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Che diavolo stava facendo Cosimus......sembrava un'adunanza, e io che gli avevo detto che non volevo tutta quella cozzaglia di soldati........non c'era nessuno e sembravamo schierati per un attacco...ma attaccare chi...........mi distaccai dal gruppo.....e spronando il cavallo saltai tra i due alberi....fu un salto perfetto e senza esitazioni.....io e lui ci eravamo intesi dal primo momento......toccammo terra leggeri e senza fatica....e fiutai l'aria.......chiusi gli occhi e facendomi guidare dall'istinto accarezzai il collo del mio baio e con dolcezza gli sussurrai....." seguili....ascolta il battito del mio cuore e seguili, i tuoi occhi saranno i miei......"......la voce di Cosimus mi arrivo' sino al midollo.....ma il nitrito del mio cavallo mi aveva dato la certezza di avermi compresa....si spinse al galoppo.....sino a quando aprendo gli occhi scorsi le due figure..un uomo e........Polgara.....
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Comandai al soldato che era con me di radunare un gruppo di uomini e cavalli per avviare una perlustrazione all'esterno di Camelot.
Io rimasi con Stefan. "Spero abbiate istruito i vostri uomini... spero che evitino di creare guai... non vorrei essere costretto a farli arrestare..." decisi di dirgli "... sono presenti troppi uomini non di Camelot, e non che i vari gruppi venissero a contatto fra di loro. Prima di voi sono giunti a Camelot anche gli uomini di Provenza, però loro sono alla ricerca di un uomo." |
Perry era perplessa: una volta raggiunto l'uomo in fuga come avrebbe reagito? sarebbe saltata con William dalla parte opposta al piccolo esercito di Cosimus, o avrebbe gridato di arrendersi?
Una cosa sapeva...Cosimus lo voleva uccidere lei facendogli vedere il suo volto un secondo prima di morire. Il vento mi spostava i capelli in direzione della donna a cavallo: voleva che la guardassi bene in volto. "Cosa nascondi nell'ombra dei tuoi respiri?" pensò Perry guardando Elisabeth. |
Ero nascosta tra gli alberi....e guardavo Polgara ancora sul suo cavallo che cercava di percepire i movimenti di chi avevano pensato di fermare......era fiera nel portamento.....era molto bella e decisa.....la stavo osservando quando percepii il pensiero di Perry....si stava avvicinando a me...una donna che portava tanto amore quanto odio...la forza che faceva girare il mondo......" I miei segreti Perry....i segreti di una donna che si nascondeva da anni in un bosco...che era stata tradita e che per una strana maledizione aveva poteri che potevano aiutare a vivere o a morire......questi erano i miei segreti..... l'amore per mia figlia potevo consoiderarlo un segreto ?.......no era solo il tacito silenzio per l'amore alla vita........Cosimus, te lo lascio volentieri...ma ora mi serve.....e so che tu mi aiuterai......lui e' la chiave di volta........E ora avvicinati mia cara...ti attendo...".....rimasi cosi' a fissare colei che amavo tanto ...
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Perry ammiccò un sorriso, un po' perchè quella donna le piaceva e un po' perchè le aveva lasciato Cosimus tutto per la sua lama.
La natura cercava di farle girare lo sguardo verso i movimenti di ogni persona;sembrava che volesse essere sua alleata in questa missione. Si sentiva nuova e libera. |
La trappola di Polgara aveva funzionato.
Cosimus ed i suoi erano stati costretti ad arrestare il loro cammino. "Forse si nascondono tra gli alberi!" Gridò ai suoi uomini. "Non abbandonate la posizione di combattimento!" "Signore..." disse uno dei suoi cavalieri "... perchè non ci attaccano?" Cosimus si guardò intorno. "Eppure non sembra esserci nessuno..." ringhiò fra sè. Intanto Elisabeth si era staccata dal gruppo. Nascosta osservava Polgara. La ragazza, affiancata da Mion, forte del vantaggio guadagnato sul gruppo di Cosimus si apprestava a riprendere la sua caccia. Perry, nel frattempo, insieme al secondo gruppo di cavalieri, si era riunita a Cosimus ed ai suoi. "Mi raccomando..." le sussurrò William ad un orecchio "... non commettere azioni avventate. Se ti avvicinassi troppo a Cosimus, i suoi ti colpirebbero a morte senza lasciarti nemmeno il tempo di estrarre la spada..." Cosimus allora riprese il controllo della situazione. "Riordinate le fila!" Ordinò. "Milady? Dove siete? Attendiamo voi per ripartire!" Chiamò poi Elisabeth che sembrava scomparsa. "Chi ha fatto scattare questa trappola?" Pensò poi fra sè. "Chiunque sia stato non voleva affrontarci... ma ha fatto un grosso errore a non attaccarci col favore della sorpresa..." Ed un ghigno si formò sul suo viso. |
Stefan fissò Hastatus.
