![]() |
Risi a quelle sue parole corrispondendolo con un bacio appassionato e quella atmosfera tetra riprese colore e dolcezza, calore a quel contatto delle labbra con le sue.
Poi lo guardai nei suoi occhi azzurri seria alle sue parole.."Quindi, abbiamo avuto la stessa sensazione, si dobbiamo proprio andare alla brughiera, tu hai la spada di Serenica..ricorda è potente e massiccia ma non è magica, poi puoi usare le tue armi..io..beh...ho un arco e una feretra e frecce d' oro ma sono invisibili, non si possono vedere, ma ho pure una spada, quella della mia ancella Jaime..ma non si può vedere" e trasalii a quelle parole.."La mia ancella..ma dove è ora" ci avrei pensato dopo. Gli feci cenno di andare.."Devi fare strada tu, io non conosco questi posti...speriamo di trovare il barone d' Altavilla vivo". |
Quando eravamo soli, il mondo intero cessava di esistere.
Non sapevo spiegare quella sensazione, eppure era reale, incredibilmente reale. Era vero, era la cosa più vera che avessi mai provato. La corona, il regno, la missione, le responsabilità, sparivano tutte nell'azzurro dei suoi occhi. E avrei voluto vivere una lunga ed eterna notte, solo per noi e i nostri giochi, senza che l'alba impertinente è bellissima venga a dividerci. Anche se i giorni di attesa, qual vivere distaccati, in mezzo alla gente, nell'attesa della notte, rendeva tutto ancora più eccitante e unico. Nostro. Un legame solito nostro, un legame forte nonostante tutto quello che si sarebbe potuto mettere tra noi. Ero felice, felice mentre eravamo soli a goderci la nostra meravigliosa intimità, complicità. Lo amavo, dannatamente, contro ogni logica, perché l'Amore non ne ha. E tutte quelle emozioni portavo con me durante quel gioco ardito, meraviglioso ed eccitante, che mi donava i suoi gemiti, che rinvigorivano il mio cuore e facevano fremere il mio corpo. Poi quell'interruzione, quella voce da fuori che si intromise nel nostro mondo. Alzai gli occhi su di lui, per poi sospirare. Lo lasciai andare, a malincuore, baciandolo piano, dolcemente, con un sorrisetto malizioso, come se quel distacco mi costasse terribilmente. Ed era così, effettivamente. Lo guardai negli occhi e sorrisi, senza però muovermi da dov'ero, sdraiata al suo fianco, che era ancora inginocchiato accanto a me. Sospirai, un sospiro che voleva dire molte cose. "Dimmi Runa..." alla soldatessa fuori dalla porta "Che succede?". |
Episodio IV: Il codice segreto del Rosso
“Una nuova specie mi avrebbe benedetto come sua origine e creatore.; molti esseri eccellenti e felici avrebbero dovuta a me la loro esistenza.” (Mary Shelley, Frankenstein, o il moderno Prometeo) Elv rispose a quel dolce bacio di Cassandra, assaporandone piano le labbra. E nel baciarla le sfiorò le bionde ciocche rosse che incorniciavano il bel viso di lei. “Non temere, sei con me...” disse guardandola negli occhi verdi “... su, andiamo...” prendendole la mano. Entrarono così in quella casa bianca e misteriosa. In giro non sembrava esserci nessuno. Era ormai sera e la penombra dominava lungo i sinistri corridoi. I due giovani avanzarono, fino a trovarsi davanti a delle scale che scendevano. “Forse conducono in cantina...” Elv, per poi imboccarle con Cassandra. Alla fine delle scale giunsero davanti ad una porta. Elv guardò Cassandra e poi provò ad aprirla. Entrarono e si ritrovarono in uno strano laboratorio, pieno di strumenti strani, misteriosi, persino inquietanti e con diversi recipienti di vetro di varie forme e dimensioni. In essi vegetavano, in strane soluzioni chimiche, viscere appartenuta a qualche animale. https://legendsofwindemere.files.wor...014/09/lab.jpg |
Hiss annuì ad Eeila.
