava all'isola "Perché ho la sensazione che tu ci abbia mentito?"
Ci avvicinammo rapidamente, i colpi vigorosi dell'uomo aiutarono l'imbarcazione a sostenere le onde.
Solo su una cosa non avevo riflettuto: come avremmo fatto a tornare indietro?
Le parole di Gobbo mi distrassero, facendomi arricciare il labbro con fare dubbioso.
"Non è con le lusinghe che riusciremo a cavarcela in quell'isola!"

[Lady Gwen]

Rimasi lì a letto a riflettere su tutto quello che era accaduto.
E più ci pensavo, più mi sembrava assurdo.
Dalla finestra, vedevo le nuvole addensarsi sempre di più sulla baia.
Nonostante tutto, speravo che Elv non si trovasse fuori se fosse iniziata una tempesta.

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[Guisgard]

"Non ti ho mentito, tesoro..." disse Gobbo a Queennie, continuando a remare, mentre lontane nuvole minacciavano burrasca "... dopo un ammutinamento c'è sempre un processo..." fissandola, per poi ridere di gusto "... beh, dovrai abituarti alle lusinghe, come le chiami tu... quando vedo una bella ragazza sento l'insopportabile bisogno di dirglielo." Facendole l'occhiolino.
Dopo un pò raggiunsero la baia dell'isola, formata da 2 giganttesche scogliere che piombavano improvvise nel mare schiumoso, racchiudendo una spiaggia dalla sabbia bianca circondata da alti e fitti palmeti.
Le docili correnti della baia spinsero così il canotto verso la spiaggia, con Gobbo e Queennie che poterono così, infine, scendere a terra.
"Ehilà..." Gobbo guardando la ragazza, ora che non erano più sulla scialuppa "... complimenti, quella tenuta ti sta benissimo." Facendole l'occhiolino, senza smettere di fissarla.
https://yostagram.com/wp-content/uploads/2020/10/122925929_364305885018818_1011564419488810922_n.jp g

[Guisgard]

Gwen era ancora nel capanno quando iniziò a sentire boati vaghi e lontani, segno della tempesta ormai vicina, mentre un vento umido cominciò ad alzarsi deciso dalla spiaggia.
Elv era ancora fuori.
Poi, dopo qualche istante, la ragazza sentì dei passi.
Infine qualcuno bussò alla porta.

[Lady Gwen]

Dei boati arrivavano dall'orizzonte distante e via via si facevano sempre più vicini, mentre Elv era ancora fuori.
Sobbalzai sentendo bussare.
Qualcosa mi disse che si trattava di Ludwig, poichè Elv non ne avrebbe avuto bisogno, o almeno immaginavo.
Sospirai e mi alzai, controvoglia, andando ad aprire.

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[Guisgard]

Gwen aprì e trovò Ludwing sulla porta.
"Scusi se la disturbo..." disse, dopo averla salutata con un cenno gentile del capo "... volevo solo dirle che è in arrivo una tempesta ed è prudente restare qui nel capanno, al sicuro."

[Lady Gwen]

Sospirai, vedendo che era Ludwig.
Odiavo qualsiasi contatto umano, al momento.
"Infatti è dove sono" con un vago sorriso di circostanza.

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[Guisgard]

"Si, certo..." disse Ludwing annuendo e sforzando un sorriso di circostanza "... mi scusi, volevo solo accertarmene... meglio così. Ora sarà meglio che vada... buonaserata, Gwen." Si voltò ed andò via, sparendo fra i giganteschi canneti che separavano i capanni.

[Lady Gwen]

"Buona serata" sorridendo altrettanto di circostanza, prima che lui andasse via.
Lanciai un'occhiata nei paraggi, per intravedere Elv.
Poi rientrai dentro.
Se era così incosciente da restare fuori pure con una minaccia di tempesta, non era colpa mia, né ciò che aveva fatto poco fa e avrebbe dovuto pensarci bene.

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[Guisgard]

Di Elv neppure l'ombra.
Gwen allora si chiuse nel capanno, visto che la tempesta era sempre più vicina.
Dopo alcuni minuti però la ragazza sentì dei passi intorno ai canneti.
Passi lenti, che si trascinavano, come chi faceva fatica a muoversi con normalità.
Passi che in pochi istanti si fecero vicinissimi al capanno.

[Lady Gwen]

Mi chiusi nel capanno.
Poco dopo, sentii dei passi trascinati fuori dalla porta.
Rimasi alcuni istanti ad ascoltare, poi mi avvicinai alla finestra per vedere chi fosse.
Dal passo, sembrava uno degli indigeni, magari era Nova e speravo onestamente che fosse lei e non uno degli altri.

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[Guisgard]

Gwen sentiva quei passi tutt'intorno al capanno, sempre più vicini.
Era chiaro che qualcuno se ne stava davanti alla porta.
Poi la ragazza sentì ancora quei passi striscianti, fino a quando davanti alla finestra apparve un volto.
Era bianchissimo, dagli occhi impenetrabili.
Lunghissimi capelli bianchi avvolgevano il suo volto.
https://1.bp.blogspot.com/-8neadBgsFOw/WDmxO12Cn1I/AAAAAAAASkg/YS969NbvE3cvnhcZt14Bs3UcRkwSRNdEACEw/s1600/Time-Machine-Morloks.jpg

[Destresya]

Guardai Roan con aria divertita.
"Oh ma davvero... e ricordami un po' chi ha scritto quelle cose sui Geniti?" fingendomi davvero pensierosa.
"Vediamo un po'.... Io!" ridacchiai.
Ecco, che mi si citasse la mia stessa ricerca in quel modo non era mai successo.
"Quindi potrebbe essere partito tutto da qui..." sussurrai, accarezzando la lapide con aria sognante.
"Beh ora bisogna andare a fondo in questa storia, non crede, signor rettore?".

[Guisgard]

Roan rise.
"Si, ma siamo scienziati, dottoressa..." disse divertito a Destresya "... quindi ci occorrono tracce certe, non miti." Fissandola.
In quel momento arrvò il capitano Polos.
"Professori, stasera a cena il signor Della Mirandola gradirebbe la vostra presenza." Ai 2 professori.

[Lady Gwen]

Continuò ad avanzare, finché il suo volto apparve davanti alla finestra.
Sobbalzai ed urlai per la sorpresa, indietreggiando istintivamente.
Poi, mi avvicinai pian piano.
"Cosa vuoi?" dissi, senza aprire la porta.

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[Guisgard]

Quegli scuri, impenetrabili, l'espressione inesistente, il volto inquietante.
Quella creatura era immobile a guardare Gwen.
"La legge..." disse ad un tratto, con un tono piatto, senza accento, quasi fosse una voce artificiale "... lui dice... la legge..."

[Riku966]

Non mi sarei abituata ai complimenti, troppo focalizzata sul lavoro com'ero, però avrei potuto accettarli, tollerarli nella loro insensatezza. Insensatezza poiché in quella circostanza, dove ero vicinissima ad una scoperta, flirtare era l'ultima cosa che mi riusciva.
Con Milo fu divertente, ma probabilmente non l'avrei mai più rivisto.
Le onde ci condussero fino alla spiaggia, dove finalmente potemmo scendere e toccare quella morbida sabbia.
"Ti ringrazio, ho pensato che un look più comodo e pratico mi avrebbe aiutata nei movimenti." dissi per poi estrarre la pistola dallo zaino ed inserirla nella fodera sulla gamba.
"Comunque, sono Queenie Williams, archeologa in erba alla scoperta della maledizione dei Taddei." mi presentai "Perdona il precedente inganno... mi occorreva un passaggio."
Ora dovevo solo capire come muovermi.

[Lady Gwen]

Scossi la testa avvilita, sentendo di nuovo quelle parole che non volevano dire nulla.
"Vattene" gli dissi, con tono deciso, sperando andasse via.
Non sopportavo questa cosa, davvero, stava diventando insostenibile.

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[Guisgard]

Gobbo guardò Queennie mentre sistemava la pistola nella fondina, ammirando compiaciuto le forme della ragazza, ben messe in risalto da quella tenuta d'avventura.
"Beh, per quanto mi riguarda puoi chiamarti come vuoi, bellezza." Disse sorridendo lui. "Comunque mi intriga questa tua ricerca. E dimmi... ciò che cerchi pensi si trova su quest'isola sperduta e dimenticata?"

[Destresya]

"Ma davvero?" guardandolo "Siamo alla fiera dell'ovvio stasera!" divertita.
"E perché mai io avrei tartassato ogni rettore che c'è stato prima di lei perché mi finanziasse una spedizione alla ricerca di queste prove?" gli chiesi.
Poi fummo interrotti da Polos.
No ma prego, entra nella mia cabina come se fosse tua, metti che non ero in ordine?
"Ma certo, sarà un piacere!" risposi, anche se non era proprio proprio così.

