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"Ah, voi infedeli siete davvero selvaggi ed incolti come descrivono i pellegrini e i Crociati..." disse divertito Ferico, non comprendendo i reali motivi che avevano spinto Dacey a scegliere la cavalla "... solo infatti una berbera potrebbe preferire una giùmenta a due stallone baschi." Accarezzando il crine di uno dei due sauri. "Ebbene, vi concederemo non solo di dare quel nome a questa giùmenta, ma anche il privilegio che voi sola potrete cavalcarla." Sorridendo alla principessa. "Siete dunque lieta di tanta generosità, milady? Sarà il nostro primo dono per voi, bellissimo e peccaminoso fiore del deserto."
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"Non sono un prete" disse Frate Roberto ai due soldati "ma un frate, figli miei."
"Per noi è uguale." Replicò uno dei due militari. "È non siamo tuoi figli." Con disprezzo. "Comunque sua signoria ha da fare. Dunque non può ricevere un pretaccio come te." "Vorrà dire" fece il frate "che attenderò. Aspetterò che sua signoria si liberi dei suoi nobili impegni ed acconsenta di ascoltare un umile frate come me." Tutto ciò davanti ad Altea che si trovava più indietro. |
Mi dovetti trattenere una risata...adoravo come Padre Roberto non perdesse la pazienza e sapesse rispondere a tono, inoltre era sicuro di ciò che doveva fare.
Bene..si sarebbe aspettato Sua Signoria si fosse liberato, rimasi indietro e sempre a testa in giù accarezzando Cruz tenendolo buono. |
La cavalla sembrava gradire le mie attenzioni e nitrì felice, cosa che mi fece sorridere e mi permise di digerire le parole del barone. Che uomo sciocco e pieno di sè.
Infine quella rivelazione, quel regalo come lui lo definiva. Non riuscivo bene a interpretarlo, perché farmi un regalo tanto prezioso, perché se presto me ne sarei andata, non appena pagato il riscatto. Una morsa alla stomaco e capii. Quell'uomo non aveva alcuna voglia di lasciarmi andare tanto presto, ecco perché un riscatto così alto. "Calma Dacey, assecondalo, fingiti riconoscente" << Barone il vostro gesto è tanto inatteso quanto gradito>> Un cavallo veloce. Per un attimo pensai che avrei potuto usare Chandra per fuggire, forse... Accantonai quell'idea ma non la abbandonai. Ci avrei riflettuto ancora. |
"Non trovate" disse Ferico voltandosi verso Jean "che la nostra generosità sia degna di un abate o addirittura di un vescovo, messere?"
"Di certo" rispose con un inchino Jean "la vostra generosità è grandemente nota a Monsperon, mio signore." "Per Giove!" Esclamò divertito il barone. "Di certo gli abati e i vescovi non lo sono quanto noi. Se così non fosse avrebbero venduto i loro Altari per ricavarci cibo da dare ai poveri." Guardò Dacey. "Siamo dunque lieti che anche una dama infedele come voi comprenda la generosità di tale dono, milady. Vedervi felice è cosa assai opportuna per sollecitare il nostro buonumore e compiacimento." Fissandola. "Milord..." arrivando un servo "... appena vi piacerà la cena sarà servita." "Ottimo." Il barone. "Milord..." ancora il servo "... sono giunti al castello alcuni attori girovaghi e chiedono di potersi esibire al vostro cospetto stasera." "Attori girovaghi?" Ripeté incuriosito Ferico. "Per Diana vergine! Sorridere a tavola pare faccia bene alla salute, ci pare di rammentare scrivessero gli antichi. Lo credete anche voi, messere?" "Il riso" disse Jean, guardando per un attimo Dacey "genere sempre buon sangue, mio signore... e di certo rende sovente giustizia alla bellezza di una donna." "È voi, milady..." Ferico alla principessa "... gradite simili rappresentazioni a tavola? Oppure voi, figli di Maometto o di qualcuno dei suoi cugini califfi, usate altri spettacoli durante i pasti?" |
<< Sarò lieta di vedere questi attori, apprezzo l'arte in ogni sua forma>> non staccavo gli occhi di dosso alla cavalla se non per gettare qualche occhiata sommessa a Jean durante il suo scambio di battute con il barone.
