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I dottori se ne andarono e io li salutai con un gesto energico della mano.
In realtà non vedevo l'ora di restare sola. Fare la pazza era divertente in un certo senso, anche se dovevo ancora coninvermi del tutto che fosse la scelta migliore. Ad ogni modo, ora potevo dormire un po'. Ecco una cosa che facevo sempre in prigione. Una scorpacciata di sonno arretrato. |
Gwen ed Elv lasciarono la stanza di Destresya e seguirono Greiz nel corridoio.
"Uno dei pazienti si è impiccato..." disse l'infermiere ai due medici "... ha usato i suoi vestiti... ha tirato con tanta di quella forza da scucirli e stringerli a treccia...prima di tirare le cuoia ha lasciato un messaggio sul muro, scritto col sangue..." |
Sospirai avvilita.
Ecco. Questa era una di quelle cose che non ti miglioravano affatto la giornata. Proprio per niente. "Portaci nella stanza" a Griez. "Chi è il paziente?" gli chiesi poi. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Un vecchio maniaco stupratore che si credeva un serial killer vissuto in Scozia nel XVII secolo..." disse Greiz a Gwen.
Arrivarono nella stanza del paziente suicida e videro la scritta sul muro: "Lui sta arrivando..." |
Scossi la testa.
Ero sempre più convinta che la mente umana fosse una miniera enormemente profonda, impossibile da sondare completamente nella sua immensità. Arrivammo nella stanza e lessi la frase. "Mi chiedo a chi si riferisse..." commentai, rileggendo più volte quelle tre parole. Magari si doveva solo bollare questo caso come l'espressione di un delirio, un po' come i dottori precedenti a me avevano bollato Destresya come schizzoide e paranoica, da ciò che avevo letto, ma solo perché non avevano cavato un ragno dal buco ed io ero come sempre convinta che si potesse trovare dell'altro. "Beh, fai dare una ripulita qui, ho bisogno di un caffè..." sospirando, pronta a dirigermi alla macchinetta nel corridoio riservato al personale. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Venga, le offro io un buon caffè..." disse Elv a Gwen "... molto meglio della ciofeca che distribuisce la macchinetta nel corridoio, dottoressa." Sorridendo.
Greiz ed altri infermieri cominciarono a ripulire la stanza. |
"Non mi importa che sia buono, basta che sia forte... E se oltre a essere forte è anche buono, beh, tanto meglio..." con tono forzatamente ironico, ma comunque stanco per tutto quello che era successo in un paio d'ore.
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Così Elv portò Gwem nel suo ufficio.
"Ecco la meraviglia..." disse preparando il caffè con una macchinetta tradizionale su un piccolo fornellino elettrico "... non mi hanno mai convinto quegli accessori che simulano il caffè del bar... io sono per la tradizioni..." ridendo. Dopo un pò servì un ottimo caffè a Gwen. https://3.bp.blogspot.com/-tE727-7UH...0/mochapot.JPG |
Rimasi davvero stupita quando vidi il fornellino con la piccola caffettiera, di quelle da due tazze, in particolar modo.
"Wow, pare che lei si sia ambientato decisamente bene..." con tono un po' sarcastico, un po' sinceramente ammirato. L'odore era meraviglioso, riempiva la stanza del fantastico profumo del caffè fatto in casa. Mi servì poi il mio bicchierino caldo e fumante ed era davvero buonissimo. Difatti lo finii in un paio di sorsi. "Davvero ottimo, mi ci voleva proprio..." dissi "La ringrazio. Ora torno nel mio studio, meglio che mi rimetta all'opera se voglio concludere qualcosa con la paziente..." dissi, mentre mi alzavo svogliatamente, dirigendomi verso la porta. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Non può andare via..." disse Elv fissando Gwen "... no, assolutamente no... ha scoperto il mio segreto ed ora sarò costretto a tenerla rinchiusa qui per sempre, oppure ad ucciderla... scelga..." fissandola e sorseggiando il suo caffè.
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