Gwen cenò e poi attese il ritorno di Herbert.
Ma fu un'attesa lunga. Arrivò la Mezzanotte e lui non era ancora tornato, al punto che la ragazza cominciò a sentire la stanchezza di quel giorno ed il sonno arrivare.

Attesi il ritorno di Herbert, anche se lui non accennava ad arrivare e mentre ero lì, stesa sul divano accanto al camino, iniziai a sentire la stanchezza ed il sonno avvolgermi fra le loro braccia, nonostante lottassi con tutta me stessa per rimanere vigile, ma era davvero difficile.

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Il tizio putroppo non passò alle mani, e io me ne dovetti stare ferma e calma.
Odigel era compassato e calmo, decise di non proseguire oltre la lite.
Non potei far altro che seguirlo, lontano da quell'uomo che prima o poi sapevo avrei steso come si deve.
Lui poi mi diede un compito e io annuii.
"Ma certo signore!" con un sorriso.
Mi diressi verso il centro del paese alla ricerca di un negozio che vendesse frutta e verdura, quando lo individuai, mi ci avvicinai per cercare le fave che voleva il mio padrone.

Gwen attese ancora, lottò contro la stanchezza e contro il sonno, ma alla finè si addormentò, svegliandosi solo il mattino dopo a causa di alcune urla che giungevano dal borgo sottostante la rocca.
Anche Destresya era nel centro abitato, in cerca di quelle fave per Odigel, senza però trovarle.
Ma poi delle grida che giungevano dall'altra parte della strada la fecero sussultare.

Cercai di lottare contro me stessa, ma alla fine il sonno ebbe la meglio e dormii praticamente tutta la notte sul divano, accorgendomene solo la mattina dopo al mio risveglio.
Furono delle urla a destarmi e subito, allarmata, non avendo idea se Herbert fosse o meno tornato a casa nel frattempo, mi affacciai alla finestra, per capire cosa stesse accadendo e sperando non fosse un altro scherzo di Busk.

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Niente, quelle fave sembravano introvabili.
Ma chissà a cosa gli servivano, poi!
Non sapevo proprio capacitarmene, ma non discutevo certo le parole del mio padrone, dunque le avrei trovate in un modo o nell'altro.
D'un tratto, un grido!
Mi bloccai di scatto, sussultando!
Immediatamente mi voltai e corsi nella direzione da cui proveniva.

Gwen si affaccio dalla finestra della rocca, ma le grida erano lontane, giungendo dal centro del borgo, perciò poteva capire poco o nulla da lì.
Destresya invece era nel centro cittadino e potè vedere alcuni contadini che portavano su un carretto un uomo ferito. l poverino era stata amputata parte della gamba, dal ginocchio in giù. Quei contadini po portarono dal dottor Barbat per affidarlo alle sue cure. Quei villani spiegarono poi che l'uomo era stato aggredito dalla belva, che afferrtolo per una gamba lo stava trascinando via. Le urla del poveretto avevano attirato i contadini, ma le fauci dell'animale a furia di tirare finirono per tranciare la gamba. E solo per questo i contadini riuscirono a raggiungerlo e portarlo via.
Poco dopo però Barbat annunciò alla gente di Monseracl che l'uomo era morto dissanguato.

Da lì era impossibile capire qualcosa, così decisi di scendere in paese, per comprendere cosa stessero succedendo là fuori.
Intanto, non avevo idea se Herbert fosse ancora fuori o fosse tornato a casa, ma sarei tornata subito non appena scoperto cos'era accaduto al borgo.

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Gwen scese nel borgo e scoprì ogni cosa. Della nuova aggressione da parte della belva, alla perdita di una gamba della vittima, morta infine dissanguata.

Arrivata al borgo, scoprii ciò che era già evidente, ossia una nuova vittima della bestia.
Aveva inizialmente perso la gamba, ma poi era morto dissanguato.
Probabilmente eravamo già oltre le dieci vittime ed era una continua strage.
Era un pensiero orribile quello di essere continuamente esposti ad un problema simile, mentre la gente continuava a morire e non sapevamo che minaccia stavamo fronteggiando.

