Ordinammo da mangiare e da bere, e mi sentii rifocillata dopo quel viaggio in questa zona desertica e desolata.
Finimmo di mangiare e lasciammo il bar, uscendo in quello strano villaggio.

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Terminarono il loro pasto ed uscirono dal bar, in cerca di un luogo in cui poter fare rifornimento per il carrozzone.
Il villaggio era costituito grosso modo da una strada principale che tagliava in modo longitudinale l'intero abitato urbano, con stradine e vicoletti laterali.
Mentre Gwen, Rufus e Furia camminavano, videro il grassone con i suoi sgherri, anche loro usciti dal bar, che avevano attirato un buon numero di persone.
Parlavano di una sorta di gara e del premio in palio.

Il villaggio era costituito da una lunga strada e da tanti vicoletti laterali che da essa si dipartivano.
Ad un tratto sentii il grosso uomo parlare di una gara e di un premio in palio, allora mi avvicinai di poco ed ascoltai.
Sembrava interessante.

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Ci guardammo e ridemmo, come due bambini sorpresi nel fare una marachella.Poi quel bacio, intimo, intenso e appassionato, che mi fece battere il cuore.
"Mmmhh..." gemetti a quel tocco delicato sul mio capezzolo tugido e voglioso.
"Sì capitano..." annuii, perchè sapevo che la sua predenza era fonfdamentale in cabina di comando.
"Ma poi torna da me..." guardandolo negli occhi.
Quando lui se ne andò sospirai, e mi rimisi a letto, stringengo il cuscino sul quale fino a poco fa c'era il mio bel capitano.

Gwen si avvicinò di qualche passo ed ascoltò cosa quei tipi dicevano.
“La gara ci sarà domani...” disse il grassone agli altri “... e solo i migliori e più coraggiosi piloti parteciperanno... o almeno quelli più disperati.” Ridendo. “Su, stasera avremo la lista e si potrà cominciare a scommettere... vi rammento che il premio è di 1.000 crediti convertibili.”

Un altro bacio e Cristiano andò via, lasciando Destresya sul suo letto con il cuscino stretto a lei.
La nave sussultava e la tempesta stava per arrivare alla sua fase più intensa.

Era appunto una gara.
Fra piloti.
Ma cos'era un pilota?
Il premio ammontava a 1.000 crediti, era abbastanza.
"Cosa è un pilota?" chiesi a Furia, che sembrava sapere tantissime cose "E che vuol dire scommettere?" chiesi sempre più curiosa, il capo inclinato lateralmente.

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“Un pilota è chiunque sappia guidare in modo completo uno o più veicoli.” Disse Furia a Gwen. “Scommettere? Significa che prevedendo l'esito di una certa situazione, che sia una battaglia, o una battuta di caccia, o la pesca in mare oppure appunto una gara di veicoli, è possibile puntarci su del denaro per cercare di vincerne dell'altro.”

Annuii lentamente.
Stavo imparando un sacco di cose nuove.
"Ma... Non ha molto senso... Perché vincere denaro con altro denaro?" dissi, poi scrollai le spalle come se fosse una questione troppo complicata da risolvere, o forse troppo poco importante perché valesse la pena di essere risolta.

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Rimasi sola, a stringere forte il cuscino, assaporando il suo sapore nella mia bocca, che ancora era indolenzita per quel gioco proibito, sentivo le sue mani su di me, il suo repiro, la sua presenza.
Ti ha cotto a puntino eh?
Sorrisi tra me, restando lì, ancorata al letto mentre la tempesta imperversava sempre di più.
Avevo fiducia in lui, fiducia che riuscisse a governare la nave in quel momento così difficile.
Così, chiusi gli occhi e cercai di dormire.

Furia rise nel vedere l'espressione di Gwen.
“Un giorno poi mi dirai da che posto arrivi, visto sei così strana.” Disse divertito.

Lo guardai con gli occhi appena strabuzzati.
Non capivo...
"Veramente te l'ho già detto" dissi, con tono candido.

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Furia rise di nuovo.
“Beate ingenuità ed innocenza.” Disse guardando Gwen.
Allora tornò Rufus.
“Venite, ho trovato qualcuno che può venderci del carburante.” Ai due giovani.