"Milord..." cominciò a dire "... i miei uomini non sono briganti o predoni! Sono cavalieri al servizio di sua grazia il conte di Borgogna! E non hanno meno valore o lignaggio dei vostri uomini! Ciò che ci preme è solo ritrovare lady Talia di Carcassonne e ricondurla dal nostro signore. Noi partiremo oggi stesso... e se voleste essere dei nostri per noi sarà un onore ed un piacere. Una buona spada non si rifiuta mai. "Un momento!" Intervenne uno degli uomini di Stefan parlando a Hastatus. "Cosa avete detto poco fa? Avete parlato di uomini giunti dalla Provenza... chi cercavano esattamente?" Intanto, il carro di Maladesh continuava il suo cammino, quando ad un tratto, sulla strada fu affiancato da 4 uomini coperti da lunghi mantelli con cappucci. "Di grazia, santi uomini..." cominciò a dire uno dei 4 "... in nome del saio che indossate..." "Pace a voi, fratelli." Rispose Maladesh con gli occhi rivolti al Cielo. "Abbiamo bisogno di informazioni..." continuò a dire l'uomo. "Siamo solo umili frati... ma se possiamo esservi d'aiuto non esitate a chiedere..." "Noi cerchiamo una nobile ragazza." "Il mondo" rispose Maladesh "è pieno di donne, miei signori." "La ragazza che cerchiamo non è una donna comune. Non lo è nè per nascita, nè per richezza, nè per bellezza." "Ma il Buon Dio" ribattè Maladesh "ha diffuso con la sua Benevolenza la Grazia della bellezza su molte donne a questo mondo." "Vi assicuro, buon frate, che la ragazza di cui vi domandiamo non passerebbe inosservata nemmeno fra mille donne." "Mmm... ma perchè la cercate?" Chiese Maladesh. "E' stata forse rapita?" "No, è fuggita" rispose l'uomo "e noi dobbiamo ritrovarla. E' in fuga ormai da giorni. Voi non avete sentito nulla in merito a questa cosa?" "Figliolo, noi viviamo lontani dal mondo e dai suoi drammi." "Capo..." sussurrò uno dei suoi assistenti a Maladesh "... ricordate? Guisgard è in fuga con una ragazza. E se fosse lei?" "Già..." rispose sottovoce Maladesh "... ehm, qual'è il nome di questa ragazza, miei signori?" Chiese poi ai 4. "Talia di Carcassonne." Rispose l'uomo. "Potreste descrivercela?" I 4 allora descrissero Talia ai falsi frati. "Molto bene..." disse Maladesh "... una splendida ragazza, non c'è che dire... e non può certo passare inosservata... ma chi siete voi, di grazia?" "Siamo al servizio di sua grazia il visconte di Carcassonne, padre di lady Talia." "Bene, miei signori.. se incontrassimo questa ragazza il nostro ruolo di buoni cristiani ci imporrebbe di avvertire subito le autorità. State tranquilli." "Grazie, a nome del visconte." E salutati i 4, Maladesh ed i suoi ripresero la caccia. "Diavolo di un Guisgard!" Esclamò Maladesh quando i 4 si allontanarono. "Quel dannato non curante che mezzo mondo lo cerca per accopparlo, si fa affiancare in questa fuga da una ragazza tanto nobile quanto bella! Bene e noi sfutteremo questa cosa. Ora sarà più facile trovare tracce del loro passaggio!" |
In tutto il borgo tutti si apprestavano a partecipare alla festa.
