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Visualizza versione completa : La Tavola Rotonda


Lancelot
07-01-2009, 21.25.25
Voce di popolo, voce di Dio.
Era stato bello poter verificare la veridicità di questo detto in una delle migliori taverne di Camelot. A lungo, nei miei viaggi, avevo sentito decantare le lodi delle focacce prodotte dai forni del regno di Artù, del loro profumo fresco, inebriante, e, quando poco fa potei assaggiarne una in prima persona, compresi che tutto quel che mi era stato detto corrispondeva al vero. Il sapore genuino e sincero di quel pane sembrava ricordarmi la peculiare natura di quelle genti, schiette e nobili come il loro sovrano. Per non parlare poi del succo delle vigne di queste terre, così penetrante e forte, ma delicato nel mantenere lucida la mente di un uomo, così che egli possa bearsi ancora di più del suo nettare.
Felice per un pasto frugale ma squisito, mi accingo a muovere i miei primi passi verso la reggia più famosa di Albion. L'edificio è maestoso ma sobrio, elegante al punto giusto, senza eccedere in un lusso eccessivo e volgare.
Le pareti sono finemente decorate, e mostrano bassorilievi che celebrano le gesta militari di Artù e di suo padre Pendragon.
Le guardie alle porte non fermano i miei passi mentre entro all'interno, anzi accennano un saluto chinando lievemente il capo, come se fossero state istruite a tale proposito.
Passeggio per i corridoi del palazzo, mentre il cuore mi batte sempre più forte. Ogni metro del pavimento che percorro riecheggia delle gesta degli eroi della Tavola Rotonda, ogni stanza vanta una storia di onore e di gloria, ogni finestra ha salutato le più nobili virtù dell'uomo.
Ed è proprio la Tavola Rotonda la meta del mio peregrinare. Non posso mancare l'occasione di vederla: non sono le mura di Camelot la sua forza, né i suoi eserciti. Non è la bontà del re Artù, né la solidità del suo popolo.
E' la fresca acqua che ha spento i focolai di violenza e di distruzione ai quattro angoli di Albion. E' il luminoso e ardente bagliore di speranza che che, sorto dalle macerie della guerra, ha saputo restituire ai disperati un sogno di ordine e luce, assieme a una nuova possibilità di fede nel domani.
La storia della Tavola Rotonda è la descrizione dell’epopea di un gruppo di guerrieri dal cuore puro, che decisero di mettere insieme le loro speranze e i loro sogni per costruire una nuova epoca, un ideale vivente di lealtà, coraggio, speranza e verità.
Mi chiedo se anche io potrò mai dire di aver condiviso il loro sogno.

llamrei
08-01-2009, 14.55.22
Vi ho visto arrivare. Vi ho visto attraversare il bosco e poi uscire dalla bruma del mattino. E poi vi ho visto nella sala grande. Ero certa che quello che avevo "visto" nel mio dormi-veglia non era una sorta di speranza ma una vivissima realtà.
Il ricordo di quelle visioni ora sono conferma: siete finalmente giunto e confermate, con la vostra presenza a Camelot, quello che il vostro cuore vi ha suggerito.
Sir Lancelot: sono una dama e non mi è consentito di darvi una certezza in merito a quanto chiedete. Sarà compito del nostro Re o di un altro Cavaliere darvi una risposta, la quale, ne sono certa, incontrerà le vostre più pure aspettative.
Attendo anche io di gioire di tale evento: mi fermo a guardare.
Solo una cosa permettetemi, mio caro amico, Camelot è Grande non solo per capacità del Cavaliere ma anche per la collaborazione delle donne che contribuiscono a mantenerlo tale ;)

Lancelot
08-01-2009, 19.08.01
Mentre ero perso nei miei pensierimi accorgo che una dama si avvicina verso di me. Il suo portamento è inconfondibile, la sua grazia affilata come la più bella delle spade. Llamrei è il suo nome, soave e delicato come un mantra, che tanto più incanta quanto più lo si ripete.
Si rivolge a me con parole di rara raffinatezza, e guardando i suoi modi gentili e nobili, ma non scevri di carisma e forza, non posso fare a meno di credere a quel che sembra volermi spiegare...

Mia Signora, osservo Voi e comprendo che la forza e la regalità delle donne di Camelot non ha nulla da invidiare alle virtù dei loro Cavalieri.
Più trattengo i miei occhi nella contemplazione di questo posto unico al mondo, e maggiore è la mia ammirazione per una città in cui tutto sembra ammantato di una speciale aura di maestà.
E Voi non fate eccezione, Milady.

llamrei
08-01-2009, 19.30.22
Alle parole del nuovo Cavaliere sentii un primo cedimento alle gambe...poi l'etichetta e il contegno ebbero la meglio. Pensai: "Costui ha la capacità di trasformare in parole quello che l'atmosfera di Camelot trasmette e che è così difficile da poter spiegare. Ogni singolo abitante di Camelot dovrebbe esserne orgoglioso".
Accompagnai il cavaliere al cospetto di King Arthur: la richiesta del cavaliere era palese. Ora la decisione spetta a chi di dovere.
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(shot by Questionable Ethics)