Alzai di nuovo le spalle.
Forse un giorno avrei capito...
Tornò Rufus.
"Ah sì? E chi è?" curiosa di saperlo.

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Rimasta sola, con Icarius silenzioso sul divano, Destresya poco dopo era già addormentata.
La nave sembrava essersi assestata e gli scossoni ed i sussulti parevano essersi attenuati.
Ciò favorì un sonno abbastanza tranquillo per lei.

La nave scendeva leggera e placida, nel mare che sembrava essersi ormai calmato, la tempesta alle spalle, una spiaggia soffice e leggera ad aspettarci.
Dormii travolta da sogni strani e inquieti, dove occhi azzurri mi fissavano ora inquisitori, ora ccomplici, ora ardenti.
Quando mi svegliai non avrei saputo dire che ore fossero, così mi alzai, mi rimisi la vestaglia e andai nel salottino a cercare qualcosa nel frigo, cercando di fare pian per non svegliare Icarius.

“E' un vecchio che gestisce un rottamaio e tratta vari carburanti.” Disse Rufus a Gwen.
I tre così si recarono al rottamaio, dove trovarono il proprietario.
Era un uomo anziano, scarno, dall'aspetto trasandato e lo sguardo losco.
Li squadrò da capo a piedi, come chi cerca un affare in ogni cosa che incontra.
“Siamo qui per il carburante.” Rufus.
“Si...” con un cenno del capo il vecchio, per poi far segno loro di seguirlo.
Li portò in un capannone dove aveva alcuni barili di carburante.
Lì, nel capannone, Gwen notò uno strano veicolo.
https://www.dhresource.com/0x0s/f2-a...rcycle-art.jpg

Annuii a Rufus e andammo da un uomo anziano che ci fissava tutti con una strana espressione sulla faccia.
Poi ci accompagnò in un capannone e vidi uno strano veicolo.
"Cos'è questo?" chiesi all'uomo.
C'era sempre qualcosa di nuovo da scoprire!

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Sorrisi guardandolo attaccato al muro.. "Ti turba stenderti sul letto.. Un agente è addestrato pure a evitare tentazioni con la collega" facendogli posto nel letto.. "Dimmi a Phitos dovremmo cambiare copertura.. Sai dove dovremmo alloggiare. Sono partita alla sprovvista Agente 0029..quando ti chiamerò in pubblico mi inventerò un nome che mi piace" scrutandolo.

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Destresya si svegliò e si alzò dal letto, andando verso il frigo per prendere qualcosa.
La nave sussultava ancora, con la tempesta che sembra giungere ora al suo apice.
La pioggia batteva intensa e forte contro l'oblò, mentre il vento soffiava forte facendo scricchiolare i muri.
Icarius era sempre sul divano, silenzio, ma sveglio.

"È un cavallo meccanico." Disse il vecchio a Gwen. "È un vecchio modello, di quelli che né i cavalieri, né i mercenari usano più, ma ancora ottimo per le gare."

Mormorai un lungo "Oh" ammirata,alla vista di quell'oggetto così particolare.
"Gare, avete detto?" chiesi "Ce ne sarà una, sapete? Stasera. Si vinceranno 1.000 crediti" dissi all'uomo.

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0029 rise.
"Ma dai..." disse divertito ad Altea "... ti pare possa avere tentazioni verso una collega che oltretutto manco mi fila o mostra il minimo interesse verso di me?" Ridendo. "Il mio nome? Basta chiederlo, no?"
La nave continuava a sussultare.

"Non do confidenza agli estranei" sarcastica "Dimmi il tuo nome..non dirmi..Bond..James Bond" guardandolo negli occhi azzurri "E quegli occhi hanno affascinato due signore pure contemporaneamente, se sapevano tu eri un agente segreto ti trovavano ancora più affascinante presumo" spintonandolo leggermente.

"Esatto." Disse il vecchio a Gwen. "Proprio 1.000 crediti." Annuendo. "Ma cosa ne sa di queste cose una ragazza come te? Sei forse imparentata con qualche pilota o magari uno scommettitore?" Fissandola.