"Smetti di mangiare il pane bianco che è per la festa!" Disse la zia a suo marito. "Ma ci sarà tanto cibo!" Rispose lui. "Chi vuoi che se ne accorga!" "Sei incorreggibile!" Disse lei scuotendo la testa. "Poi ti chiedi da chi ha preso tuo nipote!" Poi rivolgendosi a Talia: "Andiamo, cara. Ormai saranno tutti alla festa." Ed appena giunsero alla festa, Iwan si avvicinò a Talia. "Milady..." cominciò a dire "... siete uno splendore. Venite, cominciano le danze. Vi ricordo che per stasera avete promesso di essere la mia dama." Nel frattempo, dall'altra parte del borgo. "Ehi, Tisson!" Gridò Guisgard ad una finestra. "Ma chi è che strilla tanto?" Rispose una donna affacciandosi. "Perdonate, cerco Tisson." "E perchè strillate tanto?" "Per farmi sentire, signora!" "Ma questa voce... oh Cielo! Ma sei Guisgard!" "Si, signora." Rispose lui sorridendo. "Sei tornato, finalmente!" "Beh, si, almeno per un pò..." rispose lui "... ma ditemi, c'è vostro figlio?" "Si, sta preparando per la festa. Sono tutti là." E dopo un pò, Tisson corse giù. "Satanasso!" Esclamò Tison nel vedere il vecchio amico. "Qual buon vento ti conduce qui?" "Vento di tempesta, amico mio..." "Cos'hai?" "Presto potresti sentire molte cose non proprio belle sul mio conto..." "E sono vere?" Chiese Tisson. "Qualcuna si..." "Cosa ti occorre?" "Presto ripartirò... ed ho bisogno che qualcuno mi copra le spalle... almeno per un pò..." "Sai bene che hai degli amici qui..." "Tisson, so che è ingiusto coinvolgerti, ma se ti chiedessi..." "Dimmi cosa devo fare!" Lo interruppe Tisson. "Grazie, amico mio..." disse Guisgard "... ma prima devo raccontarti tutto..." "Non mi interessa." lo zittì Tisson. "Siamo cresciuti insieme e ti conosco come pochi altri. Ricordo come se fosse ieri quando corravamo a giocare di nascosto in chiesa per vedere la statua di San Michele..." Guisgard sorrise. "E senza dimenticare quando i frati ci scoprivano!" Continuò Tisson. "Se ripenso a quelle legnate! E tu, che una volta pur di non fare la spia le prendesti tutte da solo... ricordi? Non riuscisti a sederti per una settimana!" Ed i due riseo di gusto. "Se ci fosse davvero colpa o malvagità in te..." concluse Tisson ritornando serio "... allora noi saremmo tutti perduti..." Ed un forte abbraccio fraterno unì i due vecchi compagni. |
Quella festa era splendida... io che avevo partecipato ai festeggiamenti più grandiosi, ai banchetti più ricchi e a solennità di ogni tipo, non avevo però mai vissuto un'esperienza come quella: tutti erano felici lì, tutti ridevano e si divertivano... e persino io, che mi trovavo lì per caso, mi sentivo totalmente partecipe di quella gioia e oggetto di un calore umano che poche volte avevo provato.
Iniziavo però a sentirmi un po' stanca dal continuo danzare con Iwan, che non aveva voluto lasciarmi sola neanche per un istante. “Perdonatemi, signore...” dissi, fermandomi, non appena la musica cessò per un istante “Ma sono un po' stanca... e poi mi par corretto lasciarvi un poco anche alle altre dame!” soggiunsi con un sorriso. Delicatamente mi inchinai, per poi allontanarmi dal centro della festa, verso una zona un poco in ombra dove potermi riposare un momento, pur continuando ad osservare l'allegria collettiva. |
Mentre galoppavo veloce sentii quella fitta, mi voltai e vidi di nuovo quella donna che mi fissava, potevo sentire la sua presenza come un calore ed un pizzicchio continuo.
"Chi siete?" Le urlai "Cosa volete da me?" Era bella e dallo sguardo profondo in cui si racchiudeva assieme al dolore una dolcezza inespressa. Per un attimo fui titubante sul da farsi: "Ora non ho tempo per voi! Mi spiace Mylady dobbiamo rimandare". Il terminare del bosco era vicino, spronai Diamante a tutta velcità e mi ritrovai alla sommità di un'ampia vallata, illuminata dal sole nascente e dalle poche stelle ancora in cielo. Lontano si notavano i paesi che lentamente si stavano risvegliando, era lì che dovevamo andare verso quei camini fumanti. "Andiamo Mion, vediamo di portare termine prima possibile ai nostri compiti" Chi era quella donna? Sapevo di non conoscerla, ma aveva qualcosa di magnetico...riuscivo a percepire la sua presenza e potevo udire il rumore dei suoi pensieri. Ero legata a e lei? Ma in che modo? Mentre questi pensieri mi rapivano, la lunga discesa ci aveva portato a poche sparute case, che sembravano poste lì per dare il benvenuto in quell'umile villaggio. Chissà che paese era. Scorsi a poca distanza un ragazzo con un cane: "Ragazzo! Hey dico a te! Mi sai dire che villaggio è questo?" Mentre chiedevo informazioni, mi assicuravo che quel "spada-facile" di Mion, non stesse commettendo qualche manovra avventata. |
"Va bene, appena arriveranno i miei uomini, partiremo assieme." dissi a Stefan.
