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Il Duca ci congedò "Nonno Mandus" preoccupata "Ma devo partire subito, non ho capito...ora pensa al dolce" stizzita.
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"Ha certamente una storia interessante" annuì, sempre più curiosa "E vi ringrazio per il pensiero, non esiterò a servirmene, se ne avrò necessità" sorridendo con gratitudine.
Era stato gentile e sebbene speravo di non averne bisogno nell'immediato, accettavo la premura. |
Altea e Mandus lasciarono le cucine, diretti al cortile per risalire sulla loro carrozza.
"Ti sei messa in una brutta situazione, Altea..." disse Mandus "... ora dovrai rintracciare quel cacciatore di taglie. E non credo che ciò sarà semplice." La cena continuò e dopo il la frutta e il dolce Lucidor si congedò, augurando a Gwen la buonanotte e ritirandosi nella sua camera. |
Alla fine della cena, ognuno tornò nei propri appartamenti.
La serata mi aveva di molto risollevata, ascoltare i racconti di Lucidor era gradevole ed a tratti anche avvincente, specie per me che non avevo mai viaggiato tanto, dunque seguire le tappe interessanti ed esotiche raggiunte dal dottore non mi venga affatto annoiata. Ad ogni modo, dopo aver indossato la camicia da notte, mi rannicchiai sulla poltrona per leggere un po', prima di dormire. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Nella sua camera, alla tenue luce della lampada accanto al letto, Gwen si dedicò alla lettura.
Dopo qualche istante, quando ormai l'intero palazzo dormiva, un nitrito echeggiò nella brughiera. |
Non era passato molto da quando mi ero rannicchiata col libro in grembo, i piedi a sporgere appena oltre l'orlo della lunga camicia.
Sentii un nitrito e la cosa mi incuriosì molto, considerando l'ora tarda mi chiedevo chi fosse così folle da avventurarsi là fuori. Infatti, posai il libro sul comodino, il rametto di lavanda a tenere il segno fra le pagine ingiallite e mi affacciai alla finestra, tentando di scorgere qualcosa nell'oscurità. |
Gwen si affacciò e guardò nel buio della brughiera, squarciata appena dal pallore lunare.
Inizialmente non vide nulla, ma poi, quando i suoi occhi si erano appena più abituati al chiaroscuro del plenilunio notturno, notò qualcosa. Era una figura a cavallo, non troppo lontano dal cancello del palazzo. Dopo un istante riconobbe la figura: era Elv. |
La Luna era piena ed illuminava tutto il giardino col suo lucore argenteo, ma nonostante ciò mi ci volle un po' per abituare gli occhi.
Quando finalmente potei vedere, lo notai. Notai la sua sagoma a cavallo e non credetti ai miei occhi. Un'altra volta. Ricordai anche ciò che mi aveva sussurrato la sua voce poche ore fa e anche a costo di prendermi un malanno, uscii in giardino, raggiungendo il cancello, senza farmelo ripetere un'altra volta. Vivevo ormai per questi sporadici frangenti in cui sembrava essermi vicino e non volevo liberarmene. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Gwen corse in piena notte in giardino e da qui raggiunse il cancello.
E lo vide. Era Elv a cavallo che si avvicinava. https://i.pinimg.com/originals/a7/41...fab76675a1.jpg |
Raggiunsi il cancello e lo vidi farsi sempre più vicino, sempre di più.
Proprio come lo era stato al cimitero. Mi sentii esplodere di speranza e sollievo, che mi facevano sentire la testa leggera e le gambe tremanti. Mi avvicinai ai chiavistelli del cancello. "Elv? Sei... Sei tu?" mormorai, la mia voce che suonò rarefatta nel silenzio notturno, nella speranza che mi rispondesse che sì, era lui ed era finalmente tornato da me. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Elv si avvicinò ancora, poi quando fu vicino al cancello smontò dal cavallo e raggiunse le grate, oltre le quali c'era Gwen.
"Si, sono io..." disse lui, fissandola negli occhi, mentre il pallore lunare rendeva i suoi occhi scuri misteriosi e luminosi. |
Lo vidi smontare da cavallo, per poi avvicinarsi al cancello.
