Camelot, la patria della cavalleria

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Eilonwy 23-09-2013 20.14.34

Incominciai a suonare l'arpa in modo leggero e poi iniziai a cantare.
http://www.youtube.com/watch?v=g8W9SwBgg4g
Tu sei la persona che
sognavo tanto aspettando te
Solo accanto a te
Il piacer dell'amore sento in me

Se il mare, e la tempesta
travolgerci vorrà
la paura non ci prenderà
prenderà

Tu sei la persona che
sognavo tanto aspettando te
Un grande amor
io sento nel cuor
tutta la vita insiem, felici noi sarem

Tu sei la persona che
sognavo tanto aspettando te
Solo accanto a te
Il piacer dell'amore sento in me

Se il mare, e la tempesta
travolgerci vorrà
la paura non ci prenderà
prenderà

Tu sei la persona che
sognavo tanto aspettando te
Un grande amor
io sento nel cuor
tutta la vita insiem, felici noi sarem

Guisgard 23-09-2013 20.23.44

Eilonwy aveva appena terminato di intonare il suo melodioso e dolce canto, che qualcosa accadde nella sala.
“Messer Accio!” Urlò Francesco de' Binardi entrato nella sala. “Ora mi ascolterete!”
“Voi?” Andandogli incontro Nicolò. “Voi qui? Come osate entrare a casa mia! Vi ho già detto che non abbiamo nulla da dirci!”
“Invece mi ascolterete!” Gridò il giovane mercante.
“Non avete le garanzie per quel prestito!” Sentenziò Nicolò. “Ne ho parlato anche con vostro padre! E ora fuori di qui o vi farò arrestare!”
“Al diavolo!” Con rabbia Francesco.
“Capitano!” Chiamò Nicolò.
Jacopo allora si alzò di scatto e raggiunse il banchiere.
“State indietro.” Intimò poi al giovane mercante.
“Non sto parlando con voi!” Fece questi.
“Ma sto parlando io a voi.” Con occhi di ghiaccio Jacopo.
Francesco allora, con gesto disperato, estrasse un pugnale e lo puntò contro il capitano.
Ma questi, rapidissimo, prese la spada e colpì la mano del mercante, per poi passarla da palmo a palmo.
“Maledetti...” accasciandosi a terra per il dolore Francesco.
“Vi avverto...” mormorò Jacopo “... un'altra minaccia a messer Accio e vi farò arrestare... un altro tentativo di aggredirmi e domani regoleremo il tutto nel giardino Boboliano.”
“Non mi fate paura...” a denti stretti Francesco, che tentò poi di alzarsi.
Ma subito una mano gli afferrò il braccio, tirandolo via.
“Cosa volete?” Voltandosi il mercante.
“Non vi basta ciò che avete avuto?” Fissandolo Altafonte. “Volete continuare a provocare il miglior spadaccino di Sygma?”
“Chi siete?”
“Tornatevene da vostro padre...”
“Andate al diavolo anche voi!”
“Idiota...” mormorò Altafonte “... tornate da vostro padre...” e restò a fissarlo con i suoi occhi azzurri “... tornate da lui... ha solo voi ormai...”
“Solo me?” Stupito Francesco. “Come lo sapete? Chi siete?”
“Andatevene, vi dico...” con tono perentorio il cavaliere, per poi spingerlo via.
I servitori del banchiere allora lo presero e lo misero alla porta.
“Non è successo nulla, signori...” fece Nicolò “... riprendiamo pure a divertirci...” e rise.

Guisgard 23-09-2013 20.26.20

Azable fissò Altea.
“Si, rientrerò...” disse “... ma voi cos'avete? Mi sembrate seccata... è accaduto qualcosa? Temete forse che ci scoprano? Non avete nulla da temere... io non ho mai fallito un colpo... nessun gendarme potrà mai scoprirmi... neanche quel capitano... ruberò il quadro e sarò da tutti riconosciuto come il più grande ladro di tutti i tempi...” con tono trionfale lui “... appena vi sentirete meglio, mi troverete dentro... a dopo...” e rientrò.
Ma non passarono neanche pochi istanti che accadde qualcosa.
Dalla sala Altea cominciò ad udire delle grida molto forti.
Fracesco de' Binardi era riuscito ad entrare, gettando il caos fra gli invitati.

Eilonwy 23-09-2013 20.30.00

A quello spettacolo corsi verso mio zio.
"Zio? Che sta succedendo? Chi è quell'uomo? Che cosa vuole?" dissi preoccupata poi mi rivolsi al Cavaliere "Voi come fate a conoscerlo?".
Guardai il Cavaliere con preoccupazione e con occhi supplicanti.

Altea 23-09-2013 20.45.34

Zitta ascoltai le grandi parole di gloria di Azable...il miglior colpo e il ladro più famoso di tutti i tempi..sicuramente io non sarei diventata la migliore ladra di tutti i tempi.
Azable ritornò in sala ma fui destata da delle grida nella sala...mi avvicinai e vidi la scena..quell'uomo doveva essere colui che gridava nel giardino per entrare, ma perchè trattarlo in quel modo?
Il mio sguardo vagava tra quell'uomo e il Capitano Jacopo dè Gufoni che lo ferì a una mano..e poi vidi il Cavaliere di Altafonte che pure lo allontanò..non capii se per astio o per metterlo al sicuro sentendo le sue parole.
"Cosa sta succedendo a quell'uomo?" chiesi avvicinandomi ad Altafonte...sembrava quasi lo conoscesse.

Clio 23-09-2013 21.24.51

Fu come se mille lame mi trafiggessero il petto.
La Repubblica... La Repubblica... Crysa è caduta.. Mio padre... Cosa gli hanno fatto?
Solo l'abbraccio di Roberto mi tenne ancorata a terra.
Avrei voluto correre, urlare, sfogare la mia rabbia su un muro fino a far sanguinare le nocche.
Era finita.
Non sarei mai più tornata a casa mia, non esisteva più casa mia.
Restai stretta a lui per un tempo che mi parve comunque troppo breve, la sua presenza mi dava quel tanto di sicurezza che mi serviva per respirare.
Piansi calde lacrime, finché non ne ebbi più. Per la prima volta in vita mia, mi sentii fragile e indifesa.
Alzai lentamente lo sguardo, senza abbandonare quell'abbraccio. Tentai di parlare, ma non ci riuscii. Non dovevo più piangere, non potevo essere debole. Ero rimasta solo io, era una responsabilità troppo grande per una ragazza.
Cercai i pensare, ma i ricordi dei luoghi che avevo amato continuavano a susseguirsi nella mia mente.