"Lady Hyei, quando ha parlato del criminale che stanno cercando, si è lasciata sfuggire il nome... Guisgard. Conoscete per caso questo furfante?" |
Stefan restò per un attimo pensieroso.
"Non credo di aver mai sentito quel nome." Disse. "E voi?" Chiese poi ai suoi. Ma nessuno sembrava conoscere il nome di Guisgard. "Sarà uno dei tanto briganti che popolano queste selvagge lande." disse Stefan. "E sia, milord..." guardando Hastatus "... allora sarete dei nostri. Vedrete che il conte di Borgogna non di menticherà questo vostro aiuto." Poco dopo gli uomini di Hastatus erano già di ritorno. "Bene, a quanto vedo" disse Stefan "non c'è più nulla che possa ritardare oltre la nostra partenza. I miei uomini sono già pronti. E voi, sir Hastatus?" |
Polgara e Mion avevano così ripreso il loro cammino.
"Milady..." cominciò a dire Mion "... questa nostro viaggio potrebbe essere lungo e faticoso, oltre che pericoloso, quindi sarebbe cosa saggia cercare di renderlo, per quanto possibile, almeno sufficientemente piacevole. Non credete? Sapete, trovo estramamente affascinante la vostra figura. Voglio dire, una donna che ad un indubbio fascino aggiunge l'abilità guerriera, sarete daccordo con me, non è cosa molto comune. Perdonate, ma questo vostro aspetto mi rende tanto inquieto quanto curioso... ho sempre pensato che essere salvato da una donna sia cosa assai indegna per un cavaliere... ma non avevo mai conosciuto una donna come voi." Ma proprio in quel momento un ragazzotto ed il suo cane apparve sulla strada, davanti a Polgara e Mion. "Questo è il villaggio di Sasburg, mia signora." Rispose il ragazzo alle parole di Polgara. |
"Io, ed i miei uomini siamo pronti. Possiamo partire immediatamente."
Dicendo ciò, saltai in groppa al mio cavallo e subito dopo diedi il segnale di partenza. Uscimmo da Camelot ed iniziammo il nostro giro di perlustrazione. |
La festa era semplice, ma ricolma di quel calore che solo la gente genuina possiede.
L'aria fresca e la musica sapevano scaldare l'animo ed il cuore. Ovunque c'era gioia e spensieratezza. "Siete stanca, lady Talia?" Chiese Iwan. "In effetti il ballo alla lunga stanca. Vi piacerebbe passeggiare con me verso le antiche mura? Stasera l'aria è fresca ed anche se il cielo è attraversato da qualche nuvola, la Luna è un incanto. Vi ricordo che per stasera siete la mia dama, milady." Concluse sorridendo Iwan. |
Guardai stupita quel giovane… ma non si arrendeva proprio mai?
“Oh, non vorrei rubarvi alla festa solo per mio capriccio…” mormorai, ma lui non parve darmi retta “Le altre dame ne saranno dispiaciute…” tentai, di nuovo invano. “Va bene!” conclusi, infine, tra il rassegnato e il divertito “Va bene, forse una passeggiata è proprio quello di cui ho bisogno!” |
Rimasi....nascosta dietro un'albero, la voce di Polgara mi arrivo' con una forza che fece vibrare le corde di un sentimento che avevo racchiuso in me da molti anni......le diedi un ultimo sguardo e risalii a cavallo......Quell'avventura ci avrebbe riunite lo sapevo...
Aspettai che mi raggiungesse Cosimus......dovevamo raggiungere il piccolo borgo appena fuori dal bosco..se stavamo li' perdevamo solo tempo..... |
Cosimus richiamò a sè tutti i suoi e di nuovo li dispose in due gruppi, come era accaduto in precedenza.
"Milady..." chiamò poi Elisabeth "... è inutile vagare per questo bosco. I gaglioffi che ci hanno teso questo agguato saranno già lontani ormai. Riprendiamo il nostro cammino!" E di nuovo i due gruppi, separati da debita distanza, ripresero la loro caccia. |
Mi sembrava di essere stata invitata a fare una passeggiata di piacere nel bosco......." Cosimus perdonatemi, ma vi trovo molto appesantito ultimamente.......vi ricordavo con un po' piu' di iniziativa...cosa ne dite di aumentare il passo.....e arrivare in paese prima di notte.....forse se siamo fortunati qualcuno avra' visto Guisgard...."