[Guisgard]

Quella creatura, quasi in soggezione, si allontanò.
Ma dopo alcuni istanti altri passi furono uditi da Gwen, stavolta più leggeri, come se qualcuno di più piccolo si fosse avvicinato al capanno.

[Lady Gwen]

Dovevo averlo messo in soggezione, perchè fortunatamente andò via.
Probabilmente non aveva capito quello che avevo detto, ma contava il tono.
Sentii poi dei passi più leggeri e mi incuriosii, infatti aprii di poco la porta per sbirciare e vedere chi fosse.

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[Riku966]

"Beh, posso chiamarmi come voglio, sì." risposi osservando in panorama davanti a noi "Ma questo significa che nemmeno tu riceverai alcun pagamento. Non esiste alcuna casa d'aste gestita da Annalise Keating." aggiunsi per poi passare a rispondere alla sua domanda "Sto cercando un uomo, un vecchio collega di mio padre che dovrebbe vivere su quest'isola. Lui dovrebbe possedere qualcosa che potrebbe aiutarmi a capire qualcosa su questa maledizione."
Intuendo che mi stesse guardando, scoccai un'occhiata a Gobbo.
"Mi puoi dire come ti chiami? Dubito che 'Gobbo' sia il tuo nome."

[Guisgard]

Polos annuì ed andò via.
"Bene, abbiamo anche l'invito per stasera." Disse divertito Roan a Destresya.
Poi, ad un tratto, dal ponte si udì giungere il fischio dell'ipazia.
Stava succedendo qualcosa.



Gobbo rise piano.
"Vorrà dire che mi godrò questa vacanza gratis." Disse a Queennie. "Io però non armi con me. Quindi non posso nè difendere te, nè me." Guardandola. "In un posto selvaggio e sconosciuto come questo ti farebbe comodo un alleato, no?" Facendole l'occhiolino.



Gwen aprì la porta appena appena, senza vedere nulla.
Ma poi, all'improvviso, apparve qualcuno.
Era un atro di quegli strani ed inquitanti individui.
Questo era forse più bizzarro degli altri.
Aveva persino le orecchie, ma deformi e grottesche.
Puntò i suoi occhi su Gwen come se la stesse studiando.
https://encrypted-tbn0.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcRmiTup_EFd2fDBV7H3bKzEYrKb2vASm Gd_QggJozNlER8A6rXilol_zeOvGzw3c38xo5g&usqp=CAU

[Lady Gwen]

Subito non vidi nessuno, ma poi apparve un altro indigeno, facendomi prendere un colpo come l'altro.
Era strano, notai che aveva perfino le orecchie ma il suo volto era più grottesco.
Lasciai le porta semi aperta, pronta però a richiuderla in ogni momento, mentre lui mi osservava come se mi studiasse.
Non capivo cosa avessero oggi tutti quanti, vista la continua processione in questo capanno, ma mi auspicavo che sarebbe finita presto.

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[Destresya]

"Sì, chissà che cosa vorrà il nostro misterioso amico..." mi ritrovai a dire, pensierosa.
Poi si sentirono dei rumori.
Stava succedendo qualcosa.
"Andiamo a vedere che succede!" dissi a Roan, alzandomi.

[Guisgard]

Destresya e Roan salirono sul ponte, trovando Polos e i suoi che scritavano un punto fisso del mare.
Quando anche i 2 professori guardarono in quella direzione si accorsero che una barca navigava davanti a loro.
Intanto, sull'isola misteriosa, Gwen aveva lasciato la porta del capanno socchiusa e quello strano individuo si avvicinò, restando però sulla soglia.
La guardava incuriosito, con quel suo aspetto quasi ripugnante.
Poi si udì un tuono lontano e quello corse via, sparendo nella vegetazione.

[Lady Gwen]

Il tipo mi osservò, si avvicinò un po' ma restando a debita distanza.
Alla fine, scappò via impaurito da un tuono.
Oh beh...
Sospirai e mossi un passo fuori; lì, chiamai Elv più volte, perchè ora il tempo si metteva male e mi aveva davvero scocciata il suo comportamento.


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[Guisgard]

Gwen si decise a chiamare Elv, mentre il vento si faceva più forte.
Nel sibilo del vento si sentivano le grandi masse di vapore caldo che si spostavano, l'odore di salsedine, il fruscio più deciso delle onde ed un'infinità di versi e suoni sconosciuti.
Tra essi alla ragazza parve di sentire la voce di Elv.

[Lady Gwen]

Il vento era forte, scuoteva la vegetazione ed il canneto, producendo svariati suoni, insieme alle onde.
In mezzo a quel frastuono, mi sembrò di sentire la voce di Elv.
"Elv! Torna qui, il tempo si mette male!" urlai, sperando mi sentisse ed arrivasse subito.

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[Guisgard]

Gwen chiamò ancora, ma a rispondere ci fu solo l'ululato del vento.
Poi, dopo altre chiamate di lei, le parve di sentire davvero la voce di Elv.
Proveniva da oltre i canneti.
"Gwen..." diceva confuso nel vento "... Gwen..."

[Lady Gwen]

Sospirai e scossi la testa.
Sentivo solo il vento e lui non tornava.
Sentii poi che mi chiamava ancora.
Non volevo allontanarmi, ma non avevo scelta.
Così, mi inoltrai nel canneto, sperando di tornare subito e riuscire a scampare alla tempesta.

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[Destresya]

Arrivammo in superficie, e l'aria salmastra ci avvolse tutt'intorno.
Ci guardammo intorno e poi nella stessa direzione di Polos.
Vedemmo così una nave che si avvicinava.
"Aspettiamo visite, capitano?" gli chiesi.

[Guisgard]

Gwen allora lasciò il capanno e si avviò verso i canneti, mentre il vento soffiava più forte e le nubi avvolgevano tutto, rendendo scura ed impenetrabile la foresta.
A guidarla c'era la voce di Elv, che però ad un tratto parve mutare.
Sembrò essere un guaito, poi un latrato.
Infine dalla vegetazione sbattuta dal vento topicale apparve un animale.
Un cane scorticato in più parti del corpo, con la pelle che pendeva come se fose stoffa e ringhiava bavoso verso di lei.
https://thumbs.gfycat.com/ClearVictoriousCattle-max-1mb.gif

[Lady Gwen]

La cosa non mi faceva sentire affatto a mio agio, per nulla.
Era tutto reso così greve dal maltempo, buio, cupo, era inquietante, specie la foresta.
Per un po', sentii la voce di Elv, ma all'improvviso quella mutò in un guaito.
Un attimo dopo, vidi ciò che rimaneva di un cane terrificante e rivoltante ringhiare.
Urlai sconvolta e corsi, tornando indietro e ripercorrendo i miei passi, per allontanarmi più possibile da quella creatura immonda.

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[Guisgard]

"No, affatto." Disse Polos a Destresya. "Anzi, in queste acque non dovrebbe esserci nessuno." Guardando la barca col suo binocolo. "Mi chiedo cosa ci faccia qui..."
Poi un uomo apparve sul ponte della barca, che cominciò ad agitare le braccia in segno di saluto.
Nel frattempo, sul'isola misteriosa, Gwen aveva visto quel terribile cane che sembrava cadere letteralmente a pezzi davanti a lei.
La ragazza corse allora via, nella foresta, spaventata da quella visione.
Corse veloce, fra la vegetazione, fino a quando inciampò su una grossa radice.
Finì però fra le braccia di qualcuno, sentendo che veniva presa e stretta, così da non cadere sul terreno reso fangoso dall'umidità.

[Lady Gwen]

Corsi e corsi, continuai così, finché non inciampai in una radice, com'era successo prima.
Ci avrei lasciato la pelle, in questa foresta, continuando così...
Invece di cadere, però, mi sentii afferrare e riuscii a mantenere l'equilibrio, aggrappandomi a chiunque fosse.

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[Destresya]

"Che strano!" osservando la barca che si avvicinava.
Poi un uomo si mise a salutare.
"Beh se non altro non sono quei pirati moderni per derubarci, almeno, dubito che si mettano a salutare, no?" divertita "Non so, c'è qualche pesca strana da queste parti?" chiesi al capitano, pensierosa, guardando sempre la barca che si avvicinava.
Dopo il sogno mi aspettavo di tutto.

[Guisgard]

Era una presa salda, forte.
Come i muscoli del petto che Gwen sentì sulla faccia.
"Ehi..." disse Elv "... dove corri con questo tempo?"