Ci credevo? No, non ancora, era così assurdo che non mi sembrava reale. Non mi sembrava vero vedere i suoi occhi ed il suo viso di nuovo, così vicini. Aprii cautamente il cancello e mi avvicinai a lui. Alzai le mani e le feci scorrere sul suo bellissimo viso, cercando quella memoria che temevo di aver perduto. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Andammo in carrozza per tornare al palazzo vicino Suession "Lo so, ma cosa potevo fare? Pensavo avesse mandato un messo, lo sai che il Duca è suscettibile se lo contraddici, ma mi avrebbe mandato qualcuno per aiutarmi, non posso mica appendere cartelloni in giro?" sbuffando.
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Gwen si avvicinò e lo toccò.
I suoi tratti, il suo profumo, i suoi occhi. Era proprio lui, era Elv, ancora con la divisa che indossava il giorno del loro saluto. "Si, sono io..." disse e la baciò, al pallore di quella Luna incantata. La carrozza lasciava Capomazda alla volta del palazzo dei De Bastian. "Sua signoria ha detto che ti avrebbe affiancato un suo araldo." Disse Mandus ad Altea. "Magari ci raggiungerà molto presto al nostro palazzo." Lui con espressione cupa. |
"Nonno, ti vedo preoccupato, come mai? Non ti preoccupare...me la saprò cavare. Sei cupo da quando ti ho raccontato il fatto del cameo e dello zingaro.
Dimmi...cosa succede, che pensieri hai?" comprendevo se non avessi trovato quel cacciatore di taglie sarebbe stato un guaio, effettivamente era come trovare un ago in un pagliaio. |
Passai le dita sul suo viso, il suo bellissimo viso che avevo sognato intere notti, anche la medesima divisa che indossava quel giorno di tanti anni fa.
Il vento sospinse il suo profumo familiare verso di me e non mi sembrava vero di poter guardare nuovamente i suoi occhi neri come ossidiana, lucidi e intensi. Un attimo dopo mi baciò e mi sembrò di sciogliermi fra le sue braccia, mentre sentivo gli occhi divenire lucidi ed affondavo le mani fra i suoi capelli neri. Era meraviglioso, ma non mi sembrava ancora vero. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Nell'incanto della notte stellata, ingentilita da una Luna misteriosa e sognante, Gwen ed Elv si abbandonarono a quel lungo bacio, stringendosi l'una all'altro.
Lei sentiva il suo profumo, il suo sapore, il suo calore. "Mi sei mancata..." disse lui guardandola negli occhi "... andiamo, ti ho desiderata per infinite notti..." prendendola per mano. "Nulla, mia cara, nulla..." disse Mandus ad Altea "... è solo questa storia, non badarci..." ma non sembrava molto convinto nel dirlo "... quanto a sua signoria, è un uomo autoritario, deciso e vanesio... molto diverso da come sarebbe forse stato il nipote di Taddeo l'Austero, se fosse sopravvissuto e salito al seggio ducale..." |
Scossi il capo "Effettivamente con l' educazione del Duca Taddeo l' Austero sarebbe stato un Duca giusto. Si, è un uomo vulnerabile e non pensa proprio al popolo. Nonno...lo so non puoi nominare il nome di quel bambino ma mi parli di lui?" con vivo interesse.
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"Era un ragazzino dallo sguardo sognante, la fervida fantasia, una passione per la vita che sprizzava da ogni poro." Disse Mandus ad Altea, mentre la carrozza li cullava col suo andamento lungo le stradine della bughiera. "Amava un talento unico con la spada ed anche la sua mira con le armi da fuoco era fuori dal comune. Per questo il duca Taddeo aveva fatto arrivare a corte il miglior maestro di scherma dello stato."
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Era incredibile come fossimo riusciti a colmare anni e anni di lontananza, assenza, mi sembrava di vivere un sogno, da cui non volevo svegliarmi.
Accarezzavo il suo volto, che mi era mancato da morire, mi era mancato sentirmi stringere, abbracciare, il suo calore mi avvolgeva e mi trasportava indietro negli anni, quando non avevo ancora sofferto così tanto e tutto appariva più bello e luminoso. "Anche tu..." sussurrai, il mio viso vicino al suo e gli occhi ancora lucidi. Annuii ancora frastornata, mentre andavo dentro insieme a lui. Insieme. Che il cielo mi avesse fulminata se il destino non mi stava giocando un terribile scherzo e l'esaltazione che sentivo in corpo e nel cuore non fosse stata reale. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Ascoltai attentamente mentre la carrozza avanzava lenta come volesse cullarci e farci sognare "Come un vero taddeide dovrebbe essere, sarebbe stato al pari dei suoi avi e anche talentuoso nelle arti e studi. Magari avrebbe impugnato la famosa Mia Amata pure...non saprei che dire, eppure nonno lo sai io sono una persona non facilmente suggestionabile o influenzabile ma penso quel ragazzo...si...sia vivo...chissà dove" osservando sognante la brughiera, magari sarebbe stato bello, con quegli occhi che solo la sua stirpe possedeva, che mi avrebbe fatto sognare il cielo e il mare...ma ad Altea era solo permesso sognare.