<< Spesso a corte accogliamo degli artisti per allietare le serate a palazzo, mio padre ama l'arte anche più di me>> Staccai la mano dal muso della giumenta, per muovere qualche passo osservando meglio anche gli altri due cavalli prima di voltarmi verso i due uomini. |
Frate Roberto si congedò dalle guardie e tornò da Altea che lo attendeva accanto a Cruz.
Il chierico e la dama si allontanarono di qualche passo, sedendosi poi su un basso e consumato muretto di pietre secche e squadrate, dove solitamente sostavano i mendicanti in attesa di ricevere qualche avanzo dalle cucine. "Non ci resta che attendere e pregare..." disse il frate alla donna. |
"Allora" disse Ferico "sarà di certo una serata gradevole, visto che il nostro nobile ed esotico ospite apprezza l'arte." Fissando Dacey. "Vi lasciamo dunque tornare nel vostro alloggio, milady, affinché possiate prepararvi degnamente. Amiamo potervi ammirare in tutta la vostra berbera bellezza." Guardò poi Jean. "Affidiamo a voi questa bellezza di Licia, messere. Assicuratevi che raggiunga il suo alloggio e che sia preparata come si conviene."
"Si, milord." Annuì Jean. E il barone baciò la mano di Dacey, per poi andare via. |
"Si, affrettatevi dunque..." disse il contadino a Gwen "... lasciate presto quest'angolo di bosco, poichè oscuri fatti accadono quando le tenebre si impossessato del cielo e della terra..."
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Padre Roberto si congedò per un attimo e si diresse verso me, ci allontanammo di poco e ci sedemmo sulla dura e fredda pietra di un muretto.
Prima avevo legato il fido Cruz in un albero nascosto da cespugli. Annuii.."Immagino il barone sia preso dalle sue futilità...ma avete ragione, confidiamo nel Signore". Alzai lo sguardo leggermente osservando il castello, il pensiero Tomas fosse li e magari sotto tortura mi torturava e sospirai.."Immagino voi conosciate molto la storia di queste zone..ma è vero nel bosco vi è un gruppo di uomini, di briganti..che dominano il bosco? Non li ho mai visti.." sempre a bassa voce e capo chino. |
Non appena fui lontana dalla sua vista pulii subito il dorso della mia mano con disgusto.
<< Perché lo ha fatto? Il cavallo intendo... Non ha alcun senso... Donare una cosa tanto preziosa a me... Qual è il significato?>> avevo bisogno di capirlo al più presto e per questo rivolsi le mie domande a Jean, mentre tornavamo ai miei alloggi. Una volta nella stanza cercai nel baule in fondo al letto dove avevo posto gli abiti. << E perché il barone vuole che indossi sempre abiti eleganti? Sono il suo personale giocattolo lustra occhi?>> |
"Si, vi sono tali uomini, figli di questi tempi duri che hanno deciso di viveri liberi..." disse Frate Roberto ad Altea "... uomini fuggitivi e braccati dai loro simili, devoti a queste terre e nemici del tiranno... ma non indugiate in simili pensieri... le guardie potrebbero udirvi e allora dareste loro il pretesto di attuare la sola legge che oggi domina a Monsperon... quella del terrore e dell'ingiustizia..."
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"Cosa sapete? Di Quale fatto siete a conoscenza?" chiesi incurioita all'uomo.
Intanto continuavo a camminare a passo sostenuto per lasciare presto il bosco. http://t3.gstatic.com/images?q=tbn:A...AC6v8gf9OzBOAw |
Alle ultime parole del frate annuii e rimasi in silenzio...aveva ragione effettivamente.
