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Dovetti trattenere una risata, quella vampata di calore la diceva tutta. Eppure continuava a fingere spudoratamente, e questo suo atteggiamento mi dava una sorta di ostilità ma in senso positivo. Madam Payn era una buona ragazza ma si era rovinata la reputazione con la sua fragile innocenza e stupidità.
"Bene...allora aspetto notizie al più presti, contatti Lady Opras, questo Gala si deve tenere subito, vi è pure il rischio che questo uomo dal fascino esotico, come lo definite voi, si annoi qui e se ne possa andare". Mi alzai e osservai l' orologio "Ora devo tornare a casa, mio marito Gerard mi sta aspettando, aspetto vostre buone nuove". |
Attraverso le pareti di vetro sintentico si vedevano i testi, le riparazioni ed ogni altro genere di lavoro che il team di scienziati realizzava sugli androidi.
"Si, dottoressa." Disse Matthinson a Gwen. "Ieri per circa un'ora Jon risultava scomparso. E tornato lui stesso, senza nessun tipo di richiamo o altro. Ho provato ad interrogarlo, ma la sua risposta è risultata insufficiente." "Ossia?" Dambrose. "Vaga, scomposta..." rispose Matthinson "... probabilmente ha subito un qualche cortocircuito." "Che risposta ha dato?" Chiese Dambrose. "Che voleva vedere il tramonto, commissario." "Che assurdità..." perplesso Dambrose "... un androide non può certo desiderare di vedere il tramonto..." "Infatti, commissario." Annuì lo scienziato. |
"Eppure, mia cara..." disse divertita e maliziosa Payn nell'accompagnare Altea verso l'androne "... non posso fare a meno di notare una certa premura, se non addirittura fretta dalle parole che sento..." alludendo a ciò che Altea veva appena detto.
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Qui tutti sembravano saperlo, tranne me.
Era davvero assurdo ed iniziava ad irritarmi non poco. Ascoltai la spiegazione e le parole di Jon non mi quadravano. Non approfondii la constatazione di Dambrose, poichè non eravamo qui per parlare del mio lavoro. "Andremo adesso da Jon, per cercare di capire qualcosa in più su cosa può aver fatto mentre non era qui" dissi a Matthinson e Dambrose "Anche se oggi, durante la seduta, mi è sembrato tutto perfettamente nella norma, non ho registrato alcun dato anomalo nel suo comportamento usuale." |
"Certo, dottoressa." Dise Matthinson a Gwen.
In quel momento le porte si aprirono ed entrò il direttore. "Buongorno, commissario." Disse salutando e presentandosi. "Sono costretto però ad avvertirla che il nostro lavoro, con tutte le informazioni e i dati della sperimentazioni, sono coperte da segreto industriale. Temo quindi che senza un regolare mandato firmato da un magistrato la polizia non possa visitare i nostri laboratori. Le chiedo perciò, con la cortesia che di certo le adopererà nell'accettare queste disposizioni che non riguardano in alcun modo la mia volontà, di rispettare tutto ciò e lasciare questo edificio." Con tono pacato. "Dannati burocrati..." sottovoce Dambrose, che richiamò i suoi e poi con loro lasciò i laboratori prima e l'edificio poi. |
Risi davvero "Pensate io possa essere affascinata da un uomo che non ho visto, con cui non ho mai parlato? Oh Payn, dovreste conoscere la mia serietà nei sentimenti, non sono certo donna da salotto in quanto occupata nel mio lavoro e farei un torto al mio caro consorte nel provare sentimenti amorosi in ogni uomo che vedessi. La mia è semplice curiosità, stamattina ho letto l' articolo nel giornale e mi sembrava strano questo uomo destasse tanto clamore" alzando un sopracciglio mentre la osservavo. Era la pure realtà d'altronde e si sapeva ero schietta e sincera.
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Payn sorrise.
"Lo so, lo so." Disse civettuola. "Dopotutto come si può pensare ad altro uomo quando sia la fortuna di avere accanto un gentiluomo come lord Gerard? Un uomo di valente bellezza e nobili ideali." Accompagnandola nell'androne, dove fuori l'autista di Altea attendeva per riportare a casa la sua padrona. |
Un attimo dopo, entrò il direttore, presentandosi a Dambrose e facendogli presente che non potevano entrare in quella zona dei laboratori.
Non aveva torto ed ammettevo la mia negligenza nel non averci pensato. I poliziotti andarono via ed io guardai l'uomo. "Avrei preferito essere informata di ciò che è successo ieri sera, invece di essere trattata come una novellina. É mio uno dei due nomi che c'è sotto il nome dell'azienda" gli feci presente, irritata. "Cosa facciamo adesso, se davvero Jon è responsabile della morte di quelle due persone?" nervosa "Oggi abbiamo pure il controllo, non ci voleva proprio..." scuotendo la testa. |
"Dottoressa..." disse severo il direttore a Gwen "... un conto sono il genio, lo studio e le intuizioni, altra cosa invece sono le finanze e i fondi su cui si regge il nostro centro scientifico. Lei si occupi di applicare i suoi studi, mentre noi dell'amministrazione penseremo a tenere in piedi questa struttura. Quanto a Jon è chiaro che vada smontato, cancellata la sua memoria interna e riadattato per essere poi assemblato in qualche droide amministrativo. E' troppo rischioso tenerlo in efficienza. Faccia subito quanto detto." E senza attendere la risposta della giovane scienziata voltò le spalle ed uscì.
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Eh, certo, se potesse metterebbe le mani pure sopra Gerard, ma stranamente non provavo gelosia a quella frase.
"A presto allora, aspetto vostre notizie" e salii in auto per ritornare a casa pensierosa. E se quell' uomo fosse stato un nostro nemico? Eppure Gerard era davvero euforico nei suoi confronti, quindi non lo metteva nel girone dei nemici di Uaarania ma nemmeno, presumo, tra i nobili da salvare. Era meglio non porsi altre domande, il Tempo avrebbe chiarito ogni cosa. |
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