Visualizza versione completa : Mito San Galgano
llamrei
11-05-2008, 22.10.05
(fonte web)
Galgàno Guidotti (Chiusdino, 1148 - 3 dicembre 1181), è una figura leggendaria vissuta, secondo la narrazione trecentesca, in Toscana nel basso medioevo, santo per la Chiesa cattolica.
L'esistenza di Galgano è avvolta nel mistero, nella simbologia e per molti versi nell'incertezza, come incerto è il suo stesso cognome. Nacque probabilmente nel 1148 a Chiusdino, ora in provincia di Siena, da Guidotto e Dionigia, in una famiglia della piccola nobiltà locale, e morì il 3 dicembre 1181, giorno della celebrazione liturgica
Secondo la leggenda, fu un figlio a lungo desiderato e destinato, per i costumi dell'epoca, ad una vita da guerriero, quale cavaliere medievale, e nacque durante quella parte del Medioevo che si esprimeva nel suo territorio, quello che è oggi appunto il senese, con le lotte dei signori locali, Gherardesca, Pannocchieschi ed altri, per la supremazia politico-militare. Era un'epoca di violenze, soprusi e stupri vissuti anche in modo ludico, come manifestazione di vigore e vitalità, ma sempre tesi ad affermare la propria forza e ad ampliare la propria sfera di dominio.
In questo contesto storico, Galgano ebbe una gioventù improntata al disordine e alla lussuria, salvo in seguito convertirsi alla vita religiosa e ritirarsi in un eremitaggio vissuto con la medesima
La narrazione della storia di Galgano è ricca di simbolismi e l'atmosfera sembra quasi magica. La spada, strumento di guerra e di morte, è trasformata in strumento di pace e di speranza; il mantello, orgoglio di ogni cavaliere, diventa umile e povera veste eremitica. È quasi una anticipazione dell'avventura di San Francesco.
Galgano era il cavaliere che abbandonava il suo mondo, disgustato dalle nefandezze commesse e da quelle che vedeva continuamente commettere, per dedicarsi ad una vita di eremitaggio e penitenza nella ricerca di quella pace che il suo tempo non consentiva e di quel desiderio e contemplazione di Dio che solo la vita ascetica poteva permettere.
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/it/thumb/3/3b/Spada_di_San_Galgano.jpg/350px-Spada_di_San_Galgano.jpg (http://it.wikipedia.org/wiki/Immagine:Spada_di_San_Galgano.jpg) http://it.wikipedia.org/skins-1.5/common/images/magnify-clip.png (http://it.wikipedia.org/wiki/Immagine:Spada_di_San_Galgano.jpg)
Spada di san Galgano
Il suo ha dei punti in comune con un altro mito, quello di re Artù e dei cavalieri della Tavola Rotonda a cui lo avvicina il suo stato di cavaliere, la purezza d’animo, il disprezzo della mondanità, la spada nella roccia ed anche il suo nome, Galgano, molto simile a quello del cavaliere Galvano.
La vita di Galgano anticipa temporalmente il ciclo bretone, che, forse, ne trae ispirazione. Anche l'architettura della Rotonda, la chiesetta che custodisce la spada, è carica di simbolismi. Vi sono richiami etruschi, ma anche celtici e templari: la cupola emisferica a cerchi concentrici, il disegno a linee alterne delle pareti esterne, il luogo su cui è costruita, Monte Siepi, che richiama un sito boscoso idoneo ad un'ara pagana.
Galgano è un santo dalla valenza iniziatica: le sue traversie per giungere alla redenzione lo rendono una figura archetipica, un riferimento per tutti quei santi, a partire proprio da san Francesco, che nell'ascetismo ritrovano al via della salvezza ma anche il prototipo per tanti ordini cavallereschi.
Tutto quello che ricorda Galgano ha il sapore del mito, e la visione di quella spada infissa nella roccia suscita ancora emozioni ancestrali.
Morris
12-05-2008, 01.11.52
Storia splendidamente affascinante! Grazie sempre Lady llamrei!!!!!!!
http://www.sangalgano.info/photo/Chiesa02a.jpg
Morgen
12-05-2008, 15.25.12
Se riesco a ripescarle, posterò alcune foto che ho fatto a San Galgano! Dista circa un'ora di macchina da casa mia ed è uno dei luoghi più belli da visitare in Toscana!:smile_clap:
Morris
13-05-2008, 00.11.49
http://www.fototoscana.it/gallerie/sangalgano09.jpg
KingArthur
04-10-2008, 21.29.28
Un recente servizio di RAI Voyager ha attirato la mia curiosità, tratta della leggenda di San Galgano (http://it.wikipedia.org/wiki/San_Galgano) e delle sue analogie con le leggende arturiane:
http://www.youtube.com/watch?v=CWVmyVs09Ks
La spada nella roccia, Il santo Graal, La Tavola Rotonda, Parsifal, Galvano, sono tutti gli elementi da cui Chretien de Troyes e Wolfram Von Eschenbach avrebbero secondo alcuni preso ispirazione per i loro romanzi.
