Hastatus77
16-11-2008, 19.43.51
Le origini
Sulle origini dei cavalieri templari, si sa poco. Quasi tutti i testi storici indicano come data della loro nascita il 1119 o il 1120, ma tutti questi resoconti sono stati scritti parecchio tempo dopo i fatti; si copiano gli uni cogli altri e non sono obbiettivi.
L'unico testo, purtroppo abbastanza laconico, ma che ha il duplice merito di essere stato emanato dai templari stessi e di essere quasi contemporaneo alla loro creazione, è la regola dell'ordine, che fu composta al concilio di Troyes agli inizi del 1129. Il concilio si riunì, dice la regola, "su richiesta del maestro Ugo di Payns, sotto la direzione del quale la suddetta cavalleria ebbe inizio per la grazie dello Spirito Santo".
Ad ogni modo, se le loro origini sono un po' incerte, ci sono però tre punti fondamentali che risultano chiari:
L'ordine nacque dalla volontà di alcuni cavalieri di rinunciare al mondo, i quali fecero una scelta di tipo religioso;
L'iniziativa si deve attribuire a due uomini, uno dei quali, Ugo di Payns, divenne il primo maestro della nuova "milizia";
La creazione di questa "milizia", corrispondeva completamente ai desideri delle autorità religiose e laiche del regno di Gerusalemme.
Nel 1127, Ugo di Payns parte per l'Occidente, ed i motivi si potrebbero ricondurre ai seguenti punti:
Crisi di crescita. L'ordine si è ingrandito, ma non abbastanza, per far fronte alla propria funzione, seppur ridotta ancora a compiti di polizia;
Crisi di coscienza o d'identità, causate dalle critiche mosse da altri verso la nuova "milizia", ma anche dagli interrogativi che i monaci si pongono. L'ordine dei templari, come gli ordini militari successivi, unisce l'ideale del monaco a quello del cavaliere, e questo era quasi uno scandalo all'epoca in cui domina nella società cristiana lo schema funzionale dei "tre ordini" (quelli che pregano, quelli che combattono, quelli che lavorano);
Reclutamento. Ugo, agisce come inviato di re Baldovino II, per reclutare nuovi soldati per l'Oriente, ma anche come capo dell'ordine; vuole arruolare futuri templari e costituire in Occidente l'appoggio logistico per le future imprese del Tempio in Oriente.
Com'erano
I templari prendono il nome dalla loro "casa capitana" di Gerusalemme, il Tempio di Salomone. In origine si erano costituiti come "milizia dei poveri cavalieri di Cristo".
Quando Ugo di Payns e i suoi primi compagni si unirono non avevano, secondo Guglielmo di Tiro, "né chiesa né domicilio sicuro"; caritatevolmente, il re di Gerusalemme Baldovino II li ospitò in un'ala del suo palazzo, "vicino al Tempio del Signore", scrivono Guglielmo di Tiro e Giacomo di Vitry.
In un primo tempo, come hanno lasciato scritto Guglielmo di Tiro e Giacomo di Vitry, i templari portavano i loro abiti secolari; fu la regola elaborata a Troyes, a conferire al Tempio l'abito bianco, il quale di lì a poco fu riservato ai soli cavalieri, mentre i sergenti e gli altri dovevano indossare un mantello di saio marrone. Il mantello di colore bianco, stava a rappresentare la castità, ma era anche un simbolo di povertà per il materiale di cui era fatto: tessuto greggio senza tinture.
La regola, però non fa nessun riferimento alla croce. Questa, portata sulla spalla sinistra al di sopra del cuore, compare sul manto solo nel 1147: papa Eugenio III, in occasione della partenza della seconda crociata, concesse ai templari il diritto di portare in permanenza la croce. Croce "semplice", "ancorata" o "patente" (Termini del linguaggio araldico: croce semplice, o piana, è quella che tocca con i bracci il bordo dello scudo; croce ancorata quella i cui bracci assumono nella parte terminale la forma di ancora; croce patente quella i cui bracci si allargano all'estremità, verso i bordi dello scudo); croce rossa, perché il rosso è il simbolo del sangue versato da Cristo, ma anche simbolo di vita.
Il cavallo, è la parte più importante del cavaliere, e il numero di cavalli attribuiti a ciascuno costituiscono un segno di distinzione fondamentale nella struttura gerarchica dell'ordine. Nell'ambito dei combattenti segna la differenza tra i cavalieri, che hanno diritto a tre cavalcature, e i sergenti che ne hanno solo una.
