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Elv rise di gusto, mentre Aryana fece una smorfia alle parole di Gwen.
Poco dopo l'auto arrivò all'agenzia di Elv e lui scese. "Spero" dise parlando dal finestrino alle 2 ragazze nell'abitacolo "che presto potrò avervi entrambe come ospiti nella mia umile dimora." Divertito. "Solo se lei ha un amico affascinante da presentarmi." Lesta Aryana. "Non mi piacciono le cose a 3, sono un tipo all'antica." Per poi scoppiare a ridere. "Beh, nella mia nuova villetta, appena fuori città, ho montato una sauna, con tanto di sala massaggi, capo." Disse Save a Quennie. "Vuole farmi l'onore di essere leila prima ad inaugurarla, capo?" Facendole l'occhiolino. Poi Queennie guardò il cellulare. C'era un messaggio di Lion che così diceva: "Buongiorno. Credo di aver trovato qualcosa che possa aiutarci a far luce sul suo indovinello." |
Riaccompagnai Elv all'agenzia e scossi la testa alle parole di entrambi.
"Sul serio?" dissi ad Aryana "Pensavo ti interessasse Ludwing..." dissi poi sorniona, salutando Elv ed allontanandomi dall'agenzia. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Ludwing..." disse ridendo Aryana a Gwen "... ma davero?" Scuotendo la testa. "E' un tipo troppo tranquillo per me, dovresti conoscermi. E poi tutte quelle assurde letture che ha in casa." Divertita. "No no, io preferisco decisamente un altro tipo di uomini." Mentre l'auto si allontanava dall'agenzia di Elv.
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Risi divertita.
"Che peccato, vi ci vedevo bene, insieme..." dissi ancora, sorniona, per punzecchiarla. Onestamente, non ero tipo che si facesse problemi del genere. Non avevo mai immaginato per me qualcuno col carattere e la personalità di Elv, ma era successo. |
"Beh, ci hai visto male." Disse Aryana a Gwen, per concludere il tutto poi con una sonora risata.
Poco dopo l'auto arrivò davanti alla casa di Gwen. E appena le 2 ragazze furono entrate il cellulare di Gwen squillò. |
Continuammo a scherzare sulla cosa lungo il tragitto, finchè non arrivammo sotto casa mia.
Appena posteggia, ebbi giusto il tempo di scendere dalla macchina, chè il mio cellulare squillò. Non pensavo di poter reggere altri casini per il momento. "Pronto?" dissi, con voce cauta. |
"Dottoressa, sono io, Jon." Disse la voce meccanica dell'androide che Gwen ben conosceva. "Stia attenta, tutto è pronto ormai. Nessuno si salverà. Lei però è ancora in tempo. Fugga."
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Rimasi raggelata sul posto.
Ancora lui. Ancora Jon. Di nuovo. Speravo che l'intercettazione che era collegata al mio telefono funzionasse, questa volta, così da fornire all'investigatore Beps un qualche risultato. "Non può essere..." mormorai piano, sconvolta. Quel senso di paura tornò potente, ero stata bene fin ora, forse troppo ed ora lui, o chiunque fosse, era tornato a stravolgermi. |
"Deve andare via, dottoressa." Disse la voce di Jon a Gwen. "E non si fidi di nessuno. Di nessuno, ha capito?"
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"Ma... Cosa vuol dire? E come fai ad essere tu? La tua voce è troppo umana. Non può essere Jon, chi è che parla?" alzando appena la voce alla fine, per la paura e l'esasperazione.
Ormai, non riuscivo più a comprendere cosa stesse succedendo, mi sentivo come in un romanzo distopico, era orribile. |
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