Le sorrisi e la ascoltai.
In effetti, l'idea non era affatto male.
"Oh, no no, sa, non sono di qui, dunque non aspetto amici" risposi "Ma l'invito lo accetto volentieri, adoro il pesce" ridacchiando, mentre annuivo entusiasta.

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"Beh, allora è strano..." disse la vicina perplessa e fissando Gwen.

Aggrottai la fronte.
Che mi avessero trovata anche qui?
Possibile?
Dovevo stare attenta...
"Ah sì? Ha visto qualcuno che chiedeva di me, per caso?" con aria candidamente curiosa, mascherando la preoccupazione.

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"Si..." disse la vicina a Gwen "... erano due tipi... normali, comuni direi... vestiti come i Testimoni di Geova... e giravano per il viale in un modo che... beh, che ho notato subito... così mi sono avvicinata e ho chiesto loro cosa cercassero... uno mi ha detto che cercavano un'amica, descrivendola... ebbene dalla descrizione mi sembravi proprio tu... però sai, sono una donna discreta e con i tempi che corrono è meglio non fidarsi più di nessuno... e allora ho fatto la gnorri, ecco!"

Ascoltai la descrizione dei due tizi e la cosa mi aveva ancora meno.
Dovevo avvertire Herbert, prima di subito.
"Ha fatto molto bene, grazie mille. Non si sa mai chi circola in giro, no?" sorridendo con aria leggera e molto più spensierata di quanto in realtà non fossi.

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"Proprio così, ragazza mia." Disse sorridendo la donna a Gwen. "Allora stasera sarai acena da noi, deciso!" Ridendo.

"Con piacere!" sorrisi, mentre già pensavo a cosa avrei detto ad Herbert.
Avevo paura, adesso sul serio e non sapevo come gestire la cosa.
Non ero mai arrivata a questo punto, nelle indagini, non ero mai arrivata a dover tenere per la mia pelle.
Mi resi conto di essere davvero in pericolo.

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La vicina sorrise a Gwen e soddisfatta andò via, dopo averle dato appuntamento per ora di cena a casa sua.

Finalmente mi lasciò libera e subito, appena andò via, presi il cellulare per chiamare Herbert.
Non sapevo nemmeno cosa fare, che provvedimento prendere in un caso simile, non avevo idea di nulla, in quel momento.
Sapevo solo che ero terrorizzata e ogni ipotesi che potesse nascere nella mia mente, aveva come conclusione me che facevo la stessa fine di Loff.

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Il cellulare di Herbert squillò a lungo, poi finalmente qualcuno rispose.
"Si..." disse una voce di donna "... chi parla?" A Gwen.

Stavo per rispondere istintivamente, quando sentendo una voce di donna mi bloccai.
Maledizione.
Mi riscossi all'istante,m.
"Salve, Sono Gwen, cercavo lo zio Herbert, parlo con la moglie, vero?" con tono gioviale "Sono arrivata ieri, sa vivo all'estero e sono venuta qui per le vacanze, forse glielo avrà detto!" continuai, sempre con tono tranquillo e anzi ben disposto.
Aveva già abbastanza casini senza che mi mettessi anche io in mezzo.

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Ci speravo, speravo davvero che sarebbe uscito qualcosa di buono da quella collaborazione.
E forse, come diceva l'uomo senza nome, dovevo imparare a lasciar andare Drew.
Dopo la cena ci mettemmo a passeggiare, e mi misi a ridere piano a quelle sue parole.
"Beh, lo studio in realtà è un mini appartamentino, puoi sistemarti lì e io tornare a usare casa mia, cosa che non faccio da troppo tempo!" scossi la testa, divertita.
"Così fai anche la guardia!" facendogli l'occhiolino "Non sia mai ci rubino gli appunti!".

"Non sapevo mio marito avesse una nipote di nome Gwen..." disse perplessa la moglie di Herbert a Gwen "... strano non averti mai sentita nominare in dieci anni di matrimonio..."
Nel frattempo, Destresya e Drew erano ancora insieme.
"Andata!" Esclamò lui. "Perfetto! Casa e bottega!" Ride. "Beh, di questo passo sarà indebitato con te fino al collo!" Facendole l'occhiolino.

Risi, divertita.
"Beh, dovrai farti perdonare impersonando Drew al meglio e sopratutto facendo fruttare questa collaborazione!" facendogli l'occhiolino, per poi sospirare, con un'ombra che attraversò il mio sguardo.
"O meglio, aiutandomi con quelle povere ragzze, non abbiamo niente, niente a parte un fotografo spocchioso un auto costosa che lo pedina e ora una zingara a cui nessuno ha fatto caso..." lo guardai negli occhi "dobbiamo trovarle Drew... e non solo per l'articolo!".

