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“In verità” disse l'uomo ad Elisabeth “io non frequento molto quei personaggi. Tuttavia ho sentito dire che un tipo del genere si trova non lontano da qui. Abita in una casa che da sulla piazza in fondo alla strada. Troverete un'insegna di legno, caratteristica e coreografica, davanti a casa sua.”
“Come si chiama?” Chiese Elina. “Sawas.” Rispose l'uomo. “L'alchimista Sawas. Si dice sia un tipo eccentrico. So che si vanta di comprendere tutti i misteri della natura, di aver viaggiato molto, soprattutto in Oriente e di aver così appreso conoscenze straordinarie. Per me è un ciarlatano, ma molti invece lo credono un uomo dai grandi poteri. Chissà.” “Forse dovremmo andare da lui.” Voltandosi Elina verso Elisabeth. |
“Io credo” disse Xouf a Talia “che il nostro compito vada svolto nel miglior modo possibile. Garantire, ossia, la sicurezza di vostra maestà senza tuttavia recare alla sua persona né limitazioni, né fastidi. Io credo che questo sia richiesto a noi oggi.” Fissò Guisgard. “Se sua altezza avesse avuto bisogno di regole e disposizioni restrittive, allora i suoi consiglieri avrebbero di certo radunato un drappello di soldati, con l'ordine di seguirla, scortarla e controllarla. Se invece siamo stati scelti noi cinque, allora vuol dire che occorre un corpo di guardia speciale. Pronto ad agire in situazioni complicate e al limite. Ecco cosa penso. Se qualcuno qui crede che tale compito sia così proibitivo, beh, può sempre tirarsi indietro.”
Lhar e Kosev annuirono. “Si, sir Xouf ha ragione.” Fece Lhar. “Del resto siamo i migliori.” “Cambiate idea alla svelta, amici miei.” Sorridendo sarcastico sir Guisgard. “Probabilmente sir Xouf è un oratore molto più abile di me. Beh, a questo punto, se non c'è altro, avrei bisogno di prendere un po' d'aria... magari l'aria di taverne, osterie e locande, dove potrò sentirmi a casa... immagino ci sarà una libera uscita, vero? Visto che sua altezza dispone di cavalieri tanto straordinari.” “E' rivolta a me la vostra insolenza, cavaliere?” Guardandolo Xouf. “Oh, no...” fissandolo Guisgard “... solitamente sono diretto quando voglio insultare qualcuno. E ciò capita spesso quando sento dire tante sciocchezze come voi avete fatto poco fa... ma del resto credo siano state apprezzate da chi di dovere... dunque, tali sciocchezze, non sono affar mio...” “Devo subire le ingiurie di un gaglioffo?” Rivolgendosi Xouf al capitano Caryl. “No...” con sguardo duro Guisgard “... ti darò soddisfazione...” I due allora si lanciarono l'uno contro l'altro. Ma le loro spade, velocissime e letali, furono divise da Mamyon. “I nemici sono fuori di qui, cavalieri!” Separandoli. “Sarebbe sciocco litigare per simili sciocchezze!” “Cavalieri!” Richiamandoli Caryl. “Ricordate che siete al cospetto della vostra regina! Sir Xouf, siete un brigante o un cavaliere? E voi, sir Guisgard, rammentate il vostro ruolo! E' si alto ed importante, ma non al di sopra della corona e del rispetto che ad essa dovete!” Si voltò verso Talia. “Altezza, se non vi è altro, libererei i cavalieri. Si terranno naturalmente a disposizione e prenderanno alloggio nel Ludus Magnus, la residenza per i cavalieri della regina.” Era questo un edificio comunicante con la corte e posto di fronte al palazzo reale, sul lato opposto del cortile. |
Ascoltai il discorso della donna in silenzio, con gli occhi duri e freddi.
Guardai quella gente e, d'improvviso, mi sentii invadere da rabbia incontenibile. "..ascoltate..." Dissi ad alta voce, cercando di ottenere l'attenzione di tutti i presenti. Mi era stato insegnato che un nobile ha, per nascita, la responsabilità delle persone del popolo e il dovere di prendersi cura dei loro guai. E mettere i propri problemi personali in second'ordine rispetto ai loro. La selva non aveva inghiottito solo Lucius, dunque, il dolore non era solo mio, ma accomunava madri, padri, fratelli e sorelle. "...ascoltatemi.." Dissi con voce quasi solenne ma gentile, stando dritta, con tutta la dignità che si addiceva al mio status. "...conosco il vostro dolore... Il mio uomo più fidato, mio fratello nell'anima si è perso nella selva.. E fino a questo momento credevo di dover portare da sola questo peso.. Ma ora comprendo molte cose.. La situazione è molto più gravi...". Il mio sguardo passò in rassegna i presenti "...voi dite che è proibito parlare delle sparizioni? Chi era al torneo? Ho parlato io stessa, davanti a tutti, alla principessa e all'arconte della sparizione del mio amico nella selva... Ora capisco perché non mi hanno dato ascolto.. Anzi, perché hanno cercato di mettere in dubbio le mie parole sorvolando sull'argomento.. Ma una cosa posso dirvela con certezza... Ci sono degli uomini dietro queste sparizioni, non strane entità.. Io li ho visti.. Hanno aggredito me e Sir Mamyon nella selva.." Guardai il locandiere quando pronunciai il nome del cavaliere, certa che lo conoscesse bene. "..se io sono sana e salva lo devo soltanto al mio campione.. Ma nell'impari combattimento il cavaliere ha ferito uno di loro con certezza..." Sorrisi "... E credo che siamo tutti concordi nel dire che gli spettri non sanguinano...". Feci una pausa, cercando di dominare le lacrime che si facevano strada nei miei occhi. Dovevo essere forte, dovevo esserlo per quella madre e per tutte le altre che non conoscevo. "...avete ragione, buon uomo..." Dissi poi, ricolta al locandiere "..non potete andare tutti voi nella selva... Ma Sir Mamyon in questo momento sta chiedendo udienza per questo... Ed in base all'onorificenza che ha ricevuto ha il vantaggio di dover rispondere solo alla principessa, senza passare dall'Arconte..." Abbassai la voce "..mi sembrava l'unica colpita dalle mie parole..". "..ora che ho udito le vostre notizie, tuttavia, non nutro molta fiducia in quell'incontro... Ma ho fiducia in Sir Mamyon... So che non si darà per vinto... E credo che chiunque di voi l'abbia visto combattere possa avere idea del suo valore..". Mi avvicinai a Densesu "..ora sapete perché i miei occhi erano tristi e malinconici, messere..." Sussurrai "E perché Mamyon si è dato tanta briga di sistemarmi qui.." Abbassai lo sguardo "..spero giunga presto con notizie....". |
Osservai i tre scudieri e chiesi a Vivian di avvicinarsi, parlai in modo che i scudieri ascoltassero..."Scusa Vivian, forse sbaglio io, ma tu ci trovi qualcosa da ridere in tutto questo vista tanta ilarità? Io, invece, che divertenti trovo questi tre uomini davvero patetici!!D'altronde" sorridendo ironicamente "vista la arroganza di certi loro padroni, come quel sir Xouf se non erro, non vi è da stupirsi..".
