"No, madame, non ho avuto modo di parlargli..." disse Stuarto a Destresya "... si tratta di un ex celebre ladro che qualche anno fa ha messo a segno più un colpo spettacolare... è stato in prigione ed ora che è uscito si è ritirato dall'attività diciamo... usava il soprannome Pantera, per la sua abilità..."

"In effetti non è molto educato suo nipote." Disse Set al vecchio.
"Oh, perdonatelo..." questi "... non è un cattivo ragazzo, ma solo un pò schivo, solitario, persino timido in un certo modo..." guardando Dacey e Set.

Si stese sulla schiena.
"Sì, appunto..." convenni, vedendo che lo stavo facendo ragionare.
"È parecchio improbabile..." appoggiandomi sul suo petto e sentendo di nuovo quella sensazione di protezione che sempre provavo con lui.

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“ Forse ha bisogno di degli amici, che lo incoraggino ad aprirsi un po’.
A occhio e croce non avrà tanti anni di differenza da me, per esempio.
Io sono arrivata da poco in città, un amico in più mi farebbe certamente piacere.”

Speravo che , benché nel retrobottega, mi sentisse, magari tornasse , esagerando, persino che parlasse, anche solo per scacciarmi via.
Ma almeno avrei sentito la sua voce.

“Si...” disse Elv quasi rassegnato a dover abbandonare la sua idea sul fantasma “... eppure di qualcuno si tratterà...” abbracciando con un braccio Gwen che si era appoggiata al suo petto “... credo sia chiaro ormai che non ci troviamo davanti ad un ladro occasionale...” accarezzandole la schiena e poi i glutei con l'altra mano.

Set guardò Dacey.
“Vuoi essere” disse sottovoce al suo orecchio “amica di uno sconosciuto che manco conosce l'educazione?” Seccato.

Ascoltai avidamente le informazioni di Stuardo.Ogni cosa era importante in quel momento.
"E cosa ti fa credere che ci aiuterà se si è ritirato dalle scene?" pensierosa "non vorrà starsene in pace?" chiesi a lui ma più a me stessa.

"Già... Qualcuno deve essere... A meno che non si tratti di semplici forze energetiche o altra roba fantascientifica..." sarcasticamente.
Poi, appena sentii le sue carezze su di me, avvicinai il mio viso al suo e lo baciai, piano, lentamente.

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Mi limitai a dargli una leggera gomitata per farlo tacere.
Non potevo mettermi a spiegare tutto proprio lì davanti al commerciante.

“ Sicuramente le sembro una sciocca e a vostro nipote non sembra interessare la mia idea dunque...
Penso sia tempo di andare.”

Parlando un poco più forte del normale, come a enfatizzare la mia intenzione di andar via


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“Eh, è fatto così...” disse il vecchietto a Dacey, visibilmente rammaricato “... portate pazienza... vi lascio il nostro biglietto da visita... se vi occorre qualche oggetto particolare non esitate a chiamarci... cercheremo di procurarvelo...” ai due giovani, per poi consegnare il biglietto a Dacey.