Camelot, la patria della cavalleria

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Dacey Starklan 13-04-2016 19.12.42

<< Si domani..Ora voglio andarmene a dormire però! E' molto tardi>> mormorai in uno sbadiglio prima di dare uno abbraccio allo zio e infilarmi nel mio letto.
Fu una notte tranquilla e decorata da sogni.

Altea 13-04-2016 19.16.20

Le guardie aprirono la sbarre della prigione e mi fecero uscire, non dissi loro nulla all' inizio ma poi mi feci coraggio.."Dove intendete portarmi?"

Guisgard 13-04-2016 19.20.50

“Dobbiamo agire con prudenza.” Disse Enzio a Gaynor. “Magari oro aspettano solo il pretesto per attaccarci.”
In quel momento arrivò uno dei soldati.
“Signore, quelle navi nel porto...” ad Enzio “... sembrano in assetto da guerra...”
“Possibile sia tanto folle da attaccarci?” Preoccupata Anmara. “Quel Johnata è davvero così esaltato e stupido?”

Clio 13-04-2016 19.27.11

Non fu difficile scalare quell'albero, e li trovai una figura appollaiata.
Non lo distinguevo molto bene, ma un raggio di luce illuminò i suoi occhi.
Azzurri.
Azzurri come ricordavo.
Azzurri come quelli del mio signore.
"Beh, i Miralesi sono famosi per andare sempre di fretta, non lo sai?" Risi piano "E io non amo perdere tempo...".
Mi sistemai come meglio potevo su un ramo poco lontano dal suo.
"Ma davvero da queste parti le donne sono così disperate e libertine?" Divertita "Mi avevano detto che c'erano pochi giovani nella brughiera, ma non immaginavo a questo punto..." Ridendo appena.
Clio fa la brava...
"Ad ogni modo tranquillo, non sono qui nè per giudicarti e tantomeno per saltarti addosso..." Scuotendo la testa, divertita.
Restai per un momento in silenzio a guardare le stelle.
Effettivamente da lì si vedevano bene.
Non si era accorto della mia divisa, nè delle mie armi, celate com'era no dall'oscurità.
Però magari a un tipo del genere sarebbe caduto l'occhio sulle mie gambe che la corta gonna dell'uniforme lasciava libere, ornate però da leggeri e agili pugnali da lancio legati elegantemente ad entrambe le cosce.
"Allora, dimmi..." Alzando lo sguardo su di lui "Ti piace vivere nella brughiera?".
Dovevo riuscire a capire se sapeva di essere il nipote del duca o se in qualche modo avesse dimenticato quegli anni passati a corte da bambino.
E sarebbe stato un guaio, perché come diavolo me lo sarei portato a corte?
Come avrebbe imparato a governare?
Aveva il sangue di Anione, ma questo bastava?
Sospirai.
Lo avrei portato a Gervan nel caso.
O mi sarei inventata qualcosa.

Guisgard 13-04-2016 19.31.26

“Questo non era un bacio...” disse Velvot a Gwen “... almeno non un bacio vero...” fissandola “... questo è un bacio...”
Prese il volto di lei nelle mani, per poi avvicinarsi alle sue labbra.
E la baciò.
Un bacio profondo, intimo, carnale.
Un bacio fatto di languidi sospiri ed un assaporarsi reciproco.
Con le labbra di lui che premevano su quelle di lei, succhiandole, lambendole con la lingua, fino a carpirne la linfa vitale.

Lady Gwen 13-04-2016 19.40.28

Prese il mio viso fra le mani e mi baciò come pensavo che nessuno mi avrebbe baciato mai.
Era un bacio carnale, intimo, passionale, che ricambiai con lo stesso trasporto, stringendo forte il colletto della sua camicia.
Adesso sarebbe stato ancora più difficile separarci, anche se per poche ore.

Guisgard 13-04-2016 19.48.08

Dacey salutò suo zio e andò a dormire.
Si abbandonò al mondo dei sogni quasi subito, stanca com'era per la faticosa giornata.
Ma poco prima dell'alba quei sogni mutarono.
Divennero agitati, tormentati.
Sognò più volte, ma al suo risveglio solo uno rammentò con precisione...

Dacey era da sola, su una desolata stradina che tagliava in due la campagna.
Come se quel tragitto però le fosse noto, usuale, quasi abituale.
E attraversando quella via, sul versante orientale, passò davanti ad una vecchia casa abbandonata, con un giardino a cui nessuno più badava ormai da tempo.
Era un edificio dal tetto appuntito e spiovente e vi si arrivava tramite un viottolo che serpeggiava tra antiche e dimenticate tombe.
Senza saperne il perchè, Dacey si ritrovò su quel viottolo, fra le tombe.
E notò che, sebbene rovinate, erano le sepolture degli antichi duchi Capomazdesi.
Ad un tratto udì qualcosa.
Un latrato orrendo ed indefinito.
E corse spaventata verso la casa.
Arrivò all'ingresso, ma la porta era bloccata.
Fu allora che si accorse di non essere sola.
Una sagoma stava immobile nell'ombra.
“Non dovresti fuggire...” disse con la sua voce gracchiante “... non è certo giunta per te... non hai letto il libro? Tornatene a casa e dimentica questo luogo se vuoi vivere...”

Dacey si svegliò di colpo, sudata e col cuore pieno di angoscia.
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Guisgard 13-04-2016 19.50.50

“Sulla forca.” Disse uno dei soldati ad Altea. “Dove meritano di penzolare quelle come te.” E ridendo prese a spintonarla verso le scale. “Voi altri, prendete quell'altro miserabile.” Ai suoi compagni.
Altea fu portata sul ponte della nave.
Qui vide che un cappio era stato alzato su uno dei pennoni.
E capì che sarebbe morta.

Dacey Starklan 13-04-2016 19.56.55

La nonna mi aveva insegnato che i sogni celavano sempre un significato anche se forse a primo impatto poteva sembrare una visione confusa.

Passai i primi momenti di quella mattina, mentre mi preparavo e facevo colazione, a rifletter su quel sogno, sul luogo che avevo visto, sulle tombe, l'edificio ma soprattutto la misteriosa ombra e la sua frase, che mi aveva fatto gelare il sangue.

Guisgard 13-04-2016 19.57.02

I due erano avvolti da quell'incerta penombra.
Quegli occhi azzurri erano su Clio, quasi ad indagare chi fosse e cosa volesse davvero.
Poi ad un tratto notò qualcosa.
Nel momento in cui il suo sguardo era sceso sulle gambe nude della ragazza, dove aveva legati due affilati pugnali.
Allora quegli occhi azzurri tornarono a fissare quelli chiari di lei, stavolta con una luce indefinita, inquieta.
“Ora capisco...” disse piano “... mi sembrava strano che una come te fosse giunta da queste parti per caso... ti mandano loro, vero? A questo sono arrivati? Ad armare le donne?” Estrasse un pugnale, puntandolo alla gola di lei. “Getta quei pugnali di sotto... o ti mostro com'è facile tagliare la gola di una donna...” con tono cupo.


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