"Perchè non me lo dice lei direttamente, visto che pensa di sapere tutto e la smettiamo col teatrino?" replicai dunque, fissandolo.
Non capivo che senso avesse ancora per lui prendersi in giro, visto che non eravamo alle elementari.

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"Mi vuol dire" disse lui a Gwen "che non sospetta di me? Avanti... mi chieda ciò che vuol sapere... e metta via quel broncio da liceale..." finendo il suo drink.

"Io non sospetto di lei e se è arrivato a questa conclusione è davvero deludente" dissi allora.
"Non ho studiato e lavorato per farmi insegnare il mestiere da lei e so che non c'entra nulla con la sparizione."

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"Oh ma senta un po'..." posando la borsa su una sedia con aria tra il divertito e l'incredulo.
"Abbiamo qui un nuovo arredatore di interni dai modi un po' bizzarri?" avvicinandomi a lui a braccia conserte, per poi squadrarlo da capo a piedi.
"Glielo ripeterò un'altra volta, posso sapere chi è lei e che cosa ci fa nel mio ufficio?" restando a guardarlo incredula in quei suoi occhi chiari, mentre decine di pensieri continuavano a formularmisi in testa, ma nessuno che avesse senso.

"Meglio così, almeno non avremo segreti..." disse Herbert a Gwen, per poi chiamare il cameriere "... vorrei portarla in un posto..." pagando il conto.
Intanto Destresya era faccia a faccia con quello strano tipo nel suo ufficio.
"Oh bella..." ridendo lui "... è così che lei tratta il suo principale? O forse non mi ha riconosciuto? Io sono Drew Star." Fissandola divertito con la sua aria da impertinente.

Questo lo diceva lui.
Io ero ancora fermamente convinta che non mi stesse dicendo tutto...
Mentre pagava disse che mi avrebbe portata in un posto.
"Sarebbe a dire?" chiesi perplessa, perchè non sapevo davvero cosa gli frullasse in testa, era totalmente imprevedibile e non riuscivo a prevedere alcuna sua mossa.

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"Stia tranquilla, non voglio rimorchiarla..." disse Herbert a Gwen "... sono un uomo sposato e lei non è il mio tipo." Guardandola con un sorriso quasi beffardo. "Venga, ci andiamo subito, visto è fuori città."

"Mi creda, non ci ho pensato nemmeno lontanamente" con annoiato sarcasmo, anche se dicevo la verità.
Tuttavia, il dettaglio del matrimonio era interessante e probabilmente era per questo che aveva, secondo me, omesso dettagli sul suo rapporto con Kim, poteva aver paura che la cosa venisse a galla.
Alla fine, curiosa, lo seguii, anche perchè non avevo molta scelta.

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Non riuscii a non scoppiare a ridere a quelle parole del tizio.
Una risata genuina, autentica.
"Sì certo, e io sono la regina Giovanna..." scuotendo la testa.
"Lavoro con signor Star da parecchio tempo ormai e mi dia retta, lei non gli somiglia neanche un po'..." senza riuscire a smettere di ridere.
"Quindi ora può finire questa commedia e andarsene, per favore?" indicando la porta.

Herbert rise piano, senza dire nulla a Gwen.
Salirono in auto e sgommarono via.
in breve lasciarono la città e lui imboccò l'Asse Mediano, per poi prendere la super strada che dava verso la costa.
Nel frattempo, nel suo ufficio, Destresya si era trovata faccia a faccia con quel tipo misterioso.
"Ah, capisco..." disse lui "... e come mai non ci sono foto in Rete di me? Voglio dire... sono sempre in viaggio, giro per il mondo in luoghi misteriosi... ma come mai non rilascio mai interviste? Sono forse un supereroe mascherato?" Devertito.

L'auto partì ed imboccò l'Asse.
Non sembrava una cosa strana, finché non fiancheggiammo la costa e questo ora era davvero strano, non avevo la minima idea di dove stessimo andando.
Probabilmente era qualcosa che aveva a che fare con Kim.
In tal caso, speravo potesse essere utile alle indagini.

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Per un bel tratto di strada i due non parlarono.
"Vedo che è ancora seccata..." disse Herbert guidando "... non le vado a genio, lo so... ma in questa storia è saggio aiutarci reciprocamente, non crede?" A Gwen. "Dopotutto vogliamo la stessa cosa. ed io sono disposto a pagarle il doppio dell'onorario in caso di successo."

