Visualizza versione completa : Il Santo Graal
myrddin
17-01-2009, 11.45.53
Sire....mio buon re,Camelot è un sogno di mirabile maestosità.Tutti noi partecipiamo della sua bontà,al mattino ci destiamo dai nostri alloggi e percorriamo spensierati le sue emozionanti strade..ci avvolgiamo delle sue imponenti e rassicuranti mura.Qui a Camelot abbiamo votato la nostra vita alla cavalleria,alla lealtà,all'intelletto...sono perfette prospettive a cui allineare la nostra esistenza.Artù...come voi sapete la mia natura mi porta di tanto in tanto ad allontanarmi dagli altri cavalieri e da Camelot,ma sempre con la mente e mai con il cuore;Ho riflettuto a lungo e solitariamente,come è nel mio stile,e adesso è giunto il momento di confidarmi con voi,re Artù,e con tutte le dame e cavalieri che con operosa armonia sono l'anima di Camelot.A cosa tende la nostra esistenza,a cosa aspira il nostro ordine cavalleresco oltre ai cari dettami già mensionati?Ebbene, un pensiero riecheggià più degli altri nella mia mente....la ricerca.
Il Graal..si esso è il nostro obiettivo,solo esso può rendere il mondo felice e gli uomini migliori...e Camelot è il luogo sacro per la sua coraggiosa ed infinita custodia.Sire...acconsentite a che ogni dama e cavaliere possa,con il loro intelletto e la propria anima, iniziare la ricerca e portare al vostro cospetto il Santo Graal.Ogniuno di noi dovrebbe iniziare con il meditare:cos'è il Graal?
llamrei
17-01-2009, 11.59.34
Mio buon amico...voi ponete una domanda alla quale è difficile dare una risposta certa e fondata. Molto spesso mi son ritrovata a discutere di questo argomento con altre dame ed altri cavalieri e le conclusioni, del tutto -ovviamente- personali, sono state molteplici e molte, debbo dire, molto affascinanti.
Da parte mia credo che la risposta alla domanda "che cosa è il graal" sta tutta nella definione che voi stesso avete dato ad esso: ricerca.
L'uomo per natura è curioso e cerca nel suo possibile di colmare le sue lacune.
La ricerca può essere materiale e intellettuale: l'uomo che incontra l'amore della sua vita e lo considera quindi un graal, un qualcosa al di sopra di tutto. Conquistata questa ricerca l'uomo si incammina verso altre ricerche, verso altri graal e verso altre lacune da colmare come può essere la conoscenza, lo studio, migliorare il proprio intelletto. Considero quindi il graal come una meta da cercare di raggiungere e una volta raggiunta cercarne altre ed ogni ricerca deve essere atta al miglioramento di noi stessi in quanto deve darci soddisfazione e appagamento.
myrddin
17-01-2009, 12.07.27
Sono daccordo con voi,infatti il Graal è l'archetipo di ogni ricerca...per questo ho voluto spronare metaforicamente alla ricerca ogni dama e cavaliere di Camelot,perchè senza di essa siamo perduti...non siamo più uomini!Credo sia questo che differenzi una donna o un uomo da un essere inanimato o comunque animato da un semplice istinto che ripetitivamente ed esclusivamente lo porta a compiere semplici azioni per la propria sussistenza,un corpo senza un anima.
Morris
17-01-2009, 15.59.21
Codesto Calice, utilizzato da Cristo nell'ultima cena e, successivamente, usato da Giuseppe d'Arimatea per raccoglierne il sacro sangue, durante la crocifissione.... mi piace pensare... che si trovi, ben nascosto, dove quest'ultimo lo portò: in Inghilterra, nel castello di Cobernic!
Preferisco, non andarlo a scovare, perchè potrei sentirmi appagato per tale impresa...quindi.. il mio desiderio è quello di continuare a trovarne di simili!
Sir Morris
Lancelot
18-01-2009, 11.42.32
Mio Signore Myrddin, come sempre le vostre parole sono accompagnate dalla saggezza e da un profondo e curioso stimolo intellettuale. Me ne compiaccio, vi applaudo, e cercherò di rispondervi secondo quello che è il mio punto di vista.
Ho sempre inteso la ricerca del Santo Graal come la risposta alla più grande delle domande: Chi sono io?