Voltandomi poi verso i tre uomini.."Mi spiace, ma non sono solita a scendere a questi patti con gente come Voi che, sicuramente, spenderebbe il mio denaro a vino e donne". Mi diressi verso il servitore di corte.."Vi ringrazio, comunque, potete tenere il denaro. Ma ora dovreste farmi un altro favore e forse più consono al vostro ruolo, non mi fido molto del cavaliere con cui ho parlato prima all'entrata del palazzo e forse se ne sarà già dimenticato. Dovreste consegnare qualcosa a Sir Guisgard appena uscirà dalla riunione con la Principessa". Nell'androne, ricordai, vi era pergamena e pure calamaio e iniziai a scrivere.. "Gentile sir Guisgard, sono vostra cugina e vi chiedo, gentilmente, di raggiungermi, sempre in base ai vostri impegni, presso il giardino fiorito vicino all'androne. Sono accompagnata dalla mia cara amica lady Vivian. Lady Altea Trevor." Consegnai il biglietto al servitore chiuso con un nastro di raso bianco che trovai nella borsetta di velluto e feci cenno a Vivian di seguirmi in quel giardinetto..."Almeno la vista di questi fiori profumati mi distoglie da quella dei militari e soldati, ma qui a corte non si conosce l'etichetta verso una dama?". Ci sedemmo su una panchina ad aspettare, osservando una stupenda fontana in maiolica bianca e blu, zampillante di acqua fresca e cristallina, anche un pò stanca di aspettare. |
Ringraziammo il buon uomo che svani' all'istante.....e noi uscimmo perandare a cercare l'unica fonte di conoscenza....camminammo sino a raggiungere un'insegna....dalla strana forma ...sembrava un sarcofago e la scrittura era di mille colori......." Il ritrovo di Sawas".... " Elina mi chiedo che cosa stiamo9 facendo.......sto ridendo con le lacrime....comunque sei la piu' anziana..e dobbiamo andare avanti..."....la porta era in legno intagliato....aveva dei segni arabi contro il mal'occhio....spinsi il battente e la porta si apri'....poca luce all' interno...incenso e tappeti buttati a terra..........un nargileh...acceso davanti ad alcuni tappeti......" C'e' qualcuno in questa casa ?......Sawas......ci siete ?.."......" Elina.....se vuoi, nell'attesa possiamo fumare,che ne dici ?....dai, sto scherzando, pero'...hola sensazione che se cercassimo meglio troveremo la lampada di aladino.......giuro sarai tu a strofinare......Sawas.......stiamo aspettando....ci siete ?...".....
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Osservai la scena tra i due cavalieri, vagamente sorpresa e sentitamente infastidita...
quei cavalieri erano come bambini, pensavo... bambini capricciosi, viziati ed arroganti... abbassai lo sguardo alle parole del capitano e mossi appena la mano, come per un vago assenso... “Certo, certo...” mormorai, un poco seccata “Coloro tra voi che lo ritengono opportuno hanno senz’altro licenza di congedarsi... a chi pensa di essere in grado di ricomporsi solo per qualche altro momento, invece, vorrei far presente il motivo più importante e più pressante per cui ho richiesto questo incontro...” Improvvisamente mi sentii inquieta, come sulla Loggia Reale... per cercare di mascherarlo, mi alzai in piedi e mi avvicinai all’ampio camino che occupava gran parte della parete alla mia sinistra e rimasi a fissare le fiamme... “Sir Mamyon...” iniziai poi, voltandomi di nuovo a guardarli “Non vi nascondo che sono rimasta molto sorpresa e colpita dal racconto che ha fatto, al vostro arrivo, la ragazza che era con voi... aggressioni, ombre, sparizioni... e proprio qui vicino, nella selva...” Tacqui per un istante, tentando invano di trattenere un brivido... “Voi non vi siete espresso in merito, ma ciò che avete risposto alle supposizioni dell’Arconte non lo ha, probabilmente, reso necessario in quel momento. Tuttavia... adesso io devo chiedervi di quel fatto... devo chiedervi di essere sincero con me, milord... voi mi sembrate un uomo retto, coraggioso e ponderato... qual è, dunque, la vostra personale opinione su ciò che dite sia accaduto in quella foresta?” |
Da come si presentarono, tutto sembrava procedere in meglio.......man mano che si avvicinavano riusci' a percepire la loro calma ed etica morale. Entrambe erano cavalieri erranti......un pò come......
Erano in cerca di onore, gloria e fama.....l'occasione potevo fornirla io, e partendo da tale caposaldo esposi il fatto: "Nobili cavalieri, il mio nome è Parsifal appartengo ad un antico ordine che conta come unico membro la mia persona.....sono in viaggio fra queste terre perchè sono in cerca di un gruppo di impavidi, leali ed onorevoli cavalieri che vogliano unirsi alla mia causa........è in ballo la vita dell'intero villaggio e dei suoi innocenti cittadini......da tempo incombe una guerra fra banditi e tagliagole che attaccano, sterminano e saccheggiano tale villaggio e suoi occupanti......cosi', sono in marcia per assoldare qualche compagno di ventura: il pagamento è molto cospicuo. Farebbe piacere, alle vostre Signorie supportare tale causa?" |
“Maestà, io” disse Mamyon a Talia “credo che in quella selva si nasconda qualcosa di misterioso. Qualcosa di oscuro e pericoloso. L'Arconte parlava di briganti... io invece ho avuto tutt'altra impressione...”
“E quale?” Chiese Lhar. “Non so...” pensieroso Mamyon “... ma quelli che ci hanno attaccato non erano semplici briganti...” “Come fate a dirlo?” Domandò Kosev. “Erano troppo abili.” Rispose Mamyon. “E si muovevano in modo particolare... quasi come se seguissero una certa ritualità...” “Che aspetto avevano?” Fissandolo Xouf. “Erano incappucciati.” Fece Mamyon. “Ed armati con armi simili ad affilate falci.” Ad un tratto una porta si chiuse. Guisgard non c'era più. “Non posso crederci...” stupito Caryl “... è andato via... uscito nel bel mezzo dell'udienza...” si voltò verso la principessa “... forse sua signoria dovrebbe essere informato degli atteggiamenti di quel cavaliere.” |
Nella locanda calò un silenzio irreale dopo quelle parole di Clio.
“Siamo povera gente...” disse il locandiere “... non vogliamo guai... abbiamo imparato a non mandare i nostri figli nella selva... in città sono al sicuro... e non voglio mettere a repentaglio la loro vita immischiandomi in queste cose...” fissò Clio “... per questo vi chiedo... lasciate la mia locanda... vi renderò indietro il denaro... e non tornate più, per favore...” “Forse sarà meglio andare, milady...” rivolgendosi Densesu a Clio “... troveremo un altro alloggio per voi in città...” Nel frattempo, la locandiera prese la donna che aveva smarrito la figlia e la fece stendere su una panca per calmarla. |
La stanza era avvolta dalla penombra.
