Pensavo che saremmo normalmente usciti dalla porta, invece no.
Andammo in una saletta, dietro ad una credenza, Elv la spostò e scendemmo in una botola.
Cammimammo per un bel po', con l'aiuto di una torcia.
Alle sue parole, guardai la grata che avevamo davanti.
Era incredibile tutto quello che stavo scoprendo stanotte, non avrei mai immaginato che esistesse una realtà simile.

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Mi andai a sedere e guardai impassibile l'inizio della corsa.
A me di quel delinquente non fregava nulla, ma iniziai a sentire il cuore battere quando partì l'aeroscafo, quando lo vidi sfrecciare.
Ecco cos'era Redemptio per me: passione, adrenalina, eroismo.
Guardavo con gli occhi sempre più accesi, sempre più avidi di emozioni.

"Ma rischiano la vita per cosa? Mica siamo in guerra..." risposi spazientita "Quindi mi faccia capire bene... Tutto ciò che le occorre è un passaggio, giusto? Deve arrivare da quelli che lei chiama ribelli, se ho capito bene... Se è così, se è soltanto questo che mi chiede, l'asseconderò. Non dico di arrivare a crederle, ma questo favore posso farglielo... Ad ogni modo, credo sia doveroso adesso dirmi il suo nome..."

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“Vediamo che occasioni ci saranno per lasciare questo posto...” disse Hiss a Shushan.
Uscirono nel cortile della base e videro alcuni militari in esercitazione.
Ad un tratto l'ufficiale che li guidava li notò e fece loro cenno di avvicinarsi.
“Lascia parlare me...” mormorò Hiss a Shushan “... sennò capiranno sei una donna...”
Raggiunsero l'ufficiale.

Diahnne inviò un messaggio ai suoi fratelli e dopo un po' la loro auto non si vedeva più.
“Tutte brave persone...” disse Castiel sorridendo enigmatico “... beh, io non lo sono affatto... ma puoi star tranquilla che farò di tutto per ritrovare tuo fratello...” guidando “... dove siamo? Presto lo saprai...”
Percorsero una stretta stradina, fino ad arrivare davanti ad un capannone isolato.
Scesero dall'auto e lui bussò alla porta di quella struttura.
Allora aprì un uomo di colore.
“Che vuoi?”
“Fare conversazione...” accendendosi una sigaretta Castiel.
“Strozzati.” Il nero.
“Sei così asociale, fratello?”
“Non sono tuo fratello.”
“Ovvio, mia madre non è una cagna come la tua...”
Il nero allora aprì la porta e cercò di colpire al volto Castiel per quelle sue parole offensive, ma l'altro lo immobilizzò e lo gettò a terra, puntandogli la pistola alle tempie.
“Ripetiamo tutto da capo...” Castiel “... facciamo conversazione?”
Il nero lo rispose con una parolaccia e Castiel lo colpì al volto.
“Chiacchieriamo?”
“Cosa vuoi, verme?” Tossendo il nero.
“Dov'è Black?”
“Spero all'Inferno...”
E Castiel lo colpì di nuovo, stavolta sullo zigomo.

“Allora...” disse Elv a Kara “... hai paura ora? Hai perso la tua sicurezza?”
Poi cominciò a spostare la grata.
Ora c'era una galleria davanti a loro.
“Questo è il cuore sotterraneo di Imperios...” mormorò lui.
E si avviarono.

Uscimmo dal magazzino e sentivo fortemente la calura, tra il deserto e il calore della tuta, anche se era di materiale traspirante..o forse era solo la tensione.
Ad un tratto ci fermò un ufficiale e come disse Hiss rimasi zitta, speravo le buona sorte girasse dalla nostra parte.
Rimasi sull' attenti aspettando i due parlassero, ma mi sorprendeva come Hiss vivesse in questi luoghi come se li conoscesse ma mi convincevo sempre più fosse una mia impressione.

La corsa partì ed Elise assisteva allo spettacolo.

