"Magari era un sogno premonitore..." disse lui guidando "... chissà, potrei regalarti davvero una villa... sai... ho invitato un pittore al nostro palazzo... voglio che ti ritragga..."

Ad un tratto la porta si aprì ed entrò un uomo.
Non era bello e nemmeno aggraziato o elegante.
Eppure appariva distinto, garbato e gentile.
"Buonasera." Disse Mizzar entrando e sorridendo a Fessen ed a Destresya. "Prego, ditemi pure." Invitandoli a sedersi con lui.

"1920..." disse turbato Elv "... in pratica... sei immortale... come Dracula..." fissando Gwen.

Ridacchiai.
"Beh, spero di essere più affascinante e di portarli meglio, i miei 120 anni, che dici?" facendogli un occhiolino e prendendo un sorso di birra.https://uploads.tapatalk-cdn.com/201...4757240a5b.gif

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Il professor Mizzar non era come l'avevo immaginato, restai a fissarlo per un lungo istante, nascosta dietro i miei occhietti da oca.
Sorrisi, stendendo la mano verso di lui quando ci fece cenno di accomodarci.
"Oh, professore, la ringraziamo davvero di averci ricevuto!" tutta carina ed euforica.
"Il mio capo vorrebbe intervistarla per poter far conoscere al mondo la sua storia, sono rimasti tutti col fiato sospeso dopo il suo rapimento!" con aria empatica e preoccupata.

Fessen guardò Destresya e sorrise.
Poi cominciò a fare domande di sorta a Mizzar.
Ad un tratto però, il palmare magnetico di lei, il solo mezzo per comunicare in situazioni di emergenza con il suo Tempo, cominciò a vibrare.

A quelle parole raggelai.. "Un pittore? Strano nel sogno vi era pure un pittore che diceva lo avevo chiamato io per ritrarmi. Sono lusingata, mi sai stupire sempre.. Amore" dissi quella frase con sentimento.

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Elv sorrise timidamente a quella carezza di Gwen.
"Beh, prima devo abituarmi a questa storia..." disse con tono incerto, ma vagamente divertito.

Lui sorrise, guardando prima le gambe accavallate di Altea e poi isuoi occhi verdi.
"Io adoro stupirti..." disse lui guidando "... ho trovato questo giovane pittore molto talentuoso... ha l'estro per raffigurarti, tesoro..." dirigendosi verso l'albergo in fondo alla stradina.

Sorrisi dolcemente.
"Per me è innanzitutto meraviglioso che tu abbia compreso ed accettato ciò che ti ho appena rivelato. Perchè è davvero molto importante per me" ammisi, con onestà.
Però non mi era sfuggito il suo sorriso timido alla mia carezza.
"Dottore, non mi sembravi così timido qualche sera fa..." mormorai, con tono languido ma divertito, per stuzzicarlo un po'.

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