Ovunque vi erano oggetti dalle forme più svariate e dai colori più accesi. Nell'aria vi erano strane essenze e solo poche candele profumate illuminavano, a stento, quell'ambiente. Ad un tratto uno scrigno, posto sulla tavola si aprì di colpo e cominciò ad udirsi una melodia. “Che strano posto...” disse Elina. Ad un tratto apparve un cagnolino. “Che carino...” fissandolo Elina “... dov'è il tuo padrone, piccolo?” “In Cielo.” Rispose il cane. “Cosa?” Incredula Elina. “Ma... ha parlato... il cane ha parlato!” “Certo.” All'improvviso una figura nella penombra. “Parlano gli uomini, perchè non dovrebbero farlo anche gli animali? Purtroppo, il vero dramma del mondo è che parlare non costa nulla... e tutti ne approfittano...” emerse dal chiaro scuro “... quanto al cane, è solo un trucco forse... o forse no...” “Chi siete?” Chiese Elina. “Sono molte cose...” Era un uomo magro, dal volto enigmatico e lo sguardo penetrante. |
Andavo in giro per quella stanza...osservando ogni cosa...Elina parlava senza sosta...finche' una musica si diffuse nell'ambiente...." Guarda si e' aperta da sola....che strano...ci sara' senz'altro un march'ingegno..."...finche' un cagnolino venne a scodinzolarci tra le gambe.....parlava....un cane che parlava...finche' un uomo dall'aspetto asciutto e dagli occhi verdi...cosi' verdi che avrei potuto vedere l'oasi piu' grande del deserto......." Siete voi Sawas ?......si..credo che siate voi ?....tutto in questa casa vi appartiene, e il cane e' a suo agio col suo padrone..."....mi abbassai per accarezzarlo....sembrava docile e solo in presenza del suo padrone poteva esserlo ".....Ho bisogno della vostra conoscenza Sawas.......e di potermi fidare di voi......credete che questo sia possibile ?.....".....non uscii il libro non ancora...poteva davvero essere molto prezioso.....o poteva essere un inganno...dovevo cominciare a cercare quel fiore, se non lo avessi fatto avrei perso la possibilita' di vendicare mio marito.....e mai si doveva perdere l'obiettivo principale mai....
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Guisgard uscì così dal palazzo, fino a giungere nel cortile.
“Hai un pessimo carattere tu.” Disse una voce. “Davvero?” Con indifferenza Guisgard. “Forse hai ragione... si, avrei dovuto dare una lezione a quel cavaliere sbruffone. Ma forse sarebbe stato troppo davanti alla principessa.” Scosse il capo. “A cosa pensi?” “Hai sentito no?” Fece il cavaliere. “Stavano parlando di misteriosi aggressori nella selva...” Ad un tratto gli si avvicinò un valletto. “Sir Guisgard?” Chiese il valletto. “Questo biglietto è per voi.” E andò via. Il cavaliere lo aprì e ne lesse il contenuto. Si diresse poi verso il giardino, fino a quando non notò due ragazze sedute su una panca. “Salute a voi.” Avvicinandosi e mostrando un lieve inchino alle due. “Cara cugina. Lady Vivian.” Salutandole entrambe. |
Sbattei le palpebre a quelle parole del locandiere.
"..perdonatemi, Messere..." Dissi in tono fermo e con una punta di disprezzo nella voce "...non volevo disturbare la vostra complice omertà, volevo solo offrirvi il mio aiuto... Vi prego di scusami, devo aver frainteso la situazione... I soldi non sono miei, e non posso prenderli, avvertirò Sir Mamyon del vostro nobile comportamento e starà a lui decidere..." . Scossi la testa e mi avvicinai a Densesu "..andiamo, andiamo... Non voglio causare guai...". Mi avviai alla porta e voltai a guardare il locandiere "...mi chiedo come la penserete quando rapiranno vostra figlia, o vostro figlio... È facile restare indifferente al dolore degli altri se non ci colpisce... Io troverò il mio amico, potete starne certi...". E, così dicendo richiusi la porta dietro di me ed uscii. Camminai per poco e mi sedetti su di una panca "...non ci so proprio fare con la gente, eh?" Dissi sospirando alla volta Densesu. |
Fissavo Mamyon mentre parlava, raccontando ciò che era accaduto nella foresta...
e, man mano che parlava, io ero sempre più tesa... preoccupata... Mamyon confermava i miei sospetti: non potevano essere stati dei semplici banditi a metterlo così in difficoltà... non era logico... Ascoltai le domande degli altri, in silenzio... il mio sguardo era lontano... riflettevo... e fu così che non mi resi conto che uno dei cavalieri si era allontanato... Citazione:
“Oh, non ci sarà bisogno di incomodare Sua Signoria...” dissi poi, ruotando gli occhi sul capitano Caryl “Mi occuperò io di quel cavaliere. Di certo non adesso, però... adesso abbiamo tutti cose ben più importanti di cui occuparci...” Tornai a scrutare i quattro cavalieri rimasti, uno ad uno... “Miei signori... vi informo che è mia intenzione cercare di comprendere cosa si nasconda dietro ciò che sir Mamyon ha visto. Non sono, infatti, affatto persuasa che si trattasse solo di banditi! Ho già espresso questa perplessità all’Arconte e glielo farò nuovamente presente... mi aspetto, ovviamente, la vostra collaborazione ed il vostro appoggio!” Il silenzio calò di nuovo nella stanza... li osservavo... infine sorrisi impercettibilmente... “Molto bene, miei cavalieri...” conclusi poi, in tono appena più leggero “Vi ringrazio per il vostro tempo e per l’attenzione... e vi invito, ora, ad andare a prender possesso dei vostri alloggi! Buona sera!” Così dicendo, chinai appena la testa a tutti loro ed uscii dalla stanza. |
I quattro cavalieri si inchinarono a Talia.
E poi la salutarono prima di congedarsi da lei. Anche la principessa si ritirò poi dalla sala. Ma prima che raggiungesse i suoi appartamenti, Talia vide il Maestro Geroge. “Altezza...” disse “... sono lieto che la cerimonia si sia conclusa magnificamente. E tutti noi ora ci sentiamo più sollevati di sapervi protetta da quei valorosi cavalieri.” Si fece serio. “Tuttavia vorrei rassicurarvi circa quanto detto da quella ragazza alla cerimonia. I luoghi attorno a Sant'gata di Gothia sono sicuri. Ma da sempre queste terre sono dimora di leggende e superstizioni. Basta poco per spaventare il popolo. Siamo in guerra, altezza. Una guerra terribile. E l'ultima cosa che ci occorre è generare demoni e fantasmi attorno a noi.” E mostrò un lieve inchino. I suoi occhi erano però indagatori in quelli della ragazza. Come se cercassero di studiarne i pensieri e la volontà. |
Udii dei passi tra l'erba e la terra finchè apparve davanti a noi una figura...era arrivato Sir Guisgard. Stavo quasi per andarmene, pensando si stesse attardando alla riunione coi cavalieri e la regina.
