Guisgard
26-07-2009, 19.38.01
Chretien de Troyes fu senza dubbio un personaggio straordinario, sicuramente tra i letterati più grandi di ogni tempo.
Giustamente definito "il più grande poeta medievale dopo Dante", Chretien fu colui che diede una dimensione sctitta al ciclo arturiano, ponendolo per sempre nell'Olimpo della letteratura universale.
Grazie a lui quindi il mito di Artù e dei suoi formidabili cavalieri diventa materia nota per i lettori di ogni epoca.
I suoi romanzi cavallereschi, come tutti quelli che seguiranno nelle epoche successive, si basano su tre grandi pilastri: la Fede religiosa, l'ideale cavalleresco e l'amore.
Amore inteso come cortese, quello cioè che va oltre le convenzioni sociali e umane per elevare i suoi protagonisti ad una dimensione superiore, divina, nella quale si realizza e si completa il rapporto.
Ma l'amore cortese ha molte varianti.
Il dilemma che da sempre l'accompagna è conosciuto ormai da tutti: amore legittimo o amore adultero?
Cioè, quale è la reale dimensione dell'amor cortese?
In due dei suoi romanzi più celebri, "Il cavalier della carretta" e "Erec ed Enide", Chretien affronta in due situazioni esemplari questa grande dicotomia attorna alla quale ruota l'essenza dell'amor cortese.
Nel primo ci racconta la più famosa storia d'amore conosciuta, quella tra Lancillotto e Ginevra.
Qui Chretien descrive, in modo ritenuto da qualcuno troppo estremo, quasi parodistico, il rapporto tra i due amanti, dove Lancilotto appare spesso come un burattino nelle mani della regina Ginevra.
Episodi celeberrimi di questo romanzo (come la lotta contro Meleagant che Lancillotto costringe al muro per guardare la sua amata mentre combatte, oppure il giorno della giostra dove Ginevra impone al suo amato come combattere con le famose frasi "al peggio" e "al meglio") fanno apparire il primo cavaliere come un fantoccio alla mercè della sua mata.
In realtà l'intento di Chretien è quello di rendere ideale il ruolo di Lancillotto, che diviene, oltre a cavaliere perfetto, anche amante perfetto.
In ogni passo di questo straordinario romanzo, il poeta ci mostra come Lancillotto fa tutto per amore, seguendo ciecamente i comandi del suo cuore, attraverso il quale gli parla Amore, arrivando anche a perdere l'onore e ad essere deriso da tutti.
E' un cammino di formazione, o di completamento per meglio dire. Una serie di eventi che hanno lo scopo di mettere alla prova Lancillotto, che a sua volta dovrà dimostrare di essere degno di tale compito.
Egli non è quindi un fantoccio nelle mani di Ginevra, ma un servo ideale di amore, il solo che può aiutarlo a ritrovare la regina e a liberarla dal pericolo che incombe su di lei.
E solo attraverso tutto questo egli può giungere a cogliere la sua più grande vittoria e la ricompensa di tutte le sue pene: l'amore di Ginevra.
In Erec ed Enide, Cheretien invece capovolge l'intera situazione.
Qui ci troviamo davanti ad un amore legittimo, consacrato dal matrimonio e dalla legge di Dio.
Ad un certo punto del racconto i due amanti si troveranno nel dramma più alto, che metterà in crisi il loro legame.
I valori sui quali l'amore dovrà aggrapparsi saranno ben diversi dall'altro romanzo: la fiducia, la lealtà e la devozione.
Qiui la dimensione della vita coniugale è solida ed in essa si specchia e si riconosce il rapporto tra Erec e Enide.
L'ombra del tradimento non c'è in questa storia.
Ma i demoni contro i quali i due amanti devono combattere sono ben altri: l'insicurezza in se stessi, il senso doi colpa, la debolezza, l'onore ed il valore cavalleresco perduti.
Anche qui c'è un cammino da compiere per i due protagonisti.
Un cammino che li metterà alla prova e che dimostrerà ad entrambi l'amore reciproco.
E la sfida finale, la terribile "Gioia della corte", sancirà davvero l'amore ritrovato e dimostrerà come questo superbo sentimento e il valore cavalleresco possono convivere perfettamente.
E solo allora Amore donerà la vera gioia ai suoi devoti.
Cheretien con questi due straordinari romanzi ci mostra come l'amore cortese non ha schemi o situazioni ideali.
Non richiede una situazione definita per compiersi.
L'amor cortese obbedisce a determinati valori ed ideali, richiedendo una sottomissione assoluta da parte degli amanti.
L'amor cortese richiede una devozione totale, una cieca fiducia nell'obbedire ai comandi del cuore, perchè solo da esso può giungere la voce di Amore e con essa quella gioia che rende la vita degna di essere vissuta.
