Camelot, la patria della cavalleria

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Lady Gwen 26-03-2018 00.13.57

Nessuno di loro mi aveva chiamata e c'eravamo solo noi tre.
Mi riscosso alle parole di Elv.
"Sì... Sì, andiamo..." mormorai, con tono incerto.
Poi ancora quella voce, era di una bambina.
No, di sicuro avevo qualche problema, magari ero stanca, dovevo riposare, sì, sicuramente era così.

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Guisgard 26-03-2018 00.31.23

Elv annuì a Gwen e salutò la donna.
Uscirono dal negozietto per tornare all'auto.
“Gwen...” disse ancora la voce di bambina a Gwen “... aiutami... sono nella brughiera... fa freddo... ho paura...”
Elv salì in macchina ed attese che Gwen facesse lo stesso.

L'atmosfera in quella stanza era sempre più calda, più sensuale, proibita, eccitante.
Ordifren era seduto su quella poltrona come un re sul suo trono, attorniato dalle sue ancelle calde e vogliose.
Così stavano le ragazze, continuando a stringersi intorno al loro nuovo signore, baciandosi fra loro in modo lascivo e cominciando a spogliarsi reciprocamente.
Clio era sulle ginocchia di lui, continuando a giocare e a strusciarsi su quell'uomo così potente sensualmente.
Poi la ragazza scivolò fino ai suoi piedi, iniziando a sbottonargli i pantaloni, fino ad abbassarli ed a lasciarlo con la sua mascolinità prorompente tutta ad ergersi davanti a loro.
“Wow...” disse eccitata Kyra.
“Magnifico...” ridendo maliziosa Viki.
Le altre ridacchiavano fra loro.
“Che brave le mie bambine...” Ordifren accarezzando ora la testa di Vivian, ora quella di Ellie, ora quella di Jackie “... le mie adorate piccole...” accarezzando poi Viki, Kyra, Lys e guardando Clio negli occhi con uno sguardo assatanato.

Lady Gwen 26-03-2018 00.34.40

Uscimmo fuori, ma quella voce c'era ancora.
Era di quella bambina, cercava aiuto per lasciare la brughiera.
Rimasi paralizzata.
Bello, ora avevo anche le allucinazioni!
"Elv" lo chiamai, mormorando piano.

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Guisgard 26-03-2018 00.41.03

Elv guardò Gwen.
“Ehi...” disse “... cosa c'è? Hai una strana espressione sul viso... non avrai mica visto un fantasma?” Sarcastico, per poi ridere.

Clio 26-03-2018 00.47.36

Eccolo lì, davanti a noi, così pieno, prorompente, intenso, caldo e pulsante.
Sentii i commenti delle ragazze dietro di me e alzai lo sguardo sempre più eccitato su Ordifren.
Quella vista mi aveva provocato un'intensa scarica di eccitazione, che mi aveva attraversato tutta fino a giungere ad umettare il mio sesso sempre più pulsante e voglioso, sempre più affamato e carico.
Sentii i commenti delle ragazze e sì, ero perfettamente d'accordo con loro in quell'espressione di meraviglia, stupore per quella virilità così perfetta, per quel membro così eccitante, quasi ci sfidasse a farlo impazzire.
Ma non c'era bisogno di sfidarci, dato che noi non desideravamo altro che fargli perdere il controllo.
Il suo sguardo, oh il suo sguardo nel mio era qualcosa di così sensuale, così eccitato, così intenso da farmi venire i brividi.
Quando poi ci chiamò "le mie bambine" non riuscii proprio più a trattenermi, non che prima desiderassi farlo, s'intende.
Lo guardai con un sorrisetto malizioso, in risposta a quello sguardo così assatanato che ormai mi aveva spogliato con gli occhi.
Poi presi in mano quel membro caldo, duro e lievemente umido senza mai smettere di guardarlo negli occhi.
"Oh sì.." stringendolo nella mia mano "Ci piace eccome..." con lo sguardo assatanato a mia volta "Vediamo che sapore ha..." per poi fargli l'occhiolino.
Allora lo avvicinai alla bocca e iniziai a leccarlo piano, dapprima la mia mano si muoveva rapida su e giù per scoprire la parte più succulenta, per mostrarmelo tutto, senza nessun filtro tra di noi.
Una volta scoperta, iniziai a tormentarla con la lingue dolcemente ma intensamente, una tortura intensa e folle che l'avrebbe fatto impazzire e nel farlo, lo fissavo negli occhi con uno sguardo così perverso ed eccitato che forse non aveva mai veduto prima. E continuai, in quella tortura umida e calda, continuai ad accarezzarlo con la lingua, sempre di più, talvolta aprivo di più la bocca e ne assaporavo una parte più ampia, ma prima di arrivare al gioco più intenso volevo godermi quel momento, volevo assaporarlo fino infondo, lentamente e intensamente come facevo con la sua eccitazione ormai in mio potere.