Continuai a fissarlo con un sorrisetto divertito.
"Oh beh, come il signor Star decide di gestire la sua immagine non sono certo affari del primo sconosciuto che mi capita in ufficio, non crede? Quest'aura di mistero fa parte del suo fascino!" facendogli l'occhiolino.
"Avanti, mi dica che cosa vuole!" fissandolo negli occhi.
Quella conversazione non mi piaceva per niente.
Ci mancava solo che adesso qualcuno di mettesse a curiosare e smontasse tutto il mio castello di carte.
Sarebbe stato un disastro.

Non mi dispiaceva il silenzio.
Finché lui non decise di romperlo.
Ed ero sempre più sicura che fosse bipolare, altrimenti non me lo spiegavo.
"È dall'inizio che le chiedo di collaborare e non l'ha fatto. Si è passato una mano per la coscienza, ora?" ribattei.
"Può pagarmi anche dieci centesimi, mi importa ritrovare Kim, più dei soldi."

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"Le ho già detto... sono Drew Star e questa è la mia agenzia..." disse lui a Destresya "... dico bene? Non vorrà finire in tribunale spero?" Ridendo. "Ci sarebbero tante cose da dimostrare... armadi da aprire... indagini da fare... eh no... non credo convenga a nessuno, giusto?" Facendole l'occhiolino.

"E' quello che sto facendo." Disse lui guidando a Gwen. "Per questo la sto portando con me." Erano ormai giunti sulla costa.
Proseguirono verso una strada panoramica e poi sul litorale.
Qui c'era una villetta e l'auto parcheggiò davanti all'abitazione.
"Scenda, siamo arrivati..." lui a lei.
Entrarono in casa.
"Questa è la mia vlla al mare..." spiegò Herbert "... Kim è stata qui il giorno prima di sparire... quello è il suo pc... lo usa soltanto lei... ho la password ma non l'ho mai acceso... se vuole può fare tutte le ricerche che vuole, dottoressa." Fissando Gwen.

Arrivammo sul litorale e da lontano vidi una casa, la classica villetta per le vacanze.
Quando entrammo mi disse che Kim era stata qui il giorno prima di sparire, infatti c'era il suo computer e lui sapeva la password.
Ero divisa fra il voler dire "Me lo sta dicendo solo ora?" e dire "Insiste ancora a negate un vostro rapporto?", ma alla fine scelsi di tacere, ero troppo avvilita per discutere di nuovo e poi ora speravo di essere arrivata ad un punto di svolta.
"Allora lo sblocchi" indicando il computer.

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La strada era veramente dissestata e stavo avvertendo il solito mal d'auto. Finalmente raggiungemmo la casa del custode Turron.. Io scesi di fretta dall'auto, l'aria era fresca lassù e la mia curiosità era sempre più forte. Eppure quella strana sensazione pervade tutti i miei sensi, era come uno strano presentimento. Guardai Hiss e sorrisi appena. Poco dopo uscì un uomo anziano, lo fissai e capii era il custode.

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Herbert annuì a Gwen e inserì la password nel PC di Kim.
"Prego... è tutto suo." Disse lui alla criminologa indicando il computer.
Nel frattempo l'auto di Hiss ed Altea era giunta alla casa del custode.
Turron era un uomo corpulento, dal volto rugoso ma con lo sguardo pulito.
"Salve..." Hiss al custode "... noi vorremmo visitare il castello... è possibile?"
"Si... una volta al mese è concesso visitarlo..." annuì Turron "... ma è in rovina, fatiscente... insomma è un vecchio rudere... come mai vi interessa tanto?"
"Siamo turisti ed amiamo i vecchi castelli." Spiegò Hiss. "Soprattutto quelli con belle storie da raccontare."
"Solo quelle sono rimaste ormai..." mormorò il custode "... qualcuno pensa persino sia infestato... beh, almeno questo tiene lontano i giovinastri ed altri perdigiorno."

Aspettai che sbloccasse il pc e alla fine mi cedette l'apparecchio.
"Come mai la polizia non sa nulla di tutto ciò?" dissi, mentre mi sedevo davanti al computer.
"Voglio dire, hanno sempre delle indagini in corso, possibile che non abbiano parlato con lei, cercato qualcosa, non so... ?" chiesi poi, anche se la cosa, in fondo, non mi stupiva molto, ero stata io, spesso, a risolvere i casi al posto loro, dal momento che le persone si rivolgevano a me come ultima spiaggia.
Tuttavia, era comunque il loro lavoro.

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Ascoltai Turron attentamente mi avvicinai al custode e scrissi di getto nel tablet.. "Mi chiamo Altea De Bastian, sono nipote di un certo Mandus De Bastian.. La mia famiglia ha avi importanti, dei Duchi. Vorrei tanto vedere il castello e sapere le leggende" mostrai la scritta sul tablet all'anziano custode. Il bracciale scivolò in bella vista.. In quel momento avrei desiderato far uscire tutta la mia voce.