Se è vero, come taluni asseriscono, che Santo Graal altro non è che una storpiatura delle parole Sanguis Realiis, ovvero il sangue del Cristo Nostro Signore, allora potrebbe essere lecito pensare che la sua ricerca altro non sia che la ricerca del "divino" in ognuno di noi. La ricerca di una dimensione spirituale che ci elevi dalla condizione materiale in cui il mondo ci ha posto, e che ci faccia vedere ciò che realmente siamo al di là dell'effimera immanenza.
Ma non mi piace un'interpretazione così strettamente religiosa. Secondo me la ricerca del Santo Graal è la ricerca di se stessi. Cercare il Santo Graal significa avere il desiderio di scrutare oltre il velo di apparenze che ci occlude lo sguardo, significa porsi delle domande, significa essere irrequieti per la propria vita, sentire che c'è qualcosa di più che ancora non si è trovato, avere lo stimolo ardente e irrefrenabile di chi vuol capire chi è, e quale è il suo posto nel mondo. Quali sono le sue reali dinamiche, per cosa vale la pena vivere e per cosa vale la pena morire. La ricerca del Graal è la ricerca di questa verità. Non necessariamente una verità di fede, ma la propria soggettiva verità, cui tutti gli uomini nati liberi e uguali sotto il Cielo hanno diritto. La comprensione di se stessi è il più grande mistero della vita. Forse non basterebbe un'intera esistenza per dare una descrizione fedele del proprio io. Ma già avere la curiosità di farlo, già il riconoscere che si è ancora lontani dalla verità, e che il nostro "vero se stesso" è ancora lontano dall'essere rivelato, rende la nostra "Cerca" già ben che cominciata.
La ricerca del Graal è la metafora di un viaggio, in questo caso, un viaggio all'interno della propria anima. Da secoli si scrive sull'importanza del viaggio come possibilità di scoperta del Sé. Le città che visiteremo, le genti che conosceremo, i costumi che scopriremo, sono importanti nella misura in cui ci permetteranno di conoscere noi stessi, attraverso il confronto con l'altro.
Non sarà certo cosa facile, perché noi siamo il prodotto di ciò che vive attorno a noi, dell'educazione che ci viene impartita sin da bambini, delle influenze esterne, positive e negative, che nel corso della nostra vita riceviamo. Ma così come lo scultore rifinisce un pezzo di pietra grezza, scalpellando finché non ne porta alla luce la statua finita, allo stesso modo noi siamo pietra grezza al cui interno già "vive" la figura definitiva. Bisogna soltanto portarla alla luce.
Io penso che se sollevassimo il velo dell'apparenza tutti noi scopriremmo la medesima verità assoluta. Una verità che ci direbbe che noi siamo più di un nome registrato all'anagrafe, che siamo più del nostro lavoro, che siamo più dei voti che prendiamo. Ci direbbe che ogni vita può essere unica e speciale, ma che questa unicità è determinata da ciò che si compie, non ci si può considerare speciali senza che si abbiano le ragioni per farlo. Ci direbbe che ogni nostro atto è significativo, e può essere risolutivo. La verità è che in ogni uomo c'è più forza di quanta egli potrebbe mai trovarne in qualsiasi divinità: la forza di creare, la forza di credere, la forza di dare speranza, di donare felicità. Viviamo in un mondo in cui il relativismo dei valori ci ha portato a pensare che nulla ha più significato, men che meno le nostre vite. Il velo dell'apparenza ci ha portato a pensare che le nostre vite sono miserevoli e meschine, sollevandolo noi potremmo riscoprire la grandezza cui siamo destinati. E' questa, secondo me, la verità universale.
Tuttavia il percorso per arrivare a questa verità è diverso per ognuno, ciascuno di noi ha diritto a una sua personale Ricerca del Graal. Per qualcuno la via sarà più tormentata, per altri più agevole, per altri ancora preclusa. Ma come tante vie diverse che conducono alla medesima meta, concordo con voi che ci sia una sola Verità, universale, totalizzante e unica.
Ecco, quella che potete dedurre da queste parole è la mia visione del Santo Graal. La Ricerca per antonomasia.
Spero che potremo discutere in maniera proficua, e se vedete delle falle nelle mie convinzioni vi prego di aiutarmi a superarle.
