Gwen continuò a sfogliarlo, accorgendosi che era scritto in una lingua molto antica e probabilmente dimenticata, se non addirittura morta.
Tuttavia, come era stato per il titolo altrimenti indecifrabile, sul margine diogni pagina era stata aggiunta una traduzione, in un latino molto forbito e tecnico.
Un latino insomma così puro che probabilmente solo all'interno del Vaticano o di qualche antico e venerabile monastero era ancora scritto e forse parlato.
Da qualche occhiata lanciata qui e là, Gwen comprese che il testo aveva lo scopo di liberare il culto di Satana da presunte menzogne costruite ad arte dai culti di derivazione giudaica.

Decifrare quel libro era come leggere i geroglifici senza la stele di Rosetta, stesso livello di difficoltà.
Passava da una lingua sconosciuta al latino colto, diventando sempre più incomprensibile.
Tuttavia, ciò che riuscii a comprendere era che si volessero smentire bugie e falsi miti sul culto di Satana.
Iniziai a chiedermi chi si fosse preso tanto disturbo.

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La domanda di Gwen non sembra possibile da soddisfare visto che il ibro non recava alcuna firma.
"Ehh, povero commissario..." dise ad un tratto la vecchia dietro al bancone "... un uomo ancora giovane, robusto... si, un gran peccato finire così..." scuotendo la testa.

Non c'era alcuna firma, in nessuna pagina.
Davvero strano.
Probabilmente, chiunque fosse, si era guardato bene dal rivelare il proprio nome e non gli davo torto, visto ciò che scriveva.
Mi voltai verso la donna, sentendo delle parole strane.
"Quale commissario?"

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La donna guarò Gwen negli occhi e poi rise.
"Oh, nulla..." disse divertita "... ero nel retro e guardavo un vecchio film di polizia... mi piacciono tanto... già, non fanno più i film di una volta..." ridacchiando "... peccato solo che il protagonista, il commissario di polizia, cade in agguato e viene fatto a pezzi durante un pestaggio... peccato..."

Non sapevo perchè, ma una sensazione, serpeggiante come un leggero formicolio sulla nuca, mi portava a non fidarmi di lei.
"Già... Davvero tragico..." commentai solo, rimettendo a posto il libro.
"È davvero interessante, qui" dissi, guardandomi intorno "Buona serata, allora" incamminandomi verso l'uscita per tornare da Ludwing.

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"Arriverderci e torni a trovarci." Disse divertita la donna a Gwen.
Poi la ragazza uscì dalla bottega, mentre Ludwing era fermo a guardare il falò poco lontano, nell'attesa del suo ritorno.

Dubitavo fortemente che sarei tornata.
La tipa era inquietante e adesso mi trovavo a desiderare il mio quartiere futuristico, i miei androidi, la mia sicurezza.
Tornai finalmente da Ludwing.
"Eccomi, mi scusi se ci ho messo tanto" sedendomi accanto a lui.

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Lui la guardò e sorrise, mentre tutti intorno a loro si divertivano.
"Si figuri." Disse a Gwen. "Le sta piacendo la festa, dottoressa?"

"Sì, molto, non è stata una cattiva idea rimanere" sorridendo, anche se ora, in realtà, non vedevo l'ora di tornare a casa.
Non avevo nemmeno idea di che fine avesse fatto Elv, dal momento che il commissario aveva detto di non avere ragioni per trattenerlo e volevo al più presto sue notizie.

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