Cavolo cavolo cavolo.
Avevo paura che le cose si mettessero male...
"Oh, in realtà non siamo parenti di primo grado e come detto non vivo qui, dunque temo sia per questo" con tono comprensivo.
"Comunque, avevo chiamato per un aiuto, ho avuto dei problemi col bagno, con dei tubi credo e a ben vedere non sembra ci sia qualcuno che mi possa aiutare qui, essendo vicino al mare e non in centro... Non ho esattamente dimestichezza con queste cose e sono andata subito in panico..." con un risolino.

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"Si, le troveremo." Disse Drew fissando Destresya negli occhi. Poi si strinsero la mano e ciascuno ndò a dormire.
La mattina seguente il telefono di lei squillò presto.
Era Drew e le chiedeva di andare allo studio, visto aveva studiato il caso tutta la notte.

"Capisco..." disse con tono basso la moglie di Herbert "... vado a chiamare mio marito, è sotto la doccia... attendi il linea..." passano alcuni lunghi istanti "... si, pronto? Gwen, sei tu?" Herbet a Gwen.

"Ma certo!" risposi, pur sentendo ancora dell'incertezza nella sua voce.
Poi, finalmente arrivò Herbert.
"Mi hanno trovata" senza mezzi termini.
"La vicina era venuta per invitarmi a cena e mi ha rivelato di aver visto due tizi girare per il paese, chiedendole poi se avesse visto una ragazza che dalla descrizione sembrerei io. Per fortuna non è stupida ed è rimasta sul vago..." sospirando e passandomi una mano fra i capelli.
"Cosa facciamo?"

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Per un momento pensai fosse la sveglia.
Invece no, era una telefonata.
E chi diavolo mi chiamava a quell'ora.
Non guardai nemmeno e riposi, voce da oltretomba: "Pronto?".

"Ok, ascoltami e stai calma..." disse Herbert a Gwen "... non restare sola in casa... se vogliono entrare lo faranno... guarda dalla finestra ed accertati che il vialetto che conduce dalla vicina è libero, deserto... a quel punto esci di corsa e va da lei... la donna non chiude mai la porticina sulla verando, per fr entrare il gatto... quindi la troverai aperta... entra e chiudila dietro di te. Sarai con lei e suo marito, quindi al sicuro. Io salto in auto e cercherò di arrivare prima possibile, ok?"
Nel frattempo Drew aveva telefonato a Destresya.
"Vieni in ufficio, ho stilato un programma..." lui a lei "... io non dormo mai, lavoro." Divertito.

Cercai di respirare a fondo e di ascoltare tutte le sue istruzioni, imponendomi di calmarmi.
Sì, avrei fatto come diceva lui, non c'era altro modo.
"Okay, okay" risposi, più tranquilla.
"Sbrigati allora, per quei tubi..." dissi sarcasticamente, riferendomi alla scusa che avevo usato con la moglie un attimo prima.


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"Sto già uscendo di casa..." disse Herbert a Gwen "... tu fa come t ho detto. Avanti stacca e guarda fuori... se il vialetto è libero corri veloce verso la vicina, Gwen... e poi chiamami quando sarai lì dentro al sicuro, chiaro?"

"Va bene va bene, mi sbrigo, volevo sdrammatizzare un po'..." sbuffando.
Chiusi allora la telefonata e guardai il vialetto, sia il mio che quello della vicina, insieme alla strada tutt'intorno, per vedere se potessi andare.
Avevo il cuore in gola, ma dovevo farcela.
Dovevo solo attraversare la strada, entrare e aspettare Herbert.
Semplicissimo, no?

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Sbattei le palpebre un paio di volte, sconvolta e intorpidita.
Avevo dimenticato di dirgli che io prima delle 11 di mattina non sapevo nemmeno come mi chiamavo.
"Si si, arrivo!" riuscii solo a bonfonchiare, per poi attaccare.
Nonostante tutta la buona volontà, ci misi un po', ad alzarmi, rendermi conto di essere al mondo, prendere un caffè, lavarmi vestirmi, uscire.
Sulla strada mi fermai a prendere un altro caffè per me e uno anche per Drew, anche se non sapevo bene come lo volesse.
Poco male, se non lo voleva lo avrei bevuto io.
Entrai col caffè in mano porgendoglielo.
"Buongiorno stakanovista!" sorrisi "Caffè?" porgendoglielo.
Poi mi sedetti alla scrivania davanti a lui.
"Allora, che programma hai stilato, capo?" sorridendo divertita.
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"Ah davvero... Era in un bosco con attori? Come mai?" sorpresa