Anche fra i dignitari dell'ordine è il cavallo che stabilisce le distinzioni. Tutti hanno diritto a quattro cavalcature; il maestro possiede però anche un turcomanno. Di razza orientale, ineguagliabile in combattimento; ed anche due o tre bestie da soma. Il maresciallo dell'ordine che ha molta responsabilità nelle operazioni militari, ha la stessa dotazione, ma il siniscalco, pur essendo il secondo dignitario, possiede un palafreno al posto del turcomanno. Il commendatore della città di Gerusalemme, possiede tre animali più un turcomanno; i dignitari sergenti hanno solo due cavalli.
Questa gerarchia si attenua in parte durante le operazioni militari, quando tutti gli animali sono nutriti allo stesso modo (in tempo di pace gli animali del maestro sono nutriti meglio degli altri), e il maestro del tempio può concedere a tutti, cavalieri e sergenti, una cavalcatura supplementare.
All'interno del popolo templare, si può notare il tipico schema della suddivisione della società feudale: quelli che combattono (cavalieri e sergenti), quelli che pregano (cappellani), quelli che lavorano (frati lavoratori).
I frati cappellani, sono preti, gli unici dell'ordine, e garantiscono il servizio divino e la direzione delle anime.
L'ordine dei combattenti, è suddiviso in due categorie, ognuna caratterizzata da particolari disposizioni a proposito della cavalcatura, della veste e delle armi: cavalieri e sergenti. I sergenti, nello schieramento di battaglia, non sono in prima linea: hanno armi più leggere, sono meno bene equipaggiati e meno addestrati. Questa differenza fra cavalieri e sergenti, era presente anche all'atto di ammissione all'ordine; per divenire frate cavaliere, si richiedevano infatti due condizioni: essere stato in precedenza armato cavaliere ed essere figlio di cavalieri, o almeno provenire da famiglia di cavalieri per discendenza maschile.
Nell'ordine non vi è posto per le donne: "Che le donne non vengano mai ricevute nelle case del Tempio in qualità di suore". Per quanto riguarda gli uomini, venivano accettati solo gli adulti che potevano portare le armi. Tuttavia, in questo secondo caso vi furono delle eccezioni.
All'interno dell'ordine, il maestro rappresenta la persona in comando, il quale però deve chiedere consiglio e consultare i frati riuniti in capitolo, prima di prendere una decisione. Il maestro non ha quindi un potere assoluto; questa organizzazione ricalca la struttura feudale, che impone al vassallo il dovere di prestare il proprio consiglio e al signore quello di consultarsi.
L'aiuto del capitolo, non è richiesta per tutte le decisioni del maestro; per esempio, è necessario, quando devono essere nominati i dignitari delle provincie dell'ordine, mentre non serve quando il maestro nomina i "balivi" delle circoscrizioni secondarie.
Per consentire al maestro di prendere rapidamente e in qualsiasi occasioni, le decisioni per le quali è necessario il consiglio altrui, almeno due cavalieri lo accompagnano sempre: consiglio, ma anche controllo.
Secondo dignitario dell'ordine è il siniscalco, che sostituisce in tutte le sue funzioni il maestro in caso di assenza; la sua figura è però un po' oscurata dal maresciallo che vigila sulla disciplina del convento e supervisiona tutte le mansioni che devono essere svolte. Il suo ruolo è importante soprattutto durante le campagne, poiché tutti i sergenti e le truppe sono sotto al suo comando, e paga di persona in combattimento, perché quando la cavalleria pesante carica, egli si colloca "di punta".
Il commendatore del regno di Gerusalemme, ha le funzioni di tesoriere dell'ordine. Tutti i beni del'ordine e la responsabilità del loro utilizzo sono affidati a lui.
Egli garantisce inoltre le relazioni di Gerusalemme con le sedi templari d'Occidente, suddivide i templari tra le varie case e fortezze dell'ordine, a seconda della loro capienza e delle esigenze militari. Ha alle sue dirette dipendenze il "drappiere", che si occupa di fornire ai frati abiti e materiale da campo.
Tutti questi dignitari, nei loro servigi, non possono agire senza il maestro, che ha, su tutti, il vantaggio di avere tutte le competenze.
