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La voce era sempre più vicina, tanto che riuscimmo a comprendere le parole.
Nascondere una risata fu difficile, ma ero sempre più curiosa di scoprire chi fosse lo strano cantante. |
Gwen attraversò il portone ed esso si richiuse pesantemente dietro di lei.
Ma prima che la ragazza si allontanasse definitivamente dal maniero, quasi per caso si accorse che da una delle finestre della torre destra una figura la stava osservando. |
Una cieca collera si era ormai impadronita di me, ma alla fine il buonsenso ebbe la meglio e non replicai come avrei voluto. Dissi invece: "Bene, così sia... Frate Roberto, ci rivedremo magari domani per la confessione... buonasera..." rivolta poi ai soldati, con un leggero inchino "Signori, buonasera anche a voi..."
Presi Ensa per mano e uscimmo fuori dalla Pieve. Inviato dal mio Z00D utilizzando Tapatalk |
Ad un tratto uno dei soldati alzò la voce..stavano maltrattando quella milady, era meglio per lei desistere come consigliava saggiamente la serva..era una causa persa. Il barone non tollerava si dessero soldi ai chierici...tanto meno si preoccupava dei poveri e della gente come me del bosco di Clantes, lì si cercava di sopravvivere.
Fui lieta però quella donna aveva pensato a tutti noi..qualcuno, almeno, aveva il coraggio di non essere dalla parte del barone. Se fosse stato per me li avrei infilzati o spaccato il muso...e chissà cosa stavano facendo a Tomas. Vidi la nobildonna uscire, avrei voluto seguirla..ringraziarla..ma io dovevo parlare ancora col Frate. |
"Si, anche nel mondo libero" disse Jean a Dacey "usiamo affiancare una dote alla sposa. Io?" Fissandola. "Io purtroppo mi sono innamorato della donna sbagliata. Mi ha illuso e poi abbandonato. E delusione e compassione sono l'unica dote che mi ha lasciato. Non temete però per la vostra dote. La bellezza è la vera dote che portate, credetemi." Sorridendo. "Si, sua signoria ha concesso che voi lasciate la vostra stanza. Devo infatti condurvi da lui ora... egli desidera mostrarvi i suoi nuovi cavalli baschi..."
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Sentii il tonfo sordo e pesante del portone che si chiudeva alle mie spalle.
Sospirai piano e mi rimisi in marcia. Quasi come un riflesso incondizionato, però, alzai di nuovo lo sguardo. Da una finestra, una figura mi osservava. Aguzzai la vista: che fosse il misterioso padrone a cui non piaceva mostrarsi? |
<< Si chiedo perdono... Non volevo riportare alla vostra memoria dei ricordi tanto dolorosi... >> dissi un poco imbarazzata per lo scarso tatto che avevo utilizzato nei suoi confronti.
<< Bellezza? Cosa se ne fa un uomo che mi vedrà per la prima volta quando ormai il matrimonio è stato fatto, della mia bellezza?>> domandai alzando le spalle, << cavalli baschi? Sembra che il barone abbia una vera passione per questi animali. Forse l'unica cosa che ha in comune con mio padre, ma naturalmente noi abbiamo i cavalli arabi, un vero dono di Allah per la nostra gente... Avete mai visto un cavallo arabo correre libero nel deserto sconfinato, con il vento che gli scombina la folta criniera, la coda che sembra un'onda del mare, le vene sul suo collo da cigno in evidenza, il manto che brilla dal sudore della corsa... É un vero spettacolo. Quella é libertà .>> Mi interruppi, stavo divagando a occhi aperti. << Meglio andare >> |
Marwel rimase sconcertata dalle parole della guardia. Non aveva mai baciato un uomo in vita sua e non sapeva nemmeno da che parte cominciare. Poi non l'avrebbe di certo fatto con un individuo del genere.
"Un bacio? Sono una donna virtuosa, non regalo le mie labbra a chiunque, ma ho delle monete con me..." |
Gwen fissava la finestra dalla quale si affacciava la misteriosa figura.
Era una sagoma indefinita ed indefinibile, dalle fattezze forse maschili, ma impossibile da decifrare. E dalla sua finestra guardava Gwen. |
Sembrava una sagoma maschile, questo era sicuro.
Le fattezze erano però vaghe e impossibili da definire. Allora feci qualche passo avanti, vedendo che ricambiava il mio sguardo e continuava a fissarmi. |
"Sono convinto" disse Jean a Dacey "che un uomo nel vedervi al suo fianco saprà comprendere quanto la vostra bellezza possa renderlo fortunato." Sorridendo. "Non temete, è una vecchia storia che ho dimenticato. Dopotutto solo il Vero Amore, affermano i saggi e i poeti, è capace di tormentare per sempre." Le fece un cenno come a farsi seguire. "Da come ne parlate la vostra terra sembra essere un vero Paradiso. Vi confesso che restererei ad ascoltarvi per ore."