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Mano nella mano, leggeri come le ombre, Gwen ed Elv scivolarono fino alla camera di lei.
Chiusero le porte e fecero l'Amore. Lo fecero con trasporto, con rabbia, con paura e folle piacere. Lo fecero a lungo, più volte, fin quando caddero stremati fra le lenzuola poco prima dell'alba. "Meglio non seguitare con questi discorsi, Altea." Disse Mandus. "Sua signoria non ama che si parli del rampollo." Fissandola, mentre la carroza giungeva al palazzo dei De Bastian. "Il ragazzo è morto ormai, accettalo e dimentica questa storia, per il bene di tutti." Dopo circa un'ora dal loro arrivo al palazzo, giunse anche l'uomo inviato dal duca. Si trattava del capitano Ror de Zim, un militare che aveva combattuto nelle Flegee per il ducato di Capomazda. L'uomo chiese ad Altea una descrizione del misterioso cacciatore di taglie e perchè mai avesse così colpito la dama, al punto da segnalarlo al duca in persona. |
Ciò che successe dopo, fu qualcosa che andava oltre le mie speranze.
Fu ancora più bello di come l'avevo sognato, semmai fosse tornato. Il trasporto e la passione che ci mettemmo furono al di sopra di ogni cosa, al di sopra di ogni sogno o desiderio. Quando l'alba arrivò, fu troppo presto, troppo presto per fermare tutto quello che ci aveva travolti per intere ore di ciò che restava di quella notte. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Un gallo cantò annunciando l'alba ormai prossima.
Elv guardò Gwen e la baciò di nuovo, stavolta con dolcezza dopo l'ardore di poco prima. "Amore, devo andare ora..." disse pianissimo, stringendole la mano. |
Accolsi il bacio di Elv, assaporando le sue labbra morbide e vellutate che mi baciavano dolcemente.
Lo guardai poi con paura e terrore. Andare? "Perchè? Sei appena tornato, perchè dovresti andare?" mormorai, iniziando a piangere silenziosamente ed affondando la mano nei suoi capelli per avvicinarlo a me e trattenerlo, probabilmente per sempre. Non ce la facevo a lasciarlo, non adesso che l'avevo di nuovo con me, dopo averlo desiderato per anni nel timore che fosse peggio che disperso. "Ti amo troppo per lasciarti, ora che ti ho con me..." dissi piano, guardando i suoi bellissimi occhi neri, i più belli che potessero mai esistere. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Non risposi ma se il Duca non era presente non poteva mica ascoltare, mio nonno non me la raccontava giusta e non comprendevo perchè facesse tanto il misterioso.
Arrivammo a Palazzo e poco dopo arrivò l' uomo che dovevo aiutare a trovare il cacciatore di taglie, a quanto pare un uomo che di battaglie ne aveva fatte. Il capitan Ror de Ziz andò subito al soldo e io risposi nettamente "Ordunque non posso descriverlo fisicamente, ovvero colore di occhi, capelli, segni particolari perchè indossava un mantello con cappuccio che celava tutto il volto, comunque per un attimo ho visto i lineamenti giovani e anche curati, di una persona anche non rozza ma di aspetto nobile stranamente". Era poco e nulla ma questa era la verità "Mi ha colpito perchè l' ho visto sistemare dei tizi in osteria con tante strani armi e in pochi secondi i due malcapitati sono finiti a terra esamini, quindi una destrezza straordinaria nell' uso delle armi, purtroppo di carattere altero e sbruffone visto ci ho parlato, di uno convinto di sè e non sbagliare mai...ma mi ha detto ha acciuffato diversi eretici e malviventi, infatti era davvero furibondo quando ha saputo della liberazione dello zingaro...dimenticavo ovviamente possiede un cavallo e ho sentito che lo menzionavano come Cavaliere, forse a Suession è cconosciuto specie nei sottoborghi.". Ebbi un sussulto "Vero, ha detto ha consegnato lui lo zingaro...quindi il borgomastro e lo sceriffo di Suession dovrebbero conoscerlo". |
Il capitano inviato dal duca restò pensieroso dopo le parole di Altea.
