Nebiper
15-05-2009, 06.03.33
Ascolto
disteso sul morbido prato fuori le mura il melodico canto della natura, il fruscio dell'erba accarezza il mio udito ed i ritmici e squillanti uccellini orchestrano straripante allegria. Mi lascio piacevolmente coccolare dal vento che si infrange contro le alte pareti sparpagliando ovunque squisiti profumi. Sento il caldo velo del Sole che carica di energia la vibrante atmosfera di primavera. D'improvviso l'armonica confusione della rinascita della vita è coperta da un incessante sibilo ce balza da una parte all'altra dietro la mia testa, ora lo sento più forte si avvicina, lo distinguo è un grillo, con l'ultimo salto si appoggia sull'amaro stelo che tengo tra le labbra a pochi centimetri dal mio sorpreso volto.
Una lama di fuoco ferisce i miei occhi impotenti.
Mi giro mi agito copro la mia faccia con le mani buttandomi giù contro fa fredda erba all'ombra di me stesso. Il dolore è penetrante, stringo forte la mia testa con le dita incurvate dallo sforzo.
Mi rialzo di scatto, il cuore mi batte forte è fuori il mio controllo, alzo la fronte, abbasso gli zigomi, il dolore diventa lacerante sotto l'immane sforzo, alzo con fatica le palpebre ed una grande figura si staglia sopra di me. Ammiro spaesato un grande albero con una estesa e cadente chioma sorretto da crudo e vecchio legno di un possente tronco. Il respiro si blocca a quell'immagine ed è una lacrima a dire:
"Vedo".
disteso sul morbido prato fuori le mura il melodico canto della natura, il fruscio dell'erba accarezza il mio udito ed i ritmici e squillanti uccellini orchestrano straripante allegria. Mi lascio piacevolmente coccolare dal vento che si infrange contro le alte pareti sparpagliando ovunque squisiti profumi. Sento il caldo velo del Sole che carica di energia la vibrante atmosfera di primavera. D'improvviso l'armonica confusione della rinascita della vita è coperta da un incessante sibilo ce balza da una parte all'altra dietro la mia testa, ora lo sento più forte si avvicina, lo distinguo è un grillo, con l'ultimo salto si appoggia sull'amaro stelo che tengo tra le labbra a pochi centimetri dal mio sorpreso volto.
Una lama di fuoco ferisce i miei occhi impotenti.
Mi giro mi agito copro la mia faccia con le mani buttandomi giù contro fa fredda erba all'ombra di me stesso. Il dolore è penetrante, stringo forte la mia testa con le dita incurvate dallo sforzo.
Mi rialzo di scatto, il cuore mi batte forte è fuori il mio controllo, alzo la fronte, abbasso gli zigomi, il dolore diventa lacerante sotto l'immane sforzo, alzo con fatica le palpebre ed una grande figura si staglia sopra di me. Ammiro spaesato un grande albero con una estesa e cadente chioma sorretto da crudo e vecchio legno di un possente tronco. Il respiro si blocca a quell'immagine ed è una lacrima a dire:
"Vedo".