Alzai le spalle.
"L'ho sentito. In strada, fuori dal locale" risposi, in tutta tranquillità.
Cosa c'entrava che fossi una ragazza?
Bah, forse rientrava fra quelle tante cose che non sapevo, ma speravo di capitolo prima o poi...

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So, in effetti gli occhi chiari fanno il loro effetto..." disse ridendo 0029 ad Altea "... i miei vanno nel celeste..." facendole l'occhiolino "... cmq mi chiamo Inest, Jo Inest, al servizio di sua maestà." Divertito.
La nave sussultò piu forte ancora.
"Accidenti, la tempesta è aumentata di intensità!" Inest.

"Già, vincere una gara sarebbe un gran colpo..." disse il vecchio a Gwen "... come anche scommettere sul vincitore." Mormorò.
"Voi non correte?" Chiese Furia.
"Io sono troppo vecchio per farlo." Il vecchio. "Nessuno dovrebbe farlo. Nessuno che ha un po' di sale in zucca dovrebbe. Che sia vecchio o giovane. Quelle gare sono corse ad ostacoli, il più delle volte ostacoli letali. Per questo vi partecipa solo gente senza futuro... ricercati, rinnegati, mercenari o disperati..."

"Inest....e dimmi Sua Maestà l' Arciduca di Capomazda?" ridendo "Io pure...".
La nave sussultò forte.."Un anziano inserviente prima ha detto che in queste zone le navi spesso sono affondate, tipo Triangolo delle Bermude, è strano, speriamo passi presto...non ti ho mai visto in agenzia, sei nuovo?" cercando di pensare ad altro.

Ascoltai tutta la discussione.
"Sapete se c'è un mercenario qui che sarebbe interessato ad aiutarci? Ovviamente dietro compenso" precisi "Devo arrivare a Passo Elder e mi serve l'aiuto di un mercenario."

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"Un mercenario qui lo si trova di certo, soprattutto quando una gara è imminente." Disse il vecchio a Gwen. "Ma i mercenari si fanno ben pagare. E spesso si tratta di cifre considerevoli. Cifre, tanto per intenderci, non credo voi abbiate." Fissando i tre davanti a lui.

Dentro di me già esultavo sentendo che potevamo trovare qualcuno.
"Sono partita con l'intento di assoldare qualcuno per aiutarmi, abbiamo raccolto apposta una somma sufficiente per un compenso" dissi sicura.

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Cominciava a venirmi il mal di mare, quella maledetta tempesta non aveva proprio intenzione di smetterla, la nave continuava a muoversi, sussultare.
Chissà come Cristiano stava affrontando la situazione.
Sbuffando mi alzai, e andai a prendere qualcosa in frigorifero.
Fortunatamente c'era una bottiglietta di coca-cola.
La stappai, e mi appoggiai al tavolino per berla.
In quel momento mi accorsi che Icarius era sveglio.
Doveva averlo svegliato la tempesta.
"Ehi, non riesci a dormire?" con voce dolce "Vuoi qualcosa da bere, caro?" sorridendogli.

Icarius non fece in tempo a rispondere ad Destresya che la nave cominciò a sussultare in maniera ancor più vigorosa, come la cabina girasse quasi a 180° su se stessa.
Era impossibile stare in piedi e molti degli oggetti iniziarono a cadere per terra.
Le onde erano così alte e grosse che infranfendosi contro le fiancate dell'Assunta facevano scricchiolare tutto.
Anche Altea e Jo furono sbattuti nella loro cabina.
Oltre alla pioggia battente ed al vengo impetuoso che aveva superato i 200 km orari, si udivano rimbombare anche potenti tuoni che come darti aspettavano dal cielo fin sulle onde impazzire del mare.
Come se le acque fossero possedute da spiriti infernali che ululavano con la voce dei venti ed echeggiavano col fragore dei tuoni.
Allora dagli altoparlanti parlò il capitano Cristiano:
"Signori e signore passeggere... la situazione è critica... siete quindi tutti invitati a seguire le indicazioni che ora vi saranno fornite... in ogni cabina vi sono giubbotti di emergenza... indossateli tutti e raggiungete immediatamente il ponte. Lì vi saranno fornite altre indicazioni. Grazie."
Un fulmine però raggiunse la parte sinistra e lacerò tutta la fiancata, aprendo un ampio squarcio.
La nave così prese ad imbarcare acqua.

