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Osservai ogni suo movimento, lento...forse ora più malinconico, quindi pure lui era mutevole.
Rimasi in silenzio alle sue parole, quasi incredula "Eppure si dice i tuoi antenati hanno tentato di sfidarla ma forse invano...e tu rischieresti tanto per me?Ne sono lusingata ma pure intimorita" scrollai quel pensiero dalla testa. "Entriamo...vuoi...andiamo nella tua cabina o nella mia? Sai io amo lo stile orientale, sa anche di piratesco, e tu...tu...sembri abbia preso dalla tua stirpe questa indole romantica. A mio avviso, tu mostri spavalderia ma vi è qualcosa di malinconico pure in te" toccando la sua mano "Andiamo a trovare un rifugio da tutti" sorridendogli e guardandolo..."Ma bada io odio i dongiovanni, potrei prenderti a ceffoni se ci provi con me come con una qualsiasi donnetta del popolo" lo avevo detto? Si lo avevo detto ma il concetto era chiaro...pure della Corte ma era fuori luogo dirlo in quel posto. |
Gwen si addormentò anche lei e la notte trascorse senza sogni o problemi.
Al mattino un vaga foschia, umida e lenta, saliva dalle scogliere concave che circondavano la baia dell'isola, avvolgendo quello scenario tropicale. La ragazza fu svegliata da altre urla, sempre più strazianti, che giungevano dai canneti. Elv però non era nella sua brandina. |
Milo guardò Altea negli occhi, qusi sorpreso.
Anche lui, sempre sicuro di sè, non si aspettava quell'invito. "Io non ti tratterei mai come le altre..." disse, per poi prendere la mano di lei. Percorsero un tratto del ponte, fino a raggiungere le scalette che scendevano dove c'erano le cabine. "Vieni, andremo nella mia..." e la portò nella sua cabina "... faccio portare da bere? Di cosa hai voglia?" Fissandola. |
Dormii serenamente tutta la notte, ma al mattino fui svegliata dalle solite urla strazianti.
Ogni volta era sempre peggio, non riuscivo a sostenerla questa cosa. Notai che Elv non c'era. Mi alzai allora ed uscii dal capanno, notando che tutto era avvolto dalla foschia, l'umidità rendeva l'aria satura di acqua, sembrava che più che respirarla si dovesse berla. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Afferrai la mano di Milo e lo seguii e raggiungemmo la sua cabina.
"Cosa vorrei da bere?Immagino tu penserai del tè caldo...no, vorrei un buon vino d' annata, meglio se accompagnato da un dolce". Guardai la stanza, finalmente un pò di tranquillità, vi era troppo chiasso tra la troupe e io detestavo il rumore. "Posso farti una domanda indiscreta?Sempre tu voglia rispondere...tutti parlano di tuo padre" dirlo ancora mi scioccava "Ma tua madre chi era?"...oh si, volevo proprio sapere chi era la donna che aveva concepito il figlio di Guisgard. Mi avvicinai a lui con fare intimo, mi trovavo a mio agio con Milo, a volte le apparenze ingannavano. |
Guardai i due uomini, ma visto che Roan non aveva spiccicato parola, non mi offrii di farmi accompagnare.
Se c'era una cosa che mi indisponeva erano le persone così. "Con permesso!" dissi solo e me ne andai nella mia cabina. Ci voleva un bel caffè, prima che mi svegliassi chissà quando e dopo chissà quale incubo. Così, aprii il mio portatile e mi misi a dare una ripassata alle mie ricerche, alle testimonianze, così da poter affrontare a mente lucida quello che stava accadendo. Non perchè non mi ricordassi quelle cose che avevo non solo scritto io ma riletto cento volte, ma perchè farlo mi dava sicurezza, mi permetteva di immergermi in un mondo che era solo mio. Presi la tavoletta dei Geniti che custodivo gelosamente in una borsa perchè non si sgualcisse e la osservai per l'ennesima volta, accarezzandola. "Forse ci siamo..." mormorai al manufatto, l'unico probabilmente in grado di capirmi davvero "Sto arrivando!". Avevo il cuore che batteva a mille, dovevo concentrarmi solo su quello, tutto il resto non aveva importanza, i miei timori, le mie antipatie, contava solo che finalmente avrei potuto scendere laggiù e dimostrare al mondo che i Geniti esistevano davvero, che l'isola di Genito non era solo una follia strampalata di una professoressa con troppa immaginazione, come aveva detto qualcuno commentando le mie ricerche. Eravamo lì e ce la stavamo facendo davvero. https://i0.wp.com/www.bulletproofact...nter.jpg?ssl=1 |
Gwen uscì dal capanno e fu avvolta dall'umidità di quel luogo.
Non vide Elv ma notò delle orme sul terreno reso molle dall'umidità. Le orme dal capanno si addentravano nella foresta. |
Milo annuì ad Altea e poi prese il telefono interno della cabina, con il quale chiamò il bar a bordo per ordinare una bottiglia del miglior vino che c'era sul panfilo.
Poi guardò la dama giunta dal passato negli occhi. "Non so..." disse voltandosi verso l'oblò, dal quale si intravedeva un cielo rso più cubo dalle nuvole scure "... mio padre non ne parlava mai... credo fosse una storia complicata... si erano conosciuti da poco e si separarono presto... nessuno in famiglia penso l'abbia mai conosciuta, fino ad ora..." con tono basso. |
Non vidi Elv, ma c'erano delle orme che portavano nella vegetazione.
Ricordai l'avvertimento di Ludwig, di non addentrarsi in certe zone dell'isola. Seguii le orme per un po'. "Elv" lo chiamai, un paio di volte, al limitare della foresta. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
I pensieri di Destresya furono interrotti da qualcuno che bussava alla porta della sua cabina.
"Professoressa, siamo arrivati..." disse da fuori Roan. Infatti l'Ipazia era giunta a circa 30° di latitudine da Capo Miseus, la punta più occidentale del Mar delle Flegee, dove secondo i miti sorgeva un tempo l'isola dei Geniti, i primi civilizzatori di quelle acque. Sul ponte tutto fu preparato per permettere l'immersione ai 2 sub, che sarebbero stati Destresya e Roan. |
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