I racconti del Bianco e del nero

[Lady Gwen]

Ascoltai Oxio e poi sorrisi divertita a ciò che disse Ludwing.
"Dunque, da dove possiamo cominciare per trovare il nostro colpevole? Non abbiamo molte piste da seguire" dissi allora impaziente ma anche spaesata.

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[Guisgard]

"Il piano è rimettere in attività Justine, ma con una microspia al suo interno, in modo che sia li stessa a portarci dal misterioso Mister X." Disse Oxio a Gwen.
"Ma se costui è geniale come dice, non potrebbe scoprire il trucco, professore?" Chiese Ludwing.
"E' un rischo da correre." Oxio.

[Lady Gwen]

Soppesai l'ipotesi.
Avevano ragione entrambi, era ovvio.
"Sperando Justine non semini violenza e distruzione ancora una volta" con sarcasmo.
"Ma forse ha ragione lei, è l'unico modo per scoprire di chi si tratta" annuii.

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[Guisgard]

"Esatto, non vi sono altre possibilità." Disse secco Oxio. "Mettiamoci al lavoro." A Gwen e a Ludwing.
I 3 cominciarono a richiudere Justine, dopo aver inserito al suo interno una microspia.
Dopo un paio d'ore il tutto fu ultimato e Justine venne riattivata.
I dati erano tuttinormali, quindi l'androide non era più sotto il controllo del misterioso genio.

[Riku966]

Quando Testa Piatta riattaccò, dalle mie labbra uscì la pallida ombra di un epiteto non troppo lusinghiero.
Giunsi all’Afterlife, parcheggiando nel posto a me riservato, e mi diressi nella zona bar, dove il barman stava riordinando.
“Dammi un Martini.” ordinai per poi sedermi al bancone.
Nell’attesa, presi il mio iPhone e cominciai a guardare i messaggi o le email ricevute.


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[Lady Gwen]

Richiudemmo Justine, la rimettemmo in funzione e fu finalmente pronta.
Oltre che più sicura, dato che non aveva più strane velleità violente e distruttive.
Dovevamo solo aspettare e capire se davvero ci avrebbe portati dall'uomo che cercavamo.
Doveva davvero essere un folle per aver progettato una simile intelligenza artificiale.

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[Guisgard]

Queennie ebbe il suo Martini, mentre intorno a lei proseguivano i lavori affinchè il locale fosse pronto per l'apertura.
La ragazza controllò allora il suo cellulare, ma non trovò nessun messaggio o mail.
"Ehi, capo..." disse ad un tratto una voce "... è da stamani che non la vedo? Cosa c'è? Vuol farsi desiderare? Non le bastano più i pantaloni aderenti e le magliette con scollature vertigionose?" Ridendo.
Era Save, uno dei nuovi assunti nel locale.
Si trattava di uno psicologo che aveva il compito di studiare i vari frequentatori dell'Afterlife e scoprire potenziali bari, imbroglioni e malintenzionati.

[Riku966]

Sorseggiai il mio Martini con fare calmo, attendendo che i miei dipendenti facessero il loro lavoro.
Avrei presto richiesto un altro drink e, fino ad allora, mi sarai rilassata.
Non ricevetti alcun messaggio ma d’un tratto, una voce mi raggiunse alle mie spalle.
Mi voltai con fare disinvolto incrociando lo sguardo di Save, uno psicologo assunto da poco incaricato di studiare la clientela.
“Buonasera, Save.” lo salutai per poi prendere un altro piccolo sorso di Martini “Se vuoi provarci con me, dovrai impegnarti di più.” commentai scoccandogli un’occhiata ironica e, al contempo, maliziosa “Hai bisogno di qualcosa?” domandai per poi riprendere in mano il Martini.


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[Destresya]

Mandai Jamos a controllare dappertutto, e ovviamente non trovò niente.
"Visto? Non c'è niente, insomma me ne sarei accorta se un ladro fosse entrato in casa!" poi scoppiai a ridere.
"signori i ladri portano via mica portano cose a casa delle persone!!" ridacchiai, fingendo di aver detto una cosa intelligente.
"Ad ogni modo, se troviamo questa valigetta ve lo diciamo! Noi non siamo ladri!!".

[Guisgard]

Justine ora appariva normale, con tutte le sue funzioni attive e operative.
Insomma era tornata l'androide che ci si aspettava che fosse.
Ad un tratto le porte scorrevoli del laboratorio si aprirono ed entrò qualcuno.
Era Elv.
"Salve a tutti." Disse col suo solito sorriso a metà tra il burlone e l'impertinente.
"Come era nei nostri patti" Oxio a Gwen "ecco il suo investigatore, dottoressa. Lei ha ben lavorato per me ed io mantengo sempre la parola data. A chi la merita." Fissandola.
"Interessante!" Divertito Elv. "Qualcuno qui ha preso a cuore la mia causa!" Facendo l'occhiolino a Gwen.


"Madama, quella valigetta è per noi molto importante" disse uno dei 2 a Regna "e non solo per noi. Molti vorrebbero metterci le mani su, arrivando a compiere qualunque azione pur di averla." Con tono ambiguo e cupo. "Le lascio il nostro biglietto da visita. Ci chiami appena sa qualcosa. Arriverderci." E andarono via.


"Attenta a non provocarmi, capo." Disse divertito Save a Queennie. "Io conosco tutti i trucchi e le scorciatoie per giungere alla mente di una ragazza. E la strada che unisce cervello e cuore non è poi così lontana." Avvicinandosi e facendole l'occhiolino.
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[Lady Gwen]

Justine sembrava davvero un'altra, quando non era pericolosa.
O quando non si prendeva libertà non richieste.
Mi voltai quando le porte scorrevoli del laboratorio si aprirono e mi esibii in un sorriso dapprima sorpreso e successivamente divertito e sornione per la solita espressione di Elv, sfacciata ed impunita.
Guardai Oxio, poi di nuovo Elv, ridacchiando.
Non potevo negare a me stessa di aver sentito la sua mancanza, per tutto il tempo che era stato lontano.
Supponendo che il dottore, al momento non avesse bisogno di me, mi avvicinai all'investigatore, lo presi per mano e condussi entrambi fuori dal laboratorio

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[Guisgard]

"Ehi, vengo rapito..." disse divetito Elv seguendo per mano Gwen fuori dal laboratorio "... contieni pure il tuo entusiasmo, siamo in un centro scientifico, non sul set di un film per adulti." Ridendo Elv, mentre fissava Gwen negli occhi. "Allora? Ti si messa nei guai senza di me?" Ironico.

[Lady Gwen]

Ridacchiai a ciò che disse, ma non mi disturbai a rispondere, poichè nel momento in cui trovai un angolo riservato fuori dal laboratorio, baciai Elv, affondando le mani nei suoi capelli neri e respirando il suo profumo.
Diretta e senza troppi complimenti.
Non sapevo nemmeno più da quanto desiderassi farlo, ma di certo avevo aspettato abbastanza.
Pensai che mi era servito questo periodo lontani, per capire che ciò che provavo per lui non fosse semplice fascinazione, ma qualcosa di più intenso.

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[Guisgard]

Elv rispose subito con slancio ed enfasi al bacio di Gwen, incantenandola alle sue labbra e stringendola contro il suo petto, mentre le sue mani scivolavano lungo la schiena e i fianchi della ragazza.
In quell'angolo appartato di corridoio i 2 si baciarono a lungo e con trasporto, giocando con le lingue e assaporando l'una le labbra dell'altro.
"Wow..." disse lui in un sospiro sulla bocca di lei "... vale la pena farsi qualche giorno al fresco se poi è questo il premio di consolazione..." sorridendole "... perchè non ce ne andiamo un pò nel mio ufficio? Lì staremo tranquilli..." malizioso.

[Destresya]

"Oh si si certo, capisco, è molto importante!" sforzandomi di fare la faccia seria.
Non che a Regna venissero mai bene le facce serie, in realtà.
Sembrava sempre una cretina che si impegnava ma non le veniva bene.
Così i due se ne andarono.
"Jamoss, manda subito a chiamare il piccolino!!!" ordinai.

[Lady Gwen]

Rispose con trasporto e slancio e fu esattamente come doveva essere.
Sentivo le sue mani su di me, stringermi a lui e avrei voluto portare quella sensazione con me per sempre.
Ci assaporavamo senza sosta e tutto ciò era sempre stato nell'aria fin da subito, fin da quando avevo incrociato i suoi occhi neri, che mi erano mancati da morire.
Ridacchiai e gli rubai un altro bacio, al suo commento.
"Attento, sono stata indecisa fino all'ultimo se prenderti a schiaffi o no, dopo il tuo 'atto di coraggio' con Dambrose..." Commentai sorniona.
"Oxio potrebbe avere ancora bisogno di me qui e non so se posso allontanarmi..." mormorai svogliatamente, giocando sulle sue labbra rosse.
Era certamente un pensiero allettante, ma per quanto potesse esserlo, sapevo di essere ancora impegnata al centro.

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[Guisgard]

"Si, signora." Disse Jamos a Regna, per poi andare a cercare il ragazzo.
Ad un tratto però si udì una sorta di tonfo sordo giungere dal giardino e poi come un lampo che illuminanava il pianterreno del palazzo.
Un attimo dopo un basso sibilo completò il tutto.
Qualcosa era accaduto nel giardino.




"Eh... ok..." disse Elv in sospiro deluso a Gwen, tenendola ancora stretta a sè "... ma stasera quando stacchi non voglio altre scuse... così potri prendermi a schiaffi per una giusta causa..." avvicinandosi divertito all'orecchio di lei, per poi succhiarglielo.

[Lady Gwen]

Risi sottovoce al suo commento e mi abbandonai ad un leggero gemito, sentendo la sua bocca sul mio orecchio.
"Suona tanto come un ordine, detective Elv..." dissi divertita.
"Ora dobbiamo rientrare..." dissi poi, cercando di convincermi.
Gli diedi ancora un altro bacio, più lungo, poi mi ricomposi dandomi una sistemata e con lui rientrai nel laboratorio.

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[Guisgard]

"E' un ordine, dottoressa Gwen..." disse sottovoce e con tono caldo Elv.
Poi dopo un altro bacio, i 2 si ricomposero e rientrarono nel laboratorio.
Qui Oxio stava regolando le ultime cose riguarda il sistema dinamico interno a Justine.
Lui e Ludwing poi, assistiti da Gwen, sottoposero l'androide ad altri test, fino a quando tutti i coefficienti erano stati soddisfatti.
"Ora affiderò a lei la programmazione di Justine, dottoressa." Oxio a Gwen. "Lo stesso lavoro svolto su Jon dovrà sostenerlo su Justine. Intesi?"

[Lady Gwen]

Ridacchiai mentre rientravamo.
Felice di averlo ancora con me.
Una volta dentro, aiutai a ricomporre Justine.
"Certo, dottore" annuii, non vedendo l'ora.
Volevo davvero capire come fosse Justine "al naturale", senza alcun tipo di manomissione.

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[Riku966]

Scoccai un’occhiata a Save, girandomi sullo sgabello per poi accavallare signorilmente le gambe.
“Sai, caro, ho imparato nella pratica che chi parla tanto, tende a concludere molto poco.” risposi con un sorriso malizioso in volto.


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[Guisgard]

"Decida lei come operare, dottoressa." Disse Oxio a Gwen. "Può raddoppiare i suoi turni qui al centro, in modo da seguire con il giusto approccio l'apprendistato di Justine, oppure portarsi a casa l'androide, ovviamente firmando un documento secondo il quale sarà sua ogni responsabilità."




Save guardò le gambe di Queennie che si accavallavano davanti a lui, per poi tornare a fissare gli occhi chiari di lei.
"Adoro le sfide" disse lui divertito "e ancor più amo far ricredere le persone, soprattutto se sono belle ragazze." Ridacchiando.
In quel momento il cellulare di Queennie vibrò per un messaggio appena arrivato.

[Lady Gwen]

Sollevai un sopracciglio, soppesando la situazione.
Beh, ora Justine era decisamente più gestibile rispetto a prima.
"Credo mi assumerò la responsabilità di portarla a casa, dottore. Se passerò un altro istante più del necessario, finirò con l'odiarlo questo posto..." sarcasticamente.

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[Guisgard]

"Perfetto, dottoressa." Disse annuendo Oxio a Gwen. "Da questo momento l'androide è sotto la sua responsabilità."
Incaricò poi Ludwing di farle firmare un documento che specificava tutto ciò e lasciò Gwenlibera di andare.
"Justine le sarà consegnata domani, dottoressa." Spiegò Oxio.

[Lady Gwen]

Annuii e firmai tutte le scartoffie necessarie.
Presi un profondo respiro.
"Perfetto, la ringrazio, dottore. Domani ne sapremo di più, allora" con tono sornione.
"A risentirci, signori" a Ludwing ed Oxio.
"Andiamo?" ad Aryana ed Elv.

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[Guisgard]

Dopo la firma, Gwen andò via con Elv e Aryan.
I 3 salirono in auto e partirono.
"Beh, toglietemi una curiosità..." disse divertita e schietta Aryana "... ma voi 2 in che rapporti siete? Giusto per capire se sono di troppo." Ridendo.

[Lady Gwen]

Salimmo in auto e mi misi subito in marcia.
Sorrisi divertita, ripetendo nella mia testa le parole di Aryana.
"Investigatore e cliente con benefit" risposi, per poi ridere e cercare la mano di Elv mentre guidavo.

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[Guisgard]

Dal sedile posteriore, dov'era seduta, Aryana guardò la mano di Gwen che cercava e trovava quella di Elv.
"Uhhh..." disse la ragazza sarcastica "... quanto di sdolcinato dovrò sorbirmi ora!" Ridendo.
"Eppure ti ci vedo come una tipa che ama scandalizzarsi!" Ironico Elv colsuo tono impertinente.

[Lady Gwen]

Scoppiai a ridere di cuore, alla considerazione di Aryana.
"Parli come se non mi conoscessi, amica mia" le risposi, essendo notoriamente io una persona davvero poco sdolcinata.
"Tu sei davvero pessimo" dissi ad Elv, scuotendo la testa.


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[Riku966]

Ascoltai le parole di Save, un sorriso furbo sul volto. Era bello, quell’uomo, e probabilmente gli avrei concesso la possibilità di conoscerci meglio.
“Hai il permesso di tentare di farmi ricredere.” dissi ridendo.
Poi, ad un tratto, il mio telefono squillò. Sbloccai scorrendo il dito sul display per leggere il messaggio ricevuto.


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[Guisgard]

Elv rise di gusto, mentre Aryana fece una smorfia alle parole di Gwen.
Poco dopo l'auto arrivò all'agenzia di Elv e lui scese.
"Spero" dise parlando dal finestrino alle 2 ragazze nell'abitacolo "che presto potrò avervi entrambe come ospiti nella mia umile dimora." Divertito.
"Solo se lei ha un amico affascinante da presentarmi." Lesta Aryana. "Non mi piacciono le cose a 3, sono un tipo all'antica." Per poi scoppiare a ridere.




"Beh, nella mia nuova villetta, appena fuori città, ho montato una sauna, con tanto di sala massaggi, capo." Disse Save a Quennie. "Vuole farmi l'onore di essere leila prima ad inaugurarla, capo?" Facendole l'occhiolino.
Poi Queennie guardò il cellulare.
C'era un messaggio di Lion che così diceva:

"Buongiorno. Credo di aver trovato qualcosa che possa aiutarci a far luce sul suo indovinello."