Anche perchè mi persi nelle sue parole..allora esistevano..non era una leggenda. I loro ideali erano alti e valorosi, almeno per me..non certo per chi era dalla parte del barone. Per un attimo li paragonai a dei paladini più che briganti ed erano davvero in gamba poichè sapevano nascondersi bene. Sospirai aspettando qualcosa si muovesse, semmai ci avessero dato udienza. |
"Per ostentare il suo potere." Disse Jean a Dacey, mentre i due tornavano verso la stanza della principessa. "Dopotutto non è un vero dono... voi e la giùmenta appartenete a lui... dunque, di fatto, egli non ha perduto nulla, milady."
Nel corridoio trovarono Betta e tutti e tre raggiunsero la stanza di Dacey. "Betta, occupati che milady sia preparata degnamente..." Jean, per poi fissare la principessa "... anche se nessuna seta d'Oriente o d'Occidente potrà mai renderla più bella." Ed uscì. "Uh, che paroloni..." Betta a Dacey "... pare che messer Jean apprezzi molto il vostro aspetto." Maliziosa. |
La sua risposta aveva la sua logica, dovevo ammetterlo. Tutto era del barone, anche il mio respiro.
<< Messer Jean è solo un uomo cortese, che andate insinuando Betta? Forza aiutatemi con questi e smettetela di dire sciocchezze di questo genere>> Vestirmi elegante mi era sempre piaciuto, certo sapevo che così facendo avrei attirato le occhiate del barone ma se non lo avessi fatto avrei rischiato di avere la sua ira. Dunque non avevo molta scelta. Una volta pronta fui soddisfatta del risultata. Nessuno avrebbe potuto dubitare sulla mia provenienza e il mio status. << Possiamo andare>> dissi sistemando il velo sopra la testa pronta ad uscire https://s-media-cache-ak0.pinimg.com...b162f5f5d0.jpg |
"Imprudenza o no, ci è andata bene... che gentaglia! Non è possibile che quel miserabile del barone faccia il bello e il cattivo tempo senza che nessuno possa ribellarsi... Sygma è diventata invivibile da quando c'è lui a comandare..."
Spronammo i cavalli, e in breve arrivammo a casa. Inviato dal mio Z00D utilizzando Tapatalk |
Il misterioso cavaliere aveva finalmente raggiunto il nostro campo visivo.
Tussor si finse autoritario, e io per poco non scoppiai a ridere. Tra tutti era il meno adatto, ma sapevo che lo divertiva non poco prendersi amabilmente gioco del prossimo. E in quel particolare frangente, non avevamo altra scelta. Non sembrava conoscere il barone, ma quello poteva voler dire tutto e niente. Notò il mio taglio sul labbro, ma io mi limitai ad arrossire e abbassare per un momento lo sguardo. Da brava fanciulla ingenua e innocente. Il nostro piano non poteva certo essere messo in discussione per un incontro casuale. Anzi, se i briganti ci stavano osservando avrebbe reso tutto più vero. Sempre che quel tipo non fosse uno stratagemma degli stessi briganti. Noi stavamo usando un trucco, niente mi faceva credere che loro non avrebbero fatto lo stesso. |
“Del lupo...” disse il contadino a Gwen “... o almeno questo sembra essere... sono notti che dilania queste terre, sbranando animali e gettando il terrore fra coloro che abitano questo luogo...”
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Ascoltai un po' impaurita, ma comunque incuriosita, le parole dell'uomo.
"Siete sicuro sia un lupo?" chiesi al contadino. |
Gaynor ed Ensa spronarono i cavalli ed in breve tornarono al palazzo della dama flegeese.
E appena le due donne arrivarono nel cortile del nobile edificio notarono qualcosa di strano. Il cancello d'ingresso era stato aperto con la forza e tutte le piante ed i cespugli del giardino apparivano devastati, gli alberi spogliati dei loro frutti e sui muri del palazzo qualcuno si era accanito causando danni di vario tipo. “Bontà Divina...” disse impietrita Ensa “... cos'è successo qui?” |
“Queste donne” disse Tussor al cavaliere “sono nostre prigioniere. Qui noi rappresentiamo la legge e chiunque giunga in questo feudo è sottoposto ad essa.”
“Messer Alvaro del Gobbo” gridò il cavaliere con tono solenne “non riconosce legge alcuna che invece della giustizia fa del suo fulcro il sopruso!” “Questo seccatore rischia di mandare tutto al diavolo...” sottovoce Anty a Clio. |
Alzai gli occhi al cielo a quella scena.