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"Molto semplice..." disse Herbert accendendosi una sigaretta "... non ho detto loro nulla riguardo questa casa ed ovviamente a quel PC, dottoressa." Fissando Gwen.
La criminologa cominciò a controllare quel computer, senza però trovare nulla di particolare, fatta eccezione per alcune foto, innocenti, in cui apparivano il professore e Kim.
Intanto, a casa del custode, Altea e Hiss avevano esternato la loro volontà di visitare il castello.
"E sia, ve lo farò visitare, signorina." Annuì Turron. "Tornate qui domani e ci andremo."
"Ora non è possibile?" Chiese Hiss.
"Stanotte preferisco non andare al castello." Turron, guardando poi il cielo pomeridiano.
"Non avrai paura dei fantasmi!" Rise l'uomo che aveva accompagnato i due dal custode.
"Sta zitto, idiota!" Lo richiamò Turron.

Il discorso non faceva una piega.
Iniziai a cercare dentro il computer, trovando poco o nulla, in mezzo a foto di Kim e Smas, sebbene fossero normalissime foto.
Ma non mi davi per vinta.
Poteva esserci qualcosa di rilevante là dentro e non mi sarei arresa.

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Domani... Forse perché il castello era fatiscente per vederlo di sera. Ma il nostro accompagnatore fece una battuta ridendo ma notai l'irritazione di Turron. Scrissi sul tablet "Signor Turron, quali fantasmi? Non abbia paura, io non la prenderò in giro". Mostrai all'uomo e pensai alla visione avuta prima e la storia narrata "Io non ho paura" aggiunsi sicura.

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Gwen cercò ancora, mentre Herbert preparò due apertivi per combattere il caldo.
Tuttavia la criminologa non trovò nulla di particolare in quel PC.
Nel frattempo, alla casa di Turron, Altea gli aveva chiesto dei fantasmi.
Lui apparve titubante, poi si grattò la nuca.
"Ecco, non che io ci creda..." disse "... ma si dice, si mormora..."
"Cosa?" Hiss.
"Beh, che nel castello ci sia il fantasma del duca..." spiegò Turron "... la leggenda vuole che la sua amante fu murata viva e lui la cercò a lungo, senza riuscirci mai... ed ora qualcuno pensa che il suo fantasma vaghi ancora per il castello in cerca della camera segreta in cui fu murata via la sua amata nobildonna del Nord..."

Sussultai.. Ma era possibile fosse la mia antenata? Avessi saputo prima avrei visto negli Annali del Casato. Poi aggiunsi "È vero lui ha dato il suo nome ad un fiore? Esiste ancora quel fiore? E pure si parla di un bracciale.. Come si chiamava la povera dama sfortunata?". Fatto era che proprio mio nonno mi raccontò quando mi mostrò il bracciale la mia antenata era sia di Sygma e del Nord.

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"Beh, io non sono una guida, signora..." disse Turron dopo aver letto sul tablet di Altea "... sono solo un custode e non conosco bene la storia d'amore fra il duca e la bella dama... ci sono alcuni dipinti nel castello in cui lei è raffigurata... poi una vecchia biblioteca e poco altro... i maledetti pirati nei secoli hanno portato via quasi tutto..."

Smas preparò due aperitivi freschi, ma io ero sempre più frustrata.
Non trovavo nulla.
"È possibile che non ci sia nulla?" con tono quasi retorico.
"Io non capisco... C'è qualcosa che mi sfugge... Ma cosa..."

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Vi erano dei libri.. Perfetto.. "Possiamo chiedervi ospitalità per stanotte? Vi pagheremo... Pirati? Non sapevo fossero arrivati fin qui" perplessa ma sorrisi a Turron, fu un sorriso spontaneo.

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"Tenga..." disse Herbert offrendo l'aperitivo a Gwen "... cosa sperava di trovare?" Chiese poi.
Intanto, alla casa di Turron, Altea aveva chiesto ospitalità per la notte, ovviamente pagando.
"Certo, non ho molta comodità da offrire, ma di spazio ne ho." Il custode dopo aver letto sul tablet.
L'altro uomo andò via e Turron invitò i due ad entrare in casa.
"Camera singola?" Chiese.
"No, separate." Rispose Hiss. "Non siamo sposati io e la signorina." Sorridendo gentile.
Così Turron mostrò loro due camere non troppo grandi e neanche molto confortevoli per far passare ai due la notte.
"Per cena non ho molto da offrire..." mormorò il custode "... formaggi, salumi e pane." Poi rise. "Prima ho detto pirati, ma intendevo ladri."