[Lady Gwen]

Riaccompagnai Elv all'agenzia e scossi la testa alle parole di entrambi.
"Sul serio?" dissi ad Aryana "Pensavo ti interessasse Ludwing..." dissi poi sorniona, salutando Elv ed allontanandomi dall'agenzia.

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[Guisgard]

"Ludwing..." disse ridendo Aryana a Gwen "... ma davero?" Scuotendo la testa. "E' un tipo troppo tranquillo per me, dovresti conoscermi. E poi tutte quelle assurde letture che ha in casa." Divertita. "No no, io preferisco decisamente un altro tipo di uomini." Mentre l'auto si allontanava dall'agenzia di Elv.

[Lady Gwen]

Risi divertita.
"Che peccato, vi ci vedevo bene, insieme..." dissi ancora, sorniona, per punzecchiarla.
Onestamente, non ero tipo che si facesse problemi del genere.
Non avevo mai immaginato per me qualcuno col carattere e la personalità di Elv, ma era successo.

[Guisgard]

"Beh, ci hai visto male." Disse Aryana a Gwen, per concludere il tutto poi con una sonora risata.
Poco dopo l'auto arrivò davanti alla casa di Gwen.
E appena le 2 ragazze furono entrate il cellulare di Gwen squillò.

[Lady Gwen]

Continuammo a scherzare sulla cosa lungo il tragitto, finchè non arrivammo sotto casa mia.
Appena posteggia, ebbi giusto il tempo di scendere dalla macchina, chè il mio cellulare squillò.
Non pensavo di poter reggere altri casini per il momento.
"Pronto?" dissi, con voce cauta.

[Guisgard]

"Dottoressa, sono io, Jon." Disse la voce meccanica dell'androide che Gwen ben conosceva. "Stia attenta, tutto è pronto ormai. Nessuno si salverà. Lei però è ancora in tempo. Fugga."

[Lady Gwen]

Rimasi raggelata sul posto.
Ancora lui.
Ancora Jon.
Di nuovo.
Speravo che l'intercettazione che era collegata al mio telefono funzionasse, questa volta, così da fornire all'investigatore Beps un qualche risultato.
"Non può essere..." mormorai piano, sconvolta.
Quel senso di paura tornò potente, ero stata bene fin ora, forse troppo ed ora lui, o chiunque fosse, era tornato a stravolgermi.

[Guisgard]

"Deve andare via, dottoressa." Disse la voce di Jon a Gwen. "E non si fidi di nessuno. Di nessuno, ha capito?"

[Lady Gwen]

"Ma... Cosa vuol dire? E come fai ad essere tu? La tua voce è troppo umana. Non può essere Jon, chi è che parla?" alzando appena la voce alla fine, per la paura e l'esasperazione.
Ormai, non riuscivo più a comprendere cosa stesse succedendo, mi sentivo come in un romanzo distopico, era orribile.

[Guisgard]

"Lui ha cambiato anche me." Disse Jon a Gwen. "Lui può cambiare tutti. Non siamo più androidi. Lei ha vsto cosa ha fatto a Justine, vero? Continuerà. La sua tecnologia è superiore alla vostra. Dottoressa, non è una tecnologia di questo mondo. Neanche di questo universo." E la comunicazione si interruppe bruscamente, come se qualcuno avesse staccato bruscamente, impedendo alla voce di continuare a parlare.

[Destresya]

"Cosa succede'???" mi misi a strillare sentendo quel rumore provenire dal giardino.
Ero sicura che c'entrasse il ragazzo.
Nove su dieci, quel ragazzo portava guai,altroché.
Così mi diressi di corsa verso il giardino, con l'andatura impettita di Regna.

[Lady Gwen]

Sgranai gli occhi e rimasi a bocca aperta.
Certo, avrei dovuto capirlo, ci sarei dovuta arrivare fin da subito.
Era chiaro che sarebbe successo questo anche con altri androidi, anche se era comunque assurdo, dal momento che Jon era stato totalmente smontato e non doveva essere rimasto più nulla di lui.
La telefonata si interruppe bruscamente, come se qualcuno avesse fatto in modo da zittirlo, infatti rimasi a fissare il telefono come inebetita per alcuni secondi.
Feci poi l'unica cosa che mi venne in mente.
Chiamai Oxio.

[Guisgard]

Regna corse strillando in giardino e qui fu presa da grande stupore quando vide un perfetto sconosciuto aggirarsi fra i tamarindi, i limoni e le siepi di gelsi.
Era di bell'aspetto ma vestito in modo strano.
Si guardava intorno con fare furtivo, come chi si fosse perso.




Gwen subito chiamò Oxio.
"Si..." disse lui rispondendo "... pronto?"

[Lady Gwen]

"Dottore, sono Gwen" dissi, con voce allarmata.
Non persi tempo e gli raccontai della chiamata di Jon.
Raccontai tutta la vicenda fin dall'inizio, dal perchè Jon era stato disattivato fino a quelle strane telefonate che mi mettevano ancora una gran paura addosso.
Ero davvero terrorizzata, ma l'idea di andare via e fuggire da tutto ciò non mi allettava comunque.
Non volevo essere una vigliacca che scappava senza nemmeno provare ad intervenire.

[Guisgard]

"Ora si calmi, dottoressa." Disse Oxio a Gwen. "Essere lucidi in simili mmenti è la cosa migliore. Mi sembra ovvio che qualcuno voglia spaventarla. L'androide Jon non esiste più, quindi è chiaro che si tratti di una menzogna. Lei è troppo razionale per farsi ingannare così."
Intanto Aryana, sentendo la voce allarmata di Gwen le si avvicinò.
"Che succede?" Chiese nonostante l'amica fosse al telefono con Oxio.

[Lady Gwen]

Oxio cercò di razionalizzare la situazione e non aveva torto, ma io non potevo accettare una spiegazione così semplice, non dopo tutto ciò.
"Dottore, la prego di ascoltarmi. Nessuno avrebbe potuto sapere di Justine, del fatto che fosse stata manomessa e fin dall'inizio queste telefonate mi sono sembrate molto strane. Credo che ci sia molto di più dietro" dissi, facendo segno ad Aryana di aspettare.
Qualcosa doveva esserci, anche fosse stata la cosa più strana del mondo.

[Riku966]

Fare un giro nella villetta di Save era un’idea allettante, molto allettante, il suo aspetto piacente mi invogliò ulteriormente.
“Molto volentieri, aspetto un tuo effettivo invito.” pronunciai in attesa di sapere orario e giorno.
Nel frattempo, controllai il telefono e rimasi piacevolmente stupita dall’efficienza di Lion.
Mi affrettai dunque a rispondere.
“Professore, la sua dedizione mi onora. Quando possiamo incontrarci?”


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[Guisgard]

"Ora si calmi, dottoressa." Disse Oxio a Gwen. "Ascolti... il suo cellulare, come quello dichiunque altro impiegato al centro scientifco dispone di una batteria sintetica che registra tutto. Riascolti attentamente la chiamata e mi segnali le cose più importanti o particolari dette da quelle voce. Chiaro?"




"Anche stasera se vuole, se non ha impegni." Disse Lion a Queennie, con la voce che cominciava a farsi più indecisa, quasi goffa.
"Allora l'invito è per stasera, capo!" Save, senza preoccuparsi che Queennie stesse parlando al telefono.

[Lady Gwen]

Respirai a fondo un apio di volte e passai la mano fra i capelli.
"Sì, va bene, lo faccio subito" con voce piatta.
A quel punto, controllai il cellulare per capire se ci fosse qualcosa in più da attenzionare, un indizio, un rumore, qualsiasi cosa.

[Guisgard]

Gwen fece partire la regstrazione della telefonata per riascoltarla e cercare qualcosa di importante.
"Mi dici" disse Aryana "che diavolo succede?"

[Lady Gwen]

Feci partire la registrazione, ma Aryana iniziò a parlare.
Non la biasimavo, era stata catapultata all'improvviso in qualcosa di enorme ed assurdo, ma ero io che al momento avevo davvero poca pazienza.
Presi dei respiri profondi per rimanere più calma possibile.
"Alcuni giorni fa abbiamo disattivato un androide, ma subito ho iniziato a ricevere delle strane telefonate, da qualcuno che diceva di essere proprio lui, Jon, infatti ho assunto degli investigatori ed è così che ho conosciuto Elv. Pensavo che le chiamate fossero finite, ma ora ha chiamato di nuovo annunciandomi qualcosa di inevitabile e sostiene di essere stato modificato come l'altro androide, Justine" spiegai, la tensione che sentivo palpabile addosso, come un velo.

[Riku966]

Due inviti nella stessa serata, qualcuno a cui dover dare buca.
Sarei stata in difficoltà, non fosse che ormai ero abituata ad essere in più posti a distanza di poco tempo.
“D’accordo, professore. Ci vediamo per le sette.” digitai per poi rivolgermi a Save “Certo, possiamo vederci per le nove, così riesco a concludere i miei impegni.” risposi con voce maliziosa.


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[Guisgard]

"Capisco..." disse pensierosa Aryana dopo la spiegazione di Gwen "... beh, non sono una poliziotta, ma mi pare ovvio che ci sia un trucco sotto... voglio dire, qualcuno sa di cosa è accaduto a quel robot... com'era il nome? Jon, giusto? Beh, quel qualcuno temo sia l'uomo di cui parlava il dottor Oxio, dico bene?" Aryanna, amica d'infanzia di Gwen, era sempre stata una ragazza dal quoziente intellettivo alto, molto intuitiva e perspicace.
Una persona sempre lucida e razionale, che aveva portato a compimento i suoi studi in psicologia.




"Ehi..." disse ridendo Save "...oggi è il mio giorno fortunato!" Divertito, per poi fare l'occhiolino a Queennie. "Mi sa che dovrò far sfoggio di tutto il mio fascino per rendere indimenticabile questa serata, capo!"
Intanto la ragazza aveva terminato la telefonata con Lion, col quale aveva preso appuntamento per le 19.00."

[Lady Gwen]

"Beh è naturale che sia lui, è ciò che volevo dire ad Oxio" dissi con tono ovvio.
"Solo che devo capire come sfruttare questa cosa ed onestamente, questa persecuzione continua comunque ad inquietarmi" sospirando.

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[Guisgard]

"Secondo me..." disse Aryana camminando nella stanza, con tono pensieroso "... bisogna capire chi è questo misterioso... come lo si potrebbe definire? Scienziato pazzo? Programmatore criminale? Haker? Perchè lo fa? qual'è il suo scopo? E poi le nozioni che da agli androidi... sono particolari, mi sembra di capire..." fissando Gwen "... credo che il dottor Oxio avesse ragione... bisogna risentire la registrazione e cercare di trarre qualche indizio... forse il presunto Jon ha voluto darti qualche messaggio in codice, o qualcosa di simile... non credi?"

[Lady Gwen]

Beh, si stava sottolineando l'ovvio, ma chiaramente si doveva fare qualcosa.
"Lo so, devo capire cosa cercare nella registrazione e dirlo subito ad Oxio. Ricordo che verso la fine qualcuno ha interrotto bruscamente la chiamata come se si stesse dicendo qualcosa di troppo" dissi.
Poi, cercai la registrazione per farla partire e riascoltarla.

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[Guisgard]

Gwen fece ripartire la registrazione della chiamata, ma senza trovare nulla di che.
Ad un trattoqualcuno bussò alla porta.
"Bussano..." disse perplessa Ryana "... dici che possiamo aprire? O è pericoloso?"

[Lady Gwen]

Feci ripartire la registrazione, ma non trovai nulla.
Era piatta, senza alcun dettaglio particolare.
Tesa com'ero, sobbalzai sentendo bussare.
Guardai Aryana incerta su cosa fare.
Allora, in punta di piedi mi avvicinai alla porta e guardai dallo spioncino per vedere chi fosse.

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[Guisgard]

Gwen guardò dallo spioncino e scoprì che dall'altra parte della porta c'era Elv.

[Lady Gwen]

Sospirai vistosamente vedendo che era Elv, infatti aprii subito la porta.
"Sembra che tu abbia la capacità di spuntare quando ho bisogno di te, è un superpotere per caso?" divertita e contenta che non avessi nemmeno avuto bisogno di chiamarlo.

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[Guisgard]

"Modestamente si..." disse ridendo Elv, per poi entrare "... in effetti ho un superpotere, ma attenta... nessuno deve sapere la mia identità segreta." Facendole l'occhiolino.
"Ottimo." Ridendo Aryana. "Quindi, cosa sarebbe lei? Superman? Spiderman?" Divertita.
"No no, io sono cresciuto con i robot giapponesi e i sentai." A tono Elv.
"Sentai?" Aryana.
"Si, i telefilm gipponesi di supereroi..." spiegò Elv "... ha presente i vari Ultraman? Kamen Rider? I Power Rangers? Ecco, quelli sono i sentai."
"Ora vivrò più felice." Sarcastica Aryana.

[Lady Gwen]

Risi di gusto, chiudendo la porta dietro di lui.
"Hai la mia parola di ammiratrice" restituendogli l'occhiolino.
Seguii lo scambio di battute fra i due e Risi alla reazione di Aryana.
"Mi sa che la nostra ospite non gradisce il genere..." dissi sorniona.
Poi, la mia espressione si fece più seria, mentre guardavo Elv e prendevo le sue mani per farmi rassicurare.
"Le telefonate del presunto Jon sono ricominciate..." rivelai, guardandolo.

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[Guisgard]

L'espressione di Elv si fece seria.
"Ebbene..." disse a Gwen "... cosa ha detto stavolta?"
"E' presto detto." Fece Aryana, per poi rimettere da capo la rgistrazione, che Elv ascoltò almeno 3 volte.
"Lui..." mormorò "... lui chi? Il fantomatico manipolatore di androidi? Non ha un nome? un androide non si rivolge così parlando di un uomo... sembra più il modo di parlare di un adepto di qualche setta... o di chi ha paura... ma un androide non conosce la paura..."
"Allora è daccordo con me, vero?" Aryana. "Io non penso si tratti di un androide."
"Forse..." con tono cupo Elv "... forse..."
"Comunque non mi pare che la registrazione dica qualcosa di interessante..." Aryana.
"Forse saà una sciocchezza, ma a me ha colpito un passaggio..." pensieroso Elv "... tornando a parlare di cartoni e sentai..."
"Per favore..." sbuffando Aryana.
"No, dico davvero..." con un cenno della mano Elv "... c'è una cosa che dice l'androide e che mi ha fatto ripensare a quei vecchi cartoni e telefilm... una tecnologia non di questo mondo... e neppure di questo universo..."
"E' una frase senza alcun senso." Sbuffando Aryana.
"Nella realtà no..." Elv "... ma in un cartone animato o in una serie tv si... infatti, nei cartoni e telefilm che guardavo da piccolo i cattivi erano quasi sempre di 2 tipi... alieni e quindi non di questo mondo... e demoni, cioè estranei allo spazio e all'universo..."
"Non siamo in un cartone animato!" Esasperata Aryana. "E neanche in un telefilm degli anni'80! Nella realtà quelle cose non succedono!"
"Già, non succede mai, nella realtà, che un misterioso individuo, forse un criminale o forse qualcosa di più, prenda il controllo di avanzatissimi androidi, trasformandoli in assassini e fanatici religiosi." Sarcastico Elv.