La condusse nel cortile del castello, dove circondato da alcuni paggi se ne stava il barone Ferico. Il nobile signore di Monsperon indossava un lungo mantello foderato di raffinata pelliccia d'ermellino, tenuto chiuso da una sfarzosa spilla d'oro massiccio. Aveva poi alti stivali di pelle e un bastone in legno dalla punta ottonata. "Siete un incanto, una meravigliosa berbera dall'aria selvaggia ed indomabile." Ferico porgendo il braccio alla principessa. |
"Monete..." disse il soldato a Marwel "... e sia... datemi tutte le monete che possedete ed io vi farò vedere quel cane di vostro marito."
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Ero un po' sorda a quel genere di complimenti, abituata com'ero agli adulatori che bazzicavano a corte nella speranza di qualche favore. Ma Jean, i suoi suonavano sinceri, un elemento per me nuovo. Per questo arrossii leggermente ma confidai che il rossore sulle mie gote fosse scambiato per l'aria fresca che si scontrava sul mio viso. Finalmente aria fresca.
<< Amo il mio paese, la mia isola... Ricordare i suoi paesaggi ha un sapore dolce amaro ma se ci piace ascoltarmi potrei parlarvene ancora>> Mi strinsi nelle mie vesti, non era freddo ma non ero abituata a quel clima in quel periodo dell'anno. Il barone se ne stata dritto nella sua pomposità, ogni suoi abito e ornamenti ostentava ricchezza e potere. << Vi ringrazio>> dissi con un tono più gelido del vento e esitai prima di accettare il braccio dell'uomo, obbligandomi a reprimere il mio disgusto per il mio rapitore fino a strappare a me stessa un sorriso forzato, stampato a forza sul mio volto. |
La voce che intonava la melodica nenia si faceva sempre più vicina.
"È ora" disse Kostor "che facciamo? Dite che si tratta dei banditi? " "Non è una canzone da briganti..." fece Elas "... dopotutto in un bosco si possono fare i più disparati incontri." "Volete che lo accoppi?" Chiese Kostor, per poi fissare Clio. In quel momento si udì un nitrito. |
Gwen si avvicinò di qualche passo al maniero, senza però riuscire a riconoscere i tratti della misteriosa figura che la fissava.
E quella restò per qualche altro istante a guardarla, per poi rientrare. Intanto il pomeriggio andava a declinare. |
La voce era sempre più vicina, e questo metteva stranamente in agitazione i miei uomini.
Proprio non capivo quel comportamento. "Cos'è, avete paura?" guardandoli, ma con fare canzonatorio, continuando ad interpretare la mia parte. Kostor continuava a parlarmi come se potessi rispondere. Scossi solo la testa a quella domanda. Mica si poteva andare in giro ad ammazzare la gente a caso. Magari era un cugino del barone ed eravamo fritti. "Fossi in voi non abbasserei la guardia e mi comporterei come al solito.. siete abili soldati no?" quasi con spregio "Dunque di che avete paura?". Tanto, chiunque fosse, lo avremmo incontrato presto. |
Marwel tirò fuori un sacchetto di monete nascosto sotto il mantello e glielo porse al soldato.
"Questo è tutto ciò che ho e adesso fatemi vedere mio marito" disse. |
Quella figura dai tratti indecifrabili resto qualche altro istante ad osservarmi, poi rientrò.
Feci per avanzare ancora, ma mi bloccai subito, pensando che non sarei più riuscita ad entrare e ormai il giorno andava morendo. Così, con la mente piena di interrogativi, mi incamminai verso casa. |
Ferico apparve compiaciuto della mano di Dacey sul suo braccio.
I due allora, scortati, dai valletti e seguiti da Jean, raggiunsero le scuderie, dove gli stallieri tentavano di tenere fermi tre superbi baschi che schiumavano e scalciavano come dannati. "Meravigliosi..." disse il barone a Dacey "... non credete, milady? Sono una straordinaria follia che ci siamo concessi per il nostro diletto. E naturalmente ci auguriamo che sia anche vostro il diletto." Ridendo. "Ora ditemi... quale fra essi vi garba di più? Sceglietene uno e vi sarà concesso di dargli un nome." |
Il soldato prese avidamente le monete di Marwel.
Le conto' rapidamente e ancora più velocemente le nascose sotto la giubba. Le fece poi cenno di seguirlo. Condusse allora la giovane nelle segrete della torre, dove regnava umidità ed un fetore che apprestava l'aria. E Marwel vide il prigioniero ancora incatenato in una cella dalle grate arrugginite. "Solo pochi istanti, poi vi riporterò fuori." Disse il soldato alla ragazza. |
Raggiunsi le scuderie al fianco del barone ma rassicurata che Jean fosse poco dietro.