Fonte: "Vita e morte dell'Ordine dei Templari" di Alain Demurger
Sulle origini dei cavalieri templari, si sa poco. Quasi tutti i testi storici indicano come data della loro nascita il 1119 o il 1120, ma tutti questi resoconti sono stati scritti parecchio tempo dopo i fatti; si copiano gli uni cogli altri e non sono obbiettivi.
L'unico testo, purtroppo abbastanza laconico, ma che ha il duplice merito di essere stato emanato dai templari stessi e di essere quasi contemporaneo alla loro creazione, è la regola dell'ordine, che fu composta al concilio di Troyes agli inizi del 1129. Il concilio si riunì, dice la regola, "su richiesta del maestro Ugo di Payns, sotto la direzione del quale la suddetta cavalleria ebbe inizio per la grazie dello Spirito Santo".
Ad ogni modo, se le loro origini sono un po' incerte, ci sono però tre punti fondamentali che risultano chiari:
L'ordine nacque dalla volontà di alcuni cavalieri di rinunciare al mondo, i quali fecero una scelta di tipo religioso;
L'iniziativa si deve attribuire a due uomini, uno dei quali, Ugo di Payns, divenne il primo maestro della nuova "milizia";
La creazione di questa "milizia", corrispondeva completamente ai desideri delle autorità religiose e laiche del regno di Gerusalemme.
Nel 1127, Ugo di Payns parte per l'Occidente, ed i motivi si potrebbero ricondurre ai seguenti punti:
Crisi di crescita. L'ordine si è ingrandito, ma non abbastanza, per far fronte alla propria funzione, seppur ridotta ancora a compiti di polizia;
Crisi di coscienza o d'identità, causate dalle critiche mosse da altri verso la nuova "milizia", ma anche dagli interrogativi che i monaci si pongono. L'ordine dei templari, come gli ordini militari successivi, unisce l'ideale del monaco a quello del cavaliere, e questo era quasi uno scandalo all'epoca in cui domina nella società cristiana lo schema funzionale dei "tre ordini" (quelli che pregano, quelli che combattono, quelli che lavorano);
Reclutamento. Ugo, agisce come inviato di re Baldovino II, per reclutare nuovi soldati per l'Oriente, ma anche come capo dell'ordine; vuole arruolare futuri templari e costituire in Occidente l'appoggio logistico per le future imprese del Tempio in Oriente.
Com'erano
I templari prendono il nome dalla loro "casa capitana" di Gerusalemme, il Tempio di Salomone. In origine si erano costituiti come "milizia dei poveri cavalieri di Cristo".
Quando Ugo di Payns e i suoi primi compagni si unirono non avevano, secondo Guglielmo di Tiro, "né chiesa né domicilio sicuro"; caritatevolmente, il re di Gerusalemme Baldovino II li ospitò in un'ala del suo palazzo, "vicino al Tempio del Signore", scrivono Guglielmo di Tiro e Giacomo di Vitry.
In un primo tempo, come hanno lasciato scritto Guglielmo di Tiro e Giacomo di Vitry, i templari portavano i loro abiti secolari; fu la regola elaborata a Troyes, a conferire al Tempio l'abito bianco, il quale di lì a poco fu riservato ai soli cavalieri, mentre i sergenti e gli altri dovevano indossare un mantello di saio marrone. Il mantello di colore bianco, stava a rappresentare la castità, ma era anche un simbolo di povertà per il materiale di cui era fatto: tessuto greggio senza tinture.
La regola, però non fa nessun riferimento alla croce. Questa, portata sulla spalla sinistra al di sopra del cuore, compare sul manto solo nel 1147: papa Eugenio III, in occasione della partenza della seconda crociata, concesse ai templari il diritto di portare in permanenza la croce. Croce "semplice", "ancorata" o "patente" (Termini del linguaggio araldico: croce semplice, o piana, è quella che tocca con i bracci il bordo dello scudo; croce ancorata quella i cui bracci assumono nella parte terminale la forma di ancora; croce patente quella i cui bracci si allargano all'estremità, verso i bordi dello scudo); croce rossa, perché il rosso è il simbolo del sangue versato da Cristo, ma anche simbolo di vita.
Il cavallo, è la parte più importante del cavaliere, e il numero di cavalli attribuiti a ciascuno costituiscono un segno di distinzione fondamentale nella struttura gerarchica dell'ordine. Nell'ambito dei combattenti segna la differenza tra i cavalieri, che hanno diritto a tre cavalcature, e i sergenti che ne hanno solo una.