"Buon per voi." Disse il vecchio a Gwen. "Allora non vi resta che attendere la corsa. Molti parteciperanno, ma solo uno vincerà intascando il premio. Tutti gli altri, quelli che ovviamente saranno sopravvissuti, avranno invece bisogno urgente di denaro... allora potreste aver fortuna ed ingaggiare qualcuno per aiutarvi." Ridendo in modo bieco.

Fu un attimo, mi trovai a terra senza accorgermene e mi guardai attorno, la nave sembrava girare su se stessa..calma Altea..poi udii le parole di un uomo e guardai agente 0029.
Mi guardai attorno e vidi dei giubbotti, gli lanciai uno.."Sembra una missione, quando indossiamo uno di quei giubbotti per proteggerci il cuore e le parti più sensibili" indossandolo velocemente e subito presi delle pistole, lanciai una a 0029 "Non si sa mai dobbiamo finire in una scialuppa di salvataggio e su un' isola deserta e guardarci alle spalle da indigeni, ma presumo tu sia già armato come me" prendendo un sacchetto e mettendolo sulla giarrettiera.
La nave però ebbe un forte sussulto e quasi sembrava squarciarsi.."Presto, forse dobbiamo andare alle scialuppe, tra poco si riverserà una marmaglia di gente e io non ho tempo per salvare loro la vita, dobbiamo salvarci noi..." sempre con lo sguardo freddo facendo segno a 0029 di aprire la porta.

Il ragionamento non faceva una piega, anche se non mi piaceva come lo aveva detto.
Va beh, l'importante era trovare qualcuno disposto a seguirci.
"Allora aspetteremo stasera" dissi, guardando poi Rufus e Furia.

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La situazione stava precipitando, la tempesta era sempre più pericolosa, sempre più intensa, tanto da far sussultare la nave in modo incontrollato.
Tutta la coca cola che avevo si rovesciò, quando mi ritrovai a terra, ancora in lilngerie e vestaglia, con l'acqua che continuava ad avanzare, inesorabile.
Ero ancora a terra quando sentii la voce di Cristiano, così rassicurante, virile, che il solo sentirla mi provocò un lungo brivido lungo la schiena.
Come avrei voluto essere tra le sue braccia in quel momento, stretta, salda e sicura.
Ma non c'era tempo di pensare a quelle cose, dovevamo metterci in salvo!
Trasalii: il mio computer, il tablet, l'auricolare, lo smartphone... tutto il mio lavoro spazzato via dal mare.
Ma in momenti come quelli, quando la tua stessa incolumità è in pericolo, tutto sembra meno importante, così cercai di non pensarci e concentrarmi sulle cose davvero importanti, come mettere in salvo il mio nipotino.
"Icarius.." esclamai, mentre la tempesta imperversava e l'acqua continuava a salire.
Mi guardai attorno e mi resi conto che c'erano i giubbotti d'emergenza.
Corri a prenderlo, mentre l'acqua ormai bagnava tutto il pavimento, e mi avvicinai ad Icarius, aiutandolo a metterselo.
"Tesoro hai sentito il capitano, dobbiamo metterci il giubbotto.." visibilmente preoccupata.
"Vedrai che andrà tutto bene.." sorrisi, cercando di essere rassicurante, per poi stringerlo forte a me.

"Io però sono costretto a ripartire." Disse Rufus a Gwen. "I miei affari mi obbligano a raggiungere subito la cittadine di Opkin. Ho mantenuto il mio impegno accompagnandoli fino a quando avresti trovato possibili mercenari. Dunque il mio compito è terminato. Buona fortuna, Gwen... e cerca di essere prudente."

Oh, già... Lui doveva andar via.
Per fortuna c'era Furia con me.
Annuii e gli sorrisi, abbracciandolo poi con fare affettuoso.
"Arrivederci, Rufus, abbiate cura di voi" gli augurai.

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