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Enzio decise di aspettare, preparandosi a difendere il regno in caso Johnata avesse deciso di attaccarci. Aspettammo invano tutta la notte, con un senso di ansia e incertezza addosso, fino a quando spuntò l'alba. Ero stanca, stanca di aspettare, stanca di temere, stanca di combattere e persino di governare. Volevo che fosse tutto come una volta, quando il re Scignone era vivo e mia madre una donna in salute.
"Anmara, ammiraglio... sono esausta, mi ritiro in camera a riposare. Se ci sono novità, avvisatemi..." Salii dunque nella mia stanza, crollando sfinita sul letto. Volevo dormire, ma i minuti passavano e i miei occhi restavano aperti. Ero troppo tesa e i miei sensi restavano all'erta, impedendo il giusto riposo. Inviato dal mio Z00D utilizzando Tapatalk |
"Dacey..." disse lo zio stupito "... ma cosa stai dicendo? Come sarebbe a dire che non dobbiamo vendere il libro? Certo che si invece. Dobbiamo farci il giusto ricavo. Ma si può sapere cos'hai stamattina?"
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"Magari è un bacio che simboleggia altro..." disse Velvot continuando a baciare Gwen, mentre ormai aleggiava.
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Tutto accadde velocemente e lui si ritrovò sotto Clio, che abilmente lo aveva disarmato.
Ma il giovane appariva sorpreso. "Ma..." disse cercando di dimenarsi "... chi diavolo sei? E si può sapere cosa diamine stai dicendo?" Allora con un colpo di reni strattono' la ragazza. Entrambi però persero l'equilibrio e caddero di sotto, ritrovandosi ai piedi dell'albero. |
E mentre Gaynor era in balia di preoccupazioni e paure, ad un tratto si udirono dei boati.
Alcuni attimi dopo il palazzo cominciò a sussultare. Le fregate avevano aperto il fuoco contro la costa. Il caos allora scoppiò in tutto il paese. |
Sorrisi mentre mi baciava.
Altro... Anche io desideravo quel "altro", più di ogni cosa. Intanto albeggiava già e la pece nera del cielo iniziava impercettibilmente a schiarire. " Nella parte posteriore del palazzo c'è la veranda della mia camera. C'è la scala che i servitori usano per accendere o spegenere le torce vicino al balcone, non c'è nessuno a quest'ora" sussurrai. Lo baciai un'ultima volta e mi diressi subito nella mia stanza, attenta a non fare il minimo rumore e andai subito al balcone, curandomi di chiudere a chiave la porta della camera. |
<< Ho fatto un sogno stanotte>> ammisi poggiando il libro e guardai lo zio, prima di raccontare tutto, cercando di non dimenticare i dettagli.
<< Capisci? Ci deve essere un nesso... Il libro, lo spettacolo, la maledizione..tutto>> |
Ero ancora sul letto a cercare di dormire, quando all'improvviso dei boati rimbombarono fragorosi e il palazzo cominciò a tremare ed oscillare come se fosse scosso da un terremoto. Ma non era alcuna calamità naturale, si trattava di quel viscido verme di Johnata che aveva deciso di attaccare la costa all'altezza di Baias.
All'istante mi buttai giù dal letto ed uscii dalla mia stanza, diretta in quella di mia madre. Aprii la sua porta e la trovai a letto, spaventata e in lacrime. Solo per quello, avrei ucciso Johnata con le mie stesse mani. "Madre mia, tranquilla... ci sono io qui... su, alzati... ti aiuto... ecco, metti la vestaglia... brava... appoggiati a me, scendiamo piano piano..." Inviato dal mio Z00D utilizzando Tapatalk |
Gwen lasciò Velvot ed il suo carrozzone per tornare a casa e poi chiudersi nella sua stanza.
Chiuse la porta a chiave ed attese. Ma poco dopo qualcuno bussò alla porta della stanza. |
“Beh, mi sembra naturale che tu faccia simili sogni...” disse lo zio a Dacey “... ieri sera abbiamo avuto una lunga trattativa per vendere il libro ed il suo argomento era il centro della discussione. Per questo hai sognato di quella maledizione. Tutto qui. Non credo ci sia motivo di preoccuparsi.”
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