Ecco, ci mancava solo lui. Annuii ad Anty. Poi feci l'unica cosa da fare: dimostrargli che non andavamo salvate. Certo non potevo dire la verità, dovevo inventarmi qualcosa. "Senti bello.." dissi, sbuffando "Vedi di farti gli affari tuoi e lasciarci in pace, che qui è quasi sera e abbiamo una certa fretta... Sta pur certo che nessuno mi fa niente che io non voglia, e ora levati dai piedi..". A mali estremi, estremi rimedi, pensai. |
Betta guardò Dacey ormai pronta e rimase affascinata di come la principessa egea si apprestava ad apparire nella corte baronale.
“Questo abito vi dona moltissimo...” disse “... stasera tutti gli occhi saranno per voi... ne sarà lieto anche messer Jean.” Sorridendo con malizia. Le due allora lasciarono la stanza e si avviarono nel salone grande, dove il barone ed i suoi ospiti si apprestavano a sedersi a tavola. E com'era facile prevedere, appena Dacey fece il suo ingresso, tutti i presenti restarono ammaliati dalla sua esotica bellezza. E fra loro vi era naturalmente anche Jean, che indugiò per diversi istanti con lo sguardo su di lei. “Per la barba dei berberi di Spagna!” Esclamò Ferico nel vederla. “Guardandovi, milady, si comprende perchè Omero e gli altri dotti greci posero nell'Egeo la dimora della mitica Elena!” Sorridendo compiaciuto. “Prego, venite a sedervi qui accanto a noi... neanche il macedone Alessandro trovò mai preda più sensuale nelle sue campagne di Persia... venite e lasciate che questa corte cada nella dolce tentazione di desiderarvi.” |
Annuii a Betta, era vero ma quanto avrei preferito essere ignorata da tutti e non avere gli occhi addosso.
Una volta nella sala invece fu proprio cosi ma notai per primo lo sguardo di Jean, al quale sorrisi velocemente prima che le parole lascive del barone, nascoste sotto dei complimenti, mi fecero passare la voglia di sorridere. Mi feci coraggio e avanzi accanto a Ferico , nel posto da lui indicato. Per mia fortuna Jean non era lontano e la sua presenza aiutava a sopportare quella cena. << Buonasera Barone, buona sera a voi tutti >> accennai appena giusto per buona educazione. Mi chiamavano infedele e selvaggia ma ero stata educata al meglio. |
“Tutto lascia credere che si tratti di un lupo.” Disse il contadino a Gwen. “Il modo in cui sgozza le bestie, le tracce che lascia e da come è apparso ai pochi testimoni che l'hanno veduto.”
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Il cavaliere a quelle improvvise parole di Clio restò interdetto.
“Allora” disse stupito “è codesta la verità di questa faccenda!” Incredulo. “Io me ne vo per boschi in cerca di fama e di avventure, trovo poi voi altre credendovi povere damigelle in pericolo...e invece? E invece siete volgari battone!” Sdegnato. “Hai sentito, no?” Sbottò Kostor. “Levati dai piedi o sfoglierò la tua corazza come se fosse una cipolla.” “Che vi accompagniate con simili donacce è affar vostro” infuriato il cavaliere “ma che vi rivolgiate poi a me come se fossi l'ultimo dei porcari, no! Avrò soddisfazione!” Sguainando la spada. |
"Sì... L'ho visto con i miei occhi..."con lo sguardo basso, per poi guardare il contadino "Ha sbranato e dilaniato davanti ai miei occhi due uomini che volevano rapirmi."
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“Mai serva fu più bella, mio signore.” Disse uno dei presenti a Ferico.