O forse sarebbe stato meglio chiamarla caccia.
I due aeroscafi sfrecciarono velocissimi verso la loro preda.
Cristoforo aveva un vantaggio di circa trenta minuti, che però vide drasticamente sparire.
Il suo aeroscafo era molto meno potente di quelli che lo inseguivano ed in breve, curva dopo curva, vide le sagome dei due veicoli predatori farsi sempre più minacciose nei suoi specchietti.
Gozzlon fu il primo ad agganciarlo col mirino e poi a colpirlo.
Cristoforo cominciò a perdere velocità per il foro nella carrozzeria.
Lord Justin però, velocissima, raggiunse Gozzlon, lo speronò e poi si lanciò verso Cristoforo.
Stavano attraversando il primo girone, quello dei peccatori rei di razzismo.
Ogni girone infatti rappresentava un peccato.
Non uno dei Sette peccati Capitali, ma le nuove colpe che il governo liberale di Imperios riconosceva come delitti contro la felicità umana.
Ed il razzismo, inteso non solo etnicamente, ma anche ideologico e soprattutto religioso, era il primo di quei nuovi sette peccati.
https://i.blogs.es/adf3c7/310517-gui.../1024_2000.jpg

Arrivammo ad una capanna e quello che vidi fu del tutto inaspettato.
Castiel colpì più volte quell'uomo che, sicuramente, doveva sapere qualcosa su mio fratello.
"Posso "chiacchierare" anche io?" chiesi senza aspettare risposta. Uscì la mia Colt e gliela puntai su una tempia.
"Ti conviene parlare, se non ci vuoi finire tu all'inferno" dissi ricaricando l'arma.


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“Si, solo questo le chiedo... mi basta un passaggio... non le chiedo altro...” disse l'uomo a Jennifer “... il mio nome? Mi chiamo Brescian... Tony Brescian...” guardandola negli occhi.

"Bene, signor Brescian..." risposi con un sorriso "La porterò dove mi chiede, ma con la condizione che guidi lei... Non la prenda a male, ma preferisco averla sott'occhio..."

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Roteai gli occhi.
"Non ho paura" risposi, con una smorfia.
Imboccammo una galleria percorrendola ed io mi guardavo freneticamente attorno incuriosita.
"Dove porta?" chiesi poi.

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Redemptio
 

Seguivo tutto con una tensione crescente, sempre più intensa, sempre più forte.
Adoravo le sensazioni che mi dava Redemptio, così forti in ogni sfumatura.
Vidi Gozzlon arrivare a prendere il malvivente, e poi Justin speronarlo.
Era solo il primo girone, c'era ancora tutto in gioco.

Diahnne puntò la pistola contro il nero e lui la guardò con disprezzo.
“Saprei io cosa ti farei...” disse lascivo.
Per tutta risposta Castiel gli ficcò la faccia nel terreno.
“Ho capito... ho capito...” il nero dopo aver a lungo tossito “... tu... tu devi essere l'angelo... si... ne sono certo... e questa è la tua amante...”
“Parla, bastardo.” Intimò Castiel.
“Black...” tossendo l'altro “... non è più in città... è furbo ed è andato via...”

Brescian sorrise a Jennifer.
Annuì e salirono in auto.
Poi partirono.
“Non è molto pratica...” disse lui guidando “... di certe situazioni intendo... come fa a tenermi sott'occhio senza avere un'arma?” Divertito. “Comunque non tema... io sto dalla parte dei buoni... e ho già una donna... almeno io l'amo... lei? Non so... ma probabilmente no...”

“In purgatorio...” disse Elv a Kara.
Camminarono ancora.
La galleria sembrava infinita.
Poi da lontano apparve una luce.
Proveniva da una piccola grotta scavata nel terreno.
Qui i due trovarono alcune persone.
Perlopiù donne e bambini.
C'era poi un vecchio che armeggiava con un sensorphone.
“Salve...” fece Elv “... questa è Kara... potete fidarvi...”
Uno dei bambini si avvicinò.
“Elv...” fissandolo “... hai visto il Sole? Com'è?”
“E' meno bello di quanto immagini, piccolo...” mormorò Elv “... l'aria è sporca, piena di una brutta polvere che avvelena...” accarezzandolo.

L'ufficiale chiamò a sé Hiss e Shushan.
“Sto inviando un soldato ad un chilometro da qui, all'altezza del Passo del Diavolo...” disse “... mi occorrono due volontari per accompagnarlo... ci state?”
“Si, signore.” Annuì Hiss, per poi guardare Shushan con uno sguardo d'intesa.