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Così, preparato tutto, Hastatus ed i suoi fedelissimi si unirono alla compagnia dei cavalieri di Borgogna ed insieme partirono alla caccia dei due fuggiaschi.
"A mio avviso, per ritrovare lady Talia" cominciò a dire Stefan a Hastatus "bisognerebbe cercare di comprendere l'indole dell'uomo che è con lei, quel Guisgard di cui voi parlavate poco fa." "Milord... " intervenne uno degli uomini di Stefan "... mentre sellavamo i cavalli ho chiesto informazioni ad alcuni zingari... mi hanno raccontato di un capitano della guardia vescovile accusato di omicidio e cacciato dalle armate di sua grazia il vescovo di Avignone. Forse un uomo simile potrebbe nascondersi in qualche monastero, sperando nella protezione di quel santo luogo." |
Speriamo di trovarla in fretta questa ragazza di nome Talia e Guisgard dissi mi sto stufando di cercare quel maledetto dissi guardando Maladesh e dissi rivolgendomi a buck e tu vedi di cercare ste tracce sono stanco di girare a vuoto.
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La Luna si affacciava con un alone d'argento attraverso le nuvole che a stento tentavano di coprirne il bagliore.
L'aria della sera pian piano si faceva sempre più fresca ed una leggera brezza cominciò a soffiare sul borgo. "I celti" cominciò a dire Iwan a Talia "raccontavano che la Luna è l'unica a comprendere davvero il cuore di chi ama... ah, l'amore eterno, quello vero, immutabile... e voi, milady, credete all'amore eterno? Avete mai amato?" Intanto, poco prima della piazza in cui si svolgeva la festa. "Andiamo e vedrai che ci divertiremo alla festa!" Disse Tisson. "Si, mi ci vorrebbe un pò di svago..." rispose Guisgard "... credemi." "Ah, tranquillo!" Disse Tisson sicuro di sè. "Alla festa ci saranno un sacco di ragazze!" Guisgard si fece serio e non rispose. "Cos'hai?" Chiese Tisson. "Nulla..." rispose Guisgard "... è da quando è cominciata questa storia che spesso, inspiegabilmente, mi sento giù..." "Tu?" Chiese stupito Tisson. "Non ci credo! A te l'avventura serve come il pane! Anche se spesso invece di avventura a me sembrano solo un sacco di guai che ti capitano..." "Già, ma ti assicuro che ne farei senz'altro a meno." Ed i due risero forte, allontanando per un momento i fantasmi che li tormentavano. |
Avevo sempre amato camminare al chiaro di luna...
Alle parole di Iwan annodai le braccia detro la schiena e sospirai: "Non so..." dissi, quasi senza pensare "Forse! Ma è così strana la vita..." Sorrisi un momento, sovrappensiero, poi mi voltai verso di lui: "Ma voi, Iwan... voi non dovreste essere qui con me, ma alla festa a divertirvi!" |
"Mion, come vi dissi non sono qui per conoscervi, non ho interesse nel genere umano che più volte mi ha solo apportato delusioni e dispiacere. Ad ogni modo se volete saperelo sono stata educata in una famiglia molto nobile e con un precettore di tutto rispetto, che stimavo molto. Forse l'unico essere umano che ha saputo cogliere la mia vera essenza e mi ha donato un po' d'amore. Ora però non perdiamoci in chiacchiere il giovane amico qui presente ci sta indicando il nome di questa splendida cittadina" Mi voltai quindi con un sorriso affabile verso il ragazzo e continuai "Sasburg quindi, bene bene.... e dite un po' gentile giovane, avete forse visto passare di qui una dama dal bell e nobile aspetto che s'accompagna a un cavaliere dal fiero portamento? Il suo nome è Guisgard magari lo conoscete.." ed in lontananza sentii musica e frastuono. Ah le feste di paese che situazioni divertenti per giovani donne in cerca di marito e per dimenticarsi della difficoltà del quotidiano.
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"Per fortuna, milady, questo piccolo incidente" disse Cosimus ad Elisabeth "non ha ammansito le vostre virtù! E non temete per me... il lupo sa come cercare, anche per giorni interi e sotto qualsiasi clima, la sua preda. Sapete, mia signora" aggiunse avvicinandosi alla donna "posso quasi sentire l'odore di quel cane di Guisgard... sento l'odore della sua paura, della sua stanchezza, della sua sfiducia... voi forse potete interrogare i sogni... ma io conosco le debolezze umane..."