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Nel borgo c'era paura, disperazione e rabbia.
Gwen aveva scoperto di una nuova vittima e poco dopo arrivò anche Goz.
"A questo punto" disse alla gente "credo cheogni altra protesta contro la mia decisione di vietare la fiera vada a farsi friggere, no?" Rimproverandoli con lo sguardo. "Fno a quando non sarà abbattuta la belva uscire nei boschi sarà proibito."
"E quelli che vivono lì? Nei boschi?" Gridò una donna. "Li abbandonerete al loro Destino?"

Arrivò anche Goz e non potei dargli torto.
Il festival era una vera e propria follia in questo momento, non potevo essere dalla parte dei commercianti.
Poi, Uan donna parlò, riguardo coloro che vivevano nei boschi, mentre io mi voltavo a guardare chi fosse.

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Era una donna come tante altre del borgo, tutte spaventate e disperate.
Un'aria cupa scese su Monseracl dopo quella nuova vittima della belva.
Gwen vide scorrere via volti e sguardi spenti, come se il borgo fosse ormai abitato solo da fantasmi. Tra quelle facce vide apparire quella di Busk. Camminava distante dagli altri e la fissava in modo insistente.

Capivo benissimo l'inquietudine della gente, specie appunto di coloro che vivevano dentro o accanto ai boschi, erano certamente più esposti al pericolo.
I volti della gente erano ingrigiti, spenti, non avevo mai visto questa gente in questo stato, mai e mi spaventava.
Serbavo dentro tanta rabbia nei confronti di questa situazione, mi faceva rabbia il fatto che non si riuscisse a capire come proteggere la gente.
La folla si disperse, ma vidi che Busk, sempre puntuale, era lì a fissarmi.
Sospirai in silenzio e mi diressi verso di lui.
Se non l'avessi fatto io, l'avrebbe fatto lui, tanto valeva andare.

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"Dovrete abituarvici..." disse Busk quando Gwen si avvicinò a lui "... ci saranno altre vittime... ed altre ancora... e alla fine le autorità si stancheranno di contarle... dei contadini e dei pastori ai potenti non interessa... i vescovi e i nobili smetteranno di occuparsi di Monseracl... si, dovrete abituarvi tutti..." fissandola quasi beffardo.

Ascoltai ciò che disse, con quell'aria quasi beffarda che mi dava un tale fastidio...
Sbuffai.
"Se sei qui per offendere o per riversare la tua frustrazione su di me, sappi che hai scelto la persona ed il momento sbagliati" dissi senza fronzoli.
"E onestamente, non voglio avere problemi a causa tua continuando a stare qui" conclusi, oltrepassandolo.

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"E se io..." disse Busk mentre Gwen si allontanava "... ti dessi una prova di ciò che dico? Hai chiesto della Vammana? Non è una favola... c'è la tomba... e se vuoi una prova io te la darò."

Sospirai.
"Sì, ho chiesto. E indovina? Dubito fortemente esista qualcuno che ritenga credibile questa storia" risposi, fissandolo.

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"Allora vieni con me, al monastero..." disse Busk a Gwen "... e lì ti darò la prova che è tutto vero..."

Sospirai massaggiandomi le tempie.
"Mi spieghi perchè insisti tanto con me? Dimmelo" fissandolo, fra lo spazientito ed il curioso.

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"Forse perchè sei l'unica che credo possa credermi..." disse Busk a Gwen "... e tu mi dici perchè sei così diffidente?"

Davvero non capivo, davvero.
Non mi conosceva nemmeno, come poteva fidarsi così ciecamente di me?
"Forse perchè non ti conosco abbastanza e perchè le tue teorie sono basate su delle credenze popolari?" ribattei.

