Camelot, la patria della cavalleria

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Morrigan 15-09-2010 02.54.04

Quei cavalieri, venuti fuori dal nulla, mentre la luce violenta che sorgeva ad Est avvolgeva le loro sagome nobilmente erette sui destrieri bardati, sembrarono agli occhi di Morrigan simili a dei.
Udi più volte ripetere il nome di Avignone e l'ordine di abbassare le armi, ma solo quando vide che tutti gli uomini intorno a lei obbedivano ed indietreggiavano, riuscì finalmente ad abbassare il suo pugnale. Ancora li seguì con lo sguardo, mentre si allontanavano per ascoltare i bandi e comprendere infine ciò che stava accadendo. Ma lei non si avvicinò, no. Rimase lì, in disparte, ascoltando i frammenti di quelle voci che le giungevano nel vento... Guisgard innocente e libero... Cosimus in catene... ce l'avevano fatta! Qualunque fosse stato l'ampio giro del Fato, esso era planato infine sulle loro teste, dispensando la giustizia per cui tutti loro di erano battuti. Ma nonostante l'affetto che nutriva per Elisabeth, la devozione che le aveva promesso per quella missione, e la simpatia che Guisgard le aveva ispirato fin da principio, Morrigan non riuscì a provare per lui quella felicità e quella soddisfazione che il cavaliere di Capomagnus si sarebbe meritato dopo tante vicissitudini.

Con un gesto stanco si chinò e raccolse la sua spada da terra. Quindi approfittò della distrazione degli altri, della gioia che cominciava a circolare in quel gruppo di compagni, ma che lei non riusciva, suo malgrado, a sposare del tutto, e si trascinò oltre il carro, nella boscaglia retrostante.
Si gettò ai piedi di un albero. Strinse le ginocchia contro il petto, come se cercasse riparo in quell'abbraccio.
Tremava ancora, scossa dalla paura che aveva provato, dalla tensione di quello scontro, e da tutte quelle emozioni che si erano susseguite.
Tremava perchè alla gioia del trionfo si stava sostituendo il timore di non sapere più cosa farne di sè.
Ma soprattutto tremava perchè non riusciva a liberarsi del dolore che le era piombato sul cuore.

Così, sapendo che in quel riparo nessuno degli altri avrebbe mai potuto scorgerla, Morrigan, per la prima volta da quando era bambina, nascose il viso tra le mani, e pianse.

Talia 15-09-2010 03.09.16

Tornai a guardarla attraverso lo specchio... era più facile sostenere il suo sguardo apprensivo con l'intermediazione di quella superficie.
"Sono tornata perché era la cosa giusta da fare!" mormorai "Sono tornata perché desideravo che mio padre facesse una cosa per me e il mio ritorno era la sola cosa che avevo da mettere sul piatto come contropartita! Sono tornata perché..." esitai, ma poi sospirai e, con un nodo alla gola, distolsi lo sguardo "Raccontami di tuo marito, Alvien, che il Cielo preservi la sua anima... Era un uomo buono, ricordo! Quando hai capito che l'amavi?"

Guisgard 15-09-2010 03.15.45

Morrigan piangeva.
Nulla è peggio del tormento d'amore.
Ad Amore non si sfugge.
Perchè Amore è un sogno.
E noi siamo fatti della stessa sostanza dei sogni, come scrisse un grande che più di una volta ispirò le atmosfere di questa nostra avventura.
Quell'albero faceva ombra e dava una docile frescura in quella mattinata di Settembre.
Ad un tratto Morrigan sentì dei passi alle sue spalle.
Era Mion accanto all'albero che in silenzio la fissava.

Guisgard 15-09-2010 03.21.21

Alvien comprese.
Si avvicinò a Talia e prese le mani di lei nelle sue.
"Quando vidi Armand la prima volta..." cominciò a dire "... ero sulla strada per il paese con le mie sorelle... ci incrociammo quando lui era con altri cacciatori. Lavorava nelle terre di vostro nonno... ricordo che mi fissò... mi fissò senza dire nulla, ma cose avesse voluto dirmi tutte le cose del mondo... ogni mattina, dall'ora, ci incrociammo... e lui mi fissava senza mai dire nulla... i suoi sguardi erano diventati per me come mille parole d'amore... ed attendevo quelle mattine come il momento più bello dell'intera giornata... fino a quando, finalmente, mi parlò per la prima volta..."
In quel momento qualcuno bussò.
"Milady..." disse il paggio "... vostro padre vi attende..."

Morrigan 15-09-2010 03.23.41

Nel sordo silenzio del suo cuore, Morrigan riuscì ad udire dei passi che si avvicinavano.
Sollevò il viso di scatto e vide Mion, accanto all'albero, che la fissava in silenzio.
Cercò di cancellare in fretta, con la mano, i segni delle lacrime e si sforzò di atteggiare il viso ad un espressione tranquilla, per nascondere, quanto più le fosse possibile, quel turbamento agli occhi di lui.

"State bene, signore?", disse, con voce che voleva esser calma.

Guisgard 15-09-2010 03.28.09

"La mia mano..." disse Mion "... sono ferito ma è solo un taglio... uno sciocco, insignificante taglio..."
Fissò allora l'orizzonte lontano.
"Bene..." riprese a dire "... finalmente è tutto finito... lady Talia sposerà il mio signore ed i miei compagni sono stati vendicanti... non ho altro da fare qui..."
Si voltò poi e fissandola chiese:
"E voi? Voi cosa farete ora?"

Morrigan 15-09-2010 03.33.51

"Sono felice che tutto si sia risolto per voi nel migliore dei modi", rispose, schivando il suo sguardo.

Tutto era freddo, intorno a lei. Lui era freddo, ormai distante come se fosse già scomparso oltre quell'orizzonte... freddo, distante... ma non avrei potuto aspettarmi altro!

"Io? Forse seguirò milady Elisabeth, se mi vorrà con sè per insegnarmi le sue arti, o forse... forse, più semplicemente, tornerò alla mia vita di un tempo"

Talia 15-09-2010 03.37.12

Mi voltai verso di lei e le carezzai il viso...
"Sei fortunata, Alvien!" dissi "Anche se lui adesso non c'è più, sei fortunata ad aver avuto un matrimonio così. Ad aver avuto un uomo che tanto amavi..."
La abbracciai forte, e mormorai: "Ti voglio bene!"
Il quel momento bussarono alla porta, ci voltammo mentre un paggio si affacciava sulla porta.
Chiusi un momento gli occhi alle sue parole, inspirai profondamente e placai la mia anima, così che quando li riaprii ogni traccia di emozione era sparita dal mio volto.
"Bene!" dissi, alzandomi elegantemente "Conducetemi da lui, dunque!"

Guisgard 15-09-2010 03.43.18

"Capisco..." disse Mion, stringendo nervosamente la fasciatura attorno alla sua mano "... immagino abbiate una famiglia... un uomo che vi attende..."
E ritornò allora a fissare l'orizzonte.

Guisgard 15-09-2010 03.48.30

Nel frattempo, a Carcassonne, Talia fu condotta da suo padre.
E fatta entrare in una grande sala, la ragazza vide suo padre intento a fissare il cortile da una finestra.
"Bene..." esordì con una voce che non sembrava tradire emozioni "... il buonsenso alla fine ti è ritornato... del resto sei sempre mia figlia... sei come tuo fratello... per voi l'onore del nostro casato non è mai contato nulla... fortuna che questa scandalosa vicenda si è conclusa..."


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