I due presero due robusti cavalli e galopparono via dal paese ancora scosso per la scomparsa misteriosa del barone, dirigendosi poi verso la cupa brughiera. Percorsero un bel tratto di strada, avvolti nel fitto e maledetto buio della notte, con solo una falce di Luna a risplendere, cupa ed enigmatica, in quel limbo di segreti e paura. “E' come cercare un ago in un pagliaio...” disse lui fermando il suo cavallo “... potrebbe essere ovunque il barone... vivo... o morto...” |
Prendemmo due possenti cavalli, il mio era nero e aveva sul capo una macchia a forma di croce bianca..si chiamava Cruz, mi avevano detto.
Ci trovammo nella brughiera sconfinata..alle penombra della Luna sembrava più misteriosa ed ampia.."Si, effettivamente potrebbe essere ovunque...proviamo...ma non penso riuscirà". Scesi da cavallo ricordando i miei poteri erano flebili nel mondo degli uomini...accesi su dei tronchi con le mani un falò non alto, per non farci notare e invocai il Fuoco di Petria entrando in telepatia con Hiss.."Dacci un segnale...dove dobbiamo recarci" dissi in quello stato di trance, sperando mi rispondesse. |
Cercai conforto in quel dolce e lento bacio e nelle sue parole.
Sì, finché c'era lui con me, io mi sentivo al sicuro, mi fidavo di lui, delle sue promesse e della sincerità nei suoi occhi scuri. Mi prese per mano ed insieme entrammo in casa, che sembrava stranamente deserta; tuttavia, per sicurezza, io avevo nascosto il volto sotto al cappuccio. Trovammo delle scale, scendemmo giù ed Elv aprì una porta, che se i miei ricordi non mi ingannavano, celava il laboratorio in cui avevano portato Elv. Strinsi forte la mano di Elv mentre evitavo di indugiare con le sguardo su quelle riprovevoli e orripilanti suppellettili. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Furono interrotti.
La soldatessa bussò alla porta ed Elyse, oltre che seccarsi, non si scompose. Restò completamente nuda e stesa accanto al suo fascinoso ed eccitato cavaliere, inginocchiato e spogliato anch'egli, che con suo sommo dispiacere aveva visto interrotto il diletto che gli stava donando la sua bellissima regina. “Altezza...” disse da fuori la soldatessa “... è accaduto qualcosa di strano... Ozz e Serugi... sembrano spariti nel nulla...” |
Essere lì, soli, eccitati, complici, mentre fuori ci parlavano, era intrigante anche se eravamo entrambi insoddisfatti.
Ma la situazione era grave, pensai, scambiando uno sguardo con Aegos. "Fammi vestire che arrivo.." sentenziai, ad alta voce. Poi mi rivolsi ad Aegos. "Tu cosa ne pensi?" |
Eeila cercò di vedere, sentire qualche traccia.
Ad un tratto ebbe una visione, vedendo se stessa davanti ad un'inquietante costruzione abbandonata in mezzo alla brughiera. http://vampwolf.ucoz.ru/_ph/2/224961730.jpg |
“Detesto questo luogo...” disse Elv, stringendo poi la mano di Cassandra.
Un attimo dopo i due giovani udirono dei passi. “Arriva qualcuno...” Elv “... dannazione, non possiamo nasconderci...” cercando di pensare in fretta “... aspetta, forse abbiamo una possibilità...” coprendosi il viso con l'alto bavero “... mi credono uno dei loro... fingiamo che ti ho catturata mentre spiavi la casa... forse riusciremo ad ingannarli...” |
Tutti gli orari sono GMT +2. Adesso sono le 22.16.15. |
Powered by vBulletin versione 3.8.11
Copyright ©2000 - 2025, Jelsoft Enterprises Ltd.
Copyright © 1998 - 2015 Massimiliano Tenerelli