"Clio.. Clio.." una voce si alzò tra il frastuono del cortile.
Mi voltai, cercandolo tra la folla, ma quando lo scorsi, era lontano di pochi metri.
"Sono qui.." gridai.
Allungò il passo e mi raggiunse, abbracciandomi forte.
"Cosa credevi, siciagurato? Che sarei partita senza salutarti?" dissi, sforzandomi di scherzare.
Restammo stretti in quell'abbraccio per lunghi istanti.
Lui si staccò e ma restò a guardarmi con le guance rigate dalle lacrime.
Gli porsi un fazzoletto, lui lo prese e mi guardò con aria divertita.
"Non dirlo in giro, eh.."
"Non sia mai che si sappia che il principe Diomede ha un cuore.." risi.
"Allora è vero.. te ne vai.."
"Non ho avuto scelta, sai che rimarrei..".
Lui mi strinse le spalle "..No.. sei un'incosciente.. hai già rischiato di morire una volta.. ha fatto bene a metterti in salvo.." Mi sfiorò la guancia con la mano "..sta' attenta ragazzina.. Abbi cura di te.. diventa donna.. vivi.. anche per me..".
"Diomede, maledizione, non dire così..".
Ma lui non mi ascoltò "..sappi.." cercando invano di trattenere le lacrime "..sappi che qualunque uomo mi presenterai non mi andrà bene.. non sarà mai abbastanza..".
Non riuscii più a trattenere le lacrime.
"Vuoi vedermi morire zitella?" scherzai.
"No, ragazzina.. fammi fare il fratello geloso, su.. voglio solo saperti felice.. lontano da questo inferno..".
"Non dire così, Diomede, questa è casa nostra..".
Lui annuii "Lo so.. per questo fa così male..".
D'un tratto, il suo sguardo si fece corrucciato.
"Ehi, ma quella è la mia spada.." indicando la spada di nostro padre.
"Già.." dissi, con aria di scuse "...non ancora, in realtà... Nostro padre non vuole che la trovino..".
Annuì "Trattamela bene.. mi raccomando.."
"Ci rivedremo.. in questa vita o nell'altra.." sussurrai.
Lui annui, e mi strinse nuovamente.
Eravamo stati inseparabili, fin da bambini, era come lasciare lì una parte di me.
"Abbi cura di Crysa.. e del nostro popolo.." sorrisi "..fatti onore.. fa' onore al nostro nome..".
Lui rise.
"Che c'è?" chiesi, accennando un sorriso.
"Spartana fino alla fine eh... la mia piccola amazzone..".
"Amazzoni a Sparta.. andiamo bene.." risi "..comunque, non lo so sai.. fanno tutte.." inizai a dire.
"Una brutta fine, si lo so.. " mi interruppe lui, ridendo "...ti tocca essere soltanto te stessa... impaziente, insopportabile, impertinente, irascibile..".
"Iniziano tutte per I?" lo interruppi io.
Dal fondo del cortile, qualcuno lo chiamò a gran voce.
"Devi andare.. e io anche.." dissi, con infinita tristezza.
Lui allargò le braccia "..beh, a me la bella morte, a te le buone nozze.. Sarebbe presuntuoso volere entrambi, non credi?".
Annuii, incapace di parlare.
Quante volte avevamo letto i miti sognando gli eroi di cui raccontavano.
Ci abbracciammo una terza volta, ma quando lo chiamarono di nuovo, ci allontanammo.
Non riuscivamo più a non pensare, a sdrammatizzare, era il momento più difficile di tutta la nostra vita, persino peggio di Castel Fiorito.
"Addio, Clio.." sussurrò, con voce spezzata "...ti voglio bene... te ne vorrò sempre..".
"Anch'io fratello mio.. Addio..." mormorai "..Addio..".


Una lacrima solitaria mi attraversò il viso.
Mi imposi di calmarmi.
"Voglio vederlo... " dissi, con la voce più ferma di quanto mi aspettassi "Voglio sapere perché non è rimasto su Crysa.. Io sono sul continente da tre giorni.. Quando sono partita la battaglia non aveva ancora avuto inizio.. Diomede era lì, pronto a respingere le truppe nemiche... Come ha fatto ad arrivare prima di me a Sygma, legarsi con dei nobili, ed essere arrestato? E poi, non si usano i processi in questa città? Se avesse disertato e fosse partito insieme a me di nascosto, allora sarebbe qui anche lui da tre giorni.. Mettiamo anche che l'abbiamo arrestato il giorno stesso.. Lo uccidono immediatamente? Se questo è essere liberali, me ne guarderò bene..." Guardai Roberto "..voglio vederlo.. Voglio sapere... Possibile che il palazzo sia caduto nel giro di qualche minuto? Avrei sentito gli spari dalla nave.." Guardai un punto lontano "..possibile che si possano cancellare mille anni di storia, in una manciata di ore?".
Presi un profondo respiro, e mi spostai di un passo.
Pulii con un fazzoletto la giacca di Roberto "..il tuo bel vestito.. Mi dispiace.." Cercando di sorridere.
"Non ho più una casa, né una terra, e nemmeno una famiglia.. ma non posso semplicemente dimenticare e andare avanti.. Se hanno arrestato Diomede in quattro e quattr'otto, nemmeno io sono al sicuro... Sarà rimasta una corte in Europa... Non posso dimenticare il nome che porto..".
Cercai di concentrarmi, cacciai le lacrime in fondo, dove nessuno le avrebbe viste. Il mio futuro non era impellente come problema, Diomede stava per essere giustiziato.
Mi asciugai il viso e tornai impassibile. Dovevo essere forte, come lo ero sempre stata.
"Allora dimmi, secondo te.. Perché propormi un patto?" chiesi "..Continuo a non capire cosa ci guadagni il viceprocuratore... Perchè sarebbe disposto a lasciarlo andare se le sue accuse sono così gravi.. ha detto che non gli importa se sia colpevole o innocente, vuole solo qualcuno sul patibolo, chiunque.. per soddisfare la folla.. per il bene dello stato.. " scossi la testa "...Che devo fare? Non posso prendere un uomo innocente e sostituirlo con Diomede solo perchè lui è mio fratello.. è un abominio..".
Mi strinsi nuovamente a lui, appoggiando la testa sulla sua spalle.
Non ero mai stata tanto fragile, dovevo riprendermi presto.
Alzai nuovamente il viso, guardando Roberto negli occhi "..verrai con me in quel castello? Devo almeno vederlo un'utima volta.." sussurrai.

Guisgard 24-09-2013 01.17.47

Elisabeth così, lasciato il convento, si diresse verso la capitale e in breve raggiunse il centro.
Era una sera fresca e asciutta, chiara di stelle e con le stradine della città illuminate dai lampioni che ne seguivano il corso, finendo per riflettere il loro alone luminoso sulle acque del fiume.
La città ormai era quasi addormentata, con la sola eccezione delle grandi case nobiliari ancora illuminate e vive.
E l'unico posto ancora aperto che Elisabeth trovò, fu una locanda sulla cui facciata oscillava un'insegna con scritto sopra:

“Locanda del Ponte”

Guisgard 24-09-2013 01.34.08

Roberto restò per un attimo in silenzio a quella richiesta di Clio.
“Massi...” disse infine “... certo che ti accompagnerò al castello... ci andremo domattina stessa... magari chiederò a messer Pietro di avvertire suo figlio della nostra visita...” fissò l'immensità della notte “... non so cosa dirti su tutto ciò... fino a quando non ascolterai il viceprocuratore non possiamo farci un'idea precisa di questa storia...”
Ma proprio in quel momento i due avvertirono le grida che provenivano dalla sala.
Era il mercante Francesco de' Binardi che era riuscito ad entrare.
“Andiamo a vedere, Clio...” fece Roberto, per poi prenderla per mano e correre dentro.
E così assistettero a tutta la scena, fino a quando Francesco fu fatto uscire dal palazzo.

