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Sollevai vistosamente le sopracciglia, quando Stainer cacciò il tizio, senza stroppo complimenti.
Accidenti. Questa volta era davvero definitiva. Il tipo andò via senza farselo dire due volte e Ludwig cercò di riportare ancora una volta la pace nella tavolata, guardando soprattutto me. Non capivo cosa volesse sottolineare. Non dissi nulla e giocherellai distrattamente con la mano di Elv, mentre prendevo un altro sorso dal bicchiere. Speravo almeno che l'alcol rendesse più sopportabile la fine di questa cena, che sembrava lontana come la luce in fondo ad un tunnel. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
L'atmosfera a tavola per qualche minuto risentì della situazione.
Polos cercò di distrarre tutti da quel senso di inquietudine parlando perlopiù del clima. "Su quest'isola" disse tra un bocconte e l'altro "il clima è a tratti insopportabile. Non lo dico per l'afa o i temporali brevi, imprivvisi e devastanti..." bevendo "... mi riferisco all'umidità. Io ho viaggiato in ogni latitudine, battendo tutte le rotte sui mari conosciuti, ma vi assicuro che non ho mai visto una simile umidità. Ogni oggetto di metallo, soprattutto le armi, tendono ad arrugginirsi quasi subito." "Si, verissimo." Annuì Ludwing, cercando di dar man forte a Polos. "In realtà" intervenne Stainer "è un luogo insopportabile e nessun uomo civile dovrebbe viverci." Masticando il cibo con una certa foga. "Eppure Nova ci vive beissimo, vero?" Barber alla ragazza dalla pelle bianchissima che stava in piedi, in un angolo del capanno, ad osservare i presenti. "Si, professore." Rispose lei con la sua voce senza intonazione. "Cosa ne farete di quel tipo?" Elv ad un certo punto, riferendosi a Best. "Cosa intende?" Barber, "Ha capito bene." Fissandolo Elv. "Se allude a ripercussioni, beh, si sbaglia di grosso." Fece Stainer. "Non siamo assassini noi. E comunque il signor Best non potrà certo andarein giro a riferire al mondo cosa facciamo qui. Quest'isola è una prigione perfetta." "Sta dicendo che siamo prigionieri?" Elv, stringendo la mano di Gwen nella sua. "Lo siamo tutti qui." Barber a lui. |
Seguii poco il discorso sul meteo, preoccupandomi di continuare a mangiare, per quanto in realtà mi si fosse chiuso lo stomaco.
Guardai Nova con sopracciglia corrugate. Non sapevo perchè, ma soffrivo per lei, in modo profondo e speravo potesse avere sul suo cammino l'offerta di una vita migliore di questa. Non sapevo come, ma volevo sperarlo. Sentii la stretta di Elv alla mia mano, percependo la sua inquietudine. Già. Era chiaro che ci avessero resi partecipi del progetto così da costringerci a rimanere qui per sempre. Era un piano perfetto. Peccato che io non mi sarei rassegnata così facilmente. Non avevo intenzione di sprecare la mia vita con questi psicopatici e di certo avremmo trovato un modo per tagliare la corda. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Ormai davvero non c'erano più argomenti.
Così la cena si trascinò fino alla fine, dopodichè Stainer congedò tutti i presenti. Gwen ed Elv lasciarono il capanno con un certo sollievo. Era una calda sera tropicale, col cielo umido ed afoso che celava, pur sgombro da nuvole, le costellazione di quelle latitudini esotiche e misteriose. In lontananza, oltre i palmeti immobile, la sagoma piatta del mare oleoso pareva addormentata, mentre le forme selvagge dell'isola, con i suoi alberi giganteschi, i cespugli immensi e le alte scogliere, si stagliavano contro un orizzonte lontano ed indefinito. |
Finalmente ce ne andammo.
Mi sembrava che questo momento non dovesse arrivare mai. L'aria fuori dal capanno era afosa, umida, sembrava quasi acqua lasciata troppo tempo al Sole. "È stata una serata pessima..." borbottai, lamentandomi, mentre tenevo Elv per mano "Davvero non riesco a capacitarmi di tutto quello che è stato detto..." Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Ascoltai le parole di Nicola, scoccandogli occhiate dubbie.
Non era semplice, per me, comprendere di cosa parlasse. Questo perché, molto banalmente, avevo una scarsa conoscenza della religione e quindi i suoi paragoni mi lasciarono perplessa. “Frate Nicola, mi perdoni... ma le sue parole mi fanno solo capire che si è fatto ammaliare, non mi dicono però di quali peccati si è macchiato. Ci sono molti atti che la Chiesa reputa ‘peccati’, ciò non toglie che spesso sono cose minori e prive di troppo peso.” |
La situazione si infiammò sempre di più, con Best e gli scienziati pazzi che si prendevano a male parole.
Ero sempre più sconvolta, sempre più inquieta. La cosa non mi piaceva per niente. Quando Best si alzò, ci scambiammo un'occchiata. Non potevo lasciarlo solo in quella vasca di squali. "Con permesso!" dissi soltanto, alzandomi per seguirlo. Dopodiché una volta fuori dalla tenda andai a cercarlo, era appena uscito non poteva certo essere lontano. |
Destresya lasciò il capanno e raggiunse Best fuori, mentre era fermo fra i canneti giganti, fissando il mare della sera, melodico ed intriso di salsedine.
Lui sentì i suoi passi e si voltò di scatto. "Ehi..." disse guardandola "... la cena è già finita?" Quando invece la cena terminò davvero, Anche Gwen ed Elv lasciarono il capanno, tenendosi per mano. "Quest'isola è un covo di folli..." mormorò lui "... si, sono tutti pazzi... ecco perchè quelle grida... c'è follia e dolore su quest'isola..." turbato lui. |
Sorrisi nel vederlo e scossi la testa.
"Che ne so, sono venuta dietro a te!" facendogli l'occhiolino. "Ho capito solo che non ci faranno andare via tanto facilmente, perciò ci serve un piano!" sospirai. Poi mi avvicinai e lo presi sotto braccio. "Su, una passeggiata per sbollire?" sorridendogli. |
"Esperimenti inumani." Disse con tono cupo Frate Nicola a Queennie. "Ti sembrano cose di poco conto queste, ragazza? Impastano degli infelici, creature ossia dall'aspetto bizzarro e rendono quest'isola la loro prigione."
"Lei in cosa avrebbe peccato, padre?" Chiese Gobbo. "Ho acconsentito di aiutarli, sebbene all'inizio ignorassi la verità..." spiegò il religioso "... ho istruito quegli infelici, pensando fossero individui deformi... ho partecipato e non mi do pace per questo..." |
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