Lady Gwen 26-03-2018 00.47.54

Le sue parole mi irritarono come la cosa peggiore del mondo.
"Insomma vuoi smetterla?" sbottai, risentita, fissandolo, poi salii chiudendo con violenza, forse troppa, la portiera e mi voltai verso fuori sbuffando.
Certo, non potevo pensare che fosse comprensibile il mio principio di schizofrenia, ma neanche in questo modo.

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Guisgard 26-03-2018 01.05.41

“Ehi, scusa...” disse Elv accorgendosi dello stato d'animo di Gwen “... era solo una battuta...” accendendo il motore dell'auto “... dai, meglio andar via da questa dannata brughiera...”
Partirono.
Percorsero un bel tratto, senza che Gwen sentisse più quella voce.
Ad un certo punto però dovettero fermarsi.
La strada infatti era bloccata da un grosso dosso su cui la pioggia aveva fatto franare del terreno.
“Accidenti!” Esclamò Elv. “Ora dobbiamo tornare indietro e prendere il bivio a destra!” Seccato.

Gli occhi di Ordifren avevano strani ed intensi bagliori, al punto che il loro chiarore sembrava giungere ad un rosso vago, sinistro, frutto di quella sfrenata eccitazione.
Mentre le ragazze si baciavano e si denudavano intorno a lui, Clio, guardandolo fisso in quegli occhi rossi e dannati, afferrò la sua mascolinità così potente e magnifica, cominciando a giocarci.
Poi cominciò ad usare la bocca, la lingua, senza abbandonare mai gli occhi di lui.
Un gioco sempre più intenso, lento, insistente, costante, sensuale, magnifico, proibito.
Un gioco che doveva portare quell'uomo all'esasperazione.
Lui la fissava mentre giocava e testava la sua forza, la sua potenza e resistenza sessuale.
E continuava, continuava, mentre le altre ormai nude si stringevano contro quell'uomo baciandolo e leccandolo.
“Sei brava...” disse lui a Clio con un tono di voce che tentava di restare saldo, ma che invece in modo seppur impercettibile mostrava quanto quel gioco poteva fiaccarne le resistenze.

Lady Gwen 26-03-2018 01.11.02

Certo, scuse.
Facile dire o fare la qualsiasi solo perché esisteva la parola "scusa".
Un po' come sposarsi solo perché in caso esisteva il divorzio.
Semplice, no?
Continuammo a camminare senza che nessuno fiatasse, nemmeno quella maledetta voce.
Ad un tratto però ci bloccammo vedendo un masso con una frana.
Sbuffai sonoramente portandomi la mano alla fronte, sopra gli occhi, in preda alla disperazione.
Odiavo questo posto, ormai, ma sembrava di essere nelle sabbie mobili, più cercavamo di uscire, più ci riportava dentro, era avvilente e non ce la facevo più.

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Guisgard 26-03-2018 01.16.13

Elv fece la manovra e tornarono indietro.
Rifecero la strada a ritroso senza che nessuno dicesse nulla.
“Dai...” disse infine lui a Gwen “... ancora il broncio? Era solo una stupida battuta... non essere infantile...” sbuffando.

Clio 26-03-2018 01.19.16

Quegli occhi avevano preso una piega strana, così sinistra, folle, e la cosa mi attraeva disperatamente.
Più continuavo quel gioco ardito, più la mia eccitazione cresceva, diventava insopportabile, calda, umida, mi faceva perdere il controllo.
Sempre di più, sempre di più.
Attorno a noi le ragazze si stavano divertendo con il corpo perfetto di quell'uomo, mentre a me che ero il capo spettava la parte più succulenta di tutti.
Ma la cosa ancora più eccitante di sentire il suo sapore sulla lingua era quello sguardo, quello sguardo che ci incatenava l'uno all'altra, quello sguardo sempre più voglioso che non mi ha mai lasciato.
Quello sguardo mi inebriava sempre di più, mi faceva andare a fondo in quel gioco proibito, lascivo ma decisamente eccitante.
Poi le sue parole, quelle parole pronunciate in un tono che tradiva quanto lo stessi facendo impazzire.
Oh si..
Lo guardai con un sorrisetto divertito stampato sul volto.
"Io?" passando lentamente la lingua sulla punta sporgente e umida del membro eccitato "Ma se non ho ancora cominciato?".
A quel punto, la mia bocca si fece ampia, profonda e lo accolse tutto, tutto fino in fondo.
E mentre quel sesso si addentrava sempre di più nella mia bocca, i miei occhi non lasciarono mai i suoi, che potettero godersi la vista di quel gioco che ora entrava finalmente nel vivo e del mio sguardo che si faceva sempre più voglioso , eccitato, assatanato, intenso.
Poi, quando fu tutto nella mia bocca, mi abbandonai, chiusi gli occhi e iniziai a muovermi ritmicamente su quel sesso eccitato, ancora e ancora, imprigionandolo tra le pareti della mia bocca che si faceva sempre più stretta attorno a lui, ancora e ancora, facendolo impazzire.
Non mi fermai, né ebbi cedimenti quando lo sentii profanare la parte più nascosta e profonda della mia bocca vogliosa.
Continuai quel gioco ardito, godendomi la consistenza, il sapore, l'ardore di quel membro così virile e carico.
Ancora, ancora, ancora...


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