Talia 24-09-2013 01.51.17

Lady Eilonwy cantò, suonando l’arpa, e nella sala calò il silenzio intorno alla sua voce.
Poi, ad un tratto, accadde qualcosa.
La porta d’ingresso si spalancò e qualcuno piombò dentro come una furia...
Francesco Binardi si precipitò verso Nicolò Accio, gridava, era fuori di sé...
Francesco Binardi...
erano anni che non lo vedevo: da quando il nonno non c’era più e nessuno si occupava ormai di mediare tra le due fazioni di Sygma, i Binardi non erano più molto ben visti in città...
e poi, pensai... poi, certo, c’era stata quell’altra cosa... quel fatto...
mi incupii a quel pensiero.
Alle ulteriori grida di Francesco e all’invocazione di Accio, Jacopo scattò in piedi...
istintivamente tentai di trattenerlo per un braccio, ma lui si era già precipitato sui due e si era frapposto tra il banchiere ed il mercante...
ero spaventata: Francesco non avrebbe potuto niente contro Jacopo... nessuno in città poteva niente contro Jacopo...
stavo per dire qualcosa, quindi, quando accadde qualche altra cosa.
Vidi il cavaliere di Altafonte alzarsi rapido e accostarsi a Francesco Binardi, afferrarlo per un braccio e tirarlo malamente in piedi, dopo di che lo vidi strattonarlo verso la porta...
lo vidi parlare con Francesco e fissarlo con quei suoi occhi chiari...
non potevo udire cosa diceva ma non fu necessario: fu l’atteggiamento con cui fece ciò che fece a colpirmi... il modo in cui guardò Francesco, il modo in cui lo sollevò e lo strattonò via...
mi mancò l’aria e, d’istinto, mi alzai in piedi...
mi girava la testa, forte...
non potevo credere a ciò che avevo visto...
non l’avrei mai creduto se non lo avessi visto...
e, anche se sembrava una follia, ora ne ero certa...
ora sapevo dare un nome a quel senso di disagio che provavo...
ne ero certa, anche se non avrei saputo spiegarlo.
Ma per quelle cose non c’era bisogno di spiegazione, non c’era bisogno di prove concrete... per quelle cose bastavano le sensazioni!

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 57074)
“Non è successo nulla, signori...” fece Nicolò “... riprendiamo pure a divertirci...” e rise.

La voce di Nicolò Accio mi fece sussultare forte.
Mi accorsi dunque che ero in piedi, le mani ancora appoggiate sul tavolo e le ginocchia che vacillavano appena...
i miei occhi erano fissi su... sul Cavaliere di Altafonte, incapaci di guardare altrove...
tremavo.
Poi, d’un tratto, sentii che la tensione era troppa...
troppa la confusione che avevo nella testa...
distolsi di volontà il mio sguardo da quello di Altafonte, dunque, e, voltandomi, uscii dalla sala senza voltarmi indietro, a passo svelto... quasi di corsa, quasi in fuga... mentre tutti si alzavano da tavola o discutevano l’accaduto, varcai l’alta porta di vetro e mi ritrovai sul terrazzo, da qui scesi nel giardino degli Accio...
camminai svelta tra le siepi, allontanandomi dal palazzo finché non udii più neanche una voce provenire dalla grande sala...
e qui, nel silenzio più totale, alla luce solo della luna piena, mi fermai, appoggiandomi al bordo di una piccola fontana di marmo, e chiusi gli occhi, serrandoli forte.

Guisgard 24-09-2013 02.25.10

“Non preoccuparti, Eilonwy...” disse Nicolò a sua nipote “... non è successo nulla... era solo una faccenda di lavoro che peraltro si è già conclusa... avanti, torna a cantare...” guardò poi gli invitati “... su, signori... riprendete a festeggiare... è stato solo un malinteso...” fece allora un cenno ai musici e subito riprese la musica per un nuovo ballo.
Altafonte, intanto, era rimasto a fissare la porta attraverso la quale i servitori del banchiere avevano fatto uscire Francesco.
Lo sguardo del cavaliere era inquieto, ma anche impenetrabile ed enigmatico.
Un attimo dopo a lui si avvicinarono prima Eilonwy, poi Altea.
“Credo fosse solo un disperato...” rivolgendosi alle due “... uno dei tanti miserabili che la sfortuna ha abbandonato...” il suo tono era basso, lo sguardo cupo “... io conoscerlo, damigella?” Fissando poi Eilonwy. “Vi sbagliate. Sono giunto da pochissimo in questo stato e oltre vostro zio, incontrato per affari, non conoscevo nessun altro prima di questa festa.” Tornò a sorridere. “Avanti, amiche mie, non angustiatevi con queste faccende che poco sono adatte alla vostra bellezza... e poi avete sentito, no? La festa è ripresa...” ma c'era qualcosa nella sua voce, nell'espressione del viso e nello sguardo.
Qualcosa che quel sorriso di circostanza solo a stento riusciva a mascherare.
Ma proprio in quel momento qualcuno si avvicinò a loro tre.
“Credo di poter dire” disse Jacopo “che quell'uomo vi debba la vita.”
“Davvero?” Sorridendo Altafonte. “E perchè mai, capitano?”
“Perchè se avesse continuato a minacciare” rispose Jacopo “gli avrei chiesto soddisfazione, temo.”
“Andiamo, capitano, è solo un mercante, oltretutto disperato...” sarcastico il cavaliere “... e se anche vi avesse dato soddisfazione, quanto poteva durare un simile duello? Neanche il fastidio di estrarre la spada...”
“L'onore è l'onore, caro cavaliere.”
“E voi siete un uomo d'onore, vero?”
“L'avete detto, milord.” Con tono fermo Jacopo.
“Allora, forse, temo di avervi rovinato la contesa, capitano.” Ironico Altafonte.
“Precisamente, milord.” Annuì il capitano.
“Non temete...” sorridendo ancora Altafonte “... sono certo che ci saranno altre occasioni per voi e per la vostra infallibile lama...”
“Oh, ne sono certo, milord.” Agitando la sua spada Jacopo.
“Ora perdonatemi...” mormorò il cavaliere “... ma tutta questa agitazione mi ha dato noia... temo di aver bisogno d'aria fresca... capitano...” con un lieve inchino “... care dame...” salutando poi Altea ed Eilonwy.
E dopo aver scambiato un altro sguardo col capitano, Altafonte lasciò la sala.
Poco dopo, un servitore, consegnò ad Altea un bigliettino.
http://3.bp.blogspot.com/_f9pvdIisA4....+Rathbone.jpg

Guisgard 24-09-2013 03.33.34

Talia si trovava sotto un arco di foglie e gerani che dava su una bianca fontana dall'acqua azzurrina.
Tutt'intorno vi erano i rigogliosi grappoli di uva fragola, che questa vigilia d'Autunno, col suo Sole asciutto e l'aria tersa, aveva ormai portato a maturazione.
L'acqua zampillava vivacemente in quella fontana, sotto il chiarore di una lampada appesa al ramo di un olmo poco lontano, che il vento lambiva lievemente, facendola oscillare a ritmo quasi cadenzato.
“Forse in un verziere come questo” disse all'improvviso qualcuno alle sue spalle “Erec vide Enide per la prima volta... forse fu per la sua pelle chiara, i lunghi capelli quasi biondi, gli occhi sognanti... e lui ne fu abbagliato... si innamorarono all'istante e perdutamente... ma poi, narra il poeta, Erec, influenzato dai suoi compagni, visse drammaticamente il contrasto tra Amore e onore cavalleresco... mise allora in dubbio il suo stesso valore, oltre ai sentimenti che Enide nutriva per lui... e alla fine, per riguadagnare tutto ciò che aveva perduto a causa delle sue debolezze, Erec dovete vincere la terribile Gioia della Corte...” Altafonte sorrise “... nei romanzi cavallereschi dell'Amor Cortese spesso bisogna superare una maledizione per riavere ciò che si è perduto... chissà... se anche la vita fosse così, magari tutto sarebbe più semplice...” e raccolse un grappolo d'uva.

