Visualizza versione completa : Mito Excalibur e le altre spade magiche del ciclo arturiano
Hastatus77
11-03-2008, 14.50.37
La storia e la leggenda di Re Artù sono intimamente legate alla magica e misteriosa spada Excalibur. Come il mago Merlino aveva annunciato, solamente l'uomo in grado di estrarre la spada dalla roccia sarebbe diventato Re. Artù, inginocchiato di fronte alla roccia, fece proprio questo: prese la spada, la portò con sé fino alla Cattedrale e la depose sull'altare. Artù fu unto con l'olio santo e, alla presenza di tutti i Baroni e della gente comune, giurò solennemente di essere un Re leale e di difendere la verità e la giustizia per tutti i giorni della sua vita.
Le spade di re Artù
Il nome Excalibur significa d'acciaio. La prima tradizione (secondo Geoffrey di Monmouth, Robert Wace and Layamon), chiamava la spada Caliburn; una spada magica venuta da Avalon. Nella tradizione celtica il nome originale era Caledfwylch. La versione in cui Artù estraeva la spada dalla roccia apparve per la prima volta nel racconto in versi francese Merlino, di Robert de Boron. Ma l'autore inglese Sir Thomas Malory scrisse che la spada che Artù aveva estratto dalla roccia non era Excalibur, poiché Artù aveva rotto la sua prima spada in uno scontro contro re Pellinor; lo stesso viene affermato nella francese Suite du Merlin (Prosa di Merlino), ca. 1240. Poco dopo, Artù ricevette una nuova spada dalla Dama del Lago, e questa era chiamata esplicitamente Excalibur: una spada diversa, secondo Malory, dalla prima.
Il fodero di Excalibur aveva il potere magico di proteggere il suo proprietario dall'essere ferito; è il furto del fodero da parte di Morgana la Fata che porta, alla fine, alla morte di Artù. In Morte Arthure (ca. 1400), si dice che Artù aveva due spade; la seconda era Clarent, rubata dal malvaglio Mordred, che con essa diede ad Artù il colpo mortale.
Etimologia
La parola Excalibur ha origini molto controverse, la cui nascita si può far risalire a due ceppi linguistici ben differenti: quello latino-indoeuropeo e quello sassone. Dal latino abbiamo diversi significati, ma quello più plausibile deriva da un'antica popolazione di fabbri chiamati "Calibs", Excalibur si può quindi scindere in due parole ex (con ablativo): dai e Calibs: Calibi, quindi tradotto letteralmente il significato diventerebbe "forgiata dai Calibi". Altre sfumature latine riportano alla capacità della spada e al suo aspetto come, per esempio, ex "calibro" che tradotto significa in perfetto equilibrio. Dal ramo celtico il significato cambia completamente, infatti, l'odierno nome deriverebbe da Caliburn, arcaico nome della leggendaria spada, che in antichità significava "acciaio lucente" o "acciaio indistruttibile".
Fonte: Web
Hastatus77
13-12-2008, 14.10.20
Nel libro "Dizionario del ciclo di Re Artù" di Carlos Alvar, ho trovato anche le seguenti informazioni:
E' la spada di Artù, celeberrima a partire da Malory; nella letteratura dei secoli XII e XIII, compare con mutevoli interpretazioni, a volte incoerenti.
Seguendo fedelmente Geoffrey di Monmouth, nel Brut Wace informa che la spada era stata forgiata nell'isola di Avalon; Artù la adopera varie volte con successo contro alcuni nemici.
Una trentina d'anni dopo, Chrétien de Troyes cita excalibur - "la migliore spada mai esistita, che taglia il ferro come fosse legno" - una sola volta, nel Perceval, ed è Galvano ad impugnarla.
Successivamente, in molte altre opere la spada verrà associata a Galvano, anche se non sempre gli appartiene: nelle continuazioni del Perceval è Artù a cingergliela e poi a regalargliela; è chiaro che il proprietario è il re.
Nelle mani di Artù, assume i ruolo eminente che ha nel finale della Vulgata (Mort): il giorno successivo alla battaglia di Salesbieres (Salisbury, luogo nel quale i romanzieri francesi collocarono la battaglia di Camlann) Artù, ferito a morte e viaggiando verso la costa, ordina all'ultimo dei Cavalieri della Tavola Rotonda di gettare la spada in un lago vicino; ma dalle acque emerge una mano, agguanta la spada, la rotea varie volte e poi la trascina con sé nella profondità del lago. Per Artù è la conferma di quanto sia prossima la morte.
