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Lo guardai senza parole.
"Sembra lei abbia cinque anni" dissi, senza intenderlo come complimento. Pur controvoglia, salii la scala e lo seguii. Non avevo assolutamente intenzione di comportarmi da amichetti con quel tizio, né tantomeno col suo androide. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Bellissima e dall'animo gotco, Altea entrò nel salottino, ma alle sue parole la musica cessò.
Si accorse allora, quando i suoi occhi si abituarono al buio, che nessuno era seduto al pianoforte. Un attimo dopo intravide una figura. Intravide una donna. Per un istante. Come se piangesse. Poi svanì nel nulla. https://i0.wp.com/www.comicsbeat.com...size=350%2C200 |
Avanzai lentamente ma nessuno era seduto al pianoforte, rimasi per un attimo sgomenta quando vidi un' ombra e poi una figura, era una donna velata e vestita di bianco che poi sparì.
Rimasi ferma ed immobile, non poteva essere lo spirito della donna amata da Lennox, ma stranamente suonavano la stessa melodia, forse quella canzone significava qualcosa per loro. Uscii subito dalla stanza, asciugandomi la madida fronte, il cuore batteva forte ed entrai in cucina. Presi dell' acqua fresca e la bevvi in un sorso, la fresca acqua mi rigenerò da quella visuale e quella situazione e fuggii, fuggii nuovamente in giardino. Respirai a profonde boccate d' aria per prendere fiato, chi avevo mai in casa mia...dovevo avere paura di Lennox? Eppure uno strano legame mi attirava a lui. Corsi verso le scuderie e presi il mio amato Cruz, salii in groppa del nero destriero e iniziai a correre nel vasto giardino, dovevo sfogare la mia ansia, ed infatti iniziai a pensare al loro amore impossibile, al fatto lui non poteva amarla e il voto di portare la maschera. Mi fermai alla Cappelletta di Santa Rita ed entrai, mi inginocchiai davanti all' antico dipinto della Santa e pregai perchè mi preservasse assieme a San Michele Arcangelo e mi rendesse salda. |
Betix rise, poi condusse Gwen in un'altra stanza.
Ordinò allora a Justine di portare lo ro da mangiare. Una colazione non certo raffinata, ma abbandonante fu servita dall'androide. "Spero che latte, pane, qualche focaccia e della frutta siano una buona colazione per lei, dottoressa." Disse, per poi mangiare. "Lo ammetta, è invidiosa di come io sappia costruire androidi perfetti. Ma soprattutto liberi. A differenza del suo centro." Divertito, come se conoscesse molto bene il centro in cui lavorava lei. Altea prese il suo cavallo e galoppò fin dove il giardino ceeva poi il passo nella campagna dietro il loro palazzo, dove la città delimitava il I° livello dalla zona più esterna e verde. Galoppò fino alla Cappella di Santa Rita, dove entrò per pregare davanti alla santa e a San Michele Arcangelo. Vi restò a lungo, fin quando vide il chiarore del nuovo giorno accarezzare la navatella ed i suoi affreschi. |
Justine ci servì la colazione, che era a base di frutta, pane, latte e focacce.
Presi un sorso di latte, rendendomi conto che erano ore che non mangiavo. Lo guardai infastidita, ma con evidente compatimento. "Quanto è infantile, lei, nei suoi continui tentativi" commentai "E comunque, non sono io a progettarli, né a costruirli, quindi non è con me che deve parlare" con tono asciutto, schietto e sarcastico. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Era quello il posto da me preferito quando volevo la quiete, poi pensai ad uno strano intreccio, il pianoforte era appartenuto ad un maestro d' arte e la sua amata sposò un banchiere ma lei morì suicida, proprio come la donna di Lennox che si avvelenò...e quindi Lei chi era? Ciò che non comprendevo era la stessa musica...sicuramente era la donna che Lennox aveva salvato, chissà quante volte Lei aveva ascoltato quella musica...dannata e liberatoria..quanta sofferenza nel non poterlo amare.
Osservai Santa Rita e chiusi gli occhi, quando li riaprii la luce illuminava gli affreschi; stava albeggiando. Uscii e salii a cavallo e tornai lentamente con Cruz, non ero stanca, ormai le mie notti erano insonni da molto, mi nutrivo più della luce lunare che del sole, la notte non aveva segreti per me ma ora si...un segreto lo aveva. Scesi da cavallo, entrai in stanza e mi feci una veloce doccia e andai nella sala da colazione. |
Quel tipo si faceva sempre più sfrontato.
"Beh che altro lavoro potresti trovare in una casa signorile?" guardandolo divertita "In cosa vuoi che consista, fare tutto quello che dico, vero, Jamos?" risi, alla volta dell'autista. "Beh, perché invece non mi dici che lavori sai fare, che facciamo prima?". |
Betix rise.
"Veniamo a noi..." disse a Gwen "... voglio che il mio talento sia riconosciuto. Voglio che lei mi faccia entrare nel suo centro per costruire nuove generazioni di androidi. Stavolta perfetti. Ed io avrò il mio riconoscimento." Fissandola. Altea non dormì quella notte e raggiunse quando ormai era giorno, il salotto per la colazione. Gerard arrivò poco dopo e Margot servì il tutto. "Buongiorno, cara..." disse lui "... stanotte non ti ho sentita venire a letto. Sei rimasta sveglia fino all'alba? Cos'hai? Inquieta per quel biglietto? Forse ho chiesto troppo a noi stessi con questa storia dei profughi... dopotutto il mio idealismo non può complicare la vita anche a te, sarei egoista nel pensarlo..." sinceramente preoccupato. |
Mi sedetti al tavolo ed iniziai a spalmare nel pane dolce e appena sfornato della marmellata di fragole e ascoltai Gerard, lievemente annoiata..non capiva la notte era per me come il giorno e amavo la sua tranquillità mentre odiavo il clamore del giorno.
"Oh no" lo guardai "Sono preoccupata per la nuova collezione che devo presentare, sai la concorrenza è molta e non vorrei chiudere la mia società e mandare a casa dei lavoratori" mentii spudoratamente in quanto la mia società di moda era all' apice del successo. "Tu hai dormito bene invece? Tutto tranquillo in casa vero?" in modo tale da carpire se aveva sentito il pianoforte suonare. https://i.pinimg.com/564x/06/c0/fb/0...92de0c9c5e.jpg |
Sbattei le palpebre un paio di volte per vedere se avevo capito male, ma sembrava proprio di no.
A quanto pareva, l'aveva detto davvero. "Lei lavorare alla Aesthetica?" dissi, come ulteriore conferma per me stessa. Davvero non sapevo come reagire. "Curioso che qualcuno come il suo genio non abbia trovato un altro centro con gente più competente, rispetto a noi che siamo ciarlatani" dissi candidamente "Deve essere proprio disperato, lei" con un vago ghigno divertito. |
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