Eilonwy 24-09-2013 10.18.40

Uscii veloce e senza farmi vedere da nessuno in giardino.
Seguii il Cavaliere, protetta dal manto della notte e degli alberi del giardino.
Egli si fermò alle spalle di Lady Talia e gli disse una frase molto poetica e romantica, ma allo stesso tempo enigmatica.
Non potevo crederci....il Cavaliere stava facendo la corte a una donna sposata.
Restai nascosta a sentire.
http://farm6.staticflickr.com/5260/5...df8c7c74_z.jpg

Talia 24-09-2013 13.33.17

Mille e più pensieri vorticavano nella mia mente...
dubbi, ricordi, domande...
quell’idea mi tormentava: mi spaventava e mi eccitava allo stesso tempo...
con gli occhi serrati e la testa china me ne stavo appoggiata alla fontana...
tremavo forte.
Poi, all’improvviso quella voce...

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 57084)
“Forse in un verziere come questo” disse all'improvviso qualcuno alle sue spalle “Erec vide Enide per la prima volta... forse fu per la sua pelle chiara, i lunghi capelli quasi biondi, gli occhi sognanti... e lui ne fu abbagliato... si innamorarono all'istante e perdutamente... ma poi, narra il poeta, Erec, influenzato dai suoi compagni, visse drammaticamente il contrasto tra Amore e onore cavalleresco... mise allora in dubbio il suo stesso valore, oltre ai sentimenti che Enide nutriva per lui... e alla fine, per riguadagnare tutto ciò che aveva perduto a causa delle sue debolezze, Erec dovete vincere la terribile Gioia della Corte...” Altafonte sorrise “... nei romanzi cavallereschi dell'Amor Cortese spesso bisogna superare una maledizione per riavere ciò che si è perduto... chissà... se anche la vita fosse così, magari tutto sarebbe più semplice...” e raccolse un grappolo d'uva.

Prima sollevai la testa, incredula, poi aprii gli occhi e mi voltai a fissarlo mentre parlava...
Fece qualche passo verso di me ed io indietreggiai, fino a schiacciare la schiena contro il marmo della fontana...
lo scrutavo...
osservavo quegli occhi chiari, ora non più fuggevoli...
ascoltavo la sua voce e non stentavo più a riconoscerla, adesso che aveva perso quella leziosità ostentata fino a poco prima.
Lo studiavo...
lo studiai a lungo, in silenzio, anche dopo che ebbe finito di parlare...
e quando iniziai a parlare la mia voce era lieve come un bisbiglio, quasi impercettibile...
“Cavaliere di Altafonte...” sussurrai dunque “E’ un nome altisonante... un nome che...”
Esitai per un istante, abbassai gli occhi a terra per un momento, poi tornai ad alzarli su di lui, fermandoli nei suoi...
“Non lontano da qui, tanto tempo fa, sorgeva una grande e ricca città...” iniziai a raccontare, pianissimo “Una città che oggi non esiste più. Venne distrutta a causa della sua ambizione, e da allora nessuno ha più osato costruire su quel colle, fatta eccezione per una piccola cappella... la Cappellina di San Michele. Vi è però una leggenda... si dice, infatti, che la gente di quella città, che aveva nome Altafonte, sentendo che la fine era ormai vicina ed intenzionata a non lasciare le sue ricchezze al re di Sygma, decise una notte di portare il suo immenso tesoro fuori dalla città, per nasconderlo poi da qualche parte là intorno. Si dice che nessuno sia mai riuscito a trovarlo.”
Tacqui, e un denso silenzio calò sul giardino...
i miei occhi erano fissi nei suoi, immobili...
“Ma tu conosci già questa storia, vero?” sussurrai poi, in appena un soffio “L'hai già udita una volta, lì sotto la cappella...”
E non aggiunsi altro... non ce n’era bisogno.

Altea 24-09-2013 14.32.41

Osservai attentamente il volto del Cavaliere di Altafonte mentre rispondeva...era serio, enigmatico e cupo..la cosa non mi convinceva troppo.
E non mi convinceva neppure il Capitano, iniziò una scaramuccia a parole con Altafonte, li osservavo...i loro volti leggermente adirati..era chiaro che i due non si sopportavano e non mi spiegavo il motivo.
Il Cavaliere di Altafonte si congedò e feci un cenno per salutarlo quando si avvicinò a me un maggiordomo e mi consegnò un biglietto.
Lo presi e lo tenni stretto in pugno per non farmi notare...chi poteva avermelo mandato..? Proprio Altafonte di rimando al mio precedente biglietto? Qualche persona che non conoscevo o qualcuno appena conosciuto?
Mi diressi verso il terrazzo e mi accertai che nessuno potesse vedermi, soprattutto Azable e mi avvicinai a una torcia, lentamente aprii il biglietto per leggerlo, cercando di trattenere la mia ansia.

Clio 24-09-2013 14.32.44

Sorrisi a Roberto, e mi lasciai condurre dentro.
Mi asciugai il viso e ripresi l'espressione impassibile, che non lasciava trasparire il minimo sentimento.
Osservai corrucciata la scena di Francesco de'Binardi, doveva essere davvero disperato per comportarsi in quel modo, mi chiesi cosa potesse avere di tanto urgente, ma avevo altro a cui pensare.
"Devo parlare con il viceprocuratore.." dissi, rivolta al mio finto cugino "...tu fa come credi, se non ritieni saggio accompagnarmi, va pure, tranquillo.. ti sto già facendo passare troppi guai.." sorrisi "..io, però, devo andare.. l'hai detto anche tu.. devo avere maggiori spiegazioni..".
Così, senza aggiungere altro, mi diressi verso Simone Missari.
"Perdonate l'intrusione, viceprocuratore.." dissi, quando gli fui abbastanza vicina "....voglio i dettagli, riguardo il patto di cui accennavate.. voglio capire perchè me lo state proponendo.. cosa vi ha spinto a farlo.. e, soprattutto, cosa volete da me.." sorrisi ".. vi chiederei nuovamente cosa ci guadagnate, ma immagino che sarebbe una domanda sciocca, visto che non mi rispondereste mai sinceramente.. ebbene, vi ascolto.. solo dopo aver saputo ogni cosa potrò valutare la vostra proposta..".

Eilonwy 24-09-2013 14.36.14

Ascoltavo immobile i due.
Anch'io avevo sentito tanti anni fa quella storia.
Lo avevo sentito dire dal mio primo amore a una ragazzina bionda, che aveva baciato.
Mi ricordo che quando tornò da me, gli tirai uno schiaffo e gli dissi che non lo volevo piu' vedere.
Per farsi perdonare cercò di farmi contenta in tutti i modi possibili e io dopo tre giorni lo perdonai.
E pensandoci bene il ragazzino dagli occhi blu non mi chiamava mai Eilonwy, ma
Fiammetta perchè avevo i capelli piu' rossi di adesso.
Alla fine mi balenò in mente che giocavo con quel ragazzino e con un suo amico, piu' grande di lui, di nome Carlo.

elisabeth 24-09-2013 15.30.54

Il Frate sonnecchioso...mi lascio' uscire, e così come avevo previsto per il mio viaggio arrivai al cuore a Sygma.....le piccole case erano tutte silenziose e addormentate mentre le case dei ricchi e spensierati erano in festa e facevano ancora un gran baccano.....mi fermai a guardareuna di esse....potevo vedere poco la gente che l'animava perche' vi era un gran giardino che la divideva dalla strada......ma la mia mente andò in un mondo sconosciuto fatto solo di fantasia ed immaginai saloni illuminati e le Signore con i loro ricchissimi abiti che ballavano con Soldati in alta uniforme..........mi stavo lasciando andare....in un mondo che avrei visto solo nella mia fantasia e così andai avanti......c'era un unica locanda aperta.....guardai nella mia sacca..e vidi che il denaro non mancava...potevo permettermi un letto per quella notte.....stanca...entrai....c'era ancora qualcuno ai tavoli che beveva e chiacchierava.....mi avvicinai al bancone......" Buonasera ....avevo bisogno di una camera e di qualcosa da mangiare e' possibile.....?.."....non ero mai andata in una locanda per dormire..Padre Anselmo mi aveva sempre detto che non era conveniente per una donna.....ma guardandomi intorno in quella citta' potevo permettermi solo....un giaciglio vicino al fiume...e credo che quello sarebbe stato ancora piu' sconveniente