La corsa continuava.
E con essa la caccia, tutto sotto gli occhi eccitati di Elise.
Intanto il pubblico gridava, incitava, insultava e scommetteva.
Qualcuno su Gozzlon, qualcun altro su Lord Justin.
Il pilota dell'Ateismo Nero aveva superato quello dei Guerrieri di Solaria ed aveva ormai nel mirino l'aeroscafo di Cristoforo.
Lo colpì ancora, stavolta alla scocca.
Un colpo non letale, per rendere inservibile il mezzo della preda.
Infatti sbandò contro una delle gallerie del girone.
L'urto fu abbastanza forte, ma Cristoforo aveva ancora le gambe e le braccia buone.
Uscì dall'abitacolo e cominciò a correre senza una meta.
Lord Justin voleva questo.
Ucciderlo senza il suo aeroscafo.
Questo aumentava gli ascolti in tv e le scommesse.
Aumentò la velocità e raggiunse il condannato, tranciandolo di netto in due.
La sua fuga era terminata nel primo girone.
Mai nessun concorrente aveva superato il primo livello.
Nessuno.
A parte i tre che ce l'avevano fatta.
Il pubblico intanto esultava, mentre Lord Justin tagliava il traguardo davanti a Gozzlon, che poi uscì mestamente dal suo aeroscafo.
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Il Passo del Diavolo..la parola la diceva tutta ma annuii col capo.
Sorrisi sotto il casco leggermente..un militare solo...forse era davvero la salvezza..sperando non fosse una missione difficile visto gli ultimi accaduti, ma confidavo nel meglio.

Cosa intendeva?
Forse glielo avrei chiesto più avanti.
Ad un certo punto vedemmo una luce in fondo, che proveniva da una grotta.
Lì trovammo perlopiù donne e bambini.
Sorrisi appena a tutti loro quando lui mi presentò e poi un bambino si avvicinò ad Elv.
La sua domanda mi spiazzò: non era mai uscito da qui?
Possibile?
Annuii sospirando appena alla risposta che seguì, perchè semplicemente era la cruda verità.
Ora restava da scoprire il resto sulla faccenda.
Intanto guardavo quanto fosse tenero con quel bambino.
Allora ci sono degli aspetti nascosti di te, tesoro

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La corsa era concitata, rapida e veloce, io non staccavo gli occhi dallo schermo.
Su di me potevo sentire ancora l'adrenalina di quando c'ero io in quegli aeroscafi, e dovevo ammettere che un po' mi mancava tutto quello, mi mancava correre, sentire il pubblico urlare, lanciarmi in quel percorso senza fine.
Ora potevo solo seguire ogni movimento di quello fatto da Gozzlon, anche se non se la stava cavando tanto bene.
E infatti, fu Lord Justin a tagliare il traguardo e il mio sguardo si fece tagliente, molto tagliente.
Gozzlon se la sarebbe vista con me.

Ascoltai quelle parole concentrata.
L'angelo? Amante? Ma di che cosa stava parlando?
"E sai dov'è, esattamente?" dissi senza cambiare la mia espressione.
"Dimmi dov'è ed io sarò gentile" dissi facendo un piccolo sorriso.


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"Forse è lei che non è pratico di donne con un cervello..." risposi sorridendo a Brescian, tirando fuori dalla borsa il mio coltello svizzero.
"Vede, è piccolino, ma le posso assicurare che è molto funzionale..." dissi facendo scattare la sua lama più lunga. "Per rispondere alla sua domanda, io sono innamorata di mio marito come lo ero il primo giorno e sono totalmente immune da ogni altro uomo. Ma mi dica, dove siamo diretti?"

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Il pubblico era in visibilio.
Gridava, applaudiva, esultava mentre sui monitor apparivano le immagini dell'aeroscafo di Cristoforo in fiamme.
E poi continuava a passare in sovrimpressione l'ultima ripresa fatta dal sensorphone che aveva il farabutto nel momento in cui Lord Justin l'aveva tagliato in due.
Il pubblico amava tutto ciò.
Era reale, si poteva toccare con mano.
Ennar esclamò a gran voce l'accaduto, decretando Lord Justin campione di questa puntata di Redemptio e ringraziò quel pilota per aver fatto giustizia contro un feroce criminale.
Gozzlon, ancora con la tuta da pilota, si avvicinò ad Elise.
“Mi spiace...” disse “... quel dannato pilota è molto in gamba, capo...”