[Lady Gwen]

La presa era salda e mi trattenne dall'impattare al suolo.
Era Elv e ringraziai che fosse lui, intanto perchè l'avevo trovato e poi perchè volevo evitare di essere ripresa da Ludwig per essermene andata in giro in quel modo.
Notai che la sua vicinanza mi faceva uno strano effetto, che prima non avrei mai avvertito.
Sbattei le palpebre un paio di volte e mi allontanai.
Poi, aggrottai la fronte.
"Dove corro? Dove corro?! Hai idea per quanto tempo ti ho cercato e chiamato, con la tempesta in arrivo?!" esclamai.
"Muoviamoci piuttosto! Voglio essere al coperto quando inizierà!" dissi sbrigativa, trascinandolo via da lì.

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[Guisgard]

Gwen ed Elv così tornarono al capanno, mentre il vento era sempre più forte e le palme, con i canneti iniziavano a danzare ed a scuotersi in balia della buffera imminente.
Una volta al capanno Elv bloccò la porta con una sedia, in modo che il vento non potesse aprirla e poi coprì col telo di un'amaca la finestra senza vetro.
"Così dovrebbe almeno ripararci un pò dalla pioggia imminente..." disse alla nipote, guardandola.

[Lady Gwen]

Tornammo al capanno appena in tempo e lui schermò la struttura come potè, per ripararci.
Annuii distrattamente, finendo poi per sedermi sulla branda.
Era stato tutto troppo improvviso, non avevo avuto il tempo per pensare a come comportarmi e come gestire la situazione.
Potevo solo improvvisare o sperare di tornare alla normalità, come se nulla fosse accaduto.

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[Guisgard]

"Dimmi..." disse Elv lasciandosi cadere sulla sua brandina "... hai intenzione di restare in silenzio a lungo? Perchè prima scappavi? Eri spaventata... perchè?"

[Lady Gwen]

Lo guardai mentre si stendeva sulla brandina.
"Avevo visto qualcosa di strano..." dissi solo.
Sul restare un silenzio a lungo, era un'idea, finché non avessi trovato qualcosa di meglio da dire o da dare.

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[Guisgard]

"E dimmi..." disse Elv fissando Gwen "... cosa hai visto? Uno degli strani abitanti di questo posto assurdo?"

[Lady Gwen]

"Era un cane... Terrificante... La pelle gli cadeva a pezzi..." mormorai "Mi ringhiava contro..." Aggiunsi poi, ricordando con orrore quegli istanti.
Mi chiedevo cos'altro nascondesse di terribile quest'isola, era un terrore continuo ad ogni angolo e continuavo a maledire quel bastardo che ci aveva buttati di nuovo a mare senza motivo.

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[Guisgard]

"Forse era malato..." disse Elv a Gwen "... fortuna che non ti ha morsa... non devi girare su quest'isola da sola... ormai è chiaro che è un posto maledetto... capitare qui è stato peggio del naufragio..." sbuffando.

[Lady Gwen]

Stavo per controbattere e specificare ancora che ero uscita apposta per cercare lui, che faceva lo sconsiderato fuori da qui con quel tempo inclemente, ma ci rinunciai e non obiettai, stendendomi sulla branda come al solito.
Ormai le giornate qui passavano tutte uguali, non aveva nemmeno senso rifletterci troppo.

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[Guisgard]

La barca era in realtà ferma in mezzo al mare, quindi era l'Ipazia che si avvicinava ad essa.
"Avrà avuto un guasto..." disse Roan indicando l'uomo sulla barca a Destresya.
Quando infatti l'Ipazia fu prossima a quella barca, uno dei marinai lanciò una cima e l'uomo sull'imbarcazione la prese, per poi legarla alla prua.
Così fu trainata ed avvicinata allo scafo dell'Ipazia.
Intanto, sull'isola misteriosa, la tempesta era ormai prossima.
Le palme sembravano quasi spezzarsi sotto la furia del vento ed i canneti venivano praticamente sdradicati, se non si spaccavano prima.
Onde sempre più alte presero ad infrangersi sulla spiaggia e i nuvoloni neri scendevano veloci sulle alture dell'isola.
Il capanno di Gwen ed Elv scricchiolava e cigolava sotto la furia della burrasca tropicale.
"Speriamo regga... mormorò lui "... se penso che potremmo restare qui per mesi, beh, mi sembra di impazzire..." sbuffò "... mi porterai il broncio ancora a lungo?" A sua nipote.

[Lady Gwen]

"Non possiamo fare altro..." commentai.
Ed era vero, anche se poco d'aiuto.
Poi lo guardai, alla sua domanda.
"Non lo sto facendo" dissi solo.
Beh, dopo il casino che lui aveva combinato, aveva una gran faccia tosta a dire una cosa simile di me.

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[Destresya]

Più che avvicinarci noi a loro, erano loro ad avvicinarsi a noi.
Poi... loro, era solo un uomo che si sbracciava.
Probabilmente era rimasto con un guasto in mezzo al mare.
Una bella fortuna.
Restai a guardare mentre attraccavano la barca per trainarla verso l'Ipazia e trarre in salvo il povero marinaio.
Anche se, con l'incubo così vivo ancora addosso, non mi aspettavo nulla di buono.

[Guisgard]

Fuori cominciava ad infurire la tempesta.
Enormi banchi di vapore venivano alzati dal monsone di levante, riempiendo l'aria di umidità.
Le raffiche di vento cominciarono a soffiare con vigore, scuotendo i giganteschi alberi che vegetavano sull'isola e sferzando con rabbia la primordiale folta vegetazione.
In lontananza il fragore delle folgori ed i boati dei tuoni annunciavano l'eccezionalità della tempesta, che sebbene usuale a quelle latitudini, è tuttavia ignota a noi del continente.
"Speriamo questo capanno regga..." disse Elv guardando il soffitto scricchiolante "... ho idea che resteremo qui per mesi... qundi che vuoi fare? Tenermi il broncio per tutto il tempo? Perchè non mi dici cosa pensi, Gwen?"

[Guisgard]

Gli uomini di Polos trainarono verso l'Ipazia quella barca, facendo poi salire a bordo l'uomo che vi ra sopra.Si trattava di un tipo di bell'aspetto e abbigliato con pantaloni larghi e camicia da marinaio.
"Grazie del soccorso, capitano..." disse questi a Polos "... avevo ancora scorte a bordo, ma non passano molte navi in questo tratto."
"Chi è lei?" Chiese il capitano.
"Mi chiamo Best..." il tipo salito a bordo "... sto facendo delle esplorazioni per conto dell'Istituto Geografico di Afragolignone."
Anche Destresya e Roan fissavano il nuovo arrivato.
https://www.sorrisi.com/wp-content/uploads/2015/10/tom-selleck-886x494.jpg

[Lady Gwen]

L'aria era pesante, quasi insostenibile, pur essendo all'interno e, complessivamente, al riparo.
Sbuffai, sentendo che lo ripeteva di nuovo.
"Si può sapere qual è il problema? Cos'hai da rimproverarmi stavolta?" dissi spazientita, fissandolo.
Cosa voleva che facessi, dopo ciò che era successo?

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[Guisgard]

"Ti ho solo chiesto cosa pensi..." disse Elv a Gwen.

[Lady Gwen]

Sospirai scuotendo la testa.
"Penso che siamo bloccati dentro questo capanno, per chissà quanto tempo, come se essere bloccati su questa isola per mesi non fosse già abbastanza" dissi, con un certo astio, nonché fastidio.
Il rombo dei tuoni era progressivamente più vicino e mi chiedevo quanto sarebbe durata.

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[Destresya]

Osservammo il superstite arrivare sulla nostra barca.
Sembrava inoffensivo, tutto sommato.
Un esploratore per conto dell'Istituto Geografico, beh che strano incontro.
Restai accanto a Roan a osservare la conversazione tra quel tipo e Polos.
E ora che avrebbero fatto, lo avrebbero tenuto così sulla nave?
Allora Polos non era poi arcigno come sembrava.
Probabilmente era solo una mia impressione.
"Benvenuto!" mi limitai a dire, giusto per cortesia.

[Guisgard]

"Già..." disse Elv "... beh, sarà meglio dormire, il tempo passerà prima..." a Gwen, per poi voltarsi su un fianco, chiudendo gli occhi.
La tempesta continuava a scatenare la sua furia sull'isola.
Il fantastico ciclone tropicale rivoltava il mare come un guanto, facendo infrangere onde gigantesche contro la spiaggia e sulle alte scogliere della baia.
Tuoni e fulmini illuminavano e squarciavano il muro di nuvole che si muoveva a velocità assurda sopra le ampie cime dell'isola, un tempo indomiti vulcani dalla cui lava nacque questo luogo oggi dimenticato.
https://images.wired.it/wp-content/uploads/2018/09/28181502/1538144101_uragano.jpg

[Lady Gwen]

Mi diede le spalle e provò a dormire, senza aggiungere altro.
Meglio così, in fondo.
Io feci lo stesso, girandomi su un fianco e provando a non fare caso alla tempesta che stava stravolgendo l'isola da cima a fondo.
Probabilmente, Elv sperava che tutto tornasse come prima, senza che nulla fosse mai accaduto, ma era un'illusione.