Presi il bicchiere, pur sentendo bisogno di altro calore dato dal whisky, piuttosto che quello.
"Non lo so, ma abbiamo visto che quella donna ha le fattezze di Kim, pur non sembrando lei da tutti i punti di vista e qualcosa di strano deve esserci. Possibile che nessuno pensi alla vera identità della dottoressa Loff? Anche questo è strano. Ha una clinica, dei pazienti, ma nessuno sembra sorpreso che abbia un viso diverso ed è tutto maledettamente assurdo."

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Risi quando ci propose la camera matrimoniale, Hiss subito mise le mani avanti. Era molto professionale, ma non sapeva i miei turbamenti, temevo mi prendesse per pazza. Annuii alle ultime parole del custode, mi sedetti su una sedia di legno scomoda, avevo un certo languorino. Fuori dalla finestra si poteva vedere il castello e scrissi sul tablet "È di proprietà dei Taddei? Degli eredi intendo.. Nessuno si è più occupato di questo castello?" mostrai ad Hiss indicando di chiedere.

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"Cosa le fa credere" disse Herbert a Gwen "che abbia un viso diverso da prima? E poi cosa significa diverso? Che ha unamaschera? Che per magia ha preso le sembianze di Kim? Io non capisco che razza di pista le stia battendo..." bevendo.
In quel momento, alla casa del custode, Altea e Hiss avevano presodue camere per trascorrere il pomeriggio, la sera e la notte.
"Il castello oggi a chi appartiene?" Chiese il medico dopo aver letto il tablet di Altea. "E' dei Taddei?"
"Si, ma è amministrato dal Comune di questo paesino." Spiegò Turron. "E' caduto in rovina e in verità pochi si occupano di ripararlo..."

Lo guardai incredula.
"Guardi che so come indagare e dalle foto la dottoressa è totalmente diversa da Kim, fisicamente, anagraficamente, da tutti i punti di vista, per questo è strano" spazientita.
"E qualsiasi pista io stesso seguendo all'inizio, devo ormai rimodulare tutto, visto che ci siamo trovati davanti Kim, ma lei non sembra essere del tutto se stessa, non riesco a trovare un indizio che sia uno e lei non ha alcun elemento in comune con le altre ragazze scomparse. Tranne la bellezza, ma al momento non è rilevante. Se pensava che il mio fosse un lavoro semplice e che in giornata avrebbe avuto la sua studentessa viva e vegeta pronta davanti a lei, è fuori strada..."

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"Un momento..." disse Herbert a Gwen "... però potrebbe essere... ciò che lei ha appena detto intendo... e se fosse inconsapevole? Non so... sia stata drogata o ipnotizzata... insomma se qualcuno le avesse causato uno stato di confusione o un'amnesia? a parte la voce è lei in tutto e per tutto... e la voce si può modificare volendo... sarebbe logico, no?" Fissando la criminologa.

Ascoltai ciò che disse.
"Lo avevo pensato, in effetti, ma anche qui ci vogliono delle prove... E comunque, il discorso resta assurdo, voglio dire, si può convincere lei, ma la gente che ha intorno? Il portiere del palazzo, la gente in clinica. Rimane un buco incolmabile e non si può drogare un'intera città..." con sarcasmo alla fine.

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"Se non ci fosse lei, dottoressa..." disse Herbert sedendosi sul divano "... io crederei di essere pazzo... di vederla soltanto io... invece siamo in due..." finendo il suo bicchiere "... allora mi chiedo... cosa diavolo è successo? Cosa?" Scuotendo la testa e guardando Gwen.

"Lo so, è quello che ho pensato qualche ora fa, vedendola" risposi.
"E non ho la minima idea di cosa possa esserci in atto, ma devo insistere, devo farlo soprattutto per lei, che magari è vittima di chissà quale gioco subdolo, sebbene dia l'impressione di essere tranquilla e spensierata, ma potrebbe non essere così..." aggiunsi.
"Non ho intenzione di arrendermi, non l'ho mai fatto e non lo farò proprio ora."

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"Neanche io..." disse Herbert a Gwen "... neanche io voglio arrendermi."
Ad un tratto squillò il numer del cellulare di Gwen.
Un numero sconosciuto.

"Bene, la motivazione c'è" commentai.
Speravo ci fossero anche degli indizi.
Ad un certo punto, il mio cellulare squillò, così risposi, curiosa di scoprire a chi appartenesse quel numero sconosciuto sul display.

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