Personalmente sono scettico, ma non mi sento all'altezza di esprimere un giudizio sebbene i periodi storici coincidano, potete comunque farvi un opinione attraverso l'approfondimento delle seguenti fonti:
Sito web ufficiale dell'abbazzia di San Galgano:
http://www.sangalgano.org/
Informazioni sulla leggenda di San Galgano:
http://it.wikipedia.org/wiki/San_Galgano
Merita attenzione dal punto di vista monumentale e storico l'abbazia di San Galgano (http://maps.google.it/maps?f=q&hl=it&q=Abbazia+San+Galgano,+Chiusdino+Siena,+Toscana,+I talia&ie=UTF8&cd=1&geocode=FetrkgIdaTSqAA&ll=43.231196,11.439514&spn=0.976559,2.471924&z=9&iwloc=addr) in provincia di Grosseto, della quale potete trovare qui alcune bellissime foto:
http://www.sangalgano.org/fotodisangalgano.htm
llamrei
04-10-2008, 21.59.13
Purtroppo mi ritrovo senza audio...ahimè...e non posso riascoltare quanto viene detto. Avevo visto questo "intervento" qualche tempo fa ed effettivamente già allora mi sono soffermata a pensare e a confrontare le analogie.
Che Cretien avesse preso spunto dalla storia di San Galgano.....mmmmm dati alla mano qualcosa mi sfugge...
- Wikipediando Galgano Guidotti è nato nel 1148
- Cretien de Troyes ha scritto i Romanzi Cortesi attorno al 1160...
Questo è un primo dubbio.
Se non fosse per un discorso matematico di date direi che "molto probabilmente " qualcosa ha attinto dal cavaliere toscano: Chretien era un trovatore e girava parecchio tra le varie corti e, perchè no, magari anche in quelle italiane (non ho fonte certa, solo mia deduzione).
Morris
05-10-2008, 02.08.18
Una spada che viene estratta .....e ne viene fuori un Re!
Una spada che viene riposta .....e ne viene fuori un Santo!
Entrambe le leggende sono affascinanti e, a mio modo di vedere, anche se una delle due ha probabilmente ispirato l'altra, credo che possano coesistere senza sminuirsi a vicenda!
Il voler troppo approfondire certe questioni, secondo il mio modesto parere, può calpestare il vero senso per il quale certe "storie" vengono narrate!
Sir Morris
llamrei
05-10-2008, 14.04.48
Il voler troppo approfondire certe questioni, secondo il mio modesto parere, può calpestare il vero senso per il quale certe "storie" vengono narrate!
Dipende sempre dalla visione personale delle cose:
- come persona interessata ed affascinata alla leggenda, potrei "lasciare" le cose come stanno ed assaporarmi l'alone di fantastico che esse emanano
- come persona interessata al "concreto" è inevitabile cercare una spiegazione logica fondata su fonti concrete
Morris
05-10-2008, 14.33.45
Dipende sempre dalla visione personale delle cose:
- come persona interessata ed affascinata alla leggenda, potrei "lasciare" le cose come stanno ed assaporarmi l'alone di fantastico che esse emanano
- come persona interessata al "concreto" è inevitabile cercare una spiegazione logica fondata su fonti concrete
La Vostra "distinzione" non fa una piega, Milady, ma.....personalmente, dubito spesso sulla presunta verità concretizzante!
(Ne abbiamo già discusso, ricordate?)
llamrei
05-10-2008, 14.45.38
personalmente, dubito spesso sulla presunta verità concretizzante!
Esatto: "personalmente".
E "personalmente" credo che la formazione individuale vada a tangere il pensiero del singolo.
In merito all'argomento credo che Chretien abbia attinto qualche informazione, sicuramente, da attività, leggende, storie popolane per creare un così bello ed affascinante racconto. Dubito però, date alla mano, che lo abbia potuto attingere proprio da San Galgano nonostante le analogie.
Quello di San Galgano è un racconto agiografico come ve ne sono molti dell'epoca, periodo piuttosto prolifico il XII sec.
E comunque sia, leggenda o verità, sono profondamente ORGOGLIOSA che ciò sia accaduto nel mio Paese. Un giorno, mi auguro, di aver la fortuna di visitare proprio San Galgano
Morris
05-10-2008, 15.02.46
Si accorse di vedere, quella sera,
non più una spada, ma una croce vera,
cadde in ginocchio innanzi a quella croce,
rendendo grazie a Dio finché ebbe voce.
Pregò con la sua mente ormai pentita
sino all'ultimo giorno della vita
e terminò in quel luogo misterioso
il suo cammino fulgido e glorioso.