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[Guisgard]

"Grazie." Disse Best ringraziando tutti del benvenuto. "Dov'è diretta questa nave?" Chiese a Destresya, poichè Polos era andato a prua, dove uno dei suoi lo aveva chiamato visto la presenza di dense nuvole all'orizzonte.
Intanto, sull'isola senza nome, la tempesta infuriava col vigore che solo la natura sapeva dare ai suoi fenomeni.
"Ti è piaciuto?" Chiese all'improvviso Elv senza voltarsi. "Sincera." A Gwen.

[Lady Gwen]

Per un attimo, in mezzo a tutti quei boati ed il vento che minacciava di scoperchiare il capanno, credetti di aver immaginato la voce di Elv.
O forse, lo speravo.
Ma non era così.
L'avevo sentita davvero e non potevo far finta del contrario.
"Che differenza farebbe?" dissi io, con tono piatto.

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[Destresya]

Guardai il tipo con un sorrisetto divertito, poi scambiai un'occhiata con Roan.
"Oh questa nave è alla ricerca di una civiltà perduta migliaia di anni fa!" ridacchiando.
"Ma non si preoccupi, non dovrebbe essere pericoloso!" divertita.
"E lei, cosa stava cercando?".

[Guisgard]

"Affascinante." Disse Best a Destresya. "Decisamente." Sorridendo. "Io invece cercavo, per conto dell'Istituto Geografico di Afragolignone i resti di un impatto avvenuto 28.000 anni fa in questo punto. un asteroide caduto sulla Terra che stravolse questi mari."
Intanto all'orizzonte le nuvole si facevao minacciose.
Nel frattempo, sull'isola, la tempesta non dava tregua.
"Tu dimmelo, Gwen..." con tono basso Elv.

[Lady Gwen]

Ringraziai che ci fosse la tempesta a riempire quei vuoti, quei silenzi, quelle incertezze.
Senza, non sapevo come avrei fatto.
Il tono basso di Elv era perfettamente udibile, mentre ci davamo ancora le spalle.
Respirai a fondo un paio di volte, richiamando a me tutte le sensazioni provate in quel breve momento.
Difficilmente avrei potuto dimenticare la sensazione delle sue labbra calde e morbide sulle mie, anche sforzandomi.
"Sì..." mormorai, ammettendo qualcosa che non avrei mai voluto dire, perchè sapevo che era sbagliato, ma non potevo mentirgli.

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[Guisgard]

Trascorse un lungo silenzio, rotto solo dal boato di un fulminie che cadde vcinissimo al capanno.
Elv non disse nulla, rstando girato sul fianco.
Gwen sentiva lo sroscio selvaggio della pioggia battente e le goccioline che penetravano dal tetto irregolare del capanno.
La tempesta durò circa 2 ore, poi si calmò ed un sole fammeggiate squarciò le nuvole lontane.
https://images.centrometeoitaliano.it/wp-content/uploads/2015/06/25/Cieli-rossi-al-tramonto-cosa-da-queste-particolari-sfumature-allorizzonte.jpg?v=1.13

[Lady Gwen]

Elv non rispose, non disse nulla, lasciando che fossi io l'unica ad espormi.
La tempesta durò due ore abbondanti.
Alla fine, tutto cessò e divenne limpido, sgombro, come se 1uel tempo orribile non ci fosse mai stato.
Uscì perfino il Sole, che al tramonto incendiò il cielo di fiamme scarlatte, tanto che mi alzai e mi avvicinai per vedere quello spettacolo mozzafiato.

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[Guisgard]

Gwen si avvicinò alla finestra, godendosi quel bellissimo spettacolo.
Il Sole fiammeggiante illuminava col suo velo purpureo l'orizzonte sterminato, fltrando dai banchi nuvolosi ormai scarichi del loro vigore.
Il profilo frastagliato della costa scendeva ora dolce, ora più selvaggio, fra le forme dei palmeti e dei bambù giganti, tra selve labirintiche di rampicanti che crescevano senza regole e limiti lungo le pendici delle alture.
Il mare ora appariva più calmo, schiumoso e denso, di un colore indefinito, figlio del giorno ormai morente l'imminente notte.
Ad un tratto Gwen sentì il corpo caldo e saldo di suo zio raggiungerla.
I suoi lunghi capelli rossi ora si aggrappavano alla camicia crespa e stropicciata di Elv, avvertendo il respiro vigoroso alle sue spalle.
"Meraviglioso..." disse soltanto suo zio, guardando il tramonto tropicale.

[Lady Gwen]

Anche la visuale era più chiara, il profilo della costa era di nuovo visibile, apparendo come una sagoma nera e sbeccata davanti al tramonto e l'acqua scivolava come l'olio fino alla riva, acceso come il cielo.
Sentii che lui si avvicinava a me, sentii il suo corpo caldo e stabile a contatto con la mia schiena e quelle sensazioni mi mandarono in fibrillazione.
Non capivo come avesse fatto quel rapido bacio a sconvolgermi all'improvviso, ma era davvero notevole, non c'era alcun dubbio.
"È ancora più bello, dopo la tempesta..." commentai.

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[Guisgard]

"Si..." disse Elv pianissimo, restando col petto contro la schiema e la testa di Gwen, mentre entrambi ammiravano quel meraviglioso tramonto nei cieli australi "... per quanto qust'isola sia persa nel nulla, ha delle meraviglie incredibili..." iniziando lentamente ad intrecciare un dito fra le ciocche di sua nipote.
Ciocche che il riflesso fiammeggiante del Sole rendeva di un rosso vivo, assoluto, profondo.
Come la magia di quel tramonto ai tropici.

[Lady Gwen]

Accennai un sorriso al suo sussurro, mentre rimanevo appoggiata al suo petto dietro di me, come fosse un porto sicuro.
Intrecciò poi un dito fra i miei capelli e continuò.
"Non mi hai detto se a te è piaciuto" mormorai, senza voltarmi.

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[Riku966]

Non sapevo quanto potesse essere considerata una vacanza, quella che avremmo vissuto, specie poiché Gobbo, che aveva completamente ignorato la mia domanda sul suo nome, non era armato.
"Questo potrebbe essere un bel problema." dissi osservandolo "Sì, mi farebbe comodo un alleato che sappia come difendersi, altrimenti divento la sua babysitter!" risposi ironica "Ok, cerca di starmi vicino e non fare stupidaggini." con quelle parole, mi incamminai verso la foresta, dove si trovava l'uomo che stavo cercando.

[Altea]

"Ho una strana sensazione Milo" stringendo con la mano il suo braccio "Guarda che strane nuvole sull'Isola e poi sia sbucata dal nulla..no qualcosa mi dice quell'Isola non è sicura".

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[Destresya]

Il mio intento era non essere presa sul serio, e invece questo mi aveva preso sul serio?
O fingeva? Beh, non mi importava sinceramente.
"Accidenti, cerca qualcosa di ancora più antico di noi, incredibile!" divertita.
"Sembra molto interessante come cosa..." incuriosita, mio malgrado.
Più si andava indietro nella storia, e più mi si drizzavano le antenne.

[Guisgard]

"Si..." disse con tono basso e caldo Elv, senza smettere di giocare fra i capelli di Gwen "...molto..." spostando con una carezza alcune ciocche dal collo della nipote, iniziando a sfiorarlo pianissimo con le dita.
Tutto ciò mentre il purpureo e primordiale tramonto di quelle latitudini esotiche e misteriose tingeva tutto col suo vigore.



Gobbo rise piano.
"Beh, per prima cosa cerchiamo di capire in che posto siamo e quali pericoli potrebbe celare." Disse a Queennie. "Per esperienza so che in una jungla tutto è vivo, tutto è commestibile... compreso noi." Guardandosi intorno.
Il terreno era fangoso e molle, per via della tempesta appena terminata.
"Non ho mai visto una vegetazione simile..." mormorò Gobbo.
Infatti piante, alberi, persino fiori e frutti, perlopiù sconosciuti al mondo civilizzato, erano di dimensioni notevoli.



"E' soltanto un'isola..." disse Milo ad Altea, con aria e tono rassicuranti "... ce ne sono tantissime, non temere." Facendole l'occhiolino.
Intanto alte e minacciose nuvole si addensavano velocemente su quel tratto di nave.
Dall'isola infatti si stavano spostando nella direzione del panfilo.
Il capitano aumentò l'andatura,affinchè non si ritrovassero nell'occhio di quella burrasca.