"Allora mi recherò subito a Suession, in modo da incontrare lo sceriffo e scoprire così chi sia realmente questo cavaliere di cui parlate, milady." Annuì. "Partirò subito." "E' tardi, Gwen." Disse Elv guardandola negli occhi. "Devo andare, mi stanno aspettando." Un ultimo bacio, poi lasciò la ragazza e il suo palazzo, svanendo nell'icantato e rosato tepore dell'aurora sulla brughiera. https://images.fineartamerica.com/im...ila-gimesi.jpg |
"Aspettando? Ma chi? Elv!"
Assaporai ancor più intensamente quel bacio, cercando di trattenerlo, ma fu tutto inutile. Se ne andò all'alba, sparendo come un bellissimo sogno che però faceva male. Rimasi sotto il lenzuolo a provare a rendermi conto di ciò che era successo questa notte. Non avessi avuto le prove tangibili di quanto accaduto, avrei pensato veramente di stare sognando. Ma era lui, era il suo volto, i suoi occhi neri, i suoi baci, le sue braccia che mi stringevano. Non capivo. Non capivo dove potesse essere andato, dopo essere appena tornato, era qualcosa che non comprendevo, ma lasciava un vuoto ancora più incolmabile, dentro. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Elv andò via e un vuoto profondo si spalancò davanti a Gwen, come un baratro senza fondo.
All'alba successo il mattino e l Sole lentamente lasciò l'orizzonte irregolare e selvaggio della brughiera. In breve il palazzo si destò e la servitù cominciò i propri lavori. A breve sarebbe stata servita la colazione. |
Sprofondai ancora, com'era successo in tutto questi anni.
Avevo avuto di nuovo tutto, per un attimo, per quelle poche ore, ma ora non avevo più nulla. Un'altra volta. Le lacrime che prima erano scese, si erano asciugate; non riuscivo nemmeno ad esternare quella sofferenza, mi avvolgeva completamente dall'esterno come una coperta troppo pesante. Era quasi ora di colazione, così a fatica mi alzai e dopo essermi rivestita ordinai di portarla direttamente in camera. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Madama..." disse il maggiordomo a Gwen "non desiderate fare colazione con il dottor Lucidor? Egli attende nel salone la compagnia di madamigella."
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Entrò il mio maggiordomo, facendomi notare che Lucidor mi aspettava.
"Dite a Messere che non mi sento bene, stamane" comandai, il ché in realtà era vero. Avevo bisogno di star sola per un po', col mio vuoto, la mia malinconia e la mia sofferenza, senza nessun altro. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Il tempo e lo spazio.
Tutto ruotava intorno a me, tutto si continuava a contorcere sempre di più in un continuo susseguirsi di luci e colori che ormai avevo imparato a conoscere. Era un luogo indefinito, un luogo speciale e unico che potevamo raggiungere soltanto noi due, tra tutto l'universo. Noi che vivevamo sospesi tra l'eternità, viaggiatori di un mondo d'incanto. Noi che insieme avevamo ormai visto posti e luoghi e misteri incredibili. Ero affamata di sapere com'ero affamata di tutte quelle avventure. Non mi ero mai accorta di quanto la mia vita mi sembrasse vuota e senza scopo, quanto il nascondermi dietro una missione mi avesse in realtà privato della cosa più bella che potessi desiderare: la passione. Non solo la passione che ci univa, ma anche la passione da mettere in tutte le cose. La passione per la scoperta, per l'avventura, per tutte le cose che condividevamo. Avevamo viaggiato in tutte le epoche, seguendo un po' le ondulazioni della macchina del tempo... cioè, a dirla tutta, era che non sapevamo benissimo come indirizzarla in un punto super preciso. Ma ora, quel viaggio era diverso. Threnz aveva detto che sarebbe stato tutto diverso, che aveva finalmente trovato un modo per tornare a casa. Non tanto per fermarsi, ma per mostrarmela. Era da un po' che volevo vedere la sua casa, scoprire da dove veniva. Casa mia forse non c'era più. E poi, non l'avevo mai davvero considerata casa mia. Ora casa mia era quello strano marchingegno futuristico che, invece, veniva dal passato. Ed era lui. E ormai, se avevo imparato a conoscere i rumori e gli scossoni che precedevano l'impatto, stavamo per arrivare. Ci guardammo e sorridemmo, vicini. Mi accorsi di non essere mai stata così emozionata vicino a un atterraggio. Ma poi qualcosa cominciò a muoversi, a tremare. Non era normale, che cosa stava succedendo?? Non capivo, non sapevo. La macchina del tempo emetteva degli strani bagliori, degli strani rumori, e tutto intorno a noi cominciò a muoversi velocemente distintamente, finchè non sentimmo l'impatto col suolo, forte, potente. Mi strinsi a Threnz con tutta la forza che avevo, come se le sue braccia mi potessero proteggere. Poi l'impatto. Infine, il buio. |
"Ah no, mi scusi capitano de Ziz" con tono e modo di chi non voleva obiezioni "Andremo forse, il Duca ha espresso la volontà che pure io mi occupi della cosa e solo io so riconoscere quella persona...si tra mille...le dico la verità..presumo tutti i cacciatori di taglie si celino con cappucci e mantelli, quindi..possiamo andare".