Elv poi si sedette in mezzo a quei bambini e diede loro degli snack.
“Li ho fregati ad un distributore automatico di una palestra...” disse “... in giro ci sono tanti idioti che usano queste barrette energetiche.” Divertito e soddisfatto nel vedere quei bambini così felici.
Il vecchio allora si avvicinò a Kara.
“Chi sei, ragazza?”
“E' una giornalista...” Elv “... però non è corrotta.”
“Dici?”
“Si.” Rispose il ragazzo.

Brescian sorrise.
“In verità non lo so...” disse a Jennifer “... è un po' come una caccia al tesoro, bisogna raccogliere indizi sparsi...” guidando “... comunque stia tranquilla, non avrà modo di usare il suo coltello... non sono un criminale... noi ribelli miriamo alla felicità... di tutti...”
Avevano imboccato una stradina che portava verso la periferia.
“Il Lagno” aggiunse Brescian “è un po' come un confine... al di qua ci sono i ricchi borghesi, amici del governo... di là i proletari, utili solo come forza lavoro...” fermandosi davanti ad un locale di terzordine.

“Te l'ho detto...” disse il nero a Diahnne “... fuori città, lontano...”
“Senza amici?” Chiese seccamente Castiel.
“Ne ha più di te...”
“Tu per esempio?”
“Va a farti...”
Ma Castiel lo colpì ancora, tramortendolo prima che potesse finire la frase.
“Cerchiamo in giro...” rivolto poi a Diahnne “... magari in casa troveremo qualche indizio...”
E cominciarono a rovistare nella casa del nero.

"Va bene!" dissi guardando quell'uomo con disprezzo. Entrai in casa sua ed iniziai a guardare in giro. Ero rimasta colpita da Castiel, quel suo comportamento duro e tosto, si sfumava perfettamente con il suo bell'aspetto, forse per questo lo chiamavano "Angelo".

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"Aspetti un attimo..." dissi a Brescian "Io ho detto che l'avrei accompagnata dove voleva, non che l'avrei scarrozzata in giro in cerca di indizi, ascoltando storie su ricchi e proletari... Questa storia non mi piace..."

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Accennai una risata divertita alle parole di Elv a quei bambini e rimasi ancora a guardarlo teneramente mentre stava in mezzo a tutti loro.
Era un momento in cui sembrava come se vedessi qualcosa per la prima volta.
Qualcosa di meraviglioso.
Poi mi si avvicinò un altro anziono per chiedermi chi fossi e prima di esplodere sperai che non si comportasse come quello di prima, altrimenti era proprio un vizio.
"Si può fidare" gli dissi, annuendo.
Poi mi avvicinai alle spalle di Elv, chinandomi appena e poggiandovi su di esse i gomiti.
"Allora ce l'hai qualche pregio che spunta fuori, ogni tanto..." dissi divertita, riferendomi a come aveva reso felici quei bambini con così poco.
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Non vedevo e non sentivo nulla, avevo il fumo negli occhi e dovevo stare attenta a mantenere un'espressione distaccata.
Anni fa, quando non ero che una ragazzina appassionata di Redemptio e una pilotasse della squadra femminile, correvo sugli spalti quando in pista c'era la prima squadra, urlavo, mi esaltavo, mi emozionavo, impazzivo, ogni volta, ogni singola corsa, non avevo lasciato soli i Guerrieri mai, nemmeno una volta.
Allora sì, che potevo urlare tutto quello che pensavo, che potevo insultare il pilota di turno che non aveva onorato abbastanza Solaria, che non era stato degno di quell'Aeroscalo che per me era tutto.
Ma ora, ora ero seduta al posto dei dirigenti, e non potevo mostrare quelle emozioni forti e potenti che mi scuotevano nell'animo.
Ma Gozzlon, che mi conosceva bene, certo colse quell'occhiata, contrariata, colma di disappunto.
Ora mi toccava anche fare i complimenti a Justin, per di più!
Presi un leggero respiro che avrebbe voluto essere profondo, e cercai di sfoggiare il mio miglior sorriso dirlomatico.
Cosa che mi veniva particolarmente male, a dirla tutta.
"Lo fermeremo, tranquillo.." gli sorrido, dandogli un leggero buffetto sul braccio.
Era vero, un modo per battere quel tipo l'avremmo trovato, eccome.