I tre cavalli erano irrequieti, avevano poco spazio a mio giudizio. Una buona parte delle ricchezze di mio padre proveniva proprio dai cavallo ed ero stata addestrata a capire i segreti di quegli animali. I baschi erano troppo tozzi per i miei gusti, molto più alti rispetto ai miei amati arabi, con gli occhi meno vivaci e più languidi, ma anche per questo meno leggibili. Il gruppo era composto da due stalloni e una giumenta, più calma tra i tre. Capii che per Ferico sarebbe stato uno smacco se avessi scelto uno degli stalloni e non volevo di certo farlo adirare, con il rischio di finire confinata nella mia stanza. << Sono magnifici>> esagerai il giudizio allungando la mano verso la giumenta. Era grigia, quasi argentea, con accenni di pomellato. Sfumature più scure sul muso e all'attaccatura degli zoccoli. Criniera e coda corvini. << Chandra. Significa Luna nella lingua di mia madre >> |
Clio non terminò neanche di parlare che qualcuno apparve nella vegetazione.
Era un cavaliere a cavallo, vestito di una lunga tunica bianca, bordata di nero, un elmo di ferro sul capo e corazza su braccia e gamba. E nel vedere i falsi soldati sul carro smise immediatamente di cantare. |
Prima ancora che potessi dire qualcosa, la figura si palesò davanti a noi.
Era un cavaliere, vestito di bianco e nero, con l'elmo in testa. Curioso incontro, questo era sicuro. Lo osservai incuriosita, cercando di mantenere sempre l'aria indifesa della prigioniera. I miei uomini dovevano gestire da soli quell'incontro. Io non potevo aiutarli. Ero solo una prigioniera, nient'altro. Non tradirsi era vitale. Ma mi fidavo di loro e sapevo che avrebbero agito nel migliore dei modi. |
I soldati andarono via con le monete, seguiti dallo sguardo di Frate Roberto.
Anche Gaynor ed Essa lasciarono la Pieve. "Ci è andata bene..." disse la serva alla dama Flegeese "... quei soldati avrebbero potuto farci del male... siete stata molto imprudente nel rispondere loro a tono..." Nel frattempo, alla Pieve, Frate Roberto era rimasto solo ed ora Altea poteva uscire dal suo nascondiglio. |
La guardia guidò Marwel fin dentro la torre ed ella vide il prigioniero dietro le sbarre e provò tenerezza verso quell'uomo. Quando il soldato si allontanò, ella allungò una mano trapassando le sbarre e sfiorando il braccio del prigioniero.
"Vi voglio aiutare. Ho detto alla guardia di essere vostra moglie, dovete avvicinarvi alle sbarre sennò desteremmo sospetti" sussurrò senza farsi sentire dal militare. |
Poco dopo anche le guardie se ne andarono, vidi nelle loro mani un sacchetto..probabilmente erano proprio i soldi dati dalla nobildonna.
Rientrai dalla finestra socchiusa della cucina e la richiusi bene, stava pure facendo notte. "Frate Roberto, per fortuna nessuno ci ha rimesso la vita" dissi dirigendomi da lui e sorridendo "Io ero nascosta tra i cespugli della Pieve, per sicurezza, hanno commesso un' altra delle loro ingiustizie.." sospirai..."Parlavamo di Tomas...". |
Era il tardo meriggio ormai, l'imbrunire avanzava man mano che le lunghe ombre degli aceri, delle querce e dei cipressi coprivano i docili pendii che declinavano sul bosco.
Gwen aveva imboccato lo stretto sentiero che tagliava la boscaglia, mentre il castello svanita poco a poco nella vegetazione e nel freddo. E fatto un miglio, la ragazza vide qualcuno venire verso di lei. Era un contadino che tornava dal suo podere. |
Ormai si avvicinava l'imbrunire.
Io continuavo a camminare, quando vidi un contadino di ritorno dal podere. Lo ignorai comunque, poichè stava per fare buio e dovevo affrettare il passo. |
"Hanno preso il denaro che quella nobile dama aveva portato come offerta." Disse Frate Roberto ad Altea. "Purtroppo, davanti ad uomini che non temono Dio, è impossibile che poi osservino le normali e basilari norme della generosità e della pietà verso i più miserabili della società." Con tono grave. "Si, parlavamo di vostro fratello... purtroppo ha commesso una sciocchezza, non giustificata dalla fame e dalla povertà, ma spinta dalla sciocca volontà di indispettire un nemico troppo più forte. Una capra non dovrebbe mai sfidare i lupi famelici." Prendendo una mantellina umile e consumata. "Mi rechero' al castello, sperando di convincere il barone a compiere un atto di misericordia..."