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Il maggiordomo annuì a Gwen e andò via.
Pochi minuti dopo, però, qualcuno arirvò a bussare alla porta di lei. "Madamigella, sono Lucidor..." disse lui da fuori "... perdonatemi... ho saputo che non state bene... posso aiutarvi?" Chiese il medico. "Certo, lady Altea." Disse il capitano mostrando un lieve inchino alla dama, forte lei di quell'incarico assegnatele direttamente dal duca. "Partiremo appena srete pronta, milady." Quello scossone, il freddo e le luci psichedeliche. Attraversare il Tempo era come specchiarsi in un lago gelido, in balia del vento e delle onde, senza riuscire a fissare il proprio sguardo in nessun posto. Un urto, un baoto, un sibilo. Desestresya si sentì persa, sola, perduta. Quando riaprì gli occhi fu il forte alone della luce ad accoglierla. Sentiva la freschezza dell'erba sotto di sè e ilprofumo del muschio elvatico intorno. Era in un bosco, folto e verde, all'ombra di una quercia, poco lontana dal guizzare di un ruscelletto. Ed era sola. |
Il maggiordomo andò via, ma dopo alcuni minuti qualcuno tornò e stavo per rispondere davvero male, ma sentii che si trattava di Lucidor.
Sospirai ed aprii la porta. Ero ancora dell'idea di non voler vedere nessuno, ma non potevo essere scortese. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Sono già pronta" esclamai "Possiamo andare, non ho bisogno di abiti da ballo, sono presentabile mi sembra".
Uscii di casa con il capitano e gli chiesi "Dove alloggerete? A mio avviso meglio a Suession, cosi potrete vedere se vi sono altri accadimenti. Oh, non vorrei sembrarvi scortese, era solo un consiglio per la buona riuscita di questa impresa, a mio avviso non facile" salendo sulla carrozza. |
Lucidor guardò Gwen negli occhi.
Lo fece per un lungo istante e lei ebbe la netta sensazione che quello sguardo fosse il medesimo di Elv. "Comprendo che siate seccata e indisposta, damigella." Disse lui. "Ma ho pensato che, cme medico, avrei potuto aiutarvi, ammesso il vostro sia un malore fisico e non uno stato d'animo." La carrozza partì, lasciando il palazzo e imboccando la stada per Suessione, attraverso un lembo di brughiera. "Si, alloggerò a Suession, madama." Disse il capitano ad Altea. "Conosco un buon albergo. Voi? Sapete già dove alloggerete invece?" Ad un tratto la carrozza si fermò di colpo. "Cocchiere, cosa accade?" Gridò seccato il capitano. "Signore, la strada è bloccata!" Rispose il cocchiere. |
"Io?" lo guardai "Io abito nel Palazzo con mio nonno e non ho intenzione di spostarmi, almeno penso, comunque conosco una nobildonna a Suession, Lady Sibille e potrei alloggiare da lei per qualche tempo, sicuramente è molto più conveniente che andare su e giù" pensierosa "Ma per poco, mio nonno si preoccuperebbe troppo e poi lui sa molte cose perchè è uomo fidato del Duca".
Ad un tratto la carrozza si arrestò e udii il cocchiere "Bloccata? Cosa sarà successo?Scendo a vedere, magari sarà nulla di grave". Aprii lo sportellino della carrozza e mi guardai attorno per capire cosa stava accadendo. |
Sentii nuovamente un nodo alla gola, vedendo il suo sguardo su di me.
La sua eccessiva somiglianza con Elv, soprattutto adesso, mi toccava ancora di più rendendomi instabile. "Oh, io non ce l'ho con voi. È solo un malumore" ammisi. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
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