Fu costruita là in quella contrada
quella stupenda chiesa con la spada
che ancor si può ammirare ogni momento
quel segno del grandioso avvenimento.
E anche se qualche volta dalla gente
è stata manomessa: non fa niente !
perché quel che fu fatto, se vi pare,
fu fatto per proteggere e salvare.
C'eran tante persone assai curiose,
facevan delle cose assai incresciose;
sfilavano la spada dal suo foro
come se fosse stata roba loro,
e la lasciavan là sul pavimento.
Allora fu deciso in un momento
di bloccare la spada lì nel masso
che non venisse via senza lo scasso
e poter impedire a chicchessia
che avesse voglia di portarla via.
Alla presenza di parecchia gente
fra i quali c'era anche il sovraintendente,
il parroco Don Cimpi e i contadini
di quei sobborgi, e c'era anche il Bellini,
e fu colato di gran premura
del piombo fuso nella fenditura
e la spada così restò bloccata
così nessuno l'ha più sfilata.
Questo accadeva negli anni Venti
quando fu lavorato ai monumenti
ristemando bene tutti i muri
in modo tal da renderli sicuri.
E tutto filò liscio per tant'anni
finché non sopraggiunsero altri danni
qualcuno capitò in quella contrada,
io non so come, ma spezzò la spada
e dopo aver compiuto quel misfatto
si dileguò di là ormai soddisfatto.
Io non vi dico ! Appena che lo seppe
lì si precipitò padre Giuseppe,
ma non poté far niente ! Quel furfante
se ne era andato ormai molto distante.
Fu preso da una tal disperazione
che a tutti avrebbe fatto compassione.
Poi prese della cera e del cemento,
cercò di rimediare in un momento:
bloccò la spada al punto di rottura
rendendola così un po' più sicura.
Però sopra la roccia quell'impiastro
faceva proprio orrore, che disastro!
Ma c'era poco da recriminare
lui meglio di così non seppe fare.
E poi padre Giuseppe andò lontano
lasciando lì la spada e san Galgano.
Proprio in quei giorni lì arrivò don Vito
padre Giuseppe ormai era già partito.
Don Vito un giorno mi mandò a chiamare
mi fece dire che mi volea parlare.
Io intanto ero curioso di sentire
quello che proprio a me voleva dire.
Mi disse allora che lui era sgomento,
veder la spada infissa in quel cemento.
E mi chiese consiglio su come fare
per poterla un po' meglio sistemare.
E fu deciso: presi uno scalpello,
un punteruolo con un buon martello
e quel cemento ch'era tanto brutto
pian piano lo rimossi quasi tutto.
Era un lavoro quasi temerario
e lasciai lì lo stretto necessario.
Però restò il colore del cemento
in tutta quella parte, che tormento!
Ebbi un'idea che subito attuai:
presi un po' di quel sasso e lo tritai
e subito impastai con della colla
di quella trasparente, e che non molla
e lì ne venne fuori una poltiglia
che tanto nel colore rassomiglia
a quella roccia dove sta infilata
la spada che così fu sistemata:
spalmando sul cemento quel colore
si fece in modo che sparì l'orrore.
Dopo venne il Terenni e con pazienza
dandoci un saggio della sua esperienza
fece alla spada quella protezione
per poter impedire alle persone
di combinare ancora nuovi guai.
Non lo faranno, ma non si sa mai.
Ed ancor oggi la si può ammirare,
quel che fu fatto è lì a testimoniare.
La storia della spada (quella vera)
io ve l'ho raccontata tutta intera
e quelli che la sanno differente
io vi assicuro, non ne sanno niente
E' che l'ho sistemata proprio io,
ve lo posso giurare su l'onor mio!
Duilio Petricci, 1984
llamrei
05-10-2008, 18.47.59
Bella, non la conoscevo.
San Galgano mi affascina sempre più.
Morris
05-10-2008, 19.45.29
Indagini sulla Spada di San Galgano
(Fonte: www.luigigarlaschelli.it/spada/Atti2.pdf (http://www.camelot-irc.org/forum/www.luigigarlaschelli.it/spada/Atti2.pdf))
Luigi Garlaschelli
Dipartimento di Chimica Organica
Università di Pavia
Antefatti
E’ accertato che della spada esiste una tradizione ininterrotta di culto, ma soprattutto che
cronache e rappresentazioni artistiche la raffigurano nel corso dei secoli, apparentemente in forma
molto simile tra loro. Tra queste fonti possiamo ricordare
- Immagini a sbalzo sul reliquiario – ora al Museo di Siena - che conteneva la testa del Santo (ca
1270 ) [ 1 ]
-- Gli affreschi dei Lorenzetti nella Cappella della Rotonda ( 1350 circa?)