“Oh, ma ella non è una serva.” Si premunì di chiarire subito il barone. “Lady Dacey è nobile quanto voi, degni commensali. Almeno secondo le rozze leggi della sua infedele terra. E' infatti una principessa, figlia di un potente Arconte. Suo padre pare che in quanto ad autorità e lignaggio non sia dissimile dagli antichi Satrapi che reggevano la Persia.” “Allora la sua presenza qui è sicuramente un dono, o forse un pegno, milord.” Un altro dei presenti. “Ella è ostaggio delle nostre leggi.” Spiegò Ferico. “Ospite di questa corte e di questa terra. Sarà dunque nostra dama e nostra delizia.” “Siete un uomo assai fortunato, milord.” Un altro ancora di quegli uomini. “Avete udito, milady?” Ferico ad un orecchio di Dacey. “E dicono il vero... avervi accanto è una gioia.” Poi il barone diede ordine ai valletti di servire la cena. Poco dopo nella sala entrarono alcuni uomini dai costumi pittoreschi e folcloristici. “Ecco gli attori girovaghi, milord.” Disse Jean a Ferico. “Che inizino allora.” Con un cenno il barone. |
“Che il Cielo ci risparmi...” disse terrorizzato il contadino a Gwen “... due uomini? Deve essere una bestia di rara ferocia! Un lupo di straordinaria forza!”
Era ormai il crepuscolo e la giovane si trovava ancora nel cuore del bosco. “Si sta facendo tardi...” mormorò il contadino “... forse è pericoloso che vi incamminiate ancora da sola per il bosco...” |
Occhi bassi e labbra sigillate. Era la migliore strategia per sopportare e reprimere l'istinto di ribellarmi, di rispondere.
Sarebbe stato inutile se non deleterio. Un ostaggio. Per quanto si potesse abbellire il mio status ero pur sempre un ostaggio. Mi costrinsi a stare immobile mentre la voce del barone si insinuava nelle mie orecchie. Avrei tanto voluto alzarmi e tornare nelle mie stanze. Accennai un sorriso che a ben leggerlo era carico di disprezzo ma per un uomo pieno di se come il barone quello era semplicemente un sorriso. Alzai solo lo sguardo alla voce di Jean. Forse gli attoria avrebbero distratto i commensali per un po'. |
Dai, vattene su..
Le mie parole sembravano aver avuto effetto, almeno in principio. Ed era anche fortunato a potermi insultare senza che pretendessi la sua vita in cambio. Ma speravo che se ne sarebbe andato. Invece era davvero un piantagrane. Addirittura volle sfidare Kostor. Ci mancava solo di accoppare un cavaliere in mezzo al nulla. Non potevo fare molto. Il mio primo istinto fu affrontarlo io stessa, così avrebbe avuto le idee ancora più confuse. Ma non sapevo se era un bene o un male. E se qualcuno ci stava osservando? Sbuffai nuovamente. E noi che avevamo una missione da portare a termine. "Il barone si seccherà non poco se faremo tardi per la cena.." dissi, rivolta a Kostor, come a ricordargli che eravamo alle sue dipendenze, e non potevamo permetterci intoppi. Dovevano sbrigarsela da soli e liberarsi di quel tipo. O forse, pensandoci bene, potevo farlo io. "Suvvia, non siete un po' troppo irascibile?" dissi, con voce suadente, avvicinandomi a lui, mentre era girato verso Kostor. Arrivai alle sue spalle, certo non mi avrebbe ritenuto pericolosa se non per la sua virtù, così riuscii a mettergli per il momento le mani attorno al collo, mentre dovevo stare attenta a non stargli troppo vicino col corpo rischiando di tradirmi dato che ero armata. Un tocco leggero il mio, un tocco che doveva essere seducente non pericoloso. Non che io sapessi cosa volesse dire, ma mi ero già trovata in situazioni simili. Durò solo un rapidissimo istante. In un lampo, una mano consolidò la presa aiutandosi col braccio, impedendogli di respirare, l'altra invece scaricò un potentissimo martello sulla sua tempia. Quel colpo risaliva ai minoici, ci aveva insegnato Axel, nato sul campo di battaglia per quei guerrieri che perdevano l'arma. Micidiale su un elmo. Condii il tutto facendogli fare un bel ruzzolone per terra, picchiando ben bene la testa. Si sarebbe svegliato dopo un bel po', con un gran mal di testa e, nel peggiore dei casi, una voglia di vendicarsi contro un'inesistente prostituta, nel migliore invece, non avrebbe ricordato nulla. Mi scostai da lui con naturalezza, dopo essermi assicurata che fosse effettivamente svenuto. C'era ancora qualcosa che dovevo fare, per non mandare a monte il piano. "Che c'è?" dissi ai soldati, come se fossero stupiti dalla mia reazione "Ve l'ho detto, no? Nessuno mi fa niente che io non voglia... questo non è sempre facile..." poi mi avvicinai a Kostor "Mi devi un favore, dolcezza..." con fare malizioso. "E ora andiamo, su.. il barone attende il suo oro... e non solo.." con un sorrisetto. Se qualcuno ci stava ascoltando, era il momento buono per attaccare, ma dovevamo andarcene di lì e lasciarci alle spalle il malcapitato. |
"Sì, ma mi ha salvata..." mormorai, con lo sguardo vago, per poi riscuotermi alle parole del contadino, con un sospiro rassegnato.