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Gwen guardò il vialetto, casa sua e quella dei vicini.
Non c'era nessuno. Faceva caldo, molto caldo.
Il Sole batteva forte.
La ragazza uscì e corse, raggiunse l'altra casa, la cui porta era aperta come detto da Hebert, per poi entrare.
Ce l'aveva fatta.
Un attimo dopo vide apparire la vicina un pò stupita.
"Oh, che bella sorpresa." Disse sorridendo. "Non ti aspettavamo così presto. Ma meglio così." Annuì.
Nel frattempo, dopo essersi alzata con tutta la fatica di questo mondo, Destresya era arrivata nel suo studio, trovando Drew già arzillo ed operoso.
"Ottimo, mi ci voleva un caffè." Lui bevendo e facendo l'occhiolino alla ragazza. "Bene, aspettavo te per cominciare. Ho dato un'occhiata ai giornali ed ai siti, scoprendo che stranamente la polizia non ha indagato molto sulla donna uccisa... la dottoressa Loff. Vuol dire che lo faremo noi. Cominciando da casa sua."
Nello stesso momento, al castello diroccato, Altra era con il nipote del duca.
"E chi può dirlo..." mormorò lui alla domanda di lei "... forse si sarà invaghito di una bella attrice della compagnia. Conoscendolo credo sia molto probabile." Seccato.

Via libera.
Dovevo sbrigarmi.
Corsi veloce, continuando a guardarmi attorno, quando alla fine arrivai nel giardino della vicina.
La porta era aperta come detto da Herbert e mi sorprese che conoscesse così bene le abitudini delle persone, forse era davvero l'ottimo osservatore che sembrava.
Arrivò la vicina, che mi vide spuntare.
"Oh... Non avevo altro da fare oggi e ho pensato di passare a fare quattro chiacchiere..." Forzando un risolino.
Mi sentivo un po' più sicura, ma non sarei stata totalmente a posto finché Herbert non fosse arrivato.

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A quelle parole risi e lo guardai, il suo sguardo era cupo, l'antagonismo tra i due cugini era chiaro. Posi le gambe sopra il divanetto massaggiandole leggermente "Ti noto seccato, potremmo invitarlo qui.. Mica ci proverà con me. Non sono la tipa ideale di tuo cugino Guisgard".

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"Hai fatto benissimo, cara." Disse la vicina a Gwen. "Vieni, mio marito stà già preparando la brace in giardino. Cosa vuoi bere? Fa così caldo e qualcosa di fresco serve, no?" Ride.

"Vi raggiungo subito, devo solo fare una telefonata a mio zio e sono subito da voi" sorridendole.
Poi, mi misi in disparte in salotto e chiamai Herbert, per dirgli che ce l'avevo fatta ed ero al sicuro.

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Lui guardò Altea mentre si massaggiava le gambe nude.
"Come mai" disse con tono cupo, seccato, infastidito "per lui? Vuoi far parte della sua collezione anche tu?" Avvicinandosi alla nobile.

Mi sedetti tipo automa davanti a lui.
Era ancora mattina dopotutto e io non amavo particolarmente le mattine.
Lui non lo sapeva, naturalmente, non poteva saperlo.
Ma più parlava (e più bevevo caffè) più mi svegliavo, interessata.
"Interessante, mi sembra un'ottimo punto di partenza!" annuii "Prendi il pass per la stampa, è nel primo cassetto..." sorrisi, divertita "Non credevo l'avrei mai usato davvero!" facendo l'occhiolino a Drew.
"Prendi l'indirizzo e andiamoci subito!" indossando il mio pass, croce e delizia di quel lavoro, per cui da una parte ti apriva porte dall'altra ti bollava come rompiscatole. Sperai che quella fosse una delle volte buone.

