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“Si, l'ho sentito anche io...” disse Elv a Cassandra “... ora sembra sparito... credo che questa casa ed i suoi misteri siano legati con quel latrato... prima mi hanno fatto entrare, ma credendomi Fabbrio non mi hanno dato molta importanza... sono venuto a prenderti... ora cercheremo indizi all'interno della casa...”
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"Sei davvero sicuro di voler rischiare e cercare per quella storia?" gli schiesi piano.
L'idea di entrare non mi allettava affatto. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
“Non abbiamo altra scelta...” disse Elv a Cassandra “... ormai siamo qui e potremmo non avere altre occasioni per entrare in quella casa e cercare indizi... dobbiamo entrare e cercare... anche se è dannatamente difficile... te la senti?”
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Quello sguardo, quel tono, quell'eccitazione che cresceva sempre di più.
Lo guardavo, e più lo guardavo, più la mia voglia diventava insopportabile. Allungai la mano ad accarezzare quel corpo stupendo che se ne stava lì a provocarmi con la sua perfezione. Sorrisi, un sorriso leggero e impertinente. Allora mi alzai appena, puntellandomi col gomito, senza mai smettere di guardarlo negli occhi. Poi mi sporsi appena, e ripresi a stuzzicare quella virilità impertinente con la lingua. Per poi ritrarmi di nuovo, con un sorrisetto divertito. "Sua altezza vuole quello che vuole sempre..." con gli occhi colmi di passione, desiderio e amore. Sfiorandolo di nuovo con la lingua, per un momento. "Quello che desidera più di ogni altra cosa al mondo.." con il cuore che scoppiava e il corpo che fremeva. Un altro tormento, un altro incontro tra lingua e virilità, ma solo per un attimo. "Quello che la tiene sveglia la notte, che la fa sospirare di giorno..." sempre più eccitata. Ancora un contatto, lieve, impertinente, insopportabile. I miei occhi incontrarono i suoi, lasciando che vi leggessero tutto il mio amore, la mia passione. "Te.." sussurrai, con il cuore gonfio d'amore, prima di chiudere gli occhi e intrappolarlo nella calda e appassionata morsa della mia bocca, che con le mie labbra e la mia lingua bramava più di ogni altra cosa farlo impazzire. |
Era un gioco, un tormento, una meravigliosa schiavitù, un'ossessiva dipendenza dal piacere, dal godimento estremo, forte, totale.
La lingua della regina, sensuale, impertinente, calda, umida continuava a lambire la virilità del suo cavaliere, quasi ad esasperarlo, a caricarlo. Poi lo abbracciò con le labbra, lo imboccò tutto, chiudendo gli occhi. “Uhhhh... Elyse...” disse Aegos gettando la testa all'indietro ed abbandonandosi a quel lungo gemito di piacere. |
Quel gemito, era tutto quello che volevo sentire.
Volevo vederlo abbandonarsi, fremere, impazzire. Volevo portarlo all'estremo, e lasciarlo perdersi nei meandri di mondi sconosciuti. Oh, ma non da solo, no. Lo avrei accompagnato io, gemito dopo gemito, notte dopo notte, ancora e ancora. Perché lo amavo, lo desideravo, lo volevo, lo adoravo. Era meraviglioso, ed era mio. Come mi piaceva quel gioco ardito, quando mi piaceva sentirlo così bene mentre perdeva totalmente il controllo. Lo assaporavo con tutta me stessa, con tutto l'amore e la devozione di cui ero capace. E io, io non avevo mai provato devozione per nessun essere umano. Eppure mi sentivo come se fossi la sua ancella, la sua donna, non certo la sua regina. Ed era meraviglioso, eccitante, appagante. E continuai, ancora e ancora, con sempre più vigore, passione, intensità alternata a momenti più leggeri, ma sempre caldi e appassionati, che rendevano quel gioco un'altalena tra diversi tipi di piacere, ma tutti incredibilmente forti e travolgenti. |
Quel gesto di Eeila, così confidenziale ed intimo, strappò un sorriso compiaciuto a Hiss.
“Se fai così” disse fissandola “poi dopo è difficile che mi concentri.” Facendole l'occhiolino. “Comunque...” facendosi serio “... anche io sospetto che Ennius nasconda qualcosa e ho idea che lui c'entri eccome con la sparizione del barone... non abbiamo scelta... dobbiamo andare a cercarlo nella brughiera... il barone potrebbe essere in pericolo...” |
In quella stanza l'erotismo e l'eccitazione si potevano toccare con mano.
Su quel letto Elyse ce la metteva tutta a far impazzire il suo cavaliere, strappandogli gemiti di incontrollato piacere. Ma ad un tratto qualcosa interruppe quell'estasiante momento tutto loro. Qualcuno infatti bussò alla porta. “Altezza...” disse da fuori una delle soldatesse “... altezza, perdonate... ma è accaduto qualcosa di strano...” |
La vettura era entrata dentro il palazzo ed io ero pronta a tutto. "Che facciamo? Li seguiamo?" Dissi a Lavaros.
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Rimasi in silenzio, soppesando ogni parola con cautela.
Dobbiamo entrare e cercare... anche se è dannatamente difficile Me la sentivo? No, affatto. Alzai lo sguardo su di lui. "Va bene" pigolai piano, poi lo baciai dolcemente, accarezzandogli il viso. https://uploads.tapatalk-cdn.com/201...53d28ac16a.jpg Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
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