E si abbandonò ad una delirante risata. "Signore, ormai il crepuscolo è giunto." Intervenne uno dei suoi. ""Forse sarebbe meglio accamparsi qui per la notte." "Si, accendete un fuoco ed organizzate i turni di guardia." Ordinò Cosimus. Poi, aiutanto Elisabeth a scendere da cavallo, le disse: "Sapete... sono quasi combattuto... le sofferenze degli uomini terminano solo con la morte... ed uccidendo Guisgard metterei dunque fine alle sue pene... ma pazienza, per la causa dei miei signori di Provenza metterò da parte il mio odio... e nello stesso tempo metterò fine alle sofferenze di Guisgard!" E di nuovo la sua grottesca risata si diffuse nel silenzio della notte. |
Il carro di Maladesh continuava il suo viaggio, quando in lontanza apparve la sagoma di un altro carro sulla strada.
E quando i due carri furono vicini, Buck cominciò ad abbaiare forte. "Lasciateci passare, stramaledizione!" Urlò Maladesh. "Ehm, volevo dire... fratelli, lasciateci passare che siamo attesi al convento." Un attimo dopo da quel carro scesero alcuni uomini ed una donna. Erano zingari. La donna si avvicinò e cominciò a dire: "Datemi qualche moneta e vi rivelerò il vostro futuro." "Noi siamo frati e non crediamo a queste cose!" Rispose seccato Maladesh. "Siete uomini di chiesa" replicò la zingara "e dovreste ben conoscere il potere delle forze del Male! Ed io vedo che un demonio vi sta alle costole." "Veramente siamo noi che bracchiamo un grosso peccatore!" Esclamò Maladesh. "E' malvagio ed è reso folle dal suo odio..." disse la zingara perdendosi a guardare l'immensa oscurità della foresta. |
"Non ho visto la dama ed il cavaliere che mi avete descritto, mia signora." Disse il giovane a Polgara. "Ma non posso escludere che giunsero qui nei giorni scorsi. Quanto ai rumori che sentite non provengono da una festa di paese, ma sono il tripudio per il trionfo del nostro signore."
"Quindi il cavaliere e la dama che cerchiamo" intervenne Mion "potrebbero essere in questo villaggio?" "Non saprei, mio signore." Rispose il ragazzo. "Ma se anche fossero giunti, il mio padrone non li avrebbe lasciati in vita troppo a lungo." Mion guardò preoccupato Polgara. Poi chiese ancora al ragazzo: "Chi è il signore di Sasburg?" "Cimeric il Sassone..." rispose il ragazzo "... ma non vi conviene entrare nel villaggio... egli odia gli stranieri..." "E perchè mai?" Chiese Mion. "Nessuno lo sa..." rispose il ragazzo "... però chiunque arriva al villaggio deve sottostare ad una legge voluta proprio per gli stranieri." "Di quale legge parli?" Domandò sempre più incuriosito Mion. "Quella che impone, ad ogni straniero, di sfidare in singolar tenzone il nostro padrone." Rispose il ragazzo. "E fino ad oggi nessuno è mai sopravvisuto a questa legge." |
"Milady..." disse Iwan a Talia "... stare con voi qui è meraviglioso e non potrei avere certo occhi per altre questa sera. Anzi, vorrei avere il potere di far durare questa sera per sempre."
La guardò negli occhi e le accarezzò il viso. "Prima accennavate a qualcosa, riguardo alla stranezza della vita..." aggiunse "... è forse legato a qualche vostro amore passato?" "Va bene..." intervenne all'improvviso una voce alle loro spalle "... la festa è finita!" "Guisgard?" Disse stupito Iwan. "Cosa ci fai qui? Da quanto tempo sei tornato al borgo? E poi chi ti da il diritto di arrivare qui ed interrompere la nostra serata!" "La serata è durata anche troppo!" Rispose visibilmente adirato Guisgard, prendendo Talia per una mano e tirandola a sè. "Andiamo a casa che è tardi!" "Fermati ti dico e lascia lady Talia!" Disse Iwan. "Dovrebbe essere lei a decidere se andare o meno!" "Iwan..." si voltò con disprezzo e rabbia Guisgard "... lasciami perdere o stasera giuro su quanto ho di più sacro ti infilzo come uno spiedo!" "Avrei dovuto darti una lezione anni fa!" "L'occasione l'hai avuta" rispose Guisgard, incamminandosi verso la strada e portandosi dietro Talia "ma le hai sempre prese da me!" "Lascalo perdere, Iwan!" Intervennero alcuni dei presenti. "Dovrei dunque subire le ingiurie di un gaglioffo?" Ringhiò Iwan. "No, ti darò soddisfazione!" Rispose Guisgard fermandosi. I due allora quasi arrivarono alle armi, ma i presenti riuscirono a dividerli. "Domani..." gridò Iwan "... al tramonto, dietro il convento dei benedettini!" "Ci sarò, contaci!" Rispose Guisgard. E tenendo ancora Talia per una mano, con una stretta che cominciava ad essere troppo forte per la ragazza, Guisgard si incamminò verso casa, mentre grosse nuovole cominciavano a coprire il cielo. |
Vedendo che il cane inizio ad abbaiare forte cercai di calmarlo e dissi: hei buck che succede tranquillo stai buono non ce niente di pericoloso poi fissai la zingara non mi piaceva quella donna aveva qualcosa di malvagio poi rivolto a Maladesh dissi cerchismo di levarcela dai piedi non abbiamo tempo per stare dietro ad una zingara.