"Collezione? Oh no.. Se mi amasse non vorrei essere certo una qualunque" pensierosa "Ma l'unica. Ho pensato sarebbe carino invitarlo.. Ripeto non ha mai mostrato interesse verso me. Magari verrà con quella attrice.. Sai tu gli assomigli in modo impressionante". https://i.pinimg.com/474x/95/da/7f/9...d70aa8b99b.jpg

"Bene, io sono per strada..." disse Herbert a Gwen "... ormai sei al sicuro. Resta lì fino al mio arrivo, chiaro? Non uscire per nulla al mondo, mi raccomando."
Nel frattempo, Destresya e Drew discutevano nello studio.
Lu annuì e fece come disse lei.
Poco dopo lasciarono lo studio e si recarono a casa di Loff.
"Mi spiace, non posso far passare nessuno." Il portiere a loro due. "Ordini della polizia."
"Beh, allora forse potrà esserci d'aiuto lei..." Drew.
"E come?" L'altro.
"Volevamo solo sapere se ha visto un'auto scura, di grossa cilindrata..." Drew fissandolo "... abbiamo il sospetto che il maniaco possa colpire ancora..."
"Maniaco?" Il portiere impressionato.
"Si, la polizia non vuol farlo sapere, ma c'è un serial killer e crediamo possa colpire ancora."
"Accidenti!" Il portiere spaventato. "Allora fate qualcosa, no?"
Intanto, Altea e il nipote del duca chiacchieravano al castello diroccato.
"Dici?" Lui a lei. "Non so... non ho il suo carattere... anzi, lo detesto... e a corte lo detestano in tanti..." fissandola "... sei bellissima ed io sono geloso... dimmi la verità... preferisci lui a me?" Vicino alla nobildonna bionda.

"Okay, okay" annuii "Va bene... Tanto ormai sono qui e credo che la vicina non mi lascerebbe andare nemmeno se volessi..." sarcasticamente, per cercare di sentire meno il peso dell'ansia.

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"Siete diversi.. Lo hai detto tu.. Davvero lo detestano? Ma è così simpatico... Allora facciamo una scommessa.. Vediamo quale dei due nipoti saprà rapirmi l'anima?" vicinissima a lui... Era davvero vero, entrambi avevano un magnetismo diverso "Magari una cena e una notte al castello mio bel nipote del Duca... Ma avevi un regalo per me".

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Mentre Gwen staccava la telefonata sentì suonare il campanello.
La vicina andò allora ad aprire.
"Buongiorno, signora." Disse uno dei due giovani sulla porta alla vicina. "Possiamo rubarle solo dieci minuti? Stiamo girando il parco per conto della nostra Chiesa Evangelica."
"Veramente noi siamo Cattolici." La donna.
"Solo dieci minuti e magari sarà un confronto interessante, signora." L'altro.
"E va bene." Annuisce la vicina.
Intanto Altea era col nipote del duca.
Lui cambiò ancor più umore.
"una gara vuoi fare?" Lui cupo. "A chi... ti ruba l'anima?" Afferrò la donna fra le braccia. "Tu sei mia, chiaro? e ucciderò chiunque pur di averti... che sia tuo marito... o anche mio cugino... chiaro?" Fissandola negli occhi.

Lasciai andare avanti Drew, curiosa di vederlo in azione.
Ci sapeva fare, dovevo ammetterlo, e la cosa non mi dispiaceva affatto, anzi.
Più lui era tagliato per quel mestiere, almeno per la parte investigativa, più quella collaborazione avrebbe avuto successo.
Si mise a parlare subito col portiere, con un ottimo stratagemma.
Che poi, il maniaco e l'auto di grossa cilindrata, c'erano sul serio.
"Siamo qui per questo, la gente deve sapere come potersi difendere da questo maniaco, se la polizia non fa niente noi non possiamo stare a guardare..." fissando il custode.
Indicai con un cenno del capo la casa blindata alle sue spalle.
"Sappiamo come muoverci, lui è Drew Star, non ha mai sentito parlare di lui?" azzardai.
"Cinque minuti, nessuno si accorgerà che siamo stati qui!" con un sorriso complice e speranzoso.

Mentre chiudevo la telefonata, sentii suonare il campanello.
Un attimo dopo, sentii delle voci di ragazzi parlare con la vicina.
Erano per conto della chiesa Evangelica.
Riflettei su ciò che mi aveva detto lei poco prima, dicendo che quelli che le avevano fatto quelle domande sembravano dei testimoni di Geova.
Oh no.
No.
No no no.
Rimasi nascosta lì dov'ero, vicina al retro, pronta a scappare in qualsiasi momento, mentre rimanevo ad ascoltare in silenzio.

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Era questo che volevo, scuoterlo e far uscire la sua tempra "Davvero uccideresti tutti? Ora non ci pensare.. Ma pensa solo a me." accarezzando i bruni capelli. Mi stesi sul divanetto sorridendo "Mi fai attendere per quel regalo.. E non nominare più mio futuro marito" con un brivido irrequieto ad un tratto.

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