Guisgard 24-09-2013 18.57.23

Il lieve alito di quel fresco vento della sera, soffiando leggero tra le eriche, i tigli e i gerani, faceva vibrare le foglie come tanti sonaglini che diffondevano nell'aria una vivace melodia, sulle cui immaginarie note sembrava animarsi il corso delle luminose stelle che costellavano quel firmamento infinito.
I getti della fontana, guizzanti e briosi, filtravano tra i bagliori della lampada, screziandosi in armoniosi riflessi, che finivano poi ad increspare l'acqua azzurrognola della vasca bianca.
“Si, ne ho sentito parlare...” disse piano Altafonte “... ho sentito quella storia... tempo fa... così tanto tempo fa, che oggi mi appare come in un'altra vita...” la fissò “... ma voi come fate a saperlo? Non dovreste... io sono poco più di un fantasma, un'ombra... e le ombre si dissolvono col nuovo giorno... ma forse mi avete confuso con qualcun altro, milady... vero?” I suoi occhi erano enigmatici. “Qualcuno che di certo invidio e verso cui nutro una profonda gelosia, visto che ne rammentate a tal punto il ricordo da confondermi con lui... era un vostro amico? Se volete, mia signora, e solo per voi, stasera, invocando la magia delle stelle, potrei giocare ad essere lui... volete? Devo conoscere il suo nome però... proverò ad indovinarlo...” sorrise “... vediamo... come cominciava il suo nome? Con la G? Forse è Giovanni? No, troppo comune... allora Giorgio? O magari Giacomo? Ma chissà... forse non era neanche di queste terre... allora sarà meno comune... direi... Guisgard... si, questo nome mi piace...” i suoi occhi non tradivano emozioni “... allora, per stasera, sarò quel lontano Guisgard... solo per voi, milady...” e mostrò un lieve inchino col capo.
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Guisgard 24-09-2013 19.19.52

Il locandiere annuì alle parole di Elisabeth e le indicò un tavolo per sedersi.
Ma poco distante dal suo tavolo, la donna, udì i discorsi di alcuni uomini.
“Non ci sono dubbi...” disse uno di loro, che sembrava esserne il capo “... quei tre furfanti sono arrivati qui... ne sono certo... dobbiamo solo scoprire in quale buco si sono nascosti...”
“Come fai ad esserne certo, Velv?” Chiese uno dei suoi.
“Perchè a Camelot” rispose Velv “diverse persone hanno giurato di averli visti uscire dalla città. E siccome a Sud hanno la strada sbarrata dai cacciatori di taglie e dai soldati, dunque devono per forza di cose essere giunti qui a Sygma... e noi li troveremo.”

Eilonwy 24-09-2013 19.20.25

Guisgard!
Ecco perchè non mi ricordavo quel nome!
Perchè era fin troppo complesso.
Infatti proprio perchè non ricordavo mai il suo nome, il mio primo amore dai occhi blu mi diceva di chiamarlo Apollo, che era la sua divinità pagana preferita.
Era lui il bambino che avevo conosciuto al porto e che mi aveva giurato eterno amore quando me ne andai quell'estate.
Adesso che mi veniva in mente avevamo inciso su un tronco di un ulivo di questo giardino Fiammetta+Apollo.
Non potevo crederci.
Finalmente lo avevo ritrovato.
Forse se lo avessi portato dove c'era quell'ulivo si sarebbe ricordato di me.

Guisgard 24-09-2013 19.46.19

Altea raggiunse così la terrazza e lontana da occhi indiscreti, al chiarore di una lampada, aprì quel biglietto e ne lesse il contenuto:

“Domani vi attenderò sul lungo fiume, davanti alla chiesa di San Giovanni, così non desterete sospetti raggiungendomi invece che nel mio palazzo.

Il Cavaliere di Altafonte”

Ma appena ebbe terminato di leggere, si accorse di qualcuno che si avvicinava a lei.
Era Azable, ma non si era accorto di quel biglietto.
“Milady...” disse “... come vi sentite ora?”

Guisgard 24-09-2013 19.50.27

Simone, nel vedere arrivare Clio, mostrò un ghigno di vittoria.
“Vedo che il cuore e la ragione hanno finalmente avuto la meglio sulle vostre errate convinzioni, milady.” Fece segno alla ragazza di seguirlo e raggiunsero il lato della terrazza non vi era nessuno.
“Vedete...” continuò il viceprocuratore “... non è vero che i colpevoli sono tutti uguali agli occhi della Giustizia... esistono criminali peggiori di altri... ed è la Ragion di Stato che decide, o meglio, sceglie quali priorità seguire... vostro fratello è un rinnegato... un nemico della libertà e del popolo... tuttavia ai miei occhi lui e quelli come lui hanno ben poco valore... prima o poi finirà ucciso in quale insulsa rivolta o magari in una volgare rissa da locanda... capirete dunque che sono pronto a barattare la sua inutile esistenza con un vero nemico dello stato... avete udito parlare del ladro che si firma Mirabole, vero? Ebbene, è lui che voglio... e se esistesse l'anima sarei disposto a venderla al demonio pur di riuscire a catturarlo... e qui entrate in gioco voi... siete una ragazza astuta e brillante... sapete usare le armi e da quanto vedo siete anche riuscita ad entrare nell'alta società di Sygma... userete quindi tutto ciò per indagare, per cercare indizi e tracce su quel fantomatico criminale... del resto l'ambiente aristocratico è in parte legato a quello clericale ed io ho motivo di credere che il nostro misterioso Mirabole provenga da lì... e sono certo che riuscirete... dopo, come pattuito, quando riuscirete in questo, io rilascerò vostro fratello...”

Clio 24-09-2013 20.00.22

Sorrisi, decisamente sollevata.
Un criminale in gabbia era un prezzo che ero disposta a pagare.
"Tutto qui?" dissi, sgranando gli occhi "..volete Mirabole? Beh, si da il caso che io sia arrivata a Sygma proprio grazie a quel ladro.. voglio dire.. a quanto ne so, cercavate gente comune per stanarlo.. mi sembrava un buon modo per ricominciare.. e sia, avrete Mirabole, se riuscirò a trovarlo.. e mi ridarete mio fratello.." allungando la mano, non perchè la baciasse ma perchè la stringesse, a suggellare il patto "...ma domattina andrò al Castello di Sonio a far visita al mio spregiudicato fratello..." sorrisi "..ora, se permettete.. i miei ospiti mi attendono.. abbiamo già abusato troppo del reciproco tempo..".