Giustamente definito "il più grande poeta medievale dopo Dante", Chretien fu colui che diede una dimensione sctitta al ciclo arturiano, ponendolo per sempre nell'Olimpo della letteratura universale.
Grazie a lui quindi il mito di Artù e dei suoi formidabili cavalieri diventa materia nota per i lettori di ogni epoca.
I suoi romanzi cavallereschi, come tutti quelli che seguiranno nelle epoche successive, si basano su tre grandi pilastri: la Fede religiosa, l'ideale cavalleresco e l'amore.
Amore inteso come cortese, quello cioè che va oltre le convenzioni sociali e umane per elevare i suoi protagonisti ad una dimensione superiore, divina, nella quale si realizza e si completa il rapporto.
Ma l'amore cortese ha molte varianti.
Il dilemma che da sempre l'accompagna è conosciuto ormai da tutti: amore legittimo o amore adultero?
Cioè, quale è la reale dimensione dell'amor cortese?
In due dei suoi romanzi più celebri, "Il cavalier della carretta" e "Erec ed Enide", Chretien affronta in due situazioni esemplari questa grande dicotomia attorna alla quale ruota l'essenza dell'amor cortese.
Nel primo ci racconta la più famosa storia d'amore conosciuta, quella tra Lancillotto e Ginevra.
Qui Chretien descrive, in modo ritenuto da qualcuno troppo estremo, quasi parodistico, il rapporto tra i due amanti, dove Lancilotto appare spesso come un burattino nelle mani della regina Ginevra.
Episodi celeberrimi di questo romanzo (come la lotta contro Meleagant che Lancillotto costringe al muro per guardare la sua amata mentre combatte, oppure il giorno della giostra dove Ginevra impone al suo amato come combattere con le famose frasi "al peggio" e "al meglio") fanno apparire il primo cavaliere come un fantoccio alla mercè della sua mata.
In realtà l'intento di Chretien è quello di rendere ideale il ruolo di Lancillotto, che diviene, oltre a cavaliere perfetto, anche amante perfetto.
In ogni passo di questo straordinario romanzo, il poeta ci mostra come Lancillotto fa tutto per amore, seguendo ciecamente i comandi del suo cuore, attraverso il quale gli parla Amore, arrivando anche a perdere l'onore e ad essere deriso da tutti.
E' un cammino di formazione, o di completamento per meglio dire. Una serie di eventi che hanno lo scopo di mettere alla prova Lancillotto, che a sua volta dovrà dimostrare di essere degno di tale compito.
Egli non è quindi un fantoccio nelle mani di Ginevra, ma un servo ideale di amore, il solo che può aiutarlo a ritrovare la regina e a liberarla dal pericolo che incombe su di lei.
E solo attraverso tutto questo egli può giungere a cogliere la sua più grande vittoria e la ricompensa di tutte le sue pene: l'amore di Ginevra.
In Erec ed Enide, Cheretien invece capovolge l'intera situazione.
Qui ci troviamo davanti ad un amore legittimo, consacrato dal matrimonio e dalla legge di Dio.
Ad un certo punto del racconto i due amanti si troveranno nel dramma più alto, che metterà in crisi il loro legame.
I valori sui quali l'amore dovrà aggrapparsi saranno ben diversi dall'altro romanzo: la fiducia, la lealtà e la devozione.
Qiui la dimensione della vita coniugale è solida ed in essa si specchia e si riconosce il rapporto tra Erec e Enide.
L'ombra del tradimento non c'è in questa storia.
Ma i demoni contro i quali i due amanti devono combattere sono ben altri: l'insicurezza in se stessi, il senso doi colpa, la debolezza, l'onore ed il valore cavalleresco perduti.
Anche qui c'è un cammino da compiere per i due protagonisti.
Un cammino che li metterà alla prova e che dimostrerà ad entrambi l'amore reciproco.
E la sfida finale, la terribile "Gioia della corte", sancirà davvero l'amore ritrovato e dimostrerà come questo superbo sentimento e il valore cavalleresco possono convivere perfettamente.
E solo allora Amore donerà la vera gioia ai suoi devoti.
Cheretien con questi due straordinari romanzi ci mostra come l'amore cortese non ha schemi o situazioni ideali.
Non richiede una situazione definita per compiersi.
L'amor cortese obbedisce a determinati valori ed ideali, richiedendo una sottomissione assoluta da parte degli amanti.
L'amor cortese richiede una devozione totale, una cieca fiducia nell'obbedire ai comandi del cuore, perchè solo da esso può giungere la voce di Amore e con essa quella gioia che rende la vita degna di essere vissuta.