-- Cronaca di una visita pastorale avvenuta alla Rotonda nel 1576 [ 2 ]. In questa cronaca si afferma
che nel centro della Rotonda esisteva un altare costituito da un unico blocco di pietra, con un foro
attraverso il quale si poteva osservare sotto di esso la roccia con la spada infissa. (
“In medio eius
simplex Altare ex solo lapide erat erectum, sub quo ensis S. Galgano usque ad elsam in saxo in
modum crucis miraculo, ut ferunt, infixus erat foramine conspiciebatur”)
-- Cronaca degli scavi effettuati il 22 luglio 1694 (cfr. Archivi della Compagnia di san Galgano) [ 3]
in cui si cita la spada, che si poteva rimuovere, sotto l’altare.
-- Cronaca degli scavi effettuati nel 1915 ( idem ) [4 ] in cui si cita la spada.
-- Documento manoscritto scavi effettuati nel 1915 ( idem ) [5] nel 1832 dall’allora preposto Silvio
Bartali che descrive un’ispezione effettuata accanto alla spada . (Ms. in possesso dell’attuale
parroco di Chiusdino, don Vito Albergo). In quell’anno venne sollevata una pietra segnata con una
croce posta sotto il fonte battesimale, rinvenendo una cassettina di piombo con iscrizioni,
probabilmente posta in quel luogo durante i sopracitati scavi del 1694.
In tale documento si descrive la spada, accanto al fonte battesimale, visibile sotto a una specie di
grata (“…abbiamo proceduto ad una escavazione nel piano che sopra il perimetro di detta cappella
e nel centro della medesima serve di base al Fonte Battesimale, e precisamente presso alla
craticola di ferro entro cui conservasi la Spada di San Galgano…”).
La Spada, per lo meno a giudicare dalla parte visibile sporgente dal masso, sembra
corrispondere esattamente per quanto concerne lo stile, a una vera spada del XII secolo, e più
esattamente del tipo X.a della classificazione ormai universalmente accettata di Ewart Oakeshott
(Fig. 1) Si tratta di uno dei massimi esperti di spade medievali, consulente alle Royal Armouries di
Leeds, autore di diversi volumi sull’argomento. [6]
Fig. 1 - Spada Tipo Xa della classificazione di E. Oakeshott
Venendo ai giorni nostri, disponiamo di un testimone oculare, il sig. Duilio Petricci (n.
1915), il quale ricorda che quando egli era ragazzino, la spada era ancora coperta da questa specie
di grata, che egli descrive di rame, e a forma di cupola. La griglia era dotata di uno sportello su un
lato, attraverso il quale si poteva accedere alla spada, che poteva essere sfilata dalla fessura nella
quale era inserita.
Il suddetto testimone assis***** anche all’operazione durante la quale fu versato del piombo
fuso nella fessura per bloccare la lama. Tenendo conto dell’età del testimone stesso, si puo’
supporre che cio’ sia avvenuto appena prima o durante i lavori di restauro del 1924, nel corso dei
quali fu evidentemente rimossa anche la protezione metallica a grata.
Possiamo anche ipotizzare che una ricevuta del fabbro degli anni 20 (talvolta citata da taluni
a prova della sostituzione della spada, e ora persa) riguardasse invece l’operazione col piombo fuso,
che evidentemente richiese crogioli, fornelli, ecc.
Successivamente la spada fu spezzata da un vandalo negli anni 60. Evidentemente la lama
era bloccata, ma l’assenza di protezione attorno al masso permise la rottura.
Il moncone spezzato fu fatto sistemare dall’allora parroco don Cimpi con cemento o altro materiale
fissandolo sopra la parte di lama che ancora era nella roccia.
Dopo l’arrivo dell’attuale parroco don Vito Albergo, il Petricci fu chiamato per dare un
aspetto più decoroso all’aggiustatura. Egli infatti rimosse il precedente cemento di colore diverso
da quello della roccia, sostituendolo con altro di colore simile. La colorazione fu ottenuta tritando
una roccia e mescolandola con un legante tipo colla.
Queste operazioni sono state descritte in un documento, ovvero una piccola poesia composta
dal Petricci nel 1984, e si devono collocare quindi attorno agli anni 70. [7]
Il 21 marzo 1991 avvenne un nuovo vandalismo, quando un giovane (subito dopo fermato
dai carabinieri) si rinchiuse nella Rotonda con dei turisti e spaccò parte del cemento per estrarre la
spada, la quale fu poi di nuovo sistemata.
Tutte queste traversie, rotture e riparazioni avevano dato origine a voci non giustificate,
riportate anche in opuscoli turistici o testi di storia dell’arte, che la Spada fosse un falso
ottocentesco, che fosse stata sostituita, che la lama non esistesse veramente sotto la roccia, ecc.
Indagini e azioni intraprese nel 2001
Il giorno 18 maggio 2001, alla presenza di varie persone, si è proceduto a un’ispezione del
manufatto. Il tentativo eseguito era di praticare un piccolo foro nella roccia sperando di raggiungere
la cavità in cui si troverebbe la lama, e il blocco di piombo che la tiene.