Mi alzai al suo saluto, guardai di sotterfugio Vivian..sembrava avesse un sorriso radioso sul volto. "Salute a Voi, sir Guisgard" lo fissavo attentamente con i miei grossi occhi verdi, e notai il suo volto era cupo..come se qualcosa lo preoccupasse e i suoi pensieri vagassero altrove e questa sensazione la avevo avuta quelle poche volte che lo avevo visto. Mi accorsi che provavo un chè di soggezione e fissai i zampilli dell'acqua di quella fontana...dovevo essere chiara e trasparente proprio come quell'acqua. Osservai nuovamente Vivian, bastò uno sguardo per intenderci e mi avvicinai a lui, ero fronte a fronte.."Sir Guisgard, sono felice di vedervi in forma di nuovo e infatti volevamo sincerarci della vostra salute e noto, con piacere, le mie urla hanno sortito un buon risultato e vi hanno restituito la vostra spada come chiesi..." guardando il fodero dell spada e pensando tra me e me.."Altea, dove è finito quel coraggio che tanto ostenti?Saranno quei suoi occhi quasi di ghiaccio a mettermi in soggezione..spero non si arrabbi, insomma non lo conosci nemmeno, se si arrabbiasse non succederebbe nulla di strano!". Gli feci cenno di seguirmi per smorzare l'atmosfera e camminavo per il giardino, anche perchè non volevo ci notassero troppo.."Ebbene" ripresi sorridendo e mostrando disinvoltura mentre sfioravo le rose sui roseti "Rammentavate bene in infermeria..non avete una cugina come me nel vostro...parentado..cosi lo definiste ricordo" ridendo "Io e la mia amica Vivian ci siamo inventate tutto perchè la mia amica desiderava tanto essere vostra madrina al torneo ed era l'unico modo per avvicinarvi". Mi fermai d'un tratto guardandolo negli occhi...."Riuscirete mai a perdonarmi per questa bugia in fin di bene?" |
“Su, non prendetevela, milady...” disse Densesu a Clio “... quella gente è spaventata e quando si ha paura tutto appare confuso... anche ciò che è bene e ciò che è male...”
Ad un tratto si udì un nitrito proveniente dalla strada. “E' Mamyon!” Esclamò Densesu. Un attimo dopo, il cavaliere raggiunse i due accanto alla panca. “Eh, com'è dura la vita del cavaliere.” Divertito Mamyon. “Premiazioni, giuramenti, udienze e disposizioni varie. Di questo passo oltre all'uso della spada, sarò costretto ad imparare anche l'etichetta di corte.” Rise. “E voi, invece, cosa mi raccontate, lady Clio? Beh, di certo avete trascorso il tempo pensandomi, vero? Potrei scommettere qualsiasi cosa!” Ma in quel momento si accorse dello sconforto e della tristezza nello sguardo di Clio. “Milady... cosa è successo?” |
Quell'uomo ascoltò Elisabeth senza interromperla.
E quando la donna terminò di parlare, il cagnolino abbaiò più volte. “Sawas è molte cose, milady...” disse quel misterioso uomo “... può essere la voce presa in prestito da questo cagnolino, o forse il profumo che si sente in questa stanza. Magari Sawas è solo un sogno, il bagliore di una candela, la pagina porosa di un libro di incantesimi o forse solo il nome che diamo a ciò che ci rassicura...” sorrise in modo impercettibile e fece qualche passo verso di lei e verso Elina. E uscendo definitivamente dalla penombra mostrò chiaramente i suoi tratti ed i suoi colori. I suoi occhi non apparivano più verdi, ma neri. Neri come il fumo di comignolo. Ad un tratto la porta si aprì ed entrò un altro individuo. “Ah, le strade sono ancora bagnate.” Fece il nuovo arrivato. “Speriamo domani non piova.” “E invece pioverà.” Sentenziò l'uomo che aveva parlato poco fa ad Elisabeth. “Allora prenderò il mio mantello nuovo.” Replicò il nuovo arrivato. “Ah, non mi ero accorto di voi...” guardando Elisabeth ed Elina “... salute a voi, gentili signore. Cose occorre alle nostre amiche?” Chiese poi all'altro uomo. “Chiedono l'aiuto del grande Sawas.” “Ottimo!” Esclamò il nuovo arrivato. “E otterranno quanto chiedono?” “Può darsi.” Mormorò l'altro, per poi tornare a fissare le due donne. “Cosa volete chiedere al grande Sawas?” Domandò loro. |
“Dunque” disse Ozg a Parsifal “la paga è alta? Interessante!” Esclamò il robusto cavaliere. “E non credo sia poi così proibitiva l'impresa che ci avete esposto! Dopotutto quelli sono solo volgari banditi, mentre noi siamo cavalieri! Si, devo dire che la vostra proposta è molto interessante, cavaliere!”
“Un momento...” intervenne Loi “... prima di imbarcarci in un'avventura di cui non sappiamo nulla, sarà meglio conoscere qualche dettaglio in più... per prima cosa... quanti sono questi banditi? E come sono armati? E poi... conoscete il nome della loro banda? Sapete forse se agiscono per conto proprio o se invece sono al soldo di qualche signorotto?” “Fai sempre tutto difficile tu.” Mormorò Ozg. “Sono solo prudente.” Replicò Loi. “Allora, cavaliere?” Tornando a fissare Parsifal. “Siete in grado di fornirci le informazioni che vi ho chiesto?” |
“Beh...” disse Guisgard ad Altea, mentre passeggiavano per il giardino “... in effetti quella vostra visita, con l'inattesa scoperta di avere una cugina, un po' mi aveva stupito...” sorrise “... così ho cominciato a rammentare quei soleggiati pomeriggi d'infanzia trascorsi a giocare con amichetti e cugini... ho passato in rassegna un po' tutti quei compagni di giochi, cercando di ricordare questa mia cugina saltata fuori ora dal nulla... e alla fine ero arrivato a credere di avervi riconosciuta in una cugina di terzo grado... tale Annmarry... in effetti vi somigliava non poco, eccetto per i colori, visto che lei era un po' più scura...” sorrise di nuovo “... in effetti sono molto in collera con voi, mia cara ex cugina, sapete? Beh, mi sembra ovvio. Vi siete spacciata per una mia parente, mi avete praticamente assegnato una madrina per il torneo, senza dimenticare poi, cosa ancor più grave, che mandandomi questo biglietto mi avete irrimediabilmente rovinato la piazza. Ora nessun'altra più accetterà la mia corte. Soprattutto dopo aver saputo che non c'è alcun grado di parentela fra noi.” Le fece l'occhiolino e rise di gusto. “Ovviamente sto scherzando, milady. Anzi, vi sono riconoscente per le vostre cure dopo il torneo. Dopotutto è merito vostro se ora sono guarito completamente.”
Ma, proprio in quel momento Guisgard notò qualcosa nel vivace via vai che animava il cortile fin verso le cucine del palazzo. Era stato un attimo. Una figura, con una mantellina ed un velo attorno al capo, aveva attraversato il cortile insieme ad alcune servitrici. Ma fu soltanto per quel vago attimo. Poi la misteriosa figura sembrò svanire nel nulla. |
Tenni lo sguardo fisso davanti a me, cerando di dominare le lacrime.