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Camminava tanto velocemente che quasi faticavo a tenere il passo e la mia mano, stretta forte nella sua, iniziava a perdere sensibilità.
“Siete stato sgarbato!” dissi dopo un po' in tono leggero, lanciandogli un'occhiata obliqua. Non rispose, anzi mi parve che si sforzasse di ignorarmi... cercai il consueto sorriso ironico nei suoi occhi, ma non lo trovai. “Molto sgarbato... e senza motivo, mi pare!” soggiunsi “Iwan non stava facendo niente di male!” Forse avrei dovuto essere offesa per quell'interferenza nella mia serata, ma non lo ero... non lo ero affatto e non sapevo perché. Invece quell'ostentata indifferenza mi feriva. Camminai ancora per un poco, poi un pensiero mi attraversò la mente: “Non dicevate sul serio, vero?” mormorai allora all'improvviso, tenendo gli occhi al suolo “Non andrete a quel convento, domani, vero?” Di nuovo silenzio, un silenzio che non comprendevo e che, per qualche ragione, mi faceva infuriare. Mi bloccai e tirai con forza indietro il braccio, sfilando la mia mano dalla sua: “Insomma, Guisgard, cosa vi succede?” chiesi seccata. |
"Un monastero dite? Tentare non nuoce... il monastero più vicino a Camelot si trova a est, a poco più di una giornata a cavallo... tenendo una buona andatura penso che potremmo essere là nel primo pomeriggio di domani.
Avviamoci e vediamo se avremo fortuna." |
Mi feci aiutare a scendere da cavallo......il contatto con le sue mani mi fecero sentire quanto perfido fosse....." Come siete buono Cosimus, avete cosi' deciso di fare un favora a Guisgard.....la morte rapida per voi e' come fare un regalo ad un amico.....e' vero....e' per questo che vi ho voluto accanto..la mia sensitivita' e la vostra conoscenza dell'uomo ...ci portera' a raggiungere il nostro scopo......Siete molto affezionato ai marchesi di provenza.....e sapete quanto lo sono io..."........mi sedetti accanto al fuoco.....le fiamme mi avevano scaldato il viso......" Sedetevi qui accanto a me Cosimus.....vi ricordate quando eravamo ragazzi ?.....eravamo sempre insieme...sino a quando la sorte mi ha portata via dalla provenza........cosa e' successo durante la mia assenza?...ditemi...."......Allungai la mano verso di lui..invitandolo a prendere posto accanto a me........
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"Milady..." disse Cosimus sedendosi accanto ad Elisabeth "... odio quell'uomo con tutto me stesso. E non avrò pace fino a quando non l'avrò catturato. Voi mi aiuterete, lo so... insieme metteremo fine alla sua fuga..."
Fissò poi il bosco. "Stanotte sembra dolce..." continuò "... è tanto che non ho più la compagnia di una bella donna... e voi? Ditemi, non vi sentite sola in queste lunghe notti?" |
" Ho deciso di aiutarvi e ne conoscete i motivi, sono molto legata ai marchesi e se veramente questo Guisgard ha ucciso dovra' pagare....ma sapete bene che per me e' la verita' quella che conta......"........seguii il suo sguardo e il bosco mi sembro' pieno di rumori e di odori.....ormai lo conoscevo bene...era stato il mio rifugio non vi era piu' stato un essere umano accanto a me....tranne le missive che mi provenivano dalla provenza per avere notizie di Polgara e anche quelli mi provenivano tramite acquile......." Si sono sola da molto tempo anche io.....forse da troppo..........ed e' per questo che vi ho chiesto di parlarmi del mondo oltre il bosco.......il piacere della compagnia......"......mi voltai e guardai il fuoco......molte volte ormai mi ero dimenticata di essere una donna.....