Nelle elaborazioni successive alla Vulgata, le origini della spada ed il suo legame con Artù divergono in qualche dettaglio. Excalibur è la spada che il giovane Artù estrasse dall'incudine dove era conficcata (Continuazione del Merlino della Vulgata); oppure è la spada che una volta spezzata quella estratta dall'incudine nello scontro con Pellinor di Listinois, gli fu offerta - grazie alla mediazione di Merlino - da una mano emersa da un lago, purché la restituisse al giungere della sua ultima ora.
A volta la spada è corredata da un budriere (fodero, guaina) fatato che evita le ferite a chi la possiede.
E' volta a dare ragione del suo potere anche la falsa etimologia del nome, che si rifà ad un vocabolario ebraico il cui senso è "che fende il ferro, l'acciaio e il legno". Un suggerimento più scientifico (Faral, Loomis), chiama in causa, tramite una possibile influenza virgiliana, il latino chalybs "acciaio", da cui il Caliburnus di Geoffery di Monmouth e le successive varianti francesi. Per queste seconde i celtisti propongono la forma gallese "Caledvwlch" del nome della spada nel Mabinogion, composta da calet "forte, duro" e bwlch "taglio, filo", ispirata a "Caladbolg" (Spada possente) di una saga irlandese (Loomis).
Excalibur appare anche in mano a Meliadus, Lancillotto e Accalon.
Lancelot
09-01-2009, 12.31.07
Mi sembra giusto aggiornare una discussione così meritevole con il contributo fornito da Valerio Massimo Manfredi, che riprende la leggenda secondo la quale Excalibur altro non sarebbe che la mitica spada brandita da Caio Giulio Cesare, come lascia intendere nel suo best seller L'Ultima Legione.
L'asse Roma-Camelot rinverdirebbe quindi in un simbolo, quello della spada del re, che testimonierebbe una eredità di intenti e di ideali fra l'impero dell'Urbe e la nuova pax arthuriana in Britannia.
La spada denominata Escalibur (o Excalibur), il cui nome è stato recentemente interpretato da insigni celtisti come una sorta di crasi delle parole latine, ossia ensis caliburnus, cioè la "spada calibica" , cioè forgiata dai Calibi (antica e mitica popolazione della Scizia, di cui si dice, scoprirono il ferro e ne portarono l’uso fra gli uomini).
Massimo Valerio Manfredi (http://utenti.lycos.it/Alexandros/), storico del mondo antico e scrittore di successo, nel suo ultimo romanzo "L'ultima legione", che ruota intorno ad un gruppo di soldati romani lealisti che si assumono il compito di far fuggire e portare in salvo in Britannia l'ultimo imperatore romano, Romolo Augusto, deposto nel 476 d.C. da Odoacre, insieme al suo precettore Meridius Ambrosinus, immagina che Romolo Augusto rifugiatosi in Britannia divenga re con il nome di Pendragon e abbia un figlio di nome Artù, mentre in Meridius Ambrosinus adombra Myrdin o Merlino. Quanto a Escalibur il suo significato sarebbe "Cai.Iul.Caes.Ensis Caliburnus", cioè la spada Calibica di Giulio Cesare, che, ritrovata casualmente da Romolo e portata in Britannia sarebbe stata scagliata lontano dallo stesso Romolo (Pendragon) in segno di pace, si sarebbe conficcata in una roccia e qui, esposta alle intemperie, avrebbe finito per lasciar leggere solo alcune lettere dell'iscrizione, e cioè: E S CALIBUR.
fonte: http://xoomer.alice.it
Guisgard
07-08-2009, 02.20.08
Si, la tesi della continuità tra l'ordine romano e la pace portata da Artù in Britannia è molto interessante.
Infatti la Britannia, abbandonata all'inizio del V secolo dai romani per i grossi problemi che l'impero doveva affrontare, fu praticamente lasciata a se stessa, senza nè più legge nè civiltà.
Artù incarna quindi l'ordine, la civiltà, la legge e la giustizia nella sua terra.
In pratica riempie il vuoto lasciato da Roma.
Riguardo invece alla versione di Manfredi sull'origine di Excalibur da Cesare mi sembra una affascinante fantasticheria un pò forzata.
La spada rappresenta il guerriero che la impugna e quindi la sua forza.
Artù aveva tutto di straordinario e non poteva quindi mancagliargli l'arma "definitiva", diciamo così.
Probabilmente il mito di Excalibur, che non era solo un'arma ma anche un simbolo, va inteso in un senso più ampio e completo.
