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Theris andò via lasciandomi sola col dottore.
Accennai un sorriso e cercai di apparire tranquilla. "Mi è sembrato di capire che siete straniero. Da dove venite?" chiesi, prendendo Zola in braccio, quasi per conforto. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
“Da un luogo lontano, molto diverso da casa vostra...” disse Misk a Gwen “... un luogo freddo e selvaggio... senza mare, ma solo racchiuso da alte ed invalicabili montagne... un luogo segnato da riti antichi e dimenticati, fatti sul lavoro e le speranze della gente... un luogo desolato e maledetto, al punto che nessun re combatterà per conquistarlo e nessun prete giungerà a redimerlo...” sorrise malinconico “... un luogo senza Angeli, ma di soli ribelli... ecco da dove vengo, cara Gwen... da un luogo senza castelli per rifugiarsi, senza chiese per salvarsi e senza donne per innamorarsi...” fissandola.
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Casa.
Quella era la casa che avevo lasciato per seguire Theris qui. L'avrei lasciata altre cento, mille volte per lui, che era l'Amore della mia vita e sempre lo sarebbe stato, ma non esserci più ritornata faceva nascere un po' di nostalgia. Distolsi un attimo lo sguardo, poi lo rialzai. "Quella che narrate è casa mia... anche io vivo in terra straniera..." mormorai "Io vengo dal Nord." Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
“Ciò mi conforta...” disse Misk a Gwen “... allora vorrà dire che spererò di poter conoscere la vostra fortuna e scacciare dal mio cuore questa solitudine che consuma...” fissandola e sorridendo “... vi prego... accettate questo come pegno della mia amicizia...” mostrandole un anello “... secondo alcuni è magico, poiché tutto nella mia terra è incantato... ma io non credo abbia poteri particolari... accettatelo per la sua bellezza ed il suo valore... ed anche, se volete, come ricordo di questo nostro incontro...”
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Non comprendevo tutto ciò.
Le sue attenzioni, le sue parole. Quell'anello. Feci scendere Zolà e presi quello che lui aveva definito un pegno della sua amicizia. Ci conoscevamo da una manciata di minuti, ma lui mi parlava come se mi avesse conosciuta da sempre e ciò mi rendeva inquieta. "Credo nella magia più di quanto pensiate..." accennando un sorriso. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Misk sorrise a quelle ultime parole di Gwen.
“La magia è molte cose...” disse col suo accento appena segnato da quella cadenza straniera “... l'Amore è magia... così come un incontro... uno sguardo... un ricordo...” fissandola “... però non mi avete detto se accettate o meno questo anello... dopotutto, se davvero credete nella magia, cosa può spaventarvi? Accettatelo, è vostro... vi appartiene...” |
Le sue parole continuavano ad essere sempre troppo.
Non capivo dove volesse arrivare. O forse sì, e cercavo di scacciare quel pensiero, che non mi sfiorava comunque più di tanto, poiché se anche lui avesse nutrito un interesse nei miei confronti, avrebbe dovuto prepararsi ad essere respinto. Sorrisi leggermente per far capire che accettavo l'anello. "Pensavate che fossi spaventata? Da cosa?" riferendomi alle sue parole, pronunciate con quell'accento che io avevo ormai perso, ma che in lui era ancora marcato, segno che era qui da poco. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Un appuntamento. Storsi subito il naso ma per fortuna Ottan intervenne subito e riuscimmo ad ottenere di vedere di vedere il capo della Taddeus.
" Molto bene. " in attesa |
Chissà perché la sua risposta non mi sorprese, non mi sorprese affatto.
Risi piano alle sue parole. "Molto bella eh?" fingendomi pensierosa "Sì, immagino che lo sia, se quello è il vostro genere...." sorridendo "Ma mi pare di capire che per voi tutte le donne sono belle..." ridendo "....e dunque nessuna lo è davvero..." cambiando tono per un brevissimo istante, con lo sguardo azzurro nei suoi. Un attimo dopo avevo di nuovo il mio sorriso leggero e vagamente scherzoso. "Seguitemi allora.." sorridendo "Non credo però sia il caso di tornare nella sala degli Arazzi, o altri insisteranno per vedervi... magari la faremo accomodare in qualche ufficio?" chiesi, pensierosa. |
Con insistenza mi chiese di nuvo di affettare i miei sogni. Sospirai e annuì. Così presi in braccio Filax. I suoi occhi rossi erano languidi, era spaventato e nervoso e ciò non era affatto buono. Mi avviai allora nella mia stanza salutando Asputin e Wolfetta.
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