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Mi voltai verso Irene senza dare spiegazioni..."No grazie, non desidero nulla" ed entrai in camera.
Accesi una candela, mi tolsi il trucco, i gioielli, sciolsi i capelli e mi tolsi il bel vestito che indossavo e ne indossai uno più semplice. Mi sedetti su una poltroncina pensando....agli strani accadimenti avvenuti in quella casa e poi rimasi a guardare la parete pensando a come fui trattata dal Cavaliere al ballo...e se fossi stata parte di qualche suo piano? Perchè insistere tanto perchè andassi con lui, regalarmi un gioiello di valore per poi non degnarmi di una minima attenzione. Presi un libro che avevo acquistato giorni prima e cercai di liberarmi da quei pensieri...forse era meglio ritornare a Camelot e ubbidire ai miei genitori...lo avevo constatato da me..il Vero Amore non esisteva affatto. |
Abbassai lo sguardo e annuii impercettibilmente a quell'invito silenzioso.
Così, lo precedetti all'interno della grande sala, colma di euforia e curiosità. Osservai il re sedersi sul trono. Una lacrima leggera mi sfiorò la guancia. La porta si aprì d'improvviso, facendomi sussultare. Erano ore che spiavo quella porta, i bambini non potevano entrare, avevano detto. Così, io è Diomede ce ne stavamo nascosti ad osservare. Il cuore iniziò ad accelerare e ci sporgemmo dal nostro nascondiglio per vedere cosa fosse successo. Mio padre fu il primo a uscire, aveva il volto pallido e gli occhi scavati dal pianto, tuttavia c'era un'espressione severa e solenne nei suoi occhi chiari. Fissava un punto indefinito davanti a lui, oltre la finestra. Una grande folla si era radunata nel cortile, per stringersi attorno al re morente. Furono il medico e il religioso ad uscire per ultimi, il capo chino. Io e mio fratello uscimmo dal nascondiglio, e sorridemmo timidamente a nostro padre. Per un momento, i suoi occhi si posarono su di noi e mi parve di scorgere l'ombra di un sorriso in quello sguardo che era triste e solenne allo stesso tempo. Avrei voluto correre da lui, abbracciarlo, ma non potevo: anche se bambina, sapevo bene che le cose non sarebbero mai tornate come prima. Non era più soltanto nostro padre, aveva un'intero popolo a cui badare. Mio nonno era molto amato, in ogni angolo di Crysa, il suo era stato un regno lungo, pacifico e prospero. Sapevo bene quanto mio padre tenesse a lui. Ma sapevo anche che non poteva abbandonarsi al lutto come un uomo qualunque. "Sua maestà ha lasciato questo mondo.." Disse il medico, in tono solenne. Dopo un lungo, intenso silenzio, i presenti iniziarono ad inchinarsi profondamente. "Lunga vita al re.." Si levò da ogni parte della stanza. La voce vivace di Duon mi desto da quel ricordo lontano. "Cosa vi fa pensare che non sia già tra noi.." Dissi, gaiamente. "Mi chiedo quale sarà il prossimo fiore: un orchidea, una rosa rossa, un papavero blu?". Sorrisi, pronunciando quelle parole con noncuranza, sperando in realtà che il capomazdese potesse rispondere alla mia domanda insespressa. |
Mi voltai verso Jacopo a quelle parole, all’improvviso ero a disagio ma pregai che non se ne accorgesse...
“Beh, io...” Esitai... “Beh, mi ha invitata...” dissi poi, tentando di simulare indifferenza “E dunque mi sembrava cortese accettare... dopo tutto... dopo tutto, è un personaggio di rilievo, ormai, in città e tu sei il Capitano delle Guardie... suppongo che sarebbe stato sconveniente rifiutare...” Tacqui e per qualche minuto rimasi in silenzio, guardando altrove... poi, quando infine mi azzardai ad alzare di nuovo gli occhi su mio marito, notai che il suo sguardo vagava nervosamente per la sala... “Cerchi qualcuno, Jacopo?” chiesi, sorpresa. |
“La cortesia” disse Jacopo a Talia, senza smettere di guardarsi intorno “non richiede certo che faccia ballare mia moglie. Sarà anche un personaggio di rilievo, ma in giro circolano strane voci su di lui... pare cerchi moglie... ti ha forse chiesto di aiutarlo a scegliere?” Voltandosi verso di lei. “Non cerco nessuno...” aggiunse poi, tornando a fissare la sala “... controllo che tutto sia tranquillo... sono qui per questo dopotutto... forse perciò mia moglie si diverte in giro e non con me... ma comprendo che il lavoro di suo marito sia noioso...”
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Velv era pronto a tutto, non vi era cosa che per lui fosse impossibile....fu cosi' che mise in atto l'idea del mio piano.....e con l'aiuto dei suoi compari..richiese degli abiti......e dalla sua borsa tiro' fuori il necessario per scrivere......lo guardai seduto allo scrittoio.....penna e calamaio....aveva della pergamena giallastra.....e si mise di buona lena e di buona calligrafia a scrivere il nostro lascia passare......ci fecero arrivare un abito da curato e una da suora......Ordine Agostiniano .......vidi l'abito sul letto assieme a quello per Velv.....ebbi un momento di sconforto......" Velv....finiremo per finire all'inferno....stiamo profanando gli abiti dei servi di Dio.......Agnese ...questo e' il nome che mi e' sempre piaciuto.......e ho una paura terribile.......mi sono esposta con le guardie.....ma il copricapo e il pesante velo......cambiera' totalmente la fisionomia del volto...ma per voi ?......credo che voi dobbiate andare nella vostra stanza...incomincero' a vestirmi...verro' a bussare io alla vostra porta.....".....rimasi sola.....incomincia a spogliarmi...finche' non rimasi in sottana....guardai quell'abito......chiedendomi quale sensazione avrei provato.....e quante volte mi ero chiesta come facevano a vestirsi da sole...ora ci avrei provato ........incominciai dalla tonaca....misi il grosso rosario alla cinta.....e poi la cuffia.....che nascose del tutto i miei capelli......misi il colletto bianco....e con dei spilli misi il velo unendolo alla cuffia.........ero davanti allo specchio........non so se avessi provato la stessa sensazione se avessi provato l'abito da sposa.....forse si......con gli occhi lucidi..uscii dalla stanza e bussando alla porta di Velv......" Sono Suor Agnese........".....