Un paragone interessante può essere fatto proprio tra Excalibur e Durlindana, la spada di Orlando.
Mentre quest'ultima è vista come un'arma favolosa ed invincibile, Excalibur invece va oltre.
Essa infatti legittima chi la possiede e lo rende re.
Colui da sempre invocato dai britanni per liberarli, viene inviato da Dio e riconosciuto proprio da questa spada di chiare origini divine.
Excalibur è quindi uno strumento divino.
E non dimentichiamo che la tradizione ci presenta Artù come un re sacerdote.
Solo attraverso di essa può quindi avvenire questo riconoscimento.
Guisgard
18-12-2009, 16.40.28
Nelle variegate versioni dei miti arturiani compaiono moltissime spade.
Ma non si tratta di spade comuni. La loro particolarità non sta nella durezza dell’acciaio o nella luminosa cromatura della lama.
Non sono guarnite da else tanto magnificenti da poter proiettare la loro fama nei secoli.
No, nulla di tutto questo.
La loro caratteristica è che si tratta di spade incantate.
http://cavalieridicamelot.files.wordpress.com/2008/02/cropped-rotonda3.jpg
E così vediamo i miti arturiani disseminati da incredibili e formidabili spade.
La Spada di Davide, o anche detta Degli Strani Pendagli, usata da re Varlan per uccidere re Lambor.
Oppure le due spade di Balin il Selvaggio, con cui venne inferto il famoso “Colpo Doloroso” al Re Pescatore.
Poi c’è la Spada di Drnwyn, appartenuta al re Rhydderch il Generoso.
Ma ovviamente le spade più famose sono comunque quella estratta da Artù dalla roccia e soprattutto l’invincibile e celeberrima Excalibur.
http://blogs.it/0100206/images/spadaroccia.jpg
La prima, ossia la Spada nella Roccia (erroneamente confusa da molti con Excalibur) servì a dimostrare ai nobili bretoni che Artù fosse colui destinato a diventare di Britannia.
In seguito questa spada venne distrutta in battaglia.
http://farm1.static.flickr.com/165/394505291_18462cb5b7.jpg
La seconda, la leggendaria Excalibur, era detta Caliburnus, che letteralmente deriva da “Fulmine Solido”.
Fu fabbricata da Wieland , il fabbro degli dei.
Excalibur venne poi donata dalla Dama del Lago ad Artù.
Chi possedeva Excalibur non poteva conoscere sconfitta.
Secondo una tradizione, la fata Morgana riuscì ad impossessarsi del suo fodero, che aveva il dono di preservare dalla perdita di sangue ed il sovrano rimase mortalmente ferito in battaglia.
Dopo che Artù venne portato ad Avalon, un suo cavaliere, Bedivere, o secondo un’altra tradizione Lancillotto tornato dal suo esilio, gettò la formidabile spada nelle acque dove dimorava la Dama del Lago.
L’armà venne afferrata da una mano femminile trascinata sotto le acque.
Dove, secondo la leggenda, ancora è conservata.
http://www.uiweb.uidaho.edu/student_orgs/arthurian_legend/gallery/c_img/c_sbse.jpg
Lady Costanza
27-01-2011, 17.25.10
La premessa è che non mi rifaccio ad alcun testo storico di mia conoscenza, ma solo a quello che sento sia Realtà!
Quindi, chi non ci crede, abbandoni questa lettura,
ma chi è interessato, prosegua.
Che fosse la migliore spada mai esistita, non ci sono dubbi!
Artù la regalò a Galvano... solo dopo che Artù portò a termine la "sua" missione del Graal.
Il fodero gli fu d'aiuto, ma fu SOLO la sua fede nella Spada e sul perchè egli l'avesse ricevuta, a salvargli la vita... Fu il riconoscimento di chi FOSSE, dopo le traversie di Ginevra e Lancillotto, a permettergli di proseguire il suo compito, in parte alla Luce della Storia, in parte alla Luce di chi portava dentro di sè (per lunghi anni) l'unica verità.
Excalibur è impugnata SOLO da chi ha sangue così possente da poterla impugnare...
Il paragone tra Excalibur e Durlindana è piùù che appropriato, in funzione dell'unica forza che la muove!
"Colui da sempre invocato dai britanni per liberarli, viene inviato da Dio e riconosciuto proprio da questa spada di chiare origini divine.
Excalibur è quindi uno strumento divino."
La descrizione di Guisguard è più che corretta...
Spesso, la verità è oltre il proprio naso.............................................. ..............................