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"Vieni con me al monastero" disse Busk "e ti mostrerò perchè devi credermi." Fissandola. "Se davvero ti interessa aiutare Monseracl allora vieni con me. Forse facendo aprire a te gli occhi, poi li riapriranno anche gli altri." A Gwen.

Lo fissai e vidi davvero la motivazione nel suo sguardo.
Avrei voluto avere la sua convinzione...
"Va bene, d'accordo, ti seguirò" cedetti alla fine.
E come ventiquattrore fa sperai di non fare una sciocchezza.

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Osservai la scena, in silenzio ma con le orecchie bene aperte.
Una volta compreso il tutto, mi voltai e senza pensarci due volte iniziai a correre, corsi a perdifiato fino alla locanda, dove sapevo che avrei trovato il mio padrone.
Corsi nella nostra stanza, per andarlo a chiamare e raccontagli di quanto avevo visto, se partivamo subito poteva raggiungere il medico ed esaminare le ferite il prima possibile!

Destresya corse alla locanda, dove raccontò tutto ad Odigel.
"Io andrò dal dottore del borgo per cercare di esaminare il cadavere..." disse lo scienziato "... tu continua a cercarmi le fave che ti ho chiesto, Destresya." Fissandola. "E' importante che io le abbia, chiaro?"
Nel frattempo Gwen si era decisa a seguire Busk. Insieme arrivarono al monastero.
"Ora chiederemo ai frati di poter vedere l'archivio... a me non darebbero mai il permesso, ma a te si per via di tuo padre..." lui a lei.

Annuii a quelle parole di Odigel.
"Sì, signore, ho pensato che fosse importante avvisarvi immediatamente, per quello ho interrotto le ricerche!" spiegai, un po' imbarazzata di non aver trovato quello che mi aveva chiesto.
"Avevo già guardato diversi negozi senza trovarci, ma sapete che non mi arrendo facilmente!" gli sorrisi.
"Vi scorto in paese e ci dividiamo lì?" proposi.

Arrivammo al Monastero.
"Va bene, va bene..." acconsentii.
Mi chiedevo cosa mai potessimo trovare, in un Monastero, di inerente ad una presunta maledizione, era una cosa che non reggeva proprio, ma speravo avesse ragione.

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"Non importa,non pensare più a trovare ciò che ti avevo chiesto, Destresya." Disse Odigel alla ragazza. "in realtà era piuttosto una verifica la mia. Il fatto che tu non sia riuscita a trovare ciò che ti avevo ordinato di portarmi significa che dobbiamo cercare non necessariamente nel borgo... infatti su alcuni di quei cadaveri ho trovato tracce di stricnina... una sostanza che si ottiene dalle cosiddette fave di Sant'Ignazio... come mai è finita su quei cadaveri? Forse risolvendo questo piccolo mistero avremo una pista da seguire..." pensieroso "... andiamo... accompagnami dal dottore del borgo..."
Nel frattempo Gwen e Busk erano giunti al monastero.
Arrivando videro un frate impegnato a seminare nell'orto di quel Santo Luogo.
"Ecco..." sottovoce Busk a Gwen "... ora chiedi al frate di voler consulare gli annali del monastero... dì a chi sei figlia e vedrai non ci farà storie... il servilismo è diffuso nella parte marcia di questa nostra società..."

Arrivammo e vedemmo un monaco intenti a lavorare nell'orto del monastero.
Sospirai guardando in su e mi avvicinai all'uomo.
"Salute a voi" con un sorriso "Sono la figlia del generale Herbert e sarei interessata a consultare i vostri annali, sarebbe possibile?" con tono educato.