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Duon sorrise a quelle parole di Clio.
“Dipende...” disse “... dipende dal tipo di messaggio che eventualmente lascerà... Mirabole ha portato a segno molti colpi... dei più disparati e nei modi più imprevedibili... vi è qualcosa di teatrale in lui... forse ama il teatro, chissà...” rise “... ma vi è un particolare che invece ricorre ogni volta... come un marchio di fabbrica, un segno distintivo... il fiore... il fiore che ogni volta lascia nei suoi messaggi... ogni fiore, come ben sapete, ha un significato... e il nostro Mirabole pare sia appassionato del loro linguaggio...e così, che sia una margherita, una rosa, un papavero o un lillà... ogni fiore viene scelto con cura in base al suo messaggio e dunque alla sua prossima mossa...” |
Osservai Jacopo per un istante a quelle parole, vagamente stupita...
poi un vago sorriso si allargò sulle mia labbra, diventando sempre più ampio... “Sei...” mormorai, senza riuscire a smettere di sorridere “Tu sei... sei, forse geloso, Capitano?” Sollevai un sopracciglio, con aria sarcastica... “Andiamo... Jacopo, onestamente... tu non sei mai stato geloso, in vita tua. Non di me, almeno! Vorresti davvero farmi credere di esserlo adesso?” Il mio sguardo si fece appena più profondo, su di lui... intenso... Poi, scuotendo appena la testa, sorrisi di nuovo... “Non sei molto credibile, temo!” mormorai dolcemente. E mi voltai ad applaudire il Re, insieme a tutti gli altri. |
Un attimo dopo la porta si aprì e davanti ad Elisabeth apparve un perfetto frate Agostiniano.
Velv si era attaccato sul viso una barba finta, lunga e brizzolata e una parrucca sulla testa dello stesso colore. “Pace e bene, sorella...” disse fissandola “... cara suor Agnese... vi presento fra' Bartolomeo...” indicando se stesso “... siamo diretti alla casa di Santa Zita in pellegrinaggio... e udite le cose sulla chiesa di Santa Felicita abbiamo pensato bene di portargli il nostro conforto... è dura reggere una chiesa il cui ingresso è spesso vietato ai fedeli.” Lasciarono poco dopo i loro alloggi e raggiunsero a piedi Santa Felicita. Qui furono fermati dai soldati che piantonavano la chiesa. “Pace e bene, figlioli...” mormorò Velv “... sono fra' Bartolomeo e lei è suor Agnese... eravamo diretti a pregare presso la casa di Santa Zita... ma udendo da alcuni viaggiatori di cosa accade qui ci è parso giusto, per Carità Cristiana, portare conforto al sacerdote di questa chiesa...” “Non è possibile entrare.” Sentenziò uno dei militari. “Per nessuno. Sono gli ordini.” “Comprendo, figliolo...” annuì Velv “... e non è possibile per voi andarlo a chiamare? Così lo vedremo qui, senza dover entrare... pregheremo davanti alla chiesa tutti e tre... e vi prometto che pregheremo anche per voi e per la vostra famiglia...” Il soldato li fissò. “Aspettate qui...” mormorò “... vedrò ciò che si può fare...” e si allontanò. “Speriamo bene...” a bassa voce Velv ad Elisabeth. |
Duon non mi rendeva le cose facili, infondo, non poteva certo leggermi nel pensiero.
Ma io non potevo parlare del biglietto di Mirabole. "Lo so, avete perfettamente ragione, io sono assolutamente ignorante in materia.. Ed in questo momento è davvero terribile.. Insomma, non riuscirei a cogliere la differenza tra un biglietto firmato con una rosa rossa o un papavero blu.. Anche se immagino che i loro significati siano dieversissimi..." Sorrisi "..che buffo, non so perché mi sono fissata.. I papaveri sono rossi.. Ho una fervida immaginazione.. Eppure devo averlo visto da qualche parte.. Possibile che mi sia inventata il papavero blu?" Dissi, come se seguissi il filo sconnesso di pensieri. "Oh, perdonate.." Sorrisi "..non è importante quanto il nostro Mirabole.. Dubito che userà un fiore di mia invenzione.." Scuotendo la testa, divertita. Non mi importava di passare passare per ignorante, era anche plausibile che non mi intendessi di piante. |
Poco non ci volle che cadessi a terra dallo stupore.......accidenti...mi sembrava di aver bussato alla porta sbagliata......" il vostro travestimento...e' come dire.......incredibile......comunque, Fra Bartolomeo...incamminiamoci ....questo pellegrinaggio dovra' portare i suoi frutti..." e cosi' fu........i soliti soldati e la solita solfa......certo Velv, aveva tentato portando fuori il Sacerdote..che fosse egli stesso a portarci dentro....quando all' improvviso....senza volerlo, il mondo incomincio' a girarmi attorno..." Velv..sto male......sto male veramente.....ho bisogno di sdraiarmi.........io....".......non ebbi il tempo di nulla....tutto intorno a me si fece notte.............
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