E’ stato infatti praticato un foro di circa 11 mm di diametro, corrente verticalmente e
parallelamente a poca distanza dalla posizione presunta della lama cementata ( Fig. 2).
Con l’assistenza del Dott. Vernillo Facoltà di Medicina dell’Università di Siena l’interno del
foro è stato ispezionato con un endoscopio a fibre ottiche. Non si è però incontrato altro che roccia
(o cemento). Una piccola parte del cemento è stato allora asportato dalla base della spada
emergente, che è stata liberata e tolta.
Fig. 2 - Moncone superiore della Spada di San Galgano. (L’elsa misura cm 17)
La parte di lama sottostante era ancora invisibile. Un secondo foro è stato praticato in
direzione obliqua rispetto al primo, incontrando dopo pochi centimetri una superficie metallica
visibile all’endoscopio.
Altro cemento è stato allora asportato, mettendo a nudo alcuni centimetri della lama
sottostante. E’ stato verificato che gli orli della frattura dei due pezzi combaciano, lasciando quindi
ritenere che la parte spezzata sia effettivamente parte della spada originale.
Fig. 3 – Ispezione della Spada
I due monconi sono successivamente (in data 28 giugno) stati accostati e tenuti in posizione
per motivi estetici, tramite un piccolo morsetto metallico, posto sul lato posteriore della lama e
quindi praticamente invisibile ai visitatori) facilmente asportabile e che non danneggia in alcun
modo il manufatto in attesa di possibili ulteriori interventi di chi di competenza.
E’ stata anche rafforzata la sicurezza del manufatto aggiungendo un secondo lucchetto sulla
parte posteriore della cupola di plexiglas che protegge la spada.
Nel corso delle operazioni in data 18 maggio, erano state raccolte con un magnete alcune
piccole scagliette, già staccate dalla parte di lama tuttora cementata. Esse sono state inviate per
un’analisi al microscopio elettronico a scansione al prof Ramous (Dipartimento Innovazione
Meccanica e Gestionale, Università di Padova) che in qualità di archeometallurgista sperava di
potere dare indicazioni circa la struttura del metallo, i trattamenti subiti (tempera, ricottura, ecc) con
l’intento di verificare, tra l’altro, se vi fossero elementi in contrasto con la supposta origine
medievale del manufatto stesso.
Purtroppo i frammenti non contenevano metallo, ma erano costituiti da semplici ossidi di
ferro (anche se magnetici) e quindi non utilizzabili ai fini della prevista analisi.
Uno di questi frammenti è stato comunque analizzato chimicamente per Spettroscopia di
Assorbimento atomico presso il Dipartiimento di Chimica Generale dell’Università di Pavia (Vedi
relazione seguente).
Gli elementi evidenziati sono stati:
Cd ca 0,104 ppm
Cu ca 80.4 ppm
Ni ca 70.5 ppm
Pb ca 39,2 ppm
Questi valori rientrano nella norma per un metallo medievale e non indicano utilizzo di
leghe o acciai moderni.
Indagini, analisi e possibili azioni future
Una più completa analisi degli elementi in traccia contenuti in un frammento di ossido è in
corso sempre presso l’Università di Pavia, con la tecnica dell’Attivazione Neutronica (il reattore di
ricerca è finalmente di nuovo operativo).
E’ prevista anche un’analisi tramite spettrometria di massa (ICP-MS). Quest’ultima tecnica
è stata utilizzata nel 1999 da ricercatori spagnoli per un’analisi sulla lama della spada del Cid
Campeador, pure essa del XII secolo [8]. La distribuzione degli elementi in traccia ha permesso di
identificare la provenienza geografica del metallo. Un’analisi simile sarebbe forse possibile anche
nel nostro caso, se si potesse innanzitutto accedere a un database di confronto di manufatti ferrosi
dell'Area Toscana. Il Dipartimento di Archeologia dell’Università di Siena ha peraltro avviato un
progetto di mappatura delle ferriere toscane, e ci proponiamo di contattarlo a questo scopo.
Sulla spada sarebbe naturalmente possibile eseguire una analisi metallografica classica. Questa
comporta la lucidatura di una porzione del metallo di alcuni mm
2 e il suo esame microscopico per
accertare la composizione della lega i processi di tempera, ricottura e forgiatura subiti, ecc. Si tratta
di un esame che comporta il trasporto della spada presso un adeguato laboratorio e la consulenza di
un esperto di metallurgia delle armi medievali.
L’esame non è propriamente distruttivo, ma la lucidatura comporta l’abrasione sia pur
piccola di un punto della lama o dell’impugnatura, che deve essere attentamente scelto.
Una radiografia della parte di spada spezzata potrebbe inoltre rivelare iscrizioni invisibili a
occhio nudo, ma che rappresenterebbero preziose indicazioni.