Altea 24-09-2013 20.22.46

Lessi il biglietto in fretta e con attenzione...era proprio il Cavaliere di Altafonte...l'indomani sul lungo fiume davanti alla Chiesa di San Giovanni.
Subito lo feci in mille pezzi..in modo nessuno potesse scoprirlo e lo lanciai giù dal parapetto..quando udii Azable.
Mi voltai di scatto..quasi un sorriso sul mio volto.."Oh si.." risposi "sto bene grazie, cosa dite di fare ora?".
Dentro di me ero rincuorata, il Cavaliere aveva letto il mio biglietto e aveva capito...forse avevo una possibilità di uscire da tutto questo, almeno in parte.

elisabeth 24-09-2013 21.44.34

MI sedetti al tavolo, e ordinai un piatto di minestra costava poco e riempiva tanto.....stavo guardando la candela sul tavolo, quando giunsero alle mie orecchie cose che avrei voluto non sentire più, parlavano dei tre furfanti......
a quanto pare qualcuno li aveva visti uscire da Camelot.......se cosi Fosse avrebbero visto anche una donna con loro........ringraziai l'oste e col capo chino mangiai fino all'ultimo fagiolo.............avevo la coscienza che mi tormentava.....mi alzai dal tavolo e dissi all'oste di non averne piú bisogno....
..uscii fuori e ritornai al convento.....una volta giunta al portone bussai forte.....perché nessuno apriva......sino a quando qualcuno venne ad aprire "grazie Padre dove trovo Fra Teodoro "......accidenti quanta strada avevo fatto .....

Eilonwy 24-09-2013 22.08.57

Dopo aver sentito ciò.
Sgattaiolai con passo veloce e felpato verso le cucine e le stanze della servitu' che davano sul giardino.
Per mia fortuna non feci alcun minimo rumore.
Mi nascosi dietro una colonna esterna dell'edificio ed attesi che Lady Talia lasciasse solo nel giardino il Cavaliere di Altafonte.
Se l'avesse lasciato da solo avrei potuto conoscerlo meglio, parlarci, dirigerlo verso l'ulivo e fargli ricordare tutto.
Speriamo in questo di conquistarlo.
Per mia fortuna Lady Talia era già sposata e Lady Altea Sveva voleva soltanto uscire fuori dai pasticci.
Fuori uno e fuori due!
Mi dispiaceva tantissimo per Lady Talia di non aver sposato l'uomo che amava.
Un'altra che li girava attorno era Lady Silvia, ma sarebbe stato facile sconfiggerla in amore.
Così attesi che Lady Talia andasse via.
http://carlasalemusio.blog.tiscali.i...ascondersi.jpg

Talia 24-09-2013 23.37.10

I miei occhi rimasero nei suoi mentre la sua voce era diventata all’improvviso morbida e carezzevole...
lo osservavo, quasi pendendo da ogni parola...
e sensazioni contrastanti si agitavano in me: la parte di me che ormai credeva di possedere la certezza si scontrava con la parte razionale, quella che continuava a ripetere che non era possibile, che mi stavo ingannando, che era una follia anche solo averla pensata quella cosa, figuriamoci averla detta a voce alta, ad un uomo che mi era sconosciuto...
ma lui non parve turbarsi alle mie parole...
al contrario, mi parve addirittura di leggere in fondo ai suoi occhi un lieve sorriso...

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 57093)
I suoi occhi erano enigmatici. “Qualcuno che di certo invidio e verso cui nutro una profonda gelosia, visto che ne rammentate a tal punto il ricordo da confondermi con lui... era un vostro amico? Se volete, mia signora, e solo per voi, stasera, invocando la magia delle stelle, potrei giocare ad essere lui... volete? Devo conoscere il suo nome però... proverò ad indovinarlo...” sorrise “... vediamo... come cominciava il suo nome? Con la G? Forse è Giovanni? No, troppo comune... allora Giorgio? O magari Giacomo? Ma chissà... forse non era neanche di queste terre... allora sarà meno comune... direi... Guisgard... si, questo nome mi piace...” i suoi occhi non tradivano emozioni “... allora, per stasera, sarò quel lontano Guisgard... solo per voi, milady...” e mostrò un lieve inchino col capo.

“Solo per me?” sussurrai, facendo eco alle sue parole, con una strana sensazione in fondo al cuore.
Esitai...
“Solo per me sarete lui, cavaliere?” mormorai “Solo per me sarete... è un nome insolito, difficile da indovinare... Guisgard?”
I miei occhi si incupirono... era tanto tempo che non pronunciavo più quel nome... tanto tempo che nessuno lo pronunciava più...
E di colpo mi tornò tutto alla mente: i nostri screzi da bambini, le liti, poi quel giorno lontano alla Cappella di Altafonte, i suoi occhi e la mia fuga, il giorno seguente, la confusione, la notizia di un crimine, le voci che rimbalzavano come impazzite per la città, le accuse, la fuga... e poi... la caduta, il fiume, la morte.
Di nuovo chiusi gli occhi.
“La persona che portava quel nome...” dissi poi, piano, tornando a guardarlo intensamente “Credevo che non fosse mai stato mio amico... da piccoli litigavamo spesso: lui mi tirava le trecce e mi diceva che ero presuntuosa, io mi sforzavo di ignorarlo e lo credevo fin troppo pieno di sé... eppure...”
Un lieve vento si levò all’improvviso, facendo frusciare le siepi...
“Eppure...” ripresi, dopo un breve istante “Forse... chissà... forse c’era davvero una sorta di strana Amicizia tra noi... un’Amicizia di cui avevo paura, perché andava contro troppe cose...”
Sospirai e sollevai gli occhi a guardare le stelle...
“Sono passati sette anni, ormai... sette anni dal giorno in cui quella persona fuggì da Sygma. Mi fu detto che era morto in quella fuga, caduto da cavallo e morto nel fiume... fine della storia!”
Il mio sguardo lo lambiva... lo sfiorava... e poi si soffermava e tentava di indagarlo...
fu così per lunghi minuti...
minuti durante i quali solo i nostri occhi parlavano, e con gli occhi non si può mentire, non si può nascondersi...
con gli occhi non si può celare e nascondere la preoccupazione.

Guisgard 25-09-2013 16.06.21

Altafonte, a quelle parole di Talia, sorrise lievemente.
In mano aveva ancora quel grappolo di uva matura, simbolo di quelle terre.
“Vedete, milady...” disse poi “... a volte capita che la sorte, quando si è troppo accanita contro qualcuno, conceda poi a questi un'inaspettata fortuna... e nella vita, solitamente, due sono le cose che la Fortuna concede in pegno per chi ha troppo sofferto... una grande ricchezza o un grande Amore... magari quel vostro amico ha trovato una delle due... o chissà, entrambe... ma di sicuro, quella curiosa amicizia, oggi non vi mancherà più di tanto... siete tra quei pochi fortunati che possono dirsi baciati da messer Amore, milady...” e la fissò con occhi attenti, come se cercasse di penetrare quelli di lei e raggiungere i suoi pensieri più intimi, la sua anima, fino al suo stesso cuore.
Ad un tratto però si sentì confusione provenire dal piano di sopra, dalla sala della festa.
E un attimo dopo, dal balcone si udì una voce chiamare Talia.
Era Jacopo e cercava sua moglie.
Intanto nella sala, quella confusione era giustificata.
Infatti era giunto un biglietto che i domestici avevano subito consegnato al padrone di casa.
Un biglietto che poi Nicolò aveva prima mostrato al capitano Jacopo, poi letto ad alta voce:

“Vi informo che domani sarò nella chiesa di Santa Felicita, nella quale adorerò il Santissimo Sacramento esposto per i fedeli, reciterò qualche preghiera, donerò fiori freschi ai Santi e infine visiterò la Cappellina della Deposizione, dove comincerò ad ideare il piano su come portare via il quadro.

Mirabole”

Il biglietto si concludeva con l'immagine incisa di un fiore.
Anche Azable ed Altea ascoltarono il contenuto di quel biglietto.
“Ma non capisco...” disse Nicolò “... perchè questo fiore nel biglietto?”
“E' un giacinto rosso...” fece Silvia “... e nel linguaggio dei fiori simboleggia il gioco...”
“Per lui tutto ciò è come un gioco!” Esclamò Azable. “Ci tratta tutti come pedine, quel pagliaccio!”
http://pintardibujo.com/wp-content/u.../jacintos.jpeg

Eilonwy 25-09-2013 16.40.34

Sentii del rumore dal palazzo.
Ma cosa era successo?