[Guisgard]

"Purtroppo non credo che sia rimasto molto di quel meteorite." Disse divertito Best a Destresya. "Ma le tracce che cerco sono nella stratigrafia dei fondali di questi mari... capire così l'imputo evolutivo risalente al periodo dell'impatto e poi a quello subito successivo ha subito mutamenti. Ad oggi sono certo o quasi che l'impatto abbia portato all'estinzione di almeno 600 specie di alghe e molluschi."

[Lady Gwen]

Il suo tono basso mi provocò dei brividi istantanei, improvvisi, come il suo tocco sul mio collo, altri brividi.
Era incredibile come nel giro di poche ore una situazione si fosse totalmente capovolta.
Non capivo come fosse stato possibile, era davvero impossibile da credere.
Accennai un sorriso anche se dovevo trattenere tutte quelle sensazioni che mi provocava.
"Beh è andata bene a entrambi, allora..." Dissi piano, cercando qualcosa da dire per non rimanere in silenzio.

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[Riku966]

Se non avessi saputo che fosse impossibile, avrei detto di trovarmi nel Paese delle Meraviglie, con tutta quella vegetazione dalle curiose dimensioni.
Sarebbe stato interessante capire cosa l’avesse effettivamente fatta crescere così tanto.
“Sì, hai ragione. Dubito anche che una pistola possa esserci di grande aiuto.” dissi continuando ad osservare la giungla, per poi compiere qualche passo avanti alla ricerca di un qualche percorso o segno che mi permettesse di capire come muovermi.

[Guisgard]

"Shhhhhh..." disse pianissimo Elv a Gwen, senza smettere di accarezzarle il collo.
Poi chinò il capo e vi posò sopra le labbra, iniziando a baciare la pelle nuda della nipote, schiudendole e succhiando lento.
Lei sentiva la bocca di suo zio che scivolava pianissimo sul suo collo.



Gobbo e Queennie avanzavano in quella vegetazione selvaggia e primordiale, trovando a stento punti in cui appoggiare i piedi, visto che il terreno fangoso in alcuni punti sembrava volerli inghiottire.
"Attenzione, potrebbero esserci sabbie mobili..." disse lui "... dammi la mano, così in caso di bisogno ci aiuteremo a vicenda..." porgendole la mano.

[Lady Gwen]

Mi zittii all'istante e mi sentii morire quando avvertii le sue labbra sul mio collo.
Chiusi gli occhi e dovetti quasi trattenere i gemiti.
Era qualcosa di leggero, ma ardente e non volevo che finisse, proprio mai.
Non mi sentivo a posto con la coscienza, ma non ce la facevo a sottrarmi.

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[Destresya]

In realtà, di geologia e compagnia bella non ci capivo niente.
Però una catastrofe in quella zona poteva spiegare molte cose.
"Per noi sono date troppo antiche, ma nelle fonti potrebbe esserci traccia di un cataclisma di molto successivo.." dissi, o meglio, pensai ad alta voce.
"Possiamo offrirle qualcosa, signor Best?" chiesi, sempre per essere gentile.

[Guisgard]

"Si, certo." Disse annuendo Best a Destresya. "Volentieri, grazie."
In quel momento si udirono le voci concitate dei marinai e del capitano Polos.
Intanto, sull'isola, davanti alle ultime luci di un tramonto che pareva voler dare fuoco al mondo, Gwen si godeva le labbra di suo zio sul collo.
"Vuoi che mi fermi? Che smetta?" Disse con la bocca sulla pelle di sua nipote.

[Destresya]

Ci saremmo inventati qualcosa da mangiare, ma ci sarebbe venuoto in mente qualcosa.
Ma non ebbi il tempo di fare la padrona di casa che sentimmo dei mormorii dal ponte.
"Andiamo a vedere che succede!" dissi ai due uomini, e mi avviai dove c'era Palos.

[Lady Gwen]

A fatica sentii ciò che mi diceva.
Poi mi sforzai di rispondere.
"No..." sussurrai pianissimo, tanto che quasi non mi sentii.

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[Riku966]

L’isola cominciò a rivelarsi non poco inospitale, e non osai immaginare a quali altre trappole naturali avremmo dovuto fare fronte.
“Sabbie mobili nella giungla?” domandai facendo attenzione a dove mettere i piedi, il terreno fangoso poco aiutava a mantenere l’equilibrio.
Accettai, quindi, la mano di Gobbo, sperando non ci trovassimo a cadere insieme.
“Grazie, può essere una buona idea!”

[Altea]

Tutto accade improvvisamente, sembrava quell' Isola venisse verso di noi o qualcosa di strano ci attirasse verso di lei.
Le nubi erano sempre più minacciose e sembrava un improvviso ciclone si abbattesse su di noi.

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[Guisgard]

Elv si fermò un istante, per ascoltare la risposta di Gwen.
Sorrise pianissimo e poi riprese a succhiarle il collo, a baciarlo, tenendo sua nipote stretta a lui, con la schiena contro il suo petto muscoloso.
La ragazza sentì la mano salda e forte di suo zio cingerle il fianco, per poi stringere la stoffa del suo vestito fra le dita.



Le nubi erano sempre più vicine e minacciose, mentre l'isola sembrava attirare il panfilo verso di essa.
Chi ha navigato oltre i meridiani dei tropici ben conosce la forza dei cicloni tropicali e di come in pochi istanti sanno mutare il tempo.
Infatti in pochi istanti il cielo si fece scuro ed impenetrabile, con un mare sempre più grosso e gonfio.
"Signori, forse sarà meglio che andiate tutti sottocoperta." Disse il capitano a tutti loro.
"Si, meglio scendere nelle cabine." Milo guardando Altea negli occhi.

[Lady Gwen]

Avevo tenuto che si fosse davvero fermato, ma riprese subito e fu sempre più intenso, man mano che continuava.
Stringeva i miei fianchi ed i miei vestiti, mentre io stringevo ancora di più le sue braccia attorno a me.
Qualcosa era divampato fra noi, come l'incendio improvviso del tramonto nel cielo tropicale davanti a noi.
Era un turbine di sensazioni uniche e le assaporavo tutte, una per una.

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[Guisgard]

Tutti si andarono a prua, dove il capitano scrutava l'orizzonte.
"E' un ciclone." Disse Best. "Si muove verso levante. Se saremo fortunati ci prenderà con la coda."
"Questo basterà a farci ballare parecchio." Fece Polos.
"Quindi cosa conviene fare, capitano?" Roan. "Sarà il caso di tornare indietro?"
"Non abbiamo tempo per invertire la rotta." Best guardando le nuvole minacciose, mentre il mare era più agitato.
"No, viri tutto a babordo, capitano." Arrivando Pico, restando poi accanto a Destresya. "C'è un'isola non lontano da noi. Nessuna mappa la segnala, ma c'è."



Gobbo prese la mano di Queennie, facendole sentire la sia presa salda.
I 2 così avanzarono su quel terreno fangoso che in alcuni punti portava le gambe a sprofondare fin quasi al ginocchio.
Con l'aiuto dei rami che pendevano dagli alberi chini verso il suolo, o con i rampicanti che oscillavano dalle piante gigantesca della jungla.
Ad un tratto i 2 udirono strani rumori.
"Sembrano..." disse Gobbo "... si, sembrano tamburi, o comunque qualcosa del genere..."

[Guisgard]

Le labbra di Elv era calde, avide e non sembravano voler smettere di scivolare in modo sensuale sul collo di Gwen.
La ragazza sentì allora la mano di suo zio scendere, svivolare in basso, fra le pieghe del vestito di lei, fino a stringere il lembo della gonna.
Senza smettere di baciare e succhiare il collo di sua nipote, Elv iniziò a sollevare lentamente la veste, cominciando ad accarezzarle allora la coscia liscia e morbida della ragazza.

[Destresya]

Ecco, ci mancava anche il tifone!
Alzai gli occhi al cielo e scossi la testa.
Ma possibile che la mia ricerca non poteva andare liscia come l'olio?
No, figurarsi, anche il ciclone, tifone, quel che era.
Per me era tutto un mondo sconosciuto quindi me ne rimasi in silenzio mentre gli uomini parlavano.
Alla fine arrivò Pico a risolvere la questione dicendo che c'era un'isola.
"Davvero?" incuriosita "Beh sembra l'unica soluzione, potremmo andare!" annuii.

[Lady Gwen]

Non sapevo se fosse lui a rendere tutto questo fantastico, probabilmente sì, ma sentivo la testa girare, al ritmo dei suoi baci e delle sue carezze.
Sorrisi appena poi, quando iniziò ad accarezzarmi la gamba.
Io affondai la mano nei suoi capelli neri, che mi accarezzavano la pelle della spalla e del collo, insieme alle sue labbra, sospirando silenziosamente.

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[Altea]

Scendemmo e dissi a Milo "Vengo nella tua cabina, lo avevo detto io...ho navigato molto per mare, speriamo bene, ma se andiamo vicino al ciclone...beh, non oso nemmeno immaginarlo" guardandolo e cercando di mantenere la calma.

[Guisgard]

Pico sembrava sicuro di sè e di ciò che diceva.
Perciò Polos non perse tempo e fece virare l'Ipazia seguendo le indicazioni e le coordinate di Pico.
Il mare era ormai parecchio agitato e onde sempre più grandicominciarono a far sussultare la nave, rendendo dfficile, se non quasi impossibile riuscire a stare in piedi senza doversi appoggiare a qualcosa di stabile.





Milo aveva condotto Altea, come lei aveva chiesto, nella sua cabina.
Il panfiolo cominciava a sussultare e restare in piedi era complicato ora.
Lui la fece sedere, poi spostando i lunghi capelli dalle sue spalle cominciò a massaggiarle pianissimo il collo.
"Sei tesa, Altea..." disse Milo massaggiandola dolcemente "... cosa ti preoccupa? Sembri parecchio inquieta..."

[Guisgard]

Gwen era tutta contro il corpo di Elv, con la schiena stretta contro il petto di lui, mentre le baciava il collo con fare sempre più caldo, intenso, tenendo i suoi lunghi capelli fermi di lato con la mano destra.
Con quella sinistra invece era scivolato sotto la sua gonna, accarezzandole la coscia e salendo sempre più su.

[Destresya]

La barca virò a una velocità tale che solo il mio istinto di sopravvivenza che mi spinse ad attaccarmi alla prima cosa che mi capitò a tiro mi fece restare in piedi.
Poco male, ero viva e la barca dritta, erano cose positive.
Chissà che cosa sapeva Pico di quell'isola fuori dalle mappe.
Era tutto troppo strano!

[Altea]

Mi sedetti e sentii le sue mani calde sul mio collo, mi lasciai andare e mi tranquilizzai a quel massaggio ma soprattutto dal calore della sua mano.
"Che non arriveremo tutti su quella nave...e mi auguro di sbagliare" mentre presi la sua mano e la baciai "Eh si...ora ci vorrebbe una nave volante" sorridendo appena.

[Guisgard]

L'Ipazia fendeva onde sempre più alte e violente, avanzando con la sua prua in un mare divenuto di colpo avverso.
Il vento si abbatteva sulle acque con un vigore primordiale, mentre le nubi nel cielo si rincorrevano ad una velocità impensabile.
Ma l'pazia era una nave abituata a solcare i mari più pericolosi ed a sfidare burrasche di ogni genere.
"Teniamoci alle pareti..." disse Roan a Destresya, mentre oggetti e sedie si spostavano a destra ed a sinistra.
L'Ipazia impiegò un'ora circa ad attraversare la tempesta, arrivando poi a scorgere, finalmente, l'isola di cui parlava Pico.
https://rccl-h.assetsadobe.com/is/image/content/dam/royal/data/ports/bora-bora-french-polynesia/things-to-do/bora-bora-french-polynesia-view-of-mount-otemanu.jpg?$472x300$

[Lady Gwen]

La sua mano continuava a salire ed il mio corpo era in contrasto, continuava a sciogliersi ed irrigidirsi.
Era uno però il desiderio che avevo, impellente: cercai allora il suo viso e gli rubai un bacio.
Avevo bisogno di riprovare quelle sensazioni, di approfondirle e avevo aspettato troppo a lungo.

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[Guisgard]

"Una nave volante..." disse sorridendo piano Milo, senza spettere di massaggiare il collo di Altea "... sei così sognante? Una nave volante... cos'ìé Il desiderio di volar via?" Spostando i lunghi e biondi capelli di lei su un lato, facendoli scendere come pendagli sulla spalla. "Magari non sarà male il soggiorno su quell'isola... sai che ho l'hobby della fotografia? Mi piacerebbe, durante le paura fra una ripresa e l'altra, farti qualche scatto... giocare un pò a fare Fidia, il mitico artista greco che nei volti di mille ragazze cercava lo sguardo della dea da scolpire..."

[Altea]

Alzai lo sguardo verso di lui "Ma io sono stata molto su una nave volante, anzi sono arrivata con quella non lo sai? Non sto scherzando".
Ascoltai le sue parole, ero curiosa sapere cosa erano queste fotografie "Certamente, ma basta cerchi lo sguardo della tua dea solo su una....io!"

[Guisgard]

Gwen si voltò, per dar sfogo a quelle sensazioni travolgenti.
Si voltò e cercò la bocca di Elv, trovandola.
Allora si incatenarono l'una all'altro, in un bacio caldo e profondo.
Si baciarono quasi con rabbia, con furia, come se dopo quel bacio il mondo interopotesse andare in malora.
Come se non ci fosse altro, oltre quel bacio.





Milo sorrise, senza smettere di muovere le sue mani sul collo nudo di Altea.
"Facciamo un gioco..." disse "... su quell'isola cercheremo le antiche tradizioni degli indigeni, se vi sono... tradizioni attraverso le quali un uomo giura ad una donna che esiste soltanto lei... magari ci sarà un pegno... chissà, forse trovare un tesoro... un antico forziere di dobloni Afragolignonesi... oppure soltanto un fiore... raro e dai rari colori, che cresce solo su quell'isola..." parlando vicinissimo all'orecchio di lei "... basta tutto ciò per sentirsi una dea?"

[Destresya]

Cercai di tenermi meglio che potevo, Roan mi consigliò di attaccarmi al bordo e così feci.
Restai lì, a cercare di non cadere, ma era difficilissimo.La burrasca imperversava.
Finché non scorgemmo l'isola.
"Eccola!" esclamai indicandola.
"Sembra bellissima" visibilmente stupita.

[Altea]

Alle sue parole ebbi un sussulto "intrigante" risposi "Magari ci sono davvero degli indigeni e loro stessi saranno i testimoni del pegno d' amore...un Fiore da dei colori particolari...magari il famoso Fiore Azzurro .... chissà...sai si dice
sconfigga la Gioia dei Taddei..semmai veramente esiste...ci sto...mi intriga sai?".

[Lady Gwen]

Rispose al mio bacio con furia, con rabbia quasi.
Non comprendevo del tutto la natura di questi sentimenti, ma in questo momento non mi importava.
Qualsiasi cosa sarebbe potuta sparire in quegli attimi.
Sfogavo tutto il mio desiderio senza freni, lo volevo troppo per impormi dei limiti.

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[Guisgard]

Destresya e gli altri videro quell'isola.
Sembrava come ermersa all'improvviso dal mare e dalle nubi alzatesi di colpo dopo la tempesta.
La vegetazione la ricopriva totalmente, donandole un profilo selvaggio ed ancestrale.
L'Ipazia si avvicinava velocemente e l'acqua gialla e salmatra gorgogliava intorno allo scafo della nave.
Poco dopo entrò nella baia dell'isola senza nome.





Milo rise.
"Chissà, magari hai ragione tu e la maledizione esiste davvero..." disse pianissmo ad Altea, continuando a massaggiarle il collo "... così quel fiore sarà la mia sola salvezza... dopotutto un pò è così, no? Se non dovessi conquistare il tuo cuore con quello, beh, allora preferirei davvero finire nelle grinfie della maledizione..."
Il panfilo sussultò di nuovo, in modo più brusco.
"La tempesta non da tregua..." lui guardando l'oblò, sul quale schizzava la schiuma delle onde.

[Guisgard]

Gwen ed Elv si lasciarono andare a quel acio, abbandonandosi al vigore di ciò che sentivano.
Ma quel momento fu interrotto da qualcuno che bussò alla porta.

[Altea]

Mi rabbuiai un pò a quelle parole "Tu sei l' ultimo erede dei Taddei" lo avevo capito in qualche modo "Non devi parlare così, mi sentirei in colpa...però si, se troviamo quel Fiore sei salvo e poi...chissà...magari poi scomparirò".
Già non avevo mai pensato che sarei tornata a Corte e non avrei più rivisto Milo, e quando riavrei visto Guisgardi?
No...ora non volevo pensarci..."Si, il panfilo sussulta molto forte....siediti vicino a me...ma davvero non ti sei mai davvero innamorato?" ero curiosa ma non per gelosia "Cosa hai provato quando mi hai vista?".

[Lady Gwen]

Avevo dimenticato ogni cosa, quelle due intere ore in cui la tempesta aveva rivoltato l'isola sembravano non esserci mai state.
C'eravamo solo noi ed il nostro desiderio, adesso.
Mi sembrò quasi un rumore strano quando bussarono alla porta.
Mi fermai cercando di realizzare, prima di allontanarmi da Elv con un sospiro ed andare ad aprire, immaginando fosse Ludwig.

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[Destresya]

Un ciclone, un'isola sconosciuta.
C'era del materiale per fare di quella ricerca un libro di avventuta.
Cercai di sopravvivere durante tutte le manovre, finchè non entrammo nel porto dell'isola, che sembrava molto accogliente.
Ma non potevamo Comunque restare lì per semrpe!

[Guisgard]

Milo si sedette accanto ad Altea, guardandola negli occhi.
Ma prima che potesse rispondere alle domande di lei, qualcuno bussò alla porta del cabina.
"Milo..." disse da fuori Louis "... vieni sul ponte... è urgente!"
Milo sbuffò seccato per quell'interruzione.

[Altea]

Stava per confessarsi ma arrivò Louis "Louis se dice è urgente, è urgente...meglio andare a vedere, riprenderemo il discorso" baciandolo sulle labbra.
Mi alzai per andare a vedere con Milo che stesse accadendo.

[Riku966]

La presa di Gobbo fu salda e mi aiutò a non cadere in quel terreno così fangoso e instabile.
Procedemmo con cautela, fin quando, ad un tratto, non sentimmo il suono di tamburi.
“Ho sentito.” risposi osservando davanti a me “procediamo con cautela!” aggiunsi cercando di avanzare un poco, facendo più silenziosamente possibile.

[Guisgard]

L'Ipazia entrò nella baglia e si avvicinò fino alle scogliere che racchiudevano una conca coperta da canneti.
"Oltre non possiamo proseguire" disse Polos a tutti quelli a bordo "o finiremo per incagliarci in qualche banco di sabbia temo."
"Quindi, cosa faremo?" Roan.
"Aspetteremo qui fino a quando il tempo non volgerà al bello." Rispose il capitano.
"Io nel frattempo voglio scendere a visitare quest'isola." Fece Pico, per poi guardare Destresya e tutti gli altri.





Quei rumori riempivano l'aria.
Sembravano proprio tamburi.
"Forse appartengono a qualche tribù indigena che abita su quest'isola..." disse Gobbo a Queennie "... direi però di essere cauti, a queste latitudini gli indigini possono essere ostili..." tenendo in mano la pistola.
Poi lui fece cenno a lei di proseguire, seguendo quei suoni.
Percorsero un bel tratto di quella jungla, fino a raggiungere una conca ricoperta dal felci gigantesche, dai cui rami pendevano frutti simili a cocomeri, ma dalla buccia di un verde quasi fosforescente.
Superata quella conca, i 2, si ritrovarono davanti uno spettacolo incredibile.





Gwen aprì la porta e trovò Ludwing.
"Volevo sapere se stava bene." Disse sorridendo. "Le tempeste da queste parti sono un bel pò rumorose."
"Qui va tutto benissimo." Avvicinandosi Elv.





Milo e Altea salirono sul ponte con Louis e videro ciò che gli altri stavano fissando.
Un'isola sconosciuta in mezzo al mare, come se fosse sorta dalla tempesta stessa.
https://latteluxurynews.com/wp-content/uploads/2019/07/Mount-Otemanu-Bora-Bora.jpg

[Lady Gwen]

Infatti, era Ludwig.
"Sì, abbiamo avuto modo di sentirlo, ha rivoltato tutta l'isola..." con un risolino silenzioso.
Sentii poi Elv avvicinarsi.
Dentro di me Risi, a quella scena, soprattutto perché capivo che quel sentimento era già da qualche parte da molto tempo.
"Stiamo bene" annuii a Ludwig.

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[Riku966]

Procedemmo con cautela, con i rumori in sottofondo a guidarci nella giungla.
"Le tribù indigene possono essere molto pericolose... facciamo attenzione." suggerii senza mollare la mano del ragazzo.
Avanzammo in quella bizzarra giungla, giungendo in una conca ricoperta di vegetazione. Le piante erano di dimensioni decisamente grandi, ben lontane da quelle che comunemente avrebbero dovuto avere. Le bucce della frutta erano di un verde fosforescente, quasi vivo.
"Dico un'ovvietà se suggerisco di non mangiare assolutamente quei frutti?" domandai con un velo di sarcasmo, cercando di scacciare il moto di tensione che stavo provando.
Non ci fermammo troppo, proseguendo nel nostro cammino fin quando, ad un certo punto, non ci trovammo davanti ad uno spettacolo che mi fece sussultare di stupore.

[Altea]

Salimmo sul ponte ed apparve un'isola "È come se per raggiungerla si debba resistere al ciclone. Che mare, che colori...eppure non esiste nelle carte nautiche..che strano".

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[Guisgard]

"Bene, volevo accertarmene." Disse Ludwing accennando un freddo sorriso.
Guardò Gwen e mosse il capo in un segno di assenso.
"Torno alle mie cose." Ed andò via.
"Premuroso." Commento Elv quando l'altro era andato via.





"Beh, magari questi frutti non saranno velenosi" disse divertito Gobbo a Queennie "ma chissà che non nascondano altri segreti... ho udito una volta da un vecchio nostromo in un'emporio di Cappao che gli indigeni di certe isole usano dei frutti come afrodiasici... quindi attenta..." punzecchiandola.
Ma un attimo dopo, superando alcune foglie larghe di un ggantesco cespuglio, i 2 si ritrovarono davanti ad uno spettacolo incredibile.
Le risposta al suono di tamburi era ora davanti a loro.
Si trattava di una gigantesca muraglia di tronchi d'albero legati l'uno all'altro, formando così una ciclopica barriera che da costa a costa sembrava dividere in 2 l'isola.
E decine e decine di indigeni cantavano e danzavano davanti alla titanica porta della muraglia.
https://i.pinimg.com/originals/e7/4d/34/e74d34e0dc18a6b2a9ac8784720e0f8a.jpg

[Guisgard]

La tempesta sembrava calmarsi ed ampi squarci d'azzurro si aprivano nel cielo, pecchiandosi in un mare che pareva aver sfogato il punto più alto del suo furore.
L'isola appariva fra le onde ora più calme, tutta ricoperta da una fitta vegetazione.
"Però sembra un luogo magnifico..." disse Louis ad Altea.
"Si, un angolo paradisiaco di mondo." Annuendo Milo.
"Meglio se le mappe non sanno che esiste." L'avvocato. "Vuol dire che è sconosciuta, quindi è l'ideale per farci lavorare." Compiaciuto.
"Si, concordo." Fece il regista.
Così il panfilo puntò diritto verso l'isola, raggiungendola poco dopo ed arrivando a delle scogliere basse, da cui si poteva accedere alla vicina spiaggia.
"Voglio scendere a terra" Milo deciso "e scoprire qualcosa di questo posto. Così tra una ripresa e l'altra sarà una bella vacanza." Guardando Altea e facendole l'occhiolino.

[Lady Gwen]

Annuii sorridendo.
"Buona giornata" dissi, prima che andasse via.
"Sei geloso" dissi ad Elv, con aria divertita.
Perchè era decisamente così, si vedeva.

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[Guisgard]

"Geloso..." disse Elv guardando Gwen "... io? Di chi? Di quel tipo? E perchè mai?" Fissandola. "Sei mia nipote, no?" Avvicinandosi alla ragazza con un vago sorriso.

[Altea]

Ma si..forse mi era davvero sbagliata..o era una bellezza effimera? Il mare era cristallino, dai vari toni di azzurro, blu e verde e la sabbia sembrava fine e bianca.
Osservai Milo "Già..magari una vacanza non è male..ma ricordati degli indigeni" ridendo lo presi per mano "Scendiamo?"

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[Lady Gwen]

Scossi la testa con un sorriso.
"Non era una domanda. Sei geloso" affermai ancora, divertita.
Poi, senza girarci troppo intorno, lo baciai ancora.
Non potevo farne a meno ormai, era una tentazione continua che dovevo assecondare.

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[Guisgard]

"Magari quest'isola è anche disabitata." Disse Milo ad Altea, con un sorrosi divertito.
La prese per mano e lasciarono il panfilo.
Anche Louis, il regista ed altri della troupe lasciarono l'imbarcazione per scoprire quell'isola.
Dagli scoogli Milo ed Altea scesero fino alla spiaggia.
La sabbia era finissima e chiara, l'odore di salsedine impregnava l'aria ed alte palme oscillavano ora dolcemente alla brezza marina, ultimo alito della tempesta ormai svanita.
"La vegetazione è così strana qui..." osservò Louis "... mai visto nulla di simile..."
"E' un luogo tutto da scoprire." Sorridendo Milo. "Non aspetta altro che mostrarci le sue meraviglie."
Ma qualcuno, celato dalla folta vegetazione, li osservava.
https://media.istockphoto.com/videos/scared-eye-looking-everywhere-creepy-background-video-id104098469?s=640x640

[Altea]

Annuii alle parole di Milo.."Sarebbe peggio se fosse disabitata non pensi? Mangiare e altro? Vivremmo come naufraghi" .
Milo e Louis parlavano affascinati ma io mi guardavo lontano, poi udii un fruscio leggero dalla vegetazione e mi voltai di scatto a guardare.

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[Guisgard]

Elv non esitò per nulla, accogliendo fra le sue braccia Gwen e aciandola con la stessa passione che aveva mostrato poco prima.
Lei sentiva le labbra di suo zio e la sua lingua che la facevano impazzire.
Lui sapeva baciare bene ed i suoi baci mostravano, tradivano e svelavano quanto lui fosse attratto da sua nipote.
La baciava, la stringeva e le faceva sentire e sue mani che scivolavano ovunque sul corpo di lei.
"Io" disse Elv con vace bassa e calda, dopo aver staccato appena le sue labbra da quelle di Gwen "sono pazzo di te..." con i suoi occhi neri fissi, penetranti in quelli verdi di lei.




Altea si voltò di scatto.
Aveva avuto la netta sensazione che qualcuno li spiasse.
Aveva avvertito la presenza di qualcuno.
Ma guardando verso la ricca vegetazione che circondava la spiaggia non scorse nessuno.
"Ehi, tesoro..." disse Milo accorgendosi di quel movimento di lei "... tutto bene?" Spostandole una ciocca ribelle di capelli che umida si era attaccata al suo viso.

[Altea]

Non c'era nessuno, poi sentii la mano di Milo "Si tesoro, solo che avevo sentito uno strano rumore dalla vegetazione ma forse era solo la brezza " accarezzando la sua mano.

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[Destresya]

L'isola sembrava sempre più vicina, anche se non si poteva attraccare ancora con la barca.
Avremmo dovuto aspettare.
Pico però non era affatto dell'idea, infatti decise di scendere lo stesso.
"Beh, se non le dispiace mi piacerebbe accompagnarla, non capita tutti i giorni di poter esplorare un'isola fuori da ogni mappa!" dissi.

[Lady Gwen]

Mi baciò con la stessa travolgente passione di un attimo prima, sentivo le sue mani ovunque ed il suo desiderio intenso come il mio.
Erano emozioni e sensazioni che continuavo a scoprire, come scoprivo il suo petto ed il suo viso con le mie mani.
Sentii che separava le sue labbra dalle mie e vidi i suoi occhi scuri, profondi, fissi nei miei.
Non mi era mai sembrato così bello come in questo momento.
"Come cambiano in fretta le cose, eh?" dissi piano, divertita.

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[Guisgard]

Milo spostò i suoi occhi azzurri verso le palme che circondavano la spiaggia, poi sui cespugli giganti dalle strane ed esotiche bacche colorate che da essi spuntavano, senza però notare nessuno.
"Forse quest'isola, spuntata all'improvviso, ti avrà messo un pò di ansia..." disse ad Altea, mentre lei gli accarezzava la mano "... non temere, siamo in tanti e poi ci sono io, no?" Facendole l'occhiolino.
"Forza scediamo a terra l'attrezzatura e cominciamo amontare il set..." il regista "... voglio cominciare subito le riprese." Agli uomini della troupe.

[Altea]

Osservai i suoi occhi azzurri scrutare la vegetazione, degno del suo antenato.
"Si..ci sei tu..e sono al sicuro,con un Taddei vicino si è sempre al sicuro" baciandogli la mano.
"Noto che il regista ha fretta di girare la scena e noi non l'abbiamo ancora studiata" ridendo.

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[Guisgard]

"Certamente, professoressa." Disse Pico, guardando Destresya attraverso i suoi impenetrabili occhiali scuri.
Così l'uomo si preparò ed attese che anche lei fosse pronta.
Polos fece calare un canotto in acqua e vi salirono a bordo la professoressa e l'uomo.
"Vorrei unirmi a voi." Affacciandosi Best dal parapetto. "Posso?"




"Magari ti ho sempre trovata bella..." disse pianissimo Elv, senza smettere di guardare Gwen negli occhi e tenerla stretta fra le braccia.
La guardava in un modo intenso, come nessuno l'aveva guardata mai.




"Beh, allora dedichiamoci al nostro copione..." disse Milo ad Altea "... vuoi?" Baciandole a sua volta la mano, in un modo galante, ma anche passionale.
Poi chiamò Louis e si fece portare 2 copie del copione.

[Altea]

A quel leggero bacio mi pervase in brivido, e non era certo la brezza..cosi caldo e passionale.
Louis ci portò due copioni e proposi a Milo di andare sotto una palma, almeno ci riparava dal sole.
"A proposito ..come si chiama l'eroe mascherato che interpreti?" Poggiando appena seduti le mie gambe sulle sue.

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[Lady Gwen]

Accennai un sorriso ammiccante alla sua frase ed il suo tono basso che mi accendeva.
"Addirittura..." mormorai, toccando il suo naso col mio.
Mi piaceva come mi guardava, era intenso, come se catturassi totalmente la sua attenzione, era qualcosa che mi piaceva e mi faceva sentire speciale.

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[Destresya]

Non mi aspettavo che Pico acconsentisse così di buon grado a portarmi con lui sull'isola, chissà quali traffici mi aspettavo che dovesse sbrigare da quelle parti.
Forse dovevo essere meno prevenuta, infondo nella realtà non aveva fatto niente di strano a parte difendere Barber.
Scesi sulla scialuppa insieme a lui, quando Best chiese di poter venire con noi.
Mi voltai verso Pico, curiosa di scoprire che cosa avrebbe risposto.
"Per me non c'è nessun problema!" risposi, casomai a qualcuno interessasse il mio parere.

[Guisgard]

Milo ed Altea andarono verso le palme, ne scesero una e si sedettero ai piedi dell'alto tronco, al riparo dal sole, sebbene il caldo e l'umidità riempivano l'aria.
I 2 attori erano vicini, in modo confidenziale, con lei che teneva le gambe appoggiate su quelle di lui.
"Il suo nome" disse Milo riderendosi all'eroe mascherato che interpretava nel film "con cui è conosciuto è Spettro... lo chiamano così perchè arriva solo di notte e nessuno sa chi sia..." togliendole le scarpe, cominciando a pulirle piano i piedi nudi sporchi di sabbia bagnata "... e Spettro così è diventato il suo nome." Sorridendole, senza smettere di accaezzarle i piedi per togliere la sabbia.





"Già, addirittura.." disse divertito Elv, stando al gioco dei loro nasi l'uno contro l'altro "... visto che scemo? Ti vedo bella e non più anticaptica." A Gwen, sarcastico e malizioso.

[Lady Gwen]

Accennai un risolino silenzioso e sarcastico alla sua precisazione.
"Anche io, pensa un po'..." mormorai, lasciando un bacio leggero sulle labbra morbide ed invitanti.

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[Guisgard]

Subito Elv schiuse le sue labbra per accogliere quelle di Gwen, come se fosse avido della bocca di sua nipote.
"Però non credere che io non possa più sculacciarti..." disse poi, tenendola sempre stretta a sè, guardandola divertito.
Intanto, in un altro punto dell'isola, un canotto era appena giunto sulla spiaggia.
A bordo vi erano Best, che aveva avuto il consenso per scendere a terra, Destresya e Pico, insieme a Polos armato.
Era una spiaggetta stretta, racchiusa da una conca rocciosa, probabilmente formatasi millenni prima a causa di attività vulcanica.
I 4 scesero a terra.
A quel punto Pico strasse uno strano aggeggio dalla tasca, simile ad un piccolo telecomando e cliccò sul pulsantino rosso.

[Destresya]

Immediatamente la mia idea di scendere a terra mi sembrò decisamente sensata, se non altro per soddisfare la curiosità su Pico.
E non venni affatto delusa, quando prese dalla tasca un telecomando e schiacciò un tasto rosso.
Che cosa sarebbe successo?
Saremmo saltati tutti per aria?
Ma no, dai, sarebbe stato un po' improbabile!
Sospirai e mi guardai intorno, sempre più incuriosita.

[Lady Gwen]

Mi presi alcuni istanti per assaporare le sue labbra, in silenzio e ad occhi chiusi.
"E tu non credere che io non possa prenderti a schiaffi, se lo fai" dissi, guardandolo con un sorriso determinato, prima di pizzicargli il naso.

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