La spada fu coperta anni fa con uno strato di vernice scura commerciale. La rimozione di
questa vernice , effettuata presso un competente Laboratorio di restauro della Soprintendenza,
potrebbe forse portare alla luce la patina che solitamente copre i manufatti metallici antichi, che a
sua volta può fornire indicazioni circa l’autenticità dello stesso. (tale patina non era riproducibile da
falsari fino agli anni 70).
llamrei
05-10-2008, 21.01.15
Questi valori rientrano nella norma per un metallo medievale e non indicano utilizzo di
leghe o acciai moderni.
Bè, direi che ci siamo
Morris
06-10-2008, 10.47.54
L' "Enigma di San Galgano": i risultati dell'Ultimo Convegno di Studi
Il presente articolo è stato aggiornato a cura dell'autore con l'inserimento di alcune nuove indicazioni, in data 2/7/2007. Si ringrazia il prof. Luigi Garlaschelli dell'Università di Pavia per la rilettura critica e gli utili suggerimenti.
A causa di un articolo molto prolisso, Inserisco la fonte, ove poter leggere tali informazioni:
http://www.celticworld.it/sh_wiki.php?act=sh_art&iart=204
KingArthur
06-10-2008, 12.09.18
Informazioni e aggiornamenti sull'argomento e sulle ricerche in corso possono essere cercati rivolgendosi a
http://www.italiamedievale.orgMorris o indicate un link preciso con riferimento all'argomento o mi trovo per l'ennesima volta in condizione di richiamarvi per una questione di spam! (punto 7.2 del regolamento)
lady sun
29-10-2008, 10.35.37
...San Galgano è un posto splendido...affascinante e magico...x quel ke mi riguarda nn voglio saxe la verità sulla la spada nella roccia con i suoi miti o leggende ke siano...mi piace pensare ke esista un posto così ke riesce tutt'oggi a stimolare la fantasia e a fare sognare tanta gente...
auguro a tutti di poter visitare questo luogo... davvero, c'è nell'aria qualcosa di magico e di straordinariamente fulgido......:smile:
llamrei
29-10-2008, 10.40.25
Lady sun: per cortesia prendete visione del punto 5.1 del regolamento
http://www.camelot-irc.org/forum/showthread.php?t=326
lady sun
29-10-2008, 10.53.47
:sad_cry_me:perdonatemi se ho usato un tipo di scritura non ammessa dal regolamento,sono una viandante un pò distratta e nemmeno molto abile con tutto ciò che è teconologico :confused: , ma cercherò di migliorare ,grazie a tutti...:smile:
llamrei
29-10-2008, 10.55.08
milady, non disperate....anzi: vi dico di consolarvi! Pure io litigo spesso con la tecnologia e molto spesso mi chiedo perchè essa mi sia cosi tanto avversa....:sad_wall:
myrddin
31-10-2008, 12.41.51
Il sito di San Galgano(cioè la cappella di Montesiepi) è stupendo...sono alcuni anni che mi interessa vederlo,ed in estate avevo anche organizzato di passarci con degli amici ma è saltato tutto.Sapete che è anche utilizzato per dei concerti?ho letto che a Giugno ci sarebbe stato un concerto sui carmina burana di Carl Orff. Per la diatriba riguardante la spada,che la vorrebbe un falso ottocentesco,io non ci credo o meglio non ci voglio credere.Molto interessante comunque la storia di Galgano Guidotti,ed anche le analogie con la leggenda arturiana e l'assonanza con Galvano!
Hastatus77
31-10-2008, 13.50.15
Il sito di San Galgano(cioè la cappella di Montesiepi) è stupendo...sono alcuni anni che mi interessa vederlo,ed in estate avevo anche organizzato di passarci con degli amici ma è saltato tutto.Sapete che è anche utilizzato per dei concerti?ho letto che a Giugno ci sarebbe stato un concerto sui carmina burana di Carl Orff. Per la diatriba riguardante la spada,che la vorrebbe un falso ottocentesco,io non ci credo o meglio non ci voglio credere.Molto interessante cmq la storia di Galgano Guidotti,ed anche le analogie con la leggenda arturiana e l'assonanza con Galvano!
Non ho mai approfondito la questione, però da quel poco che avevo letto qualche anno fa, mi sembra di ricordare che dovrebbe essere tutto un falso. Anche la stessa esistenza di Galgano non è certa.
Non aggiungo altro... visto che una piccola parte degli esperti non è del tutto sicura dell'esistenza di Artù.
Taliesin
28-03-2012, 15.06.38
...nei giorni passati, di ritorno da un vetusto anfiteatro medioevale che "di torri si corona", dove avevo trascorso in musica un'epica serata di note, ho voluto cercare asilo tra le mura dei ricordi di un'Abbazia cistercense che ha sempre rappresentato un legame con il nostro Re d'Inverno, con il luogo della sua presunta sepoltura e della sua presunta spada nella roccia...L'emozione è calata nuovamente nel mio cuore ed oggi in questi cortili di primavera, voglio narrarvi la Sua storia....