Già, era gente spaventata. E io una straniera in cerca di guai. D'un tratto, però, le parole di Densesu mi destarono, e alzai lo sguardo per vedere e salutare il cavaliere che mi si sedeva accanto. Distolsi lo sguardo quasi subito nel vedere i suoi occhi accesi e spensierati. Quello era un grande giorno per lui, e io ero portatrice di sventura. Ma non riuscii a mentirgli, si accorse del mio sguardo. Sorrisi, debolmente, a quella delicatezza. Posai la mano sulla sua, senza guardarlo, lo sguardo perso nel vuoto. Restai così per alcuni istanti. "...Oh, Mamyon... Sono davvero un disastro..." Sussurrai quando mi sentii abbastanza al sicuro. "...la selva non ha inghiottito soltanto Lucius, a quanto pare... Sono mesi che scompaiono fanciulli e fanciulle, la gente è spaventata, ci fantastica sopra ma l'Arconte ha vietato di parlarne, a quanto pare..." Alzai le spalle "...probabilmente ha tollerato il mio racconto solo perché sa che non sono di qui.. E perché la parola di una fanciulla può facilmente essere messa in discussione...". Sospirai, fissando intensamente un punto nella via davanti a me. "...C'era una donna.. È arrivata urlando nella locanda, sua figlia era sparita nella selva.. Ho preteso spiegazioni..." Scossi la testa "...ho offerto il mio aiuto a quella gente, ho detto che mi fidavo di te, che non erano spiriti ma uomini in carne ed ossa, che avremmo ritrovato chi si era smarrito.." Guardai negli occhi Mamyon per la prima volta e cercai di abbozzare un sorriso "..mi hanno cacciato dalla locanda... Il locandiere voleva ridarmi i soldi ma io ho detto che erano tuoi e che non potevo prenderli...". Arrossii di colpo, rendendomi conto di aver parlato al cavaliere come fosse uno di famiglia. "...perdonatemi, Milord.. Non intendevo mancarvi di rispetto.." Balbettai, imbarazzata. "...ditemi che almeno voi avete buone notizie, vi prego.." Dissi poi con gli occhi, tristi e speranzosi fissi nei suoi. "...Tuttavia,avete ragione..." Sussurrai, stingendo la sua mano "...attendevo con ansia il vostro ritorno..." E un debole sorriso mi illuminò il viso. |
L'atmosfera si smorzò, il cavaliere sembrava tranquillo anche, se per un attimo, dalle sue parole iniziali temetti fosse veramente arrabbiato.
"E non sapete che quasi avevate pure uno scudiero..ma meglio lasciar perdere" sorridendo "E, suvvia, un cavaliere misterioso come voi non può mica compromettersi con la stuola di ammiratrici per un semplice biglietto...". Ma smisi di parlare, vidi il volto serio di Guisgard osservare verso le cucine. Mi voltai, guardando il punto dove si era soffermato il suo sguardo e vidi oltre i servi, le cameriere, e molta gente delle ombre indefinite che poi svanirono nel nulla, senza capire il signifiicato. "Sir Guisgard" chiesi perplessa "cosa succede? Sembra quasi abbiate visto un fantasma, effettivamente pure io ho visto delle ombre veloci proprio laggiù" indicando il punto dove prima era rivolto lo sguardo cupo del cavaliere. |
Non so voi...ma io mi sentivo come se fossi precipitata in un mondo incantato...dove la pura ne fa' da padrona....o se meglio si puo' dire...come se fossi stata scoperta a finir di mangiare un barattolo di marmellata.......l' uomo era alto e i suoi occhi erano neri...spalancai i miei di istinto e arretrando fini' su un tavolino che per poco non mando' per terra tutte le cianfrusaglie......un uomo diverso quasi spumeggiante nei suoi modi e fine nel suo parlare .....entro'.....il tempo, avrebbe piovuto ?....lo avrei visto ?....forse si' forse no......" Io ...ecco noi....ma io per prima...abbiamo avuto questo nome da un uomo che era in chiesa...ma se posso tornare indietro di qualche momento...ho ricevuto un qualcosa che da sola non saprei utilizzare.....allora ecco siamo andate in chiesa, e anche se io ero certa di non trovare nessun prete o uomo di chiesa......ecco che un tizzio mi ha detto di rivolgerci a Sawas........"...guardai i due uomini.....essendo consapevole che non avevano capito un bel nulla........e che il mio nervosismo mi aveva fatto parlare in una lingua che non nesisteva da nessuna parte...questo lo lessi anche negli occhi di Elina....che dopo aver scosso la testa alzo' gli occhi al cielo......" Io...mi sento non troppo bene........che guaio.......pero' vi prego io ho bisogno di parlare con Sawas.....non so chi si , non so cosa sia.....ma ho bisogno di lui...".......fini' con un tonfo sdraiata per terra....forse la tensione di quei momenti ..mi aveva levato ogni forza.....
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Ozg sembrava entusiasta dell'impresa mentre Loi si affidava al buon senso. Fissai' il cavaliere Loi e gli risposi:
"Non ha tutti i torti sir.......purtroppo posso rispondere solo a tre delle vostre domande, sperando che possa esservi di aiuto per compiere la vostra scelta..... il gruppo è formato da una ventina di banditi che adorano confondere le idee....facendo in modo che sembrino in maggior numero; utilizzano come armi e tattiche militari i tipici schemi delle orde barbare e sembrano....sulla base delle informazioni ricevute dal committente che agiscano per conto proprio. Il nome della banda non lo conosco poiché non riferitomi." Li fissai' e dopo un poco chiesi: "posso permettermi l'ardire di chiedervi da dove provenite......." |
Uscii dalla Sala delle Udienze lentamente, immersa in molti pensieri...
i miei passi risuonavano nel silenzio... mi stupii, dunque, non poco nel trovare il maestro George proprio lì, nel breve corridoio che separava quella saletta dai miei appartamenti... Citazione:
poi, quasi meccanicamente, accennai un minuscolo e sfuggente sorriso... “Vi ringrazio, Maestro...” mormorai, senza che la mia espressione tradisse il più minuscolo sentimento “E’ un pensiero gentile, da parte vostra, l’aver pensato di venire fin qui solo e soltanto per rassicurarmi... Ed avete senz’altro ragione: siamo in tempo di guerra e abbiamo già fin troppe preoccupazioni, senza lasciare che leggende e superstizioni ci suggestionino...” Un momento di silenzio... poi i miei occhi si fecero un poco più intensi, il sorriso scomparve... “Tuttavia...” soggiunsi “Anche qualora si trattasse soltanto di sporadiche bande di briganti, come l’Arconte ha saggiamente supposto... ebbene, mi sentirei più tranquilla se questi malintenzionati venissero individuati e resi inoffensivi... dopotutto, proprio perché siamo in guerra, come dicevate, non ci possiamo certo permettere di lasciare niente al caso. Non siete, forse, d’accordo?” |
Dopo un po' Elisabeth si ritrovò su una sedia a dondolo.
“Lasciatevi cullare” disse l'uomo dagli occhi neri “e vedrete che vi rilasserà.” “Si può sapere chi è questo Sawas?” Chiese Elina. “Io sono il dottor Orez...” fece l'altro uomo “... diciamo sono il suo fedele socio, il suo tutore, mentore, nonchè consigliere e ovviamente amico.” “Avanti...” guardando Elisabeth l'uomo dagli occhi neri “... parlate... Sawas, ovunque sia, vi ascolterà...” “Confermo.” Annuendo Orez. “Sawas ama nascondersi e non mostrarsi. Credo sia deformazione professionale.” |
Mamyon ascoltò Clio e poi restò a fissarla. “Quando chinate lo sguardo” disse spostandole delicatamente una ciocca di capelli dal viso “assumete un'espressione terribilmente dolce...” sorrise “... e i vostri capelli cominciano a diventare irrequieti, come se volessero coprirvi il volto... forse per nascondere sensazioni particolari...” strinse la mano della ragazza “... come ha osato quel locandiere mandare via la madrina di questa città?” Facendole l'occhiolino.
Prese con sé Clio e si diressero verso la locanda. E nel vederli entrare il locandiere sbiancò. “Milord...” ebbe solo il tempo di mormorare. “Ho questi nuovi stivali di cuoio e camoscio...” lo interruppe Mamyon “... e cavalcando si sono un po' sporcati di fango... forse potrei lucidarli sul fondo dei vostri calzoni.” “Milord, io...” “Perchè avete detto a milady di andare via?” “Ecco...” “Non vi avevo forse pagato anticipatamente, miserabile?” “Milord, in verità...” “Forse dovrei davvero darvi una lezione.” Fissandolo Mamyon. “E poi mi riprenderò anche il denaro che vi ho anticipato.” Ad un tratto si udì un urlo. “Cosa è stato?” Stupito il locandiere. “E' la voce di mia moglie!” “Proveniva dal piano di sopra!” Fece Mamyon. Corsero allora tutti al piano di sopra. E qui videro qualcosa di sconvolgente. La moglie del locandiere era a terra che piangeva, mentre dal soffitto penzolava il corpo della madre della fanciulla scomparsa nella selva. “Si...” sconvolta la locandiera “... si è impiccata...” |
Guisgard continuava a guardare in quel punto, ma quella misteriosa figura non c'era più.
“Nulla...” disse poi ad Altea “... nulla... avevo visto una bella servitrice” tornando a sorridere “ma temo che un cavaliere della principessa non possa fare casini a corte... sarà meglio che distolga l'attenzione da dolci damigelle e mi comporti da serio cavaliere.” Le fece l'occhiolino. “Fortuna che qui ora ho con me la mia cuginetta, così non finirò per perdermi dietro le tentazioni che una nobile corte sa dare.” E rise di gusto. Tuttavia quell'immagine, simile ad una visione, aveva insospettito non poco Guisgard. Era stata un'allucinazione? Un'apparizione? O forse solo il frutto dell'inquietudine del cavaliere. |
“Direi” disse il Maestro a Talia “che un pugno di briganti non può certo divenire una priorità ora per noi. Qualsiasi bosco o foresta è covo di banditi e fuorilegge. E' sciocca la gente ad avventurarsi in luoghi simili. Sua signoria ha più volte avvertito il popolo di non recarsi nella selva. Sinceramente credo sia inutile fare di questa storia una ragione di stato...” con la mano sfiorò il medaglione che aveva al collo “... e voi di certo avete di meglio a cui pensare...”
Ad un tratto la voce del maestro mutò e quel medaglione cominciò ad oscillare. “Non vi è nulla di importante nella selva...” udì Talia “... tu sei la Vergine Gigliata ed il tuo scopo è quello di portare al trionfo i tuoi adepti... ricordalo...” Un attimo dopo Talia si destò. “Avete avuto un mancamento, altezza?” Chiese il Maestro. “Forse un capogiro. Meglio che riposiate ora. E' stata una giornata impegnativa. I miei omaggi.” Un lieve inchino e andò via. |
Il cuore iniziò ad accelerare alle parole di Mamyon, e un brivido mi invase quando la sua mano sfiorò delicatamente i miei capelli.
Non avevo mentito, ero davvero lieta che fosse lì. Gli sorrisi, dolcemente e lo seguii verso la locanda. Restai accanto a lui, ferma, mentre terrorizzava il locandiere. Pensai che non era necessario tanto trambusto, ma in realtà gli ero grata di avermi difeso in quel modo, per quanto brusco e poco elegante. Ma avevo imparato a capire che Mamyon non era malvaglio. Infatti, non appena si udì il grido straziante della moglie del locandiere provenire dal piano di sopra, si precipitò a vedere che cosa fosse successo. Entrammo nella sala, e io a stento soffocai un grido. Mi voltai e abbracciai Mamyon, nascondendo il viso nella sua spalla per non essere costretta a vedere quello spettacolo. Udii le parole della donna, senza tuttavia riuscire a vedere il suo viso. Restai rifugiata nell'abbraccio del cavaliere per qualche momento. Morte.. Morte.. Nient'altro che morte ormai... Poi, di scatto, mi voltai. "..Ecco a cosa porta tutto questo... dolore e morte... nient'altro... ecco dove si arriva senza speranza.." quasi gridai tra le lacrime. Mi voltai verso il locandiere e lo scrutai con occhi tristi e freddi "...Oh, immagino sarà una tale scocciatura per voi che questa sfortunata sia morta nella vostra locanda..." dissi con rabbia. "..Era lei la donna di cui vi ho parlato..." dissi a Mamyon, cambiando totalmente tono di voce "...sua figlia si era persa nella selva.. Tiratela giù, vi prego..". Mi scostai perchè potesse aiutare il locandiere a sistemare il corpo di quella donna. Cercai invano di distogliere lo sguardo ma non ci riuscii. Continuavo a fissare quegli occhi cristallizzati nella disperazione più totale. No, non dovevo abbattermi. Non avevo nemmeno preso in considerazione la peggiore delle ipotesi: Lucius era sicuramente vivo, segregato da qualche parte per motivi a me ignoti ma, comunque, vivo. E io l'avrei trovato in tempo. Non ero sola, infondo, pensai guardando Mamyon poco distante da me. Già, lui mi avrebbe aiutata. "...Andiamocene di qui... Non voglio più vedere questa gente.. troverò una soluzione, non temete.. Ma io non intendo piegarmi a questa follia... io lo ritroverò.. a qualunque costo.. io.." la mia voce, dapprima calma e distaccata si alzò in un crescendo seguendo il filo dei miei pensieri, i miei occhi si riempirono di lacrime, e mi appoggiai ad una parete della stanza perchè non mi vedessero in quello stato. "..io lo ritroverò.." sussurrai dolcemente, come se quelle parole avessero il potere di cancellare ogni traccia del dolore. |
Sorrisi ironicamente, guardando il viavai delle cucine, significava che presto era ora di consumare la cena, avevo perso quasi la cognizione del tempo.
"Davvero? Pensate che grazie a me, ora, non vi perderete più in tentazioni che tale nobile corta sa dare? Eppure guardate quante belle dame...". Poi ritornai a pensare a quelle ombre e scrutai il volto del cavaliere, era misterioso, tenebroso, sembrava un perenne pensiero lo tormentasse..."Forse sarà stata la stanchezza di aspettarvi, mio caro cavaliere. E avrò avuto una allucinazione, forse, vedendo quelle ombre?" scossi il capo per togliermi quella visione da dentro, non era un caso...e l'espressione del cavaliere certo non negava potesse essere stata vera. "Forse è meglio torniamo da Vivian" dissi riprendendo a camminare verso il giardino"e forse voi ora siete molto impegnato...con il vostro compito di cavaliere della regina. Sapete dove dimoro? Qui vicino, dopo la piazza centrale, proprio al castello dell' Arconte Meccanico". Mi fermai un attimo e lo guardai negli occhi, mi feci seria e inquieta.."Io..sono venuta..qui da Camelot, dal nord, doveva essere un viaggio di piacere sapete? Invece..appena arrivata qui, scopro.." abbassai il timbro di voce "che mio zio che doveva ospitarmi ed è filo capomazdese è stato arrestato e ho dovuto con la forza giurare sul loro regno, anche se sono fedele al mio Re, e accettare la ospitalità dell' Arconte...ha giocato coi miei sentimenti, con fatti orribili della mia vita...per chiedermi..di cercare un Tesoro innestimabile...un Fiore..e quindi, forse presto dovrò partire con Vivian". Mi portai una mano al collo, cercando quella collana che più non avevo...e pensai come mai mi ero aperta a quel cavaliere come un libro aperto. "Non preoccupatevi per me, anche se per due ragazze e vissute sempre in un palazzo questa sarà una dura prova...ma se sono arrivata fino a qui vuol dire che so cavarmela sola...e per la vostra gentilezza e per aver tenuto testa a quello sbruffone di sir Xouf, che proprio non sopporto vi faccio dono di questo" estrassi dal borsellino un ciondolo a croce..."So che qui è bandito, ma vi benedica sir Guisgard, ho sentito i vostri discorsi al Torneo ma non possono bandire ciò che vi è nel nostro animo, non trovate?" posai quel ciondolo legato con un nastro bianco nel palmo della sua mano. "Grazie per avermi ascoltata e per aver capito, se notate qui a Santa Agatha di Gothia, a parte la Festa delle Mele e il Torneo, ci si annoia molto. Con il vostro permesso mi reco a cena nel castello" e feci cenno a Vivian di avvicinarsi. |
Guisgard fissò quel ciondolo con la Croce e poi lo strinse nella sua mano.
“E' un ciondolo molto bello, milady...” disse “... ma forse dovrei essere io a donarvi qualcosa, visto che sono in debito con voi per esservi presa cura di me dopo il torneo.” Sorrise. “Ma un dono, si dice dalle mie parti, non va mai rifiutato. Tuttavia, sempre secondo le tradizioni della mia terra, le immagine sante, se donate, simboleggiano divisione. Per questo vi darò una moneta... così non sarà un dono il vostro, ma il frutto di uno scambio.” Prese una moneta e la diede ad Altea. “E non correremo il rischio di smarrirci.” Le fece l'occhiolino. In quel momento si avvicinò Vivian. “Salute, sir Guisgard.” “Milady.” “Vedo che vi siete rimesso in forze, dopo il vostro ferimento.” “Grazie a voi, mie signore.” E mostrò un lieve inchino col capo. “Quanto al vostro viaggio...” rivolgendosi di nuovo ad Altea “... io non so cosa vi abbiano promesso, ma credo nessuno affiderebbe a due ragazze una missione così particolare senza un motivo specifico... soprattutto quando si dispone di un forte esercito come quello di questa città... fate attenzione...” |
E mentre Clio ripeteva a se stessa quelle ultime parole, Mamyon, Densesu ed il locandiere tirarono giù quella poveretta dal soffitto.
Il locandiere poi strinse sua moglie, ancora visibilmente scioccata. “Perchè” disse Mamyon alla locandiera “avete detto che si è impiccata?” “Vi prego, non è il momento...” fece il locandiere. “Perchè...” mormorò la donna “... perchè... oh, Cielo... perchè è evidente... vi è ancora il cappio attorno al suo collo...” “Si, è morta per impiccagione” replicò il cavaliere “ma non credo si sia impiccata da sola...” “Come sarebbe a dire?” Stupito il locandiere. “Beh...” osservò Mamyon “... il soffitto credo sia alto più di due metri e qui intorno non ci sono tracce di seggiole o sgabelli utilizzati da questa poveretta per stringersi la corda al collo... e dubito abbia fatto il tutto saltellando e legando il cappio contemporaneamente...” “Hai ragione, Mamyon!” Esclamò Densesu. “Già...” annuì il cavaliere “... a quanto sembra i misteri ora non riguardano più solo la selva...” si voltò poi a guardare Clio “... calmatevi ora...” avvicinandosi a lei “... io mi intendo un po' di ragazze, sapete? E voi non siete certo una di quelle ragazzine docili e facilmente impressionabili...” le asciugò con le dita quelle prime lacrime “... se così fosse non vi avrei scelto come madrina...” abbozzò un sorriso “... vedrete, questa brutta storia finirà molto presto... è una promessa.” |
“Proveniamo” disse Ozg “dalla contea di Casaria io e da quella di Milyt il mio compagno.”
“Dunque” fece Loi “è una banda di venti banditi che agiscono per proprio conto.” Restò pensieroso. “Posso chiedervi chi vi ha commissionato questa impresa, cavaliere?” Chiese Ozg a Parsifal. “Ed io vorrei chiedervi ancora una cosa...” rivolgendosi Loi ancora a Parsifal “... avete detto che cercate di assoldare dei cavalieri. Quanti ne avete trovati fino ad ora? E quanti credete occorrano per riuscire ad eliminare quei banditi?” |
Respirai, cercando di allontanare da me il dolore per poter affrontare meglio la situazione.
"...credevo mi aveste scelta per il mio bel sorriso.." Dissi cercando di sorridere "...mi avete capita guardandomi soltanto una volta?" Abbassai lo sguardo, nascondendo un sorriso. "...tuttavia avete ragione, Milord..." Dissi a Mamyon guardandolo negli occhi "...questo non è il mio comportamento abituale.. Ma ciò che mi è stato stappato è una parte di me..." Sussurrai. Presi il cavaliere per un braccio, dolcemente e parlai a bassa voce in modo che lui solo udisse le mie parole"...cosa credete le sua successo? Voglio dire... Chi... Chi avrebbe il coraggio di fare una cosa simile ad una povera donna disperata?" Scossi la testa "..forse sono stata troppo ingenua a parlare così di quanto è avvenuto nella selva... Dite che sono in pericolo?" Poi ci pensai un attimo "..no, non credo di correre alcun rischio.. L'Arconte ha bisogno di me.." Dissi quasi a me stessa. "..cosa consigliate di fare Mamyon?" Chiesi cercando nei suoi occhi la sicurezza che non avevo. |
Presi la moneta dalla mano del cavaliere e sorrisi alle sue ultime parole..“E non correremo il rischio di smarrirci” ... annuendo col capo.
"Grazie per questo scambio e rispetto le vostre tradizioni. Non pensate che se tutti rispettassero le culture altrui, le religioni, i modi di pensare e le tradizioni dei popoli le guerre non esisterebbero? Ma, ormai, queste sembrano frasi retoriche eppure mi chiedo perchè se così scontate solo in pochi le mettano in pratica". Vivian si avvicinò a noi e vidi la sua gioia nel vedere il cavaliere in splendida forma, sorrisi senza farmi notare ma mi ridestai subito alle affermazioni di Guisgard sul viaggio.."Avete ragione, ma forse ci sarà un motivo per cui non manda, appunto, il suo esercito...forse proprio perchè questo Tesoro è innestimabile, quel Fiore deve essere colto da qualcuno che possegga determinati requisiti." Feci cenno di avviarci verso la uscita e parlavo a bassa voce e, distrattamente, mi lasciai sfuggire ciò che successe giorni prima .."Mi auguro, solo, non abbia a che vedere con ciò che ho vissuto giorni fa, proprio nel castello dell' Arconte, esattamente nel sotterraneo." Ricordai non raccontai l'accaduto nemmeno a Vivian "Vidi sui muri strane scritte in una lingua sconosciuta e alcuni simboli, fra tutti primeggiava un occhio. Entrai in una stanza, vi era una consunta clamide e un tomo aperto che raffigurava un disegno ovvero uomini e donne in una vasca e questo grande occhio vigile su loro come un Dio e sempre scritte di questo idioma sconosciuto. Ebbi come l'impressione si trattasse di un rituale, vi seguirono a questo altri fatti ma meglio non soffermarsi di più, solo che mi trovai poi priva di sensi nel letto. Io ricordo di essere svenuta nel corridoio mentre Vivian asserisce mi trovarono nel giardino...cosa alquanto enigmatica. Capirete, ora, sir Guisgard che mi sento un pò a disagio in quel posto". Arrivati all'uscita del Palazzo, salutai il cavaliere.."E' stato un piacere conversare con voi, ma..voi avete libera uscita oppure dovete rimanere qui a palazzo? Se desiderate accompagnarci al castello, per noi sarebbe un piacere..mi hanno detto che qui al sud si cena tardi..non come si usa al nord e quindi non abbiamo fretta" sorridendo rammentando le parole di prima."Altrimenti, mi auguro di avere vostre notizie e di rivedervi, so che la nobile causa che avete intrapreso non vi permetterà molta libertà.." guardai la moneta, avendo cura di riporla nel borsellino. |
"La missione mi è stata donata dal capo-villaggio della città assediata e, i primi cavalieri che ho incontrato siete stati proprio voi......"
"Il mio intento era quello di raggiungere Gothia, poichè il prete della cittadina mi aveva suggerito di provare a chieder supporto presso tale terra....." La domanda posta dal cavaliere Loi mi lasciava perplesso.....non comprendevo il perché di quella insicurezza di informazioni: "Però.....volevo assicurarvi, nobili cavalieri che se nutrite qualche perplessità non continuerò a trattenervi e procederò oltre......spero solo di riuscire a compiere l'impresa nel tempo concessomi......un mese......" |
Sognavo di essere su una barca al chiarore della luna...su e giu' su e giu'.....mio Dio il mal di mare....mi svegliai di colpo...e due occhi neri come la notte mi fissavano....istintivamente misi la mano sulla mia bocca....avevo un forte istinto di nause...non era poi cosi' falso quel sogno ero su una sedia a dondolo....erano tutti li'...Elina...questo uomo strano e il piccoletto..un tal Dottor...." Elina ha detto Oz ho sentito bene ?...."...mi sentii rispondere Dottor. Orez..il mal di mare...comunque a quanto pareva Sawas era tutto ed era nulla.....come fidarmi di loro ?......il punto era che non avevo altra scelta, o loro....o nessun'altro....." Bene, se vi spostate Signore...vi faro' vedere perche' siamo qui..."...e cosi' scesi dalla sedia a dondolo ...scansai il tizzio dagli occhi neri e andai a mettermi davanti ad un tavolo completamente in madreperla......uscii dalla fodera il libro e lo poggiai con cautela....." Ecco, questo eì il motivo per cui sono arrivata da voi....e adesso vi apro questo magnifico esemplare....." e mentre tutti tentavano di guardare la scritta sulla copertina...color turchese....io aprii il libro e sulla stessa prima pagina appoggiai il palmo della mia mano...essa si immerse come se volesse risucchiarmi all' interno...fu uno sforzo tirarla fuori.....avevo la fronte madita di sudore...e la mia mano era rossa...piena di puntini pronti a diventare chiazze di bruciatura...." Ecco...questo e' accaduto.....per il resto....chi mi ha dato questo libro, sembrava una brava persona..."...lacrimai dal dolore.....
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“Veramente, io credo...” iniziai seccamente a dire alle parole del Maestro...
ma la mia voce sfumò, senza che quasi me ne accorgessi. Quel ciondolo oscillava lento e ritmico... quella voce parlava da qualche parte nella mia testa... assomigliava vagamente a quella del Maestro, la voce, anche se il tono era diverso... non c’era niente di importante nella selva... niente di importante... io avevo altro a cui pensare... gli adepti al trionfo... il compito più importante... l’unica cosa che aveva importanza... vacillai... Sbattei le palpebre un paio di volte, il Maestro era di fronte a me e sorrideva... Citazione:
il mio sguardo lo seguì, silenzioso, finché non fu scomparso oltre la porta in fondo... esitai. Poi, lentamente, ripresi a camminare verso le mie stanze. Avevo la sgradevole sensazione di aver dimenticato qualcosa... la sensazione che qualche cosa mi stesse sfuggendo... Raggiunsi i miei appartamenti ed entrai, senza guardarmi intorno. Poi raggiunsi la mia camera, riflettendo. Rammentavo di aver parlato con i cavalieri... avevo fatto loro un discorso su compiti e priorità... e poi... di cos’altro avevamo parlato? Iniziai a svestirmi. Avevo assicurato al capitano Caryl che mi sarei occupata dell’indisciplina di sir Guisgard... dovevo convocarlo, pensai... lo avrei fatto l’indomani... e poi... della selva! Ecco, cosa: avevamo parlato della selva! Distrattamente sollevai la coperta soffice e mi nascosi sotto di essa. Ma... non c’era niente di importante nella selva, mi dissi... non c’era niente di cui occorresse occuparsi. E, improvvisamente, mi sorpresi a pensare che quelle parole non suonavano come mie... ci pensai su per un momento, poi sorrisi: che sciocchezza, di chi altro mai potevano essere quelle parole? Sospirai e chiusi gli occhi. E l’ultima cosa cui pensai fu che l’indomani avrei convocato sir Guisgard... sì, gli dovevo parlare circa quella sua indisciplina... dovevo parlargli... di ciò che accadeva nella selva, pensai... no... del suo comportamento, mi corressi... e poi il sonno ebbe definitivamente il sopravvento. Ma fu una notte inquieta. |
Quel racconto di Altea turbò Guisgard.
“Si, sono in libera uscita...” disse annuendo “... vi accompagnerò per un po'... così vedrò dove si trova questo castello...” Così i tre s'incamminarono verso il maniero, che dominava la sponda opposta del fiume. Guisgard restò poi a fissarlo. Nei suoi occhi vi era qualcosa di inquieto e mutevole. “Cosa avete, cavaliere?” Chiese Vivian. Lui non rispose nulla. I suoi occhi erano come indagatori verso quel castello. “State attente...” mormorò poi “... state attente...” Intanto, nella Fortezza Reale, due figure si fissavano immobili. “C'è troppa curiosità” disse una di esse “attorno alla selva... anche la principessa ne sembrava turbata...” “Cosa faremo?” “Ogni cosa a suo tempo...” “E ora?” “Ora bisogna far forza sul nostro credo... convertiremo alla causa anche i cavalieri...” “Ma quel Guisgard è discepolo del frate...” “Lui no...” fece la figura “... ma gli altri quattro si...” |
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