Sono certo che il nostro Re non potrebbe che sposare le nostre intenzioni e il nostro anelito verso la Ricerca più nobile, attendo solo un suo ordine per eseguire l'ordine che in realtà la mia mente ha sempre serbato nel cuore.
KingArthur
24-01-2009, 14.42.17
I puri di cuore che abitano queste mura hanno ben accolto le parole del maestro Myrddin.
Parsifal partendo dal nulla fu guidato dall'irrefrenabile desiderio di innalzarsi all'ideale di cavaliere. Con lo stesso spirito di ammirazione ciascuno di noi dovrebbe mettersi alla ricerca del graal, anche se non avete idea di qual'è l'oggetto della vostra meta.
Auguro a ciascuno di voi di trovare il vostro Graal.
llamrei
22-03-2009, 12.45.35
Vi pongo questa domanda che si riallaccia a questo topic:
"che cosa siete disposti a lasciare (nel senso più materiale della cosa) per cercare il graal?"
Morris
24-03-2009, 12.05.05
Lascerei, quello appena trovato, per cercarne un altro..e poi un altro ancora!
Sir Morris
fra Leone
05-04-2009, 00.51.37
"L'uomo per natura è curioso e cerca nel suo possibile di colmare le sue lacune.La ricerca può essere materiale e intellettuale: l'uomo che incontra l'amore della sua vita e lo considera quindi un graal, un qualcosa al di sopra di tutto. Conquistata questa ricerca l'uomo si incammina verso altre ricerche..." Dama Ilamrei è sì colta e saggia e cosa vera ha detto...
Ogni uom cerca per la sua vita una meta e un fine, e questi fini, se mai raggiunti, sempre ad altri fini si rifanno.
Molti cavalieri han votato lor vita alla ricerca del Calice del Cristo e alcun dicono d'averlo trovato, o visto, e poi perduto. altri, folli, sostengon d'averlo acquistato a caro prezzo e tra questi, compiacetemi o Sire, io conobbi quegli stolti genovesi che un'urna han fatto ad un vaso di vetro di color verde, d'arte bizantina, che dicon d'aver preso in Terra Santa combattendo contro li Musulmani (come se la virtude del Signore s'ottenesse a danno de' fratello che un Stesso Dio con altro nome chiama:().
http://www.edicolaweb.net/genov03g.jpg
In dentro alla cittade che Genoa si chiama ed ha gran porto pe' basse navi cariche di schiavi, accanto a S.Lorenzo Cattedrale, stassi una cripta, anch'essa di vaso a forma, dove si po' vedere, pagando un soldo, il piatto ove la testa fu deposta di Giovanni che battezzò il Signore e accanto a questa altre cose note, come di Maria forse i cavei... ma in fra l'altre cose, più degna di mensione è questo verde vaso che dicon fosse il luogo ove il Signore cosumò l'ultimo pasto e che poi raccolse il Suo Sangue versato in sulla Croce.
http://www.edicolaweb.net/genov03g.htm
Vanegoor
23-04-2009, 21.49.00
Chi siamo non lo sapremo mai, non ci è dato saperlo e sarebbe invano ritenere di comprenderlo. Per tale ragione la ricerca del Graal rimarrà in eterno senza conclusione. La via più savia, a mio parere, è quella di nobilitare cosa siamo tramite le nostre azioni. La definizione di chi siamo non è altro che l'immagine che il mondo intorno si crea di ciascuno. Quindi è quel che cerchiamo e come lo cerchiamo che ci nobilita e caratterizza, non quel che troviamo o presupponiamo di aver trovato. Ergo senza un fine preciso (qualsiasi cosa si intenda quindi per Graal) possono esservi tante ricerche quanti fini possano motivarle.
A cosa rinuncerei per la ricerca? Ottima domanda, lady llamrei! :neutral_think: Rinuncerei a priori alla pretesa di doverla portare a termine. In senso più stretto, rinuncerei a buona parte delle idee ed opinioni tratte dalle mie esperienze passate per accoglierne nuove, anche opposte. In verità, lady, rinuncerei a tutto quello che ho fin qui apprezzato, al fine d’esser novo a novo apprezzamento; non rinuncerei però a quel che già abbia disprezzato, di modo che non possa aggiungerne altro.