"Non ho altra scelta, devo raggiungere Monsperon..." |
A quel cenno del barone, i servi diedero il permesso agli attori di cominciare il loro spettacolo.
Erano buffe e caratteristiche figure umane che nei loro eccessi tradivano in tutto e per tutto l'appartenenza al mondo teatrale. Erano di aspetto rude e grottesco ed indossavano abiti semplicissimi. Si trattava di tuniche attillate con maniche, ricavate da qualche pelle conciata che in origine probabilmente aveva conservato il pelo, ma ormai era consumata a tal punto che sarebbe stato impossibile comprendere a quale animale fosse appartenutea. Ai piedi calzavano bassi stivali stretti fino alle ginocchia, ricavati da strisce di cuoio avvolte dalla caviglia in su. I teatranti recavano con loro dei grossi bauli, i quali, una volta aperti, mostrarono il loro curioso contenuto. Si trattava di stupende marionette alte ciascuna quasi quanto un montone adulto, fatte di pregiato legno, con ricche tuniche ricamate e lamine di ferro battuto a ricoprire le pari lignee. Le bellissime marionette raffiguravano personaggi tratti palesemente ispirati all'epica cavalleresca. “Per gli arazzi degli Uffizi...” disse incuriosito Ferico “... che sono mai quelli? Burattini?” “Sono Pupi, milord.” Rispose Jean, che era seduto alla sinistra del barone, diviso da lui dal posto in cui sedeva Dacey. “Si tratta di marionette molto caratteristiche. Essi servono per inscenare racconti dell'epica cavalleresca.” “Davvero arguti questi commedianti!” Ridendo Ferico. “Siamo certi che vi piaceranno, milady.” Posando la sua mano su quella ambrata di Dacey. “Milord!” Esordì il capocomico. “Nobili signori! Oggi metteremo in scena per voi le epiche imprese del leggendario passato di Sygma! Di come i Cattolici Capomazdesi invasero queste colline!” “Dunque conoscete i migliori campioni di quella gente?” Chiese uno dei commensali. “Certo!” Annuì il capocomico. “Allora” divertito il barone “elencateli a questa virtuosa e nobile corte. Mostrateci quali di questi burattini richiamano gli antichi guerrieri.” “Il primo fra essi fu Ardeliano il Grande” il capocomico mostrando il Pupo più bello “che conquistò Sygma e la rese Capomazdese. Poi abbiamo Taddeo detto Cuor di Dragone” prendendo un altro superbo Pupo “che sogna ancora di riprendersi queste terre.” E tutti risero. “E quell'altro burattino?” Indicando un altro dei commensali un meraviglioso Pupo appoggiato su uno dei bauli. “Chi cavaliere raffigura? Sembra un Lancillotto tanto è bello.” “Oh, questo...” il capocomico afferrando il Pupo “... questo in effetti rappresenta un cavaliere, di cui però con licenza vostra ho dimenticato il nome...” “Signor buffone...” intervenne il Maresciallo Fagan con tono sprezzante “... questa presunta dimenticanza, dopo gli elogi di quei cavalieri, è troppo goffa per servire al vostro scopo. Vi dirò io stesso di quel cavaliere davanti al quale caddi per errore della Sorte e per uno sbaglio del mio destriero durante la Giostra per la Festa del Vino. Per fama ed abilità era il più forte dei Capomazdesi qui conosciuti. Eppure dirò ciò davanti a questa corte... se fosse qui a Sygma e osasse ripresentarsi al torneo di quella festa, pur col mio peggior cavallo e lasciandogli la scelta delle armi, sarei sicuro del mio risultato e dunque di batterlo.” “Nobile Maresciallo...” fece