Guisgard 25-09-2013 16.51.54

A quelle parole di Clio, Simone sorrise e la salutò con un cenno del capo.
“Naturalmente” disse “ci terremo in contatto. E sarò io a farmi vivo. A presto, milady.”
Clio rientrò nella sala, ma qui subito comprese che era accaduto qualcosa.
“Clio...” andandole incontro Roberto “... è accaduto qualcosa... quel ladro, Mirabole, si è rifatto vivo...”

Altea 25-09-2013 16.58.42

Ad un tratto vi fu trambusto nella sala ed entrammo...un biglietto da parte di Mirabole...ecco ci mancava pure questo.
Azable era attento, lo scrutavo...e tremavo quasi..domani...aveva detto domani quel ladro si sarebbe recato alla chiesa di Santa Felicita..io dovevo incontrare il Cavaliere di Altafonte.
Sospirai...dovevo ingegnare una tattica o Azable mi avrebbe sicuramente portata laggiù.
"Infatti" risposi ad Azable sperando di convincerlo "io non darei peso a quelle parole...sarebbe solo un folle a dichiarare palesemente che domani si presenterebbe..come dire..sul luogo del delitto. E' solo un depistaggio".

Guisgard 25-09-2013 17.04.07

Eilonwy era nel giardino, nascosta fra alcune alte piante che contornavano il vialetto che dava alla fontana bianca, dove si trovavano il Cavaliere di Altafonte e Talia, quando cominciò a sentire l'agitazione che proveniva dal piano superiore e precisamente dalle sale in cui si trovavano gli invitati.
Udì la voce di suo zio e poi di altri che erano alla festa, tutti inquietati da qualcosa.
Era chiaro che stava succedendo qualcosa.
Anzi, era già accaduto.

Talia 25-09-2013 17.12.27

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 57108)
“Vedete, milady...” disse poi “... a volte capita che la sorte, quando si è troppo accanita contro qualcuno, conceda poi a questi un'inaspettata fortuna... e nella vita, solitamente, due sono le cose che la Fortuna concede in pegno per chi ha troppo sofferto... una grande ricchezza o un grande Amore... magari quel vostro amico ha trovato una delle due... o chissà, entrambe... ma di sicuro, quella curiosa amicizia, oggi non vi mancherà più di tanto... siete tra quei pochi fortunati che possono dirsi baciati da messer Amore, milady...” e la fissò con occhi attenti, come se cercasse di penetrare quelli di lei e raggiungere i suoi pensieri più intimi, la sua anima, fino al suo stesso cuore.

Abbassai gli occhi a quelle sue parole...
“Oh...” mormorai “Oh, di sicuro la sorte gli ha concesso qualcosa, se gli ha permesso di sfuggire alle mani che lo inseguivano, quel giorno lontano... e... e di diventare, poi, voi: il Cavaliere di Altafonte...”
Sollevai gli occhi e gli lanciai un’occhiata fuggevole...
“Ma...” soggiunsi poi, con la voce lieve “Continuate a chiamarmi ‘milady’ e ad essere così formale, galante... dunque forse è vero che mi sto ingannando... si, forse è vero, dato che la persona che ricordo non ha mai usato un linguaggio così formale con me e... beh, mi chiamava ‘milady’ solo quando voleva prendersi gioco di me...” sorrisi appena a quelle parole, dolcemente, tra me.

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 57108)
Ad un tratto però si sentì confusione provenire dal piano di sopra, dalla sala della festa.
E un attimo dopo, dal balcone si udì una voce chiamare Talia.
Era Jacopo e cercava sua moglie.


Sussultai a quella voce...
improvvisamente tesa, feci qualche passo su me stessa...
esitai ed allungai il collo, sollevando il mento, per riuscire a scorgere la casa sopra le siepi. Non ci riuscii, ma non importava. Sentii di nuovo la voce di Jacopo, ma era lontana... mi tranquillizzai.
“Sei stato un folle a prendere le parti di Francesco, poco fa...” dissi, tornando verso di lui ed avvicinandomi tanto al suo orecchio da permettergli di sentirmi anche se sussurravo pianissimo.
Parlavo in fretta, con una nota di urgenza nella voce...
“I Binardi non sono più molto ben visti a Sygma da quando... beh, dalla tua scomparsa. Mio nonno li difendeva a Corte, ma quando anche lui è venuto a mancare...” inspirai “Ma non esporti più così! Il tuo aiuto a quella famiglia sarebbe... sospetto. Se io ti ho riconosciuto, altri potrebbero farlo... e poi non avresti scampo. Questa città non dimentica. Questa città non perdona, non scordarlo.”
Di nuovo si udì la voce di Jacopo che mi chiamava, potevo sentire che era irritato.
“Jacopo non è uno stupido.” sussurrai ancora, pianissimo, vicinissimo al suo orecchio “Guardati da lui... e da Simone Missani. Non insospettirli e non dargli occasione di colpirti... o puoi star certo che lo faranno. Lo faranno senza pensarci. E non sbaglieranno il colpo! Proverò ad occuparmi io di Francesco... in qualche modo farò...”
Per un istante lo fissai intensamente negli occhi, pensai che sembrava stupito dopotutto...
“Non guardarmi così...” mormorai allora “Non mi sei mai stato per niente simpatico, lo sai bene, e ti informo che niente è cambiato...”
Sorrisi appena...
“Ma sono contenta che tu non sia davvero annegato in quel fiume...” soggiunsi piano “E che sei qui!”
Il vento frusciava tra le siepi...
lentamente, mi voltai e mi allontanai... giunta all’arco, mi fermai e mi voltai indietro...
“I miei omaggi, Cavaliere di Altafonte...” dissi con un lieve inchino, come se niente fosse accaduto “L’aria è fresca questa sera ed io, con il vostro permesso, credo che rientrerò.”
Mi allontanai senza più voltarmi indietro e pochi istanti dopo ero già all’ingresso del giardino...
“Sono qui...” dissi a Jacopo, in piedi sulla terrazza, salendo verso di lui “Non c’è bisogno di gridare tanto, stavo solo passeggiando e prendendo un po’ d’aria! Vieni, rientriamo adesso!”