Anche fra i dignitari dell'ordine è il cavallo che stabilisce le distinzioni. Tutti hanno diritto a quattro cavalcature; il maestro possiede però anche un turcomanno. Di razza orientale, ineguagliabile in combattimento; ed anche due o tre bestie da soma. Il maresciallo dell'ordine che ha molta responsabilità nelle operazioni militari, ha la stessa dotazione, ma il siniscalco, pur essendo il secondo dignitario, possiede un palafreno al posto del turcomanno. Il commendatore della città di Gerusalemme, possiede tre animali più un turcomanno; i dignitari sergenti hanno solo due cavalli.
Questa gerarchia si attenua in parte durante le operazioni militari, quando tutti gli animali sono nutriti allo stesso modo (in tempo di pace gli animali del maestro sono nutriti meglio degli altri), e il maestro del tempio può concedere a tutti, cavalieri e sergenti, una cavalcatura supplementare.
All'interno del popolo templare, si può notare il tipico schema della suddivisione della società feudale: quelli che combattono (cavalieri e sergenti), quelli che pregano (cappellani), quelli che lavorano (frati lavoratori).
I frati cappellani, sono preti, gli unici dell'ordine, e garantiscono il servizio divino e la direzione delle anime.
L'ordine dei combattenti, è suddiviso in due categorie, ognuna caratterizzata da particolari disposizioni a proposito della cavalcatura, della veste e delle armi: cavalieri e sergenti. I sergenti, nello schieramento di battaglia, non sono in prima linea: hanno armi più leggere, sono meno bene equipaggiati e meno addestrati. Questa differenza fra cavalieri e sergenti, era presente anche all'atto di ammissione all'ordine; per divenire frate cavaliere, si richiedevano infatti due condizioni: essere stato in precedenza armato cavaliere ed essere figlio di cavalieri, o almeno provenire da famiglia di cavalieri per discendenza maschile.
Nell'ordine non vi è posto per le donne: "Che le donne non vengano mai ricevute nelle case del Tempio in qualità di suore". Per quanto riguarda gli uomini, venivano accettati solo gli adulti che potevano portare le armi. Tuttavia, in questo secondo caso vi furono delle eccezioni.
All'interno dell'ordine, il maestro rappresenta la persona in comando, il quale però deve chiedere consiglio e consultare i frati riuniti in capitolo, prima di prendere una decisione. Il maestro non ha quindi un potere assoluto; questa organizzazione ricalca la struttura feudale, che impone al vassallo il dovere di prestare il proprio consiglio e al signore quello di consultarsi.
L'aiuto del capitolo, non è richiesta per tutte le decisioni del maestro; per esempio, è necessario, quando devono essere nominati i dignitari delle provincie dell'ordine, mentre non serve quando il maestro nomina i "balivi" delle circoscrizioni secondarie.
Per consentire al maestro di prendere rapidamente e in qualsiasi occasioni, le decisioni per le quali è necessario il consiglio altrui, almeno due cavalieri lo accompagnano sempre: consiglio, ma anche controllo.
Secondo dignitario dell'ordine è il siniscalco, che sostituisce in tutte le sue funzioni il maestro in caso di assenza; la sua figura è però un po' oscurata dal maresciallo che vigila sulla disciplina del convento e supervisiona tutte le mansioni che devono essere svolte. Il suo ruolo è importante soprattutto durante le campagne, poiché tutti i sergenti e le truppe sono sotto al suo comando, e paga di persona in combattimento, perché quando la cavalleria pesante carica, egli si colloca "di punta".
Il commendatore del regno di Gerusalemme, ha le funzioni di tesoriere dell'ordine. Tutti i beni del'ordine e la responsabilità del loro utilizzo sono affidati a lui.
Egli garantisce inoltre le relazioni di Gerusalemme con le sedi templari d'Occidente, suddivide i templari tra le varie case e fortezze dell'ordine, a seconda della loro capienza e delle esigenze militari. Ha alle sue dirette dipendenze il "drappiere", che si occupa di fornire ai frati abiti e materiale da campo.
Tutti questi dignitari, nei loro servigi, non possono agire senza il maestro, che ha, su tutti, il vantaggio di avere tutte le competenze.
Fonte: "Vita e morte dell'Ordine dei Templari" di Alain Demurger