[Riku966]

“Confido che saprai intrattenermi.” dissi squadrando Save, un sorriso famelico sul volto, per poi infilare il telefono nella tasca “Ora, se vuoi scusarmi, mi devo preparare. Sarà una serata molto intensa.” mi congedai per poi dirigermi nel mio ufficio, assicurarmi di chiudere tutto e andare a casa a cambiarmi.


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[Lady Gwen]

Aryana fece ripartire la registrazione ed Elv la riascoltò almeno tre volte e ciò che lui notò, in merito al tono, era ciò che avevo notato anch'io, infatti lo avevo anche domandato durante la telefonata.
Aggrottai poi la fronte quando la situazione sembrò sul punto di scaldarsi.
"Okay, possiamo provare a stare calmi?" dissi, riferendomi soprattutto ad Aryana che sembrava si stesse esaltando un po' troppo e onestamente non mi andava giù.
Poi, guardai Elv.
"Forse, non hai così torto" gli dissi "Pensi che un androide potrebbe rientrare nel tuo ideale di "cattivo" manipolatore?" mentre un'idea iniziava a farsi strada nella mia mente.

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[Guisgard]

"Un momento..." disse perplesso Elv a Gwen "... cosa intendi?"




Queennie andò via, sentendo lo sguardo caldo di Save su di lei.
La ragazza si preparò, controllando poi che tutto fossen ordine.
L'ora del'appuntamento con Lion era giunto.

[Lady Gwen]

"Ludwing mi ha presentato pochi giorni fa il dottor Afhel, quello che è stato ucciso da Justine quando Ludwing è rimasto ferito. Ebbene, Afhel aveva creato un androide, di nome Diagora, che poco tempo dopo è sfuggito al suo controllo e lui era parecchio afflitto per questa cosa, specie perchè riteneva che potesse essere pericoloso" spiegai "Peraltro, Ludwing mi ha detto che quando sono stati aggrediti, Justine era interessata a far del male ad Afhel in particolare. Ecco, secondo me potrebbe esserci dietro proprio questo androide, questo Diagora e se davvero è così dovrei subito chiamare Oxio, per confrontarmi con lui..." passando una mano fra i capelli.

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[Guisgard]

"Un androide" disse Aryana "può manipolare altri come lui? Io non credo."
"Io sinceramente non so più a cosa credere..." sbuffò Elv "... Gwen, chiama Oxio e raccontagli questa cosa..."

[Lady Gwen]

Sospirai con gli occhi in su perchè la mia scarsa pazienza dovuta alla situazione mi stava portando a non sopportare più gli interventi di Aryana.
"Sì, lo chiamo subito" composi allora il numero ed aspettai, stringendo la mano di Elv.

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[Guisgard]

Gwen telefonò a Oxio, tendendo stretta la mano di Elv.
Poi raccontò tutto allo scienziato, che però la stupì non poco nel risponderla: "Non ci badi, professoressa. L'androide di cui parla è stato catturato giorni fa, mentre si accingeva ad abbandonare Afragolopolis. Alcuni cacciatori di taglie, inviati dal mio governo a Uaarania, lo identificarono e lo bloccarono. Una volta giunto a Uaaropolis, la capitale del mio paese, è stato disattivato e studiato. Anche lui, come Justine, era stato manomesso. Nello stesso identico modo."

[Riku966]

Una volta pronta, profumata con qualche goccia di Alien, calzato un tubino rosso e stretto, mi diressi a Lion.
Presi la mia Jeep, guidando un po’ più velocemente del consentito, e parcheggiai non troppo distante dall’ingresso.
Bussai quindi alla porta e aspettai che il professore mi facesse entrare.


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[Lady Gwen]

Mi stupì il commenti di Oxio, ma comunque era già qualcosa.
"Beh, almeno sappiamo che non farà più danno e possiamo stare più sicuri" commentai.
"Comunque sia, pur riascoltando la registrazione più volte, non è stato riscontrato nulla più di ciò che le ho detto. Alla fine della chiamata, è come se la telefonata fosse stata appositamente stroncata per non far andare avanti la conversazione, perchè stava diventando troppo pericolosa" commentai.

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[Guisgard]

Lion corse ad aprire, immaginando già chi fosse e per questo già tutto agitato e impacciato.
Quando aprì la porta si ritrovò davanti la sexy figura di Queennie, ammaliato dal suo profumo.
"Ben tornata..." disse il giovane studioso, che cercava di tirar fuori una voce sufficientemente chiara "... prego... prego, si accomodi..." spostandosi per invitarla ad entrare.




"Allora continui le ricerche." Disse secco Oxio. "Se verrà ancora contattata dal presunto Jon cerchi di farlo parlare il più possibile, dottoressa." A Gwen, per poi staccare.

[Lady Gwen]

Annuii lentamente, mentre lui seccamente mi chiudeva letteralmente il telefono in faccia.
"Che educazione. Mi ha chiuso il telefono in faccia" dissi, per poi scuotere la testa.
"Il tuo amico geniaccio nerd mi sarebbe stato molto d'aiuto, se non avessero pensato a farlo fuori..." sbuffando "Non so da dove cominciare, dannazione..."

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[Guisgard]

Elv apparve pensieroso.
"Forse, visto gli strani discorsi fatti da Justine" disse "potremmo cominciare d indagare in un ambito in particolare..." tirò allora fuori dalla tasca il suo cellulare, cercando una vecchia notifica "... ecco!" Esclamò. "iorni fa in una chiesa della città qualcuno compì un atto vandalico... si è parlato persino di gesto blasfemo... il colpevole, secondo dei testimoni, sarebbe un androide..." mostrando il cellulare a Gwen e ad Aryana.

[Lady Gwen]

Sgranai gli occhi al sentire la notizia.
"Andiamoci subito, allora" dissi senza perdere tempo "Voglio fare luce prima di subito su questa storia" con urgenza nella voce.

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[Guisgard]

"Un attimo..." Aryana massaggiandosi le tempie "... potrei capire cosa staiamo facendo ora? Andiamo in una chiesa? A fare cosa? Cosa pensate di cercare lì?"

[Lady Gwen]

Guardai Aryana.
"Cerco di capire chi sia questo tizio che sta nell'ombra a manipolare androidi, se voglio salvare la situazione ed avere ancora un lavoro" dissi schietta.
"Posso sempre riaccompagnarti in albergo, te l'ho detto fin dall'inizio che era una situazione complicata" fissandola.

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[Guisgard]

"No, a questo punto sono curiosa..." disse Aryana a Gwen "... verrò con voi a quella chiesa."
"Andiamoci subito allora." Elv. "Ho la macchina qui fuori."

[Lady Gwen]

Annuii lentamente, sinceramente poco convinta.
Contenta lei.
Annuii poi ad Elv ed uscimmo per raggiungere la fantomatica chiesa.
In realtà, non sapevo nemmeno io cosa cercavo di preciso, ma speravo che se davvero si trattava di un androide avesse lasciato qualche traccia dietro di sé.

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[Altea]

Riagganciai il telefono e uscii dal salotto, ero sola ma chiesi a Margot se sapeva dove fosse Lord Lennox.

[Guisgard]

"Non saprei, madama." Disse Margot ad Altea. "Lord Lennox è uscito un'ora fa, senza lasciare detto nulla riguardo la destinazione."







I 3 lasciarono l'abitazione di Gwen e raggiunsero la chiesa dove era avvenuto l'atto blasfemo e vandalico.
La trovarono aperta e nella navata vi erano 2 donne impegnate a fare le pulizie e un prete dall'aspetto giovanile e lo sguardo serio.
Elv fece segno a Gwen e ad Aryana di seguirlo.
I 3 così si avvicinarono al prete.
"Ci perdoni, padre..." disse l'investigatore "... abbiamo saputo di quanto successo in questa chiesa... si è poi scoperto chi sia stato a fare il fattaccio?"
"Purtroppo no." Il chierico. "La polizia sta indagando, ma ad oggi non ci sono risultati, ahimè."
In quel momento un'auto arrivò ad alta velocità davanti alla chiesa e dalla portiera scese un uomo ben vestito.
"Buongiorno, padre." Entrando e facendosi il Segno della Croce. "Ha un minuto? Immagino li sia il padre Cappellano, giusto? Sono l'avvocato Belven e curo gli interessi dell'Opus Dei. Sono stato incaricato di muovere un'azione penale contro ignoti, riguardo i fatti accaduti in questa chiesa."
"Si, sono io." Con un cenno del capo il religioso. "Anche noi Domenicani abbiamo svolto denuncia, avvocato."
"Si, ne sono al corrente..." annuì Belven ""... ma i metodi usati dalla polizia non soddisfano l'Opus Dei e quindi sono qui per sollecitare indagini private se necessario."
"Cosa intende dire?"
"Intendo dire, padre, che l'Opus Dei non crede nella maniera più assoluta che quanto accaduto in questa chiesa possa essere dfinito semplice atto vandalico." L'avvocato, aprendo poi la sua borsa. "Ho qui tutta una serie di documenti, compresi attestati di importanti psicologi e criminali, che attestano senza alcun ombra di dubbio che i fatti avvenuti in questa chiesa vanno riscontrino tutte le caratteristiche e gli aspetti tipici del mondo delle messe nere." Fissando il Cappellano.
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[Lady Gwen]

Arrivammo in chiesa, dove un prete si trovava nella navata principale insieme a due donne intente nelle pulizie.
Ci disse che non si era ancora saputo nulla sull'attacco di pochi giorni prima, ma la situazione venne scossa quando un attimo dopo arrivò un tipo.
Sosteneva di essere dell'Opus Dei, cosa che mi fece storcere il naso.
Pensavano che fossero coinvolte le messe nere ed io sbattei un paio di volte le palpebre.
Messe nere?
Mi feci avanti.
"Salve, sono del centro Aesthetica, non so se ne ha sentito parlare, il centro di produzione e studio di androidi. Sono qui perchè pare che l'attacco fosse stato messo in atto proprio di un androide. Che prove ha lei per ipotizzare le messe nere?" gli chiesi, fissandolo.

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[Guisgard]

"Conosco bene il centro per il quale lavora." Disse Belven a Gwen. "La polizia ha dichiarato che il colpevole sia proprio un androide, cosa poi confermata da diversi testimoni. Lei sa sicuramente meglio di me che un androide è una macchina e come tale viene programmata dall'uomo. Ebbene le tracce lasciate dall'androide sembrano tradire quelle caratteristiche tipiche mostrate in passato da sedicenti adepti di sette sataniche o congreghe demoniache. In questa ricca documentazione sono riportati i pareri di molti psicologi e demonologi che ritengono come i fatti di blasfemia avvenuti in questa chiesa possano far pensare al mondo dell'occulto."
"Opus Dei..." Aryana scuotendo il capo "... perdonatemi, ma mi arrendo. Anche io ho un limite." Ed uscì dalla chiesa, naturalmente senza segnarsi.

[Lady Gwen]

Mentre Belven parlava, ripensai a ciò che Elv aveva detto.
Era esattamente ciò di cui avevamo parlato.
Una setta, o comunque un'organizzazione.
"Capisco ciò che dice. Beh, se vuole possiamo unire le forze, dal momento che anch'io sto cercando di capirci qualcosa" proposi.
Poi, scossi la testa quando Aryana andò via.
Bah...
L'importante era che fosse convinta.
Per me, c'era troppo in ballo per mollare e non potevo semplicemente andare via.

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[Guisgard]

"Unire le forze..." disse Belven a Gwen "... perchè no?" Annuì. "Purchè anche voi seguiate la pista che noi crediamo sia quella giusta." Fissandola. "Ossia quella delle sette sataniche e del mondo delle messe nere."
"Mi permetta..." intervenne il Cappellano "... siamo nel nuovo millennio e non più nell'oscurantismo medioevale..."
"Mi permette una domanda, padre?" Belven.
"Prego."
"Lei ama il prossimo suo?"
"Naturalmente."
"Perchè?"
"Perchè il mio prossimo è mio fratello." Rispose il Cappellano.
"Giusto, con lei devo andare al sodo." Con un ghigno l'avvocato. "E mi dica ancora... lei crede che nell'Ostia ci siano il Corpo ed il Sangue di Cristo?"
"Certo." Annuì il religioso.
"Perchè?"
"Perchè i Vangeli ci raccontano che fu Nostro Signore a dirlo."
"Perfetto." Soddisfatto Belven. "Quindi lei crede in tutto ciò che Ha detto Gesù Cristo, vero?"
"Certo." Sorrise il Cappellano. "Non indosso questa tonaca per moda o perchè il nero rende snelli." Sarcastico.
"Allora perchè non crede anche a quando il Messia scacciava i demoni o parlava della dannazione eterna?" Con tono tagliente Belven.
"Non credo funzioni così." Scuotendo la testa divertito il prete.
"Già, non funziona così, padre." Ironico l'avvocato.

[Altea]

"Ah" esclamai stupita "Ricordo era tornato col cavallo quando io ero andata a parlare con cappellano ed era in casa....eh, la memoria" scuotendo il capo.

[Lady Gwen]

"Finché si rivelerà una pista valida e proficua" con un sorriso candido.
Ed onestamente, speravo lo fosse, ero stufa di girare ovunque come una trottola.
Rimasi poi un attimo perplessa, al loro battibecco.
"Dubito che ora sia il momento per il catechismo, Belven. Sarà meglio rimettersi al lavoro" con tono asciutto.

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[Riku966]

Entrai in casa di Lion, aspettando che il professore mi facesse passare.
“Buonasera, professore.” salutai guardandolo con un sorriso ammaliante, la voce suadente come la carezza di una pericolosa amante “La ringrazio molto per la vostra chiamata e celerità.” dissi muovendosi lentamente, la camminata elegante “Cosa avete scoperto?”


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[Guisgard]

"Si, milady." Disse Margot ad Altea. "Il principe è tornato dalla cavalcata, poi è uscito di nuovo."
In quel momento arrivò uno dei maggiordomi e Margot chiese a lui di Lennox.
"Si, milord mi ha detto che si sarebbe recato all'ufficio del notaio Carbox." Il maggiordomo.
"Il notaio Carbox?" Ripetè Margot. "Quello che cura l'affitto del Castello sul Lagno? Come si chiamava il maniero?" Cercando di ricordare lei. "Ah, si... il Castello del Lamento dell'angelo."

[Altea]

"Che nome evocativo" esclamai "Sembra quasi un castello pieno di storie strane, chissà perchè il nostro milord ne è interessato" per un attimo mi rabbuiai, certo lo avrebbe acquistato e sarebbe andato a vivere laggiù, lui era uno spirito libero e io .... io avevo stupidamente travisato i suoi modi di fare.
Degluii e chiesi "Dove si trova questo castello? Voglio andare con Cruz a vederlo, ma cosa sapete a riguardo?" ai due servitori.

[Guisgard]

"Non è catechismo." Disse seccamente Belven a Gwen. "E' semplice coerenza."




Lion sembrò trattenere il fiato nel vedere Queennie entrare in casa sua, con il suo fare ammaliante, sensuale e provocante.
La guardò poi per un lungo istante, quasi perdendosi nel fissare i suoi occhi e poi la sua bocca rossa.




"Il castello, milady, è fuori Afragolopolis." Disse il maggiordomo ad Altea. "Sulla sponda occidentale del Lagno. Cavalchi oltre le Cinque Vie e fiacheggi Caivania per uno dei sentieri della brughiera. Dopo un pò vedrà il maniero."

[Riku966]

“Professore, si sente bene?” domandai notando perfettamente quanto Lion fosse attratto dalle mie labbra “Mi tratterrò poco, non tema. Giusto il tempo di farmi dire cos’ha scoperto.” lo rassicurai prima di prendere posto su una sedia e accavallare le gambe.