Guisgard 25-09-2013 17.55.09

Quelle parole di Talia, i suoi sussurri, i suoi sguardi, lasciarono su Altafonte una leggera e vaga inquietudine.
Una malinconia soffusa.
Si sedette allora sul bordo della fontana, cominciando a giocare con un geranio che, dolcemente, era finito su quell'acqua azzurra e a tratti trasparente.
E il cavaliere ora appariva quasi indifferente, addirittura apatico, alla confusione che invece sembrava dominare al piano superiore del palazzo.
E restò così, su quella fontana, come chi spera quasi di confondersi con le ombre della sera.
Intanto, Talia aveva raggiunto Jacopo sulla terrazza.
“Non è questo il momento di andare a passeggiare da sola nel giardino...” disse il capitano “... qualcuno è entrato nel palazzo... e non voglio saperti sola... vieni, rientriamo...” prese per mano la ragazza e ritornarono nella sala.
Qui vi era ancora agitazione per l'accaduto.
In breve Jacopo raccontò tutto a Talia, del ladro e del biglietto.
Questo era ora nelle mani di Simone che lo esaminava con attenzione.
“Allora, signor viceprocuratore?” Chiese Nicolò.
“Non ci sono dubbi...” mormorò Simone “... è stato scritto dalla stessa mano che ha composto quello precedente...”
“Come è riuscito ad arrivare a casa mia?” Sconvolto il banchiere.
“Qualcuno è riuscito a farcelo arrivare, mi sembra ovvio...” rispose il viceprocuratore “... ed avrà avuto tutto il tempo di scappare via, purtroppo...”
“Dunque dite che ha agito approfittando della festa?” Fissandolo Nicolò. “Così da non essere visto?”
“Precisamente.” Annuì Simone.
“Non sono d'accordo.” Intervenne Jacopo. “Chi ci dice che l'autore del biglietto non era tra gli invitati, o comunque tra quelli che erano qui?”
“Sospettate dei miei ospiti, capitano?” Sorpreso Nicolò.
“Sospetto di tutti.” Replicò il militare. “Il mio ruolo me lo impone.”
“E qualche sospetto preciso?” Domandò Nicolò.
“Si...” annuì Jacopo “... il giovane de' Binardi... ha inscenato quella sua visita disperata per introdurre qui il biglietto.”
“Come fate ad esserne certo?” Guardandolo Simone.
“I de' Binardi, come potrà confermarci messer Accio, non navigano in buone acque... e sono da sempre legati al Clero... già anni fa ebbero dei problemi con la giustizia, quando uno di loro, un ragazzo adottato dal vecchio de' Binardi, uccise a tradimento il barone di Castelflorenzio.”
“Sentito, milady?” Qualche passo più indietro Azable, che aveva accanto Altea. “In effetti quel mercante aveva un'aria sospetta... si, anche io penso possa aver inscenato tutto per entrare qui col biglietto... ora mi chiedo... davvero sarà domani in quella chiesa? Sempre ammesso che non verrà arrestato stanotte...”

Guisgard 25-09-2013 18.15.06

Elisabeth ritornò così al convento.
Aveva attraversato la città, con l'aria fresca della sera, le torri merlate illuminate, il firmamento sognante ed incantato, impreziosito dallo scintillio delle sue stelle.
E giunta al convento chiese di poter vedere Padre Teodoro.
Uno dei frati allora accompagnò la donna in biblioteca, dove appunto si trovava il religioso.
Ma qui lei lo trovò in compagni di altri tre uomini.
E non erano frati.
Infatti si trattava del capo, di Monty e di Ioga.
I quattro erano intenti a discutere fra loro quando arrivò Elisabeth.
“Figliola...” disse Padre Teodoro “... non mi aspettavo di rivedervi...”

Clio 25-09-2013 18.15.31

"Oh, davvero?" Dissi stupita a Roberto "..Mirabole? Ho appena parlato col viceprocuratore... Che, per inciso, continua a non piacermi affatto... È proprio lui il suo prezzo.. Se glielo consegno lascerà andare Diomede... Quindi sarà meglio interessarsi.. In che senso si è rifatto vivo?" Chiesi.
Poi, sentii la conversazione tra il procuratore e un militare, e compresi.
"Oh, un biglietto.. Francesco de Binardi?" Corrucciai la fronte "..ma no, non può essere.. Sarà disperato, ma... E poi, scusa, avrebbe fatto tutto quel baccano? In modo da attirare l'attenzione? È un suicidio...".
Sospirai "...io non sono una cacciatrice di taglie o un gendarme.. Non so nemmeno da che parte cominciare.. Un conto era proteggere il quadro, ma acciuffare un ladro.. Mah.." Sorrisi "...infondo, non ho più una casa, un titolo, non troverò mai un principe disposto a sposarmi.. E non saro mai regina.. Beh.. Dovrò pur inventarmi qualcosa.. Perché non dare la caccia ai ladri?" Dissi piano, come parlassi a me stessa.
"Devo dire, però, che a questa festa non ci si annoia mai, eh.." Sherzai.

Altea 25-09-2013 18.17.23

Guardai Azable...sinceramente non era argomento che mi interessava ma finsi di inscenare che la cosa mi aveva profondamente colpito..."Come vi dissi prima..barone Azable..sarebbe stata una mossa azzardata arrivare qui e dare le direttive sulle sue mosse...per me...vuole depistarci tutti...è furbo, badate bene".
Mentre Azable ascoltava, attentamente, tutti parlare animosamente, mi allontanai leggermente...dovevo riflettere come fare l'indomani per presentarmi davanti alla Chiesa di San Giovanni..sicuramente Azable si sarebbe mosso...e forse avrebbe voluto andassi con lui.
Sbuffai e mi incamminai fuori nel giardino, l'aria si era fatta leggermente fresca e forse avrebbe rinfrescato le mie idee quando mi parve di vedere nel buio appena rischiarato dalla Luna una ombra verso la fontana..un colpo al cuore...e se fosse nascosto qualcuno invece che riguardava questa storia di Mirabole?

Talia 25-09-2013 18.21.43

Entrai in casa con Jacopo, ero stupita da tanta agitazione...
agitazione, che tuttavia mi si chiarì poco dopo, quando mio marito mi spiegò l’accaduto.
Con buona parte degli invitati, allora, ci facemmo intorno a Simone... questi esaminò il biglietto e fornì la sua versione... Jacopo però non era d’accordo...

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 57114)
“Sospettate dei miei ospiti, capitano?” Sorpreso Nicolò.
“Sospetto di tutti.” Replicò il militare. “Il mio ruolo me lo impone.”
“E qualche sospetto preciso?” Domandò Nicolò.
“Si...” annuì Jacopo “... il giovane de' Binardi... ha inscenato quella sua visita disperata per introdurre qui il biglietto.”
“Come fate ad esserne certo?” Guardandolo Simone.
“I de' Binardi, come potrà confermarci messer Accio, non navigano in buone acque... e sono da sempre legati al Clero... già anni fa ebbero dei problemi con la giustizia, quando uno di loro, un ragazzo adottato dal vecchio de' Binardi, uccise a tradimento il barone di Castelflorenzio.”

Mi voltai di scatto a quelle parole...
Francesco?
Quella era l’idea più balorda che avessi mai sentito... Francesco de’ Binardi non era il tipo da rubare quadri e atteggiarsi a salvatore pubblico, non era tipo da colpi di testa...
Scossi il capo a quell’affermazione... dovevo parlare con Jacopo di questo... ma in privato... dovevo farlo ragionare...
E poi quell’allusione a...
spalancai gli occhi. Ma mi costrinsi a non avere reazioni.

Guisgard 25-09-2013 18.59.11

Ormai la festa si era in qualche modo rovinata.
E così, poco a poco, gli invitati andarono via.
Alla fine anche Jacopo e Talia lasciarono il palazzo degli Accio, non prima, però, che il capitano prendesse appuntamento con Simone per l'indomani.
Poi, durante il tragitto verso casa, in carrozza, Jacopo appariva inquieto e nervoso.
“Questa volta” disse “nessuno potrà tirare fuori dai guai i de' Binardi... anni fa si salvarono dalla disgrazia di finire senza più onore e dignità... ma ora... ora sarà la volta buona di vederli sparire per sempre... dovevo immaginare subito che ci fossero loro dietro questa storia... altro che ladro misterioso!” Con un impeto di rabbia.

Guisgard 25-09-2013 19.42.31

Altea era riuscita a scendere in giardino, allontanandosi da quella confusione.
E lì, nell'incertezza della sera, si accorse di una figura vicino alla fontana.
E avvicinandosi ancora, la riconobbe.
Era il Cavaliere di Altafonte.
Aveva l'aria assorta, lo sguardo lontano e giocava con un geranio sull'acqua di quella fontana, quasi indifferente al clamore che proveniva dal piano superiore.


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