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Gwen incrocio' quel contadino che la saluto', pur restando sorpreso di vederla sola nel bosco.
"Come mai" disse "ve ne andate sola per il bosco a quest'ora?" |
L'uomo incatenato alzò lo sguardo a quelle parole di Marwel, fissandola con stupore.
Fece allora qualche passo, per quanto gli consentissero le catene, fino alle grate. "Perché..." disse con voce bassa "... perché fate questo per me? Chi siete?" |
"E' quello che ho pensato quando ho visto la nobildonna uscire e loro uscire col denaro..quei soldi erano per i poveri, ma purtroppo siamo abituati a simili angherie."
Egli prese una mantellina e disse di andare dal barone e trasalii "Frate Roberto..ma è notte, potrebbe essere pericoloso ora" e poi un chierico come lui che potere poteva avere, era troppo determinato, le mie erano solo perplessità sulla figura di quell' uomo. "Posso venire con voi se volete...io...e..io ho la casa in disordine, dovrei rimetterla a posto..non so..se non volete venga con voi potete accompagnarmi fino alla rocca dove abito, è nel bosco di Clantes. Fermarmi qui da voi sarebbe pericoloso per voi" aspettai il suo responso, mio padre mi aveva insegnato a seguire gli insegnamenti degli uomini di Chiesa e la Fede era pure in me. |
"È quasi sera" disse Frate Roberto ad Altea "è andando al castello troverò di certo il barone a tavola. Almeno così avrò la possibilità di parlargli. Poi quella che sarà la sua reazione solo il Buon Dio può conoscerla. Il mio compito è andare lì ora." Fissò la dama. "Potete venire con me se volete, ma a condizione che non vi facciate scoprire. Indosserete un mantello con cappuccio e qualunque cosa accadrà voi resterete in incognito."
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Il pensiero quell' uomo mangiava tranquillo alle nostre spalle mi urtò..speravo gli fosse venuto una indigestione durante la notte.
"Si certo...non preoccupatevi, il mio mantello è bello pesante" e sorrisi al frate poichè mi dimostrava di avere fiducia in me. Mi legai i capelli in una lunga treccia e la infilai dentro il mantello e misi il cappuccio celando il diafano viso di donna "Sono pronta, seguirò i vostri consigli, vi potete fidare". |
I mercenari videro quel cavaliere comparire tra la vegetazione.
"Voi..." disse Tussor, assumendo un tono autoritario, come il suo travestimento richiedeva "... chi siete?" "Siete forse i proprietari di questo bosco?" Chiese il cavaliere senza togliersi l'elmo. "Perché allora pretendete che io riveli il mio nome, senza usare cortesia?" "Forse le nostre armature" Elas "e il simbolo baronale non vi dicono nulla?" "Sono giunto dalla mia città" rispose il cavaliere "e non conosco tutti i signorotti che ultimamente sono spuntati come funghi qui a Sygma." Guardò Clio e le altre due ragazze. "È queste donzelle chi sono? Perché quella bionda reca un taglio sulla bocca? Non mi garba vedere donne maltrattate..." |
Risposi al saluto dell',uomo.
"In realtà sto tornando a casa, vivo a Monsperon" risposi, continuando a camminare. |
Frate Roberto e Altea lasciarono la Pieve e si addentrarono nella boscaglia avvolta da un sempre più cupo imbrunire.
Poco dopo, essendo la Pieve non distante dal castello, arrivarono davanti al portone del maniero baronale. A fare da sentinelle vi erano due guardie. "Di grazia" disse il frate ai militari, dopo aver fatto fermare Altea qualche passo più indietro "potrei essere ricevuto da sua signoria?" I due soldati si guardarono e risero. "Sua signoria non ama vedere i preti..." divertito uno dei due soldati "... sopratutto prima di mettersi a tavola." "Già..." annuì l'altro soldato "... gli fate passare l'appetito..." |
"Allora affrettatevi" disse il contadino a Gwen "perché quando fa buio il bosco non è un luogo sicuro... vi sono animali feroci..."
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Presi Cruz e andammo verso il castello, si stava facendo sempre più buio ma il frate proseguiva sicuro, ad un tratto apparvero delle guardie ed egli mi fece segno di aspettare dietro lui.
Mi fermai abbassando lo sguardo, non sapevo le sue intenzioni, se voleva farmi entrare o aspettassi fuori. Ascoltai le battutine sarcastiche dei soldati ma sapevo Frate Roberto ci sarebbe passato sopra. |
"Lo so bene, credetemi" dissi all'uomo.
Intanto il mio pensiero volava a quel misterioso uomo che mi osservava dalla finestra. |
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