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Il frate guardò Gwen un pò stupito, visto non era usuale che una giovane donna venisse a chiedere di consultare gli annali del monastero.
Ma poi il religioso annuì e fece entrare i 2 ragazzi nel monastero.
Li condusse in una stanza oltre il refettorio, dove c'erano ammassati diversi registri.
"Cercate" disse il frate "qualche avvenimento in particolare, o una data specifica?"
"Vorremmo vedere i registri di 29 anni fa." Busk. "29 anni fa esatti."
Il frate allora cercò e tirò fuori poi un vecchio registro, posandolo poi su uno dei tavoli ed andò via.
"Bene..." mormorò Busk "... vediamo un pò..." sfogliando il registro "... ecco... leggi qui... da questa pagina..." a Gwen.
Sul registro eranno annotati alcuni fatti misteriosi accaduti nei boschi presso Monsearcl 29 anni prima. Si trattava di aggressioni ai danni di diverse persone, perlopiù donne e bambini, ritenute opera di qualche lupo.
Le aggressioni erano durate per un intero anno, per poi cessare all'improvviso.

Il frate fu un po' stupito, ma ci accompagnò.
Busk rivelò quale anno volessimo visionare ed il frate ci diede i registri.
Iniziai allora a leggere dove lui mi indicava.
Iniziai a leggere di aggressioni uguali a quelle attuali, proprio identiche, che però poi erano cessate nel giro di un anno.
"Ma... Allora è già successo..." dissi, continuando a leggere.

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"E'quello che volevo dirti, ma senza prove non mi avresti creduto." Disse Busk a Gwen. "C'è poco altro da leggere. Le aggressioni cessarono all'improvviso e nessuno poi si è preso la briga di fare ricerche, ritenendo che davvero fossero opera di qualche lupo. E se cercassimo registri vecchi di 58 anni leggeremmo le stesse cose. In pratica queste aggressioni si ripetono in questi boschi da chissà quanto tempo, regolarmente ogni 29 anni..." fissandola.

Lo ascoltai nella sua spiegazione.
"Sì, ma... Come vorresti risolvere il problema? Dubito che troveremmo una contro maledizione, come nei romanzi..." sarcasticamente, chiudendo il registro.

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"Io credo" disse Busk a Gwen "che dovremmo far rivalutare la memoria della Vammana. Non più ricordata come una creatura malvagia, ma invece come la gran donna che è stata. Sono certo che basterà questo per annullare la maledizione."

"Non sarà facile... La gente di Monsearcl è conservatrice, tradizionalista... Non cambierà idea così facilmente... Quando ho chiesto informazioni su questa donna, sono stata liquidata dicendo che è solo una storia, che non ha alcun fondamento... E mentre si cercherà di convincere le persone, altra gente continuerà a morire..." sospirando.

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"Non importa quante altre vite ci costerà, ma noi dobbiamo far redimere la memoria della Vammana." Disse Busk a Gwen. "Si, è questa la nostra priorità. Dobbiamo riuscirci. Bisogna trovare il modo di convincere i bigotti del borgo."

Scossi la testa senza sapere che fare.
"Non so... Quale potrebbe essere un modo per convincere le persone a cambiare opinione? Voglio dire, ci vogliono delle motivazioni valide, incrollabili, non possiamo limitarci a dire che era una brava donna e non faceva male a nessuno..."

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"Ci penseremo..." disse Busk a Gwen "... troveremo un buon piano... ora però usciamo da qui... detesto chiese e monasteri..." con tono insofferente.
Lasciarono così il monastero e fecero ritorno al centro del borgo.
Proprio in quel momento però un capannello di persone si era formato in piazza.
Un nuovo straniero era giunto a Monsearcl.
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"Spero tu abbia ragione..." ammisi, mentre uscivamo dal monastero.
Pensavo ad un eventuale modo per spiegare ad Herbert questa cosa, ma nella mia testa non finiva mai bene.
Nemmeno Facio sarebbe stato dalla mia parte, visto che lui aveva liquidato la storia della Vammana.
Tornammo al borgo e vidi un capannello di persone, insieme ad uno straniero.
"Chi sarà mai?" chiesi, più retoricamente che altro "Sembra che, con la scusa degli attacchi, Monsearcl sua una grande metà turistica, ultimamente..." con sarcasmo.

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