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"Sgarbato?" Ripetè infuriato Guisgard. "Già, immagino di avervi rovinato la serata con quell'idiota!"
Si morse quasi la lingua poi aggiunse: "Statemi a sentire... per quanto mi riguarda potete andare a passeggiare ogni sera con un uomo diverso, ma non voglio rischiare il collo per voi! Non voglio farmi scoprire solo perchè sbattete le ciglia ad ogni aitante bell'imbusto che vi appare davanti!" Si fermò, respirò forte, come a voler mandare giù tutta la rabbia, e concluse: "Che vi importa se vado o meno a quel convento? Cambia qualcosa per voi se ci lascio la pelle?" E quando Talia riuscì a liberarsi dalla sua presa, lui le rispose: "Cosa mi succede? Beh, se non l'avete capito da sola allora è inutile spiegarvelo..." La fissò a lungo, con i suoi occhi rossi di rabbia, mentre dal cielo una fitta pioggia cominciò a cadere giù. http://blog.screenweek.it/wp-content...bbean3pkm5.jpg |
"Sta calmo, ragazzo." Disse maladesh a Cavaliere25. "Forse potrebbe esserci utile."
Poi, rivolgendosi alla zingara: "Lascia perdere gli spiriti maligni ed i demoni... dicci invece cosa vedi riguardo ad un uomo in fuga..." La zingara chiuse gli occhi e poi cominciò a dire: "Lo vedo... non è lontano... e non è da solo... vedo una donna... ma più di un'ombra si annida su di lui..." "E' lontano?" Chiese maladesh. "No... non è lontano..." rispose la zingara. "Lo sentivo che era vicino..." disse con soddisfazione Maladesh fissando il bosco. E data una moneta a quella zingara, insieme ai suoi riprese il canmmino. |
Rimasi immobile come una statua, incurante della pioggia che mi bagnava tutta…
Mi sentivo male, una sensazione strana che non avevo mai provato prima ma che adesso, a poco a poco, cominciava a prender forma. “Mi importa, invece!” dissi piano “Mi importa se ci lasciate la pelle… mi importa molto!” sospirai e abbassai gli occhi “E se non lo sai, se pensi davvero quello che hai appena detto… allora sei tu l’idiota!” Poi lentamente lo aggirai e presi a risalire piano la strada verso la casa. |
Dopo aver ripreso il cammino pensai alle parole della zingara e dissi se quella donna a detto che Guisgard non è lontano allora siamo sulla strada giusta dobbiamo solo trovare il posto giusto dove si nasconde e acciuffarlo dissi girandomi verso Maladesh poi mi voltai e guardai buck e gli feci una careza sulla testa e gli dissi e tu amico mio che ne pensi riusciremo a catturarlo? e lo guardai dritto negli occhi per cercare di trovare una risposta.
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"Milady..." disse Cosimus "... conosco la solitudine... essa ti consuma e ti porta a sfiorire..."
Restò un momento in silenzio ed aggiunse: "La verità è una sola, milady... quell'uomo è colpevole! L'ha condannato un tribunale regolare. E qui ora domina la legge degli uomini, non quella degli spiriti. Il vostro compito è solo quello di guidarci. Il giudizio è già stato pronunciato." Gettò altra legna sul fuoco e concluse: "Quanto a me, invece... spetta il compito di far eseguire quella condanna!" |
"Lo troveremo, ragazzo mio." Disse Maladesh a Cavaliere25.
Proseguirono ancora un pò, fino a quando intravidero un'austera costruzione che dominava il bosco da un colle. "Sembra un convento, capo." Disse uno degli assistenti di Maladesh. "Direi di chiedere ospitalità per la notte." "Si, buona idea." Rispose Maladesh. Ed i 4 si diressero presso quel convento. Picchiato al portone di quel santo luogo, furono ricevuti da un vecchio monaco. "Cosa vi occorre, fratelli?" Chiese il monaco. "Siamo in viaggio." Rispose Maladesh. "Proveniamo da un convento vicino. Possiamo chiedere riparo per la notte?" "Certo, fratelli! E' San Raffaele che vi guida! Prego, entrate!" "Mi raccomando..." disse sottovoce Maladesh ai suoi "... questi sono monaci veri, occhio a non tradirci..." |
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