il capocomico “... mi sono attenuto alle leggi baronali, che vietano di pronunciare ad alta voce il nome dei cavalieri Capomazdesi esiliati da Sygma.” “Non esiliati...” con astio il barone Ferico “... ma cacciati, umiliati e messi in fuga.” Bevendo del vino. “Ed ora avanti con questo spettacolo e badate di far si che riesca a metterci di buonumore.” Con tono grave, mentre i vari commensali parlottavano fra loro circa il misterioso e valoroso cavaliere di cui era vietato pronunciare il nome. http://www.blogsicilia.it/wp-content...-dei-pupi1.jpg |
La vista dei commedianti mi fece sorridere. Erano a dir poco buffi, almeno secondo le mie abitudini a Mirza.
Rozzi e dai costumi grossolani mi stupirono però quando dai bauli mostrarono quelle marionette dipinte, dei veri piccoli capolavori con scalpello e pennelli. La storia di Sygma. Interessante. Di certo avrei appreso qualcosa di nuovo. E così accadde. Cercai di memorizzare i nomi che mano mano elencavano e ascoltai con attenzione la diatriba. Misteriosi cavalieri dal nome impronunciabile. Quello era davvero interessante. Ripensai al libro nella mia stanza. Chissà se leggendolo avrei trovato traccia di questi uomini rappresentati nelle marionette. Mi ripromisi di scoprirlo. Per qualche decina di secondi ero riuscita a tollerare la mano di Ferico sulla mia ma alla fine non resistetti più e con la scusa di prendere il mio bicchiere mi sottrassi da quella presa indesiderata. |
Kostor sorrise a Clio.
"Tutto ciò che vuoi, bellezza." Disse divertito. "Te la sei cavata niente male con quel tipo." Estea alla bionda mercenaria. I mercenari allora ripresero il cammino, lasciandosi alle spalle il volenteroso cavaliere che Clio aveva messo fuorigioco. L'imbrunire però aveva ormai ceduto velocemente il passo prima al crepuscolo, poi alla sera. Il buonsenso ormai avvolgeva il bosco e Tussor era stato costretto ad accendere una torcia per illuminare il sentiero davanti a loro. "Non mi piace camminare nel buio..." fece Kostor "... mi fa sentire indifeso e nervoso..." "Già..." annuì Elas "... sembra il momento ideale per essere attaccati..." |
"Se volete" disse il contadino a Gwen "potete stare a casa mia per stanotte. Io e mia moglie siamo sempre lieti di poter ospitare qualcuno. E poi ormai è sera e Monsperon è ancora lontano."
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Risi a quelle parole di Kostor, per poi tornare vicino ad Estea e Anty.
Alzai le spalle a quelle parole della bella bruna. "Non sapevo come altro togliercelo di torno.. si riprenderà.." dissi soltanto. Ma ormai era buio, e Tussor aveva giustamente acceso una torcia. Elas aveva ragione, era il momento perfetto per attaccare. Almeno, pensai, quella giornata non sarebbe stata completamente buttata. |
"Oh" dissi "Non vorrei disturbare" con un sorriso imbarazzato al contadino.
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E mentre il carro dei mercenari di Clio si addentrava sempre più nel cuore del bosco ormai avvolto nel buio della sera, ad un tratto qualcosa sibilo' velocissima su di loro.
Era una freccia infuocata che si conficco' sul carro. "Ci attaccano..." disse Elas, mentre in un attimo il fuoco divampo' sul carro. |
Tutti gli orari sono GMT +2. Adesso sono le 12.54.06. |
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