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"Si, ma procediamo con prudenza..." disse Elv a Gwen, con ancora Engener svenuto sulle spalle "... ormai ho imparato a non fidarmi di nessuno in questa dannata storia..."
Così si addentrarono nella folta vegetazione, con quelle voci e quei rumori che si facevano sempre più chiari e vicini. Erano voci con un accento straniero, ma riconoscibile come quello parlato delle genti dell'Est. Infatti affacciandosi tra le foglie i due giovani videro alcuni carrozzoni fermi in una radura irregolare, con intorno uomini, donne e bambine abbigliati come zingari. Il villano restò a guardare con lussuria Destresya allontanarsi, per poi rientrare in casa. Il tempo intanto era diventato cupo, con un vento sinistro che fendeva l'aria. Tuoni lontani echeggiavano nel cielo denso di nuvole e carico di pioggia ormai imminente. Altea riprese conoscenza e poi si concesse un bagno in quell'acqua fresca e limpida. Poi indossò il suo camice e coprì le sue nudità. Chiamò allora Hiss, ma senza risultato. Sembrava essere da sola in quel bosco verde e silenzioso. Intanto il tempo minacciava tempesta. |
Era tremendo.. Dove era Hiss.. Era sparito come il mio collega? Mi addentrai cauta nella boscaglia, il tempo stava peggiorando.. "Hiss" la mia voce era come una eco.
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Altea cominciò a camminare, sempre in cerca di Hiss.
La paura che anche lui fosse stato inghiottito, come il suo collega, in quell'assurda situazione iniziò a serpeggiare nell'animo di lei. Il tempo poi minacciava l'arrivo di una tempesta sempre più vicina ormai, con tuoni e fulmini che cominciavano a squarciare e fendere quel paesaggio selvaggio e verdeggiante. Ad un tratto Altea sentì qualcosa. Una carrozza che si avvicinava. |
Mi allontanai di qualche passo, finchè non sentii la porta chiudersi dietro di me.
Il villano era rientrato, ed io ero ormai lontana dalla sua vista, verso il giardino. Se era così tonto da non essersi accorto che avevo rubato una camicia dallo stendino,o comunque si chiamasse in quel posto, certo non se la sarebbe presa se avessi rubato anche qualcos'altro, no? Senza pensarci due volte corsi verso il giardino, dove c'erano altri panni stesi, afferrai la prima cosa che mi capitò a tiro e corsi via, nella boscaglia per portarmi il più lontano possibile dalla casa. Una volta avvolta dai rami frondosi del bosco, rallentai appena, quanto bastava per respirare. Dovevo trovare il mio piccolo, ma non potevo nemmeno perdere tutte le energie in quel modo. Presi un profondo respiro e continuai a guardarmi intorno. "Icarius.." ripresi a chiamare "Icarius!" a gran voce, perlustrando con lo sguardo tutta la radura attorno a me. Chissà dov'era il mio piccolo... |
"Sì, è vero, hai assolutamente ragione..." convenni.
Continuammo ancora a camminare e le voci si definivano in una strana lingua, che non sempre comprendevo. Dopo poco vedemmo delle persone abbigliate in modo strano. "Curioso, chi saranno mai?" dissi piano "Non ho mai visto nessuno parlare e vestirsi così... E tu?" |
Vedevo lampi e saette ma rimasi calma.. La mia solita calma e freddezza. Poi udii un rumore e vidi una carrozza.. Mi strinsi nel corto camice.. Ma come poteva esserci una carrozza e feci segno. Non potevo rimanere lì.
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Destresya rubò altri abiti da quella casa e poi corse via, verso il cuore del bosco.
Chiamò ancora suo nipote, ma nessuno rispose se non il sibilo del vento che gonfiava sempre più quel cielo carico di pioggia. Ormai la tempesta, annunciata da tuoni e da fulmini, era prossima. "Sono zingari." Disse Elv a Gwen. "Non pensavo usassero ancora dei carrozzoni..." perplesso. Altea sentì la carrozza sempre più vicina ed infatti, un attimo dopo, la vettura sbucò dalla vegetazione. Sembrava avere una gran fretta e correva sul sentiero, col cocchiere che frustava forte i cavalli. |
"Ferma.. Aiutatemi" urlai. Ma era un paradosso.. Forse vi era una rievocazione storica? E mi misi nel ciglio della strada anche se sarei balzata al posto di guida ma era meglio evitare gesti avventati ma sentivo la mancanza di Hiss.
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"Capisco... Secondo te possono aiutarci? Non abbiamo tante altre possibilità, qui, siamo praticamente in mezzo al bosco..."
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Niente.
Nessuno rispondeva. Mi si strinse il cuore immaginando dove potesse essere il mio nipotino, spaventato e solo. Ma il ruggito del cielo mi fece capire che stavo perdendo tempo. Che qualunque cosa decidessi di fare dovevo farla in fretta perchè lì stava per scatenarsi il diluvio. Allora iniziai a correre, a correre, tenendo stretti a me i vestiti per Icarius. Corsi verso la città guardandomi intorno disperata alla ricerca di qualche posto dove potermi fermare. Correvo, correvo a perdifiato, mentre il cielo si ingrossava sempre di più. Mi guardavo attorno, a destra e a sinistra, ovunque, alla ricerca di un qualunque riparo dalla tempesta in arrivo. |
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