KingArthur
09-01-2009, 16.14.11
Voce di popolo, voce di Dio.
Era stato bello poter verificare la veridicità di questo detto in una delle migliori taverne di Camelot. A lungo, nei miei viaggi, avevo sentito decantare le lodi delle focacce prodotte dai forni del regno di Artù, del loro profumo fresco, inebriante, e, quando poco fa potei assaggiarne una in prima persona, compresi che tutto quel che mi era stato detto corrispondeva al vero. Il sapore genuino e sincero di quel pane sembrava ricordarmi la peculiare natura di quelle genti, schiette e nobili come il loro sovrano. Per non parlare poi del succo delle vigne di queste terre, così penetrante e forte, ma delicato nel mantenere lucida la mente di un uomo, così che egli possa bearsi ancora di più del suo nettare.
Felice per un pasto frugale ma squisito, mi accingo a muovere i miei primi passi verso la reggia più famosa di Albion. L'edificio è maestoso ma sobrio, elegante al punto giusto, senza eccedere in un lusso eccessivo e volgare.
Le pareti sono finemente decorate, e mostrano bassorilievi che celebrano le gesta militari di Artù e di suo padre Pendragon.
Le guardie alle porte non fermano i miei passi mentre entro all'interno, anzi accennano un saluto chinando lievemente il capo, come se fossero state istruite a tale proposito.
Passeggio per i corridoi del palazzo, mentre il cuore mi batte sempre più forte. Ogni metro del pavimento che percorro riecheggia delle gesta degli eroi della Tavola Rotonda, ogni stanza vanta una storia di onore e di gloria, ogni finestra ha salutato le più nobili virtù dell'uomo.
Ed è proprio la Tavola Rotonda la meta del mio peregrinare. Non posso mancare l'occasione di vederla: non sono le mura di Camelot la sua forza, né i suoi eserciti. Non è la bontà del re Artù, né la solidità del suo popolo.
E' la fresca acqua che ha spento i focolai di violenza e di distruzione ai quattro angoli di Albion. E' il luminoso e ardente bagliore di speranza che che, sorto dalle macerie della guerra, ha saputo restituire ai disperati un sogno di ordine e luce, assieme a una nuova possibilità di fede nel domani.
La storia della Tavola Rotonda è la descrizione dell’epopea di un gruppo di guerrieri dal cuore puro, che decisero di mettere insieme le loro speranze e i loro sogni per costruire una nuova epoca, un ideale vivente di lealtà, coraggio, speranza e verità.
Mi chiedo se anche io potrò mai dire di aver condiviso il loro sogno.
"Se qualcuno vi pone una nobile e ammissibile richiesta, non potete rifiutarvi di esaudirla"
Così è scritto nel codice e, quant'è vero che ebbi prestato giuramento, valuterò con attenzione questo vostro desiderio e lo porterò all'attenzione dell'alto consiglio di Camelot.
Ma badate bene, la vita di un cavaliere della Tavola Rotonda è sempre al servizio del suo regno, del re e della chiesa a cui prestò giuramento.
Egli deve sfoggiare sì con orgoglio il titolo di cui si fregia, ma rammentando sempre con umiltà i baluardi che lo sorreggono, lealtà, onore, carità, fede, temperanza, forza e giustizia senza i quali nulla egli sarebbe. Sempre l'umiltà deve accompagnare il suo cammino, poichè essere umili con i superiori è dovere, con i pari cortesia, con i sottomessi nobiltà.
Rammentate bene inoltre che questa scelta impone essenzialmente doveri e ben pochi diritti, per questo amico mio, vi domando di riflettere di molto su queste parole e sulla vita assai sacrificata a cui aspirate.
Se non vi spaventa questo percorso e deciderete di affrontarlo, come è antica tradizione qui a Camelot dovrete dar prova di quanto ferrea è la vostra volontà, e poichè siete ancor giovane a ulterior prova sarà messa la vostra pazienza.

Possano i santi proteggervi e benedirvi ora,
Possano i guai ignorarvi,
Lungo ogni passo del vostro cammino.

Con il massimo rispetto,
Artù

Lancelot
09-01-2009, 16.48.07
"Maestà..."

Le parole del Signore di Camelot mi avevano colto d'improvviso, mentre ancora ero frastornato dalla gentilezza e dai nobili modi di milady Llamrei.
Non potei fare a meno di mostrare il mio goffo imbarazzo dinanzi alla regalità di Artù, accennando un timido inchino mentre le sue parole strozzavano in me ogni forma di risposta.
Del resto vedevo dinanzi a me l'incarnazione del rinnovato spirito che da anni animava le terre di Britannia, vedevo l'onore, la grazia, la gloria e l'umiltà del servizio proprio davanti ai miei occhi.
La mia debolezza si tramutò in forza nel momento stesso in cui il Re terminò il suo discorso, perché l'animo di un cavaliere che conosce il valore risuona come un eco di musica quando si trova al cospetto della Virtù.

"Mio Signore, mio Re. Quel che mi porta a Camelot non è la voglia di libertà, di cui ben ho goduto in tutti questi anni. Vengo a voi con l'umiltà di chi vuole servire questo regno, il suo popolo, e Voi."

Stringo la mia mano sull'elsa della spada, come per farmi forte delle mie convinzioni. Sua Maestà mi osserva con sguardo imparziale, e sebbene sappia come le parole spesso siano incapaci di veicolare un'emozione, spero che il mio sguardo gli sia testimone che dico il vero.

"Perché ho sempre creduto, e comprendo ora più che mai, che servire Camelot significa consacrare a Dio la parte migliore di me stesso.
Non c'è prova che non accetterò di superare, perché Signore, non essere con voi dopo tutto ciò che ho visto significherebbe per me non vivere la vita che sento di volere."