Taliesin, il bardo
Chi per avventura o per diletto attraversa la Valle delle Merse ,dal mare verso Siena non può che rimanere affascinato dalla bellezza e dal fascino primitivo che questi luoghi sanno trasmettere,al punto tale che anche con poca fantasia ci si può facilmente immaginare di essere ancora in pieno Medioevo. Appena usciti dalla valle si apre ai nostri occhi una magnifica valle verdeggiante, con alla sinistra Chiusdino.
Ed è qui che inizia la nostra leggenda....
Si narra che Guidotto e Dionisia della famiglia dei Guidotti (nobili) vivevano agiatamente nel loro castello dal quale potevano vedere la valle delle Merse e sarebbero stati felici, ma un cruccio turbava la loro serenità. Benché Dionisia fosse già arrivata avanti con gli anni non aveva avuto figli, e questo per loro era di grande turbamento tanto che la donna era sempre a pregare affinché il buon Dio gli facesse la grazia. Finalmente nell'anno 1148 ebbe i natali un fanciullo di nome Galgano. Guidotto era pieno di gioia finalmente le loro preghiere furono ascoltate, fece vestire tutti a festa e bardare i cavalli con le monture più belle, per salire alla pieve dove venne battezzato. Galgano crebbe e diventò un ragazzone spensierato e libertino amava cavalcare ed andare a caccia. Aveva amici per tutta la Maremma. A Civitella vi trovò anche la fidanzata,Polissena Brizzi.
Galgano nel pieno degli anni ignorava i consigli materni dedicandosi ad ogni capriccio che la sua giovane età gli permetteva. Dionisia si disperava: "il figlio che abbiamo tanto desiderato altro non è che un grande peccatore" Guidotto consolandola: "crescerà e metterà la testa a posto". Dionisia non smetteva di pregare l'Arcangelo Michele perché riconducesse il figlio sulla retta via, nel frattempo Guidotto morì. Galgano non versò una lacrima. Nel sonno però fece un sogno che lo turbò, il mattino seguente raccontò tutto alla madre:"madre vi ho sognata per mano ad un Angelo con le ali d'oro ed in mano una spada, e vi diceva di vestirmi da cavaliere perché dovevo andare con lui" Figlio- disse- non può che essere una buona cosa l'aver visto S.Michele,al quale sia tuo padre che io siamo sempre stati devoti". In seguito Galgano si comportò come se nulla fosse accaduto, ma dopo qualche anno l'Arcangelo apparve di nuovo:"Seguimi!-gli disse e lo condusse sino al fiume ove vi era un ponte stretto e lungo oltre il quale un prato bellissimo e pieno di fiori. Oltrepassandolo gli sembrò di entrare dentro il Monte Siepi ove ad aspettarlo vi erano i dodici Apostoli.Galgano era smarrito non riusciva a capire,d'un tratto gli apparve la visione di Cristo crocefisso e domandò cosa significasse, gli Apostoli risposero:"è ciò che è stato ed è, e dovrà tornare quando il mondo finirà" Galgano ancora non capiva il significato di quelle visioni ed al risveglio raccontò tutto alla madre.
Una mattina di primavera, visto che ormai era da tempo che non vedeva l'amata Polissena, decise di andarla a trovare per decidere i modi per le nozze .E mentre cavalcava assorto nei suoi pensieri ecco che gli si para davanti l'Arcangelo, avvolto da una luce abbagliante ad ostruirgli la strada, la spada alzata e gli occhi dai quali sembrava uscire una luce irreale . Il cavallo impaurito disarciona Galgano, si rialza e rimane immobile senza dire una parola, assorto tira fuori la spada che si va ad infilzare nella roccia formando una croce con l'elsa, l'Arcangelo scomparve, i rami degli alberi formarono una cupola sopra la spada . Dal quel momento Galgano diventò un eremita devoto al Signore.
Ma il Maligno non poteva stare a guardare, mentre gli si sottrae un peccatore ed allora spinse la madre ad andare a trovarlo per cercare di convincerlo a ritornare e sposarsi, confidando nel fatto che una volta abbandonata quella vita di penitenze sarebbe tornato a peccare come e più di prima. Ma Dionisia non ebbe successo, ed allora si mise in cammino verso Civitella dove abitava Polissena che alla vista della donna sussultò di gioia: "Dové Galgano? "Mia cara, - rispose Dionisia - Galgano non è più lo stesso! adesso fa l'eremita, se vieni con me può darsi che cambi idea" Raggiunto il luogo dove viveva non lo trovarono lo attesero per molto ma invano, tornando al castello chiedevano ai contadini se l'avessero visto:"stamane, all'alba era in cammino coi piedi ignudi verso Roma".