Elv alzò gli occhi e trovò quelli verdi di Kara.
“Ho molti più pregi di quanto tu creda...” disse mostrandole la linguaccia “... anche se difficilmente li mostro a chi è acida come te.” Ridendo piano.

Brescian guardò Jennifer.
“Ormai siamo in ballo e dobbiamo ballare...” disse “... ci hanno visti insieme e separarci vuol dire attirare su di noi i loro sospetti... scenda ora...”
Scesero e lui la prese sottobraccio fino al locale.
Era un luogo tutt'altro che elegante, con pochi clienti ai tavoli maleodoranti.
Presero posto e Brescian ordinò da bere.
“A breve noteremo qualcosa...” mormorò “... e capiremo se qui ci sono amici oppure nemici...”

Diahnne e Castiel cominciarono a cercare ovunque, fino a quando lui trovò qualcosa.
“Ehi, Diahnne...” disse “... vieni a vedere...”
Aveva in mano una ricevuta relativa all'acquisto di un'auto usata.
E recava la firma di Black.
“Pare che tuo fratello abbia preso un'auto...” mormorò “... cosa doveva farci? Hai qualche sospetto in merito?” Guardandola.

Gozzlon annuì poco convinto, mentre l'aeroscafo di Lord Justin faceva il giro d'onore nel girone.
Enner ne tesseva le lodi ed il pubblico scandiva il nome del nuovo asso dell'Ateismo Nero.
Quando poi scese dal suo veicolo, subito si avvicinò al palco dei dirigenti, cercando lo sguardo di Elise.
“La vita è fatta così, cara presidentessa...” disse Lord Justin “... comunque se vuole discutere piacevolmente sull'arte della guida io non potrò che esserne onorato e lieto.” Guardandola tutta con occhi lascivi.
E nel fissarla si leccò le labbra.

Guardai la ricevuta sospettosa e scossi la testa.
"No... Forse doveva fare una dei suoi colpi grossi..."
Cominciavo ad essere davvero preoccupata per lui, perché andare via così? Scappava da qualcosa o c'era qualcuno che inseguiva?

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Assunsi un'espressione fintamente sconvolta.
"Era una linguaccia, quella? Tu osi fare a me la linguaccia?" esclamai, sempre con quel finto tono contrariato "Bene, saprò cone vendicarmi" con un sorrisetto.
Lo guardai ancora in quegli occhi così scuri, di un nero così intenso da sembrare quasi morbido, vellutato.
"Allora vorrà dire che troverò qualcun altro" aggiunsi alla fine, con sufficienza.

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Brescian mi costrinse mio malgrado ad entrare in quell'infimo locale. Avrei voluto reagire, ma dovetti ammettere con me stessa che a quel punto ero un po' spaventata.
"E come lo capirà?" Risposi in un sussurro "Parli al singolare, perché io non so da che parte cominciare a notare..."

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Ecco, ecco che arrivava il momento che proprio volevo evitare.
Lord Justin che si pavoneggiava.
Se c'era una cosa che non sopportavo nel perdere, era vedere gli avversari pavoneggiarsi in quel modo, sentire la folla esultare il loro nome.
Tuttavia sorrisi al pilota dell'Ateismo, con un leggero cenno del capo.
"Ottima gara, i miei complimenti.." gentilmente.
Maledetta cosa, te e chi ti ha portato nella mia pista..
E poi era così disgustoso da leccarsi pure le labbra, ma dico io, un po' di decenza!
Voleva giocare a fare la donna, diamine poteva scegliere una donna un pochino raffinata, e che diamine!
A quel punto mi ricordai di avere un importantissima cosa da dire al mio capitano, e mi dileguai, andando subito d Gozzlon.
"Dimmi che almeno il nuovo aeroscalo era decente..." sospirai.

Castiel guardò pensieroso la ricevuta.
“La data è di due giorni fa...” disse “... ciò vuol dire che la stesura dei documenti, il ritiro dell'auto e la partenza saranno passate forse cinque ore... avrà quindi un vantaggio di circa una quarantina di ore... dobbiamo sbrigarci... è ormai fuori città...” fissando Diahnne.