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[Lady Gwen]

Strinsi l'apice del naso con le dita, perchè ero lì lì per esplodere, mandare tutti al diavolo e andare in vacanza all'altro capo del mondo per almeno sei mesi.
Guardai di nuovo Belven.
"Bene, dunque? Mi illumina su come intende procedere o vogliamo ancora fare discussioni liturgiche col prete?" chiesi, con tono forse brusco, ma certamente di chi non aveva più la pazienza di aspettare i comodi altrui.
"Non per disturbarla, ma ho il fiato di certa gente sul collo, in modo anche molto pressante ed onestamente, non ho tempo nè voglia di aspettare."

[Altea]

Annuii al maggiordomo e subito salii su Cruz e uscii da Palazzo, veramente adirata...quale atto di scortesia, dopo che avevamo rischiato e avevamo dato ospitalità. E poi quel biglietto che la spia...il Talento...lo seguiva...lo cercava...se ancora lo cercavano, era una setta.
Presi per le Cinque Vie, trovai strano fosse proprio da quelle parti, dove stava il cimitero con il ritrovamento della figura di Lilith.
E mi addentrai per la misteriosa brughiera, Cruz rallentò il passo come un atto doveroso agli spiriti di quella zona, tirai le briglie e andai a passo lento seguendo le istruzione del maggiordomo.

[Guisgard]

"Oh no..." disse Lion destato dalle parole di Queennie "... non mi disturba affatto, non tema..." già agitato.
Ancor più lo fu quando lo sguardo gli finì sulle gambe accavallate della ragazza, che senza farsi troppi problemi le mostrava con disinvoltura e malizia.
"Allora..." lui cercando di apparire lucido "... ho... si, ho fatto qualche ricerca e credo... credo possa trattarsi della facoltà di Teologia... precisamente nel cortile delle statue... in fondo al quale... si, in fondo al quale c'è una cappellina, edificata sul luogo in cui un tempo... un tempo sorgeva un tempio sacro ai Sanniti... ed io... io credo, quasi sicuramente, che lì potrebbe essere il luogo dell'appuntamento... di cui parla l'indovinello..." arrossendo.




Belven lanciò uno sguardo a Gwen, squadrandola dalla testa ai piedi.
"Come detto" disse seccato "tutti gli indizi portano alla pista delle messe nere. L'atto basfemo non era solo volto ad oltraggiare la sacralità di questo luogo, ma si è concluso con il prelevamento dell'Acqua Santa. Inoltre pare sia stata rubata anche la stuola viola che c'era nel confessionale. E se non mi sbaglio il viola ha un valore liturgico, vero... padre?" Al Cappellano.
"Si, è il colore che si usa durante la Quaresima." Annuì questi.




Altea uscì con Cruz e cavalcò fino alla brughiera, mentre il cielo si faceva grigio e cupo, nonostante l'aria ancora calda.
La brughiera andava ad assumere colori vaghi, inquieti, tormentati come le pagine di un romanzo gotico.
Il cavallo attraverò un sentiero irregolare, poi affiancò la sponda placida e verdeggiante del Lagno.
Infine Altea vide apparire il castello davanti a lei, fra un Dedalo di arbusti ed alberi dall'aspetto sinistro.
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[Lady Gwen]

Inarcai un sopracciglio, mentre Belven mi squadrava.
Sarei stata davvero curiosa di sapere che conclusioni riusciva a trarre.
Ci riflettei un attimo.
"Mi chiedo perchè, però, gente che si serve di androidi dovrebbe fare delle messe nere. Non ne capisco la ragione" commentai.
"Gli oggetti potrebbero essere stati prelevati per uno sgarbo e non per forza per l'esecuzione di un rito."

[Altea]

Ad un tratto Cruz indietreggiò per poi andare avanti adagio, nitrendo nervosamente.
Davanti a me si parava un castello, non certo delle fiabe ma così affascinante nel suo essere gotico...Il Castello dell' Angelo Piangente era davanti a me in quella figura bucolica che sembrava quasi un dipinto.
Nonostante il tempo era ben tenuto, era dunque qui che voleva abitare.
Non compresi, un nodo alla gola mi strinse e scesi da cavallo.
Portai Cruz con me tenendolo nelle briglie e guardai dal portone, se fosse abitato, come appariva, se qualche bella donna lo stesse aspettando.

[Guisgard]

"Si, l'idea che possa essere stato fatto per sbargo non è da scartare." Disse Elv.
"Lo escluderei." Sentenziò Belven.
"Forse gli androidi vengono usati per stare al passo coi tempi." Sarcastico Elv.
"O magari..." Belven fissando Gwen e l'investigatore "... usano gli androidi simboleggiando una sorta di possessione... intendo dire, ne manomettono le funzioni per spingerli a simili gesti blasfemi, come un indiavolato..." pensieroso.
"E se avesse ragione?" Sottovoce Elv a Gwen. "Se manomettendo Justine abbiano voluto renderla come una persona posseduta? Dopotutto un androide che parla di Lilith io non l'ho mai visto, neppure nei cartoni animati da piccolo..."




Altea arrivò col suo cavallo al castello.
Era come incantato, ricoperto in buona parte da rampicanti, con sterpi e rovi che crescevano ovunque ed il sibilo vago del vento che soffiando nelle antiche murature pareva diffondere un lento lamento.
Ad un tratto sentì un calpestio.
Poi dal giardino, ormai incolto, apparve qualcosa.
Era un animale, un cane, anzi no, un lupo.
E la fissava.
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[Lady Gwen]

Ascoltai l'opzione di Belven e perfino Elv era d'accordo nel dire che poteva essere plausibile.
"Potrebbe non essere del tutto errata" commentai, riflettendo.
"Potrebbero servirsi di loro per questo motivo. Ma il movente, al momento, non è importante. É il colpevole che mi preme trovare e sono parecchio lontana dal fare un nome" sospirai "Chiunque sia, sembra che sappia nascondersi bene da tutto e tutti."

[Altea]

Che strano, quel posto sembrava fuori da ogni tempo e luogo, apparso all' improvviso da qualche posto remoto.
Cruz emanò un lento sibilo, mi accorsi qualcosa era dentro al maniero e davanti mi si parò un figura nera, osservai bene e stupita vidi un lupo...era un lupo vero e proprio.
Legai bene Cruz alla palizzata e provai a muovere il cancello, volevo entrare e bisbigliai appena al lupo "Sono tua amica, non voglio farti del male, lo hai visto? Lennox...è venuto qui?".

[Guisgard]

"Credo ci occorra un esperto." Disse Belven a Gwen e ad Elv. "Qualcuno che si intenda di messe nere ed occultismo. Insomma che conosca quel genere di ambiente e possa farci qualche nome, avere così qualcosa di concreto da cui partire."
"Salve." Ad un tratto una voce. "Posso aiutarvi?" Arrivando un altro sacerdote.
"Padre Custode, salve." Lo salutò il Cappellano.




Altea bisbigliò piano al lupo, che prima apparve guardingo, poi sospettoso e si accucciò nell'erba.
Poi vedendo la donna che sembrava non voler fargli del male, si alzò e lento le si avvicinò.
Cominciò a leccarle la mano, mentre un timido bagliore di Sole cercava di illuminare la brughiera.
Ad un tratto si udì un fischio, poi apparve una figura.
Era una donna con un lungo velo sul capo.
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[Altea]

Il lupo si ammansì e mi leccò la mano e sorrisi "Non ti voglio fare del male, mi hai preso in simpatia..chissà quante recondite cose sai e non puoi dirmelo" scuotendo il capo.
Ma lo stupore fu tanto quando alzando il volto vidi una donna, con un velo nero, sembrava di un' altra epoca quasi, ma come mai Lord Lennox era interessato a questo posto? Ma forse si vestiva in quel modo per un suo modo di essere e la chiamai "Signora...mi sente?" ma molto turbata, e se fosse stata la sua amante'

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[Guisgard]

La donna si voltò verso Altea e con movimenti lenti le fece segno di non parlare.
"Questo luogo è sacro." Disse piano.
Aveva un tono di voce melodico ed il timbro era quello di una giovane donna.
Fissò Altea, poi il lupo e si voltò per andare via.
L'animale la seguì ed entrambi svanirono nel silenzio di quel castello incantato.
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[Altea]

Rimasi in silenzio ad ascoltare...un luogo sacro...e perchè mai.
Ma non ebbi tempo di parlare o chiedere, la donna se ne andò e assieme il lupo.
Facile, l' unica persona che avrebbe potuto dirmelo era Lord Lennoxi in persona.
Rimasi in silenzio per non profonare quel luogo, salii sul nero cavallo e lentamente tornai nel mio palazzo.

[Riku966]

Sorrisi sinceramente divertita, gli occhi incatenati a quelli del professore.
Lo lascia parlare - o, per meglio dire, tentare di formulare un discorso - mentre presi a far dondolare la gamba.
Mi stava guardando, era evidente. Così come era evidente che non sapesse gestire la situazione.
“La facoltà di Teologia…” ripetei spostando gli occhi in un punto imprecisato della stanza “Potrebbe avere ragione. Non dovrebbe essere troppo difficile, trovare la cappella del cortile.” constatai per poi alzarmi e avvicinarmi all’uomo “La ringrazio molto per il suo aiuto.” pronuncia con sincerità “Ah e comunque, può guardarmi tutto il tempo che vuole. Non mi da fastidio.” dissi per poi regalargli un sorriso malizioso.


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[Lady Gwen]

Annuii a Belven ed un attimo dopo una figura emerse, una figura che poteva esserci d'aiuto.
"Dipende. È esperto di messe nere?" sarcastica, ma non del tutto.

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[Guisgard]

Altea si apprestò ad andare via, quando dopo pochi metri un serpente scivolò da un ramo, cominciando a muoversi ai piedi di Cruz.
Il cavallo si imbizzarrì e fu sul punto di disarcionare Altea.
Ad un tratto una mano salda afferrò le redini, tirandole per calmare il destriero, mentre un'altra afferrò il suo crine.
"Buono..." disse Lennox col suo accento così misterioso e magnetico "... buono!" Riuscendo infine a farlo calmare.
Il principe carpatico era vestito quasi interamente di nero, indossando una bellissima maschera con fantasia di lapislazzuli, dalle si vedevano i suoi occhi color cielo.
"Cosa ci fa qui da sola, mildy Altea?" Chiese, per poi accarezzare il collo ribusto di Cruz.




La gamba di Queennie dondolava come ipnotica davanti allo sguardo pulito e imbarazzato di Lion, rendendo difficile al giovane docente riuscire a formulare un pensiero finito.
"Si..." disse annuendo goffamente "... si, non è difficile trovare il cortile della facoltà..."
Poi lei si avvicinò e a quelle sue parole sfacciate, provocanti e maliziose lui deglutì, imbarazzato e paonazzo.
"Oh no... non la stavo guardando!" Scuotendo la testa. "Davvero!" Carico di vergogna.




"Ho letto qualcosa a riguardo." Disse sorridendo il padre Custode a Gwen. "Ma molto tempo fa." Annuì. "Immagino vi riferiate a quanto accaduto in questa chiesa."
"Esatto." Belven. "Lei cosa ne pensa? Era qui quando avvenne il fattaccio, padre?"
"Quel giorno era alla curia." Rispose il chierico. "Quanto all'accaduto... beh, direi che ogni ipotesi è possibile. Io però per natura non sono di quelli che vedono il diavolo ovunque, quindi l'idea della messa nera ai miei occhi non ha più credito di altre possibilità. Poi oggi con tutti i sedicenti maghi e cartomanti che ci sono in giro, non mi meraviglierei se qualcuno dei loro ingenui clienti fosse stato spinto a rubare l'Acqua Santa per qualche elisir d'Amore."

[Lady Gwen]

Annuii ascoltando il prete, che però non era presente.
Mi sembrò una persona molto concreta e pratica, già mi piaceva.
"Filtro d'amore con l'acqua Santa, certo che ce ne vuole di fantasia..." sarcasticamente.
"Noi si ipotizzava che certa gente potesse essersi servita degli androidi per compiere questi atti, lei cosa pensa a riguardo?"

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[Guisgard]

"Si, potrebbe essere." Disse il padre Custode a Gwen. "Però, prima di iniziare qualsiasi ragionamento, bisogna definire chi potrebbe essere... certa gente."
"Il punto è proprio questo." Mormorò Belven.
"Volendo potrei darvi... non so come definirlo..." fece il padre Custode "... indizio? Traccia? Non so come chiamarlo..."
"Cosa, padre?" Belven.
"L'atto vandalico, o se preferite blasfemo..." fissandoli il prete "... in un certo senso è stato... previsto. O almeno così sembra."

[Lady Gwen]

"È ciò che stiamo cercando di comprendere" sospirando.
Poi, mi feci più attenta.
"Cos s'intende dire? Nel senso, immagini che fosse stato organizzato, ma cosa intende di preciso?" improvvisamente più attenta.

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[Guisgard]

"Che qualcuno, almeno una decina di giorni primi, aveva, non dico predetto ma previsto questo fatto." Disse il prete Custode a Gwen.
"Cosa intende dire, padre?" Belven.
"Un bambino, con eventualmente problemi, nel delirio ha effettivamento parlato di quell'atto blasfemo prima che accadesse." Mormorò il religioso.

[Lady Gwen]

Guardai Elv, stranita.
"Previsto in quel senso, dice?" Dissi, stupita.
"Sa chi è e se potremmo parlargli?" azzardai, sperando di sì.

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[Guisgard]

"Temo non sa possibile." Disse il prete a Gwen.
"Perchè?" Chiese Belven.
"Perchè il bambino non sta purtroppo bene."
"Cos'ha, padre?" Domandò Elv.
"Ufficialmente problemi di natura psichica..." spiegò il prete "... schizofrenia, isteria, sdppiamento della personalità."

[Lady Gwen]

Aggrottai la fronte.
"Non mi sembra un valido motivo per non ascoltarlo, anzi. Vedremo se sarà possibile li stesso, dopotutto ci sono delle indagini in corso" affermai con convinzione, sperando davvero che si potesse parlare con lui.

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[Guisgard]

"Non credo vi sarà possibile." Disse il prete a Gwen. "Ora scusatemi, torno alle mie faccende." Salutò ed andò via.
"Forse io posso portarvi a vedere il bambino." Il Cappellano a loro.

[Lady Gwen]

Sbuffai all'ennesimo ostacolo.
Nel momento in cui ci avvicinavamo, ecco che ci allontanavamo di nuovo.
Guardai speranzosa il cappellano.
"Davvero ha modo di farlo?" con rinnovata esaltazione.

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[Guisgard]

"Si." Disse il Cappellano a Gwen. "Troviamoci tutti qui, davanti alla chiesa, domattina alle 07.00. Siate puntuali."
"Ci saremo, padre." Annuì Belven.

[Lady Gwen]

Annuii mentre lui non si dilungava in ulteriori spiegazioni.
"Beh, non di molte parole, ma abbiamo una speranza in più di trovare il bandolo della matassa, no?" guardando Belven ed Elv.

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[Guisgard]

"Si, meglio di niente." Disse Elv a Gwen.
"Troviamoci allora tutti qui domattina." Fece Belven, per poi andare via.
Gwen ed Elv allora lasciarono la chiesa e trovarono Aryana fuori a fumare e a parlare al cellulare.
Vide i 2 e staccò, per poi buttare la cicca a terra.
"Quindi?" Chiese. "Trovato qualcosa?"

[Lady Gwen]

Annuii e dopoe sserci dati tutti appuntamento per il giorno successivo, uscimmo, dive trovammo Aryana intenta a fumare e parlare al cellulare.
"Domani parleremo con un ragazzino schizofrenico che pare abbia previsto l'attacco a questa chiesa, compreso di pseudo messa nera" con sorriso candido "Poteva andare peggio, dico bene?" sarcasticamente.
"Meglio di una coltellata al fegato..." scuotendo la testa ed accendendomi anch'io una sigaretta.

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[Guisgard]

"Oh no..." disse sarcastica Aryana a quelle parole di Gwen "... ma sei seria, Gwen? Dai, ti prego..."
"Invece sembra proprio di si." Annuì Elv.
"Ma, forse la domanda è sciocca e me ne rendo conto..." Aryana con ironia "... ma... perchè mai un bambino schizofrenico è in mano a dei preti? Per peggiorare?"

[Lady Gwen]

La situazione cominciava a starmi stretta, dovevo ammetterlo.
Di certo, i commenti di Aryana non aiutavano.
"Ciò che fa coi preti non è affar nostro. Io devo solo trovare il responsabile di questo inferno" dissi con tono asciutto, spegnendo la sigaretta ormai terminata.
"E non vedo l'ora che questa giornata finisca, prima che ne inizi un'altra..." sospirando e passando le dita sulle tempie.

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[Riku966]

Fu divertente vedere Lion negare. Lo vidi particolarmente in difficoltà, e trovai piacevole essere io la causa di tutto quello.
“Se lo dice lei, professore.” risposi per poi avvicinarmi ancora un poco e poggiare la mia mano sulla sua spalla “La ringrazio immensamente e, se volesse passare altro tempo insieme, non esiti a chiamarmi.” aggiunsi per poi dirigermi alla porta, lasciando che la mia mano ricadesse sul petto dell’uomo, carezzandolo fino a raggiungere la pancia.
A quel punto, avevo l’incontro con Save, ad attendermi.


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[Guisgard]

"Ok, scusa..." disse Aryana a Gwen "... come sei diventata suscettibile." Scuotendo il capo. "Scema io che ho perso un'intero giorno a cercare di aiutarti. Bene, ne farò tesoro per il futuro. Posso essere riaccompagnata al mio albergo?"
Elv annuì e i 3 andarono via.
Lasciarono Aryana all'albergo, poi la macchina raggiunse casa di Gwen in modo che Elv recuperasse la sua auto.




Lion trattenne il fiatto, diventando paonazzo e perdendosi nello sguardochiaro di Queennie, mentre la mano di scivolava come una carezza audace sul petto di lui.
Per un attimo il giovane docente ebbe la netta convinzione che la mano della ragazza non si sarebbe fermata e che sarebbe scesa sempre più giù.
Ma poi, invece, Queennie la tirò via.
Lo salutò con i suoi modi provocanti ed andò via, lasciandolo imbambolato.
Prese l'auto e si diresse al suo appuntamento con Save.

[Riku966]

Lasciate imbambolate le persone, ipnotizzare da quel potere che scaturiva dalla sensualità e la malizia, era un piacere di cui non riuscivo a privarmi.
Amavo avere il controllo, percepire i desideri degli altri e usarli a mio vantaggio, intrattenendomi anche solo per il gusto di vedere le reazioni degli altri.
Ma Lion non aveva avuto troppe reazioni, né aveva deciso di ribaltare la situazione. E ciò fu molto deludente.
La jeep sfrecciò veloce, mentre già immaginavo l’incontro che mi avrebbe atteso.
Sperai solo che, dopo tanta attesa, Save avesse intenzione di fare qualcosa di diverso dal restare imbambolato.


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[Altea]

Fu un attimo, il serpente strisciò e sobbalzai assieme a Cruz che si stava imbizzarrendo ma ad un tratto mi sentii salda al terreno e vidi una mano sulla criniera e le redini di Cruz.
Mi voltai di scatto e vidi Lennox, e scesi da cavallo...come era bello, si era proprio bello e il blu delle pietre abbellivano di più i suoi occhi.
Ma rimasi rigida "Sono qui perchè ho saputo volete affittare questo posto, questo castello seppur dimenticato dal Signore è di incredibile bellezza" e il mio sguardo non si tolse dal suo "E quella donna? E' la vostra amante?Andate...andate pure da lei" con voce piccata.

[Lady Gwen]

Guardai Aryana interdetta.
Questo "riavvicinamento" temporaneo si era rivelato ingombrante e difficile da gestire.
Decisamente meglio che tornasse in albergo.
Del resto, ognuno aveva i propri casini e lei non era obbligata a subire anche i miei.
Tornammo poi a casa, dove c'era la macchina di Elv.
"Non ci credo ancora, di essere di nuovo a casa... Che giornata assurda..." sospirando.

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[Guisgard]

La Jeep di Quennie sfrecciava rapida per le strade cittadine, quando le vibrò il cellulare per un messaggio.
Era di Save e così diceva:

"Capo. Sono nella mia villa sul mare. Perchè non mi raggiunge ;)"

In un secondo messaggio le inviò l'indirizzo.




Gwen si sedette avvlita e stanca, ma un attimo dopo sentì le mani di Elv sul suo collo e sulle sue spalle.
"Dovresti rilassarti un pò..." disse pianissmo dietro di lei, cominciando a massaggiarle collo e spalle.




"Come siete fredda e acida, milady Altea." Disse Lennox in piedi daanti a lei, col suo sguardo azzurro, penetrante, caldo e misterioso.
Sembrava il protagonista di un romanzo ottocentesco, di quelli inquieti, tenebrosi, invisi agli uomini e destinati ad una fortuna ultraterrena.
I suoi occhi azzurri erano fissi sul volto di Altea.
https://pbs.twimg.com/profile_images/1259940855999344642/eFNOw7x6.jpg

[Altea]

Non distolsi lo sguardo, era tutto surreale come quel luogo "Non sono acida, è la verità. Ma se preferite la compagnia di quella donna..allora potete andarvene dal mio Palazzo, dopo avervi ospitato" accentuai il timbro di voce "Avervi creduto, cosa nascondete?"

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[Riku966]

Guidai rapida, tagliando i limiti di velocità e beffandomi di quei poveracci che, troppo vigliaccamente, temevano di incorrere in una qualche multa.
Mentre guidavo, il mio telefono vibrò. Il messaggio comparve direttamente sul display dell’autoradio, e comunicava che Save mi stesse attendendo nella sua casa al mare.
Seguii le indicazioni da lui fornite, sfrecciando con la jeep. Evitai, tuttavia, di rispondere a quel suo messaggio. L’avrei lasciato un po’ nel dubbio.


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[Lady Gwen]

Poco dopo, sentii le mani di Elv sul mio collo ed al suo sussurro, sorrisi.
Era incredibile come mi fosse mancato, nonostante nulla fra noi, prima di oggi e per mia iniziativa, si fosse concretizzato.
"Ecco perchè tu sei qui, ora..." mormorai.

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[Guisgard]

Elv sorrise piano e continuò a massaggiare il collo e le spalle di Gwen.
Poi il suo cellulare squillò.
Era un cliente.
Un tipo che aveva fatto pedinare la moglie, temendo potesse tradirlo.
Elv disse che non aveva nuove notizie in merito e gli diede appuntamento alla sera seguente.
chiuse il cellulare e tornò ad occuparsi di Gwen.
"Cosa posso fare" disse senza smettere quel massaggio "per aiutarti a rilassare del tutto?"




"Non c'è nessuna donna qui." Disse Lennox ad Altea.
I 2 erano vicinissimi, gli sguardi penetranti, i lunghi capelli chiari di lei e quelli lunghi e scuri di lui adigiati dal vento caldo di quel crepuscolo estivo.
"Sono solo qui, oltre lei, milady." Ancora lui a lei, tenendo il cavallo per le redini.




La Jepp attraversò la città e poi andò oltre.
Il crepuscolo era luminoso e caotico, ma poi la lunga strada provinciale immerse Queennie nella tranquillità della silenziosa calura campestre.
Percorse diversi chilometri, poi imboccò la direzione della costa.
Il cielo andava ad imbrunirsi sempre più.
Poi lo svincolo, il mare, le luci dei borghi estivi sul molo.
Salì un docile promontorio e percorse una stradina isolata, fino alla bella villa che godeva di un panorama mozzafiato.
Era la casa di Save che aspettava il suo capo.
https://www.hawaiidiscount.com/Portals/0/Novictor%20Helicopters%20-%20Honolulu%20City.jpg

[Lady Gwen]

Iniziai ad abbandonarmi al suo tocco, ma feci una smorfia quando sentii il suo cellulare.
Parlò per un po' con un cliente, poi tornò da me.
Sorrisi divertita alla sua domanda.
"È fine giornata, sono stanca di pensare, mi farò stupire da te" risposi, ravvivandomi i capelli.https://uploads.tapatalk-cdn.com/20210726/c9cb7bf9d3fadd42ff4f03ebdac0328d.gif

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[Guisgard]

Le mani di Elv erano calde, salde, sicure, ma anche delicate e scivolavano sinuose sul collo e le spalle di Gwen.
"Allora dovresti metterti comoda, dimenticare tutto..." disse lui con un lieve sorriso e la voce quasi melodica, ipnotica, mentre con le mani allentava il collo della camicetta "... perchè non la togli? Tanto siamo soli e posso abbassare le luci..." si staccò un attimo e spense la luce, per poi accendere quella più bassa di una lampada.

[Lady Gwen]

Il suo tocco era invitante, sinuoso, ipnotico, come la sua bellissima voce.
Era probabilmente il suo modo per farmi lentamente impazzire ed era troppo seducente per resistergli.
Guardai la mia camicetta, poi lui mentre abbassava le luci.
Sì, si era già ampiamente ambientato in casa, c'era poco da dire.
Tolsi la camicetta e poi le scarpe dai tacchi alti, sistemandomi per bene sul divano ed aspettando che tornasse da me.

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[Guisgard]

Elv tornò da Gwen, ora solo con indosso l'intimo, seduta sul divano.
"Così va meglio..." disse riprendendo il massaggio "... no?"
La voce bassa e calda, quasi melodica, accompgnava le sue mani che abili sapevano muoversi sulle spalle e sul collo di lei.
"Stenditi, sarai più rilassata..." mormorò poi, facendola stendere sul divano con la schiena all'insù.
Ora le sue mani salivano e scendevano, a tratti lentssime, lungo la schiena della ragazza, fino all'elastico delle mutandine.
Sui fianchi, poi di nuovo su e ancora giù.
Quelle mani si facevano sempre più lente, poi morbide, e poi più salde, massaggiando e premendo con le dita la pelle di lei.
"Facciamo un gioco?" Lui sorridendo.

[Lady Gwen]

Sorrisi divertita e maliziosa, mentre riprendeva i suoi massaggi su di me.
Seguii le sue mani, stendendomi sul divano.
Le sue mani erano calde, delicate, ma salde e forti e mi piaceva.
Non avevo provato mai con nessuno questa cosa ed era bellissimo.
Lo sentivo sui fianchi, sulla schiena, le spalle.
Sollevai un sopracciglio, divertita ed intrigata.
"Sono curiosa, adesso" con malizia.

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[Guisgard]

"Diaciamo, a turno, la prima cosa a cui stiamo pensando..." disse divertito Elv a Gwen, senza smettere di massaggiarla.

[Lady Gwen]

"Tutto qui?" dissi, delusa ma divertita.
"Beh, io sto pensando che ti assumerò come massaggiatore per tutto il resto della vita..." dissi, con tono rilassato, continuando a seguire ogni suo movimento sul mio corpo.
Amavo come mi toccava, come mi accarezzava e volevo vedere come avrebbe continuato.

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[Guisgard]

"Beh, i giochi, quelli più per adulti, ho evitato di metterli in lista..." disse ridendo piano Elv, senza smettere di massaggare la schiena di Gwen.

[Lady Gwen]

"Innanzitutto, non vedo bambini delle elementari, qui..." sarcastica e pungente.
"E poi, tu non mi hai detto cosa pensi" gli feci notare, aspettando che mi rispondesse.

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[Guisgard]

"Sai..." disse Elv senza smettere di massaggiarla "... non i ho mai chiesto l'età... non è che sei una diciottenne? Di quelle acqua e sapone ma che vogliono sembrare già grandi?" Provocatorio lui a Gwen.

[Lady Gwen]

Roteai gli occhi.
"Sei veramente pessimo, lo sai?" commentai, laconicamente.
"Non credo che una diciottenne acqua e sapone, come dici tu, avrebbe potuto mettere su una società, ma grazie per aver chiesto..." dissi sarcastica.

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[Guisgard]

Elv rise di gusto.
Poi si chinò su Gwen, arrivando a sfiorarle l'orecchio con la lingua.
"Allora fammi ricredere e spogliati..." disse pianissimo "... e fatti guardare..."

[Lady Gwen]

Mi irrigidii e trattenni a fatica un gemito, sentendo la sua lingua sul mio orecchio, di nuovo, come poche ore fa, sentendo brividi ovunque.
Sorrisi divertita.
Mi voltai verso di lui e dopo aver accarezzato il suo viso lo baciai, per alcuni istanti, sentendo di nuovo quella frenesia dentro.
Poi, mi alzai ponendomi di fronte a lui.
A quel punto, iniziai a spogliarmi, con dei movimenti studiati, precisi, con calma e pazienza, fino a spogliarmi del tutto.

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[Guisgard]

Quel bacio.
Lento, caldo, umido, in una carezza di lingue, con quel contatto intimo, unico.
Poi Gwen si alzò e comiciò a spogliarsi, piano, davnti a lui.
Man mano che i suoi vestiti scivolavano via, lei avvertiva lo sguardo di Elv, così caldo e penetrante, pieno di desiderio.
Gli occhi scuri di Elv si spostavano avidi sul corpo sempre più nudo di Gwen, guardandola ovunque.
Poi i loro sguardi si incontrarono e lui sorrise, facendole un occhiolino complice e provocante.

[Lady Gwen]

I suoi occhi neri e brillanti erano rimasti su di me tutto il tempo, senza mai spostarsi e mi avevano seguita in ogni movimento, ogni gesto, con avidità.
Ridacchiai piano al duo sorriso ed al suo occhiolino.
"Mi aspettavo un commento più completo, piuttosto che un semplice occhiolino..." mormorai, accarezzandogli i capelli ed il viso, dai tratti scuri, definiti e bellissimi.

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[Guisgard]

"Avvicinati, te lo dirò all'orecchio..." disse pianissimo e divertito Elv a Gwen "... così eventuali bambini non sentiranno..."

[Lady Gwen]

Ridacchiai divertita, mentre mi avvicinavo, circondando il suo collo con le braccia.
Ero certa che ci fosse il trabocchetto, ma senza, probabilmente, non sarebbe stato interessante allo stesso modo in cui lo era ora.

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[Guisgard]

Gwen si avvicinò, ma un attimo dopo si ritrovò nuda fra le braccia di Elv, stretta al suo petto, mentre lui la baciava con slancio e travolgente passione.
Finirono per rotolare entrambi sul divano, con le mani di Elv che scivolavano ovunque sulle nudità di Gwen.

[Lady Gwen]

Successe esattamente ciò che immaginavo, e che speravo da quando eravamo ancora al centro.
Volevo del tempo che fosse solo nostro, in questa follia assurda che andava avanti da giorni senza giungere mai ad una fine ed ora non volevo fermarmi.
Risposi con la stessa foga e lo stesso desiderio, prima che ci ritrovassimo entrambi stretti sul divano.
Non passò molto prima che iniziassi a spogliare anche lui, essendo decisamente troppo vestito rispetto alla sottoscritta.

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[Guisgard]

In breve anche Elv fu nudo e a quel punto nulla potè fermare la passione che esplose forte e irresistible fra lui e Gwen.
Finirono a terra, sul tappeto, l'uno sull'altra e viceversa, facendo l'Amore forte e in più modi.
Ora Gwen appariva docile e sottomessa, appagata e felice sotto l'impeto del suo Elv che la stringeva da dietro tenendola per i seni, ricominciando ogni volta fino allo sfinimento.
Lei senza pudore fece tutto pur di far godere il suo uomo, fino a portarlo all'estremo piacere, che esplodendo inondò i loro corpi.
Quando giunse il mattino, i 2 amanti erano stesi sul tappeto, l'una stretta all'altro, addormentati e felici, fino a quando la sveglia ruppe il loro sonno.

[Lady Gwen]

Non appena anche i vestiti di Elv giacquero coi miei sul pavimento, nulla fu più in grado di fermarci.
La nostra passione esplose senza controllo ed entrambi sfogammo il nostro desiderio per il reciproco piacere.
Non avrei mai pensato che fosse tutto così spontaneo e naturale, con lui, ma era ciò che rendeva unica questa unione.
Trascorremmo così la notte, fino al mattino, quando ero ancora stretta ad Elv e la sveglia suonò inclemente.
Sospirai e fui tentata di ignorarla, ma ricordai poi l'appuntamento col prete, per quel bambino.
"Hey... Dobbiamo andare..." sussurrai dolcemente ad Elv, per svegliarlo, baciandolo piano.

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[Guisgard]

Elv si svegliò a fatica, brontolando e protestando.
Tirò più volte a sè Gwen, per impedirle di alzarsi, ma poi il dovere si fece pressante.
Si vestirono in fretta e lasciarono la casa, raggiungendo la chiesa.
Qu con somma sorpresa di Gwen videro davanti al portico una ragazza.
Era Ryana che li aspettava.
Un minuto dopo arrivò un'auto di grossa cilindrata, dalla quale scese Belven.

[Lady Gwen]

Passai i successivi minuti a ridacchiare ogni volta che provavo ad alzarmi e lui mi tirava a sé.
Nemmeno io avrei voluto spezzare quell'equilibrio perfetto, ma purtroppo dovevamo andare.
Ci preparammo ed uscimmo, ma quando arrivammo davanti alla chiesa, rimasi interdetta.
Vidi Aryana lì davanti e poco dopo arrivò Belven.
"Questa è una sorpresa. Pensavo avessi dato forfait" le dissi, con tono genuinamente curioso.

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[Guisgard]

"Beh, non ho molto da fare e in questa città non conosco nessuno, oltre te." Disse Aryana a Gwen. "Vorrà dire passerò una mattinata diversa dal solito." Ridacchiando.
Arrivò Belven e salutò tutti loro.
Si propose poi di offrire a tutti la colazione al bar.
Una decina di minuti dopo arrivò anche il Cappellano.
Tutti insieme, così, partirono, verso la casa del bambino.

[Lady Gwen]

Annuii lentamente senza aggiungere altro, perchè in realtà non potevo impedirle di seguirci, ma mi sembrava molto strano, dopo la scenata della sera precedente.
Belven vi offrì la colazione al bar e poco dopo eravamo già per strada per andare a fare visita al bambino.
Onestamente, non sapevo cosa aspettarmi.
Speravo solo che ci fosse una svolta considerevole alla mia "indagine".

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[Guisgard]

Dopo una buona mezz'ora di strada, arrivarono all'estrema periferia occidentale di Afragolopolis, in un Averno di baracche, catapecchie e fatiscenti ritrovi in cui si ammassavano intere famiglie.
Sotto il caldo afoso questo luogo diventava totalmente invivibile, tra cani randagi, gatti e ratti.
Scesero dalla macchina e il Cappellano fece segno a tutti loro di seguirlo.
Imboccarono un vicoletto malfamato, dove dei bambini sporchi giocavano in strada.
Arrivarono davanti a delle case popolari, decadenti e abbandonate a marcire, così come coloro che le abitavano.
Salirono al sesto piano e il prete bussò ad una porta.
Una donna dalla pelle olivastra venne ad aprire.
Era emaciata, dagli occhi cerchiati ed un Rosario stretto fra le mani.
"Sono il padra Cappellano, signora." Disse il prete. "Sono un dottore, uno psicologo e sono stato inviato dal preside della scuola di suo figlio."
La donna annuì e lo fece entrare.
Lui si voltò e chiese a Gwen e agli altri di seguirlo dentro.
"Solo 2 fra voi entraronno con me." Il prete a quelli che eran con lui. "Decidete fra voi."
https://thumbs.dreamstime.com/b/antico-affollato-appartamento-nel-quartiere-residenziale-di-hong-kong-il-vecchio-184696541.jpg

[Lady Gwen]

Dopo una mezz'ora arrivammo nella periferia della città.
Il degrado era ovunque, era come un morbo dilagante al quale nessuno poteva o voleva trovare una cura.
Era davvero sconvolgente e lo si vedeva negli occhi di chi ci viveva, specialmente i bambini.
Arrivammo ad una delle tante palazzine fatiscenti ed al sesto piano ci aprì una donna, dall'aria emaciata.
Il cappellano ci disse che solo due di noi potevamo andare con lui ed anche se l'idea non mi piaceva, dovetti scegliere.
"Verremo io e Belven" dissi risoluta.

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[Guisgard]

Il Cappellano annuì a Gwen, per poi guardare Belven.
Alla fece cenno ai 2 di seguirlo.
Aprì la porta e i 3 entrarono nella stanza.
Era piccola, con una sola finestra che era però chiusa nonostante la calura estiva.
Nella camera però l'aria era gelida, come se si fosse fuori ed in pieno Inverno.
Un freddo tagliente, chein un attimo gelò le membra di Gwen e di Belven.
Ma più di quel freddo assurdo, era il terribile ed insopportabile tanfo della stanza.
Un miscuglio di feci, di urina, di sudore e di vomito che appestava l'aria, rendendola irrespirabile.
Nessuno avrebbe potuto resistere più di un minuto in quell'ambiente.
Nel piccolo lettino stava un bambino di non più di 10 anni, con polsi e caviglie strette da robuste cinghie, come fosse un animale.
Il bambino era come in una profonda veglia, con gli occhi socchiusi e le labbra schiuse appena che tremavano, come se stesse dicendo qualcosa, ma con tono bassissimo.

[Lady Gwen]

La stanza in cui ci portarono era minuscola e gelida, tanto che coprii le spalle con la leggera sciarpa che avevo in borsa.
Ma non fu solo quello.
L'aria era irrespirabile.
Rischiai di sentirmi male non appena vi misi piede, ma cercai di resistere.
Non volli appositamente interrogarmi su cosa producesse quei miasmi mortiferi, anche perchè ci fu un terzo elemento a cui dovetti pensare.
Il ragazzino era lì, bloccato come un animale, a sussurrare delle parole a voce bassissima, quasi senza suono.
Pur contro quel fetore intollerabile, mi abbassai cercando di capire cosa stesse dicendo.

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[Guisgard]

Gwen si avvicinò al lettino, dove il piccolo sembrava destinato a marcire tra fetore e freddo, cercando di sentire cosa dicesse.
Percepiù delle parole, ma tutte strane, sconosciute, senza senso.
"Omais... ion... li..." disse il piccolo come se fosse in una sorta di trance "... oniciproc... ic... ecaip... oilgem... led... otouv... odnoforp... e... otulossa..."

[Lady Gwen]

Il ragazzino sembrava in una sorta di trance e continuava a ripetere parole, strane, senza senso, che non riuscivo ad afferrare.
"È come se ripetesse parole inesistenti in trance.." Dissi a Belven.

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[Guisgard]

"Infatti è in uno stato miserevole..." disse Belven a Gwen.
Intanto il Cappellano si avvicinò al letto e controllò il polso del piccolo.
Chiese poi alla madre se avesse somministrato le medicine prescritte al bambino.
Lei annuì.
Infatti il prete era la seconda volta che visitava il bambino.
Ad un tratto il piccolo aprì gli occhi.
Fissava il Cappellano ed i tratti del suo volto oa erano diversi, come deformati da un smorfia d'odio, di malvagità.
"Hanno mandato te?" Con un ghigno al prete.
"Si, ti ricordi di me, piccolo?" Il prete. "Ti avevo visitato, ricordi?"
"Se hanno mandato te allora non abbiamo nulla da temere." Il bambino con una risata gracchiante.
Infatti ora la sua voce aveva un che di cavernoso, di grottesco, come se sforzasse le corde vocali per parlare così.
"Cosa ha detto il vostro medico curante?" Il prete alla madre del bambino.
"Che tutte le analisi risultano normali." Rispose lei sulla soglia. "Non ci sono lesioni o alterazioni del cervello, padre..."

[Lady Gwen]

Sospirai affranta ed avvilita, scuotendo la testa con la sciarpa a coprire non solo le spalle, ma anche il naso e la bocca.
Era uno scenario devastante e non sapevo se ne sarei uscita mentalmente integra.
Dopo essersi accertato sulla terapia del bambino, quello iniziò a parlare in un modo raccapricciante.
Era come deformato, corrotto da qualcosa, ma la madre si affidava al parere negativo dei medici.
Fissai Belven, come a cercare nel suo sguardo una risposta.

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[Guisgard]

Gwen guardò Belven e si accorse che l'avvocato stava registrando tutto col suo cellulare.
Il prete controllò la pressione del bambino e i suoi battiti.
Ad un tratto Gwen vide gli occhi del piccolo spostarsi su di lei.
Quello spalancò la bocca e tirò fuori la lingua.
"Perchè" disse con quella voce cupa e mostruosa "non fai anche a me quello che hai fatto all'investigatore, piccola mia?" Per poi scoppiare a ridere. "Il mio è più grosso, sai?" Allora portò la testa all'indietro e alzò le pupille verso l'alto, fino a far diventare bianchi i suoi occhi.
E riprese a recitare sttovoce quelle parole senza senso.

[Lady Gwen]

Mi accorsi che Belven stava registrando tutto.
Beh, almeno avevamo qualche prova.
Mi irrigidii quando vidi che fissava me, ma rimasi letteralmente paralizzata e freddata quando iniziò a parlare, il mio viso ancora parzialmente coperto dalla sciarpa.
Sapevo, razionalmente, che quella fosse solo una provocazione, ma mi lasciò comunque pietrificata, trattenendo anche il respiro.
E dovetti distogliere lo sguardo quando gli occhi gli si girarono all'indietro e ritornò a ripetere quelle parole.
Volevo andare via, subito, non volevo rimanere un minuto di più.
Volevo di nuovo la quiete della mia vita, volevo Elv a stringermi e confortarmi, senza questa assurda pazzia ad avvilirmi.

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[Guisgard]

Il Cappellano fece cenno a Gwen e a Belven di uscire.
I tre lasciarono così quella camera freddissima e fetida.
Il prete poi parlò con la madre del bambino e andò via con Gwen e l'avvocato.
"Quel bambino..." disse guidando Belven "... che strazio vederlo..."
"Si..." annuì il Cappelano "... l'isteria e lo sdoppiamento della personalità sono malattie ancora oggi difficili da curare..." chiese a Belven una sigaretta "... vi spiace se fumo?"
Belven scosse la testa.
"Purtroppo..." aggiunse il prete "... il bambino vive in un'ambiente particolare, fatto di superstizione e fanatismo..."

[Lady Gwen]

Per fortuna andammo via, non avrei retto un minuto di più.
Seguii di striscio la loro discussione, mentre parlavano delle condizioni del bambino.
Certamente, non era gente normale quella che lo cresceva e non mi stupivo di nulla.
Erano condizioni disumane, quelle, a dir poco e ancor peggio, non eravamo riusciti a scoprire di più in merito alla questione sulla quale stavamo indagando.

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[Guisgard]

Il resto del viaggio trascorse in un silenzio irreale, rotto solo da qualche breve intervento di Elv.
Quando però l'auto entrò in città, Aryana ebe un moto di fastidio.
"Se lei è un medico prima ancora di un prete" dise al Cappellano "deve portare via quel bambino dalla sua casa. Andrebbe ricoverato in un ospedale pschiatrico. Se non lo fa è colpevole quanto i suoi familiari."
"Lo so, me lo ripeto ogni secondo." Annuì il prete.
In quel momento squillò il cellullare di Gwen.

[Lady Gwen]

Rimasi in silenzio durante tutto il viaggio, stretta ad Elv, che parlò solo di tanto in tanto.
Era passato ancora troppo poco tempo da quando ero andata via da lì e dovevo ancora mentalmente riprendermi.
Ciò che Aryana disse, non fu del tutto sbagliato, ma in quel momento squillò il mio cellulare e fu ciò che attirò la mia attenzione.
"Pronto?" con tono laconico.

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[Guisgard]

"Dottoressa..." disse una voce artificiale, ma che Gwen riconobbe subito "... il cane si comporta sempre come il suo padrone. Quello che hanno fatto al bambino, lui vuol farlo agli androidi." Era Jon e staccò.

[Lady Gwen]

Mi risvegliai all'istante, quando sentii la voce di Jon.
Non ebbi il tempo di realizzare la cosa ché lui staccò.
Guardai Elv perplessa e gli feci ascoltare la registrazione della telefonata.
"Cosa vuol dire, secondo te? Insomma, ho visto quel bambino e per quanto agghiacciante, terrificante e raccapricciante possa essere, dubito si possa replicare su dei robot..."

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[Guisgard]

"Non lo so..." disse perplesso Elv a Gwen dopo aver ascoltato la telefonata registrata "... magari è qualcuno che si diverte a perseguitarti... mi sembra chiaro."
Anche Aryana e Belven avevano sentito la registrazione.
"Uno scherzo?" Belven. "E come faceva a sapere della nostra visita in periferia?"
"Magari ci monitorano o ci seguono..." fece Aryana tesa.

[Lady Gwen]

"Belven ha ragione, non potevano saperlo e sono già giorni che mi perseguitano. Se ricordi bene, è per questo che mi sono rivolta a te" feci notare ad Elv.
"Qui c'è qualcosa sotto e sono certa che queste telefonate siano una chiave importante, ma qualcosa ancora mi sfugge..."

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[Guisgard]

"A me la frase che dice sembra senza senso..." disse Aryana.
"Io invece credo che attorno a quella frase ruoti il senso di tutta la faccenda." Belven.
"Chi cavolo sarà questo lui che cita?" Elv seduto accanto a Gwen.
"Bella domanda..." mormorò Belven.
L'auto di Belven allora portò prima Aryana al suo albergo, poi Gwen ed Elv a casa di lei.
L'avvocato, fatto, ciò andò via.

[Lady Gwen]

"Sono d'accordo con Belven" commentai.
Guardai Elv.
"È una domanda che mi sta tormentando ed ancor di più mi tormenta non riuscire a dare una risposta" sospirando avvilita.
Poi, fummo riaccompagnati a casa, io ed Elv.
"Se penso che oggi dovranno anche consegnarmi Justine, impazzisco..." scuotendo la testa.
"Oggi... Con quel bambino... È stato devastante" mormorai ancora profondamente scossa.

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[Destresya]

Corsi in giardino, tutta trafelata, e mi accorsi che non era affatto il ragazzino a fare casino. Possibile?
C'era un perfetto sconosciuto, bello tranquillo, che girovagava per il mio giardino.
"E tu chi sei, il nuovo giardiniere?" risi, divertita, con la risata stridula di Regna.
E mi avvicinai a lui, con passo da regina nel suo palazzo.

[Guisgard]

"Ora cerca di stare calma." Disse Elv a Gwen. "Rischi solo di stressarti oltre. Vuoi beccarti un bell'esaurimento nervoso?"
Un attimo dopo il cellulare della ragazza squillò.






Regna corse in giardino e vide quel perfetto sconosciuto.
Con passo severo ed altero, da vera regina, si avvicinò all'uomo.
Lui nell'udire quella risata stridula si voltò di scatto, ritrovandosi davanti quello schianto di donna, alta, bionda e con portamento fiero.
Anche lei, guardandolo meglio, si accorse che era molto affascinante.
Aveva un viso regolare, dai bei lineamenti, capelli scuri e mossi, occhi azzurri e grandi.
"I miei omaggi, madama." Disse con un inchino galante, mentre la sua voce calda e bassa prese ad accarezzare il corpo slanciato di Regna. "Mi perdoni, può dirmi dove siamo?" Fissandola.

[Lady Gwen]

"La fai facile, tu. Non eri dentro quella stanza" commentai, fissandolo.
Poi, squillò il mio cellulare ed immaginai che fosse il centro.
"Pronto?"

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[Guisgard]

"Sapevamo che si trattava di un bambino con disturb psichici..." disse Elv a Gwen, mentre lei rispondeva al cellulare.
"Dottoresa, sono il direttore." L'uomo dall'altra parte del telefono. "Ho bisogno della sua disponibilità, naturalmente se ciò non le procura noia con i turni già stabiliti in laboratorio. E' accaduto che un nobile abbia preso possesso di un vecchio maniero da ristrutturare e ha poi contattato il nostro centro. Pare infatti che nelle segrete abbia trovato molti vecchi proprotipi di robot e cyborg, tutti di vecchissima generazione. Non sapendo come disfarsene è stato spinto a chiamare noi dalle autorità del posto, visto che il programma di riciclo dei vecchi umanoidi impone che sia fatto da enti competenti ed autorizzati. Ora, non avendo altro personale disponibile, non qualificato come lei almeno, jo pensato di inviarla al castello di quel nobile per fare un elenco del materale presente e gestirne il ritiro da parte del centro. Lei è disponibile? Si tratta di un incarico importante, dottoressa."

[Lady Gwen]

Man mano che il direttore andava avanti, mi facevo sempre più perplessa.
"Ma... Oggi mi consegneranno l'androide qui a casa, ho stabilito questo col dottor Oxio, non posso certo essere in due posti contemporaneamente..." sarcastica.
"Anche quello è un compito importante."

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[Guisgard]

"Si, ho saputo di Justine, dottoressa." Disse il direttore a Gwen. "Ma daccordo col il dottor Oxio potrà occuparsi di Justin al suo ritorno, dopotutto la questione non dovrebbe rubarle più di un pomeriggio. Ma voglio sia lei a decidere, poi gestirò di conseguenza la cosa, trovando qualcun altro in caso di risposta negativa da parte sua."

[Lady Gwen]

"Oh..." risposi, sentendo che aveva già parlato con Oxio.
"Beh, in tal caso, posso farlo" dissi poi, guardando Elv.
Un pomeriggio in un castello, del resto, non doveva essere affatto male.

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[Guisgard]

"Grazie della sua disponibilità, dottoressa." Disse il direttore a Gwen. "Fra un'ora è attesa al castello. Il nome del manero è Castello del Lamento dell'angelo." E le inviò l'indirizzo tramite il navgatore ottico.

[Lady Gwen]

"Perfetto" dissi.
Dopo aver memorizzato l'indirizzo, guardai ancora Elv.
"Ti va un pomeriggio al castello?" sorridendo.

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[Guisgard]

"Al castello..." disse Elv stupito "... che castello? Io oggi avrei un appuntamento con quel cliente chi chiamò ieri, ricordi? Tu invece?" Fissando Gwen.

[Lady Gwen]

"Oh, accidenti..." dissi, sospirando.
Me ne ero totalmente dimenticata, dovevo ammetterlo.
"Il direttore mi ha mandata a parlare con un nobile, che ha trovato dei vecchi androidi che vanno esaminati nello scantinato e devo andare per conto del centro. Beh, allora vuol dire che farò la mia gita da sola" con un leggero sorriso.

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[Guisgard]

"Beh, non credo ti impegnerà a lungo questa cosa." Disse Elv. "Così magari al tuo ritorno staremo insieme, che ne dici?" Sorridendo a Gwen ed accarezzandole il viso.

[Lady Gwen]

Sorrisi ed annuii, godendomi la sua carezza sul mio viso.
E siccome potevo resistere, sì, ma non per molto, presi il suo viso fra le mani e lo baciai.
"Allora ci vediamo dopo. Vedi di non fare troppi casini mentre non ci sono" gli dissi, guardandolo.

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[Guisgard]

Elv ridacchiò e la baciò.
"Attenta tu, piuttosto." Disse a Gwen, facendole l'occhiolino, per poi andare via.

[Lady Gwen]

Sorrisi divertita e lo lasciai andare, un po' a malincuore.
Erano stati più i giorni che avevamo passato insieme piuttosto che da soli, considerando che, all'inizio, l'avevo assunto per questo ed ogni volta mi mancava.
Era ironico, poiché mai avrei immaginato che andasse in questo modo.
Comunque fosse, dovevo occuparmi di questa faccenda e, a dir la verità, ero molto curiosa di scoprire chi fosse la persona che dovevo incontrare.

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[Guisgard]

Poco dopo Gwen salì in auto e partì, seguendo le indicazioni sul navigatore ottico.
Lasciò la città e si ritrovò nella soleggiata campagna intorno ad Afragolopolis.
La giornata era calda e ben presto il paesaggiò mutò, mostrando il profilo selvaggio e sconfinato della brughiera.
Apparve allora il corso del Lagno, in un tratto quieto e melodico nel suo scorrere fra le sponde erbose ed ammantate dalle foglie dei grossi rami che quasi si piegavano sulle sue acque.
Dopo diversi minuti Gwen vide spuntare dalle cime di robuste querce le torri di un castello.
Imboccò il sentierò, unica direzione possibile, ma poco dopo dovette fermare la macchina.
Infatti lo sterrato aveva ceduto ed un grosso fossato si era formato, rendendo impossibile continuare.
In quel momento la ragazza notò, poco lontana una vecchia osteria.

[Lady Gwen]

Mi misi in macchina Ed imboccai la strada della campagna.
Non era il massimo, poiché l'aria risultava quasi più afosa e torrida, da quelle parti.
Dopo un bel po' di strada, vidi da lontano le torri del castello, come diramazioni delle alte querce che celavano il maniero alla vista nella sua interezza.
Tuttavia, quando mi avvicinai seguendo l'unico sentiero percorribile, mi dovetti fermare, a causa di un fossato.
Ottimo.
E adesso?
Sbuffai e fermai l'auto, scendendo.
Mi guardai attorno e notai un'osteria.
Pensando che potessero consigliarmi cosa fare, mi avvicinai per entrare.

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[Guisgard]

Era un ambiente non troppo grande, accogliente, in uno stile rustico e l'aria antica.
All'interno le pietre appena lavorate e il legno formavano quel luogo.
Al banco c'era una donna, mentre all'unico tavolo occupato vi erano 2 uomini, che subito lanciarono un'occhiata a Gwen.

[Lady Gwen]

L'osteria era rustica ed accogliente, come la immaginavo.
Quando entrai, vidi due clienti ed una donna al bancone.
Mi diressi subito dalla donna, pensando fosse ferrata riguardo la zona.
"Salve" sorridendo educata "Ho un appuntamento di lavoro al castello, ma ho visto che la strada è interrotta. Sa per caso cosa potrei fare per raggiungerlo comunque? È piuttosto importante la mia presenza lì."

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[Guisgard]

"Il castello..." disse stupita la donna a Gwen "... ma il castello è abbandonato da secoli."
"No, pare qualcuno lo abbia preso in affitto, o qualcosa di simile." Bevendo uno degli uomini al tavolo.
"Si, l'ho sentito anche io." Annuendo l'altro. "Sarà qualche turista straniero." Ridendo.
"Comunque, l'unico sentiero che porta al castello è interrotto." Fece la donna.
Gwen notò che nella locanda c'erano Crocifissi ovunque, insieme ad altre immagini della Vergine col Bambino e dei Santi.

[Lady Gwen]

Stavo per ribattere, ma gli uomini mi precedettero.
"Sì, a quanto pare un nobile l'ha acquistato ed io devo andare per discutere di una faccenda. E devo decisamente andare..." sospirando, mentre tutti gli oggetti sacri nell'ambiente mi davano una certa ansia.
Mi voltai verso i clienti.
"Per caso voi sapete da dove sarebbe possibile passare?" speranzosa.

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[Guisgard]

I due uomini scossero il capo, mentre da una porta socchiusa Gwen notò che c'era un'altra donna nella stanza accanto, inginocchiata a pregare davanti alla statua della Madonna.
Ad un tratto si udì un motore acceso fuori all'osteria.
Entrò allora un ragazzo.
"Qualcuno" disse "deve andare al castello? C'è un furgoncino che aspetta fuori."

[Lady Gwen]

I clienti non mi seppero aiutare e sospirai davanti al primo ostacolo della situazione.
Non ci voleva...
Notai che c'era un'altra donna, nella stanza accanto, ma essendo intenta a pregare non ci pensai nemmeno a chiederle informazioni.
Poi, il destino, che evidentemente mi ascoltava, ogni tanto.
"Io!" dissi subito "Devo andarci per lavoro e mi state letteralmente salvando" sollevata.

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[Guisgard]

Gwen uscì dall'osteria, seguita dagli sguardi di quelli all'interno del locale.
Fuori trovò un vecchio furgoncino all'apparenza poco affidabile.
Dentro c'erano 2 zingari.
Uno di quelli fece segno alla ragazza di salire dietro, poi il veicolo partì.

[Lady Gwen]

Uscii dall'osteria e vidi il vecchio furgoncino guidato da una coppia di zingari.
Beh, speravo che l'intoppo non mi causasse troppi problemi.
Salii dietro ed il mezzo partì.

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[Guisgard]

Per tutto il viaggio i 2 zingari parlarono fra loro e Gwen ebbe la netta sensazione che parlassero di lei.
Tuttavia non conoscendo la loro lingua non potè averne certezza.
Il furgoncino imboccò un sentiero che il navigatore ottico di Gwen probabilmente ignorava, per strano che fosse, arrivando infine al castello.
Lasciarono la ragazzadavanti ad un arco fatto di ppietre antichissime, dal quale si accedeva ad un vialetto che portava fino al maniero.
Il furgoncino allora ripartì, lasciandola sola in quel luogo.
https://staticfanpage.akamaized.net/travelfanpage/wp-content/uploads/2013/10/castelli-infestati.jpg

[Lady Gwen]

Ero certa che parlassero di me, ma non capivo un accidente di ciò che dicevano.
Bah, non che mi interessasse chissà quanto, ma comunque era inutile farsi domande.
Dopo un po', mi lasciarono davanti al castello ed andarono via.
Era bellissimo, non c'era molto da dire.
Presi un bel respiro e mi avvisi per entrare.

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[Guisgard]

Gwen arrivò al castello, trovando l'antico portone aperto.
Ebbe la sensazione di udire un latrato, come quello di un canide, ma non vide nessun animale.
Il Sole alto e caldo batteva forte sulle antichissime murature del castello in parte diroccato.

[Lady Gwen]

Stranamente, il grande portone era aperto.
Questa cosa mi stupiva parecchio, ma non era affar mio, finché potevo lavorare.
Sentii un lontano lontano, ma non vedevo alcun animale.
Questo posto era sempre più curioso.
Provai allora ad entrare, dato che era già aperto.

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[Guisgard]

Gwen entrò, ritrovandosi nell'androne e subito fu avvolta da una musica che riempiva l'aria.
Era il suono di organo e suonava la Toccata e fuga in re minore di Bach.

[Lady Gwen]

Appena entrata, mi diede il benvenuto la Toccata e fuga di Bach.
In Re minore.
L'avrei riconosciuta ovunque, era uno dei miei pezzi preferiti.
Non essendoci nessuno, decisi allora di seguire le note, per capire dove mi avrebbero portata, dal momento che ora ero curiosa.

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[Guisgard]

Gwen seguì le note di Bach, suonate in maniera superba, ritrovandosi a salire una vecchia scala in legno e pietra, cigolante e scricchiolante.
Raggiunse un lungo corridoio, dal fondo del quale giungeva la musica.
Quando arrivò davanti ad una porta chiusa, dietro cui c'era il misterioso suonatore di organo, sentì il cellulare vibrare.
Era un messaggio di Elv e così diceva:

"Dimmi che stanotte faremo di nuovo l'Amore..."

[Lady Gwen]

Raggiunsi una scala, il cui cigolio creava uno strano contrappunto con la musica.
Disturbante, ma non del tutto fastidioso.
La scala mi diede accesso ad un lungo corridoio e quando arrivai ad una porta chiusa, oltre la quale le note erano più udibili, il mio cellulare vibrò per un messaggio.
Lessi che era di Elv e sorrisi divertita scuotendo la testa.
Decisi di rispondergli prima di entrare, per non farlo aspettare.

'Aspettavi giusto il momento in cui fossi arrivata al lavoro, per farti sentire? Ma in effetti, potrei pure meritare una ricompensa, a fine giornata...'

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[Guisgard]

Gwen inviò il messaggio ad Elv ed entrò nella stanza.
C'era l'organo e qualcuno lo stva suonando, dando le spalle alla porta.
Aveva lunghi capelli scuri, spalle larghe e indossava una camicia bianchissima, con stretti pantaloni di pelle nera.
In quell'istante il cellulare di Gwen vibrò per un nuovo messaggio.

[Lady Gwen]

Entrai in punta di piedi, mentre l'uomo che suonava l'organo continuava imperterrito, senza fermarsi.
Sembrava una persona decisamente curiosa, questo era certo.
Stavo per parlare, quando arrivò un altro messaggio.
Scossi appena la testa e mi voltai per rispondere.

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[Guisgard]

Gwen guardò il display del suo cellulare e lesse questo messaggio da un numero sconosciuto:

"Perchè non fai anche a me quello che hai fatto all'investigatore, piccola mia? Il mio è più grosso, sai?"

[Lady Gwen]

Sentii le mani sudare, mentre rimanevo pietrificata e senza parole.
Mi ero aspettata il tipico messaggio goliardico di Elv, ma non era successo.
Era, piuttosto, qualcosa che mi terrorizzava, lanciandomi brividi gelidi lungo la schiena e fitte allo stomaco.
Non capivo davvero chi fosse a prendersi gioco di me in questo modo, ma avevo davvero paura.
Molta.

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[Guisgard]

Quel messaggio erano le parole che il bambino aveva rivolto a Gwen.
"Salve." Disse ad un tratto l'uomo all'organo, smettendo di suonare, ma senza voltarsi. "Immagino lei sia l'inviata dal centro robotico, giusto?" Con un accento straniero, di cadenza slava.