Il Maligno vistosi al perso, circuì una manciata d'omini convincendoli a smantellare quella spada che formava una croce, inutilmente gli uomini si accanivano contro quella roccia che sembrava indistruttibile e faceva rompere i loro attrezzi allora si accanirono contro la spada con una ferocia inaudita e si calmarono solo quando la spada si ruppe . Quando Galgano tornò dispiaciuto si mise a pregare cosi intensamente e con devozione che una volta fatti ricombaciare i pezzi rimasti essi si saldarono per sempre.
Fu così che anche Polissena si convinse a dedicare la sua vita al Signore ed alla vita di clausura.
Il male era cosi sconfitto...
La notte del 3 dicembre 1181 Galgano morì appoggiato alla sua croce che possiamo ancor'oggi ammirare nella chiesetta sorta attorno ad essa, e nelle notti più ventose quando l'elemento arcano turbina sulle coscienze degli uomini, sembra di udire il lamento di una donna che insegue ancora il suo perduto amore....ma questa è certamente un'altra storia.
Altea
28-03-2012, 17.26.55
leggenda davvero affascinante...con la presenza del mio Santo Patrono.
Hastatus77
29-03-2012, 00.06.18
@Taliesin
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Grazie.
Taliesin
29-03-2012, 12.02.58
Cavaliere della Carretta,
vi ringrazio per la vostra preziosa ed attenta puntulità, come sempre vigile sulle sciagure umane e sui passi incerti di viandanti, come un tempo, quando fanciullo, eravate su quel ponte nell'attesa di osservare passare le lucenti armature...Perdonate dunque la mia goffaggine e la mia poca capacità di seguire queste nuove scienze mistiche...è stata senz'altro l'occasione per rileggere e ritrovare la nostra Amica comune...
Taliesin, il bardo
Altea
29-03-2012, 12.05.52
sto guardando le immagini, ma trovo tutto questo straordinario, la spada conficcata nella roccia ma più che altro la chiesa, mi ricorda moltissimo una Basilica di una bellissima cittadina sul mare vicino dove abito io.
Taliesin
29-03-2012, 12.22.35
...Milady Altea...
...probabilmente Galgano, di ritorno dalle crociate, approdò alle coste frastagliate del vostro orgoglioso ed antico mare, ed in quella terra profumata di agrumi e muretti di pietra lavica, formulò una preghiera nei pressi di quella vostra chiesetta...il resto è poesia ed emozione, ed ognuno di voi, in quel raccoglimento infinito, può ritrovare il suo volto...
Voi che conoscete i territori, per me ancora inesplorati, della bizzarra realtà virtuale, cercate il luogo www.sangalgano.org (http://www.sangalgano.org), vi troverete un sentiero tracciato sull'argomento molto accurato, che una mia carissima amica, ladra di ombre, volle imprimere per i contemporanei e per i posteri nell'infinita rete elettronica...
p.s. grazie per la vostra emozione...
Taliesin, il bardo
Altea
29-03-2012, 13.14.54
grazie a voi sir Taliesin, certo avrei potuto scorrere...le biblioteche di Camelot, ma grazie a voi ho riscoperto questo posto..non so perchè ma me ne sono innamorata veramente.
Volevo informarvi che il mio mare..guarda verso Venezia, come quella Basilica, l'altro mare seppur stupendo guarda i ricordi del mio cavaliere :smile:
Taliesin
29-03-2012, 13.39.57
Dunque grazie ancora per avermi mostrato il suo respiro...
Talia
29-03-2012, 14.24.32
San Galgano... che meraviglia!
Non so come, ma confesso che mi era sempre sfuggita questa conversazione... ringrazio dunque Taliesin per aver posto di nuovo ai nostri occhi l'argomento e il valente sir Hastatus che sempre più prontamente ci indirizza nella giusta direzione! ;)
San Galgano... che dire... uno di quei luoghi che ho visitato più e più volte, ma che continuano a suscitare il mio stupore ogni volta che, svoltando a sinistra sulla stradina che lì conduce, i miei occhi tornano ad accarezzare quelle forme...
Sono stata a San Galgano molte volte... ci sono stata per studio, ci sono stata per lavoro, ci sono stata per piacere, ci sono stata per ascoltare dei concerti, ci sono stata da sola e ci sono stata in compagnia... e vi assicuro che quel brivido che corre lungo la schiena entrando nell'abbazia alle ultime luci del giorno e sollevando, in quel silenzio antico, gli occhi a guardare il cielo è qualcosa di difficilmente spiegabile...
Ho sempre trovato affascinante la figura di Galgano, sospeso tra storia e leggenda, ho visitato varie volte la Rotonda di Montesiepi ed ho visto la spada...
Ma quel brivido... vi confesso, amici, che quel brivido è il motivo per cui torno a San Galgano forse non spesso ma siguramente più di quanto non sia necessario!
:smile: