Castiel rise.
“Tranquilla, tienili per tuo fratello i tuoi sorrisi.” Disse a Diahnne, per poi scendere dall'auto anche lui.
Il mare era piatto e mormorava.
In lontananza una nave mercantile scorreva lenta sull'orizzonte, mentre le onde finivano schiumose sulla sabbia bagnata.
Ad un tratto il sensorphone di Diahnne squillò.

Elise entrò nell'ufficio di Enner.
Ma non erano soli.
Il presentatore era dietro una grossa scrivania a fumare un lungo sigaro.
Accanto a lui c'era Lupa, la sua assistente, la massiccia guardia del corpo in piedi in un angolo, Lord Justin seduta poco distante ed infine un altro uomo, dall'aspetto sinistro e lo sguardo inquietante.
“Prego, presidentessa...” disse Enner ad Elise “... lasci che le presenti il signor Polo...” indicando l'uomo sinistro “... il nostro scenografo... senza di lui Redemptio non esisterebbe.”
“Piacere, signora...” Polo fissando Elise.
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"Tu sei un maledetto bastardo..." dissi a Brescian con un largo sorriso ad uso e consumo dei presenti "Mi hai chiesto di aiutarti, ma hai dimenticato di aggiungere che correvo dei rischi anch'io..."
Mentre parlavo, entrarono due poliziotti che, con fare intimidatorio, ci chiesero i documenti. Sperai che la mia espressione non tradisse ansia, mentre sorridevo nel porgergli la mia carta.
"Ecco il mio documento, agente..."

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Tutto accadde velocemente.
Shushan tramortì il mitare e Hiss lo sostituì alla guida del cingolato.
Percorsero mezzo chilometro, per poi fermarsi sotto degli spuntoni rocciosi.
Hiss allora legò il militare, lo imbavagliò e lo colpì di nuovo mentre stava svegliandosi.
“Sei stata in gamba...” disse a Shushan “... ora andiamo... questo non è un buon posto per fare una scampagnata...”
Mise il militare svenuto nel vano posteriore della Jeep e ripartirono.

I tre fissarono Kara.
“Allora” disse uno di loro “possiamo fidarci? Garantisci tu?”
“Regolare.” Annuì Elv.
La tv era accesa.
“E' l'unica che vedrai qui.” Elv a Kara. “Serve per sapere cosa mandano in onda... non guardarla troppo o finirai ipnotizzata anche tu...”
Scorrevano le immagini di Redemptio, con l'uccisione di Cristoforo.
Erano immagini crude, violente ed il pubblico era in delirio.
“E' lo spettacolo di punta...” mormorò uno dei tre uomini “... il reality preferito dalle masse... tutto è vero... la gente muore davvero... anche se sono dei criminali... o presunti tali...”

Stavo per rispondere a Castiel. Stava iniziando ad infastidirmi, quando ad un certo punto il mio sensorphone squillo.
Lo afferrai e risposi.
"Pronto?"

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Mi accorsi che non era certo una conversazione privata, e ancora di più mi chiedevo che cosa avessero mai da dirmi, con tutte quelle cerimonie.
Sfoggio il mio sorriso di circostanza migliore, per salutare tutti i presenti.
"Signori.." con un elegante cenno del capo.
"Ebbene? A cosa devo questa riunione?" chiesi, sorridendo.

Jennifer mostrò i documenti, ma i due poliziotti passarono oltre ignorandola.
Infatti ad attirarli erano due nullafacenti al banco.
Li presero e li portarono via, pestandoli ben bene all'esterno del locale.
Brescia era visibilmente pallido e spaventato.

Col militare nella Jeep partimmo e gli dissi..."Guarda che so non siamo a fare un picnic..antipatico" ridendo.."Ma perchè hai portato il militare? Cosa faremo poi di lui...tesoro?".
Guardai dietro l' uomo imbavagliato e tramortito..ma non era morto..."Posso farti una domanda..da dove vieni e perchè sei ricercato..ora puoi dirmelo, penso" seria.

I due sembrarono convincersi.
Roteai gli occhi alla sua raccomandazione.
"Tranquillo, so badare a me stessa..."
Volgendo per un attimo lo sguardo alla tv, vidi quel programma che era tanto in voga, quello in cui i criminali morivano o raggiungevano la "redenzione".
Riclrdavo di aver letto da qualche parte degli soettacoli greci, in cui i condannati a morte recitavano e le llro esevuzioni erano mascherate da morti "previste dal copione.
"È ripugnante..." mormorai, scuotendo la testa.

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La scena a cui assistetti mi sconvolse, due uomini picchiati selvaggiamente per nulla.
"Senti..." dissi a Brescian "Non mi interessa più nulla, io me ne torno a casa mia... Tutto si può dire di me tranne che io sia coraggiosa... Mi spiace che tu sia in pericolo, ma non è affar mio, non più. Andiamo via di qui, poi mi dirai dove vuoi che ti lasci..."

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“Pronto...” disse una voce al sensorphone di Diahnne “... ciao, cara... mi riconosci? No Mizzar... ci siamo incontrati nel tuo locale... e nulla... volevo solo sapere se avevi notizie di tuo fratello... sai, corre voce in città che ci sia un killer sulle sue tracce... se fosse vero sarebbe un guaio... io potrei proteggerlo...”

“Siamo qui” disse Enner ad Elise “per decidere circa le sorti del programma... Redemptio è un grosso budget... tutti ci guadagnano, partendo dal governo... ma se gli ascolti calano, se la gente non scommette, beh, tutti ci rimettono e poi la nostra convenzione statale per avere gli avanzi di galera potrebbe terminare... e poi diciamocela tutta... sono mezze tacche... ladri, stupratori, assassini... durano poco... ed il tutto potrebbe risultare troppo noioso alla lunga...”
“Esatto...” intervenne Polo “... per questo abbiamo deciso di alzare il livello di gioco... di avere cioè gente in gamba... capace di durare un po' di più... giusto il tutto per convincere la gente che lo spettacolo sia migliore...”

“Preferisci” disse Hiss a Shushan “che lo abbandoni qui nel deserto? Senza acqua? I dingo lo divorerebbero prima del crepuscolo...” guardò la cacciatrice di taglie “... perchè sono ricercato? Semplice... sono un cattivo ragazzo!” E rise forte.

“Già, bestiale...” disse Elv a Kara “... nell'antica Roma per rendere più eccitanti gli spettacoli teatrali usavano dei condannati a morte da giustiziare sul palco... dopo più di duemila anni le cose non sono cambiate...” scuotendo il capo.
“E comunque” uno di quegli uomini a Kara “non sempre sono dei criminali... moti dei nostri sono stati arrestati e poi mandati a morire in quelle arene... spacciandoli per veri criminali... ma noi siamo ribelli, patrioti...”

La scena aveva spaventato anche Brescian.
Lui infatti subito annuì a Jennifer, per poi tirare dalla tasca un credito e lasciarlo tremolante sul tavolo.
Si alzarono per uscire ma subito un altro poliziotto entrò e si avvicinò ai due.
“Documenti prego.” Disse dopo averli fissati per un lungo istante. “Siete sposati?” Chiese con tono serio.

Elv diede voce ai miei pensieri riguardo quel programma.
Poi mi stupii delle parole del tizio, ma in realtà i ribelli erano fuorilegge che si ribellavano al sistema in vigore, quindi era naturale cge li considerassero criminali, sebbene non lo fossero.
Maledetto governo...
Presi poi il mio taccuino e presi appunti riguardo quel dettaglio.

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"Avanti..sii serio" togliendo il casco e corrucciando la fronte.."Se tu fossi una cattiva persona lo lasceresti qui a morire no? A te non ti avrebbero risparmiato la vita tanto facilmente...non sappiamo nulla di entrambi eppure vi è quel qualcosa che ci unisce" guardai il deserto di fronte a me e mi feci seria.."Ad esempio, non sai perchè stavo andando ad Imperios, a cercare un uomo..era il mio amante, a dire il vero era sposato..un giorno se ne andò laggiù promettendomi mi avrebbe chiamato quando era il momento giusto, e così fece ma non mi promise nemmeno di aspettarmi alla stazione..a dire il vero non sapevo nemmeno cosa fosse andato a fare ad Imperios" guardandolo.."Un bell' uomo..occhi azzurri, capelli scuri e mossi..ora cosa dici?" aspettando la sua reazione sorridendo.

Non ho ben chiaro chi sia, ma quello che dice basta a farmi morire tutte le parole che avevo in gola.
Un killer stava seguendo mio fratello?
Tirai una parolaccia al telefono, cercando di controllore quel senso di rabbia e paura che mi stava travolgendo.
"Io... Penso che sia scappato..." dissi sentendo gli occhi farsi lucidi.
"Ed è meglio così, perché altrimenti lo avrei ammazzato io!" dissi con la voce tremante.
Mi ero voltata per non farmi vedere da Castiel, ma l'avrà già capito, come sto.
"Chi sei? Perché vuoi proteggere mio fratello?" dissi quella che doveva essere la prima domanda da porgli.

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Ascoltai ogni parola, attentamente.
La faccenda era curiosa, senza dubbio, la gente aveva sempre adorato Redemptio.
Era curioso che adesso mi si venisse a dire così.
Ma la gente era volubile, e aveva senso che volesse sempre di più.
E non era neanche male come idea...
"Quindi come proponete di fare?" incuriosita.

Mentre stavamo per uscire, un altro poliziotto ci fermò chiedendoci i documenti.
Ero molto agitata e sapevo che Brescian avrebbe voluto che fingessimo di essere sposati, ma io non avevo intenzione di mentire alla polizia. Era facile verificare quel tipo di unione e dire una bugia ad un pubblico ufficiale significava un'ammissione di colpa. No, non avrei mentito, almeno non del tutto.
"Salve agente, ecco il mio documento..." dissi con un sorriso "E no, non siamo sposati... Mio marito si chiama Lance Gold ed è un rappresentante di droni. Il signor Brescian qui presente è invece un costruttore di quegli aggeggi e stavamo appunto aspettando mio marito, che ha mandato me qui perché era in ritardo. Ad ogni modo, adesso stavamo tornando a casa poiché di Lance neanche l'ombra, sarà stato trattenuto al lavoro... "

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Uno di quegli uomini indicò la tv a Kara, dicendole poi ti scrivere tutto ciò che vedeva.
Enner che incitava la folla, questa che sembrava composta da bestie, Cristoforo che scappava ed il modo in cui veniva raggiunto e brutalmente ucciso.
E poi il particolare del sensarphone che le prede erano costrette a portarsi dietro per essere ripresi costantemente.

Hiss si voltò a guardare Shushan.
“E che reazione” disse “dovrei avere? Ti sei innamorata di un idiota che probabilmente ti ha ingannata. Non lascerebbe mai sua moglie.” Guidando.
Ad un tratto apparve una base in lontananza.

Castiel ascoltava Diahnne parlare al suo sensorphone, comprendendo lo stato d'animo della ragazza.
“Sono Mizzar, te l'ho detto...” disse quello al telefono “... sono quello a cui tuo fratello deve molti crediti... ovvio quindi che ci tengo stia bene...” ridendo.

“Cercare qualcuno adatto.” Disse Polo ad Elise. “Qualcuno che sia forte... in gamba... che sappia durare abbastanza, per poi morire in diretta quasi alla fine del primo girone.”
“Ovvio.” Enner. “Ci teniamo che nessuno abbia mai superato il primo girone.” Con un ghigno.

Il poliziotto guardò i documenti e poi Jennifer.
Aveva uno sguardo brutale, lineamenti marcati e l'espressione impenetrabile.
La guardava con fare inquisitorio.
Poi si voltò verso Brescian che invece sudava freddo.
“La vedo nervoso...” disse l'agente “... si sente bene?”
“Oh, si...” annuì ebete Brescian “... avrò bevuto troppo...”
“O forse ha paura della reazione del marito della signora nel vedervi qui da soli?” Il poliziotto, per poi ridere come se avesse fatto una battuta sconcia.
“Ah... no... no...” ridacchiando Brescian “... si figuri... no no...” fissando poi Jennifer.
“Qui però c'è scritto” l'agente indicando i documenti di Brescian “che lei è un rivenditore di elettroscooter usati...”
“Si si.” Annuì meccanicamente l'altro.
“La signora invece ha detto che lei costruisce droni...” il poliziotto girando il volto verso Jennifer “... quindi?”
Brescian fu sul punto di svenire, mentre il poliziotto continuava a guardare Jennifer.
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A quel punto ricordai. Dannazione!
"Bene! Non so dove sia! Mi dispiace" dissi riattaccando.
Cercai di trattenermi. Non dovevo piangere... Non dovevo... Eppure... Il volto mi si riempie di lacrime ed ecco che mi sento arrossire.
"Non è come sembra" dissi singhiozzando a Castiel.
"Mi è entrata una cosa nell'occhio..." dissi la prima cosa che mi fosse saltata in testa.

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"Pensavo fossi geloso...oh, probabilmente non ti interesso più" e mi imbronciai..."Si lo avevo capito non gli interessavo, il suo scopo era solo avermi accanto e io ho preso la palla al balzo per andare in una grande città..immagino anche il nostro bacio sia stato forse un errore?" guardandolo seriamente.
All' improvviso apparve una base...era un' altra base militare? Eravamo nei guai se ci avessero scoperto

Scrivevo tutto ciò che vedevo o sentivo, ogni dettaglio.
Più volte avevo visto quel programma trasmesso in tv, ma ero subito passata oltre, perchè mi disgustava vedere la gente quasi simile alle bestie, sia gli uni bestie prede di istinti, sia gli altri bestie da macello vittime dei primi.
Era semplicemente inconcepibile una realtà simile; forse ora potevo considerarmi una ribelle anche io, o forse no, ma di certo avrei fatto in modo da ribaltare questa realtà orribile e terrificante.
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Quel dannato Brescian era proprio un inetto!
Cercando di mantenere la calma, provai ad uscire indenne da quella situazione inventando una scusa plausibile.
"Scusi, agente, non sono stata molto precisa prima... Il signor Brescian sa costruire droni, ma è costretto a fare il rivenditore perché finora nessuno ha creduto in lui. Ed è qui che entra in ballo mio marito... Essendo un rappresentante, potrebbe sottoporre in azienda i prototipi ideati da Brescian e lanciarlo nella carriera che lui sogna... Ovviamente traendo una percentuale, s'intende..." terminai con un sorriso.

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Li ascoltavo, li ascoltavo attentamente, pensierosa.
"Usiamo dei veri piloti..." mi ritrovai a dire.
Davvero? Lo stai davvero pensando?
Presi un profondo respiro.. sì, esatto!
Sentivo la rabbia ribollirmi nel sangue, dappertutto.
Ma...
Non mi importava, non mi importava di niente in quel momento.
Certo non mi importava di lui.
Per me era morto, e se voleva morire davvero: tanto meglio.
"Non so, piloti di una categoria più bassa, delle serie minori che potrebbero rischiare la vita all'idea della fama che non avrebbero mai nelle loro divisioni.." alzando le spalle "Magari si potrebbe dire al pubblico che hanno commesso dei crimini, così rimarrebbe intatto il senso di Redemptio.." proposi.

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Kara era davanti alla tv che con i suoi colori psichedelici, le urla deliranti, le immagini cruenti e le ammiccanti offerte degli sponsor pareva disegnare un nuovo ed estremo paese della cuccagna.
“Annota tutto...” disse uno dei tre uomini “... tutto... ogni cosa... anche le più insignificanti...”
“Forse dovrebbe fare un articolo anche sui piloti, ossia sui cacciatori...” fece un altro di loro.
“Ce ne sarebbe da scrivere su quelli...” fumando Elv.

Castiel prese il suo fazzoletto, di un bianco candido e dal profumo di muschio selvatico, porgendolo poi a Diahnne.
“Prendi...” disse, guardando prima lei e poi il mare calmo “... ti aiuterà a toglierti quella cosa dall'occhio.” Sarcastico, come chi aveva capito tutto. “Chi era che ti ha chiamato?”

“Si, come idea mi piace... disse Polo a quella proposta di Elise.
“Non possiamo inventarci nulla, occorrono filmati e prove che accertino la condotta illegale e criminale dei partecipanti.” Intervenne Lupa. “Articolo 71.000 e 78.000 del codice televisivo e giornalistico.”
“Com'è arguta la nostra presidentessa...” con tono lascivo Lord Justin, guardando le gambe della bella Elise.
Enner ascoltava e fissava tutti loro in un silenzio quasi mistico.
“Va bene, signori...” ad un tratto alzandosi “... per stasera credo sia tutto... grazie, signori... è tutto.” Come chi non vede l'ora di restare da solo e provare il suo nuovo giocattolo.

Hiss si voltò verso Shushan e rise piano.
“Su, bellezza, non buttarti giù ora.” Disse. “Sei una gran bella ragazza, sai? E baci davvero niente male.” Facendole l'occhiolino.
Ad un tratto avvistarono la base in lontananza.
“Non so che base sia...” mormorò lui “... magari è un avamposto mercantile... avviciniamoci con prudenza...”

Il poliziotto guardò Jennifer ed annuì.
“Naturalmente.” Disse ridando poi loro i documenti. “Vi auguro una buona giornata.” Ed uscì dal locale.
Allora Brescian tirò un sospiro di sollievo, lasciandosi poi cadere pesantemente su una sedia.
“Credo mi ci vorrà un goccino...” mormorò.

Era quasi fastidioso dover guardare.
Anzi, no quasi.
Lo era e basta.
Però dovevo, quindi mi sforzavo di guardare quelle immagini terribili.
Annuii a quello, mentre continuavo a scrivere freneticamente.
"State calmi, una cosa alla volta" dissi, ridacchiando.
Dopotutto non era male questa collaborazione.

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Sì, le prove.
Oh come me le ricordo bene quelle prove: benissimo.
Avevo il nervoso solo a pensarci, solo a sentirle nominare mi tornava in mente il vortice impazzito in cui mi ero trovata un anno prima.
Ma ormai conoscevo bene la mia maschera, la sapevo portare, mi calzava a pennello, e nessuno se ne accorgeva.
Essere un personaggio pubblico comporta anche questo, dopotutto.
Quindi non lasciai trasparire nulla di quello che mi passava per la testa, mi alzai, salutai Enner.
"Fatemi sapere allora.." con un sorriso cortese "Signori.." mi congedai.
Una volta fuori, raggiunsi il mio autista e mi feci accompagnare alla sede della squadra.
La gara era vicina ormai e io volevo tenere tutto sotto controllo.

Kara continuava ad annotare tutto.
“Ed una volta finito l'articolo” disse uno dei tre uomini “cosa accadrà?”
“Lo faremo girare.” Elv.
“Dove?”
“Per tutta la città, in forma anonima.”
“Come?”
“Troveremo un modo.”
“E credi che la gente ci crederà?”
“Tenteremo di convincerla.” Rispose Elv.
“Balle.” Fece l'uomo. “La gente crede solo alle fandonie che vanno in onda. Specie se assurde.”
“Vedremo.” Fissandolo Elv.
“Sai che da ora dovrai vivere in incognito?” L'uomo a Kara.

L'autista accompagnò Elise alla sede dei Guerrieri di Solaria.
“C'è sempre traffico qui...” disse l'uomo “... vorrà dire faremo una scorciatoia.”
Dopo circa una ventina di minuti la presidentessa era giunta a destinazione.
Subito le si fece incontro Petrus, il team manager della squadra.
“Salve, capo.” Sorridendole. “I ragazzi sono tutti in palestra. Gli è scattato non poco l'essere stati battuti dal nuovo capitano dell'Ateismo Nero. Programmi per oggi?”