[Lady Gwen]

Sobbalzai vistosamente, ché quasi il telefono non cadde a terra, quando parlò.
Il suo accento era straniero, dell'Est Europa forse, ma ero ancora troppo sconvolta per capire bene.
"Sì... Sono Gwen Ygraal, del centro Aesthetica..." dissi solo, cercando di tenere la voce ferma.

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[Altea]

Il viso diventò più rosso "Vi giuro, ho visto una donna vestita di nero e un lupo nero e si è fatto accarezzare, sembra ogni cosa faccia sia la mia mente ad inventarmelo, pure...pure quel giorno nella vostra camera" sospirai "Perchè volete affittare questo palazzo?" osservandolo seria e sembra imbronciata.

[Riku966]

Continuai a guidare attraversando la città, il cielo stava imbrunendo mentre un filo di aria fresca passava dai finestrini abbassati.
Una volta giunta davanti a casa di Save, parcheggiai l’auto e scesi.
Camminai calma, i tacchi a risuonare sull’asfalto, e poi bussai alla porta.
Ero molto curiosa di sapere cosa mi avrebbe riservato quella serata.


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[Guisgard]

Lennox sorrise teneramente ad Altea.
"E' tutta agitata, milady..." disse sorridendole teneramente,per poi accarezzarle il viso arrossato "... è ancora più bella così avvampata..." mentrela fresca brezza di inizio Agosto dava sollievo dalla calura di quei giorni "... ho preso in affitto questo vecchio castello perchè mi somiglia..." voltandosi verso il castello "... come me infatti è solo, in terra straniera... fu eretto secoli fa da un nobile mercenario giunto dall'Est... ci faremo compagnia a vicenda io e questa antica rocca..." tornò a fissare Altea "... così non recherò più noie a casa sua, madame... se vi va c'è una camera in cui potrà riposare, prima di tornare da suo marito... lei sarà sempre gradita ospite in questo castello." Sorrise. "Ora mi perdoni, ma aspetto visite." Ed andò via, entrando nel castello.
Dopo una mezz'ora Gwen arrivò al castello e incontrò Lennox mentre lui suonava l'organo.
Nel frattempo l'uomo aveva cambiato la sua machera con delle bende ad avvolgere tutto il suo viso, fatta eccezione per gli occhi e la bocca.
"Benvenuta." Avvicinandosi Lennox a Gwen. "Perdoni queste bende, ma il mio medico è andato via da poco, dopo avermi medicato." Baciandole delicatamente la mano. "Immagino lei vorrà vedere subito i vecchi androidi nelle cantine..." fissandola negli occhi verdi.

[Guisgard]

Queennie raggiunse infine la casa di Save, una villetta sulla costa, dalla quale si poteva ammirare un panorama mozzafiato.
Venne lui stesso ad aprirle la porta.
"Salve, capo..." disse guardandola e sorridendole "... fino all'ultimo avevo il dubbio che mi desse buca." Facendole l'occhiolino. "Entri, prego..." facendole strada.
Nel soggiorno, tutto corcondato da ampie vetrate che davano sulla scogliera sottostante, fino ad abbracciare la costa illuminata, unalenta e leggera musica di sottofondo accopagnava l'atmosfera calda ed avvolgente della stanza.
"Cosa gradisce da bere?" Chiese lui. "Uno dei miei famosi drinks con fama di elisir d'amore, capo?" Divertito.

[Altea]

Se ne andò così, lo seguii infuriata ancora di prima ed entrai nel castello.
Sentivo il rumore del pianoforte quando aprii una porta e furiosa lo vidi con una donna "Bene..." lo guardai senza aggiungere altro.

[Guisgard]

Altea seguì la musica e raggiunse la stanza dove Lennox aveva ricevuto Gwen.
"Lady Altea de Bastian..." disse il principe "... questa è la dottoressa Gwen Ygraal, del centro Aesthetica." Presentando le 2 donne.

[Altea]

Entrai in salotto osservando furiosa Lennox e mi girai verso la donna "Piacere di conoscerla signorina Ygraal".
Non comprendevo molto ma cercai di evitare ogni possibili domande ma lui me l' avrebbe pagata cara, mi aveva lasciata lì senza tanti preamboli.
Ma mi sedetti su una poltrona osservandolo, chiedendomi se giocava a fare il donnaiolo o cosa.

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[Guisgard]

Altea si sedette e cominciò ad osservare Lennox.
"La dottoressa Ygraal" dsse lui ad Altea "è qui perchè nelle cantine del castello ho trovato una serie di resti di alcuni androidi. Ho chiamato un mio amico e lui mi ha detto di contattare il centro Aesthetica."

[Altea]

Annuii "Io non mi intendo di androidi, ero rimasta alla storia del ritrovamento di una effige di Lilith, perchè temi per questi ritrovamenti di androidi?" a Lennox "Che la scienza rovini il tuo romanticismo?" sorridendo ironica ma seriamente.

[Lady Gwen]

Vidi che aveva delle bende ad avvolgergli il volto e mi disse che era per una medicazione.
"Non si preoccupi, anzi spero non sia nulla di grave" risposi, mentre mi faceva un baciamano, cosa a cui, dovevo essere onesta, non ero abituata.
"Certo" annuii quando parlò di mostrarmi gli androidi.
Vidi poi entrare una donna, una certa Altea de' Bastian.
"Salve" con un sorriso educato.
"Sì, sono qui per analizzare i ritrovamenti dei robot e comprendere cosa farne, dal momento che il nostro è un centro dalle grandi potenzialità" spiegai.

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[Altea]

Annuii alla donna "Si, mi è stato pure spiegato da Lord Lennox, sinceramente ho sentito molte settimane fa di un bambino e una madre uccisa da un androide, poi non sono andata a fondo alla storia. Vede, Lord Lennox era mio ospite, e ha deciso di affittare questo castello e stavamo indagando sul ritrovamento di una statua di Lilith, ma ogni cosa io inizi sembra non avere un felice epilologo, mi auguro per voi di risolvere invece la problematica" con la flemma della nobildonna quale ero.

[Guisgard]

Lennox ascoltò Gwen presentarsi ad Altea e poi fissò quest'ultima.
"Temo che romanticismo ed androidi non leghino molto." Disse sorridendo. "Dico bene, dottoressa?" Rivolto poi a Gwen. "Un robot, ossia una macchina, non potrà mai avere sentimenti, nè provare passioni. Un umanoide non conosce il senso della vita, quindi non è attaccato a nulla."

[Altea]

Sentii lo sguardo di Lennox, era una sorta di odi et amo quello che provavo. Ero smarrita, la mia vita tranquilla era stata sconvolta da questo uomo che ora mi aveva portato qui e trattato certo con poca galanteria....ancora non comprendevo molto, forse se essere un androide comprendeva il non provare sentimenti...ora non mi sarei sentita in questo modo. Rimasi in silenzio, non erano miei affari questi, erano di Lennox e io ne ero all' oscuro.

[Guisgard]

Ad un tratto una porta si aprì ed entrò una vecchia zingara, dal'aria grotresca e la voce stridula.
Indosso portava abiti tipici dei nomadi dei Carpazi, con diversi medaglioni, tutti con simboli antichissimi e misteriosi.
"Un giorno..." disse entrando "... la Vergine Maria chiamò i 3 Arcangeli e raccontò loro di uno strano sogno... mentre narrava di quel sogno prese a sfiorarsi un occhio, poi la mano destra ed infine la gamba sinistra. I 3 Arcangeli si dividero quei segni, ciascino scegliendo la parte del corpo che la Vergine aveva sfiorato..."
"Ingram!" Lennox a lei.
Si, mio principe." La vecchia ridacchiando in modo ridicolo.
"Lady Altea alloggerà al castello." Lui. "Conducila in una stanza."
"Si, padrone." Annuendo la zingara.

[Altea]

Entrò una donna, era una zingara, riconobbi l' abbigliamento dei Carpazi visto ero una stilista e pure l' accento uguale a Lennox. Mi chiesi da dove fosse venuta, come mai era qui...a noi non sfuggiva mai nulla, poi l'ordine perentorio di Lord Lennox e sorrisi alzandomi.
Salutai la donna che si occupava degli androidi e seguii la zingara, ormai ero entrata in quel castello, presa da uno strano incantesimo o chissà cosa.
"Perchè avete narrato prima quella storia della Vergine?" alla donna.

[Guisgard]

Altea si alzò e seguì la vecchia.
"Perchè amo i vecchi aneddoti e le antiche storie." Disse questa ridendo col la sua voce stridula. "E lei mi ricorda un'antica novella che udì anni fa in un viallaggio presso la Moldova..." annuendo.

[Altea]

"Anche a me piacciono le storie antiche signora, oh, vorrebbe narrarmi questa antica novella? Il vostro Principe mi ha fatto molto adirare sapete? Non lo comprendo a volte" sospirai.

[Lady Gwen]

Ascoltai la discussione fra i due.
"In realtà, è ciò su cui baso il mio lavoro" con un vago sorriso "Ossia, trovare la prova che gli androidi possano riuscire a provare sentimenti e passioni tipicamente umani" spiegai ancora.
Entrò poi una donna, dall'aria alquanto gitana, che cominciò a parlare di Angeli e della Vergine, ma onestamente mi mise i brividi, considerando che ero già suggestionata di mio.
Lennox le disse poi di accompagnare la donna nella sua stanza ed io attesi istruzioni dal principe.

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[Guisgard]

"Un giorno le racconterò di quella novella." Disse la zingara ad Altea. "Il principe l'ha fatta adirare? Allora dovrò proprio sgridarlo." Ridacchiò.
Intanto Lennox era con Gwen.
"Affascinante." Lui a lei. "Macchine come uomini... utopico credo, ma affascinante." Annuì. "Vuol vedere ora quegli androidi, dottoressa?"

[Altea]

"Oh si, farebbe bene a sgridarlo sapete? Non vedo l' ora di vedere la stanza che il Principe ha pensato per me" comprendendo stavo per lasciare Gerard, Simon e la piccola Crezia ma forse solo Gerard...certamente Lennox sapeva il fatto suo.

[Guisgard]

La vecchia rise e portò Altea allla torre più alta del castello.
Qui salirono al quarto piano e poi entrarono in una delle camere.
Sulla parete c'era il ritratto di una bellissima dama, che dava il nome alla stanza.
Il letto a baldacchino, i mobili intarsiati, il tavolino in madreperla, le sedie arabescate.
E poi le tende di velluto maltese, la poltrona foderata alla moda asburgica, le 2 ricche lampade dai cristalli di Praga ad abbellire i lati del letto.
Sul comodine c'ra uno scrigno in ebano e chiuso con un lucchetto d'oro.
"Ecco la sua stanza." Disse la vecchia zingara. "Riposi, verrò più tardi."

[Lady Gwen]

Sorrisi con una punta di orgoglio, quando definì il mio lavoro affascinante.
"Lo è molto, sì" convenni.
"Certo, andiamo subito" annuii, curiosa ormai di vederli.

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[Altea]

Osservai il bel gusto nell' arredo, non che il mio palazzo fosse da meno.
Ma ad incuriosirmi fu in particolare modo quello scrigno, mi avvicinai e provai ad aprirlo...sperando non ci fossero pessime sorprese anche se la mia attenzione ricadeva pure sul quadro della donna.

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[Guisgard]

Lennox annuì e pregò Gwen di seguirlo.
Prese una vecchia lampada ad olio e la accese.
I 2 scesero allora fno alle cantine, attraverso una vecchia scala di pietra consumate ed ammuffite.
"Perdoni, dottoressa, se la precedo..." disse lui "... ma le cantine sono rovinate e senza conoscere ll tragitto potrebbe cadere..."
Si sentivano i topi rosicchiare e squittire nel buio che circondava quel luogo, mentre il vento che soffiva tra le crepe delle murature pareva emettere gemiti e lamenti.
"Io stesso ci sono stato una sola volta qui sotto, dottoressa..." mormorò il principe.
Quando infine arrivarono nelle cantine, la fioca luce della lampada gettò un lieve fascio di chiarore davanti a loro e Gwen vide illuminarsi i tratti di una strana statua.
https://mole24.it/wp-content/uploads/2013/11/lucifero-4.jpg

[Guisgard]

Altea cercò di aprire il lucchetto d'oro dello scrigno, ma era chiuso a chiave.
Poi notò un nome sotto il ritratto:

"La dama pallida d'Agosto"

[Lady Gwen]

Lo seguii, mentre lui faceva luce con una lampada ad olio.
Era davvero anacronistico analizzare degli androidi nel castello di un principe che faceva il baciamano ed usava lampade ad olio, sembrava di essere un due romanzi fusi insieme.
"Sì immagino che sia un ambiente un po' abbandonato a se stessi" commentai, seguendolo con passo cauto.
Lo squittio dei topi mi metteva in agitazione, ma proseguii.
Una volta che fummo di sotto, vidi illuminarsi una statua dagli strani tratti.
"È questa la statua di Lilith?" Dissi curiosa, sentendo come quel nome uscisse fuori di continuo, ultimamente.

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[Riku966]

Dopo qualche secondo, Save venne ad aprirmi la porta.
“Buonasera.” salutai con un sorriso ammaliante, per poi farmi condurre dentro casa.
“Capisco il tuo dubbio e, in genere, non è raro che io sia costretta a disdire i miei impegni.” risposi sincera, gli occhi ad esaminare l’ampio soggiorno circondato da finestre che davano sul mare. Uno spettacolo incantevole “Considerati fortunato, se vuoi.” aggiunsi per poi posare la borsa sul divano.
“Dammi un drink non troppo forte.” risposi con tono autoritario “Abbiamo tutta la serata, davanti.”


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[Guisgard]

"Agli ordini." Disse scherzoso Save, per poi preparare il drink per Queennie. "Allora, a cosa brndiamo, capo?" Porgendoglielo. "Non so... siamo a 2 passi dalmare... in piena Estate... solo noi 2..." sorridendole e guardandola negli occhi.







"Non saprei..." disse Lennox a Gwen, illuminando la satua con la luce della sua lampada.
Posò allora la lampada su un barile che marciva per l'umidità e cominciò a spostare le dense ragnatele ammassate ai piedi della statua.
Poi riprese la lampada e fece luce sul basamento, leggendo così il nome incisa sulla pietra:

"Sua maestà Lucifero"

[Lady Gwen]

Non era molto informato, il ché era un male, dal momento che ero molto molto curiosa.
Tolse le ragnatele che si ammassavano, particolare che mi fece davvero rabbrividire, poi con la lampada illuminò un basamento.
Su di esso, c'era una frase che mi lasciò perplessa.
"Audace, chiunque abbia scritto una cosa simile" commentai, sarcastica.

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[Guisgard]

"Quante ragnatele..." disse Lennox fissando la statua "... perchè dice che è audace l'autore di questa statua, dottoressa?" Rivolto a Gwen.

[Lady Gwen]

"Mi riferivo alla frase incisa, signor Lennox" indicandola "Di sicuro ce ne vuole, di audacia, per affermare una cosa così, specie considerando in che città ci troviamo" con tono sornione.

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[Guisgard]

Lennox guardò Gwen e poi di nuvo la statua.
"In effetti" disse "le fattezze di questa statua e come dicelei il suo nome, non sembrano rifarsi all'immagine tradizionale di Lucifero. Non quella imposta dalla cultura Giudaico-Cristana-Islamica."